Salve. Ho 45 anni e non riesco a costruire nessun sano rapporto di amicizia. Mi lego morbosamente al
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Salve. Ho 45 anni e non riesco a costruire nessun sano rapporto di amicizia. Mi lego morbosamente alle persone a cui voglio bene e cerco nei modi più infantili e stupidi di accattivarmi il loro affetto, ottenendo come risultato di non sentirmi ricambiata, anzi, di sentirmi tenuta a debita distanza. Potrebbe trattarsi di dipendenza affettiva? Come affrontarla? Grazie
Buongiorno, sicuramente questa modalità relazionale andrebbe osservata insieme al fine di capire la sua origine e la sua funzione, secondo il mio punto di vista sarebbe fondamentale approfondire.
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Gentilissima, i motivi per i quali Lei assume questa modalità relazionale possono essere diversi e sarebbe improprio formulare un'ipotesi alla luce della mancanza di informazioni riguardo la storia di vita e le modalità di essere affettivamente situata che Le sono proprie. Dal messaggio è possibile unicamente dire che sembra emergere un'importanza particolare data all'altro come fonte di co-percezione (ne va di sé) che La porta a mettere in atto modalità di ricerca di un feedback positivo e di una considerazione (che sfortunatamente, come Lei sottolinea, a volte sortiscono effetto contrario). Potrebbe ritrovare questa modalità con tutte le Sue relazioni O solo con alcune. Di per sé essa non è problematica ma diviene fonte di sofferenza quando rende pressoché impossibile la creazione di legami affettivi maturi; inoltre, La mette sempre nella condizione di dover stare attenta a tutto ciò che dice e fa pena la perdita dell'Alterita significativa. Il consiglio è affrontare la questione tramite un colloquio psicoterapeutico volto a inquadrare i modi di essere nel mondo e significati attribuiti alla relazionalità così declinata. Alla luce dei motivi sottostanti sarà possibile aprire nuovi modi di essere nel mondo (ovvero, nuove possibilità d'azione e di progettazione nel futuro). In bocca al lupo. Cordialità, DMP
Buondì,
Da ciò che scrive mi sembra di capire che le modalità di controllo relazionale (divento accondiscendente, mi accattivo l'affetto altrui) hanno la funzione di tutelarla da uno stato mentale che non le piace e che probabilmente sostengono delle aspettative sugli altri poco funzionali per il suo benessere. Ovviamente il discorso andrebbe approfondito in un percorso di supporto psicologico.
Da ciò che scrive mi sembra di capire che le modalità di controllo relazionale (divento accondiscendente, mi accattivo l'affetto altrui) hanno la funzione di tutelarla da uno stato mentale che non le piace e che probabilmente sostengono delle aspettative sugli altri poco funzionali per il suo benessere. Ovviamente il discorso andrebbe approfondito in un percorso di supporto psicologico.
Gentile, sicuramente tale dinamica relazionale è molto utile da portare in terapia, poiché è lì che può essere sciolta e risolta così che lei possa costruire una vita libera all'esterno. Le consiglio una consulenza psicologica. Saluti.
Buongiorno, le nostre relazioni sono sempre influenzate dalla nostra storia personale e dagli schemi appresi.
Le esperienze passate sono lenti con cui osserviamo il nostro vissuto e può essere utile indagarle in un percorso, così che lei abbia una maggiore consapevolezza e nuovi strumenti di interazione.
Le invio un caro saluto.
Giada Bruni
Le esperienze passate sono lenti con cui osserviamo il nostro vissuto e può essere utile indagarle in un percorso, così che lei abbia una maggiore consapevolezza e nuovi strumenti di interazione.
Le invio un caro saluto.
Giada Bruni
Gentile Signora, è mia premura prima di tutto consigliarle di distaccarsi da determinate etichette diagnostiche, come quella da lei indicata, poiché molto spesso rappresentano un'arma a doppio taglio per cui la persona si identifica con il "disturbo". Certo, le diagnosi esistono per orientarsi nelle psicopatologie, ma è fondamentale considerare anche la sua storia personale, il suo passato, le sue relazioni significative, il suo vissuto emotivo. Bisognerebbe anche approfondire cosa intende lei per "sano" e per "morbosamente" perché quello di cui lei parla è ciò che si può osservare (il comportamento) ma è importante andare a scovare le cause sottostanti (soprattutto se per lei questa situazione è causa di malessere). Un caro saluto
Buongiorno Signora, la consapevolezza del suo atteggiamento è molto buona. Sarebbe importante per il suo benessere parlarne con un terapeuta per poter prendersi cura dei suoi bisogni profondi, elaborarli al fine di poter costruire e mantenere equilibrio nelle relazioni e sentire di poter dare e ricevere autenticamente.
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Zulian
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Zulian
Gentilissima, dire che si tratta di dipendenza affettiva sarebbe sicuramente azzardato considerate le poche informazioni sul suo conto e, in ogni caso, se anche potesse ottenere una diagnosi solo attraverso un messaggio a cosa le servirebbe?
Quel che è certo e che traspare dal suo messaggio è che lei esprime una sofferenza di cui sarebbe opportuno che si prendesse cura al più presto attraverso un percorso personale di supporto psicologico che possa aiutarla a prendere consapevolezza dei suoi meccanismi di funzionamento che la portano ad un fallimento nelle relazioni cui fa riferimento. Se è davvero motivata a comprendere le ragioni profonde che sottostanno alle dinamiche relazionali della sua vita e che le provocano dolore, le sarà anche possibile attuare il cambiamento di cui avrà bisogno per poter costruire relazioni che la soddisfino e la rincuorino in maniera genuina. Spero di esserle stata di aiuto. dott.ssa Mara Montella.
Quel che è certo e che traspare dal suo messaggio è che lei esprime una sofferenza di cui sarebbe opportuno che si prendesse cura al più presto attraverso un percorso personale di supporto psicologico che possa aiutarla a prendere consapevolezza dei suoi meccanismi di funzionamento che la portano ad un fallimento nelle relazioni cui fa riferimento. Se è davvero motivata a comprendere le ragioni profonde che sottostanno alle dinamiche relazionali della sua vita e che le provocano dolore, le sarà anche possibile attuare il cambiamento di cui avrà bisogno per poter costruire relazioni che la soddisfino e la rincuorino in maniera genuina. Spero di esserle stata di aiuto. dott.ssa Mara Montella.
Salve
Da quello che descrive sembra evidente che lei imposta relazioni morbose con attaccamento simbiotico e con connotazione infantile, è abbastanza comprensibile che le persone sentendosi oppresse sentano il bisogno di mettere una distanza, con un percorso di tipo analitico può comprendere le cause del suo comportamento, acquisire la consapevolezza delle dinamiche relazionali e con il suo percorso di crescita personale arrivare a rapporti più adulti e maturi.
Cordiali saluti
Da quello che descrive sembra evidente che lei imposta relazioni morbose con attaccamento simbiotico e con connotazione infantile, è abbastanza comprensibile che le persone sentendosi oppresse sentano il bisogno di mettere una distanza, con un percorso di tipo analitico può comprendere le cause del suo comportamento, acquisire la consapevolezza delle dinamiche relazionali e con il suo percorso di crescita personale arrivare a rapporti più adulti e maturi.
Cordiali saluti
Salve, quella che descrive sembra una modalità di relazionarsi condizionata da una forte insicurezza nel legame che costruisce con l'altro. La dipendenza affettiva in parte è caratterizzata da tale elemento, ma è difficile valutare senza colloqui approfonditi. Un percorso di consapevolezza come una psicoterapia potrebbe aiutarla nel comprendere meglio questi modelli relazionali. In bocca al lupo
Buongiorno, sicuramente va compresa la motivazione che spinge a mettere in campo certe modalità d'azione. A proposito di dipendenze affettive si sostiene che, a volte e in determinate situazioni, le modalità di rapporto adulte ripropongano la relazione che si è a suo tempo instaurata tra il bambino/a e chi si occupa di lui/lei. L'esito di un rapporto di attaccamento infantile poco funzionale, quindi, si sostiene possa perpetuarsi e portare a sviluppare una strategia di relazione adulta che si può definire "morbosa". Il disagio, una volta riconosciuto (ed è il suo caso), va affrontato con consapevolezza, delicatezza ed elasticità.
Le consiglio di approfondire la tematica con un/una professionista.
Dott.ssa Isabella Vecchi
Le consiglio di approfondire la tematica con un/una professionista.
Dott.ssa Isabella Vecchi
Salve! Ho letto con attenzione quello che scrive e capisco i motivi che la spingono a chiedersi se effettivamente il suo comportamento possa ascriversi alle dipendenze affettive. Evidentemente non si può fare una diagnosi di questo genere da poche righe scritte ma le voglio comunque dire che poter riflettere sulla propria libertà relazionale, poter osservare, capire ed integrare i nostri comportamenti ( specie quelli che ci mettono a disagio) e far emergere- un po' alla volta- le nostre migliori risorse interiori è decisamente la risposta più efficace che le consiglio. Cordialmente
L'indipendenza affettiva non esiste. Tutti abbiamo bisogno di relazioni. Non sempre il nostro modo di costruirle e nutrirle è però efficace, anzi, di fatto può rivelarsi ripetutamente controproducente . Non basta rendersene conto a posteriori, benché sia il primo indispensabile passo, occorre riconoscere in tempo reale il momento in cui stiamo per entrare nel seducente copione che prelude al fallimento e al dolore , avere la forza di fermare l'automatismo , sostenere la creatività e la fiducia per trovare, scegliere e percorrere un'altra strada.
Il recupero della libertà di scelta non è quasi mai semplice, anche qui abbiamo bisogno di relazioni autentiche , di un aiuto concreto nel trovare e mantenere la nuova strada .
Il recupero della libertà di scelta non è quasi mai semplice, anche qui abbiamo bisogno di relazioni autentiche , di un aiuto concreto nel trovare e mantenere la nuova strada .
Gentile utente,
al di là di quello che lei potrebbe essere sarebbe utile focalizzarsi su quello che lei crede di essere così da conoscere tutte quelle credenze che sono alla base dei suoi comportamenti reiterati che le procurano malessere.
I rapporti di amicizia, così come quelli sentimentali o familiari, sono dei legami in cui mettiamo in campo non solo l'idea che abbiamo di noi stessi (e di conseguenza come gli altri ci percepiscono e come ci aspettiamo di essere considerati) ma anche tutte quelle dinamiche inter-relazionali che abbiamo vissuto e conosciuto fino ad oggi.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla a tirar fuori le sue risorse e diventare la versione migliore di se stessa!
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento,
Dott.ssa Silvia Lancia.
al di là di quello che lei potrebbe essere sarebbe utile focalizzarsi su quello che lei crede di essere così da conoscere tutte quelle credenze che sono alla base dei suoi comportamenti reiterati che le procurano malessere.
I rapporti di amicizia, così come quelli sentimentali o familiari, sono dei legami in cui mettiamo in campo non solo l'idea che abbiamo di noi stessi (e di conseguenza come gli altri ci percepiscono e come ci aspettiamo di essere considerati) ma anche tutte quelle dinamiche inter-relazionali che abbiamo vissuto e conosciuto fino ad oggi.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla a tirar fuori le sue risorse e diventare la versione migliore di se stessa!
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento,
Dott.ssa Silvia Lancia.
Buongiorno, si sì è già data un po’ la risposta, la sua richiesta di affetto all’altro diviene soffocante, per prima cosa ha bisogno di investire nella propria vita per raggiungere una sua autonomia affettiva per poi poter stare in un rapporto in cui si rispettino spazi e bisogni. Ma non è automatico riuscirci, mi farei aiutare. Grazie S.Nuti
Buongiorno! Sarebbe difficile e controproducente ipotizzare una diagnosi senza aver approfondito la sua situazione. La sua modalità di relazione con gli altri si è sviluppata e si esprime all'interno di una storia individuale e familiare, di un insieme di significati, di particolari contesti emotivi in cui svolge una funzione. All'interno di una relazione terapeutica potrà indagare tutti questi aspetti, imparare ad ascoltarsi e a ricostruire le sue capacità relazionali. Un caro saluto, Dott.ssa Berta
Buongiorno, sembra proprio che la dinamica relazionale si ripeta sempre. Pertanto ritengo possa esserle utile indagare, attraverso un percorso psicoterapeutico, sull’origine di tale modalità relazionale ; al fine di permetterle di fare chiarezza e attribuire il giusto significato a ciò che le accada dentro. Tale consapevolezza le permetterà, con il tempo , di porre fine a tale dinamica disfunzionale .
La saluto cordialmente. Barbara da Torino e Legnano
La saluto cordialmente. Barbara da Torino e Legnano
Buongiorno, potrebbe approfondire meglio queste sue dinamiche richiedendo una consulenza psicologica.
Ottime cose, Dottor Andrea De Simone
Ottime cose, Dottor Andrea De Simone
Buongiorno. Da quello che lei riporta emerge un grande malessere che sembra ripresentarsi, in modo quasi automatico, nei contesti relazionali. Le consiglio sicuramente di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla ad indagare tali meccanismi in relazione alla sua storia per potersene poi svincolare. Questo è fondamentale per comprendere le sue insicurezze e riscoprire il suo valore. A presto.
Ciao, capisco la tua sofferenza. La tua modalità di richiedere affetto forse é dovuta a una modalità che da piccola hai scoperto essere efficace per guadagnare l'amore dei tuoi genitori, o magari da un vuoto affettivo che cerchi di colmare. Ovviamente ora mi é difficile riuscire a risponderti in maniera esaustiva. Sicuramente esiste un modo per migliorare le tue capacità relazionali e renderle più funzionali a quello di cui hai bisogno, e questo é possibile tramite un percorso psicologico che possa aiutarti non solo a comprendere le radici del tuo comportamento ma anche a sviluppare nuove tecniche relazionali.
Ti auguro il meglio
Ti auguro il meglio
Salve.. Mi piacerebbe molto darle dei "suggerimenti". Dovrei conoscerla meglio e sapere qualcosa in più su di lei. Il fatto che lei definisca "morboso" il suo modo di legarsi emotivamente è uno spunto interessante. Dovrebbe intraprendere un percorso psicologico. Avrebbe strumenti per capire e cambiare. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Buongiorno. Sicuramente la sua modalità di relazionarsi con gli altri va approfondita perché sicuramente è dovuta a qualche situazione che l’ha segnalata. Suggerisco di capire le cause cmdi questi atteggiamenti con un colloquio terapeutico. Chiara Tomassoni
Buongiorno,si potrebbe ipotizzare che la modalità che lei usa è una modalità che sicuramente lei ha usato in passato, per poter essere accolta e amata. Tutto questo potrebbe essere del materiale molto utile in un colloquio psicologico. Le consiglio un percorso psicoterapeutico che le sarà sicuramente utile per imparare a gestire meglio le situazioni e vivere in modo migliore le amicizie. Cordiali saluti
Buonasera, ipotizzare una diagnosi in base a un solo “sintomo” Può essere un pochino riduttivo. Potrebbe fare un colloquio di consultazione con uno psicoterapeuta che possa inquadrare quanto racconta nella cornice della sua vita, per poterne definire meglio finalità e bisogni. Non sempre alla base dei nostri comportamenti ci sono delle dipendenze, a volte può trattarsi di altre fragilità che avrebbero diritto di trovare voce. Un cordiale saluto Dott.ssa Elisa Galantini
Buongiorno, interessante la narrazione che fa di questi aspetti della sua vita. Sarebbe comunque opportuno approfondire quanto la modalità di raccontarsi e di autodefinirsi le impedisca di cambiare quello che, a suo dire, è un modo di essere che vorrebbe affontare. Sicuramente l'aiuto di uno psicologo potrebbe agevolare questo percorso di cui ha già preso coscienza. Cordialmente S
Buongiorno,
ritengo possa essere precoce e avventato parlare di dipendenza affettiva. Trovo invece molto importante il suo livello di consapevolezza e la sua capacità di accorgersi delle dinamiche che mette in atto nella costruzione di nuovi rapporti; questo è sicuramente un ottimo punto di partenza che le consiglio di approfondire all'interno di un percorso psicologico. Rimango a disposizione, un caro saluto. Dott.ssa Andrea Carta
ritengo possa essere precoce e avventato parlare di dipendenza affettiva. Trovo invece molto importante il suo livello di consapevolezza e la sua capacità di accorgersi delle dinamiche che mette in atto nella costruzione di nuovi rapporti; questo è sicuramente un ottimo punto di partenza che le consiglio di approfondire all'interno di un percorso psicologico. Rimango a disposizione, un caro saluto. Dott.ssa Andrea Carta
Gent un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a trovare una risposta ai suoi quesiti. Acquisendo nuovi strumenti in termini di sicurezza di sé, maggiore autostima
e consapevolezza delle dinamiche profonde sarà più facile per lei utilizzare un modello relazionale più costruttivo.. Saluti
e consapevolezza delle dinamiche profonde sarà più facile per lei utilizzare un modello relazionale più costruttivo.. Saluti
I colleghi le hanno già dato preziose indicazioni.
Dalle sue parole si può ipotizzare che l'altro sia percepito più come una sorta di protesi interiore che nella sua alterità probabilmente al fine di cercare di riparare aree deficitarie del proprio Sé.
Esplorare le sue prime relazioni di attaccamento potrebbe esserle di grande aiuto per comprendere come gli irrisolti del passato interferiscono e contamino a suo sfavore, le relazioni nel presente. Dott. Bruno Ramondetti
Dalle sue parole si può ipotizzare che l'altro sia percepito più come una sorta di protesi interiore che nella sua alterità probabilmente al fine di cercare di riparare aree deficitarie del proprio Sé.
Esplorare le sue prime relazioni di attaccamento potrebbe esserle di grande aiuto per comprendere come gli irrisolti del passato interferiscono e contamino a suo sfavore, le relazioni nel presente. Dott. Bruno Ramondetti
Buongiorno. Il punto a mio avviso non è tanto sapere se si tratti o meno di un disturbo della dipendenza, ma di trovare una modalità relazionale che la faccia stare bene. Ognuno di noi ha delle proprie modalità che sono funzionali a soddisfare dei bisogni che non sempre ci sono chiari,magari perché inconsci o perché magari li leggiamo con la stessa chiave . Potrebbe essere interessante avere appunto più letture , magari approfondendo la sua storia personale e familiare. In questo senso le potrebbe essere d' aiuto un percorso di psicoterapia ad orientamento sistemico relazionale.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Gentile utente. Sono d'accordo con le risposte dei colleghi.
Penso che debba iniziare un percorso psicoterapeutico per capire in modo più approfondito la modalità di relazionarsi e i legami con le modalità di attaccamento. Questo tipo di analisi approfondita della relazione le può permettere di capire e correggere la modalità che mette in atto.
Cordialmente.
Dott. Emiliano Tavanxhiu
Penso che debba iniziare un percorso psicoterapeutico per capire in modo più approfondito la modalità di relazionarsi e i legami con le modalità di attaccamento. Questo tipo di analisi approfondita della relazione le può permettere di capire e correggere la modalità che mette in atto.
Cordialmente.
Dott. Emiliano Tavanxhiu
Buongiorno, lei si rimprovera di essere morbosa e infantile e di non saper costruire dei legami affettivi stabili. Come si è formata questa convinzione? Chi lo dice? Infatti è un rimprovero che ha valore solo se quello di cui si lamenta le procura disagio e le crea una situazione di sofferenza con se stessa. La domanda non è se lei è malata di dipendenza affettiva, la domanda è: "Cosa vuole lei? Vuole un legame stabile, un legame sentimentale forse?". E' una questione su cui pensare, magari in un colloquio psicologico dove potrebbe considerare a chi e come ha indirizzato fino ad oggi la sua domanda d'amore. Cordiali saluti PG
Gentile, le sue parole raccontano di uno sbilanciamento verso gli altri, dove l'attenzione sembra essere verso il bisogno della sua parte bambina di essere accettata dagli altri; potrebbe esserle utile lavorare sul prendersi cura di sé e delle proprie parti ferite e sul darsi valore, in modo che, avendo un miglior rapporto con sé e possibile migliorare i rapporti con gli altri.
Cordialmente
dr.a Angela Chiavassa
Cordialmente
dr.a Angela Chiavassa
Gentile utente e' utile lasciare da parte le auto diagnosi e con gentilezza imparare a conoscersi. Il proprio mondo affettivo e' alimentato e al tempo stesso minato da molteplici fattori. Solo un chiaro ascolto di sé, dei propri bisogni profondi apre le porte ad una maggiore armonia con sé stessi e di conseguenza con gli altri e lo spazio psicoterapico può essere uno strumento per facilitare questo ascolto. Con gentilezza, Dott.ssa Amalia Petrone
Buonasera, per poter rispondere alla sua domanda andrebbero compresi i pensieri e le aspettative che portano alla messa in atto di tali modalità relazionali ed analizzare anche come si possano migliorare le modalità di relazione con la ricerca strategie più funzionali sia relative alla comunicazione che all'approccio con l'altro e gestione della relazione.
Il modo migliore per poter realizzare tali obiettivi è sicuramente optare per l'inizio di un percorso con un professionista della salute mentale.
Le auguro il meglio, Dottoressa Ciacci Maria Noemi
Il modo migliore per poter realizzare tali obiettivi è sicuramente optare per l'inizio di un percorso con un professionista della salute mentale.
Le auguro il meglio, Dottoressa Ciacci Maria Noemi
Buonasera, non è semplice rispondere alla sua domanda poiché le dinamiche relazionali sono complesse per loro natura. Tuttavia si possono riscontrare dei “copioni” relazionali che tendono a ripetersi, come ad esempio un forte investimento iniziale e rotture improvvise ed inaspettate. Potrebbe aiutarla un percorso psicoterapeutico al fine di riconoscere tali schemi e comprendere quali sono le aspettative e le paure che le alimentano. Cordiali saluti.
Dottoressa Daniela Germano
Dottoressa Daniela Germano
Buonasera gentile utente, grazie per aver posto il suo quesito.
Le informazioni che ha scritto non sono sufficienti per poterla aiutare attraverso un tipo di riposta come questa, via messaggio. Ma si può intuire un suo bisogno di essere ascoltata e compresa in modo profondo e serio. Nel giusto luogo e con il giusto tempo.
Le consiglio di prendere in considerazione l'idea di iniziare un percorso di consapevolezza con un professionista che la possa accompagnare dentro il suo mondo interiore.
Rimango a disposizione.
Un grande saluto.
Dottoressa Monica Pesenti
Le informazioni che ha scritto non sono sufficienti per poterla aiutare attraverso un tipo di riposta come questa, via messaggio. Ma si può intuire un suo bisogno di essere ascoltata e compresa in modo profondo e serio. Nel giusto luogo e con il giusto tempo.
Le consiglio di prendere in considerazione l'idea di iniziare un percorso di consapevolezza con un professionista che la possa accompagnare dentro il suo mondo interiore.
Rimango a disposizione.
Un grande saluto.
Dottoressa Monica Pesenti
Buonasera, quella che descrive non necessariamente è dipendenza affettiva, ma una modalità relazionale che andrebbe approfondita attraverso un percorso che la accompagni alla scoperta della consapevolezza delle origini di questa sua modalità che non la fa stare bene.
Si prenda cura di sé se lo merita!
Un caro saluto.
Si prenda cura di sé se lo merita!
Un caro saluto.
Buonasera, le sue parole lasciano una scia di sofferenza e immagino che questo inquini la qualità della sua vita. Un percorso psicologico potrebbe renderla consapevole di come lei funziona nelle relazioni e quali cambiamenti vuole fare per avere relazioni più soddisfacenti per lei è per chi le sta vicino.
Cordialità Dott.ssa Valeria Borghi
Cordialità Dott.ssa Valeria Borghi
Gentile signora,
lei ipotizza una dipendenza affettiva disfunzionale. Non si è mai totalmente indipendenti, ma le suggerisco di valutare, in un percorso psicoterapico, le sue “ dipendenze sane”. Da lì potrà partire per affrontare quelle “ malate”.
Un caro saluto,
Rita Reggimenti
lei ipotizza una dipendenza affettiva disfunzionale. Non si è mai totalmente indipendenti, ma le suggerisco di valutare, in un percorso psicoterapico, le sue “ dipendenze sane”. Da lì potrà partire per affrontare quelle “ malate”.
Un caro saluto,
Rita Reggimenti
Buongiorno, in letteratura si legge che la dipendenza affettiva, o love addiction, è caratterizzata da comportamenti di dipendenza all’interno di una relazione romantica (affettiva) in cui un partner ha bisogno dell’altro per mantenere il proprio equilibrio emotivo.
“Si tratta di una dipendenza POSITIVA quando la relazione si fonda su un amore reciproco, non patologico e appropriato; è invece una dipendenza NEGATIVA e pericolosa quando si fonda su un amore non corrisposto, patologico, inappropriato e/o, di fatto, respinto.” (Rosember e Curtiss Feder – 2014)
A mio avviso, un modo per affrontare il suo disagio è una consulenza con un/a professionista che si occupi delle problematiche da lei espresse, insieme riuscirete a capire il nucleo della sofferenza e come intervenire per arginare le conseguenze. Saluti.
“Si tratta di una dipendenza POSITIVA quando la relazione si fonda su un amore reciproco, non patologico e appropriato; è invece una dipendenza NEGATIVA e pericolosa quando si fonda su un amore non corrisposto, patologico, inappropriato e/o, di fatto, respinto.” (Rosember e Curtiss Feder – 2014)
A mio avviso, un modo per affrontare il suo disagio è una consulenza con un/a professionista che si occupi delle problematiche da lei espresse, insieme riuscirete a capire il nucleo della sofferenza e come intervenire per arginare le conseguenze. Saluti.
Buongiorno, può essere utile, per cominciare, porre a sé stessa una domanda: cosa significa voler bene? Le risposte possono essere varie. Però, certamente, voler bene non coincide con il voler possedere / controllare egoisticamente una persona. Ognuno di noi esprime a suo modo il voler bene... ma se le persone la tengono a distanza, forse il suo voler bene ha i modi dell'invadenza. Probabilmente la tengono a distanza perché sentono il bisogno di disegnare un confine che sia una protezione. Che sia un limite da non superare. In questa situazione, lei sta facendo la cosa giusta: si mette in discussione, con la necessaria attitudine introspettiva. E' un primo, importantissimo passo per cambiare... per potenziare l'autostima e l'autonomia psicologica. Anche con l'aiuto di un professionista. I migliori saluti.
Rosella Latella
Rosella Latella
Gentile Signora, il modo in cui vive le sue relazioni ora è sicuramente legato al modo in cui ha vissuto le sue prime relazioni importanti. La relazione che stabiliscono con noi i nostri genitori e gli adulti significativi della nostra vita, oltre alle prime esperienze di relazione con i pari, creano un modello che tende a ripetersi nel tempo, anche in età adulta . Per rompere il cerchio, se come nel suo caso la ripetizione porta all'instaurarsi di relazioni non soddisfacenti, le suggerisco di avviare un percorso di psicoterapia. Con l’aiuto di uno psicoterapeuta potrà diventare più consapevole del suo modo di porsi nell'interazione con le persone che le stanno intorno e potrà individuare e sperimentare nuove modalità relazionali più soddisfacenti per lei e più rispondenti ai suoi bisogni profondi. Cordialmente.MC Boria
Buon giorno, parlare di dipendenza affettiva così senza bene conoscere la situazione mi sembra fuori luogo e si rischia di darle un'etichetta. Sarebbe maggiormente consigliabile intraprendere accurato percorso di psicodiagnosi al fine di conoscerla meglio e poter capire sue risorse ed eventuali aree su cui impostare trattamento terapeutico. Cordialmente Gian Piero dott. Grandi
Gentile Signora,
è molto positivo il suo grado di consapevolezza rispetto alle sue dinamiche relazionali e, di certo, le sarà utile per intraprendere un percorso che le consenta di trasformale in modo più funzionale a vivere, finalmente, rapporti più sereni e maturi.
Nel frattempo le suggerisco di evitare di cercare etichette diagnostiche, come quella da lei indicata. Se, da un lato, poter "dare un nome" al proprio disagio, può essere di sollievo, dall'altro, il rischio di identificarsi con il "disturbo" ed alimentarlo ulteriormente è concreto.
Noi siamo persone, con la nostra storia ed il nostro vissuto emotivo, ed è da lì che dobbiamo partire.
Il modo in cui viviamo le nostre relazioni nel presente è legato al modo in cui abbiamo vissuto le prime relazioni importanti della nostra vita: con i nostri genitori, con altri adulti significativi, oltre alle prime esperienze di relazione con i pari. Le prime esperienze creano un modello che tende a ripetersi nel tempo, anche in età adulta, e che quando è disfunzionale è importante poter cambiare, possibilità che un percorso di psicoterapia offre.
Un caro saluto, Stefania Macchieraldo
è molto positivo il suo grado di consapevolezza rispetto alle sue dinamiche relazionali e, di certo, le sarà utile per intraprendere un percorso che le consenta di trasformale in modo più funzionale a vivere, finalmente, rapporti più sereni e maturi.
Nel frattempo le suggerisco di evitare di cercare etichette diagnostiche, come quella da lei indicata. Se, da un lato, poter "dare un nome" al proprio disagio, può essere di sollievo, dall'altro, il rischio di identificarsi con il "disturbo" ed alimentarlo ulteriormente è concreto.
Noi siamo persone, con la nostra storia ed il nostro vissuto emotivo, ed è da lì che dobbiamo partire.
Il modo in cui viviamo le nostre relazioni nel presente è legato al modo in cui abbiamo vissuto le prime relazioni importanti della nostra vita: con i nostri genitori, con altri adulti significativi, oltre alle prime esperienze di relazione con i pari. Le prime esperienze creano un modello che tende a ripetersi nel tempo, anche in età adulta, e che quando è disfunzionale è importante poter cambiare, possibilità che un percorso di psicoterapia offre.
Un caro saluto, Stefania Macchieraldo
Buonasera,
Difficile rispondere alla sua precisa domanda, nel suo "fare di tutto" per assicurarsi la vicinanza delle persone a cui vuole bene vede poi delusa l'aspettativa del contatto desiderato. Nella sua storia, nelle sue esperienze relazionali passate, potrà cogliere il filo che la conduce alla sua sofferenza. Non sempre da soli si riesce a ri-trovare questo contatto, non sarebbe una fragilità chiedere un supporto che la accompagni in questo "viaggio", ma un punto di forza.
La saluto con l'augurio di sentire in lei la spinta ad un nuovo inizio.
Difficile rispondere alla sua precisa domanda, nel suo "fare di tutto" per assicurarsi la vicinanza delle persone a cui vuole bene vede poi delusa l'aspettativa del contatto desiderato. Nella sua storia, nelle sue esperienze relazionali passate, potrà cogliere il filo che la conduce alla sua sofferenza. Non sempre da soli si riesce a ri-trovare questo contatto, non sarebbe una fragilità chiedere un supporto che la accompagni in questo "viaggio", ma un punto di forza.
La saluto con l'augurio di sentire in lei la spinta ad un nuovo inizio.
Buonasera, immagino quanto per Lei debba essere frustrante e doloroso tutto ciò. Sarebbe importante per Lei capire le ragioni per cui mette in atto determinate dinamiche relazionali: solo comprendendone la/e causa/e potrà lavorarci su e dar vita a relazioni differenti e che possano essere per Lei appaganti (e anche per chi ha di fronte). Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta ad indirizzo psicanalitico di modo da poter indagare abbastanza a fondo, comprendere e dare avvio al cambiamento da Lei desiderato.
Un grande in bocca al lupo!
Un grande in bocca al lupo!
Buona sera, da quello che scrive mi sembra di capire che questa situazione spiacevole, in cui si lega in un certo modo alle persone a cui vuole bene ottenendo di non sentirsi ricambiata, si ripete da qualche tempo.
Freud aveva ipotizzato nella ripetizione di situazioni spiacevoli in cui abbiamo una certa responsabilità, l'implicazione di fattori inconsci. Come le è già stato suggerito la questione che lei pone, al di là delle categorie diagnostiche, potrebbe essere un buon punto di partenza per incontrare uno psicologo.
In bocca al lupo!
Freud aveva ipotizzato nella ripetizione di situazioni spiacevoli in cui abbiamo una certa responsabilità, l'implicazione di fattori inconsci. Come le è già stato suggerito la questione che lei pone, al di là delle categorie diagnostiche, potrebbe essere un buon punto di partenza per incontrare uno psicologo.
In bocca al lupo!
Risponderle brevemente sarebbe riduttivo e irrispettoso. Il nostro modo di costruire le relazioni con l’altro è la sintesi di numerosi fattori, che vanno spesso scoperti attraverso la ricostruzione della storia di vita e riletti insieme ad un professionista.
Spesso si sente l’esigenza di attribuirai un etichetta, ma io mi sento di dirle che non è assolutamente importante dare un nome e un cognome a ciò che sente, quello che trovo fondamentale è che lei avverta un disagio e che abbia la necessità di chiedere un aiuto. Questo è sicuramente il primo passo per vivere meglio. Continui perciò in questa direzione
Spesso si sente l’esigenza di attribuirai un etichetta, ma io mi sento di dirle che non è assolutamente importante dare un nome e un cognome a ciò che sente, quello che trovo fondamentale è che lei avverta un disagio e che abbia la necessità di chiedere un aiuto. Questo è sicuramente il primo passo per vivere meglio. Continui perciò in questa direzione
Gentile signora, il fatto che faccia a mio e a sè stessa questa domanda credo significhi che prova un certo disagio e malessere rispetto ad una rete amicale povera e ad un riscontro di sue modalità che non la aiutano ma anzi sembrano allontanare le persone da lei. È difficile cambiare il proprio stile relazionale se si conosce solo quello e se è stato appreso nei contesti più significativi (infanzia e famiglia d'origine). Rendersi conto di strategie inefficaci è utile, ma un lavoro sulla lettura dei segnali di contesto, relazione e di sè e delle proprie emozioni potrà dare una svolta rispetto a questa storia di tentativi di relazioni poco appaganti.
Una psicoterapia potrà esserle d'aiuto.
Saluti.
Anna Mallocci
Una psicoterapia potrà esserle d'aiuto.
Saluti.
Anna Mallocci
Gentilissima, capisco il suo desiderio di capire perchè si boicotta nel tentativo di soddisfare il suo bisogno di vicinanza e di affetto, tuttavia per poter fare una diagnosi è necessario avere molte più informazioni, conoscere la sua storia, risalire a quando e da chi ha imparato questa modalità relazionale, l'utilità che questa ha avuto in passato e che utilità ha oggi. La invito a rivolgersi a un professionista che possa accompagnarla in questo percorso. Le auguro un buon lavoro
Gentilissima,
dal suo breve racconto non si può parlare di dipendenza affettiva, sarebbe prematuro, però emerge una difficoltà a costruirsi delle relazioni funzionali e nutrienti per lei, con tendenza a mettere in atto quelle modalità per garantirsi la vicinanza della persona che allo stesso tempo la lasciano delusa. Il modo con cui costruiamo le relazioni affondano le radici nella nostra infanzia, soprattutto nella relazione con le figure di accudimento. Credo che sarebbe utile portare in terapia questo tema e scavare sui suoi vissuti per capire come si è costruita questo tipo i pattern relazionale.
In bocca al lupo.
Dott.ssa Alessandra Contiero
dal suo breve racconto non si può parlare di dipendenza affettiva, sarebbe prematuro, però emerge una difficoltà a costruirsi delle relazioni funzionali e nutrienti per lei, con tendenza a mettere in atto quelle modalità per garantirsi la vicinanza della persona che allo stesso tempo la lasciano delusa. Il modo con cui costruiamo le relazioni affondano le radici nella nostra infanzia, soprattutto nella relazione con le figure di accudimento. Credo che sarebbe utile portare in terapia questo tema e scavare sui suoi vissuti per capire come si è costruita questo tipo i pattern relazionale.
In bocca al lupo.
Dott.ssa Alessandra Contiero
Buon giorno carissima. Colgo il suo profondo disagio che è riferito in particolare alle sue relazioni con gli altri. Per capire meglio le sue modalità relazionali occorre un approfondimento in un colloquio psicologico. Tramite la comprensione della sua storia e dei significati che lei attribuisce alle situazioni e ai suoi vissuti si possono identificare gli schemi disfunzionali da correggere. Un assessment psicologico viene effettuato non per intrappolare una persona in una diagnosi come la mosca nella ragnatela. Serve soprattutto per identificare gli schemi poco adattivi e fare il bilancio delle risorse da utilizzare per correggerli. Per un eventuale percorso psicoterapeutico con lo scopo di accrescere le sue abilità relazionali si potrebbe affidare ad uno specialista della sua zona.
Ricordi comunque che per avere amici bisogna essere amici.
Cordialmente. Dott.ssa Jarmila Chylova
Ricordi comunque che per avere amici bisogna essere amici.
Cordialmente. Dott.ssa Jarmila Chylova
Buonasera, lavoro da diversi anni con le dipendenze, in particolare quella di tipo affettivo, le rispondo dunque in base alle mie impressioni in merito alle dinamiche che descrive. lei descrive un ambito relazionale molto specifico : l'amicizia, termine che deriva dal greco φιλία, e si incontra nella filosofia greca dapprima come concetto fisico in Empedocle con il significato di forza cosmica che spinge in armonica unità gli elementi . Vede, dalla sua descrizione la sensazione percepita è quella che lei in qualche modo senta di doversi "guadagnare" questo tipo di affetto, non rispettando spontaneità che contraddistingue l'essenza del legame amicale. Sarebbe interessante per lei iniziare ad andare a fondo rispetto alle cause di ciò che le succede, ovvero perchè reputa di non poter meritare di ricevere un affetto spontaneo. Le suggerisco pertanto una terapia con approccio di tipo psicodinamico e
le faccio miei migliori auguri.
le faccio miei migliori auguri.
Buonasera, potrebbe anche trattarsi di paura di essere abbandonata, paura della solitudine. Sente di desiderare un legame simbiotico con le altre persone? Bisognerebbe lavorare in terapia sul suo modo di impostare le relazioni con le altre persone cordiali saluti
Gentile signora dalle sue poche parole traspare un certo disagio e, per fortuna, una buona dose di consapevolezza.
Lei conclude le sue poche righe domandandoci se il suo disagio è la conseguenza di una dipendenza affettiva. Non posso risponderle perché non conosco la sua storia ma ritengo di poterle dire che il suo modo di relazionarsi riguarda sicuramente "il suo modo soggettivo di domandare amore". Ognuno di noi si relazione agli altri in modo diverso perché siamo tutti spinti da una domanda insanabile di essere amate, riconosciute, apprezzate. Il "come" cara signora, dipende dalla nostra storia, dalle risposte che abbiamo posto agli altri e che in qualche modo sono state disattese, e da tanto altro ancora. Tutto ciò va ricercato all'interno di un percorso di psicoterapia.
Le auguro una buona vita. Dott.ssa Di Mauro Grazia Maria
Lei conclude le sue poche righe domandandoci se il suo disagio è la conseguenza di una dipendenza affettiva. Non posso risponderle perché non conosco la sua storia ma ritengo di poterle dire che il suo modo di relazionarsi riguarda sicuramente "il suo modo soggettivo di domandare amore". Ognuno di noi si relazione agli altri in modo diverso perché siamo tutti spinti da una domanda insanabile di essere amate, riconosciute, apprezzate. Il "come" cara signora, dipende dalla nostra storia, dalle risposte che abbiamo posto agli altri e che in qualche modo sono state disattese, e da tanto altro ancora. Tutto ciò va ricercato all'interno di un percorso di psicoterapia.
Le auguro una buona vita. Dott.ssa Di Mauro Grazia Maria
Gentile utente,
io credo che il bisogno che sente di capire cosa stia succedendo nelle sue relazioni amicali sia molto importante e meriti uno spazio adeguato di ascolto, in modo che possa aumentare anche la consapevolezza delle risorse che può mettere in gioco per avere relazioni amicali di un certo valore.
Una strada possibile per fare ciò è affidarsi ad un professionista con cui sente di trovarsi a proprio agio!
Un caro saluto,
Marcella
io credo che il bisogno che sente di capire cosa stia succedendo nelle sue relazioni amicali sia molto importante e meriti uno spazio adeguato di ascolto, in modo che possa aumentare anche la consapevolezza delle risorse che può mettere in gioco per avere relazioni amicali di un certo valore.
Una strada possibile per fare ciò è affidarsi ad un professionista con cui sente di trovarsi a proprio agio!
Un caro saluto,
Marcella
Gentile utente di Miodottore, ha fatto una buona osservazione sulla sua modalità di legarsi agli altri ed è lodevole la sua volontà di capire il perchè di questo comportamento, cercando di dargli un nome ("Potrebbe trattarsi di dipendenza affettiva?") Inoltre, da quanto scrive mi sembra di capire che per lei i legami affettivi sono importanti e ha un desiderio di cambiare questa sua modalità.
Sono tutti fattori che pongono le basi per un efficace lavoro su di sè! Il suo problema può diventare la sua risorsa, colga l'attimo ! Cordiali saluti, D.ssa Elisabetta Fazzari
Sono tutti fattori che pongono le basi per un efficace lavoro su di sè! Il suo problema può diventare la sua risorsa, colga l'attimo ! Cordiali saluti, D.ssa Elisabetta Fazzari
Gentile utente,
Le sue domande in merito alle problematiche di tipo relazione potrebbero esser approfondite all’ interno di un percorso di psicoterapia di natura sistemico relazionale. Potrebbe nel processo terapeutico analizzare a fondo le sue dinamiche interattive con il mondo esterno e cercare di produrre quel cambiamento di cui avrebbe bisogno al fine di poter costruire nel prossimo futuro delle relazioni più sane e maggiormente stabili. Adulte in pratica.
Prenda seriamente in considerazione tale possibilitá e vedrá che nel tempo le cose potranno solo andare meglio.
Nella speranza di aver orientato al meglio la sua domanda.
Un caro saluto
Dott. Diego Ferrara
Le sue domande in merito alle problematiche di tipo relazione potrebbero esser approfondite all’ interno di un percorso di psicoterapia di natura sistemico relazionale. Potrebbe nel processo terapeutico analizzare a fondo le sue dinamiche interattive con il mondo esterno e cercare di produrre quel cambiamento di cui avrebbe bisogno al fine di poter costruire nel prossimo futuro delle relazioni più sane e maggiormente stabili. Adulte in pratica.
Prenda seriamente in considerazione tale possibilitá e vedrá che nel tempo le cose potranno solo andare meglio.
Nella speranza di aver orientato al meglio la sua domanda.
Un caro saluto
Dott. Diego Ferrara
Salve. Da quanto scrive emerge una ferita legata alla perdita, al timore di essere abbandonati e non ricambiati..Paradossalmente, più cerchiamo di legare qualcuno a noi e più spesso si allontana
Credo possa giovarle un percorso di sostegno psicologico, per approfondire le dinamiche che non le permettono di costruire relazioni soddisfacenti e gratificanti
Personalmente eviterei etichette diagnostiche..Non si veda come una patologia da risolvere; ha semplicemente un aspetto su cui lavorare, per poter vivere più serenamente
Resto a disposizione e le porgo cordiali saluti
Dott.ssa Erika Benvenuti
Credo possa giovarle un percorso di sostegno psicologico, per approfondire le dinamiche che non le permettono di costruire relazioni soddisfacenti e gratificanti
Personalmente eviterei etichette diagnostiche..Non si veda come una patologia da risolvere; ha semplicemente un aspetto su cui lavorare, per poter vivere più serenamente
Resto a disposizione e le porgo cordiali saluti
Dott.ssa Erika Benvenuti
Salve, non parlarei di dipendenza affettiva, bensì di una modalità relazionale infantile appresa per avere amore. Quasi compiacente, un adattarsi all'altro. Poco funzionale a quanto pare, visto che non le permette di ottenere quanto desiderato e di cui sente il bisogno.
Cosa ne pensa, a 45 anni, di cambiare atteggiamento usando modalità più adulte che, probabilmente possono darle quanto vuole?
Degli incontri con un terapeuta possono essere utili.
Un carissimo saluto
Cosa ne pensa, a 45 anni, di cambiare atteggiamento usando modalità più adulte che, probabilmente possono darle quanto vuole?
Degli incontri con un terapeuta possono essere utili.
Un carissimo saluto
Salve, la modalità da lei descritta potrebbe avere origine da diverse cause scatenanti, le consiglio l'assistenza di un professionista che, con la giusta fiducia, potrà indicarle l'esatta origine.
MMM
MMM
salve,sicuramente queste dinamiche relazionali che la fanno soffrire vanno approfondite alla luce della sua storia personale e dei suoi modelli di attaccamento ,percorso che può essere fatto con uno psicoterapeuta per sciogliere quei nodi dolorosi e ripetitivi
Buonasera cara utente quello che posso dirle, viste le poche informazioni, è che le modalità relazionali che abbiamo appreso nella famiglia prima, nella scuola poi e nel nostro ambiente sociale in genere si ripresentano (in maniera e in quantità variabile) in tutte le nostre relazioni future.
Andrebbe, quindi posta attenzione inizialmente su questo aspetto per poi capire in che modo il suo passato relazionale si ripete (ad esempio riproponendolo totalmente o agendo per reazione) e in che misura.
Un’altra cosa che mi colpisce è il giudizio severo e totalmente negativo sul suo agire.
Finché non ci si lavora sopra, le sue esperienze passate determineranno fortemente il suo comportamento e se lei ha una storia passata di legami difficili è normale che saranno difficili anche le relazioni. Non è il suo un “modo sbagliato” e solo l’effetto di cause che dovranno essere rivisitate.
Un caro saluto.
Daniela Benvenuti
Andrebbe, quindi posta attenzione inizialmente su questo aspetto per poi capire in che modo il suo passato relazionale si ripete (ad esempio riproponendolo totalmente o agendo per reazione) e in che misura.
Un’altra cosa che mi colpisce è il giudizio severo e totalmente negativo sul suo agire.
Finché non ci si lavora sopra, le sue esperienze passate determineranno fortemente il suo comportamento e se lei ha una storia passata di legami difficili è normale che saranno difficili anche le relazioni. Non è il suo un “modo sbagliato” e solo l’effetto di cause che dovranno essere rivisitate.
Un caro saluto.
Daniela Benvenuti
Buongiorno, un percorso di psicoterapia potrebbe essere indicato per comprendere cosa inneschi questa dinamica e poter creare legami più equilibrati e soddisfacenti. Cordialmente, dott.ssa Giancarli
Buonasera, penso che chiedere aiuto sia il primo passo verso la guarigione. Le auguro di trovare un professionista col quale costruire un rapporto di fiducia che possa permetterle di esplorare e sciogliere i suoi nodi più importanti. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare e pesante da sopportare, che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento, così difficile per lei. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Buongiorno.
Traspare tanta frustrazione ma anche tanta autoconsapevolezza da quello che scrive. Direi poco importa l'etichetta della 'dipendenza affettiva', è più importante il disagio di fondo, ma soprattutto il punto di rottura a cui sembra essere arrivata: tutto questo non le sta più bene. Forse non le sta più bene essere 'scelta' (o non scelta), anziché scegliere lei liberamente con chi legarsi. Si lasci aiutare con un percorso terapeutico che le dia maggiori strumenti per affrontare le relazioni e il modo in cui lei stessa si percepisce al loro interno. La sua lucidità nel descriversi è indice del fatto che ha già fatto un buon pezzo di strada, ancora una spinta con un professionista e potrà accelerare il passo verso una maggiore libertà.
In bocca al lupo
Traspare tanta frustrazione ma anche tanta autoconsapevolezza da quello che scrive. Direi poco importa l'etichetta della 'dipendenza affettiva', è più importante il disagio di fondo, ma soprattutto il punto di rottura a cui sembra essere arrivata: tutto questo non le sta più bene. Forse non le sta più bene essere 'scelta' (o non scelta), anziché scegliere lei liberamente con chi legarsi. Si lasci aiutare con un percorso terapeutico che le dia maggiori strumenti per affrontare le relazioni e il modo in cui lei stessa si percepisce al loro interno. La sua lucidità nel descriversi è indice del fatto che ha già fatto un buon pezzo di strada, ancora una spinta con un professionista e potrà accelerare il passo verso una maggiore libertà.
In bocca al lupo
buongiorno
ogni modalità relazionale che mettiamo in atto è il risultato della nostra storia relazionale, delle figure che ci hanno accudito ed educato. diviene prezioso a fronte della sua difficoltà che riconosce in maniera cosi lucida e consapevole, ripercorrere le tappe fondamentali della sua storia relazionale per comprendere quale paura o quale episodio ha creato una resistenza all'apertura all'altro o una grande paura di perdita. a disposizione
dottoressa alessandra stella
ogni modalità relazionale che mettiamo in atto è il risultato della nostra storia relazionale, delle figure che ci hanno accudito ed educato. diviene prezioso a fronte della sua difficoltà che riconosce in maniera cosi lucida e consapevole, ripercorrere le tappe fondamentali della sua storia relazionale per comprendere quale paura o quale episodio ha creato una resistenza all'apertura all'altro o una grande paura di perdita. a disposizione
dottoressa alessandra stella
Gentile Utente,
credo che la dinamica relazionale che descrive non conduca necessariamente e inequivocabilmente alla diagnosi che propone! Le etichette diagnostiche sono facili da mettere ma più spesso sono da riporre nel cassetto.
Ognuno di noi propone le più disparate dinamiche relazionali, frutto del contesto e della nostra storia relazionale e personale.
Riflettere ed essere consapevoli sulle propria storia personale, dinamiche e comportamenti, può essere d'aiuto in questi casi.
credo che la dinamica relazionale che descrive non conduca necessariamente e inequivocabilmente alla diagnosi che propone! Le etichette diagnostiche sono facili da mettere ma più spesso sono da riporre nel cassetto.
Ognuno di noi propone le più disparate dinamiche relazionali, frutto del contesto e della nostra storia relazionale e personale.
Riflettere ed essere consapevoli sulle propria storia personale, dinamiche e comportamenti, può essere d'aiuto in questi casi.
Salve,
In questo contesto e con gli elementi a disposizione non è possibile ne assolutamente opportuno formulare alcun tipo di diagnosi. Sarebbe più proficuo per lei cogliere questa spinta vitale di aiuto rivolgendosi ad uno psicologo che possa aiutarla ad elaborare e approfondire il bisogno e il significato che sottendono queste dinamiche in relazione al Sè e alla propria storia personale così da risalire a ciò che all’origine ha favorito e, nel tempo, supportato l’innescarsi di questa dinamica.
Un saluto
Francesca Filardi
In questo contesto e con gli elementi a disposizione non è possibile ne assolutamente opportuno formulare alcun tipo di diagnosi. Sarebbe più proficuo per lei cogliere questa spinta vitale di aiuto rivolgendosi ad uno psicologo che possa aiutarla ad elaborare e approfondire il bisogno e il significato che sottendono queste dinamiche in relazione al Sè e alla propria storia personale così da risalire a ciò che all’origine ha favorito e, nel tempo, supportato l’innescarsi di questa dinamica.
Un saluto
Francesca Filardi
Buongiorno,
il suo modo di relazionarsi con gli altri è frutto della sua storia personale e indice delle relazioni con le figure di attaccamento avute in età infantile.
Sarebbe interessante andare a vedere come si è relazionata con i suoi genitori o le persone che si siano occupate di lei.
Mi sembra molto consapevole delle sue difficoltà, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per approfondire le tematiche che ha esposto. Augurandole una serena prosecuzione, saluti.
Dott.ssa Cristina Costanzi
il suo modo di relazionarsi con gli altri è frutto della sua storia personale e indice delle relazioni con le figure di attaccamento avute in età infantile.
Sarebbe interessante andare a vedere come si è relazionata con i suoi genitori o le persone che si siano occupate di lei.
Mi sembra molto consapevole delle sue difficoltà, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per approfondire le tematiche che ha esposto. Augurandole una serena prosecuzione, saluti.
Dott.ssa Cristina Costanzi
Buongiorno, da quello che dice sembra consapevole del meccanismo che mette in atto nelle relazioni affettive e dell'effetto disfunzionae che sortisce. Questa consapevolezza la può utilizzare per andare più a fondo e comprendere quando e come ha imparato questa modalità nel passato e a cosa le è servita. Spesso alcune modalità di comportamento apprese nel passato servono per affrontare alcune situazioni difficili, ma nel presente diventano delle coazioni a ripetere disfunzionali. Sarebbe utile per lei con l'aiuto di uno specialista comprendere più a fondo l'utilità che ha avuto nel passato questa sua modalità e iniziare a distinguere il passato dal presente per vedere le alternative che ha nel presente come adulta nel relazionarsi in modo più funzionale. Spero di esserle stata d'aiuto.
Un saluto
Dott.ssa Daniela Galati
Un saluto
Dott.ssa Daniela Galati
Salve,
sembra che ci siano aspetti di dipendenza affettiva nelle sue dinamiche relazionali, è utile però approfondire se queste modalità sono una cornice, piuttosto che il nucleo centrale del suo disagio. E' possibile lavorarci in un percorso di psicoterapia e all'interno di una relazione protetta e professionale.
Le auguro buone cose,
Dott.ssa Di Nardo
sembra che ci siano aspetti di dipendenza affettiva nelle sue dinamiche relazionali, è utile però approfondire se queste modalità sono una cornice, piuttosto che il nucleo centrale del suo disagio. E' possibile lavorarci in un percorso di psicoterapia e all'interno di una relazione protetta e professionale.
Le auguro buone cose,
Dott.ssa Di Nardo
Gentile utente, può comprendere meglio questo suo dubbio richiedendo una consulenza psicologica ed eventualmente iniziare un percorso.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
Gentile Utente,
Per comprendere bene la dinamica che lei riferisce c'è bisogno di ulteriori approfondimenti.
La modalità di entrare in relazione con l'altro si sviluppa all'interno di una propria storia individuale e familiare. All'interno di una relazione psicologiaca potrebbe comprendere quali sono le motivazioni che sottendono il suo comportamento e come eventualmente affrontarle.
Resto a disposizione
Dott.ssa Fabiana Schillirò
Per comprendere bene la dinamica che lei riferisce c'è bisogno di ulteriori approfondimenti.
La modalità di entrare in relazione con l'altro si sviluppa all'interno di una propria storia individuale e familiare. All'interno di una relazione psicologiaca potrebbe comprendere quali sono le motivazioni che sottendono il suo comportamento e come eventualmente affrontarle.
Resto a disposizione
Dott.ssa Fabiana Schillirò
Gentilissima buongiorno, grazie per la condivisione. Credo che parlare con un terapeuta potrebbe aiutarla a comprendere ed elaborare le motivazioni sottostanti il suo disagio e difficoltà relazionale che sembra riportare.
Resto a disposizione
AV
Resto a disposizione
AV
Buongiorno, è difficile fare una diagnosi con poche informazione. Se la fanno soffrire le relazioni potrebbe essere utile vedere insieme a qualcuno come si sono evolute nel tempo, per capire meglio quale potrebbe essere la problematica che l'affligge oggi.
Un caro saluto
Un caro saluto
Buongiorno cara utente, sicuramente questa modalità andrebbe approfondita. Le consiglio una consulenza psicologico. Un caro saluto. Dott.ssa Maria Giovanna Melella
Buongiorno, ciò che ha rilevanza non è tanto dare un nome al suo atteggiamento, quanto osservarlo all'interno di tutte le sue relazioni, osservare da dove proviene, perché le è servito fin'ora. È così che potrà trovare un suo nuovo modo di stare nelle relazioni
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Gentilissima utente , dalle sue parole si percepisce che c'è un grado di consapevolezza nell'accettare questa sua modalità di interazione con l'altro.
Può nascondere delle ferite che hanno origini lontane e che hanno scaturito in lei delle profonde insicurezze nell'instaurare dei legami sociali e affettivi.
Può rivolgersi ad un terapeuta che le sarà di supporto e aiuto in questa ricerca interiore.
Resto a disposizione qualora le servisse un incontro o semplici chiarimenti o domande che vorrà rivolgermi.
Un abbraccio forte.
Dr. Luca Russo
Può nascondere delle ferite che hanno origini lontane e che hanno scaturito in lei delle profonde insicurezze nell'instaurare dei legami sociali e affettivi.
Può rivolgersi ad un terapeuta che le sarà di supporto e aiuto in questa ricerca interiore.
Resto a disposizione qualora le servisse un incontro o semplici chiarimenti o domande che vorrà rivolgermi.
Un abbraccio forte.
Dr. Luca Russo
Sì, potrebbe trattarsi di dipendenza affettiva. La dipendenza affettiva è un problema che riguarda la difficoltà a stabilire relazioni interpersonali sane ed equilibrate. Si tratta di un modello di comportamento caratterizzato da una forte necessità di affetto e conferma, che spesso porta a relazioni di dipendenza emotiva, squilibrate e insoddisfacenti.
Per affrontare la dipendenza affettiva è importante rivolgersi a uno psicologo specializzato. In terapia, uno psicologo può aiutare a identificare le radici del problema e a comprendere le dinamiche relazionali disfunzionali che ne derivano. Con il supporto terapeutico si possono individuare e modificare i comportamenti che ostacolano la costruzione di relazioni sane ed equilibrate.
Inoltre, uno psicologo può aiutare a sviluppare le abilità necessarie per creare legami affettivi sani e gratificanti, e insegnare tecniche per gestire le emozioni, l'ansia e l'insicurezza che spesso accompagnano la dipendenza affettiva.
Se si ritiene di avere un problema di dipendenza affettiva, è importante non trascurare la propria salute mentale e cercare aiuto professionale. La terapia può essere un percorso di crescita personale e di miglioramento delle relazioni interpersonali, aiutando a raggiungere una maggiore autonomia emotiva e una maggiore soddisfazione nella vita. Se volesse approfondire resto a disposizione in chat privata
Per affrontare la dipendenza affettiva è importante rivolgersi a uno psicologo specializzato. In terapia, uno psicologo può aiutare a identificare le radici del problema e a comprendere le dinamiche relazionali disfunzionali che ne derivano. Con il supporto terapeutico si possono individuare e modificare i comportamenti che ostacolano la costruzione di relazioni sane ed equilibrate.
Inoltre, uno psicologo può aiutare a sviluppare le abilità necessarie per creare legami affettivi sani e gratificanti, e insegnare tecniche per gestire le emozioni, l'ansia e l'insicurezza che spesso accompagnano la dipendenza affettiva.
Se si ritiene di avere un problema di dipendenza affettiva, è importante non trascurare la propria salute mentale e cercare aiuto professionale. La terapia può essere un percorso di crescita personale e di miglioramento delle relazioni interpersonali, aiutando a raggiungere una maggiore autonomia emotiva e una maggiore soddisfazione nella vita. Se volesse approfondire resto a disposizione in chat privata
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Salve, comprendo la sua preoccupazione riguardo alla difficoltà nel costruire relazioni di amicizia sane. Sulla base di ciò che ha descritto, potrebbe essere possibile considerare la presenza di una dipendenza affettiva. La dipendenza affettiva può manifestarsi attraverso comportamenti di attaccamento insicuro, la ricerca costante di conferme affettive e una paura costante di essere abbandonati o respinti.
Per affrontare questa situazione, potrebbe essere utile cercare l'aiuto di uno psicologo clinico o di un terapeuta specializzato nel trattamento della dipendenza affettiva. Un professionista esperto può aiutarla ad esplorare le origini e le dinamiche di questo schema di attaccamento insicuro, nonché a sviluppare strategie per costruire relazioni più sane e soddisfacenti.
Durante il percorso terapeutico, potrebbe essere importante comprendere le proprie aspettative irrealistiche riguardo alle relazioni e lavorare sulla costruzione di un'autostima solida e di una sana autodependenza. L'obiettivo sarà quello di sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e bisogni, imparando a stabilire confini sani, a gestire l'ansia da abbandono e a sviluppare un senso di identità indipendente dalla relazione con gli altri.
Ricordi che il percorso terapeutico richiede tempo e impegno personale, ma può offrire un supporto prezioso per affrontare e superare la dipendenza affettiva. Non esiti a cercare l'aiuto di un professionista che possa guidarla attraverso questo processo di cambiamento e crescita personale.
Si ricordi anche che ogni persona è unica e che le risposte fornite qui sono solo di natura generale. Un professionista in grado di valutare direttamente la sua situazione sarà in grado di fornire una consulenza più specifica e personalizzata.
Per affrontare questa situazione, potrebbe essere utile cercare l'aiuto di uno psicologo clinico o di un terapeuta specializzato nel trattamento della dipendenza affettiva. Un professionista esperto può aiutarla ad esplorare le origini e le dinamiche di questo schema di attaccamento insicuro, nonché a sviluppare strategie per costruire relazioni più sane e soddisfacenti.
Durante il percorso terapeutico, potrebbe essere importante comprendere le proprie aspettative irrealistiche riguardo alle relazioni e lavorare sulla costruzione di un'autostima solida e di una sana autodependenza. L'obiettivo sarà quello di sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e bisogni, imparando a stabilire confini sani, a gestire l'ansia da abbandono e a sviluppare un senso di identità indipendente dalla relazione con gli altri.
Ricordi che il percorso terapeutico richiede tempo e impegno personale, ma può offrire un supporto prezioso per affrontare e superare la dipendenza affettiva. Non esiti a cercare l'aiuto di un professionista che possa guidarla attraverso questo processo di cambiamento e crescita personale.
Si ricordi anche che ogni persona è unica e che le risposte fornite qui sono solo di natura generale. Un professionista in grado di valutare direttamente la sua situazione sarà in grado di fornire una consulenza più specifica e personalizzata.
Gentile utente, capisco che la situazione non sia facile per lei. La consapevolezza che ha preso circa il suo stile relazionale è un fattore molto positivo. Sono sicura che all'interno di un setting psicologico troverà modo di analizzarlo, lavorando sui suoi vissuti emotivi. Le auguro di stare meglio quanto prima. Buona giornata
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Credo che un percorso con uno specialista possa aiutarla ad approfondire la sua situazione e quindi chiarire tutti i suoi dubbi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Federica Belluccio
Credo che un percorso con uno specialista possa aiutarla ad approfondire la sua situazione e quindi chiarire tutti i suoi dubbi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Federica Belluccio
Sì, potrebbe essere una forma di dipendenza affettiva, anche se una piena comprensione sarà fatta solo all'interno di un setting specialistico, con uno psicoterapeuta. Ma le dico anche che lì per lì, potrebbe non essere così fondamentale per lei dare un nome al proprio modo di essere, cercare diagnosi ... quanto piuttosto capire perchè lei abbia così bisogno di continue dimostrazioni di affetto e vicinanza, perchè si senta così insicura da vivere come molto minacciose anche brevi separazioni (ordinarie, in ogni relazione di amicizia, sentimentale, parentale ecc). Un caro saluto
Buongiorno, è una dinamica di comportamento possibile. In un ventaglio abbastanza infinito di possibilità. L'ha vista, e una volta vista la potrebbe portare a scoprire nuove cose di sé. Al di là dei termini, delle diagnosi; questo sua modalità di essere in relazione potrebbe avere un nome tutto suo. Un abbraccio
Buongiorno, porsi certe domande è già il primo passo per poter superare le situazioni, si può cercare di superare attraverso una psicoterapia.
Gentile utente, quello che porta è già una grande consapevolezza circa il suo modo di relazionarsi con l'altro.
Prima di considerarla una dipendenza affettiva andrebbe maggiormente indagata la sua modalità relazionale in un percorso di sostegno psicologico che la possa far meglio comprendere il suo funzionamento anche rispetto a relazione attuali e passate.
Rimango a disposizione anche online.
Cordialmente.
Dott.ssa Manuela Mignani
Prima di considerarla una dipendenza affettiva andrebbe maggiormente indagata la sua modalità relazionale in un percorso di sostegno psicologico che la possa far meglio comprendere il suo funzionamento anche rispetto a relazione attuali e passate.
Rimango a disposizione anche online.
Cordialmente.
Dott.ssa Manuela Mignani
Buongiorno, sicuramente manifesta una modalità disfunzionale di stringere relazioni che le provoca disagio. Sarebbe quindi opportuno intraprendere un percorso psicoterapico.
A disposizone
A disposizone
Buonasera, mi dispiace per le difficoltà che riferisce di avere. Tuttavia, averne consapevolezza e chiedersi come poter migliorare la propria condizione è già un ottimo punto di partenza per poter stare meglio.
Per comprendere come superare queste problematicità legate ai rapporti di amicizia sarebbe importante indagare cosa ha dato origine a queste difficoltà. È utile, in questo senso, un percorso di sostegno psicologico.
Resto a disposizione, un caro saluto!
Dott.ssa Eleonora M. Colella
Per comprendere come superare queste problematicità legate ai rapporti di amicizia sarebbe importante indagare cosa ha dato origine a queste difficoltà. È utile, in questo senso, un percorso di sostegno psicologico.
Resto a disposizione, un caro saluto!
Dott.ssa Eleonora M. Colella
Buongiorno,
è evidente che andrebbero analizzate in via preliminare le motivazioni che la inducono a mettere in atto certe modalità comportamentali.
Da come la descrive, sembrerebbero modalità relazionali caratterizzate da una forte insicurezza nei legami che instaura con gli altri. La dipendenza affettiva è sicuramente caratterizzata anche da tale aspetto, ma è difficile valutare il tutto senza un colloquio approfondito. E' pertanto consigliabile un percorso di consapevolezza emotiva da intraprendere magari con un supporto psicoterapeutico.
In bocca al lupo!
è evidente che andrebbero analizzate in via preliminare le motivazioni che la inducono a mettere in atto certe modalità comportamentali.
Da come la descrive, sembrerebbero modalità relazionali caratterizzate da una forte insicurezza nei legami che instaura con gli altri. La dipendenza affettiva è sicuramente caratterizzata anche da tale aspetto, ma è difficile valutare il tutto senza un colloquio approfondito. E' pertanto consigliabile un percorso di consapevolezza emotiva da intraprendere magari con un supporto psicoterapeutico.
In bocca al lupo!
Buongiorno,
comprendo la necessità di avere subito una risposta rispetto alle tue modalità relazioni ma credo che non ti servirebbe a molto essere etichettata in un tipo di disturbo/difficoltà/dipendenza ecc... ti consiglio di rivolgerti ad uno psicologo/psicoterapeuta per iniziare un percorso che possa aiutarti a comprendere meglio le tue modalità relazionali e a migliorare. In bocca al lupo!
comprendo la necessità di avere subito una risposta rispetto alle tue modalità relazioni ma credo che non ti servirebbe a molto essere etichettata in un tipo di disturbo/difficoltà/dipendenza ecc... ti consiglio di rivolgerti ad uno psicologo/psicoterapeuta per iniziare un percorso che possa aiutarti a comprendere meglio le tue modalità relazionali e a migliorare. In bocca al lupo!
Buonasera, porsi le domande che lei ha descritto è il primo passo per la presa in carico di sè stessa. Nel momento in cui sentiamo che così come stiamo "funzionando" non và nella direzione dei nostri bisogni più intimi, probabilmente siamo arrivati al punto di voler cambiare. Le suggerisco di avviare un percorso psicologico con un bravo professionista per esplorare le dinamiche che riguardano il suo funzionamento e portare maggiore consapevolezza al proprio Sè.
Saluti,
Saluti,
Gentile utente, sicuramente la sua modalità relazionale va approfondita con uno specialista.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a capire le cause della sua modalità relazionale, per riuscire a superare le sue insicurezze e riscoprire il suo valore.
Resto a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Rosa
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a capire le cause della sua modalità relazionale, per riuscire a superare le sue insicurezze e riscoprire il suo valore.
Resto a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Rosa
Gentilissima, intanto il fatto che lei si interroghi sul suo pezzo nelle relazioni, è già un gran primo passo. Immagino la sua paura di perdere l'altro, soprattutto quando la relazione diventa sempre più forte. E' importante che lei lavori su questi aspetti di sé (desiderio/bisogno di essere amata, paura di perdere l'altro, bisogno di conferme ecc) in modo tale da prenderli in mano e non lasciare che compromettano la relazione. Sicuramente è molto faticoso imparare ad accogliere le proprie paure e fragilità ma è l' unico modo per avere relazioni solide e autentiche. Un caro augurio, Laura Mandelli
Salve Da quello che descrive sembra evidente che lei imposta relazioni morbose con attaccamento simbiotico e con connotazione infantile, è abbastanza comprensibile che le persone sentendosi oppresse sentano il bisogno di mettere una distanza, con un percorso di tipo analitico può comprendere le cause del suo comportamento, acquisire la consapevolezza delle dinamiche relazionali e con il suo percorso di crescita personale arrivare a rapporti più adulti e maturi. Cordiali saluti
Buongiorno Gentile Utente,
La situazione che descrive suggerisce una possibile dipendenza affettiva. Un percorso terapeutico con un professionista esperto può aiutarla a esplorare le cause del suo comportamento e a sviluppare strategie per costruire relazioni più sane. Parallelamente, lavorare sull'autostima e imparare a stabilire confini appropriati nelle relazioni può essere molto benefico.
Rimango a sua disposizione
Maria Grazia D'Argenio
La situazione che descrive suggerisce una possibile dipendenza affettiva. Un percorso terapeutico con un professionista esperto può aiutarla a esplorare le cause del suo comportamento e a sviluppare strategie per costruire relazioni più sane. Parallelamente, lavorare sull'autostima e imparare a stabilire confini appropriati nelle relazioni può essere molto benefico.
Rimango a sua disposizione
Maria Grazia D'Argenio
Gentile utente, complimenti per la sua sincerità. Potrebbe essere dipendenza affettiva o altro. Per scoprirlo e quindi migliorare i suoi rapporti amicali e renderli più maturi ed appaganti, le consiglio di intraprendere un percorso di analisi personale.
Cordialmente.
dott.ssa Floriana Ricciardi
Cordialmente.
dott.ssa Floriana Ricciardi
Gentile Utente, non conoscendo la sua storia risulta difficile dare una risposta alla sua domanda. Le esperienze passate condizionano inevitabilmente le relazioni future, sento dalle sue parole paura della solitudine condizione che per molti risulta spiacevole non considerando che questa condizione può aiutare a conoscersi meglio. Impari a diventare amica di se stessa attraverso il dono della solitudine, inoltre le consiglio un percorso di psicoterapia dove sentirsi liberà di navigare nelle sue emozioni.
Saluti Dott.ssa Arcangela Guadagno
Saluti Dott.ssa Arcangela Guadagno
Gentile utente, il tipo di esperienze familiari possono influenzare lo sviluppo del bambino, e successivamente dell'adulto, in un senso o nell'altro. Questa tendenza a trattare gli altri nello stesso modo in cui noi stessi siamo stati trattati è profondamente radicata nella natura umana. Ad esempio se cresciamo in una famiglia complessa e problematica in cui è stata data scarsa importanza ai nostri bisogni, desideri, esigenze, nel corso dello sviluppo ci verrà "automatico" reprimere i nostri bisogni o aspetti importanti della nostra personalità. Se da un lato impariamo a trascurare i nostri bisogni emotivi, dall'altro impariamo a prestare un'eccessiva attenzione alle esigenze degli altri, ma a forza di adattarci ai bisogni altrui si finisce per non sapere più quali siano i nostri. Pur mantenere il contatto con alcune persone sacrifichiamo la nostra personalità, i nostri bisogni, nello sforzo di diventare e di essere " come l'altro ci vuole". Sottoponendoci a questo continuo sfozo di adattamento accumuliamo frustrazione, rabbia, ansia e stress e spesso gli altri hanno la sensazione di avere a che fare con una persona poco autentica. E' importante prendere consapevolezza delle nostre emozioni e dei nostri pensieri per poi piano piano imparare a tirarli fuori in maniera adeguata, utile ed autentica.
Un caro saluto.
Dott.ssa A. Mustatea.
Un caro saluto.
Dott.ssa A. Mustatea.
Salve, capisco la sua difficoltà e grazie per averla condivisa. Parlarne con uno psicologo può aiutarla a comprendere le cause e a sviluppare strategie per migliorare. Rafforzare l'autostima, imparare a stabilire confini sani e coltivare l'indipendenza emotiva sono passi importanti. Non esiti a cercare supporto professionale per costruire relazioni più sane e soddisfacenti. Chiedere aiuto è il gesto d'amore più bello che si possa fare per se stessi. Le auguro il meglio. Saluti.
Buongiorno,
ritengo necessario vederla dal vivo prima di poter stabilire con certezza che si tratta di una dipendenza affettiva. Sicuramente, si tratta di un problema relazionale che potrebbe ripercuotersi anche sul suo benessere psicofisico.
Un caro saluto, Dott. Daniele Morandin
ritengo necessario vederla dal vivo prima di poter stabilire con certezza che si tratta di una dipendenza affettiva. Sicuramente, si tratta di un problema relazionale che potrebbe ripercuotersi anche sul suo benessere psicofisico.
Un caro saluto, Dott. Daniele Morandin
Gentilissima utente, grazie per aver condiviso la tua esperienza. È importante riconoscere quanto possa essere difficile affrontare queste dinamiche relazionali, e la tua domanda tocca profondamente il tema della dipendenza affettiva e dei legami emotivi.
Da una prospettiva psicologica sistemico-relazionale, le relazioni non si sviluppano in un vuoto, ma sono influenzate da molteplici fattori, tra cui il contesto familiare, le esperienze passate e i modelli di attaccamento che abbiamo interiorizzato. La tua difficoltà nel costruire amicizie sane e il tuo attaccamento morbosamente forte agli altri potrebbero derivare da questi fattori.
1. Modelli di attaccamento: Potresti avere interiorizzato uno stile di attaccamento ambivalente, dove la paura dell'abbandono o della distanza emotiva porta a comportamenti eccessivi nel cercare di ottenere affetto. Questo atteggiamento, sebbene motivato da un desiderio sincero di connessione, può risultare in effetti controproducenti, allontanando le persone invece di avvicinarle.
2. Comunicazione e aspettative: Spesso, le relazioni si fondano su modalità di comunicazione che possono risultare inadeguate o eccessive. L'atteggiamento infantile che descrivi potrebbe essere interpretato come una richiesta di attenzione che non riesce a tradursi in una vera vicinanza. È possibile che tu abbia bisogno di esplorare modi più maturi e assertivi di comunicare i tuoi bisogni e desideri.
3. Riflessione sulle emozioni: È utile riflettere su cosa provi realmente nei confronti delle persone a cui ti leghi. Può essere d'aiuto tenere un diario emotivo, dove annoti i tuoi sentimenti e le tue reazioni in diverse situazioni sociali. Questo potrebbe aiutarti a capire meglio le tue necessità e a identificare schemi ricorrenti nel tuo comportamento.
4. Costruzione di relazioni sane: Inizia a lavorare sulla costruzione di relazioni più equilibrate, dove ci sia spazio per la reciprocità. Cerca amici che condividano interessi simili e che siano disposti a stabilire relazioni basate sul rispetto e sulla comunicazione aperta. Potresti anche considerare la possibilità di partecipare a gruppi di interesse o attività che ti permettano di incontrare nuove persone in contesti naturali e non forzati.
5. Supporto professionale: Considerare di intraprendere un percorso di terapia potrebbe essere un ottimo passo per esplorare più a fondo queste dinamiche. Un professionista può offrirti un ambiente sicuro in cui analizzare le tue esperienze, identificare i comportamenti disfunzionali e sviluppare nuove strategie relazionali.
Affrontare la dipendenza affettiva richiede tempo e pazienza, ma con il giusto sostegno e l'impegno personale, è possibile intraprendere un cammino verso relazioni più gratificanti e sane. Non sei solo in questo viaggio e molte persone si trovano a gestire sfide simili. Ti auguro il meglio nella tua ricerca di connessione e benessere relazionale. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
Da una prospettiva psicologica sistemico-relazionale, le relazioni non si sviluppano in un vuoto, ma sono influenzate da molteplici fattori, tra cui il contesto familiare, le esperienze passate e i modelli di attaccamento che abbiamo interiorizzato. La tua difficoltà nel costruire amicizie sane e il tuo attaccamento morbosamente forte agli altri potrebbero derivare da questi fattori.
1. Modelli di attaccamento: Potresti avere interiorizzato uno stile di attaccamento ambivalente, dove la paura dell'abbandono o della distanza emotiva porta a comportamenti eccessivi nel cercare di ottenere affetto. Questo atteggiamento, sebbene motivato da un desiderio sincero di connessione, può risultare in effetti controproducenti, allontanando le persone invece di avvicinarle.
2. Comunicazione e aspettative: Spesso, le relazioni si fondano su modalità di comunicazione che possono risultare inadeguate o eccessive. L'atteggiamento infantile che descrivi potrebbe essere interpretato come una richiesta di attenzione che non riesce a tradursi in una vera vicinanza. È possibile che tu abbia bisogno di esplorare modi più maturi e assertivi di comunicare i tuoi bisogni e desideri.
3. Riflessione sulle emozioni: È utile riflettere su cosa provi realmente nei confronti delle persone a cui ti leghi. Può essere d'aiuto tenere un diario emotivo, dove annoti i tuoi sentimenti e le tue reazioni in diverse situazioni sociali. Questo potrebbe aiutarti a capire meglio le tue necessità e a identificare schemi ricorrenti nel tuo comportamento.
4. Costruzione di relazioni sane: Inizia a lavorare sulla costruzione di relazioni più equilibrate, dove ci sia spazio per la reciprocità. Cerca amici che condividano interessi simili e che siano disposti a stabilire relazioni basate sul rispetto e sulla comunicazione aperta. Potresti anche considerare la possibilità di partecipare a gruppi di interesse o attività che ti permettano di incontrare nuove persone in contesti naturali e non forzati.
5. Supporto professionale: Considerare di intraprendere un percorso di terapia potrebbe essere un ottimo passo per esplorare più a fondo queste dinamiche. Un professionista può offrirti un ambiente sicuro in cui analizzare le tue esperienze, identificare i comportamenti disfunzionali e sviluppare nuove strategie relazionali.
Affrontare la dipendenza affettiva richiede tempo e pazienza, ma con il giusto sostegno e l'impegno personale, è possibile intraprendere un cammino verso relazioni più gratificanti e sane. Non sei solo in questo viaggio e molte persone si trovano a gestire sfide simili. Ti auguro il meglio nella tua ricerca di connessione e benessere relazionale. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
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Buongiorno, la sua capacità di introspezione e la sua consapevolezza le saranno molto utili all'interno di un percorso di psicoterapia. Spazio che potrà aiutarla a fare luce sulle origini delle modalità relazionali apprese, al fine di crearne di nuove e più funzionali rispetto al momento presente.
Le faccio i miei auguri.
Le faccio i miei auguri.
Ci sono tanti modi per affrontare quella che lei definisce dipendenza affettiva.
La psicoterapia è uno di questi.
Ha mai pensato di intraprendere un percorso?
La psicoterapia è uno di questi.
Ha mai pensato di intraprendere un percorso?
Salve , grazie per aver condiviso con tanta apertura il tuo vissuto. Da quello che descrivi, potrebbe effettivamente trattarsi di dipendenza affettiva, una condizione in cui il bisogno di approvazione e affetto diventa talmente intenso da influenzare negativamente le relazioni. È come se si cercasse costantemente conferme e attenzioni dall'altro, fino al punto in cui questo comportamento può allontanare le persone, piuttosto che avvicinarle.
La dipendenza affettiva spesso nasce da una difficoltà a sentirsi sicuri e completi da soli. Potresti sentire un forte bisogno di rassicurazione e affetto per sentirti apprezzata, il che ti porta a legarti alle persone in modo “morboso” e, talvolta, a mettere in atto comportamenti percepiti come troppo invasivi o disperati dall'altro.
Come affrontarla?
Prendere consapevolezza: Il fatto che tu abbia riconosciuto questo schema è già un passo enorme. La consapevolezza del problema è la base per poter lavorare su di esso.
Lavorare sull’autostima: Spesso la dipendenza affettiva è collegata a una bassa autostima. Investire in te stessa e imparare a riconoscere il tuo valore al di là del riconoscimento degli altri è cruciale. Potrebbe essere utile esplorare cosa ti fa sentire insicura e cosa ti spinge a cercare approvazione esterna.
Psicoterapia: Un percorso psicoterapeutico può essere estremamente utile per affrontare le radici di questa dipendenza. Un terapeuta ti può aiutare a riconoscere i meccanismi che ti portano a comportarti in questo modo e a sviluppare strategie più sane per relazionarti con gli altri.
Imparare a gestire il bisogno di approvazione: Saper distinguere tra il bisogno naturale di connessione e il desiderio eccessivo di affetto può aiutarti a sviluppare relazioni più equilibrate. Riconoscere quando stai cercando approvazione in modo eccessivo è un primo passo per cambiare le dinamiche.
Creare uno spazio per te stessa: Coltiva interessi e attività che ti facciano sentire appagata a prescindere dagli altri. Questo ti aiuterà a sviluppare una maggiore indipendenza emotiva e a costruire relazioni basate su scambi equilibrati, piuttosto che sulla dipendenza.
Inizia con piccoli passi: esplorare te stessa, lavorare sul tuo benessere interiore e imparare a distinguere tra l'affetto autentico e il bisogno di conferme può fare una grande differenza.
Buonasera, come hanno già detto i colleghi la sua introspezione e la sua consapevolezza le saranno molto utili all'interno di un percorso psicologico: potranno aiutarla a capire il perché delle modalità relazionali per costruire, successivamente, relazioni più sane e soddisfacenti. Le auguro il meglio
Salve, le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia al fine di ristabilire i termini di relazioni sociali fisiologiche e soddisfacenti.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, lei descrive con molta lucidità una modalità di relazionarsi caratterizzata da forte insicurezza nel legame con l'altro.
Le nostre relazioni sono sempre influenzate dalla nostra storia personale e dagli schemi appresi nell'infanzia nel rapporto con i nostri caregiver.
E' difficile valutare dagli elementi che descrive se si tratta di dipendenza affettiva o di altro disturbo dell'attaccamento.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista per iniziare un percorso di consapevolezza e supporto psicologico.
Rimango a sua disposizione per ogni chiarimento e per fissare un eventuale appuntamento.
Cordialmente.
Dott.ssa Paola Ferrazzi
Le nostre relazioni sono sempre influenzate dalla nostra storia personale e dagli schemi appresi nell'infanzia nel rapporto con i nostri caregiver.
E' difficile valutare dagli elementi che descrive se si tratta di dipendenza affettiva o di altro disturbo dell'attaccamento.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista per iniziare un percorso di consapevolezza e supporto psicologico.
Rimango a sua disposizione per ogni chiarimento e per fissare un eventuale appuntamento.
Cordialmente.
Dott.ssa Paola Ferrazzi
Buongiorno, la dipendenza affettiva si verifica quando il nostro umore, le nostre emozioni, il nostro valore anche, sono totalmente influenzate da umore, emozioni e comportamenti di un altro, dal quale abbiamo bisogno di affetto o approvazione o vicinanza.
Il pensiero dell'altra persona è sempre presente e spesso invasivo; al centro della nostra quotidianità c'è l'altro più che noi stessi.
Detto questo, la dipendenza affettiva può manifestarsi in varie forme e comportamenti: possiamo arrivare a non accorgerci che l'altro usa la nostra fragilità, non ci rispetta, manipola o ci svaluta continuamente; possiamo assumere come priorità l'obiettivo di ricevere approvazione e affetto e arrivare a ogni tipo di azione che consente questo.
Lavorare sulla dipendenza affettiva significa far tornare se stessi al centro della propria vita e a contatto con le emozioni che si provano e che l'altro ci fa provare. Significa porsi la domanda sul come mai è così vitale l'affetto o l'approvazione di un altro? Cosa dentro di noi fa nascere questo bisogno? (Solitamente si tratta di un'insicurezza molto profonda che ha un'origine e una causa da poter affrontare e lavorare). E soprattutto significa tornare ad avere la possibilità di coltivare relazioni autentiche, in cui si può essere se stessi senza il bisogno (insicurezza) di mettere l'altro al centro e di annullare se stessi per lui.
Le relazioni sane sono quelle in cui ognuno può essere autentico e non dover negoziare l'affetto dell'altro.
La ringrazio per la domanda perché ha permesso di affrontare una problematica sempre più presente nelle relazioni. Un percorso di psicoterapia che faccia leva sui punti descritti sopra e che promuova per primo una relazione autentica e sana è di certo il modo più sicuro ed efficace per risolvere la dipendenza affettiva ed altre forme di relazione problematica.
Il pensiero dell'altra persona è sempre presente e spesso invasivo; al centro della nostra quotidianità c'è l'altro più che noi stessi.
Detto questo, la dipendenza affettiva può manifestarsi in varie forme e comportamenti: possiamo arrivare a non accorgerci che l'altro usa la nostra fragilità, non ci rispetta, manipola o ci svaluta continuamente; possiamo assumere come priorità l'obiettivo di ricevere approvazione e affetto e arrivare a ogni tipo di azione che consente questo.
Lavorare sulla dipendenza affettiva significa far tornare se stessi al centro della propria vita e a contatto con le emozioni che si provano e che l'altro ci fa provare. Significa porsi la domanda sul come mai è così vitale l'affetto o l'approvazione di un altro? Cosa dentro di noi fa nascere questo bisogno? (Solitamente si tratta di un'insicurezza molto profonda che ha un'origine e una causa da poter affrontare e lavorare). E soprattutto significa tornare ad avere la possibilità di coltivare relazioni autentiche, in cui si può essere se stessi senza il bisogno (insicurezza) di mettere l'altro al centro e di annullare se stessi per lui.
Le relazioni sane sono quelle in cui ognuno può essere autentico e non dover negoziare l'affetto dell'altro.
La ringrazio per la domanda perché ha permesso di affrontare una problematica sempre più presente nelle relazioni. Un percorso di psicoterapia che faccia leva sui punti descritti sopra e che promuova per primo una relazione autentica e sana è di certo il modo più sicuro ed efficace per risolvere la dipendenza affettiva ed altre forme di relazione problematica.
Gentile utente, innanzitutto grazie per aver scelto di condividere questo suo disagio. Probabilmente ciò che è meglio per lei attualmente è cercare di analizzare le sue modalità relazionali e capire cosa genera in lei questa necessità di "accattivarsi il loro affetto". Sono certa che con un lavoro su se stessa, imparando a guardare ciò che le accade in modo diverso, ridandogli un significato, potrebbe avere le risposte che cerca. In ogni caso, resto a sua disposizione per qualsiasi dubbio e/o chiarimento. Dott.ssa Daniela Ammendola
Salve, grazie per aver condiviso questa sua difficoltà. Da quello che racconta, sembra che lei riconosca alcuni comportamenti che la portano a legarsi in modo molto intenso alle persone a cui tiene, desiderando reciprocità e accettazione. Questo potrebbe effettivamente rientrare nella sfera della "dipendenza affettiva," una situazione in cui il bisogno di affetto e approvazione tende a diventare una priorità, al punto da creare disagio o malessere.
Affrontare una dinamica di dipendenza affettiva può richiedere tempo e il supporto di un percorso terapeutico. In terapia, potrebbe esplorare le sue esperienze passate e comprendere meglio come queste abbiano influenzato il suo modo di relazionarsi. Potrebbe lavorare anche sulla costruzione dell’autostima e su come trovare un equilibrio, imparando a nutrire il proprio benessere e a costruire legami in modo più libero e reciproco. Questo percorso potrebbe aiutarla a sviluppare legami più sereni e a sentirsi apprezzata per ciò che è, senza la sensazione di dover "accattivarsi" l'affetto altrui.
Se sente il bisogno o la voglia di parlare ulteriormente di questo aspetto o iniziare un percorso, sono a sua disposizione e sarò felice di poterla aiutare.
Affrontare una dinamica di dipendenza affettiva può richiedere tempo e il supporto di un percorso terapeutico. In terapia, potrebbe esplorare le sue esperienze passate e comprendere meglio come queste abbiano influenzato il suo modo di relazionarsi. Potrebbe lavorare anche sulla costruzione dell’autostima e su come trovare un equilibrio, imparando a nutrire il proprio benessere e a costruire legami in modo più libero e reciproco. Questo percorso potrebbe aiutarla a sviluppare legami più sereni e a sentirsi apprezzata per ciò che è, senza la sensazione di dover "accattivarsi" l'affetto altrui.
Se sente il bisogno o la voglia di parlare ulteriormente di questo aspetto o iniziare un percorso, sono a sua disposizione e sarò felice di poterla aiutare.
Capisco quanto possa essere difficile sentirsi legati agli altri in modo così intenso e sperimentare la sensazione di non essere ricambiati nel modo che desidera. Questo schema relazionale può essere davvero doloroso e potrebbe avere radici profonde che vale la pena esplorare.
Potrebbe essere utile riflettere su cosa la spinge a cercare con tanta intensità l'affetto degli altri e su come questo influisca sulle sue relazioni. Un percorso con uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla a comprendere meglio queste dinamiche, esplorando le sue emozioni e bisogni più profondi. Un professionista potrebbe accompagnarla nel trovare un equilibrio più sano nei legami, aiutandola a sentirsi più sicura e apprezzata, sia da se stessa che dagli altri.
Se sente che è arrivato il momento di prendersi cura di sé e delle sue relazioni, rivolgersi a un terapeuta potrebbe essere un passo importante per costruire legami più soddisfacenti e sereni.
Potrebbe essere utile riflettere su cosa la spinge a cercare con tanta intensità l'affetto degli altri e su come questo influisca sulle sue relazioni. Un percorso con uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla a comprendere meglio queste dinamiche, esplorando le sue emozioni e bisogni più profondi. Un professionista potrebbe accompagnarla nel trovare un equilibrio più sano nei legami, aiutandola a sentirsi più sicura e apprezzata, sia da se stessa che dagli altri.
Se sente che è arrivato il momento di prendersi cura di sé e delle sue relazioni, rivolgersi a un terapeuta potrebbe essere un passo importante per costruire legami più soddisfacenti e sereni.
Buongiorno, talvolta è difficile trovare un modo che ci faccia stare bene con gli altri in modo spontaneo. Un primo passo è comprendere come "funzioniamo", i nostri valori e i nostri schemi che abbiamo appreso nella vita. Potrebbe essere un buon obiettivo da affrontare in terapia, per poi trovare strategie più funzionali per interagire con gli altri.
Buonasera,
Grazie per aver condiviso una parte così personale di ciò che sta vivendo. Le sue riflessioni sono profonde e mostrano una grande consapevolezza delle dinamiche che si ripetono nelle sue relazioni.
Il comportamento che descrive – legarsi morbosamente, cercare di ottenere affetto con modalità che poi la fanno sentire distante dagli altri – può essere effettivamente collegato a una forma di dipendenza affettiva. Questa tendenza spesso nasce da un profondo bisogno di sicurezza e riconoscimento, che può portare a cercare nell'altro una conferma del proprio valore. Quando questa dinamica non viene ricambiata come desiderato, può emergere un senso di frustrazione, solitudine e inadeguatezza.
Affrontare la dipendenza affettiva significa innanzitutto imparare a rivolgere a sé stessi una parte di quell'amore e di quell'attenzione che spesso cerchiamo negli altri. Ecco alcune riflessioni e strategie che potrebbero aiutarla:
Riconosca il proprio valore indipendentemente dagli altri.
L'affetto degli altri è importante, ma è essenziale costruire una base di autostima che non dipenda esclusivamente dal loro riconoscimento. Potrebbe essere utile riflettere su ciò che ama di sé stessa e coltivare queste qualità.
Lavori sulla capacità di gestire il senso di vuoto.
La dipendenza affettiva può essere associata alla paura della solitudine o al timore di non essere abbastanza. Trovare attività, passioni e momenti di introspezione che la facciano sentire piena e soddisfatta può aiutare a ridurre questa sensazione.
Rifletta sulle relazioni passate.
Si chieda quali bisogni ha cercato di soddisfare nelle amicizie e come queste dinamiche hanno influenzato il modo in cui si relaziona agli altri. Questo esercizio potrebbe aiutarla a individuare schemi ripetitivi e a prendere consapevolezza delle sue emozioni.
Lavori sulla reciprocità.
Una relazione sana si basa sull'equilibrio tra ciò che si dà e ciò che si riceve. Provi a rallentare e osservare come l'altro risponde ai suoi gesti di affetto, rispettando i tempi e i confini delle persone.
Valuti di cercare un supporto professionale.
Parlare con un professionista potrebbe aiutarla a esplorare più a fondo queste dinamiche, a comprendere l'origine di questa tendenza e a sviluppare strumenti per relazionarsi agli altri in modo più appagante e sereno.
Non c’è nulla di sbagliato nel desiderare amore e connessioni profonde. Il percorso che sta intraprendendo – riconoscere il problema e cercare modi per affrontarlo – è un segnale di grande forza e determinazione.
Un caro saluto,
S. L.
Grazie per aver condiviso una parte così personale di ciò che sta vivendo. Le sue riflessioni sono profonde e mostrano una grande consapevolezza delle dinamiche che si ripetono nelle sue relazioni.
Il comportamento che descrive – legarsi morbosamente, cercare di ottenere affetto con modalità che poi la fanno sentire distante dagli altri – può essere effettivamente collegato a una forma di dipendenza affettiva. Questa tendenza spesso nasce da un profondo bisogno di sicurezza e riconoscimento, che può portare a cercare nell'altro una conferma del proprio valore. Quando questa dinamica non viene ricambiata come desiderato, può emergere un senso di frustrazione, solitudine e inadeguatezza.
Affrontare la dipendenza affettiva significa innanzitutto imparare a rivolgere a sé stessi una parte di quell'amore e di quell'attenzione che spesso cerchiamo negli altri. Ecco alcune riflessioni e strategie che potrebbero aiutarla:
Riconosca il proprio valore indipendentemente dagli altri.
L'affetto degli altri è importante, ma è essenziale costruire una base di autostima che non dipenda esclusivamente dal loro riconoscimento. Potrebbe essere utile riflettere su ciò che ama di sé stessa e coltivare queste qualità.
Lavori sulla capacità di gestire il senso di vuoto.
La dipendenza affettiva può essere associata alla paura della solitudine o al timore di non essere abbastanza. Trovare attività, passioni e momenti di introspezione che la facciano sentire piena e soddisfatta può aiutare a ridurre questa sensazione.
Rifletta sulle relazioni passate.
Si chieda quali bisogni ha cercato di soddisfare nelle amicizie e come queste dinamiche hanno influenzato il modo in cui si relaziona agli altri. Questo esercizio potrebbe aiutarla a individuare schemi ripetitivi e a prendere consapevolezza delle sue emozioni.
Lavori sulla reciprocità.
Una relazione sana si basa sull'equilibrio tra ciò che si dà e ciò che si riceve. Provi a rallentare e osservare come l'altro risponde ai suoi gesti di affetto, rispettando i tempi e i confini delle persone.
Valuti di cercare un supporto professionale.
Parlare con un professionista potrebbe aiutarla a esplorare più a fondo queste dinamiche, a comprendere l'origine di questa tendenza e a sviluppare strumenti per relazionarsi agli altri in modo più appagante e sereno.
Non c’è nulla di sbagliato nel desiderare amore e connessioni profonde. Il percorso che sta intraprendendo – riconoscere il problema e cercare modi per affrontarlo – è un segnale di grande forza e determinazione.
Un caro saluto,
S. L.
Buonasera
Effettivamente si, quello che descrivi potrebbe essere legato a una dipendenza affettiva, dove la paura di essere rifiutata o non ricambiata può portarti a cercare affetto in modo eccessivo o insicuro. Questo tipo di dinamica può causare disagio e allontanamento dalle altre persone. Per affrontarla, un percorso con uno psicologo potrebbe aiutarti a lavorare sulla tua autostima, imparare a gestire le tue emozioni in modo più equilibrato e costruire relazioni più sane e soddisfacenti. La consapevolezza di queste dinamiche è il primo passo per migliorare il benessere nelle relazioni.
Effettivamente si, quello che descrivi potrebbe essere legato a una dipendenza affettiva, dove la paura di essere rifiutata o non ricambiata può portarti a cercare affetto in modo eccessivo o insicuro. Questo tipo di dinamica può causare disagio e allontanamento dalle altre persone. Per affrontarla, un percorso con uno psicologo potrebbe aiutarti a lavorare sulla tua autostima, imparare a gestire le tue emozioni in modo più equilibrato e costruire relazioni più sane e soddisfacenti. La consapevolezza di queste dinamiche è il primo passo per migliorare il benessere nelle relazioni.
Ciao, potrebbe, ma sarebbe significativo in tal senso indagare le dinamiche delle relazioni a te significative, per capire che significato ha per te tale tipo di attaccamento all'altro. Solo in questo modo può essere per te più chiaro, come se avessi una mappa, la modalità relazionale con cui arrivi all'altro, appunto.
Salve, quello che descrivi potrebbe essere legato a una forma di dipendenza affettiva, e comprendo quanto possa farti soffrire. Spesso nasce da un bisogno profondo di conferme e sicurezza, ma questo può portare a dinamiche che allontanano gli altri. Lavorare sull’autostima e imparare a valorizzarti indipendentemente dagli altri è un passo fondamentale. Con il giusto supporto, come un percorso terapeutico, è possibile costruire relazioni più equilibrate e serene. Non sei sola in questo, e migliorare è assolutamente possibile.
Gentilissima,
Non si metta all'interno di categorie, ma si chieda, invece, come mai si relaziona all'Altro in questa modalità.
Le categorie, talvolta, possono essere sia un àncora che un vincolo.
Comprendere il modo in cui funzioniamo, il perchè di certi invischiamenti, la modalità di relazione con l'Altro, l'aiuterebbe molto.
Si permetta di conoscere meglio questo aspetti di sé.
saluti.
Non si metta all'interno di categorie, ma si chieda, invece, come mai si relaziona all'Altro in questa modalità.
Le categorie, talvolta, possono essere sia un àncora che un vincolo.
Comprendere il modo in cui funzioniamo, il perchè di certi invischiamenti, la modalità di relazione con l'Altro, l'aiuterebbe molto.
Si permetta di conoscere meglio questo aspetti di sé.
saluti.
Buonasera, perche' cercare di accattivarsi le persone, quando dovrebbero sceglierci per come siamo? Permettiamo a noi stessi di meritare un affetto sincero? perche' portiamo avanti gli stessi schemi? Più che preoccuparsi di dare un'etichetta di dipendenza affettiva, io mi farei queste domande..Un caro saluto
Dott.ssa Paola Marinelli
Dott.ssa Paola Marinelli
Buonasera, è possibile ma sarebbe necessario approfondire meglio. Le consiglio di iniziare un percorso di psicoterapia che permetta di arricchire il racconto e comprendere meglio la dinamica che attiva, se con tutti, in quali contesti, cosa accade e così via.... sarebbe il modo più adatto per affrontarla, da soli è complicato..Un caro saluto.
Salve, il fatto di" legarsi morbosamente alle persone a cui vuole bene e cercare nei modi più infantili e stupidi di accattivarsi il loro affetto" ci dice molto sul suo "attaccamento".
Prima di parlare di dipendenza affettiva farei un lavoro per indagare il suo stile di attaccamento con le figure genitoriali e i suoi vissuti.
Solo dopo si potrebbe lavorare per costruire rapporti d'amicizia più sani.
Saluti.
Dott.ssa Monia Michelini
Prima di parlare di dipendenza affettiva farei un lavoro per indagare il suo stile di attaccamento con le figure genitoriali e i suoi vissuti.
Solo dopo si potrebbe lavorare per costruire rapporti d'amicizia più sani.
Saluti.
Dott.ssa Monia Michelini
Potrebbe ma non è l'unica eventualità. Le consiglio di consultare un collega, uno psicologo clinico che possa aiutarla a definire meglio la sua situazione e con il quale può impostare un percorso che le permetta nel tempo di auto attribuirsi il giusto valore.
Gentilissim, è un passo grande quello di riconoscere e quindi essere consapevole di come lei entra in relazione con l'altro, riconoscendo questo modo come disfunzionale. Quale funzione ha questo suo comportamento nei confronti dei rapporti amicali? Sarebbe da indagare ciò che la spinge ad adottare queste modalità, per comprendere quale potrebbe essere un modo più funzionale per relazionarsi agli altri e costruire rapporti sinceri fatti di reciprocità. Cosa si aspetta lei da queste persone? cosa vorrebbe ottenere che invece non ottiene?
Salve, la ringrazio per aver condiviso una parte così intima della sua esperienza. Da ciò che descrive, sembra che lei stia vivendo un disagio legato ai legami affettivi, che potrebbe effettivamente richiamare alcune caratteristiche della dipendenza affettiva. Questo accade quando il bisogno di vicinanza e affetto diventa così intenso da portare a comportamenti che, involontariamente, possono creare difficoltà nei rapporti.
Affrontare questa situazione è possibile, e il primo passo è proprio riconoscerla, come sta facendo lei ora. Lavorare su sé stessi con il supporto di uno psicologo può essere molto utile per esplorare le radici di questi comportamenti, capire i suoi bisogni emotivi e sviluppare modalità più equilibrate e gratificanti di vivere i legami. Attraverso un percorso di crescita personale, potrà acquisire strumenti per costruire relazioni più sane e appaganti, basate sulla reciprocità e sul rispetto dei propri bisogni e di quelli degli altri. Cordialmente.
Affrontare questa situazione è possibile, e il primo passo è proprio riconoscerla, come sta facendo lei ora. Lavorare su sé stessi con il supporto di uno psicologo può essere molto utile per esplorare le radici di questi comportamenti, capire i suoi bisogni emotivi e sviluppare modalità più equilibrate e gratificanti di vivere i legami. Attraverso un percorso di crescita personale, potrà acquisire strumenti per costruire relazioni più sane e appaganti, basate sulla reciprocità e sul rispetto dei propri bisogni e di quelli degli altri. Cordialmente.
Salve, ciò che descrive potrebbe effettivamente rientrare nella sfera della dipendenza affettiva, una condizione caratterizzata da un forte bisogno di approvazione, attenzione e affetto dagli altri, spesso accompagnato dalla paura del rifiuto o dell'abbandono. La terapia psicologica, nel suo caso, può essere estremamente utile per comprendere le ragioni sottostanti i suoi comportamenti relazionali, apprendere strategie per gestirli e lavorare sull’autostima e sul modo in cui percepisce se stessa e gli altri.
Gentile utente, capisco quanto possa essere doloroso e frustrante sentirsi respinti. Il desiderio di connessione e affetto è un bisogno umano fondamentale, e quando questo bisogno non viene soddisfatto in modo sano, può portare a grande sofferenza. È fondamentale sottolineare che la dipendenza affettiva è un fenomeno complesso e multifattoriale, che va ben oltre una semplice etichetta diagnostica. La storia personale e familiare di ognuno di noi plasma il modo in cui interagiamo con gli altri, e ciò che può sembrare dipendenza affettiva in una persona potrebbe avere dinamiche completamente diverse in un'altra. Le consiglio un percorso terapeutico per esplorare le proprie emozioni, i propri schemi relazionali e per sviluppare nuove strategie di interazione.
Resto a disposizione.
Un caro saluto Dott.ssa Valentina De Chiara
Resto a disposizione.
Un caro saluto Dott.ssa Valentina De Chiara
Buongiorno,
le dinamiche relazionali sono composte da una grande complessità per ognuno, è quindi utile affrontare e cercare di comprendere più a fondo questo ambito un un professionista.
Cordialmente,
Dott.ssa Elisa Fiora
le dinamiche relazionali sono composte da una grande complessità per ognuno, è quindi utile affrontare e cercare di comprendere più a fondo questo ambito un un professionista.
Cordialmente,
Dott.ssa Elisa Fiora
Buongiorno, questa dinamica ricorre esclusivamente in ambito amicale o anche relazionale e familiare? Per rispondere alla sua domanda è necessario intraprendere un percorso psicologico, eventualmente supportato da test diagnostico, per individuarne le cause ed elaborare delle strategie. Resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Marzella
Salve, sarebbe opportuno esplorare il suo vissuto, le sue emozioni e i suoi pensieri per rispondere concretamene alla sua domanda. Sarebbe utile per aumentare la qualità di vita, intraprendere un percorso psicologico. Attraverso le consulenze psicologiche imparerebbe a comprendere la natura dei suoi pensieri e ad analizzarli. Potrebbe potenziare le sue abilità sociali e aumentare la sua tolleranza verso lo stress.
Buongiorno cara e grazie per aver condiviso la tua esperienza. Capisco quanto possa essere doloroso sentirsi sempre in bilico tra il desiderio di vicinanza e la paura di essere respinta. Il modo in cui cerchi di accattivarti l’affetto degli altri sembra rispondere a un bisogno profondo di conferma, quasi come se senza quel riconoscimento tu sentissi di non avere abbastanza valore.
Ma fermiamoci un attimo: ti ami davvero per come sei? Se per sentirti accolta hai bisogno di "sedurre" o conquistare gli altri, forse dentro di te c’è la convinzione che, senza quel meccanismo, nessuno resterebbe davvero vicino a te. Il punto non è darti un’etichetta, perché non servirebbe a nulla, ma iniziare a lasciare spazio all’emozione, alla scoperta di te stessa, all’accettazione autentica di chi sei, senza bisogno di dimostrare nulla.
Forse puoi provare a chiederti: come sarebbe se iniziassi ad amarmi senza aspettare che siano gli altri a farlo? È un punto prezioso da cui partire per un percorso di crescita personale. Ti auguro di darti questa possibilità.
Un abbraccio,
Raffaella.
Ma fermiamoci un attimo: ti ami davvero per come sei? Se per sentirti accolta hai bisogno di "sedurre" o conquistare gli altri, forse dentro di te c’è la convinzione che, senza quel meccanismo, nessuno resterebbe davvero vicino a te. Il punto non è darti un’etichetta, perché non servirebbe a nulla, ma iniziare a lasciare spazio all’emozione, alla scoperta di te stessa, all’accettazione autentica di chi sei, senza bisogno di dimostrare nulla.
Forse puoi provare a chiederti: come sarebbe se iniziassi ad amarmi senza aspettare che siano gli altri a farlo? È un punto prezioso da cui partire per un percorso di crescita personale. Ti auguro di darti questa possibilità.
Un abbraccio,
Raffaella.
Buongiorno, la difficoltà di relazione ad oggi è molto sentita, le consiglio un supporto psicologico per migliorare il rapporto con se stessa in primis, tutto il resto sarà più facile dopo.
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Da quanto scrivi, sembra che tu stia vivendo una difficoltà nel costruire relazioni di amicizia sane e, a volte, provi una sorta di ansia o paura nell’essere rifiutata o non ricambiata. Questo può effettivamente essere legato a una dinamica di dipendenza affettiva, ma la buona notizia è che è possibile affrontarla e lavorare su di essa.
-Dipendenza affettiva significa spesso che si ricerca nell’altro una conferma costante del proprio valore o affetto, con il rischio di cadere in un circolo vizioso di insicurezza e comportamenti di attaccamento eccessivo. Quando ci si lega in modo morboso o eccessivo, le relazioni diventano squilibrate, e la persona che si ha di fronte può sentire una pressione che, purtroppo, non porta alla reciproca soddisfazione
Il mio consiglio psicologico per affrontare questa situazione è di prendere consapevolezza di queste dinamiche e lavorare su alcuni aspetti:
-Lavorare sull’autostima: A volte, quando non ci si sente abbastanza validi o degni di affetto, si tende a cercarlo in modo dipendente. Un primo passo è imparare a riconoscere e valorizzare le tue qualità. Potresti cominciare con piccoli esercizi di autocomprensione, come scrivere le cose che ti piacciono di te stesso/a e concentrarti su ciò che già offri nelle tue relazioni.
-Sviluppare una maggiore indipendenza emotiva: La dipendenza affettiva può anche derivare da una mancanza di fiducia nelle proprie risorse interne. Prendersi cura di sé, coltivare hobby, passioni e momenti di solitudine sana può rafforzare il senso di autossufficienza e di sicurezza interiore.
-Imparare a dare senza aspettarsi troppo in cambio: Le relazioni più genuine sono quelle in cui ci si dà senza misurare costantemente quanto si riceve in cambio. Cerca di mettere meno pressione sulle persone a cui tieni, permettendo loro di avvicinarsi a te in modo naturale, senza sentirsi obbligate.
-Riconoscere i segnali di un legame non sano: Quando ci si accorge di ripetere schemi in cui si cerca l’affetto a tutti i costi, è importante fermarsi a riflettere. L’auto-osservazione e, se necessario, il supporto di un professionista ti possono aiutare a sbloccare questi meccanismi.
-Considerare un percorso terapeutico: Un supporto psicologico può aiutarti a esplorare le cause di questa dipendenza affettiva e a trovare nuovi modi di relazionarti con gli altri. Un terapeuta ti può guidare nel processo di cambiamento, offrendoti strumenti per migliorare le tue relazioni e affrontare le tue emozioni in modo più equilibrato.
Ogni piccolo passo verso una maggiore consapevolezza di sé e una gestione più sana delle relazioni è un passo importante. Non sei sola in questo percorso, e c’è sempre la possibilità di evolvere verso relazioni più soddisfacenti e meno cariche di ansia.
-Dipendenza affettiva significa spesso che si ricerca nell’altro una conferma costante del proprio valore o affetto, con il rischio di cadere in un circolo vizioso di insicurezza e comportamenti di attaccamento eccessivo. Quando ci si lega in modo morboso o eccessivo, le relazioni diventano squilibrate, e la persona che si ha di fronte può sentire una pressione che, purtroppo, non porta alla reciproca soddisfazione
Il mio consiglio psicologico per affrontare questa situazione è di prendere consapevolezza di queste dinamiche e lavorare su alcuni aspetti:
-Lavorare sull’autostima: A volte, quando non ci si sente abbastanza validi o degni di affetto, si tende a cercarlo in modo dipendente. Un primo passo è imparare a riconoscere e valorizzare le tue qualità. Potresti cominciare con piccoli esercizi di autocomprensione, come scrivere le cose che ti piacciono di te stesso/a e concentrarti su ciò che già offri nelle tue relazioni.
-Sviluppare una maggiore indipendenza emotiva: La dipendenza affettiva può anche derivare da una mancanza di fiducia nelle proprie risorse interne. Prendersi cura di sé, coltivare hobby, passioni e momenti di solitudine sana può rafforzare il senso di autossufficienza e di sicurezza interiore.
-Imparare a dare senza aspettarsi troppo in cambio: Le relazioni più genuine sono quelle in cui ci si dà senza misurare costantemente quanto si riceve in cambio. Cerca di mettere meno pressione sulle persone a cui tieni, permettendo loro di avvicinarsi a te in modo naturale, senza sentirsi obbligate.
-Riconoscere i segnali di un legame non sano: Quando ci si accorge di ripetere schemi in cui si cerca l’affetto a tutti i costi, è importante fermarsi a riflettere. L’auto-osservazione e, se necessario, il supporto di un professionista ti possono aiutare a sbloccare questi meccanismi.
-Considerare un percorso terapeutico: Un supporto psicologico può aiutarti a esplorare le cause di questa dipendenza affettiva e a trovare nuovi modi di relazionarti con gli altri. Un terapeuta ti può guidare nel processo di cambiamento, offrendoti strumenti per migliorare le tue relazioni e affrontare le tue emozioni in modo più equilibrato.
Ogni piccolo passo verso una maggiore consapevolezza di sé e una gestione più sana delle relazioni è un passo importante. Non sei sola in questo percorso, e c’è sempre la possibilità di evolvere verso relazioni più soddisfacenti e meno cariche di ansia.
Quello che descrive potrebbe effettivamente rientrare nella dipendenza affettiva, una condizione in cui il bisogno di affetto e approvazione diventa così forte da compromettere il benessere personale e i rapporti con gli altri. La paura di non essere ricambiata può portarla a comportamenti che, anziché avvicinare le persone, le fanno allontanare.
Immagini di essere in riva al mare e di avere tra le mani della sabbia bagnata. Se stringe troppo forte il pugno per trattenerla, la sabbia scivola via tra le dita. Se invece lascia la mano rilassata, la sabbia rimane appoggiata senza sparire.
Questo è ciò che accade nelle relazioni: quando si cerca di trattenere le persone con troppa insistenza, con il bisogno costante di conferme e attenzioni, spesso queste si allontanano. Al contrario, quando si lascia spazio e si coltiva un rapporto in modo più naturale, senza il timore costante di perderlo, l’altro si sente più libero e più propenso a rimanere.
La chiave sta nel fidarsi del fatto che chi tiene davvero a lei resterà, senza bisogno di continue dimostrazioni o prove d'affetto. Può iniziare osservando i propri comportamenti e chiedendosi: "Sto cercando di stringere troppo il pugno?" Se la risposta è sì, provi a rilassare la presa, dando più spazio e fiducia alle relazioni.
Affrontare questa situazione significa lavorare sull’autostima e sulla capacità di costruire relazioni più equilibrate. Un percorso con uno psicologo potrebbe aiutarla a comprendere le origini di questo bisogno e a sviluppare strategie per gestire i rapporti in modo più sereno.
Nel frattempo, può iniziare a focalizzarsi su sé stessa: coltivare interessi personali, imparare a stare bene anche da sola e riconoscere il proprio valore indipendentemente dagli altri. Costruire rapporti sani richiede tempo e autenticità, e spesso meno si cerca di "guadagnarsi" l’affetto altrui, più le relazioni diventano spontanee e genuine. Se vuole approfondire, posso suggerirle alcune strategie pratiche da adottare nella vita quotidiana. Distinti saluti.
Immagini di essere in riva al mare e di avere tra le mani della sabbia bagnata. Se stringe troppo forte il pugno per trattenerla, la sabbia scivola via tra le dita. Se invece lascia la mano rilassata, la sabbia rimane appoggiata senza sparire.
Questo è ciò che accade nelle relazioni: quando si cerca di trattenere le persone con troppa insistenza, con il bisogno costante di conferme e attenzioni, spesso queste si allontanano. Al contrario, quando si lascia spazio e si coltiva un rapporto in modo più naturale, senza il timore costante di perderlo, l’altro si sente più libero e più propenso a rimanere.
La chiave sta nel fidarsi del fatto che chi tiene davvero a lei resterà, senza bisogno di continue dimostrazioni o prove d'affetto. Può iniziare osservando i propri comportamenti e chiedendosi: "Sto cercando di stringere troppo il pugno?" Se la risposta è sì, provi a rilassare la presa, dando più spazio e fiducia alle relazioni.
Affrontare questa situazione significa lavorare sull’autostima e sulla capacità di costruire relazioni più equilibrate. Un percorso con uno psicologo potrebbe aiutarla a comprendere le origini di questo bisogno e a sviluppare strategie per gestire i rapporti in modo più sereno.
Nel frattempo, può iniziare a focalizzarsi su sé stessa: coltivare interessi personali, imparare a stare bene anche da sola e riconoscere il proprio valore indipendentemente dagli altri. Costruire rapporti sani richiede tempo e autenticità, e spesso meno si cerca di "guadagnarsi" l’affetto altrui, più le relazioni diventano spontanee e genuine. Se vuole approfondire, posso suggerirle alcune strategie pratiche da adottare nella vita quotidiana. Distinti saluti.
Buongiorno, per fare qualsiasi tipo di diagnosi è necessario un colloquio diretto ed individuale con la persona, per poi valutare un eventuale percorso psicoterapeutico. Per quel poco che riporti, però, immagino che una tua difficoltà possa avere a che fare con le aspettative che tu hai sugli altri: cosa è nello specifico che ti farebbe sentire amata e che gli altri non fanno? Quando identifichi un tuo bisogno o desiderio, lo chiedi esplicitamente a chi potrebbe aiutarti a realizzarlo?
Salve,
intanto le faccio i complimenti perché non è semplice prendere consapevolezza ed esporre così chiaramente una sofferenza come quella che descrive.
Cercare di darle un “nome” come fa lei ipotizzando si tratti di dipendenza affettiva può essere un buon inizio, ma per comprendere meglio le dinamiche che la provocano e modificarle, sarebbe un bellissimo segno di amore verso se stessa dedicarsi a delle sedute mirate.
Lei ha il potere spezzare le catene di questa ripetizione dolorosa e costruire delle relazioni sane e basate sulla reciprocità, se lo ricordi!
Per qualsiasi cosa: sono qui.
Un caro saluto
Dott.ssa Erica Russo
intanto le faccio i complimenti perché non è semplice prendere consapevolezza ed esporre così chiaramente una sofferenza come quella che descrive.
Cercare di darle un “nome” come fa lei ipotizzando si tratti di dipendenza affettiva può essere un buon inizio, ma per comprendere meglio le dinamiche che la provocano e modificarle, sarebbe un bellissimo segno di amore verso se stessa dedicarsi a delle sedute mirate.
Lei ha il potere spezzare le catene di questa ripetizione dolorosa e costruire delle relazioni sane e basate sulla reciprocità, se lo ricordi!
Per qualsiasi cosa: sono qui.
Un caro saluto
Dott.ssa Erica Russo
Buongiorno, aver rintracciato queste dinamiche è certamente importante, prima di fare una diagnosi eventuale però sarebbe importante approfondire altri aspetti.
La psicoterapia potrebbe essere certamente una buona idea.
La psicoterapia potrebbe essere certamente una buona idea.
Buongiorno, La "Dipendenza Affettiva" è un costrutto clinico che allo stato attuale gode ancora di scarse evidenze in letteratura e, pertanto, si corre il rischio di incappare in eccessive semplificazioni o improprie generalizzazioni. Sicuramente, i comportamenti volti ad avvicinare l'altro hanno una funzione per l'individuo che merita di essere esplorata e compresa alla luce della storia e del funzionamento generale della persona. Consiglio di rivolgersi ad un terapeuta cognitivo-comportamentale che potrà sicuramente aiutarla a comprendere meglio questo aspetto e ad implementare strategie alternative efficaci. Saluti a presto
Gentile, la dipendenza affettiva va diagnosticata da un professionista.
Si rechi da uno psicologo della sua zona od online e valuti con lui la questione.
Saluti.
Si rechi da uno psicologo della sua zona od online e valuti con lui la questione.
Saluti.
Salve, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Quello che descrivi potrebbe effettivamente essere legato a una dipendenza affettiva, un pattern in cui si cerca continuamente l'affetto e l'approvazione degli altri, spesso in modo eccessivo e a volte poco sano. Questo può accadere quando c'è un bisogno insoddisfatto di connessione emotiva e l'ansia per la paura del rifiuto diventa predominante. Le tue modalità di "accattivarti" l'affetto potrebbero essere il tentativo di colmare una carenza emotiva, ma spesso rischiano di allontanare gli altri, perché appaiono troppo invadenti o poco autentiche.
Affrontare questa situazione richiede prima di tutto una maggiore consapevolezza di sé. Un percorso terapeutico, come la **psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC)** o la **terapia psicodinamica**, può aiutarti a esplorare la radice di questi bisogni e a sviluppare modalità di relazione più equilibrate. Lavorare sulla tua autostima, sul riconoscimento dei tuoi bisogni affettivi e sull'acquisizione di strategie per costruire legami sani e rispettosi delle distanze emotive degli altri, potrebbe essere un buon punto di partenza.
Inoltre, la consapevolezza dei tuoi sentimenti e dei tuoi comportamenti può aiutarti a interrompere il ciclo di dipendenza affettiva e a sviluppare una maggiore autonomia emotiva. Il processo può essere impegnativo, ma ti offre anche l'opportunità di creare relazioni più soddisfacenti e basate sulla reciproca stima.
Se senti che questa dinamica sta influenzando negativamente la tua vita, ti consiglio di rivolgerti a un professionista per un percorso di supporto, che ti aiuti a comprendere meglio te stessa e a costruire legami più equilibrati.
Affrontare questa situazione richiede prima di tutto una maggiore consapevolezza di sé. Un percorso terapeutico, come la **psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC)** o la **terapia psicodinamica**, può aiutarti a esplorare la radice di questi bisogni e a sviluppare modalità di relazione più equilibrate. Lavorare sulla tua autostima, sul riconoscimento dei tuoi bisogni affettivi e sull'acquisizione di strategie per costruire legami sani e rispettosi delle distanze emotive degli altri, potrebbe essere un buon punto di partenza.
Inoltre, la consapevolezza dei tuoi sentimenti e dei tuoi comportamenti può aiutarti a interrompere il ciclo di dipendenza affettiva e a sviluppare una maggiore autonomia emotiva. Il processo può essere impegnativo, ma ti offre anche l'opportunità di creare relazioni più soddisfacenti e basate sulla reciproca stima.
Se senti che questa dinamica sta influenzando negativamente la tua vita, ti consiglio di rivolgerti a un professionista per un percorso di supporto, che ti aiuti a comprendere meglio te stessa e a costruire legami più equilibrati.
Buongiorno, sarebbe difficile e anche poco professionale fare una diagnosi di dipendenza affettiva con cosi poche informazioni pertanto le consiglierei di fissare un primo colloquio psicologico per approfondire la questione. Da come scrive sembra che sia alla continua ricerca di approvazione, segno, forse (il condizionale è d'obbligo) di una scarsa sicurezza in se stessi (bassa autostima). Nelle relazioni amicali e di coppia tendiamo a rimettere in atto le modalità apprese nelle precoci relazioni familiari. Bisognerebbe proprio partire da queste per poi lavorare nel presente.
Buongiorno, quello che racconta trasmette un grande senso di sofferenza e solitudine. Legarsi profondamente agli altri e poi sentirsi respinti deve essere doloroso, soprattutto se ogni tentativo di avvicinamento sembra allontanare ancora di più le persone a cui tiene. Il timore di non essere ricambiata e il bisogno di affetto che resta insoddisfatto possono diventare un peso difficile da gestire.
Se questa situazione le causa sofferenza, potrebbe essere utile affrontarla con un supporto psicologico che la aiuti a comprendere meglio le dinamiche che intercorrono nelle sue relazioni e a trovare un modo per vivere i legami in modo più sereno.
Per qualunque dubbio, rimango a disposizione.
Cordiali saluti
Se questa situazione le causa sofferenza, potrebbe essere utile affrontarla con un supporto psicologico che la aiuti a comprendere meglio le dinamiche che intercorrono nelle sue relazioni e a trovare un modo per vivere i legami in modo più sereno.
Per qualunque dubbio, rimango a disposizione.
Cordiali saluti
Ciao! Da quello che descrivi, il tuo modo di relazionarti potrebbe effettivamente avere delle caratteristiche della dipendenza affettiva, soprattutto per il forte bisogno di affetto e la paura di non essere ricambiata. Quando ci si lega in modo molto intenso e si cerca continuamente conferme, spesso l’altro può sentirsi soffocato, generando proprio quella distanza che temi. Affrontare questa situazione significa lavorare su te stessa e sul tuo valore indipendentemente dagli altri. Potresti chiederti: quanto dipende dagli altri la mia felicità? Riesco a stare bene anche da sola? Ho paura del rifiuto? Coltivare l’autostima e imparare a darti tu stessa l’affetto e l’attenzione che cerchi dagli altri può aiutarti a costruire rapporti più equilibrati. Un supporto psicologico potrebbe essere molto utile per comprendere le radici di questa dinamica e trovare modi più sani di vivere le relazioni. Nel frattempo, prova a rallentare: lascia che le amicizie crescano in modo naturale, senza forzare il bisogno di conferme. Le relazioni più solide nascono dall’equilibrio tra dare e ricevere, senza paura di perdere l’altro.
Sentirsi legata morbosamente e cercare l'affetto in modi che poi ti fanno sentire respinta è un'esperienza dolorosa, e il fatto che tu la riconosca è un passo molto importante.
Sì, da quello che descrivi, potrebbe trattarsi di dinamiche legate alla dipendenza affettiva. Questa si manifesta spesso con un forte bisogno di approvazione e affetto dagli altri, una paura intensa di essere rifiutati e la tendenza a mettere i bisogni degli altri prima dei propri, anche a costo di annullarsi. I comportamenti che descrivi per "accattivarti" l'affetto, seppur tu li definisca infantili e stupidi, potrebbero essere proprio delle strategie disfunzionali messe in atto per colmare questo bisogno profondo.
Affrontare la dipendenza affettiva è un percorso che richiede consapevolezza e impegno. Per capire meglio la tua situazione specifica e come potresti iniziare ad affrontarla, potresti dirmi:
Come si manifesta concretamente questo "legame morboso" nelle tue amicizie? Ci sono dei comportamenti specifici che metti in atto e di cui ti rendi conto in seguito?
Qual è la tua più grande paura riguardo al non essere ricambiata o all'essere tenuta a distanza? Cosa temi che possa succedere?
Ci sono stati momenti nella tua vita in cui ti sei sentita più sicura e indipendente nelle tue relazioni? Cosa era diverso allora?
Riconoscere la possibilità di una dipendenza affettiva è il primo passo fondamentale. Affrontarla spesso richiede un percorso di supporto psicologico, dove potrai esplorare le radici di questo bisogno, lavorare sulla tua autostima, imparare a stabilire confini sani nelle relazioni e sviluppare modi più funzionali per connetterti con gli altri, basati sul rispetto reciproco e sull'amore per te stessa.
Sì, da quello che descrivi, potrebbe trattarsi di dinamiche legate alla dipendenza affettiva. Questa si manifesta spesso con un forte bisogno di approvazione e affetto dagli altri, una paura intensa di essere rifiutati e la tendenza a mettere i bisogni degli altri prima dei propri, anche a costo di annullarsi. I comportamenti che descrivi per "accattivarti" l'affetto, seppur tu li definisca infantili e stupidi, potrebbero essere proprio delle strategie disfunzionali messe in atto per colmare questo bisogno profondo.
Affrontare la dipendenza affettiva è un percorso che richiede consapevolezza e impegno. Per capire meglio la tua situazione specifica e come potresti iniziare ad affrontarla, potresti dirmi:
Come si manifesta concretamente questo "legame morboso" nelle tue amicizie? Ci sono dei comportamenti specifici che metti in atto e di cui ti rendi conto in seguito?
Qual è la tua più grande paura riguardo al non essere ricambiata o all'essere tenuta a distanza? Cosa temi che possa succedere?
Ci sono stati momenti nella tua vita in cui ti sei sentita più sicura e indipendente nelle tue relazioni? Cosa era diverso allora?
Riconoscere la possibilità di una dipendenza affettiva è il primo passo fondamentale. Affrontarla spesso richiede un percorso di supporto psicologico, dove potrai esplorare le radici di questo bisogno, lavorare sulla tua autostima, imparare a stabilire confini sani nelle relazioni e sviluppare modi più funzionali per connetterti con gli altri, basati sul rispetto reciproco e sull'amore per te stessa.
Salve, da quanto descrive sembra che la sua sensazione di legarsi morbosamente agli altri e il bisogno di cercare approvazione potrebbero essere indicativi di schemi relazionali poco funzionali che tende a riproporre nelle diverse relazioni. Spesso la dipendenza affettiva si manifesta attraverso comportamenti di attaccamento eccessivo, paura dell'abbandono e la tendenza a mettere le esigenze degli altri davanti alle proprie. Questo può portare a relazioni sbilanciate, dove il suo bisogno di affetto può risultare opprimente per l'altro, generando una reazione di allontanamento dell'altro come lei stessa riporta. Il primo passo è sicuramente diventare consapevole di questi sentimenti e comportamenti che lei mette in atto nelle relazioni. Potrebbe essere importante capire quali bisogni emotivi ci sono dietro a questi comportamenti, ricontattare e capire il suo senso personale e la sua autostima al di là delle relazioni con gli altri, cercare di porre dei confini tra lei e l'altro e come lei reagisce a questo. Potrebbe essere utile lavorare con un professionista che possa guidare nel comprendere meglio le sue dinamiche relazionali e supportarti nel cambiamento di schemi disfunzionali.
Spero di averle dato degli spunti di riflessione
Cordiali saluti
Dott.ssa Noemi Salatino
Spero di averle dato degli spunti di riflessione
Cordiali saluti
Dott.ssa Noemi Salatino
Potrebbe essere. Bisognerebbe indagare la sua storia e i suoi modi di relazionarsi nel corso degli anni e le precoci esperienze che possono averla indotta a sperimentare una condizione intollerabile (come l'essere sola o non amata) e conseguenti strategie per evitare di sentirsi così (come i comportamenti che riporta).
Buongiorno Gentile Utente.
La relazione, di qualsiasi natura essa sia, permette di fare luce sulle nostre ombre, tira fuori i nostri bisogni emotivi i nostri desideri, ma anche i nostri conflitti interiori, le nostre incertezze e le nostre paure. Lavorare sulla relazione significa lavorare su noi stessi e nul nostro mondo interiore.
Il riconoscimento della sua difficoltà a livello relazionale rappresenta il primo passo pe poter affrontare e per poter lavorare sulle sue dinamiche relazionali. Riconoscere la sua difficoltà è dunque il primo step.
Successivamente sarebbe opportuno iniziare un percorso mirato a capire quali bisogni emotivi ci siano dietro queste difficoltà, quali paure e quali conflitti. Entrare in contatto con le cause del proprio vissuto permette di capire il nostro comportamento e conseguentemente lavorare sulle cause permette di modificare il proprio comportamento. Portare consapevolezza e luce sulle nostre ombre ci permette di vivere una vita di qualità.
Mi rendo disponibile per un colloquio conoscitivo anche online.
Cordialmente
Helena Afflitto
La relazione, di qualsiasi natura essa sia, permette di fare luce sulle nostre ombre, tira fuori i nostri bisogni emotivi i nostri desideri, ma anche i nostri conflitti interiori, le nostre incertezze e le nostre paure. Lavorare sulla relazione significa lavorare su noi stessi e nul nostro mondo interiore.
Il riconoscimento della sua difficoltà a livello relazionale rappresenta il primo passo pe poter affrontare e per poter lavorare sulle sue dinamiche relazionali. Riconoscere la sua difficoltà è dunque il primo step.
Successivamente sarebbe opportuno iniziare un percorso mirato a capire quali bisogni emotivi ci siano dietro queste difficoltà, quali paure e quali conflitti. Entrare in contatto con le cause del proprio vissuto permette di capire il nostro comportamento e conseguentemente lavorare sulle cause permette di modificare il proprio comportamento. Portare consapevolezza e luce sulle nostre ombre ci permette di vivere una vita di qualità.
Mi rendo disponibile per un colloquio conoscitivo anche online.
Cordialmente
Helena Afflitto
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Capisco quanto possa essere difficile affrontare queste situazioni. Per comprendere meglio ciò che stai vivendo ti consiglio di rivolgerti a uno psicologo. Un percorso terapeutico può offrirti uno spazio sicuro per esplorare le tue emozioni e aiutarti a costruire relazioni più equilibrate e appaganti. Prendersi cura di sé è un atto di grande valore e coraggio.
Un caro saluto
Un caro saluto
Buongiorno,
quello che descrive potrebbe effettivamente rientrare in una dinamica di dipendenza affettiva, in cui il bisogno di essere accettati e amati prende il sopravvento, portando a comportamenti che — pur partendo da un desiderio sincero di vicinanza — finiscono per allontanare gli altri.
Nella terapia cognitivo-comportamentale si lavora proprio su questi meccanismi: si esplorano i pensieri automatici e i bisogni profondi che li alimentano, e si imparano modalità più equilibrate di costruire relazioni, senza perdere sé stessi nel tentativo di essere accettati.
Affrontarla è possibile, e può aprire la strada a legami più sani e soddisfacenti.
Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
quello che descrive potrebbe effettivamente rientrare in una dinamica di dipendenza affettiva, in cui il bisogno di essere accettati e amati prende il sopravvento, portando a comportamenti che — pur partendo da un desiderio sincero di vicinanza — finiscono per allontanare gli altri.
Nella terapia cognitivo-comportamentale si lavora proprio su questi meccanismi: si esplorano i pensieri automatici e i bisogni profondi che li alimentano, e si imparano modalità più equilibrate di costruire relazioni, senza perdere sé stessi nel tentativo di essere accettati.
Affrontarla è possibile, e può aprire la strada a legami più sani e soddisfacenti.
Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
Da ciò che descrivi, potrebbe effettivamente trattarsi di una forma di dipendenza affettiva, una dinamica in cui il bisogno di affetto e approvazione diventa così intenso da influenzare negativamente le relazioni. È importante sapere che non sei sola in questo, e ci sono modi per affrontare e migliorare la situazione.
Riconosci il tuo valore personale. La dipendenza affettiva spesso nasce da una bassa autostima. È importante ricordare che il tuo valore non dipende dall'approvazione o dall'affetto degli altri. Coltivare l'amore per te stessa è un passo fondamentale.
Impara a stabilire confini sani: A volte, il legarsi morbosamente agli altri può spingerli a prendere le distanze. Lavorare sui confini ti aiuterà a costruire relazioni più equilibrate e rispettose.
Concentrati su te stessa. Dedica tempo a scoprire cosa ti rende felice e soddisfatta al di fuori delle relazioni. Coltivare hobby, passioni e interessi personali può aiutarti a sentirti più completa e meno dipendente dagli altri.
Lavora sull’autonomia emotiva. Prova a riflettere su come puoi soddisfare i tuoi bisogni emotivi senza fare affidamento esclusivamente sugli altri. Questo non significa isolarti, ma trovare un equilibrio tra il dare e il ricevere.
Sii paziente con te stessa. Cambiare queste dinamiche richiede tempo e impegno. Ogni piccolo passo verso relazioni più sane è un progresso significativo.
Il fatto che tu stia riflettendo su questa situazione dimostra già una grande consapevolezza e voglia di migliorare. Considera il supporto di un professionista: Un terapeuta può aiutarti a esplorare le radici di questa dinamica e a sviluppare strumenti per affrontarla. Se vuoi approfondire uno di questi aspetti o parlare di altro, sono qui per ascoltarti. Meriti relazioni che ti facciano sentire apprezzata e rispettata.
Riconosci il tuo valore personale. La dipendenza affettiva spesso nasce da una bassa autostima. È importante ricordare che il tuo valore non dipende dall'approvazione o dall'affetto degli altri. Coltivare l'amore per te stessa è un passo fondamentale.
Impara a stabilire confini sani: A volte, il legarsi morbosamente agli altri può spingerli a prendere le distanze. Lavorare sui confini ti aiuterà a costruire relazioni più equilibrate e rispettose.
Concentrati su te stessa. Dedica tempo a scoprire cosa ti rende felice e soddisfatta al di fuori delle relazioni. Coltivare hobby, passioni e interessi personali può aiutarti a sentirti più completa e meno dipendente dagli altri.
Lavora sull’autonomia emotiva. Prova a riflettere su come puoi soddisfare i tuoi bisogni emotivi senza fare affidamento esclusivamente sugli altri. Questo non significa isolarti, ma trovare un equilibrio tra il dare e il ricevere.
Sii paziente con te stessa. Cambiare queste dinamiche richiede tempo e impegno. Ogni piccolo passo verso relazioni più sane è un progresso significativo.
Il fatto che tu stia riflettendo su questa situazione dimostra già una grande consapevolezza e voglia di migliorare. Considera il supporto di un professionista: Un terapeuta può aiutarti a esplorare le radici di questa dinamica e a sviluppare strumenti per affrontarla. Se vuoi approfondire uno di questi aspetti o parlare di altro, sono qui per ascoltarti. Meriti relazioni che ti facciano sentire apprezzata e rispettata.
Gentile utente,
comprendo, innanzitutto, il disagio e la fatica che questi aspetti le provocano. La dipendenza affettiva è una dipendenza comportamentale che presenta diversi criteri diagnostici, tra cui isolamento, costante ricerca di una sensazione di ebbrezza nel rapporto (che può essere data da vari aspetti), ricerca di dosi di affetto e manifestazioni continue dell’essere pensati, circolarità costrittiva (nonostante la percezione del disagio, si ha al contempo la percezione di non potersi comportare diversamente), discontrollo, somatizzazioni generate dall’assenza della persona significativa, esclusivo interesse per la relazione con quella persona. Nella sua esperienza potrebbero esserci alcuni di questi elementi, ma potremmo considerare che la fatica relazionale che sta descrivendo sia da attribuire ad aspetti del suo personale funzionamento personologico o a difficoltà relazionali di altro tipo. Tutti questi aspetti potrebbero essere valutati in maniera più specifica in un contesto terapeutico; rivolgersi ad uno psicoterapeuta o ad uno psicologo per un percorso di supporto psicologico può aiutare a recuperare una dimensione di maggior benessere e anche a produrre un cambiamento significativo! Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento- dottoressa Paola Grasso
comprendo, innanzitutto, il disagio e la fatica che questi aspetti le provocano. La dipendenza affettiva è una dipendenza comportamentale che presenta diversi criteri diagnostici, tra cui isolamento, costante ricerca di una sensazione di ebbrezza nel rapporto (che può essere data da vari aspetti), ricerca di dosi di affetto e manifestazioni continue dell’essere pensati, circolarità costrittiva (nonostante la percezione del disagio, si ha al contempo la percezione di non potersi comportare diversamente), discontrollo, somatizzazioni generate dall’assenza della persona significativa, esclusivo interesse per la relazione con quella persona. Nella sua esperienza potrebbero esserci alcuni di questi elementi, ma potremmo considerare che la fatica relazionale che sta descrivendo sia da attribuire ad aspetti del suo personale funzionamento personologico o a difficoltà relazionali di altro tipo. Tutti questi aspetti potrebbero essere valutati in maniera più specifica in un contesto terapeutico; rivolgersi ad uno psicoterapeuta o ad uno psicologo per un percorso di supporto psicologico può aiutare a recuperare una dimensione di maggior benessere e anche a produrre un cambiamento significativo! Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento- dottoressa Paola Grasso
Buongiorno, grazie per aver condiviso con tanta onestà una parte così intima e faticosa del suo vissuto.
Quello che descrive – il legarsi in modo intenso e la percezione di non sentirsi ricambiata – può effettivamente avere a che fare con una forma di dipendenza affettiva, o comunque con una difficoltà nel sentire sicura e stabile la relazione con l’altro. In questi casi, il bisogno di essere riconosciuta e amata può diventare così forte da prendere il sopravvento, portando a comportamenti che, pur essendo mossi dal desiderio di vicinanza, finiscono per allontanare le persone.
Non si tratta di qualcosa di "infantile" o "stupido", come ha scritto lei – parole che sembrano restituire anche una certa durezza verso se stessa. Piuttosto, può essere il segnale di una ferita relazionale profonda, spesso antica, che merita attenzione e cura. Le modalità che oggi le creano sofferenza possono avere radici in esperienze passate in cui forse non si è sentita vista, accolta o amata in modo incondizionato.
Affrontare tutto questo è possibile, e farlo in un contesto protetto come un percorso psicologico può aiutarla a comprendere da dove nascono questi meccanismi, a dare un senso a ciò che prova e, poco a poco, a costruire relazioni più libere, più reciproche e meno cariche di dolore.
Ciò che sta cercando – relazioni autentiche e sane – è un desiderio profondamente umano. Riconoscerlo è già un passo importante.
Quello che descrive – il legarsi in modo intenso e la percezione di non sentirsi ricambiata – può effettivamente avere a che fare con una forma di dipendenza affettiva, o comunque con una difficoltà nel sentire sicura e stabile la relazione con l’altro. In questi casi, il bisogno di essere riconosciuta e amata può diventare così forte da prendere il sopravvento, portando a comportamenti che, pur essendo mossi dal desiderio di vicinanza, finiscono per allontanare le persone.
Non si tratta di qualcosa di "infantile" o "stupido", come ha scritto lei – parole che sembrano restituire anche una certa durezza verso se stessa. Piuttosto, può essere il segnale di una ferita relazionale profonda, spesso antica, che merita attenzione e cura. Le modalità che oggi le creano sofferenza possono avere radici in esperienze passate in cui forse non si è sentita vista, accolta o amata in modo incondizionato.
Affrontare tutto questo è possibile, e farlo in un contesto protetto come un percorso psicologico può aiutarla a comprendere da dove nascono questi meccanismi, a dare un senso a ciò che prova e, poco a poco, a costruire relazioni più libere, più reciproche e meno cariche di dolore.
Ciò che sta cercando – relazioni autentiche e sane – è un desiderio profondamente umano. Riconoscerlo è già un passo importante.
Buongiorno, comprendo profondamente il suo desiderio di dare un nome a ciò che sta vivendo. È possibile che sia così, ma è importante ricordare che non si possono formulare diagnosi basandosi su un solo elemento. Detto questo, se nota un modello che si ripete nelle sue relazioni e sente che questo le causa sofferenza, le suggerisco di concedersi lo spazio per esplorare più a fondo cosa le accade. Una consulenza potrebbe essere un primo passo prezioso. Vedrà che, insieme alla sua terapeuta, potrà affrontare tutto con calma, e approfonditamente, un passo alla volta.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alessia Biggio
Un caro saluto,
Dott.ssa Alessia Biggio
Al di là dell'etichetta diagnostica, che serve a poco, forse varrebbe la pena che possa indagherei motivi che stanno alla base di questa sua necessità di legarsi morbosamente alle persone, al punto di impedirle di poter essere se stessa nel rapporto con gli altri.
Ovviamente questo lavoro necessita di un paziente lavoro di terapia, in cui possa esplorare questi (e forse anche altri) aspetti soggettivi e personali (pertanto non riducibili a un'etichetta diagnostica) della sua esistenza.
Ovviamente questo lavoro necessita di un paziente lavoro di terapia, in cui possa esplorare questi (e forse anche altri) aspetti soggettivi e personali (pertanto non riducibili a un'etichetta diagnostica) della sua esistenza.
Salve deve valutare la possibilità di un percorso psicologico, la aiuterà ad instaurare sane relazione in seguito e sarà un viaggio bellisimo.
Quello che descrivi ha tutto il sapore di una dinamica affettiva profondamente radicata, un pattern relazionale che sembra avere origini molto antiche, forse addirittura archetipiche. Quando parli di “legarsi morbosamente” e di “modi infantili e stupidi” per cercare affetto, io sento il grido di una parte bambina che è ancora lì, in attesa di essere vista, amata, contenuta.
Questa non è stupidità. È sopravvivenza emotiva. È la strategia che un tempo ha funzionato — forse nell’infanzia, forse nel rapporto con una figura primaria non del tutto accessibile — e che ora, nella vita adulta, non fa altro che produrre frustrazione e distanza.
In termini junghiani, potremmo dire che sei sotto l’influsso di un complesso affettivo: un piccolo “sé autonomo” nella psiche che prende il comando ogni volta che ami qualcuno. È come se una parte di te, ancora frammentata, tentasse disperatamente di ottenere riconoscimento, ma parlasse un linguaggio che gli altri non capiscono… o che li spaventa.
Ora, per affrontare questa possibile dipendenza affettiva (che sì, sembra proprio configurarsi così), il primo passo è non giudicare questa parte di te. Non è una nemica. È un frammento antico che chiede di essere integrato, non punito. Una volta che l'avrai accettata come parte di te, potrai guarirla. Non sempre è qualcosa che si riesce a fare da soli, perciò ti consiglio di rivolgerti ad un professionista se ne hai le possibilità. Altrimenti per ora mi concentrerei sull'osservazione, sul riconoscimento e accettazione.
Questa non è stupidità. È sopravvivenza emotiva. È la strategia che un tempo ha funzionato — forse nell’infanzia, forse nel rapporto con una figura primaria non del tutto accessibile — e che ora, nella vita adulta, non fa altro che produrre frustrazione e distanza.
In termini junghiani, potremmo dire che sei sotto l’influsso di un complesso affettivo: un piccolo “sé autonomo” nella psiche che prende il comando ogni volta che ami qualcuno. È come se una parte di te, ancora frammentata, tentasse disperatamente di ottenere riconoscimento, ma parlasse un linguaggio che gli altri non capiscono… o che li spaventa.
Ora, per affrontare questa possibile dipendenza affettiva (che sì, sembra proprio configurarsi così), il primo passo è non giudicare questa parte di te. Non è una nemica. È un frammento antico che chiede di essere integrato, non punito. Una volta che l'avrai accettata come parte di te, potrai guarirla. Non sempre è qualcosa che si riesce a fare da soli, perciò ti consiglio di rivolgerti ad un professionista se ne hai le possibilità. Altrimenti per ora mi concentrerei sull'osservazione, sul riconoscimento e accettazione.
Salve.
Fare diagnosi a distanza è impossibile e per alcuni aspetti poco funzionale: noi esseri umani siamo molto più di una etichetta diagnostica. Fatta questa premessa, dalle poche parole che riporta descrive un suo attaccamento che definisce morboso: in che senso lo reputa tale? Quali sono i modi infantili di cui parla che utilizza per ottenere affetto? Le persone ricambieranno i suoi sentimenti nel momento in cui riuscirà a mostrarsi nella sua autenticità, ritrovandosi con un percorso di ricerca interiore. Tutti noi abbiamo delle maschere, l'importante è riconoscerle e saperle togliere con le persone che reputiamo a noi vicine: vedrà che quando fiorirà nella sua verità interiore gli altri vedranno la sua luce e la ameranno per ciò che è e non per ciò che fa.
Fare diagnosi a distanza è impossibile e per alcuni aspetti poco funzionale: noi esseri umani siamo molto più di una etichetta diagnostica. Fatta questa premessa, dalle poche parole che riporta descrive un suo attaccamento che definisce morboso: in che senso lo reputa tale? Quali sono i modi infantili di cui parla che utilizza per ottenere affetto? Le persone ricambieranno i suoi sentimenti nel momento in cui riuscirà a mostrarsi nella sua autenticità, ritrovandosi con un percorso di ricerca interiore. Tutti noi abbiamo delle maschere, l'importante è riconoscerle e saperle togliere con le persone che reputiamo a noi vicine: vedrà che quando fiorirà nella sua verità interiore gli altri vedranno la sua luce e la ameranno per ciò che è e non per ciò che fa.
Buonasera,
la situazione che lei riporta immagino possa arrecarle disturbo nell'area dei rapporti interpersonali. Le suggerirei di approfondire questi vissuti e dinamiche relazionali con un professionista, di modo da comprendere e gestire a fondo le sue interazioni con l'altro.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Giada Martorelli
la situazione che lei riporta immagino possa arrecarle disturbo nell'area dei rapporti interpersonali. Le suggerirei di approfondire questi vissuti e dinamiche relazionali con un professionista, di modo da comprendere e gestire a fondo le sue interazioni con l'altro.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Giada Martorelli
Salve da quello che lei riferisce sembra che lei soffra all'interno delle relazioni nelle quali molto spesso si butta completamente. Sarebbe utile indagare in un percorso il perchè di queste forme di attaccamento che lei riferisce morboso. Saluti.
Salve, da ciò che descrivi, sì, potrebbe trattarsi di dipendenza affettiva: un legame in cui il bisogno di essere amati prende il sopravvento, portando a comportamenti che, pur mossi dal desiderio di vicinanza, finiscono per allontanare l’altro.
Affrontarla significa imparare a riconoscere il proprio valore al di là dello sguardo altrui, costruire confini sani e coltivare l’autonomia emotiva. Un percorso psicoterapeutico può aiutarti a trasformare questi meccanismi, per creare relazioni più equilibrate e soddisfacenti. È possibile, e puoi iniziare da te.
Affrontarla significa imparare a riconoscere il proprio valore al di là dello sguardo altrui, costruire confini sani e coltivare l’autonomia emotiva. Un percorso psicoterapeutico può aiutarti a trasformare questi meccanismi, per creare relazioni più equilibrate e soddisfacenti. È possibile, e puoi iniziare da te.
La dipendenza affettiva è una delle possibili letture di quanto lei brevemente descrive. Se ha questa sensazione e vorrebbe apportare dei cambiamenti nel suo modo di affrontare le relazione sarebbe indicato attingere alle proprie risorse interne per iniziare un percorso psicologico.
Buon pomeriggio
Quello che racconti arriva con molta chiarezza e sensibilità. È evidente che dentro di te ci sia un grande desiderio di connessione, di legami veri e reciproci, ma anche una fatica profonda nel riuscire a viverli in modo sereno. Ti accorgi di come ti comporti, di quanto investi emotivamente, eppure ti ritrovi spesso delusa, forse anche con la sensazione di essere invisibile o “troppo” per l’altro.
Questa dinamica che descrivi – un attaccamento intenso, ansioso, spesso non corrisposto, accompagnato dalla sensazione di non essere mai davvero “scelta” o vista – può effettivamente rientrare in ciò che viene definito dipendenza affettiva. Ma al di là dell’etichetta clinica, ciò che conta è il vissuto: sentirsi emotivamente sbilanciati nelle relazioni, come se l'altro fosse sempre il centro e il proprio valore personale dipendesse dal suo sguardo, dalla sua presenza, dalla sua approvazione.
La dipendenza affettiva spesso nasce da ferite molto antiche. Non sempre si tratta di grandi traumi, ma più spesso di esperienze ripetute di carenza affettiva, di incertezza, di legami instabili o di mancanza di uno specchio sicuro nei primi anni della vita. In questi casi, l’amore viene vissuto come qualcosa da conquistare faticosamente, con sforzo, paura e un sottile terrore di essere lasciati soli. Anche da adulti, il corpo e la mente continuano a replicare questi schemi, senza volerlo, anche quando fanno male.
Tu parli di comportamenti che percepisci come “infantili e stupidi”, ma io ti inviterei a non giudicarti in questo modo. Quei comportamenti sono tentativi di sopravvivenza affettiva. Strategie che hai costruito per non sentirti esclusa, per ottenere calore, per sentirti importante. Sono strategie che forse funzionavano, almeno in parte, in un tempo lontano, ma che oggi non ti aiutano più. E il fatto che tu ne sia consapevole è già un grande passo verso il cambiamento.
Affrontare la dipendenza affettiva non significa “diventare freddi” o imparare a fare a meno degli altri. Significa piuttosto costruire un rapporto nuovo con te stessa, in cui il tuo valore non dipende più costantemente dallo sguardo o dalla vicinanza dell’altro. Significa imparare a tollerare la distanza senza sentirti annientata, a chiedere affetto senza elemosinarlo, a desiderare senza aggrapparsi.
Un percorso psicologico può davvero aiutarti ad andare in profondità, a comprendere meglio le radici emotive di ciò che vivi e a trasformare queste modalità di legame. È un lavoro delicato, ma estremamente potente. Per te, potrebbe essere particolarmente utile un terapeuta che abbia esperienza con i temi dell’attaccamento, delle relazioni e dell’autostima. In alcuni casi, anche un approccio psicodinamico o relazionale può essere molto indicato.
Il dolore che stai vivendo ora può diventare una porta d’accesso a una versione più libera e integra di te stessa. Non perché tu debba cambiare per essere “giusta”, ma perché meriti relazioni in cui non devi sforzarti continuamente per essere amata. E meriti di sentirti a tuo agio dentro te stessa, anche quando sei da sola.
Se vorrai approfondire resto a disposizione, ma già il fatto che tu stia mettendo in parole queste dinamiche è, di per sé, un atto di coraggio. E ogni cambiamento profondo comincia da lì.
Buona giornata
Dott.ssa Giulia Raiano
Quello che racconti arriva con molta chiarezza e sensibilità. È evidente che dentro di te ci sia un grande desiderio di connessione, di legami veri e reciproci, ma anche una fatica profonda nel riuscire a viverli in modo sereno. Ti accorgi di come ti comporti, di quanto investi emotivamente, eppure ti ritrovi spesso delusa, forse anche con la sensazione di essere invisibile o “troppo” per l’altro.
Questa dinamica che descrivi – un attaccamento intenso, ansioso, spesso non corrisposto, accompagnato dalla sensazione di non essere mai davvero “scelta” o vista – può effettivamente rientrare in ciò che viene definito dipendenza affettiva. Ma al di là dell’etichetta clinica, ciò che conta è il vissuto: sentirsi emotivamente sbilanciati nelle relazioni, come se l'altro fosse sempre il centro e il proprio valore personale dipendesse dal suo sguardo, dalla sua presenza, dalla sua approvazione.
La dipendenza affettiva spesso nasce da ferite molto antiche. Non sempre si tratta di grandi traumi, ma più spesso di esperienze ripetute di carenza affettiva, di incertezza, di legami instabili o di mancanza di uno specchio sicuro nei primi anni della vita. In questi casi, l’amore viene vissuto come qualcosa da conquistare faticosamente, con sforzo, paura e un sottile terrore di essere lasciati soli. Anche da adulti, il corpo e la mente continuano a replicare questi schemi, senza volerlo, anche quando fanno male.
Tu parli di comportamenti che percepisci come “infantili e stupidi”, ma io ti inviterei a non giudicarti in questo modo. Quei comportamenti sono tentativi di sopravvivenza affettiva. Strategie che hai costruito per non sentirti esclusa, per ottenere calore, per sentirti importante. Sono strategie che forse funzionavano, almeno in parte, in un tempo lontano, ma che oggi non ti aiutano più. E il fatto che tu ne sia consapevole è già un grande passo verso il cambiamento.
Affrontare la dipendenza affettiva non significa “diventare freddi” o imparare a fare a meno degli altri. Significa piuttosto costruire un rapporto nuovo con te stessa, in cui il tuo valore non dipende più costantemente dallo sguardo o dalla vicinanza dell’altro. Significa imparare a tollerare la distanza senza sentirti annientata, a chiedere affetto senza elemosinarlo, a desiderare senza aggrapparsi.
Un percorso psicologico può davvero aiutarti ad andare in profondità, a comprendere meglio le radici emotive di ciò che vivi e a trasformare queste modalità di legame. È un lavoro delicato, ma estremamente potente. Per te, potrebbe essere particolarmente utile un terapeuta che abbia esperienza con i temi dell’attaccamento, delle relazioni e dell’autostima. In alcuni casi, anche un approccio psicodinamico o relazionale può essere molto indicato.
Il dolore che stai vivendo ora può diventare una porta d’accesso a una versione più libera e integra di te stessa. Non perché tu debba cambiare per essere “giusta”, ma perché meriti relazioni in cui non devi sforzarti continuamente per essere amata. E meriti di sentirti a tuo agio dentro te stessa, anche quando sei da sola.
Se vorrai approfondire resto a disposizione, ma già il fatto che tu stia mettendo in parole queste dinamiche è, di per sé, un atto di coraggio. E ogni cambiamento profondo comincia da lì.
Buona giornata
Dott.ssa Giulia Raiano
Buonasera, per rispondere alla sua domanda è bene prima capire alcuni aspetti fondamentali. I nostri legami, spesso riflettono le nostre relazioni di attaccamento, in genere materne, paterne e/o con una persona che si è presa cura di noi fin dalla nascita. Per capire come mai sente questo e come poter lavorare sul problema che riferisce, le consiglio di rivolgersi ad uno specialista del settore, in modo da poter analizzare insieme i suoi vissuti e legami passati ed attuali.
Un saluto
Dott.ssa Eugenia Alessio
Psicologa clinica e Criminologa
Un saluto
Dott.ssa Eugenia Alessio
Psicologa clinica e Criminologa
Buongiorno, quanto descrive può essere legato a dinamiche di dipendenza affettiva, in cui la paura di perdere l’affetto degli altri porta a comportamenti eccessivamente legati o controllanti. Questo spesso provoca disagio e difficoltà nel costruire relazioni equilibrate.
Un percorso psicologico può aiutare a comprendere le cause di queste dinamiche, a sviluppare autonomia emotiva e a imparare strategie per instaurare relazioni sane e gratificanti, basate sul rispetto reciproco e sulla fiducia.
Saluti
Dott.ssa Ferraro Silvia
Un percorso psicologico può aiutare a comprendere le cause di queste dinamiche, a sviluppare autonomia emotiva e a imparare strategie per instaurare relazioni sane e gratificanti, basate sul rispetto reciproco e sulla fiducia.
Saluti
Dott.ssa Ferraro Silvia
Salve,
grazie per aver condiviso il suo vissuto. Riconoscere queste dinamiche non è affatto semplice e già questo è un primo passo importante.
Da come descrive la situazione, sembra che nelle relazioni lei sperimenti un forte bisogno di vicinanza e conferma affettiva, che però viene vissuto dagli altri come troppo intenso, portandoli ad allontanarsi. Questo circolo vizioso può effettivamente richiamare alcune caratteristiche della dipendenza affettiva, ma è importante non fermarsi alle etichette.
Per affrontare questa difficoltà prima di tutto sarebbe importante capire da dove nasce questa necessità di essere sempre rassicurata e cosa rappresenta per lei il legame con l’altro. Può essere utile anche lavorare sull’autostima per imparare a sentire di avere valore anche al di fuori del riconoscimento degli altri.
Un percorso psicologico può aiutarla concretamente a comprendere l’origine di queste dinamiche e a trovare modalità più serene e mature di vivere le relazioni.
Resto a disposizione.
grazie per aver condiviso il suo vissuto. Riconoscere queste dinamiche non è affatto semplice e già questo è un primo passo importante.
Da come descrive la situazione, sembra che nelle relazioni lei sperimenti un forte bisogno di vicinanza e conferma affettiva, che però viene vissuto dagli altri come troppo intenso, portandoli ad allontanarsi. Questo circolo vizioso può effettivamente richiamare alcune caratteristiche della dipendenza affettiva, ma è importante non fermarsi alle etichette.
Per affrontare questa difficoltà prima di tutto sarebbe importante capire da dove nasce questa necessità di essere sempre rassicurata e cosa rappresenta per lei il legame con l’altro. Può essere utile anche lavorare sull’autostima per imparare a sentire di avere valore anche al di fuori del riconoscimento degli altri.
Un percorso psicologico può aiutarla concretamente a comprendere l’origine di queste dinamiche e a trovare modalità più serene e mature di vivere le relazioni.
Resto a disposizione.
Salve, grazie per aver condiviso con tanta sincerità il suo vissuto.
Quando ci si lega molto intensamente a qualcuno, con la paura di non essere ricambiati, può accadere di mettere in atto comportamenti che, pur nascendo dal desiderio di vicinanza, finiscono per produrre l’effetto opposto: distanza, incomprensione, solitudine.
Capisco il dubbio che si pone sulla “dipendenza affettiva”, ma da un messaggio non è possibile ridurre un’esperienza così complessa a una definizione precisa. Ogni storia personale ha le sue radici e le sue sfumature, che meritano di essere comprese con attenzione. Più che pensare a un’etichetta, può essere utile interrogarsi su come funzionano i suoi rapporti, su ciò che oggi le procura sofferenza e su ciò che invece desidererebbe vivere.
Un’esplorazione di questo tipo non può avvenire da soli: richiede uno spazio sicuro e protetto, come quello di un percorso terapeutico, in cui portare le proprie esperienze, dar loro voce e costruire, passo dopo passo, modalità più serene ed equilibrate di vivere le relazioni.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Fortuna
Quando ci si lega molto intensamente a qualcuno, con la paura di non essere ricambiati, può accadere di mettere in atto comportamenti che, pur nascendo dal desiderio di vicinanza, finiscono per produrre l’effetto opposto: distanza, incomprensione, solitudine.
Capisco il dubbio che si pone sulla “dipendenza affettiva”, ma da un messaggio non è possibile ridurre un’esperienza così complessa a una definizione precisa. Ogni storia personale ha le sue radici e le sue sfumature, che meritano di essere comprese con attenzione. Più che pensare a un’etichetta, può essere utile interrogarsi su come funzionano i suoi rapporti, su ciò che oggi le procura sofferenza e su ciò che invece desidererebbe vivere.
Un’esplorazione di questo tipo non può avvenire da soli: richiede uno spazio sicuro e protetto, come quello di un percorso terapeutico, in cui portare le proprie esperienze, dar loro voce e costruire, passo dopo passo, modalità più serene ed equilibrate di vivere le relazioni.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Fortuna
Buongiorno, le consapevolezze che ha sviluppato mi sembrano già un buon punto di partenza. Questi atteggiamenti hanno radici profonde, un percorso con un professionista potrebbe aiutarla.
Buongiorno, la ringrazio per la domanda.
Comprendo la sua situazione e ci sono parole che mi colpiscono come "accattivarmi il loro affetto" "mi lego morbosamente alle persone".
Non posso dirle che si tratti di dipendenza affettiva da ciò che lei mi racconta in quanto avrei necessità di avere più informazioni, al tempo stesso le dico che attribuirle questa etichetta non è nemmeno il punto su cui credo ci si debba soffermare. Questo perché etichettarla come tale la ridurrebbe esclusivamente alla dimensione della dipendenza affettiva ed io credo che dietro ci sia molto altro.
Un percorso psicologico potrebbe aiutare a comprendere il suo stare e il proprio sentire ed eventualmente focalizzarsi su che cosa succede in lei quando si trova in relazione con le altre persone.
Grazie
Comprendo la sua situazione e ci sono parole che mi colpiscono come "accattivarmi il loro affetto" "mi lego morbosamente alle persone".
Non posso dirle che si tratti di dipendenza affettiva da ciò che lei mi racconta in quanto avrei necessità di avere più informazioni, al tempo stesso le dico che attribuirle questa etichetta non è nemmeno il punto su cui credo ci si debba soffermare. Questo perché etichettarla come tale la ridurrebbe esclusivamente alla dimensione della dipendenza affettiva ed io credo che dietro ci sia molto altro.
Un percorso psicologico potrebbe aiutare a comprendere il suo stare e il proprio sentire ed eventualmente focalizzarsi su che cosa succede in lei quando si trova in relazione con le altre persone.
Grazie
Salve,
Da quello che racconta sembra che le relazioni per lei siano fonte di desiderio ma anche di fatica. infatti, da un lato sente un forte bisogno di vicinanza, dall’altro prova la delusione di sentirsi tenuta a distanza. Non è facile convivere con questa sensazione. Non posso dire con certezza se si tratti di dipendenza affettiva, ma di sicuro è un tema che porta con sé dolore e che merita attenzione. In questi casi, un percorso di supporto psicologico può essere molto utile per esplorare più a fondo le sue esperienze, capire da dove nasce questa dinamica e trovare modi nuovi e più sereni per stare in relazione con gli altri. Il fatto che si stia interrogando e che abbia messo in parole ciò che vive è un passo importante.
Da quello che racconta sembra che le relazioni per lei siano fonte di desiderio ma anche di fatica. infatti, da un lato sente un forte bisogno di vicinanza, dall’altro prova la delusione di sentirsi tenuta a distanza. Non è facile convivere con questa sensazione. Non posso dire con certezza se si tratti di dipendenza affettiva, ma di sicuro è un tema che porta con sé dolore e che merita attenzione. In questi casi, un percorso di supporto psicologico può essere molto utile per esplorare più a fondo le sue esperienze, capire da dove nasce questa dinamica e trovare modi nuovi e più sereni per stare in relazione con gli altri. Il fatto che si stia interrogando e che abbia messo in parole ciò che vive è un passo importante.
Salve,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità ciò che prova: riconoscere queste difficoltà non è affatto semplice ed è già un passo importante. Da quello che descrive sembra che ci sia un forte bisogno di vicinanza e di conferme, che a volte può rendere complicato vivere le relazioni in modo sereno.
Affrontare questi vissuti significa lavorare sul rafforzare la propria autostima e trovare modalità più equilibrate per stare in relazione con gli altri. Un percorso di sostegno psicologico può aiutarla molto in questo senso.
Io sono disponibile ad accompagnarla, se lo desidera, per esplorare meglio insieme queste dinamiche e costruire gradualmente legami più soddisfacenti.
Un caro saluto
Dott.ssa Barcella
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità ciò che prova: riconoscere queste difficoltà non è affatto semplice ed è già un passo importante. Da quello che descrive sembra che ci sia un forte bisogno di vicinanza e di conferme, che a volte può rendere complicato vivere le relazioni in modo sereno.
Affrontare questi vissuti significa lavorare sul rafforzare la propria autostima e trovare modalità più equilibrate per stare in relazione con gli altri. Un percorso di sostegno psicologico può aiutarla molto in questo senso.
Io sono disponibile ad accompagnarla, se lo desidera, per esplorare meglio insieme queste dinamiche e costruire gradualmente legami più soddisfacenti.
Un caro saluto
Dott.ssa Barcella
Salve,
quello che descrivi può effettivamente richiamare alcune dinamiche di dipendenza affettiva, in cui il bisogno di vicinanza diventa così forte da compromettere la serenità e l’equilibrio nelle relazioni. È importante sapere che non sei sola e che questo tipo di difficoltà può essere affrontato con successo.
Un percorso psicoterapeutico mirato, supportato dall’ipnosi clinica, aiuta a rafforzare l’autostima, a costruire relazioni più sane e a liberarsi da quei meccanismi che alimentano sofferenza e senso di distanza.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Gagliano – Psicoterapeuta e Ipnoterapeuta
quello che descrivi può effettivamente richiamare alcune dinamiche di dipendenza affettiva, in cui il bisogno di vicinanza diventa così forte da compromettere la serenità e l’equilibrio nelle relazioni. È importante sapere che non sei sola e che questo tipo di difficoltà può essere affrontato con successo.
Un percorso psicoterapeutico mirato, supportato dall’ipnosi clinica, aiuta a rafforzare l’autostima, a costruire relazioni più sane e a liberarsi da quei meccanismi che alimentano sofferenza e senso di distanza.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Gagliano – Psicoterapeuta e Ipnoterapeuta
Gentile Utente, legarsi morbosamente alle persone può certo indicare una dipendenza affettiva, uno stato in cui la persona sviluppa attaccamento eccessivo verso un altro, trascurando i propri bisogni e identificando la propria felicità nel prossimo. In genere, chi soffre di questa condizione, richiede continua vicinanza, contatto e rassicurazione. Questo può tramutarsi in una richiesta ossessiva e pressante che la persona, oggetto di interesse, non è in grado di sostenere creando un senso di soffocamento. Inoltre, l'atteggiamento di esclusività e possesso mette a dura prova la pazienza degli altri. La dipendenza affettiva favorisce, in questo senso, un circolo vizioso: si trascurano i propri bisogni per non far arrabbiare l'altro e si agisce in modo autosabotante, minando la propria autostima e la stabilità della relazione. E' per questo motivo che alla fine si ottiene l'effetto contrario. Il problema può essere affrontato rivolgendosi ad uno psicoterapeuta per comprendere le cause profonde e l'origine della difficoltà, sviluppare strategie efficaci e lavorare sull'austostima. E' importante che lei impari a vivere le relazioni in modo libero e autentico, secondo i principi dell'indipendenza emotiva. Un caro saluto.
Buongiorno,
quello che descrive sembra molto vicino a ciò che viene definito dipendenza affettiva, ossia una modalità relazionale in cui il proprio benessere emotivo dipende in modo eccessivo dall’attenzione, dall’affetto o dalla presenza degli altri. Le persone che ne soffrono spesso temono il rifiuto, cercano continuamente conferme e possono mettere in atto comportamenti eccessivi o di accaparramento affettivo, ottenendo però spesso l’effetto contrario: gli altri si distanziano.
Affrontare la dipendenza affettiva richiede un percorso graduale di consapevolezza e lavoro su sé stessi. È utile imparare a riconoscere i propri schemi relazionali, capire da dove nascono paure e insicurezze, e sviluppare strumenti per gestire l’ansia legata al rifiuto. Lavorare sull’autostima, sul senso di sé e sulla capacità di tollerare la solitudine senza sentirsi “in pericolo” è centrale.
Un percorso psicologico mirato può aiutarla a: capire i propri schemi emotivi e comportamentali, sviluppare relazioni più equilibrate e sicure, e sperimentare gradualmente modi diversi di legarsi agli altri senza sentirsi dipendente dal loro affetto. Tecniche di ristrutturazione cognitiva, mindfulness emotiva e esercizi di assertività relazionale possono essere particolarmente efficaci.
Resto a disposizione per valutare insieme un possibile percorso psicologico per può aiutarla a costruire relazioni più sane e soddisfacenti, basate su rispetto reciproco e autonomia emotiva.
Cordialmente
quello che descrive sembra molto vicino a ciò che viene definito dipendenza affettiva, ossia una modalità relazionale in cui il proprio benessere emotivo dipende in modo eccessivo dall’attenzione, dall’affetto o dalla presenza degli altri. Le persone che ne soffrono spesso temono il rifiuto, cercano continuamente conferme e possono mettere in atto comportamenti eccessivi o di accaparramento affettivo, ottenendo però spesso l’effetto contrario: gli altri si distanziano.
Affrontare la dipendenza affettiva richiede un percorso graduale di consapevolezza e lavoro su sé stessi. È utile imparare a riconoscere i propri schemi relazionali, capire da dove nascono paure e insicurezze, e sviluppare strumenti per gestire l’ansia legata al rifiuto. Lavorare sull’autostima, sul senso di sé e sulla capacità di tollerare la solitudine senza sentirsi “in pericolo” è centrale.
Un percorso psicologico mirato può aiutarla a: capire i propri schemi emotivi e comportamentali, sviluppare relazioni più equilibrate e sicure, e sperimentare gradualmente modi diversi di legarsi agli altri senza sentirsi dipendente dal loro affetto. Tecniche di ristrutturazione cognitiva, mindfulness emotiva e esercizi di assertività relazionale possono essere particolarmente efficaci.
Resto a disposizione per valutare insieme un possibile percorso psicologico per può aiutarla a costruire relazioni più sane e soddisfacenti, basate su rispetto reciproco e autonomia emotiva.
Cordialmente
Buona sera, non so se parlerei di dipendenza affettiva (sul tema di sarebbe da fare un approfondimento appropriato), però quello che incuriosirebbe una sistemica relazionale quale sono è fare un'indagine per capire le origini di questa visione che oggi le causa molto dolore. Solitamente i nostri funzionamenti nascono per osservazione e risposta che può essere aderente, opposta o trasformativa. Questo lo si può scoprire in un percorso di psicoterapia.
Gentile utente, buongiorno, e grazie della condivisione.
Capisco il suo bisogno di risposte e certezze, deve essere disorientante e spaventoso vivere una situazione dove si vorrebbe costruire un legame affettivo ma ci si sente continuamente rifiutati.
Purtroppo è impossibile dirle se si tratti di dipendenza affettiva o meno, basandosi solamente su queste poche righe.
Le consiglio caldamente di rivolgersi ad uno specialista, psicologo e/o psicoterapeuta. In questo modo potrà approfondire queste tematiche, dando loro il tempo e lo spazio che richiedono per essere pienamente comprese, in modo che nel tempo lei possa migliorare la qualità delle sue relazioni e la sua soddisfazione personale.
Le auguro una buona giornata, cordiali saluti, dott. Niccolò Orsi Bandini.
Capisco il suo bisogno di risposte e certezze, deve essere disorientante e spaventoso vivere una situazione dove si vorrebbe costruire un legame affettivo ma ci si sente continuamente rifiutati.
Purtroppo è impossibile dirle se si tratti di dipendenza affettiva o meno, basandosi solamente su queste poche righe.
Le consiglio caldamente di rivolgersi ad uno specialista, psicologo e/o psicoterapeuta. In questo modo potrà approfondire queste tematiche, dando loro il tempo e lo spazio che richiedono per essere pienamente comprese, in modo che nel tempo lei possa migliorare la qualità delle sue relazioni e la sua soddisfazione personale.
Le auguro una buona giornata, cordiali saluti, dott. Niccolò Orsi Bandini.
Quello che racconti ha molte delle caratteristiche della dipendenza affettiva: bisogno intenso dell’altro, paura del rifiuto, comportamenti ansiogeni e auto-sabotanti nella relazione. Non è una “colpa” o un difetto di carattere, ma spesso l’effetto di insicurezze profonde, legate a bisogni affettivi non riconosciuti o non soddisfatti. In questi casi, un percorso psicoterapeutico integrato con la mindfulness può essere molto utile per riconoscere e trasformare questi schemi relazionali. Se senti che è il momento di prenderti cura di questo aspetto, possiamo iniziare insieme questo lavoro.
Capisco quanto questa situazione possa farLa soffrire e quanto sia difficile sentirsi respinta quando si desidera solo creare legami autentici. Quello che descrive può effettivamente avere caratteristiche di dipendenza affettiva, ovvero un bisogno intenso di approvazione e vicinanza che, pur partendo dal desiderio di affetto, finisce per generare sofferenza e distanza.
Affrontarla richiede un lavoro di consapevolezza e di rafforzamento dell’autostima e dei propri confini emotivi, percorsi che possono essere sostenuti efficacemente con un aiuto psicologico mirato.
Se lo desidera, possiamo fissare un colloquio conoscitivo, anche online, per esplorare insieme queste dinamiche e comprendere come iniziare a costruire relazioni più equilibrate e soddisfacenti.
Dott.ssa Greta Pisano
Psicologa e Psicoterapeuta
Affrontarla richiede un lavoro di consapevolezza e di rafforzamento dell’autostima e dei propri confini emotivi, percorsi che possono essere sostenuti efficacemente con un aiuto psicologico mirato.
Se lo desidera, possiamo fissare un colloquio conoscitivo, anche online, per esplorare insieme queste dinamiche e comprendere come iniziare a costruire relazioni più equilibrate e soddisfacenti.
Dott.ssa Greta Pisano
Psicologa e Psicoterapeuta
Cara,
quando descrivi questo modo di “legarti troppo” e di cercare affetto con gesti che poi ti fanno sentire ancora più lontana dagli altri, non stai solo parlando di amicizia: stai raccontando qualcosa del modo in cui ti senti nella relazione, del bisogno di essere vista, scelta, rassicurata… e della paura profonda di non esserlo mai abbastanza.
È comprensibile che ti venga da domandarti se si tratti di dipendenza affettiva, ma spesso — più che un’etichetta — è utile leggere ciò che accade come l’esito di antichi movimenti interni:
un bisogno intenso, quasi infantile, di essere tenuta vicino; il timore che, se non fai qualcosa per “meritare” l’affetto, l’altro possa scomparire; la sensazione di doversi conquistare il posto che vorresti occupare spontaneamente.
Non c’è nulla di “stupido” in questi tentativi: sono modi che un tempo, forse, ti sono serviti per non sentirti sola o per tenere qualcuno accanto. Ma oggi sembrano trasformarsi in un boomerang, perché gli altri percepiscono quella richiesta come eccessiva e si allontanano, confermando proprio la tua paura più grande.
Il punto, però, non è correggere i comportamenti dall’esterno:
è comprendere da dove nasce questo bisogno così forte.
Senza questa comprensione, continuerà a riproporsi con volti diversi.
Un percorso psicologico, soprattutto se di impronta analitica, ti offrirebbe uno spazio dove esplorare con calma queste dinamiche, riconoscere il “copione” che si ripete e dare finalmente voce alla parte di te che teme l’abbandono e cerca presenza in modo ansioso. Non per cambiare chi sei, ma per liberarti da quel nodo che ti fa agitare e trattenere, invece che incontrare davvero l’altro.
E in questa esplorazione qualcosa può trasformarsi: quando inizi a sentirti più solida dentro, il bisogno di “accattivarti” affetto diminuisce, e le relazioni — proprio per questo — diventano più autentiche, più respirabili, più sane.
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
quando descrivi questo modo di “legarti troppo” e di cercare affetto con gesti che poi ti fanno sentire ancora più lontana dagli altri, non stai solo parlando di amicizia: stai raccontando qualcosa del modo in cui ti senti nella relazione, del bisogno di essere vista, scelta, rassicurata… e della paura profonda di non esserlo mai abbastanza.
È comprensibile che ti venga da domandarti se si tratti di dipendenza affettiva, ma spesso — più che un’etichetta — è utile leggere ciò che accade come l’esito di antichi movimenti interni:
un bisogno intenso, quasi infantile, di essere tenuta vicino; il timore che, se non fai qualcosa per “meritare” l’affetto, l’altro possa scomparire; la sensazione di doversi conquistare il posto che vorresti occupare spontaneamente.
Non c’è nulla di “stupido” in questi tentativi: sono modi che un tempo, forse, ti sono serviti per non sentirti sola o per tenere qualcuno accanto. Ma oggi sembrano trasformarsi in un boomerang, perché gli altri percepiscono quella richiesta come eccessiva e si allontanano, confermando proprio la tua paura più grande.
Il punto, però, non è correggere i comportamenti dall’esterno:
è comprendere da dove nasce questo bisogno così forte.
Senza questa comprensione, continuerà a riproporsi con volti diversi.
Un percorso psicologico, soprattutto se di impronta analitica, ti offrirebbe uno spazio dove esplorare con calma queste dinamiche, riconoscere il “copione” che si ripete e dare finalmente voce alla parte di te che teme l’abbandono e cerca presenza in modo ansioso. Non per cambiare chi sei, ma per liberarti da quel nodo che ti fa agitare e trattenere, invece che incontrare davvero l’altro.
E in questa esplorazione qualcosa può trasformarsi: quando inizi a sentirti più solida dentro, il bisogno di “accattivarti” affetto diminuisce, e le relazioni — proprio per questo — diventano più autentiche, più respirabili, più sane.
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Buongiorno,
prima di tutto voglio dirle che ciò che sta vivendo non la definisce come una persona “sbagliata”. Al contrario, mostra quanto per lei il legame affettivo sia importante e quanto desideri costruire rapporti sinceri e significativi. Il problema non è il suo bisogno di vicinanza, ma il modo in cui questo bisogno oggi si manifesta, perché la espone a sofferenza e la fa sentire rifiutata o messa a distanza.
Da ciò che racconta, potrebbe effettivamente trattarsi di una forma di dipendenza affettiva o, più precisamente, di un attaccamento insicuro. Quando si teme profondamente di perdere le persone a cui si vuole bene, è naturale cercare di conquistarne l’attenzione e l’affetto in ogni modo possibile. Succede però che, proprio perché si ha tanta paura di non essere abbastanza, si tende a “fare troppo”, a mostrarsi iper disponibili o a investire emotivamente più dell’altro. Questo, purtroppo, crea l’effetto opposto: chi le sta vicino percepisce una pressione che lo porta ad allontanarsi, e lei si ritrova nella conferma dolorosa di non essere ricambiata come vorrebbe.
Non significa che lei non meriti affetto, anzi. Significa che oggi le manca la sensazione interiore di valere a prescindere da ciò che gli altri fanno o non fanno. È questa insicurezza di fondo che la spinge a cercare costantemente conferme, nel timore che un minimo segnale di distanza significhi perdita. La buona notizia è che questa modalità non è una condanna, né un destino fisso. Si può cambiare, e molto. Il punto centrale è lavorare sul suo senso di valore personale, sulla capacità di sentirsi stabile e intera anche quando l’altro non è sempre presente o non risponde immediatamente. Allo stesso tempo è importante imparare a costruire relazioni in cui ognuno mantiene i propri spazi, senza che la distanza venga interpretata come un abbandono.
Un percorso psicologico può essere davvero efficace in questi casi, non perché lei sia “da correggere”, ma perché spesso queste dinamiche affondano le radici in esperienze affettive precedenti: storie familiari, relazioni passate, ferite non riconosciute. Portarle alla luce permette di cambiare in modo profondo e duraturo.
La cosa più importante è che lei ha già compiuto un primo passo fondamentale: ha riconosciuto il suo schema relazionale e ne sta parlando con consapevolezza. Questo indica che ha tutte le risorse per trasformare questi legami “morbosi” in rapporti equilibrati, reciproci e sicuri.
Se vuole, possiamo approfondire insieme da dove nasce questa difficoltà e come iniziare, concretamente, a modificarla.
Un saluto,
Dott.ssa Susanna Brandolini
prima di tutto voglio dirle che ciò che sta vivendo non la definisce come una persona “sbagliata”. Al contrario, mostra quanto per lei il legame affettivo sia importante e quanto desideri costruire rapporti sinceri e significativi. Il problema non è il suo bisogno di vicinanza, ma il modo in cui questo bisogno oggi si manifesta, perché la espone a sofferenza e la fa sentire rifiutata o messa a distanza.
Da ciò che racconta, potrebbe effettivamente trattarsi di una forma di dipendenza affettiva o, più precisamente, di un attaccamento insicuro. Quando si teme profondamente di perdere le persone a cui si vuole bene, è naturale cercare di conquistarne l’attenzione e l’affetto in ogni modo possibile. Succede però che, proprio perché si ha tanta paura di non essere abbastanza, si tende a “fare troppo”, a mostrarsi iper disponibili o a investire emotivamente più dell’altro. Questo, purtroppo, crea l’effetto opposto: chi le sta vicino percepisce una pressione che lo porta ad allontanarsi, e lei si ritrova nella conferma dolorosa di non essere ricambiata come vorrebbe.
Non significa che lei non meriti affetto, anzi. Significa che oggi le manca la sensazione interiore di valere a prescindere da ciò che gli altri fanno o non fanno. È questa insicurezza di fondo che la spinge a cercare costantemente conferme, nel timore che un minimo segnale di distanza significhi perdita. La buona notizia è che questa modalità non è una condanna, né un destino fisso. Si può cambiare, e molto. Il punto centrale è lavorare sul suo senso di valore personale, sulla capacità di sentirsi stabile e intera anche quando l’altro non è sempre presente o non risponde immediatamente. Allo stesso tempo è importante imparare a costruire relazioni in cui ognuno mantiene i propri spazi, senza che la distanza venga interpretata come un abbandono.
Un percorso psicologico può essere davvero efficace in questi casi, non perché lei sia “da correggere”, ma perché spesso queste dinamiche affondano le radici in esperienze affettive precedenti: storie familiari, relazioni passate, ferite non riconosciute. Portarle alla luce permette di cambiare in modo profondo e duraturo.
La cosa più importante è che lei ha già compiuto un primo passo fondamentale: ha riconosciuto il suo schema relazionale e ne sta parlando con consapevolezza. Questo indica che ha tutte le risorse per trasformare questi legami “morbosi” in rapporti equilibrati, reciproci e sicuri.
Se vuole, possiamo approfondire insieme da dove nasce questa difficoltà e come iniziare, concretamente, a modificarla.
Un saluto,
Dott.ssa Susanna Brandolini
Buonasera, posso comprendere il suo vissuto e mi dispiace che sperimenti spesso la sensazione di non essere ricambiata e di essere tenuta a distanza. Lei scrive di legarsi “morbosamente” alle persone: come mai, secondo lei, sente il bisogno di creare legami così intensi? Quali bisogni profondi potrebbero essere soddisfatti da questo tipo di attaccamento? Mi domando anche come si sentirebbe se potesse vivere un rapporto meno morboso, più equilibrato e reciproco: proverebbe sollievo, paura, solitudine o altre sensazioni? E quando riceve affetto dagli altri, che cosa succede dentro di lei? Si sente rassicurata, vista, riconosciuta? Al contrario, quando percepisce di non avere quell’affetto, cambia la sua rappresentazione di sé, il modo in cui valuta il suo valore personale? Lei scrive di sentirsi tenuta a distanza. Potrebbe essere che, percependo da parte sua un bisogno molto forte di vicinanza, l’altra persona cerchi istintivamente di “regolare” la distanza nel rapporto? Questo non necessariamente significa mancanza di affetto: potrebbe semplicemente essere che l’altro non ha lo stesso bisogno di un rapporto così stretto, pur volendole bene. È importante distinguere tra il sentirsi rifiutata (una sensazione soggettiva) e l’essere effettivamente rifiutata. Le chiederei inoltre: qual è, per lei, la minaccia percepita nel non avere una relazione molto intensa? Che cosa potrebbe accadere, secondo lei, se il rapporto fosse più equilibrato? A volte dietro questi legami possono esserci timori profondi legati all’abbandono, alla solitudine o al valore personale. Riguardo alla sua domanda, da queste poche righe non si può fare una diagnosi, ma sicuramente potrebbe esserci una difficoltà nelle relazioni interpersonali, che si manifesta attraverso il legarsi in modo molto intenso, il bisogno di accattivarsi l’affetto e la sensazione frequente di non essere ricambiata come desidererebbe. Un percorso psicologico o psicoterapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio l’origine di questi bisogni, a sviluppare modalità più equilibrate di entrare in relazione e a costruire rapporti che la facciano sentire sicura, rispettata e realmente vista. Prendersi cura di sé, anche attraverso una richiesta come la sua, è già un passo molto importante. Dott.ssa Chiara Avelli
Buongiorno,
lei è andata molto vicina al problema: la dipendenza affettiva ha anche queste caratteristiche di morbosità da lei descritte. Un aiuto di un professionista, magari specializzato in questo tipo di dipendenze, la potrà aiutare e sostenere nella ricerca di una soluzione.
Cordiali saluti.
lei è andata molto vicina al problema: la dipendenza affettiva ha anche queste caratteristiche di morbosità da lei descritte. Un aiuto di un professionista, magari specializzato in questo tipo di dipendenze, la potrà aiutare e sostenere nella ricerca di una soluzione.
Cordiali saluti.
Buongiorno, grazie per aver condiviso qualcosa di così personale.
Quello che descrive può succedere quando c’è un forte bisogno di sentirsi voluti bene e, per paura di perdere l’altro, si finisce per legarsi in modo molto intenso o per cercare conferme continue. In questi casi potrebbe esserci, più in generale, un modo insicuro di vivere le relazioni e, spesso, questi meccanismi potrebbero nascere da esperienze passate e si riattivano proprio con le persone per noi importanti.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere l’origine di questi legami così forti, a costruirne più equilibrati e sereni e anche a lavorare, contestualmente, sull’autostima e sui confini relazionali.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Santoni – Psicologa
Quello che descrive può succedere quando c’è un forte bisogno di sentirsi voluti bene e, per paura di perdere l’altro, si finisce per legarsi in modo molto intenso o per cercare conferme continue. In questi casi potrebbe esserci, più in generale, un modo insicuro di vivere le relazioni e, spesso, questi meccanismi potrebbero nascere da esperienze passate e si riattivano proprio con le persone per noi importanti.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere l’origine di questi legami così forti, a costruirne più equilibrati e sereni e anche a lavorare, contestualmente, sull’autostima e sui confini relazionali.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Santoni – Psicologa
Buonasera,
quello che descrive può effettivamente richiamare alcuni aspetti della dipendenza affettiva: quando si sente il bisogno intenso dell’altro, si teme di non essere ricambiati e si mettono in atto comportamenti che, pur nati dal desiderio di vicinanza, finiscono per creare distanza.
Non è un segno di debolezza, ma di un bisogno emotivo profondo che merita attenzione.
Lavorare in terapia su autostima, confini personali e modalità relazionali aiuta molto a costruire rapporti più sani e sicuri. È un percorso che porta gradualmente a sentirsi meno dipendenti dagli altri e più stabili dentro di sé.
Se se la sente, questo potrebbe essere un ottimo punto di partenza.
quello che descrive può effettivamente richiamare alcuni aspetti della dipendenza affettiva: quando si sente il bisogno intenso dell’altro, si teme di non essere ricambiati e si mettono in atto comportamenti che, pur nati dal desiderio di vicinanza, finiscono per creare distanza.
Non è un segno di debolezza, ma di un bisogno emotivo profondo che merita attenzione.
Lavorare in terapia su autostima, confini personali e modalità relazionali aiuta molto a costruire rapporti più sani e sicuri. È un percorso che porta gradualmente a sentirsi meno dipendenti dagli altri e più stabili dentro di sé.
Se se la sente, questo potrebbe essere un ottimo punto di partenza.
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