Dr.
Domenico Cimino
Psicoterapeuta,
Psicologo
Psicologo clinico
Altro
Riccione 2 indirizzi
Esperienze
Riceve a Riccione in Via Spontini 1 e a Rimini in Via Roma 7 presso Il Centro Lacaniano di Psicoanalisi Applicata, di cui è membro.
Aree di competenza principali:
- Psicologia clinica
- Psicoterapia
- Psicoanalisi
Indirizzi (3)
Disponibilità
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Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Viale Gaspare Spontini 1, Riccione
Disponibilità
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Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Via Roma 7, Rimini
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Pazienti accettati
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Prestazioni e prezzi
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Colloquio psicologico clinico
Da 60 € -
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Psicoterapia
Da 60 € -
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Colloquio psicologico
Da 60 € -
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Consulenza online
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Psicoterapia individuale
Da 60 € -
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Recensioni
7 recensioni
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M
M. M.
Ho iniziato la psicoterapia con il dottore un anno fa e mi sto trovando molto bene, è preparato, disponibile e professionale. Ho superato i blocchi causati dall' ansia e sto affrontando problemi che mi portavo dentro da diverso tempo. Super consiglato!
• Studio Privato di Rimini • psicoterapia •
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A
Adriana
Mi trovo bene, riesco ad esprimermi senza sentirmi giudicata. Grazie
• Studio Privato di Riccione • psicoterapia •
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L
L.G.
Ho intrapreso questo percorso da più di due mesi e mi trovo molto bene. Sono contento della scelta fatta. Persona competente, empatica e preparata. Grazie
• Studio Privato di Riccione • psicoterapia •
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E
E.T.
Da quando vado dal dottor Cimino la mia vita è migliorata. Mi sono sentito accolto e ascoltato. Lo consiglio a tutti!
• Studio Privato di Riccione • psicoterapia •
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V
V.G.
ottima professionalità ed efficacia del trattamento psicoterapeutico, domande effettuate nel modo e nel momento giusto.
• RICCIONE • psicoterapia •
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M
M. Grazia C.
Molto preparato, serio e professionale. Grande empatia, mette a propio agio. Mi ha aiutato tantissimo a risolvere il mio problema in modo impeccabile e preciso...lo consiglio vivamente!
• RICCIONE • consulenza psicologica •
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A
Angela
Ho contattato il dott Cimino per un problema di ansia che mi impediva di vivere serenamente il rapporto con mio marito e anche sul lavoro. Mi sono trovata bene sin da subito riuscendo a parlare senza freni.lo consiglio a tutti coloro che come me vivono una situazione difficile.
• RICCIONE • colloquio psicologico •
Risposte ai pazienti
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve. Ho 45 anni e non riesco a costruire nessun sano rapporto di amicizia. Mi lego morbosamente alle persone a cui voglio bene e cerco nei modi più infantili e stupidi di accattivarmi il loro affetto, ottenendo come risultato di non sentirmi ricambiata, anzi, di sentirmi tenuta a debita distanza. Potrebbe trattarsi di dipendenza affettiva? Come affrontarla? Grazie
Buona sera, da quello che scrive mi sembra di capire che questa situazione spiacevole, in cui si lega in un certo modo alle persone a cui vuole bene ottenendo di non sentirsi ricambiata, si ripete da qualche tempo.
Freud aveva ipotizzato nella ripetizione di situazioni spiacevoli in cui abbiamo una certa responsabilità, l'implicazione di fattori inconsci. Come le è già stato suggerito la questione che lei pone, al di là delle categorie diagnostiche, potrebbe essere un buon punto di partenza per incontrare uno psicologo.
In bocca al lupo!
Salve
Sono una ragazza di 28 anni, ho iniziato a soffrire di attacchi di ansia e panico da quando avevo 15 anni. All'epoca andai da uno psichiatra che mi prescrisse Xanax in gocce e Cipralex (ora non ricordo le dosi), e non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Tramite l'aiuto del mio medico curante abbiamo scalato tutto, e contemporaneamente ho iniziato un percorso con una psicologa. Il percorso è durato diversi anni, con discontinuità: quando vedevo che iniziavo a stare bene, mollavo. Quando ricominciavo a stare male, ricercavo la psicologa e lei è sempre stata disponibile ad accogliermi. Ho fatto grandissimi passi avanti da quando iniziai la psicoterapia, ma anche tanti passi indietro soprattutto quando lasciavo. Non avevo più problemi di ansia, nel senso che sì chiaramente è sempre rimasta ma ho imparato a gestirla e usarla nel giusto modo, ho imparato a gestire le mie emozioni.
Negli ultimi due anni avevo preso una brutta dipendenza dall'alcol, arrivando a pesare 120 kg. Bevevo di sera, quando i pensieri si facevano più insistenti. E mi aiutava a pensare meno. Questo mi ha non solo dato problemi a livello fisico per via dell'aumento di peso, ma soprattutto a livello psicologico perché cercavo di scacciare i pensieri negativi, mi dicevo "vabbè stasera bevo e non ci penso, se ne parla domani". Questo mio continuo procrastinare e cercare di godermi il momento senza pensare alle conseguenze, ha fatto riemergere i miei problemi di ansia. La mia ormai vecchia psicologa, ha deciso di non seguirmi più dopo diversi tentativi nel cercare di riportarmi sulla retta via, nonostante io abbia fatto dei passi enormi allontanandomi dall'alcol da sola. Ho smesso di bere 11 mesi fa e non ho più toccato nemmeno un goccio. Mi sono messa a dieta e ho perso 40 kg da Febbraio. Ma nonostante questo ha deciso di non seguirmi più perché continuavo a ricadere nel mio loop del "mi godo il momento e alle conseguenze ci penso dopo", sotto altri aspetti. Il lavoro ad esempio.
Sono sempre stata una ragazza responsabile, lavoro e vivo da sola da quando avevo 18 anni. E sul lavoro sono sempre stata precisa, puntuale, e mi assentavo solo se ero davvero impossibilitata. Anzi, delle volte sono andata anche con la febbre pur di non saltare un giorno.
Invece negli ultimi tempi, la mattina mi svegliavo, mi dicevo "ho paura di andare a lavoro, quindi resto a casa perché mi sento al sicuro". Da considerare il fatto che ho passato un inverno a casa in disoccupazione perché non riuscivo nemmeno ad andare al supermercato, figuriamoci lavorare. Poi, a maggio, ho deciso di ricominciare. Lavoro in un call center, non è il lavoro dei miei sogni ma mi permette di sopravvivere. Non sono diplomata né laureata, quindi in questi anni mi sono sempre dovuta accontentare di lavori precari come questo, oppure nella ristorazione.
Detto tutto questo, la mia ansia da diversi mesi è aumentata a dismisura. Soprattutto da quando ho lasciato il percorso con la psicologa per sua scelta..
Sono andata dal dottore e mi ha prescritto Tavor. Inizialmente ero molto spaventata nel prenderlo per diversi motivi; avevo paura di un possibile effetto paradosso, ho paura di diventarne dipendente. Poi l'ho iniziato, il 16 settembre. la mattina e la sera, come mi ha prescritto il dottore. Oggi siamo al 13 ottobre, è passato quasi un mese. Ho visto dei miglioramenti, non ho più avuto attacchi di ansia o panico. Ma agitazione sì. Quella mi accompagna per tutto il giorno. E da ieri pomeriggio, è ricomparsa ansia forte, come prima di iniziare il farmaco, e non sono riuscita nemmeno a mangiare. L'ansia forte mi chiude lo stomaco e a volte mi è capitato di stare anche giorni interi senza mangiare. Con il farmaco invece avevo ripreso a mangiare, andavo tranquilla a lavoro, e non facevo più fatica ad addormentarmi. Però ripeto, da ieri pomeriggio è tornata forte, con pensieri negativi annessi ovviamente e mi sembra di stare impazzendo.
Vorrei intraprendere un nuovo percorso con un'altra/o professionista, ma ho tanti dubbi tra i quali: e se stavolta non riuscirò ad uscirne? E se incappassi nello psicologo/a sbagliato/a?
Non ho una situazione economica brillante, quindi non posso nemmeno permettermi delle sedute. Ho fatto richiesta del bonus psicologo, spero me lo accettino in modo tale che almeno sul fronte economico sono più tranquilla.
Dopo tutto questo papiro, e ringrazio chiunque lo abbia letto fino a qui, vorrei porre questa domanda;
le ricadute, si possono riguarire? Tornerò mai come prima? A condurre una vita normale senza questi pensieri che mi devastano e non mi fanno stare con i piedi per terra? Si può tornare a stare bene dopo una ricaduta così?
Vorrei anche stupidamente chiedere quanto tempo ci vorrà, ma so che ogni percorso è diverso e non si può prevedere la durata. Ma sono così tanto spaventata e terrorizzata. Ora nemmeno con il Tavor riesco a stare tranquilla.
Forse dovrei parlarne con il mio dottore che me lo ha prescritto, forse ci vuole un aumento del dosaggio? Altra ansia.. ho paura di doverne avere sempre più bisogno, che il mio corpo si abitui e che ne vorrò sempre di più.
Penso siano preoccupazioni normali, non lo so
So solo che vorrei tornare ad essere quella di almeno due anni fa. E ho paura che stavolta non ci riuscirò
Grazie a tutti per aver letto fino a qui
Buon giorno, ho letto con molta attenzione quanto da lei scritto e, rispetto alle domande che ha posto, mi sembra di capire che, in qualche modo, lei si sia già parzialmente risposta. Sono d'accordo con lei quando dice che non si può prevedere la durata di un percorso e ritengo che sì, si può ripartire dopo una ricaduta. Per quanto riguarda la terapia farmacologica, ne parli con il suo medico o con il precedente psichiatra e cerchi, insieme a lui/lei, di trovare il farmaco e il dosaggio più adatto alla sua situazione. Non posso esprimermi sulla decisione del suo precedente psicologo di interrompere la cura, ma le consiglio di cercare un altro psicoterapeuta con cui iniziare un'altra terapia, se ci sono difficoltà economiche, lo faccia presente, molti professionisti cercano, nei limiti del possibile, di andare incontro alle esigenze dei propri pazienti. In bocca al lupo!
Domenico Cimino
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