Esperienze



Aree di competenza principali:
- Psicoanalisi
- Psicoterapia
- Arteterapia
Indirizzi (2)
Via Ponte Pietra, 3, Verona
Disponibilità
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Disponibilità
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Prestazioni e prezzi
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Consulenza online
50 € -
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Psicoterapia
70 € -
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Primo colloquio adolescente
70 € -
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Primo colloquio psicologico
70 € -
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Sostegno psicologico
70 € -
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Recensioni
3 recensioni
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I
I. DG.
Sono ormai due mesi che ho iniziato il mio percorso di arte terapia individuale con il dottor Campesan, e posso dire con sincerità che il mio cammino di crescita sta prendendo una direzione inaspettata, profonda e trasformativa.
Liberare le emozioni attraverso un pennello o una matita e vederle prendere forma su carta mi permette di portare alla luce parti di me che, con le sole parole, faticavo a riconoscere. Mentre disegno, mi sento libera: posso scegliere se esprimermi a voce o restare immersa nel silenzio della creazione. In ogni caso, il dottor Campesan è lì, presente con delicatezza, attento ai miei bisogni e sempre disponibile ad accogliere ciò che emerge.
Ho desiderato fortemente iniziare un percorso che unisse arte e terapia, ma non avrei mai immaginato di ottenere risultati così profondi in così poco tempo.
Un sincero grazie per accompagnarmi, con professionalità e umanità, in questo viaggio dentro me stessa.
Dott. Pierluigi Campesan
La ringrazio molto e condivido lo stupore che con un pennello e una matita si possa crescere, ma è così! grazie per questa profonda recensione! Cordiali saluti.
-
C
C.G.
Il dott. Campesan è competente, professionale e mette subito il paziente a proprio agio. Contraddistinto per una profonda passione per la propria professione, entra in empatia e ascolta con attenzione per percepire il problema esposto. Il suo studio è molto accogliente. Lo consiglio vivamente.
Dott. Pierluigi Campesan
Accolgo con felicità questo suo riscontro così ricco e sincero, la ringrazio sentitamente e le auguro il meglio per un sereno proseguimento. Grazie.
-
S
Sabrina Monzini
Non è facile chiedere aiuto, ma affidarmi al dottor Campesan è stata una delle scelte migliori che potessi fare : ho trovato uno spazio sicuro in cui parlare liberamente, senza giudizio e sto imparando a guardarmi dentro con più gentilezza. Consiglio questo professionista a chiunque senta il bisogno di ritrovarsi.
Dott. Pierluigi Campesan
La ringrazio molto di questo suo riscontro, l'ho trovato sincero, sentito e veritiero.
Grazie ancora e cordiali saluti.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 14 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno,
io ho 27 anni e soffro da una vita di DOC severo e a volte debilitante e, spero di no, di una forma di ADHD.
Ho avuto rituali spaventosi per tutta la mia vita, ma in buona parte, non so come, li ho superati. Qualcosa rimane e mi provoca fastidio, ma il mio doc principalmente si basa su pensiero ossessivo e rimuginante, e vari altri problemi derivativi da quello. Su cio' credo che siano i farmaci a dover fare il grosso.
So bene, chiaramente, che la terapia di elezione per il Doc è la Congitivo-Comportamentale, ma temo che la sua praticità nel mio caso specifico non sia adeguata.
In generale temo che la Cognitivo sia un eccezionale "tappabuchi", ma se non si vanno ad affrontare i nodi profondi della cosa, non potrò avere risultati stabili e davvero efficaci.
Dunque, sono più orientato per una terapista psico-analitica, che magari potrebbe diagnosticare anche qualcosa di cui al momento sono allo scuro.
Conosco un dottore che fa proprio analisi.
Alcuni mi dicono che risolvere i nodi profondi non porta a un miglioramento del doc mentre altri il contrario.
Vorrei un vostro parere.
Grazie
Buongiorno, il percorso di analisi è un percorso che può sembrare impegnativo, ma è adatto per chi desidera andare oltre la superficie, non accontentandosi di gestire i comportamenti disfunzionali (come nel caso del Doc), ma cercando di capire da dove essi derivino. Quindi, mi sento di dire che è un percorso che potrebbe andare bene per lei, ma che necessita impegno per sentire/vedere dei risultati. Cordiali saluti.

Sono una donna di quasi 37 anni, ho un bambino di quasi 3 anni e mezzo, è l'amore della mia vita e tutto ciò che riesce ancora ad emozionarmi. Il problema è che oltre mio figlio, non riesco a trovare il modo di andare avanti, di realizzarmi come persona, di provare ancora qualcosa; 7 anni fa ho perso mio zio dopo un brutto tumore al cervello, non è servito a niente tentare ogni tipo di cura, è stato sfortunato sotto ogni punto di vista, e tutto quello che poteva andare male, è andato pure peggio delle peggiori aspettative, l'ho visto spegnersi piano piano, nella completa ingiustizia di ciò che gli stava accadendo anche a livello personale, con un ex compagna che non gli dava tregua e ha aspettato che lui perdesse la parola per raccontare bugie su di lui per imbambolare i figli. Mentre mio zio stava male, anche la situazione di mia madre si è aggravata, ha subito diverse amputazioni, e mano mano l'ho vista cambiare, chiedere di morire, l'ho vista spegnersi mentalmente giorno dopo giorno. Sono morti l'uno a distanza di 11 mesi dall'altro, dopo una lentissima devastazione. Dopo qualche anno ho avuto un bambino che è stato un miracolo per me per riportarmi a riassaporare la vita, il problema è che non riesco ad uscire del tutto dal buio in cui sono caduta con la perdita di mio zio e di mia madre, se mio figlio non c'è, io non vivo, anche se lavoro, studio, cerco di intrattenermi, niente mi da soddisfazione, e vivo costantemente nel completo senso di colpa, chiedendomi se avessi potuto fare di più, dicendomi costantemente che se avessi potuto avrei dato io stessa la mia vita per loro. il mio cervello si inceppa è come se non riuscissi ad andare avanti, tutto mi riporta a loro e mi manca il respiro ogni volta, sono passati anni e non riesco più ad emozionarmi, non riesco più a provare nulla per niente e nessuno (fatta eccezione per mio figlio). Mi sono laureata e non ho provato nulla, se non "loro non ci sono", sono diventata mamma e ho sofferto di depressione post parto, rifiutando categoricamente l'aiuto di chiunque perchè io volevo solo essere aiutata da mia madre. Ho un compagno, la famiglia di mia madre che mi è vicina, ma non riesco a provare niente, se non la voglia di andarmene da ogni situazione, e con ciò ho iniziato anche ad avere paura degli spazi stretti, non riesco più a prendere l'ascensore, ad allontanarmi da casa, e quelle volte in cui succede devo raggiungere solo posti vicini in cui ci sia un bagno a disposizione per avere la scusa di staccare un secondo da tutto quello che ho intorno. Non riesco più a godere di niente, sto rovinando il rapporto con le persone che mi sono rimaste, e spesso penso che senso ha vivere così. Nel periodo della depressione post parto ho consultato degli specialisti ma non mi sono sentita capita, e sopratutto non mi sono sentita capita dal mio compagno e ho chiuso la porta alla terapia; però ora mi chiedo, che mi succede? Come posso uscire da tutto questo?
Buongiorno, la serie di lutti che l'hanno colpita ha indubbiamente aperto ad un periodo di depressione personale, di abbassamento dell'umore. La depressione post-partum ne è stata una conseguenza. Attualmente mi pare di aver capito che lei si trova a vivere una crisi di ritiro sociale, forse vicino all'agorafobia. Le posso consigliare, anche se l'ha già provato, un percorso di supporto psicologico che vada ad analizzare da dove nasce questo sua incapacità di provare emozioni positive e il perchè di questo costante e all'apparenza inesorabile declino relazionale. Credo che un percorso di analisi possa esserle d'aiuto, impegnadosi e non spaventandosi del tempo che potrebbe servire, perchè il ritrovare sè stessi o dei nuovi noi stessi è un lavoro che vale la pena di intraprendere. Cordiali saluti.

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