Esperienze



Mi chiamo Gianluigi Torre e sono uno psicologo clinico. Offro supporto a adulti e giovani adulti che attraversano momenti di ansia, stress, difficoltà relazionali o semplicemente sentono il bisogno di ritrovare equilibrio e chiarezza.
Nel mio studio, fisico o virtuale, troverai uno spazio sicuro e accogliente, dove potrai esprimerti liberamente, senza timore di giudizio. Credo profondamente nel valore dell'ascolto empatico e nella costruzione di un percorso terapeutico personalizzato, che rispetti i tuoi tempi e le tue esigenze.
Durante il primo incontro, avremo l'opportunità di conoscerci e valutare insieme il percorso più adatto a te.
Studi a Terracina e Roma (San Giovanni)
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A.T.
Ottimo professionista serio, preparato e molto competente. Può essere considerato un sicuro punto di riferimento professionale per la particolare cura e attenzione che presta nello svolgimento della propria attività lavorativa.
Y.G.
Sono due anni che vado dal dottor Torre e con lui posso parlare di tutto senza vergogna... è una delle poche persone con cui posso aprirmi totalmente e di questo lo ringrazierò sempre
MM
Il dottor Gianluigi Torre si dimostra sin da subito un professionista disponibile e attento, con una forte predisposizione all’ascolto attivo. Tra i suoi punti di forza spicca la capacità di mettere immediatamente a proprio agio le persone, instaurando un rapporto empatico e accogliendo con sensibilità il vissuto di ciascuno.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 152 domande da parte di pazienti di MioDottore
Come si fa ad andare avanti quando ci si rende conto di provare qualcosa per un ragazzo che però è già fidanzato?
Si può dire che per circa 9 mesi abbiamo avuto una sorta di relazione, non ufficiale e non seria, ma eravamo costantemente in contatto e con la voglia che tra noi succedesse qualcosa, che però non è successo. Ora bisogna andare avanti, perché lui non vuole perdere la fidanzata e io non voglio mettermi in mezzo e credo di meritare altro, ma come si fa se i sensi di colpa sono tanti? Se c'è il rimpianto di non aver ceduto alle tentazioni e di rimanere un pò così? Come ci si allontana da qualcuno pur provando qualcosa e non volendo perdere completamente il rapporto?
La tua domanda è intensa e molto umana. Parla di attaccamento, desiderio, confini, e di quella zona grigia in cui spesso ci si ritrova quando una relazione non è né pienamente vissuta né del tutto chiusa.
Provo a restituirti qualche spunto, in punta di piedi:
1. È normale provare confusione e rimpianto.
Quando qualcosa resta “in sospeso”, la mente torna spesso lì, cercando un finale che dia pace. Ma non tutto ciò che sentiamo deve trasformarsi in un’azione o in una relazione. A volte si ama anche solo nel desiderio, nell'immaginazione, e fa comunque male lasciarlo andare.
2. Il senso di colpa può essere un messaggero, non un giudice.
Forse senti colpa per aver sperato, per esserti avvicinata, per aver desiderato qualcosa che metteva in discussione un'altra relazione. Ma ricordati: non hai “rubato” nulla, non hai fatto del male intenzionalmente. Hai semplicemente provato sentimenti. Il senso di colpa, in questo caso, può diventare un invito alla coerenza con i tuoi valori: se senti che meriti chiarezza, autenticità e reciprocità, allora è giusto scegliere una strada diversa, anche se fa male.
3. Allontanarsi non è sempre una scelta "contro" l'altro, ma "per" sé.
Puoi decidere di mettere distanza anche emotiva o comunicativa senza chiudere la porta per sempre. Non significa cancellarlo, ma dare spazio alla tua guarigione. Magari in futuro ci sarà un nuovo equilibrio, ma adesso la priorità sei tu.
4. Il legame esiste, ma non basta.
Può esserci un’affinità forte, uno scambio unico… ma se non c’è la possibilità di viverlo in modo sano e libero, non ti sta nutrendo davvero. Non tutte le connessioni che sentiamo meritano di essere coltivate a ogni costo. Alcune insegnano, altre trasformano, altre bisogna lasciarle andare.
5. "Merito altro" non è solo una frase di conforto.
È un atto di fiducia in te stessa. Ti sei già risposta, quando dici che non vuoi metterti in mezzo e che credi di meritare di più. La parte difficile è accompagnare il cuore a crederci davvero, giorno dopo giorno.

Buongiorno, mio figlio ha 23 anni, lavora e vive da solo. Da alcuni giorni rifiuta praticamente tutti i contatti. Non risponde alle chiamate e ai messaggi. Solamente si fa vedere quando si va a trovarlo, ma non esce di casa da almeno sei giorni. Non si è più presentato al lavoro e non vuole parlare con i suoi datori di lavoro. Purtroppo rifiuta anche di recarsi dal medico e meno ancora di andare da uno psicologo. Ovviamente rifiuta anche di venire da me e meno ancora da sua madre, con la quale peraltro ha un pessimo rapporto. Sinceramente sono molto preoccupato e non so come muovermi. Sono anche una delle pochissime persone, se non l'unico, al quale almeno risponde e/o apre la porta di casa per cui temo, facendo qualcosa che a lui non va, che interrompa anche con me questi pochi contatti. Chiedo vostri cortesi consigli e/o suggerimenti. Grazie mille
Salve.
Grazie per aver condiviso la sua preoccupazione in questo spazio, che è perfettamente comprensibile.
Il suo approccio, attento e rispettoso dei limiti di suo figli, è già un segno importante di sensibilità e lucidità.
Da quanto scrive, ci sono segnali che meritano attenzione:
-Isolamento marcato
-Ritiro dal lavoro
-Chiusura nei confronti dei contatti familiari
-Rifiuto di aiuto medico e psicologico.
Talvolta può essere utile proporre aiuto non come “andare dallo psicologo”, ma come “parlare con qualcuno che può dare un punto di vista esterno, senza giudicare”.
Se rifiuta, può anche chiedergli il permesso di confrontarsi insieme lei con uno psicologo per capire meglio come aiutarlo: è un modo per coinvolgerlo senza costringerlo.
Provi a non insistere troppo con domande dirette o richieste (“perché non esci?”, “devi andare dal medico”), che in questo momento possono peggiorare il ritiro.
Mostri invece presenza affettuosa e non giudicante: portargli qualcosa da mangiare, stare in silenzio con lui, proporgli una passeggiata breve (anche se rifiuta, conta il gesto).
Spero la situazione possa risolversi per il meglio, saluti.

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