Buonasera, ho 28 anni e da diversi mesi ho sviluppato paranoie morbose nei confronti della mia ragaz

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Buonasera, ho 28 anni e da diversi mesi ho sviluppato paranoie morbose nei confronti della mia ragazza.
Il nostro rapporto é nato due anni fa come una semplice amicizia di solo sesso che si é trasformato in pochi mesi in amore, intenso, passionale e folle. Ci ha travolto o mi ha travolto.
É stato ufficializzato dopo circa un anno poiché doveva nascondere questa relazione ad un amico, una persona su cui lei poteva contare, ma che aveva palesemente altri interessi nei suoi confronti e che aveva paura di perdere. Ho passato un anno a nascondermi, a restare in sordina, in questo rapporto conteso tra me e lui. Rapporto su cui lei mi ha sempre rassicurato non ci fosse altro e a cui sostanzialmente ho sempre creduto. Ho accettato facessero vacanza insieme, serate passate in casa perché magari organizzati. Abbiamo peró vissuto il periodo del covid in casa, condividendo quasi ogni giornata insieme. Lei aveva attenzioni nei miei confronti e viceversa. L'ho sentita per me indispensabile. Passato il periodo e rientrando nel mondo della realtà ho cominciato a scontrarmi con i miei problemi, le mie difficoltà. Provavo fastidio alle battutine degli altri, a tutte le persone che la contattassero sui social, alle sue foto su instagram, ma piú che altro al fatto che a differenza mia tenesse la nostra relazione sempre un po' nascosta. Da qui la mia autostima é crollata, ho cominciato a vedere qualsiasi persona di sesso maschile come una minaccia, ad essere diffidente ad ogni sua parola.
Abbiamo avuto diverse discussioni, un giorno sí e l'altro pure sfociate in parole denigratorie, gesti violenti (da parte sua), sceneggiate in pubblico. Spesso le ho ripetuto dovessimo allontanarci ma ad ogni allontanamento é sempre stata lei a tornare da me, per chiarimenti in cui lei magari aveva esagerato ma io dovevo accettare i miei sbagli, il fatto che fossi sempre poco attento alle sue esigenze, al fatto che fossi sempre poco organizzativo nelle nostre uscite quando qualsiasi mia proposta non gli é mai garbata tanto e anche questo diventava motivo di discussione. Ad un certo punto, alienandomi da me stesso, per evitare di discutere, per renderla felice, facendo cose anche oltre le mie possibilità ma ammetto il fatto che lei mi riempisse di regali, che spesso abbiamo diviso uscite o altro.
Ho avuto diversi cambi lavorativi in quest'anno, non mi sento completamente realizzato e forse a lei trasmetto delle insicurezze. Da alcuni mesi a questa parte, comunque ho cominciato a notarla distante, meno affettuosa, ho notato che la passione in noi si é affievolita, ed altre cose che mi hanno portato a pensare che mi tradisse, che non fosse piú felice con me. Ho cominciato cosí ad interrogarmi anche sul mio comportamento, e penso di essere stato per lei presente, ogni giorno, per ogni sua esigenza, condividendo ogni momento, ho avuto sicuramente i miei momenti di "down", ma spesso percepivo anche il fatto che mi sono allontanato da me stesso, dalle amicuzia, dalla famiglia, dalle passioni... Non perché me lo proibisse ma per le dinamiche che si sono create, e tutto ció mi ha portato a spegnermi. Ho cominciato ad interrogarla ogni giorno su cosa c'era che non andasse, discutendo puntualmente, lei mi ha confermato il suo distacco, attribuendolo alla mia possessività, alla mia mania di controllo, alle mie paranoie, ma mi ha sempre giurato di non avermi mai tradito e che se io fossi cambiato lei sarebbe stata diversa.
Ad oggi mi ritrovo che dopo ulteriori litigi le ho detto di allontanarci, che non sono sicuro dei miei sentimenti. Lei si é scusata del suo comportamento ma mi dice che sono petulante e che possiamo riprovarci con piú leggerezza perche siamo stati felici, ma la mia mente non riesce a non essere diffidente nei suoi confronti, e vivo in una costante ansia, nonostante lei cerchi di rassicurarmi.
Credo abbiamo entrambi le nostre colpe ma sono in un loop da cui non riesco ad uscire.
Ciao, immagino che tu ti senta davvero bloccato in questa situazione. Io mi occupo anche di persone con difficoltà simili alle tue e di eventuali percorsi di coppia. Utilizzo un approccio ACT (acceptance and committente therapy), magari puoi dare un'occhiata in giro e vedere se fa al caso tuo. Mi rendo disponibile anche per consulenze online.

Dott. Antonio Zagarese

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Buon pomeriggio, innanzitutto la ringrazio di aver condiviso questa esperienza e mi dispiace molto del disagio che ha espresso. Posso solo provare ad immaginare quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione. A volte capire come andare avanti e identificare la scelta migliore per noi, può non essere affatto semplice, per questo scoprire le nostre modalità di agire e comprendere da dove deriva questo blocco che le impedisce di andare avanti può aiutarla a stare meglio. Le relazioni, sopratutto quelle amorose così intense, sono degli ambiti molto delicati, dove per prendere delle decisioni cosi importanti, bisogna essere consapevoli di tanti aspetti, emotivi ma anche effettivamente pratici. Un obbiettivo di un percorso psicologico, può essere quello di chiarire questa confusione e questa malessere e cercare di trasformarlo in benessere. Una terapia psicologica potrebbe permettergli di conoscersi meglio e di sviluppare delle strategie utili per poter vivere al meglio il presente, costruendo delle basi solide al fine di affrontare in maniera efficace un futuro che a tratti può sembrare angoscioso. Sarebbe uno spazio solo per lei alla scoperta di se stessi. In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicolò
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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto sia significativo ed impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto. Resta a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Buonasera, lei ha 28 anni e mi chiedo se abbia avuto altre relazioni sentimentali ed eventuali convivenze, per cui poter fare un minimo di confronto. Ossia, mi chiederei se questa suo modo di stare in relazione che la sua ragazza definisce "possessivo" è qualcosa che le si innesca ogni volta che entra in una dinamica sentimentale, oppure se veniva elicitato o acuito da questa relazione in particolare. Come può capire, le risposte possono arrivare grazie ad un percorso psicoterapeutico, altrimenti sono solo supposizioni. Mi rendo disponibile anche solo per un colloquio clinico. Un saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buongiorno, comprendo ciò che prova e dalle sue parole non emergono, a mio parere, paranoie morbose (come lei le chiama) ma diffidenze comprensibili, vista la situazione che sta vivendo.
Da ciò che ha scritto emerge una relazione che sin dall'inizio non è stata facile, nonostante questa forte intesa sul piano sessuale che ora, comprensibilmente, si sta affievolendo.
Ha tutta la mia comprensione e la mia vicinanza e resto a disposizione per offrirle aiuto e sostegno.
Un caro saluto
Dott.ssa Vanessa Tribuzi
Gentile Utente, si sente quanto percepisca di essere bloccato all’interno di una dinamica che non riesce a comprendere fino in fondo, diviso tra il legittimarsi nei suoi sentimenti e il sentirsi esageratamente possessivo. Mi sembra ci siano due piani distinti: da un lato c’è che la sua mente sembra faticare a sentire la presenza della sua partner sincera e autentica. Laddove mancano segnali espliciti in questo senso, si affaccia il dubbio che la sua ragazza non la ami e la lascerà. Non è tanto l’idea che possa avere dei corteggiatori, quanto il sentire che non troverebbe nel vostro rapporto un motivo sufficiente per restare. E questo è un pezzo del suo funzionamento che andrebbe approfondito. Dall’altro però, c’è che la realtà non le sta dando una mano, e abitare una relazione dove il partner ci chiede di non dirlo ad alta voce che state insieme, genererebbe insicurezze in chiunque. Questi due aspetti si stanno sovrapponendo, e l’impressione è che arrivino a stremarla facendole sentire di non avere controllo, che poi recupera attraverso degli “scatti”, come il lasciarla. Nonostante si senta che il sentimento che prova è molto forte. Consideri la possibilità di portare questi temi in una psicoterapia, questa situazione le sta facendo scoprire una vulnerabilità della quale è possibile prendersi cura. Un caro saluto
Salve, il suo problema potrebbe essere facilmente trattato in un percorso psicologico per affrontare e superare le sue difficoltà. Se è questa è la sua intenzione, sono disponibile a fornirle il mio supporto professionale. Le porgo i miei saluti. Dr. Giacomi
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Buonasera, mi sembra una situazione piuttosto complessa. Probabilmente come lei stesso ha già detto, prendervi un momento di riflessione può esserci utile per fare chiarezza sui vostri rispettivi sentimenti. Qualora poi il suo turbamento assumesse un'intensità maggiore, può sempre rivolgersi ad un professionista. Un caro saluto
Salve, dal suo racconto sento quanto per lei possa essere difficile e doloroso trovarsi in questa relazione. Penso sia più che lecito dubitare della serietà di una relazione quando uno dei due partner tende a nascondere la relazione stessa. È normale domandarsi, come mai? E di conseguenza iniziare ad essere diffidenti. L’insicurezza che sente è data dall’insicurezza della relazione.
La domanda è: “Che cosa vuole lei? una relazione in cui si debba nascondere o una relazione limpida e schietta?”.
A questo proposito mi sento di consigliarle la possibilità di intraprendere un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia. Entrambi i percorsi le darebbero la possibilità di riflettere su temi a lei cari e di approfondire la sua conoscenza interiore. Dott. Iacopo Curzi
Salve Lei dice che per portare avanti questa storia si è alienato da sé stesso dai sui amici dalle sue passioni dalla sua famiglia tutto questo ci dice che non si tratta di una relazione sana forse è il caso che intraprenda un percorso psicologico in modo da riconnettersi con sé stesso invece di allenarsi. Fatto ciò poi se vorrà ancora portare avanti la relazione proponga alla sua ragazza una terapia di coppia
Le auguro il meglio
Buongiorno, una relazione dovrebbe arricchire e non depauperare la sua autostima e le sue energie. Da ciò che scrive sembra che si dia molte colpe, portando su se stesso l'intero peso della relazione. I rapporti sono uno scambio, ma quando questo propende solo da una parte qualcosa non funziona più. Ritengo che possa esserle utile fare chiarezza sulle dinamiche di questo rapporto con un consulto con uno specialista e che sia necessario alimentare il suo amor proprio. Dopo potrà decidere il da farsi in modo più consapevole e più consono alle sue intime necessità.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente di mio dottore,

lei è portatore di una istanza di coppia, ed è attraverso un percorso di coppia che potreste affrontare le problematiche qui esposte. La sua è una richiesta di aiuto forte, ne parli apertamente con la sua ragazza, potrebbe esser un esperienza di crescita per la coppia, superando cosi anche le difficoltà del momento.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, intanto la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto.
La situazione pare piuttosto complessa, io partirei da qui: come ci sto in questa relazione? Ci sono altri modi per stare con l'Altro che rendano meno tormentata la relazione? Cosa mi dice di me questo mio stare nella relazione? in buona sostanza: ci sono altre possibilità che al momento non colgo?
Partire da noi stessi può essere un buon inizio per lavorare poi eventualmente anche sul nostro rapporto con chi abbiamo intorno.

Resto a disposizione e le auguro un buon percorso!

Dott.ssa Elisa Maria Sini Bottelli
Ciao, Mi dispiace per ciò che stai affrontando e comprendo quanto per te possa essere difficile. Spesso ci troviamo di fronte a delle difficoltà contingenti e non disponiamo di tutte le risorse necessarie per affrontarle e superarle. Ci sentiamo bloccati e questo, nella maggior parte dei casi, ci impedisce di svolgere una vita completa ed appagante.
Tutti riteniamo di conoscerci, di essere consapevoli delle nostre emozioni, pensieri e comportamenti, ma in realtà , non tutti gli aspetti del nostro carattere e della nostra personalità  sono per noi così chiari e consapevoli.
Un consulto psicologico potrebbe essere utile al fine di approfondire il vissuto,la situazione, l'origine e l’evoluzione, le risorse che è possibile attivare e le strade percorribili per alleviare il disagio, agevolando una conoscenza più profonda di noi stessi. Ciò consentirà il cambiamento di tutti quegli elementi, poco funzionali, che non ci permettono di stare bene e che amplificano i vissuti negativi e le nostre sofferenze.
Resto a disposizione anche online.
Saluti,
Dott.ssa Francesca Caterino
Gent.mo, dalle sue parole si comprende molto bene la difficoltà a coniugare la vita personale e quella relazionale in una storia che l'ha coinvolta molto a livello emotivo ed ha toccato tanti aspetti della sua persona, facendola cambiare e anche interrogare molto su quanto accaduto e sul futuro da intraprendere. Credo che per poter vivere meglio questa situazione complessa e prendere qualsiasi eventuale decisione sia importante intraprendere un percorso di psicoterapia volto a conoscersi, capire i suoi bisogni personali e relazionali. e comprendere l'origine di questo suo cambiamento e delle "paranoie" che ha descritto. Sono disponibile in presenza ed online, se desidera. Cordialmente,
ALC
Caro utente, comprendo dalle sue parole che il loop dal quale non riesce ad uscire è davvero difficile da vivere, talvolta si ha la sensazione di non avere alcune possibilità di cambiamento quando ciò che viviamo si ripete costantemente nel tempo allo stesso modo. Ma ciò che l'ha portata a scrivere qua è qualcosa di molto importante, il desiderio di cambiamento. E' importante perché le consentirà di muoversi verso quella direzione. Spesso accade che nelle relazioni amorose si punta tutto sull'altro, spinti dal desiderio di ricercare in modo compensativo ciò che non si riesce a trovare dentro noi stessi, ed è proprio in queste dinamiche che nascono quei drammi relazionali spesso comuni nelle relazioni di coppia. Nelle dipendenze affettive, spesso la persona dipendente ha una storia evolutiva caratterizzata dall'autosacrificio e dalla negazione di sè, intesi come prezzo da pagare in cambio di considerazione e attenzione da parte delle figure di riferimento. Ciò che potrebbe esserle d'aiuto è quindi un percorso terapeutico attraverso il quale affrontare e comprendere quali aspetti di se stesso si attivano all'interno della sua attuale relazione sentimentale. Aspetti che ad oggi le generano sofferenza. Mi trova disponibile per un primo colloquio conoscitivo o per un primo colloquio psicoterapeutico. Un caro saluto
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto e la sua storia, dalle sue parole si percepisce che sta attraversando un momento difficile.
Un consulto psicologico potrebbe essere un modo efficace per affrontare le sfide che sta vivendo e lavorare insieme per trovare delle soluzioni.
Se le va, possiamo iniziare un percorso psicologico insieme attraverso la videoconsulenza online, sarei felice di aiutarla a trovare le risposte che sta cercando e di sostenerla. La aspetto con piacere e se posso esserle d’aiuto resto a sua disposizione. Un saluto caloroso, Dott.ssa Chiara Esposito.
Gentile, seguo con attenzione il disagio che sta vivendo in questo momento. Ritengo sia utile un consulto psicologico al fine di esplorare al meglio le dinamiche in cui vive per comprendere le tue esperienze i suoi vissuti partendo soprattutto da lei stesso. Senza una pregressa conoscenza della sua storia di vita non è possibile comprendere appieno ciò che lei racconta. Un percorso psicoterapico è infatti il mezzo attraverso cui la persona può essere aiutata a capire e a comprendere sé stessa riuscendo ad impostare un cambiamento positivo che le permetta di raggiungere la stabilità e il benessere che sta cercando. Rimango a disposizione se vorrà crearsi un suo spazio personale di ascolto e supporto per gestire e comprendere al meglio questa situazione.
Se la situazione relazionale non riesce a migliorarla da sé o in due, ma persiste con sentimenti di sfiducia e gelosia, consideri allora l'eventualità di lavorarci più a fondo, anche individualmente, in un percorso psicologico in cui possa meglio comprendere il perché di quello che prova.
Un cordiale saluto e auguri.
Salve caro utente , intanto capisco il suo disagio e accolgo questa sofferenza che le genera tutta la situazione.
Inizierei capendo se questa è la sua prima storia importante e se in passato ha avuto esperienze simili con altre persone o no.
Credo che ci sia in entrambi un legame che va approfondito individualmente e molto profondamente per capirne le origini.
Nel tempo, forse, si sta sviluppando una forma di insicurezza che era già presente in lei che le sta facendo perdere l'energia psichica abbassando le sue capacità di giudizio ed inevitabilmente anche la sua autostima che va ad inficiare nella sua sfera sociale e anche lavorativa.
Prima di ricercare un benessere in questa relazione deve ritrovare il suo benessere e quello che la rende felice e lo può fare con l'aiuto di un terapeuta che può portarla su questa direzione.
Possono aiutarla delle sedute di ipnosi che andranno a migliorare certi aspetti della sua vita.
Le auguro di iniziare questo percorso e di ritrovarsi presto.
Un abbraccio forte.
Buongiorno, comprendo bene la sua difficoltà, le sue incertezza e insicurezze, ma anche il bisogno forse di ritrovare se stesso. Credo che la cosa più importante per lei sia proprio questa: ritrovare se stesso e da ciò ripartire. Solo dopo possiamo capire chi vogliamo accanto, cosa vogliamo fare, che lavoro intraprendere. Se ha bisogno di un consulto, posso offrire il primo colloquio gratuito, in modo da parlarci e capire se questo percorso potrebbe fare al caso suo. Un saluto, Francesca
Buonasera, capisco che stai attraversando un momento difficile e che la situazione con la tua ragazza sta avendo un impatto significativo sulla tua vita. È comprensibile che tu abbia sviluppato paranoie e difficoltà a fidarti, dopo aver vissuto una relazione complicata e contesa per tanto tempo.
È importante che ti prenda il tempo necessario per riflettere sui tuoi sentimenti e sulle tue esigenze personali. Potresti provare a stabilire dei confini chiari e rispettare gli spazi reciproci nella vostra relazione. Inoltre, potresti cercare di parlare con lei in modo aperto e sincero, esprimendo i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni in modo chiaro e rispettoso. Potrebbe essere utile cercare il supporto di uno psicologo o di un professionista della salute mentale per affrontare le tue preoccupazioni e le tue difficoltà.
Ti consiglio di concentrarti sulla costruzione delle tue relazioni personali e delle tue passioni, cercando di tornare in contatto con te stesso e con ciò che ti rende felice. Potrebbe essere utile anche cercare attività che ti aiutino a gestire lo stress e l'ansia.
Inoltre, è importante ricordare che la guarigione richiede tempo e pazienza. Cerca di non essere troppo duro con te stesso e di accettare i tuoi sentimenti e le tue difficoltà senza giudicarti. Spero che questi suggerimenti possano esserti utili e ti auguro il meglio nel tuo percorso di guarigione e di crescita personale. Io rimango a disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Sara Dassiè
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Accolgo la sua preoccupazione e il momento doloroso che sta trascorrendo. Comprendere come migliorare la comunicazione e di conseguenza il rapporto con la sua partner, sono per lei ora la priorità. Per riuscire a mettere a fuoco, dal punto di vista psichico, la problematica e risolvere i confitti le consiglio, a questo punto della sua vita, di intraprendere la cura terapeutica della psicoterapia. Resto a disposizione per un eventuale colloquio. Buone cose
Innanzitutto complimenti per aver condiviso la tua storia, raccontando le tue paure, i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni. È un passo coraggioso aprire il proprio cuore, e spero di poterti offrire qualche pensiero che possa aiutarti.

In primo luogo, mi colpisce il tuo profondo desiderio di comprensione, non solo della tua partner, ma anche di te stesso. La tua lettera riflette una forte auto-consapevolezza e un desiderio di migliorare.

Da ciò che hai raccontato, entrambi voi avete attraversato momenti difficili nella vostra relazione. Quando le relazioni iniziano a basarsi sulla possessività, sulla gelosia e sulla mancanza di fiducia, possono diventare fonte di stress e di sofferenza per entrambe le parti. È importante riconoscere che entrambi potreste aver contribuito a questa dinamica, ma è altrettanto cruciale ricordare che ogni individuo ha la responsabilità delle proprie azioni.

Mi preoccupa sentire che ci siano stati gesti violenti nella vostra relazione. La violenza, sia fisica che emotiva, non dovrebbe mai far parte di una relazione.

Circa le tue preoccupazioni riguardo alla fiducia e alla mancanza di apertura nella vostra relazione, potrebbe essere utile considerare un colloquio di coppia. Uno Psicologo professionista può offrire una prospettiva neutrale e aiutare entrambi a costruire una comunicazione più sana e una maggiore comprensione reciproca.

Ti incoraggio anche a considerare una colloquio individuale. Da quanto hai raccontato, hai vissuto sentimenti di insicurezza, paranoia e una perdita di te stesso. Avere uno spazio sicuro dove esplorare questi sentimenti può essere incredibilmente benefico.

Infine, ricorda che ogni individuo ha il diritto di vivere in una relazione sana, rispettosa e amorosa. Le relazioni possono essere complesse e richiedono lavoro, ma non dovresti mai sentirti costantemente ansioso, diffidente o insicuro.

Ti auguro tutto il meglio e ti incoraggio a cercare il sostegno che potrebbe aiutarti molto

Con affetto e comprensione,
Marco Giovannardi
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Credo sia proprio importante che lei che assuma maggiore consapevolezza di sé e di ciò che desidera in una relazione. In questo modo potrà vedere chiaramente le sue priorità e muoversi in un modo che sia vantaggioso per lei e per la relazione di coppia.
Un saluto
Dr.ssa Golino
Buongiorno, grazie per averci contattato e per essersi fidato. Mi dispiace per la situazione attuale , ma è fondamentale prendere consapevolezza del desiderio reciproco che si ha all'interno della relazione. La invito inoltre a considerare un percorso... Grazie un saluto
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Caro utente, buongiorno! Emergono molti temi nella sua narrazione e, allo stesso tempo, molta confusione. Mi dispiace per questa situazione. Proverei, per quanto ne comprenda la difficoltà, a capire cosa lei desideri in questo momento. In alcuni momenti lasciare andare fa meno male che restare. Oppure, se siete entrambi volenterosi di riprovarci, potreste valutare un percorso di coppia. Buona giornata
Gentile utente, vorrei introdurla al concetto philophobia e in seguito introdurle la dipendenza affettiva
Con il termine filofobia viene generalmente intesa la paura anomala e sproporzionata di amare

Ci si riferisce infatti a quelle persone che di fronte alla possibilità di instaurare un legame maturo sperimentano dei sintomi specifici mettendo in atto schemi disfunzionali.

Perché?
Solitamente, in alcune persone, l’aver vissuto un’importante delusione amorosa potrebbe far sperimentare un blocco nell’abbandonarsi in un’altra storia anche dopo molto tempo dall’ultima relazione. In questo caso la filofobia è probabile che si identifichi in un meccanismo di difesa messo in atto dall’individuo al fine di proteggersi dal rivivere le sensazioni di una profonda sofferenza.

Svolge un ruolo fondamentale anche il modello di attaccamento sviluppatosi durante l’infanzia che tende a conservarsi e perpetuarsi attraverso particolari meccanismi: innanzitutto, influenzando la scelta del partner a cui legarsi. Non di rado, coloro che hanno vissuto un’instabilità delle relazioni primarie finiscono per cercare legami esclusivamente con partner incapaci di costruire e mantenere un rapporto duraturo e quindi vengono attratte da persone instabili e dall’emotività non prevedibile. Perciò, sembrano non essere attratte da chi possiede caratteristiche di personalità stabile e in grado di impegnarsi in rapporti a lungo termine. Anche se superficialmente consapevoli del minor rischio di essere abbandonati da questa tipologia di partner, sono spinte verso individui del primo tipo probabilmente riconoscendoli, in modo inconscio, più aderenti al loro schema primario di attaccamento, mettendo così in atto quella che è la coazione a ripetere: tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze. L’aver vissuto in un clima familiare distaccato/evitante oppure ipercritico, potrebbe far aumentare la paura dell’abbandono o di essere rifiutati, portando quindi la persona a fuggire da quelle situazioni in cui c’è la possibilità di innamorarsi, amare ed essere amati per il terrore angosciante dell’abbandono.

Chi ha paura di amare potrebbe evitare del tutto le relazioni amorose spendendo le proprie risorse esclusivamente in altre aree della vita, ad esempio dedicandosi esclusivamente agli amici, concentrandosi morbosamente sullo sport con lo scopo di raggiungere una condizione di perfetta forma fisica, alternando fasi di soddisfazione a quelle di insoddisfazione con conseguente malessere, spesso assumendo regimi dietetici ipercontrollati, privandosi quindi di togliersi qualche sfizio a tavola, oppure dedicando esclusivamente tempo al lavoro, finendo così per esaurire le proprie energie, ecc…



Innamorarsi è come una dipendenza da droghe.
Innamorarsi è come una dipendenza da droghe in grado di generare vere e proprie ossessioni, d’altro canto può favorire la monogamia: queste le conclusioni di diversi neuroscienziati.

Durante la fase di innamoramento ciò che avviene nel nostro cervello è simile a ciò che prova un tossicodipendente che ricerca la sua dose.

Diversi studi tra cui quello di Fisher et al. 2017 pubblicato sul “Journal of Neurophysiology”, hanno descritto l’amore come una droga: secondo i neuroscienziati la fase dell’innamoramento è similare alla sensazione creata dalla dipendenza da sostanze stupefacenti, una grande euforia dovuta alle sostanze chimiche cerebrali coinvolte (ossitocina, dopamina, adrenalina e vasopressina). Analogamente alle droghe, più tempo si trascorre con la persona amata, più si sviluppa dipendenza.

Per quanto riguarda la monogamia, uno dei primi studi a riguardo risale al 2005 in cui Aragona B. e colleghi, ricercatori della Florida State University, e autori di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience, scoprirono che alcune molecole nel cervello responsabili della dipendenza da sostanze come eroina e cocaina, svolgono una funzione principale anche nell’innamoramento. I ricercatori hanno esaminato come la dopamina, che stimola il centro della ricompensa nel cervello, aiuta anche un piccolo roditore (arvicola della prateria o Microtus ochrogaster) a restare monogamo. Questi roditori, spiegano i neuroscienziati, sono noti per instaurare relazioni stabili e durature. La dopamina svolge un ruolo chiave nel regolare il desiderio negli esseri umani verso fonti di piacere come il cibo, ma anche eroina e cocaina. Il team si è concentrato su questi roditori in quanto la loro attività chimica cerebrale nell’innamoramento è analoga a quella umana. Inoltre, i maschi e le femmine si legano dopo un solo accoppiamento, in cui il roditore pare ignorare senza troppa fatica le tentazioni. Gli studiosi hanno scoperto che, successivamente al primo incontro, nel cervello dei maschi viene rilasciata dopamina, che “colpisce” l’area nucleus accumbens (presente anche nel nostro cervello). In questo modo, si è potuto osservare come, bloccando l’attività di una proteina attivata dalla dopamina, i maschi diventavano all’improvviso poligami, iniziando a trascurare la compagna. Secondo il ricercatore Brandon Aragona, il legame che si sviluppa tra i roditori è molto solido e i risultati suggeriscono quale sia l’attività cerebrale sottesa alla monogamia. Un meccanismo che, secondo il neuroscienziato, sarebbe analogo anche nell’uomo.

In risposta allo studio di Aragona et al., Lo psicologo Colin Wilson, della British Psychological Society, sottolinea come nel legame amoroso siano comunque fondamentali altre variabili relazionali/psichiche oltre che le numerose modificazioni neurofisiologiche.

Innamoramento, amore e ormoni.
Nella fase dell’innamoramento intervengono una serie di ormoni, inizialmente svolge un ruolo fondamentale la feniletilamina (PEA), uno stimolante in grado di generare lo stato euforico e il batticuore tipico degli innamorati. In un secondo momento possono entrare in gioco altri ormoni come l’ossitocina e la vasopressina che svolgono un ruolo fondamentale nell’instaurare affetto reciproco e nell’attaccamento. Non di meno importanza è il ruolo del testosterone, che insieme alla dopamina, è responsabile dell’eccitazione sessuale.



Cosa potrei fare per smettere di avere paura di amare?
Non c’è una risposta semplice, senz’altro il punto di partenza è quello di iniziare a capire come affrontarla, le modalità e le tempistiche con cui farle fronte sono individuali, è necessario tenere a mente che le paure, inclusa quella di amare, più passa il tempo e più si radicano in noi, insomma se alla paura diamo un dito questa si prende anche il braccio e in questo caso il cuore.

Come affrontare la filofobia?
Se questa paura è sproporzionata e hai già messo in atto le risorse a tua disposizione senza riuscire a superarla, allora puoi consultare un sessuologo clinico iscritto all’albo degli psicologi.



Bibliografia
Fisher et al. “Reward, Addiction, and Emotion Regulation Systems Associated With Rejection in Love”, Journal of Neurophysiology 2017

Aragona et al. “Nucleus accumbens dopamine differentially mediates the formation and maintenance of monogamous pair bonds”, Nature Neuroscience 2005

Holmes Jeremy. “La teoria dell’attaccamento”, Raffaello Cortina 2017

Guerreschi Cesare. “La dipendenza affettiva. Ma si può morire anche d’amore?” Franco Angeli 2018


Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Salve , la ringrazio per la descrizione puntuale e dettagliata sia nei fatti, che nei tempi ma soprattutto nell’ altalenante susseguirsi di emozioni che la proiettavano prima verso picchi estremamente positivi e poi verso crolli rovinosi trascinando anche tutti gli altri aspetti della sua vita.
Le consiglierei vivamente di iniziare un percorso psicologico per far luce su tutti gli aspetti e le dinamiche sottostanti perché la buona notizia è che per quanto adesso possa sembrarle difficile tornare a star bene come prima … é possibile in realtà stare persino meglio lavorando sulle nostre vulnerabilità.
Resto a disposizione per qualsiasi info o per un semplice colloquio conoscitivo sia in presenza che online così da valutare la situazione.
Distinti Saluti
Dr Marziani
Caro utente, ho letto con attenzione la tua domanda ed hai reso perfettamente l'idea dello stato emotivo in cui ti trovi. Già la lunghezza del tuo testo dice quanto tu abbia bisogno di tirare fuori qualcosa che non ti fa star bene in questo momento e, a tal proposito, ti invito a parlarne con un professionista che può aiutarti a trovare le risposte ed il conforto che cerchi. Ciò detto, tu parli di colpe, tue e sue, ma in una relazione, più o meno funzionante che sia, la responsabilità è sempre condivisa: ad esempio, quel primo anno in cui lei ha cercato di tenerti nascosto, specialmente da questo amico, ha avuto un ruolo importante a mio avviso nel generare o accrescere le tue insicurezze; così come la tua "possessività" ha agevolato il suo distacco da te e le sue reazioni violente. Questo significa che quando in una relazione qualcuno dei due mette in atto dei comportamenti sbagliati, come in una sorta di reazione a catena, se ne generano altri altrettanto sbagliati, andando a determinare un vero e proprio circolo vizioso. Tu puoi lavorare sulla tua parte di responsabilità, innanzitutto per stare meglio con te stesso e, in secondo luogo, per provare ad invertire questa dinamica relazionale, rendendola più virtuosa (o per migliorare le tue future relazioni, qualora ti rendessi conto che questa non ti soddisfa più). Saluti, Ivana
Salve, è tangibile la sua sensazione di confusione, dubbio e smarrimento che sembra quasi generare una divisione dentro di lei e nella sua compagna. Entrambi sembrate operare in un modo piuttosto ambivalente, oscillando tra un'estrema vicinanza e un lacerante allontanamento. Nonostante queste dinamiche, vissute come strazianti, traspare il forte sentimento che vi unisce e che, per questa ragione, sarebbe opportuno approfondire e comprendere meglio in un percorso terapeutico di coppia. Mi sento di suggerire quest'ultimo, invece di un percorso individuale, perché ritengo difficile e faticoso cercare di comprendere e "risolvere" delle complesse dinamiche di coppia da soli, senza il contributo di una delle due parti.
Un caro saluto.
Buongiorno, mi dispiace tantissimo per la sofferenza espressa e la ringrazio per averla condivisa con noi.

Spesso i problemi di coppia si manifestano quando dall'innamoramento si passa alla "fase di transizione"; l'eccitazione iniziale ad un certo punto diminuisce e così anche tutta la "magia" lasciando il posto ad una valutazione realistica del partner; iniziano a notarsi i difetti dell'altro, viene fuori il carattere, spesso non ci si sente più corrisposto e capito nei propri bisogni e desideri ed emergono le differenze. Tutto ciò porta a insoddisfazione, delusione, rabbia, ma anche conflitti e incomprensioni e porta il partner a spingere l'altro a rispondere ed esaudire i propri bisogni e desideri, e questo può portare ad interrompere la relazione oppure al suo proseguimento in un clima di continuo conflitto che può causare una grande sofferenza. Tuttavia è possibile affrontare e superare i conflitti portando avanti la relazione creando nuove basi con il benessere e la soddisfazione di entrambi. L'approccio comportamentale si basa sulla contrattazione delle contingenze ovvero su un impegno da parte di entrambi a modificare qualcosa di sé in cambio di una modifica da parte del partner. Secondo alcuni studi il raggiungimento di un maggior grado di soddisfazione nei confronti del partner passa attraverso una diversa percezione del partner, un cambiamento del comportamento personale nei confronti del partner e un cambiamento di comportamento da parte del partner.

Ad ogni modo è necessario per prima cosa che lavori su se stesso, sulla sua autostima, sul suo sentirsi "alienato" e sulle sue distorsioni cognitive, per questo motivo le consiglio di intraprendere un percorso di terapia che, partendo dal suo stile di attaccamento, riesca a farle elaborare vissuti ed emozioni che le causano sofferenza e le fornisca i giusti strumenti per poter superare questa situazione.

Rimango a disposizione per qualsiasi dubbio e sono disponibile ad aiutarla a trovare una soluzione, online e in presenza.
Cordiali saluti, Dott.ssa Serena Pellicanò
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