Salve dottore mi chiamo Antonia ,qualche mese fa ho fatto una congestione da star male di anguria fr

110 risposte
Salve dottore mi chiamo Antonia ,qualche mese fa ho fatto una congestione da star male di anguria fredda.dal quel giorno il giorno dopo o iniziato ad avere attacchi di panico del mangiare,ed aver paura di non digerire per paura che mi si roblocchi ancora tutto.non bevo più acqua fredda tutto temperatura ambiente,non mangio più i gelati ne bevande gassate e o perso un sacco di chili.gli attacchi di panico mi prendono nel pomeriggio tardi,mi spavento quando iniziò aver ingoiato e aver paura che mi si blocchi lo stomaco e fatica a digerire potete gentilmente consigliarmi cosa fare non c è la faccio più.grazie
Dott.ssa Daniela Benedetto
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Antonia, non ci dice chi le abbia diagnosticato Queste manifestazioni come ‘attacchi di panicho’. Sembrano piuttosto di matrice fobica. Queste manifestazioni possono trovare giusta risoluzione con una terapia EMDR, che in modo focalizzato affronta le dinamiche emotive rimaste intrappolate in ricordi traumatici del passato i cui vissuti sono riattivati da esperienze attuali.
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Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Buonasera signora. Comprendo bene la paura di riavere la congestione perché è effettivamente un'esperienza incontrollata, in cui tutto il sistema di irrorazione sanguigna si concentra sullo stomaco, e quindi è possibile avere anche perdita di coscienza. Detto ciò è possibile riprendersi perché il nostro organismo è programmato per sopravvivere a questi piccoli incidenti. Il mio suggerimento è quello di introdurre intanto alimenti a temperatura ambiente. Monitori se sempre e tutti ingenerano questa sensazione di blocco digerente, proprio come.un diario. Potrebbe esserle utile una breve terapia cognitivo-comportamentale per superare oggi il problema. Qualora ci fossero altri elementi psichici si scoprirà strada facendo
Dott.ssa Laura Cotti
Psicologo
Brescia
Buonasera Antonia, nel suo messaggio esprime un disagio, ma non dice se è gia stata da un collega che abbia identificato come attacchi di panico i sintomi da lei riferiti. L'evento che ha scatenato tutta questa situazione potrebbe aver risvegliato delle dinamiche emotive fino ad ora rimaste irrisolte. In questo momento si trova sicuramente in uno stato d'ansia molto elevato. Le consiglio comunque di continuare ad assumere cibi a temperatura ambiente e di mangiare poco per volta e masticare bene prima di degluitire. Potrebbe esserle d'aiuto il Training Autogeno che intervenendo sull’ansia e sulle tensioni emozionali rappresenta uno strumento terapeutico molto utile, infatti, insegna al paziente a rilassarsi, gestire le emozioni, a scaricare le tensioni e controllare lo stato ansioso. Cordialmente.
Dott.ssa Arcangela Anna Rita Savino
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Roma
Salve, un evento forte che ci colpisce, come nel suo caso la congestione, può creare uno stato di shock perturbando lo stato di quiete. Lo shock è caratterizzato da complessi disturbi della dinamica circolatoria, reazioni metaboliche, neurovegetative e del sistema sensoriale. Pertanto è necessario dare tempo all'organismo di rientrare nei suoi parametri funzionali e di riacquistare lo stato di quiete. Se lo stato perturbativo persiste, come nel suo caso, dice che risale a qualche mese fa, allora si è configurato, molto probabilmente, come evento scatenante di uno stato emotivo precedente alla congestione e che lo sottointende. In tal caso, come hanno espresso le mie colleghe prima di me, è opportuno un consulto con uno psicologo per analizzare l'accaduto, la sua reazione e individuare il perché di tale reazione psicofisica che lei definisce attacco di panico, al fine di risolvere nel più breve tempo possibile il suo disagio.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Silvia Baldi
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera Antonia,
il panico, la fobia o l'ansia possono essere scatenate da un singolo evento, come ad esempio la brutta congestione di cui parla, ma allo stesso tempo essere collegati ad altri fattori presenti nella propria vita e quotidianità che non sono immediatamente chiari alla persona che ne soffre. Nel suo caso potrebbe valere la pena approfondire questi aspetti con l'aiuto di uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti, dott.ssa Baldi
Dott. Emanuele Grilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve, probabilmente l'angoscia e lo spavento che ha sperimentato a causa della sua disavventura ha creato in lei una disposizione eccessivamente ansiosa, quasi fobica. la suggestione psicologica arriva spesso a condizionare ed influenzare il corpo e a creare sintomi. probabilmente una terapia cognitivo comportamentale e/o una terapia ipnotica la aiuterebbero a smorzare la suggestione negativa. ne uscirà, non dubiti. Cordiali Saluti.
Dott.ssa Sabina Natali
Psicologo, Terapeuta, Psicoterapeuta
Torino
Cara Antonia sicuramente l’anguria ha “agganciato” qualcosa dentro lei.Sul cosa sarà una buona terapia ad aiutarla a capire.Le suggerisco di cercare sul sito emdr il terapeuta accreditato più vicino alla sua città. Vedrà che anche quell’esperienza diverrà poi solo un brutto ricordo.
Dott.ssa Maria Luisa Gargiulo
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve Antonia, sembra proprio che il suo organismo si comporti in modo ancora allarmato in relazione alla brutta esperienza avuta. Esistono molte tecniche psicoterapeutiche che possono aiutarla a riconquistare uno stato psicofisico di sicurezza che è stato turbato da quello che lei ha vissuto, per imparare disattivare lo stato d’allarme che la temperatura degli alimenti scatena in lei. Il consiglio è quello di rivolgersi prima possibile un bravo psicoterapeuta, senz’altro Bracchi tutto potrà risolversi positivamente. Dottoressa Maria Luisa Gargiulo
Dott.ssa Grazia Esposito Malara
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Ospitaletto
Buonasera, sì è trattato per lei di un evento "traumatico"..il mio consiglio è di rivolgersi a un terapeuta che sappia utilizzare la tecnica EMDR per alleviare i sintomi e poi eventualmente fare un lavoro più approfondito su di sé. Cordiali saluti
Dott.ssa Federica Casale
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno Antonia,
Quello che lei descrive è stato sicuramente un episodio per lei traumatico, che l'ha messa in contatto con una parte di sè che lei sente adesso come molto fragile e vulnerabile.
La paura di star male di nuovo la porta a mettere in atto tutta una serie di condotte di evitamento che sono tipiche del comportamento fobico.
Quello che posso consigliarle è di consultare uno psicoterapeuta nella sua città, spiegargli bene i suoi vissuti e valutare la possibilità di intraprendere un percorso psicologico.
Cordialmente,
Dott.ssa Federica Casale
Dott.ssa Nausicaa Precenzano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bollate
Cara Antonia, mi sento di tranquillizzala rispetto alla sua attribuzione di causa all'anguria o a cibi/bevande fredde. E' naturale che lei cerchi di darsi una spiegazione, ma è molto probabile che ci sia solo una coincidenza rispetto all'attacco di panico e la congestione anguria fredda. Gli attacchi di panico sono un sintomo forte e dirompente che "butta fuori" qualcosa che è rimasto nella sua psiche fino a scoppiare ed esplodere in una manifestazione estrema, paurosa e svilente. Le consiglio vivamente di rivolgersi ad uno psicologo che potrà aiutarla a capire le origini di questo disturbo e risolverlo. In bocca al lupo, Nausicaa
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, sono d'accordo con le mie colleghe, forse non era un attacco di panico ma si è instaurata una forma fobica. L'esperienza traumatica che lei ha vissuto l'ha molto spaventata, sicuramente non sarà stato una esperienza piacevole ma molto traumatica per lei che non riesce più a mangiare alimenti che prima mangiava. Come già detto, nelle risposte precedenti, sarebbe veramente utile per lei la terapia EMDR, si ricorda l'evento disturbante, ma si percepisce come facente parte del passato e le sensazioni negative si riducono d'intensità, è un trattamento veloce ed efficace oltre per gli adulti anche per i bambini traumatizzati ed una alta percentuale di psicoterapeuti usa questo metodo. Sono una terapeuta che esegue questa terapia con i miei pazienti e la ritengo veramente utile ed efficace, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno Antonia, concordo con le spiegazioni e i suggerimenti che le hanno dato i colleghi. Personalmente posso raccontarle che ho trattato con il metodo EMDR un paziente che portava da molti anni il peso del ricordo e le conseguenze di un evento infantile disturbante, legato all'assunzione di un alimento che lo aveva fatto stare male. Oltre a condizionarne l'alimentazione, tale evento aveva lasciato limitazioni nella vita sociale, attacchi di panico situazionali e insicurezza. Posso dirle che in tempi brevi il metodo ha aiutato questa persona a superare i condizionamenti e riacquistare sicurezza, spostando in avanti i limiti....dunque mi sento davvero di incoraggiarla a prendersi cura di se', rivolgendosi ad uno psicoterapeuta formato in EMDR. Cordiali Saluti. Dott.ssa Cinzia Lucia Bugni Batte
Dott.ssa Margherita Maggioni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Monza
Buongiorno Antonia, dal suo discorso si evince un intenso stato di preoccupazione di tipo fobico associato a determinati alimenti. Non ci ha detto quanti chili abbia già perso, ma io non aspetterei altro tempo: fissi un colloquio con uno psicoterapeuta in modo da indagare in maniera più precisa quale sia il suo sintomo e come possa trovare un modo per scioglierlo e ricominciare a mangiare con serenità. Un cordiale saluto, dottoressa Margherita Maggioni.
Prof. Francesco Rovatti
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Milano
Senza dubbio prediliga una terapia focale sulla sintomatologia onde evitare che si mettano in atto comportamenti protettivi e di evitamento della situazione temuta (come il non mangiare, il selezionare, etc) che se nel breve portano ad una riduzione dell'ansia (venendo meno la minaccia del pericolo), nel tempo favoriscono il mantenimento (o l'allargamento) del problema.
Dott.ssa Silia Lafortezza
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Assago
Buonasera Antonia, probabilmente si è spaventata molto in occasione della congestione sperimentata dopo aver mangiato l'anguria e questo potrebbe essere considerato l'evento traumatico alla base dei suoi attacchi di panico e dell'evitamento di alcuni cibi e bevande. E' possibile affrontare questo problema con la tecnica dell'EMDR (basata sui movimenti oculari), che favorisce proprio la rielaborazione di eventi traumatici che causano disagio nella quotidianità. Lo scopo è quindi quello di "lasciar andare" il passato.
Spero di esserle stata utile.
Dottoressa Silia Lafortezza (Milano | Buccinasco)
Dott. Andrea De Simone
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Salerno
Buonasera Antonia, provi a chiedere una consulenza psicologica per capire meglio la sua situazione.
Cordiali saluti, Dott. Andrea De Simone
Dott. Stefano Zenaboni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lainate
Buonasera. Ho gia trattato altri casi come il suo e ho avuto riscontri positivi attraverso l'utilizzo delle pratiche ipnotiche e visualizzazioni che aiutano a desensibilizzare l'emozione dovuta a quall'esperienza passata riportando la mente a non attivare le risposte di fuga proprio appena vengono percepiti gli stimoli stressanti.
Le consiglio quindi di rivolgersi a specialisti che utilizzano la terapia Ipnotica.
Buona vita Dott. Stefano Zenaboni
Dott.ssa Ambra Salustri
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, la descrizione della sintomatologia da lei riportata farebbe ipotizzare un disagio di origine fobica, legato a una esperienza potenzialmente traumatizzante. Qualora, come lei fa intuire da ciò che scrive, la sofferenza legata a questi sintomi fosse molto acuta, le suggerirei di prendere contatto con un professionista per un intervento mirato sulla sintomatologia fobica.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve Antonia, mi dispiace per l'accaduto e per il disagio espresso. Si è creato purtroppo un condizionamento per cui l'assunzione di determinati cibi a certe temperature le riattivi il forte disagio causato dall'evento della congestione. Al fine di poter tornare a condurre una vita serena, ricca di tanti gelati e cibi freddi, ritengo indispensabile l'avvio di un percorso psicologico per creare un contro-condizionamento ed esporsi gradualmente a cibi gradualmente sempre più freddi.
Cordialmente, dott. FDL
Dott. Diego Corti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Como
Buonasera signora, come già accennato da altri colleghi del forum, il suo disagio sembrerebbe ascrivibile a una reazione fobica su base "traumatica": le tecniche ipnotiche e di tipo cognitivo-comportamentali basate sul principio della desensibilizzazione rispondono bene (mediamente) in questi casi. Tuttavia, credo valga la pena di indagare anche una possibile origine più profonda del problema, che potrebbe alimentare questa reazione. Le suggerisco un collloquio di inquadramento con un collega, per valutare poi assieme l'intrevento più adatto. Un caro saluto. Dott. Corti
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, evidentemente questo episodio l'ha particolarmente turbata e ora teme che si venga a ripresentare. Dovrebbe affidarsi ad un esperto che possa aiutarla con questo suo timore.
MMM
Dott. Roberto Morlacchi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno,
l'evento recente sembra averla traumatizzata facendole sviluppare timore che possa ritrovarsi nella medesima situazione pericolosa e attivando quella che viene definita ansia anticipatoria.
Si affidi ad un terapeuta esperto di EMDR per elaborare quell'evento traumatico.

A disposizione per chiarimenti, in bocca al lupo!
Dottor Roberto Morlacchi
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott.ssa Melania Filograna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lequile
Buongiorno, mi dispiace che sta attraversando questa situazione di ansia. Il fatto di aver avuto una congestione sta attivando un processo circolare : pensa di poter stare di nuovo male, questo l'attiva a livello psicofisiologico, inizia a pensare del tipo "se succede di nuovo sarà terribile, insopportabile", questi pensieri la fanno sentire in ansia e di conseguenza evita i cibi e bevande che pensa possano predisporla ad un'altra congestione. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale che la indirizzi a sciogliere questo circuito negativo.
Buona giornata
Dott.ssa Francesca Pieri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno Antonia, mi dispiace tantissimo per la sua situazione. Comprendo la difficoltà in cui si trova e la sua sensazione di ansia. Come già detto dai miei colleghi, si trova oggi a convivere con un "trauma", che l'ha segnata.
Tuttavia, il suo disagio, partito da un'esperienza fisica è, ad oggi, strettamente psicologico.
Le consiglio di parlarne con uno psicologo per affrontarlo e per provare a stare meglio.
Rimango disponibile per qualsiasi chiarimento.
Buona giornata
F.P.
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Arese
Buonasera Antonia, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. Mi verrebbe innanzitutto da chiederle se è stato uno specialista a denominare le sue difficoltà con "attacchi di panico". Sarebbe interessante e utile sapere cosa le succede esattamente in questi momenti. Inoltre, spesso un trauma ha un'origine più profonda, sarebbe necessario iniziare un percorso psicologico così da indagare più a fondo la sua problematica individuando le strategie più adatte a lei.
Le auguro una buona serata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Dott.ssa Elisa Manfredi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. La psicoterapia la aiuterà ad inquadrare la sintomatologia e a trattarla. un caro saluto.
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Buonasera Antonia, grazie per la sua preziosa condivisione. Ha pensato a rivolgersi da un terapeuta? potrebbe aiutarla ad esplorare ed elaborare la situazione traumatica che lei ha vissuto.
Resto a disposizione!
AV
Dott. Giovanni Corradi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, il nostro sistema nervoso purtroppo a volte "apprende", anche con un singolo evento, che certi comportamenti o situazioni sono pericolose per la sopravvivenza. Questo fa sì che si generi una forte sensazione di avversione quando questa situazione si ripresenta. Questa avversione può spaventarci e quindi si crea un meccanismo secondario per cui continuiamo a monitorare il nostro corpo per cercarne i segni o mettiamo in atto comportamenti volti a ridurre la probabilità che queste sensazioni si manifestino. Questo schema a sua volta ci mantiene in uno stato di allerta che paradossalmente attiva proprio la sensazione (l'ansia) che si vorrebbe evitare. Le suggerisco di rivolgersi a uno specialista per provare a "rieducare" il suo sistema nervoso al fine di ritrovare uno stato di equilibrio. Cordiali saluti
Dott.ssa Rossella Ianniello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Settimo Milanese
Buona sera, le difficoltà che lamenta sembrerebbero rimandare ad una reazione di tipo fobico a quanto accaduto. La psicoterapia potrebbe rappresentare un efficace aiuto e restituirle la giusta serenità.
Cordiali saluti
Dott.ssa Stefania La Rocca
Psicologo, Psicologo clinico
Paderno Dugnano
Buongiorno Antonia,
comprendo che la situazione che sta vivendo può essere molto penosa; molto spesso ciò che accade nel nostro corpo è collegato in parte anche a ciò che accade nella nostra mente e a tematiche più profonde. Non si precluda la possibilità di iniziare un percorso psicologico per andare ad indagare quegli aspetti che la preoccupano e inficiano sulla vita quotidiana.
Cordiali saluti,
Stefania
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Antonia, ritengo che, la manifestazione della sua ansia è principalmente evidente nelle situazioni che ha descritto, ma non penso sia slegata dal resto. Da quanto dice pare che da allora lei sia entrata in uno stato di allerta continua. È accaduto uno spiacevole imprevisto che le ha dimostrato che anche una cosa banale come dell'anguria può provocare malessere, con il risultato che è entrata in uno stato di evitamento di tutto quello che pensa possa portare a ripetere quella brutta esperienza.
Mi permetto di suggerire una strategia che preveda l'utilizzo dell'EMDR che la aiuterà sicuramente ad affrontare più serenamente questo trauma. Resto a disposizione qualora volesse efficacemente affrontare il suo disagio. Cordialmente dott.ssa Bachiorri Sara.
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Dott.ssa Giada Bossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
D’accordo con i colleghi ritengo che il forte turbamento provato in occasione della congestione abbia attivato uno stato di allarme, creando manifestazioni di matrice probabilmente fobica. Tali sintomi, però, tendono in genere ad acuirsi con gli evitamenti . Ecco perché sarebbe importante sottoporsi rapidamente a una terapia di stampo cognitivo comportamentale incentrata sul sintomo, onde evitare che gli evitamenti messi in atto possano rapidamente peggiorare il problema e “restringere” ulteriormente il suo spazio di vita.
Al contempo potrebbe essere importante capire il senso di questo evento e il suo legame con altri aspetti della sua esistenza.
Un saluto, Giada
Dott.ssa Valeria Filippi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
San Donato Milanese
Buonasera Antonia,
L'episodio che lei riferisce deve essere stato sicuramente significativo per Lei e in quanto tale è bene approfondirlo in sede di terapia per dargli un senso e permetterne un'elaborazione così da comprendere che cosa abbia scatenato in lei o che cosa si celi sotto le fobie che riferisce.
Le auguro trovare un senso e di risolvere il suo malessere al più presto;
Cordialmente
Valeria Filippi
Dott.ssa Eleonora Galletti
Psicoterapeuta, Psicologo
Milano
Salve Antonia, dalle sue parole traspare molta ansia. Ha fatto bene a contattarci. Sa che mediamente le persone con attacchi di panico iniziano un percorso psicologico per risolvere la problematica circa 10-15 anni dopo il primo attacco? Nel frattempo ci si condanna a vivere più e più momenti di ansia, limitando la propria libertà nella quotidianità. Se non l’ha già fatto, le consiglio di affrontare il problema con uno psicologo in una seduta individuale, così da andare a fondo alla sua problematica e risolverla al più presto. Le linee guida al trattamento indicano le tecniche cognitivo comportamentali come le più rapide ed efficaci per il panico, con una durata di trattamento tra i 3 e 6 mesi. Può ricevere altre informazioni contattandomi telefonicamente, mi rendo disponibile. Saluti, dott.ssa Eleonora Galletti
Dott.ssa Martina Arteconi
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Salve Antonia, grazie per la sua condivisione. Credo che sarebbe davvero molto importante, a fronte dell'episodio significativo che racconta e del malessere che riporta, provare a darsi uno spazio di ascolto e di approfondimento. Per il tema che porta credo sarebbe utile intraprendere un primo colloquio e, a seguire se lo ritiene opportuno un percorso strutturato, con uno specialista ad orientamento cognitivo-comportamentale. Le linee guida e le evidenze scientifiche indicano la terapia e le tecniche cognitivo comportamentali come maggiormente efficaci per lavorare su tematiche ansiose e fobiche.
Resto a disposizione, qualora desiderasse avere maggiori informazioni o iniziare un percorso cognitivo comportamentale.
Cordialmente, Dott.ssa Martina Arteconi
Dott.ssa Valeria Maccarini
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno Antonia, non è la prima persona che mi dice di aver iniziato a star male e avere questo tipo di paure dopo una congestione da anguria.
Spero che da quando ha pubblicato questa domanda il suo sentire e le sue reazioni fisiche sia via via andate migliorando ma, se così non fosse, le consiglio vivamente di fare un colloquio con uno psicologo in quanto quello che racconta è decisamente di matrice psicologica. Non dev'essere per forza un percorso lungo ma anche pochi colloqui che le permettano di superare definitivamente queste difficoltà!
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve Antonia,

Mi dispiace sentire che stai affrontando attacchi di panico e paure legate al cibo e alla digestione dopo un episodio di congestione da anguria fredda. È comprensibile che questa esperienza abbia generato ansia e preoccupazione riguardo alla tua salute.

Ti consiglierei di cercare supporto da uno specialista della salute mentale, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, per affrontare i tuoi attacchi di panico e le paure legate al cibo e alla digestione. Uno psicologo può lavorare con te per esplorare le origini dei tuoi sintomi, identificare eventuali pensieri o convinzioni distorte che li alimentano e sviluppare strategie di coping per gestire l'ansia.

Inoltre, potrebbe essere utile consultare un medico o un gastroenterologo per una valutazione medica approfondita. Questo professionista sarà in grado di escludere eventuali problemi fisici o condizioni che possono contribuire ai tuoi sintomi e fornirti una guida adeguata per la tua salute digestiva.

Nel frattempo, potresti considerare alcune strategie di autogestione che possono aiutarti ad affrontare l'ansia e i sintomi correlati. La pratica di tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o lo yoga può aiutarti a ridurre l'ansia e promuovere il benessere generale. Inoltre, cercare di adottare una dieta equilibrata ed evitare cibi che sospetti possano scatenare sintomi può essere un primo passo per sentirsi più a proprio agio.

Tuttavia, è importante sottolineare che l'autotrattamento non può sostituire l'assistenza di un professionista qualificato. Cerca il supporto di uno psicologo o di un terapeuta per una valutazione approfondita e un trattamento personalizzato che tenga conto delle tue esigenze specifiche.

Ti auguro il meglio nel tuo percorso di guarigione e nel trovare un sollievo dai tuoi sintomi.
Dott.ssa Francesca Tomasoni
Psicologo, Psicologo clinico
Seriate
Buonasera Antonia, deve essere stata proprio tanto male quel giorno. Sarebbe molto utile approfondire l'episodio per comprendere meglio cosa le sia accaduto e come mai ora è diventato, per Lei, un problema. Sembra molto spaventata, con il sostegno giusto tornerà a vivere la sua quotidianità.
Dott.ssa Chantal D'Agostino
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gent.ma Sig.ra Antonia, come è riuscita a comprendere si tratti di attacchi di panico? Sicuramente la situazione in questo momento è di difficile gestione per lei ma ci sono tante tecniche a supporto anche semplici tecniche di respirazione con la guida di un professionista possono aiutarla.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, è importante che si rivolga ad uno specialista psicologo per affrontare meglio queste dinamiche.
Resto a disposizione per consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Dott.ssa Catia Conti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno Antonia, mi occupo da diversi anni di disturbi gastrointestinali funzionali come psicoterapeuta all'interno di un protocollo ospedaliero innovativo, il suo disturbo non lo è ma lo dico perché con stomaci e intestini ho una certa confidenza ormai. A quanto riferisce e in continuità rispetto a quanto detto dai colleghi, penso anch'io che lei possa avere un disturbo da stress post traumatico legato alla grande paura vissuta e che l'ansia posso esserne una conseguenza. La psicotraumatologia insegna che quando sperimentiamo una situazione di grosso rischio il corpo può come rimanere intrappolato nella paura anche quando l'evento è ormai passato. L'EMDR è ad oggi il trattamento gold standard per la rielaborazione degli eventi traumatici andando a riattivare il naturale processo di rielaborazione, in generale il consiglio è di agire quanto prima senza lasciare che le cose si fissino. Altresì le potrebbe anche giovare l'approccio ipnotico perché l'ipnosi funziona molto bene nel ristabilire poi la circolarità mente-corpo che si rompe quando il corpo con l'insorgere di un disturbo/sintomo grave e che va ripristinata perché si possa tornare a vivere bene come prima il proprio corpo.
Dott. Francesco Culcasi
Psicologo clinico, Psicologo
Paderno Dugnano
Gentile Antonia,
comprendo che quanto accaduto possa averla spaventa, specialmente se non ha avuto esperienza di attacchi di panico prima d'ora. La invito a fare una consultazione da uno specialista, per comprendere in primis nello specifico i sintomi di panico che lei riporta e per eventualmente intraprendere un trattamento psicoterapico mirato.

Rimango a sua disposizione,
cordialmente
Dott. Maurizio Di Benedetto
Psicologo, Fisioterapista, Posturologo
Monza
Buonasera Antonia, il corpo utilizza un suo linguaggio per comunicare, però alcune volte è come quando uno sente parlare in inglese, ma non conosce la lingua inglese. Potrebbe sembrare incomprensibile. Le consiglio un'approfondimento psicologico, così da fare chiarezza dentro di se ed essere maggiormente consapevole. Così da tornare a vivere serenamente la sua casa corpo.

A disposizione
dott. Maurizio Di Benedetto
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente, il mio consiglio è di contattare uno psicoterapeuta.

Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Dott.ssa Sonia Setti
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, ciò che a volte appare legato a qualcosa di tangibile e concreto, come il cibo o l'attacco di panico, potrebbe celare questioni di natura più profonda, più difficilmente sondabili. Il suggerimento è di poter cogliere queste preoccupazioni come segnali di qualcosa che forse necessita di emergere, e di approfondirle insieme a un professionista.
Dott. Sasha Mattia Criscuolo
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno Antonia,
sia gli attacchi di panico che le manifestazioni fobiche ad oggi sono curabili in tempi e costi ragionevoli. Le consiglio di intervenire su queste problematiche quanto prima senza aspettare che cronicizzino, altrimenti rischierà di spendere più tempo, energie e soldi.
Un caro saluto
Dott.ssa Lara Toscano
Psicologo, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentile Antonia, grazie per aver condiviso la sua esperienza, immagino sia causa di un forte disagio ed è comprensibile la sua preoccupazione. Dal suo messaggio emerge come il pensiero che qualcos'altro possa "bloccarsi" e provocarle fatica nel digerire causi forte paura (o forse ansia). Le consiglierei di analizzare meglio questi episodi con uno specialista, così da lavorare su queste credenze causate da un'esperienza di congestione, soprattutto per definire meglio quelli che lei indica come "attacchi di panico". L'approccio cognitivo-comportamentale risulta molto efficace per fatiche come quelle da lei raccontate. Cordialmente.
Dott.ssa Brunella Mobrici
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Legnano
Buongiorno Antonia e grazie di aver scritto, e' importante chiedere aiuto tempestivamente quando si presenta un problema. Sembra evidente dal suo resoconto che quella della congestione sia stata per lei un'esperienza traumatica, che ha generato poi paura di stare male di nuovo, con conseguenti comportamenti di evitamento di situazioni che possono di nuovo metterla in pericolo.
In situazioni come questa, lo stato di allert permane perche' l'esperienza traumatica ha fatto sentire di essere in pericolo e di non avere controllo.
Le suggerisco di rivolgersi ad una figura professionale, psicologo psicoterapeuta, per poter elaborare l'esprienza traumatica, trattare gli attacchi di panico attuali e portare ad una migliore qualita' della vitaa. L'approccio con le EMDR puo' sicuramente essere indicato in questi casi.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordialmente
Dott.ssa Brunella Mobrici
Dott.ssa Sara Passavanti
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Limbiate
Buonasera Antonia.
Le preoccupazioni e i pensieri che sono scaturiti durante l'evento iniziale (congestione) l'hanno portata ad associare le stesse paure ogni volta che si presenta una situazione simile, con manifestazione psicofisiologica. Di conseguenza ha messo in atto degli evitamenti che nell'immediato la allontanano dalle situazioni indesiderate, ma a lungo termine creano disagio e alimentano le paure.
Il rischio è che lei nel futuro attribuisca questa ansia anche ad altre situazioni, allargandone il range di attivazione, rimanendo intrappolata in questo loop ansiogeno e compromettendo il suo benessere.
Le consiglio di consultare un terapeuta con cui intraprendere un percorso che la farà riacquisire la serenità.
Buona serata,
Dott.ssa Sara Passavanti
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Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno Antonia, queste manifestazioni possono essere scatenate da un singolo evento vissuto come traumatico, proprio come la congestione di cui parla, tuttavia sono da considerare anche altri fattori presenti nella propria storia di vita, il cui nesso non è sempre immediatamente visibile. Proprio per questo nel suo caso le indicherei un terapeuta del mio approccio (integrato), in maniera da lavorare subito per rendere tollerabili da subito i sintomi e poi indagare le matrici di fondo. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, cordiali saluti, Dott. Luca Vocino.
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Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Cara Antonia, mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo così difficile a causa di questi attacchi di panico legati al cibo. Ti consiglio di parlare con il tuo medico di fiducia o uno specialista in disturbi alimentari per valutare la situazione e ricevere un supporto appropriato. Potresti anche considerare di consultare uno psicologo o uno psichiatra per affrontare la tua ansia legata al cibo.
Nel frattempo, potresti provare a seguire alcune regole alimentari che possano aiutarti a gestire meglio la situazione, come mangiare lentamente, masticare bene il cibo, evitare cibi troppo freddi o troppo ricchi, e bere piccole sorsate d'acqua durante i pasti.
Ricorda che è importante prendersi cura di te stessa e non essere troppo dura con te stessa. Parla con le persone a cui vuoi bene e cerca il supporto emotivo di chi ti circonda. Spero che presto tu possa superare queste difficoltà e ritrovare il piacere nel cibo. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio,
Dott. Cordoba
Dott.ssa Floriana Ricciardi
Psicologo, Psicologo clinico
Venegono Inferiore
Gentile Antonia, da come descrive la situazione, sembra che si sia instaurata una fobia, una paura intensa di qualcosa e superarla richiede a questo punto l'aiuto di uno professionista con cui capire cosa sia successo "mentre stava mangiando quell'anguria". La voglia rassicurare nel fatto che è qualcosa da cui può guarire. Coraggio!
dott.ssa Floriana Ricciardi
Dr. Andrea Bonardi
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Gentile Antonia, comprendo la preoccupazione che sta vivendo e immagino sia causa di forte disagio. Dalle sue parole sembra esserci il pensiero che qualcos'altro possa "bloccarsi" e provocarle fatica nel digerire, con conseguente paura o ansia. Le consiglierei di analizzare meglio questi episodi con uno psicologo, così da individuare insieme le credenze e le immagini provocate dall'esperienza di congestione, soprattutto per definire meglio quelli che lei indica come "attacchi di panico". Allo stesso tempo, è utile lavorare con uno specialista per trovare strategie pratiche che le permettano di vivere meglio il momento dell'alimentazione. Rimango a disposizione qualora volesse approfondire. Cordialmente, Dr. Andrea Bonardi
Dott.ssa Valentina Zoccali
Psicologo, Psicologo clinico
Legnano
Buongiorno, ho letto con attenzione la sua richiesta in cui si coglie la sua preoccupazione. Questo evento spiacevole che ho vissuto sulla mia pelle, ha scatenato in lei panico e ansia. Io utilizzo tecniche di mindfulness, rilassamento e gestione dello stress e dell’ansia che possono aiutarla a gestire questo sintomo. Ho incontrato diverse volte dinamiche simili alla sua, se desidera possiamo approfondire iniziando da una prima consulenza online o in studio. Grazie per la ricchezza della sua condivisione. Dott.ssa Valentina Zoccali
Dott.ssa Francesca Colzani
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Cesano Maderno
Buongiorno Antonia, dal suo racconto emerge con evidenza un evento traumatico che le ha comportato delle nette modifiche nelle abitudini di vita e alimentari, oltre all'esordio di una sintomatologia ansiosa importante. E' possibile lavorare con traumi come il suo con una tecnica chiamata EMDR che permette di ripristinare abbastanza velocemente uno buon equilibrio emotivo, ripristinando solitamente le abitudini/azioni/ comportamenti bloccati a seguito del trauma.
Rimango a disposizione eventualmente volesse approfondimenti sulla tecnica dell'EMDR.
Cordiali saluti, dott.ssa Francesca Colzani
Dott.ssa Grazia Chianetta
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno Antonia, che brutta esperienza, mi spiace.
E' sicuramente un episodio traumatico che non va sottovalutato e se nel giro di poco non si risolve da solo, dovrebbe elaborarlo con una/o psicologa/o, non le pare?
Grazie per la condivisione
Faccia sapere
Dr. Grazia Chianetta
Dott.ssa Alice Savoia
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Antonia,
la ringrazio per aver condiviso questo suo vissuto e mi dispiace, posso comprendere quanto sia complesso.
La situazione descritta sembra avere una componente fobica, derivante dall'esperienza pregressa.
Sarebbe utile intraprendere un percorso di supporto psicologico e lavorare tramite esposizione e tecniche di rilassamento.
Rimango disponibile per un eventuale colloquio conoscitivo,
Dott.ssa Alice Savoia
Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Ciao Antonia,

Mi dispiace molto per quello che stai passando. Gli attacchi di panico e le preoccupazioni legate alla digestione possono essere estremamente debilitanti, ma ci sono diverse strategie e approcci che possono aiutarti a gestire questa situazione.

Consigli Generali
Consultazione con un Professionista della Salute Mentale:

È altamente consigliabile consultare uno psicologo o uno psichiatra. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è molto efficace nel trattare i disturbi d'ansia e gli attacchi di panico. Un professionista può aiutarti a sviluppare strategie per gestire e ridurre l'ansia.
Terapie di Rilassamento:

Tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione e la mindfulness possono aiutarti a calmare la mente e ridurre l'ansia.
Supporto Nutrizionale:

Continua a seguire i consigli della tua nutrizionista, che può aiutarti a mantenere una dieta equilibrata e sicura per te. Assicurati di comunicare con lei/le tue preoccupazioni e paure, in modo che possa adattare la tua dieta alle tue esigenze attuali.
Strategie Specifiche
Esposizione Graduale:

Con l'aiuto di un terapeuta, puoi provare l'esposizione graduale alle situazioni che ti causano ansia. Ad esempio, iniziare con piccole quantità di cibo che ti spaventano meno e aumentare gradualmente.
Abitudini Alimentari:

Mangia piccoli pasti frequenti piuttosto che pasti grandi. Questo può aiutare a ridurre la sensazione di pienezza e la paura di blocchi.
Mastica lentamente e attentamente. Questo non solo aiuta la digestione, ma può anche ridurre l'ansia durante i pasti.
Tecniche di Distrazione:

Trova attività che ti aiutino a distrarti durante e dopo i pasti. Questo può aiutare a ridurre la focalizzazione sull'ansia legata alla digestione.
Idratazione:

Continua a bere acqua a temperatura ambiente, come stai facendo. Assicurati di rimanere idratata, poiché la disidratazione può aumentare l'ansia.
Supporto Sociale:

Parla con amici e familiari di ciò che stai vivendo. Avere un sistema di supporto può fare una grande differenza nel ridurre l'ansia.
Quando Cercare Aiuto Immediato
Se l'ansia e gli attacchi di panico diventano insopportabili o se perdi una quantità significativa di peso, è importante cercare aiuto immediato. Uno psichiatra può valutare se la terapia farmacologica potrebbe essere utile per gestire l'ansia a breve termine, mentre lavori su strategie di gestione a lungo termine con uno psicologo.

Ricorda
Non sei sola in questa situazione. Molte persone affrontano problemi simili e riescono a trovare modi per gestirli con il giusto supporto. Prendere il primo passo verso il trattamento e la gestione dell'ansia può sembrare difficile, ma può portare a un miglioramento significativo della tua qualità di vita.

Ti auguro il meglio nel tuo percorso di guarigione.
Dott. Antonello Deriu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo clinico
Firenze
Gentile utente, probabilmente l'angoscia e lo spavento che ha sperimentato a causa della sua esperienza negativa ha creato in lei una uno stato di ansia e preoccupazione eccessiva che la sta portando a non vivere serenamente il rapporto con il cibo. Le suggerirei di iniziare un percorso con uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale per lavorare su questo sintomo
e riprendere a vivere la sua vita in maniera più serena possibile. Rimango disponibile per qualsiasi chiarimento. Saluti, Dott. Antonello Deriu
Dott.ssa Francesca Ghio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torre Boldone
Buongiorno. Quello che racconta mi fa pensare a una reazione di tipo fobico piuttosto che a un disturbo da attacchi di panico. Una terapia cognitivo comportamentale potrebbe esserle molto di aiuto nell'affrontare questa problematica e se ben fatta dovrebbero bastare poche sedute.
Le auguro di risolvere. Dott.ssa Francesca Ghio
Dott.ssa Monica Mugnai
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Montevarchi
Gentile Antonia, l'esperienza che ha vissuto ha instaurato in lei un timore di matrice fobica. I pensieri catastrofici circa quello che potrebbe succedere ingerendo cibi freddi o bibite gassate le causano la forte ansia che prova. Inoltre, la strategia di evitamento di alcuni cibi e bevande alimenta il suo timore, facendola entrare in un circolo vizioso auto-rinforzante, il quale può portarla ad evitare sempre più cibi.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista per affrontare il suo disagio. Resto a disposizione, Dottoressa Monica Mugnai
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno Antonia, la ringrazio per aver condiviso la sua situazione. Capisco quanto possa essere angosciante vivere con la paura di mangiare e l'ansia che ne deriva. Gli attacchi di panico legati all'atto di mangiare sono un problema che può influire profondamente sulla sua qualità di vita e sul benessere fisico.

Le consiglio di considerare un percorso psicologico per affrontare le sue paure e le sue ansie legate all’alimentazione. Un professionista può aiutarla a esplorare le radici di questi attacchi di panico e a sviluppare strategie per gestire le sue preoccupazioni e i sintomi fisici. Attraverso il supporto terapeutico, potrebbe ritrovare la serenità nel momento del pasto e recuperare un rapporto più equilibrato con il cibo.

È importante non affrontare da sola queste difficoltà. Parlarne con uno psicologo potrebbe offrirle il supporto necessario per superare questo blocco. Le auguro di trovare presto la serenità che cerca e di recuperare il benessere fisico ed emotivo.
Dott.ssa Simona Palma
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Orbassano
Buongiorno, dalle sue parole si evince il disagio che prova e come questo abbia un forte impatto sulla sua quotidianità.
Occorre prendersi cura di quello che per lei è stato un evento traumatico e può farlo con il supporto di un professionista.
Non aspetti altro tempo, prendersi cura di noi stessi e ascoltarci è il primo passo fondamentale per ritrovare la serenità e la leggerezza. Auguri.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, quello che le è syuccesso ha probabilmente messo in evidenza qualche suo tratto caratteriale prima nascoeto.
Dovrebbe poter tornare alla condizione preesistente con EMDR, una tecnica utilizzata per la riduzione degli eventi traumatici.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott. Matteo Marchesi
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Torino
Buonasera Antonia, mi dispiace molto per il disagio che sta vivendo. L'episodio della congestione sembra aver scatenato una forte ansia legata al cibo ed alla digestione, una reazione comprensibile, ma che sta ora limitando significativamente la sua vita.
Gli attacchi di panico, in casi come il suo, possono essere alimentati dalla paura di rivivere un'esperienza traumatica. Questa ansia può influenzare il modo in cui il suo corpo percepisce la digestione e può creare un circolo vizioso di preoccupazioni e sintomi fisici.
Il mio consiglio è di rivolgersi a un professionista per ridurre l’ansia e gli attacchi di panico ed aiutarla a riprendere il controllo della situazione. Anche un nutrizionista potrebbe supportarla nel reintegrare gradualmente i cibi che ora evita.
Non deve affrontare tutto da sola, con l'aiuto giusto è possibile superare questa difficoltà.
Dott.ssa Helena Afflitto
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Utente, la ringrazio per la richiesta. Nelle reazioni ansiose che si avvicinano agli attacchi di panico spesso si parla di trigger, come goccia che fa traboccare l'acqua dal vaso, più che di causa direttamente correlata. La causa in realtà è da ricercarsi più in profondità per poter estirpare il sintomo nel lungo termine è possibile rilevare il vero nucleo ansiogeno che viene attivato in presenza dei triggers.
Le suggerisco perciò qualora non l'avesse già fatto di affrontare il problema alla radice. Intraprendere un percorso psicologico e di crescita personale potrebbe aiutarla a riprendere in mano la sua vita.
Sono disponibile per un colloquio conoscitivo in presenza e online.
Dott.ssa Helena Afflitto
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Antonia, è comprensibile che l'esperienza di avere avuto una congestione dopo aver mangiato anguria fredda possa aver scatenato una serie di attacchi di panico e un forte timore relativo al cibo e alla digestione. Queste reazioni possono manifestarsi come un desiderio di evitare il dolore e l’ansia che hai provato, portandoti a cambiare le tue abitudini alimentari in modo significativo. È chiaro che la paura e l'ansia legate al cibo e alla digestione stanno influenzando la tua vita quotidiana, creando un circolo vizioso in cui il timore di un malessere si traduce in comportamenti alimentari evitanti che aggravano ulteriormente il tuo stato d'animo. È importante riconoscere che questi attacchi di panico e le paure associate sono segnali del tuo bisogno di affrontare e comprendere ciò che stai vivendo. Potrebbe essere utile considerare un percorso di supporto psicologico per esplorare più a fondo le emozioni e le esperienze legate a questa situazione. Inoltre, pratiche di rilassamento o tecniche di gestione dello stress potrebbero aiutarti a calmare l'ansia nei momenti di panico. Se desideri approfondire queste tematiche e lavorare su un piano per migliorare il tuo rapporto con il cibo e la tua salute mentale, La invito a contattarmi. Sarà un piacere offrirti supporto in questo percorso.
Cordialmente, Dottoressa Laura Lanocita
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve Antonia, mi dispiace molto per il disagio che stai vivendo. Da quello che racconti, sembra che l'episodio della congestione abbia generato un'associazione tra l'atto del mangiare e una forte paura, che ha portato a sviluppare una vera e propria ansia legata all'alimentazione e alla digestione. Gli attacchi di panico che descrivi sono una reazione comune quando la mente associa un evento spiacevole o traumatico a una situazione che si ripete, in questo caso il mangiare.
Per cominciare, ecco alcuni consigli pratici che potrebbero aiutarti:
Pratica la respirazione diaframmatica : questo tipo di respirazione può aiutarti a gestire l'ansia quando ti senti sopraffatta. Cerca di fare respiri lenti e profondi, concentrandosi sull'espansione dell'addome più che sul torace.
Mangia in piccole porzioni : Inizia con cibi leggeri e facili da digerire, assumendoli in quantità ridotte. Questo potrebbe aiutarti a riacquistare fiducia nel processo del mangiare.
Rielabora il pensiero negativo : Cerca di ricordare che la congestione che hai avuto è stato un episodio isolato e che il corpo è normalmente molto ben equipaggiato per digerire il cibo, soprattutto se consumato a temperatura ambiente, come stai già facendo.
Evitare restrizioni eccessive : Anche se al momento ti dà sicurezza evitare certi cibi e bevande, lavorare gradualmente per reintegrarli può essere importante per evitare di rafforzare la paura.
Tuttavia, i sintomi che descrivi e l'impatto che stanno avendo sulla tua vita quotidiana suggeriscono che sarebbe davvero utile e consigliato rivolgersi a uno specialista. Un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta ti permetterebbe di esplorare le cause profonde della tua ansia, imparare tecniche specifiche per gestire i tuoi attacchi di panico e ripristinare un rapporto più sereno con il cibo. Ad esempio, terapie come la Terapia Cognitivo-Comportamentale o l'utilizzo di tecniche come l' EMDR , particolarmente efficaci per rielaborare eventi traumatici, potrebbero esserti di grande aiuto.
Non esitare a chiedere supporto: affrontare queste difficoltà con l'aiuto di un professionista ti consentirà di ritrovare benessere e sicurezza.

Dottoressa Silvia Parisi Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Vanessa Ferri
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Navacchio
Gentile utente,
la sua risposta difensiva ad un evento traumatico è assolutamente legittima e reattiva. Il mio consiglio per cercare di elaborare lo shock è quello di fare un percorso di desensibilizzazione sistematica e psicologico in genere che può sostenerla e aiutarla in questo cammino.
Dr.ssa Vanessa Ferri
Dott.ssa Angelica Brasacchio
Psicoterapeuta, Professional counselor
Milano
Gentile Antonia, l’esperienza che ha vissuto è stata sicuramente molto impattante, tanto da attivare in lei una risposta di paura che ora si manifesta con gli attacchi di panico legati all’alimentazione. È importante comprendere che, spesso, un evento traumatico come quello descritto può scoperchiare fragilità preesistenti, creando un circolo di ansia che alimenta le proprie preoccupazioni.
Le consiglio di rivolgersi a uno specialista, come uno psicoterapeuta o uno psichiatra, che possa guidarla nel processo di comprensione e gestione delle sue reazioni. Insieme potrete sviluppare strategie per recuperare un rapporto sereno con il cibo.
Non temere di chiedere aiuto.
Dott.ssa Cristina Massardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Gallarate
Buongiorno Antonia, gli attacchi di panico sono una risposta del sistema nervoso che si attiva di fronte a un pericolo percepito, anche quando il pericolo non è reale. Il tuo corpo sta reagendo come se fossi ancora in una situazione di emergenza, ma questa è solo una sensazione, non una realtà. Bisogna ricominciare con piccoli cambiamenti in modo graduale, respirazione, rilassamento, ipnosi.
Un percorso con uno psicoterapeuta può essere di grande aiuto per esplorare l'origine della paura e riformulare i pensieri negativi legati al cibo e alla digestione.
Apprendere tecniche specifiche per gestire gli attacchi di panico, come la desensibilizzazione sistematica e la consapevolezza. Non sei sola, Antonia, e quello che stai vivendo è affrontabile con il giusto supporto.
Salve, in questi casi può essere utile intraprendere un percorso con uno psicologo che la guidi tramite delle esposizioni graduali ad affrontare questi stimoli ansiogeni. Resto a disposizione per qualsiasi dubbio e chiarimento. Un caro saluto
Dott.ssa Lopiano Daniela
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caltanissetta
buon giorno le consiglio di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta specialista nel trattamento dei traumi in modo da poter dare uno stop alla ciclicità del sintomo che lei sta vivendo se ne può uscire
Dott. Dario Agradi
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gentilissima Antonia, quello che racconta sembrerebbe essere stato un episodio che l'ha giustamente spaventata. Quello che è accaduto è che per la sua mente probabilmente il freddo degli alimenti è diventato qualcosa da cui proteggersi. In generale, sembra che la preoccupi che possa riavere la congestione, anche quando gli alimenti ingeriti non sono freddi. In questo momento la sua mente prova a proteggerla da un pericolo passato, e la paura gioca un ruolo fondamentale. Potrebbe trarre grande beneficio da un percorso di tipo psicologico che la può gradualmente aiutare a tornare serena nell'alimentazione. Mi contatti se interessata senza problemi. Un caro saluto
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera Antonia, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Capisco quanto sia difficile convivere con la paura che la digestione possa bloccarsi e con gli attacchi di panico che ne derivano. La reazione che ha descritto, con il timore che il cibo o le bevande possano causare un blocco allo stomaco, è legata a una condizione che coinvolge l'ansia, scatenata probabilmente dall'episodio di congestione che ha vissuto.
La perdita di peso e l'evitare certi alimenti e bevande sono segnali che il suo corpo sta rispondendo in modo protettivo al trauma vissuto, ma è importante che questi meccanismi vengano affrontati per evitare complicazioni a lungo termine. Le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta, specializzato in Terapia Cognitivo-Comportamentale, che può aiutarla a comprendere le cause della sua ansia e sviluppare tecniche per affrontarla. Inoltre, una visita da un medico potrebbe essere utile per escludere eventuali problemi fisici legati alla congestione.
Buonasera Antonia, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Mi dispiace molto per la sua situazione, immagino debba essere stato spaventoso vivere una evento di questo tipo. Da quello che scrive questo evento l'ha messa nella condizione di evitare categoricamente tutte quelle situazioni che potrebbero potenzialmente esporla a un pericolo simile a quello vissuto. E' comprensibile Antonia, nessuno vorrebbe più trovarsi a rivivere una situazione spiacevole. Questa strategia che adotta, l'evitamento, ha lo scopo di tutelarla ma, applicandola a così tante situazioni rischia di diventare estremamente limitante. Le consiglio di contattare uno psicoterapeuta che possa aiutarla a fronteggiare la paura ha sviluppato in conseguenza della congestione.
Dott.ssa Marta Romano
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Antonia,
comprendo la sua preoccupazione in quanto il sintomo che ha sviluppato è molto invalidante per la sua vita. Occorrerebbe approfondire di più la questione per capire meglio come poterla aiutare. Credo che per lei possa risultare molto utile intraprendere un percorso psicologico di modo da potersi fare aiutare da un professionista esperto.
Se vuole, sono a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Marta Romano
Dott. Marco M. Pendezzini
Psicologo, Psicologo clinico
Bonate Sotto
buongiorno Sig.ra Antonia,
se vuole può prendere appuntamento con me e vediamo cosa posso fare per aiutarla.
Grazie
Dott.ssa Irene Ferrara
Psicologo
San Martino Buon Albergo
Buongiorno Antonia. Quello che stai vivendo è comprensibile e, anche se so che in questo momento ti sembra difficile uscirne.. Dopo un episodio molto spiacevole come la congestione che hai avuto, è comune che la nostra mente associ uno stimolo anche neutro ad una sensazione di malessere, la mente “impara”. Questa paura, però, con il tempo può diventare un grande blocco che ti fa evitare anche le cose piacevoli. La cosa più importante in questo momento è darti il tempo di affrontare questa paura con calma, senza forzarti, ma anche senza lasciare che l’emozione controlli te. Evitare ci porta a perpetuare le nostre paure. parlarne con uno specialista potrebbe farti sentire meno sola in questo percorso. A volte, con il giusto supporto, si riesce a ridimensionare queste paure più velocemente di quanto pensiamo. Se sei ben motivata e il tuo desiderio è tornare a vivere ocme prima penso sia la strada migliore. Resto a disposizione.
Dr. Michele Martino
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Monteroni di Lecce
Buonasera, le consiglio senza dubbio di iniziare un percorso di psicoterapia.
Dott.ssa Anna Bruti
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Salve Antonia, comprendo quanto possa essere difficile affrontare questa situazione. Gli attacchi di panico legati alla paura di non riuscire a digerire sono abbastanza comuni dopo un'esperienza traumatica come quella che ha vissuto. La paura di rimanere bloccati è legata spesso a un meccanismo di ansia che amplifica la percezione del corpo. Il supporto psicologico, in particolare la psicoterapia cognitivo-comportamentale, può aiutarla a comprendere e gestire queste paure, intervenendo sulla relazione che ha con il cibo e migliorando la sua sicurezza.
Se vuole un percorso mirato per superare gradualmente queste paure e ripristinare il suo equilibrio, non esiti a contattarmi.
Dott.ssa Alice Speroni
Sessuologo, Psicologo, Psicologo clinico
Como
Gentile paziente, mi dispiace molto per la sua situazione, immagino quanto disturbo le dia! Le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico, così da riacquistare autonomia e sicurezza. Rimango a disposizione per un consulto
Dott.ssa Martina Simeone
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve Antonia, quello che lei descrive potrebbe essere la conseguenza di un'esperienza traumatica legata al consumo di anguria fredda, che ha scatenato una reazione fisica e mentale molto forte. Potrebbe considerare l'idea di consultare un terapeuta che possa aiutarla ad elaborare il trauma legato all’esperienza di congestione da anguria fredda e i conseguenti attacchi di panico.
Dott.ssa Beatrice Dono
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Antonia, capisco l'accaduto spiacevole e fisicamente doloroso, che continua ad associare ai pasti o alle situazioni che potrebbero portarla a stare male. Credo che le possa essere utile approfondire tali vissuti per superare questa fase di stallo-terrore. Rimango a sua disposizione per un consulto online. Un saluto. Dott.ssa Dono
Dott.ssa Alice Vetro
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera Antonia, sembrerebbe che la brutta esperienza vissuta stia condizionando in modo significativo la sua quotidianità. Le consiglio di consultare uno psicoterapeuta, così da poter intraprendere un percorso diagnostico volto a valutare l’eventuale presenza di una fobia specifica e di un disturbo di panico. Entrambi sono disturbi d’ansia abbastanza frequenti e possono essere affrontati con successo, in particolare attraverso la terapia cognitivo-comportamentale, che prevede protocolli specifici.
Dr. Jacopo Modoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Antonia,
quello che descrive è un chiaro esempio di associazione tra un evento fisico traumatico (la congestione) e la comparsa successiva di ansia anticipatoria e comportamenti evitanti legati al cibo. È una risposta ansiosa comune che, se non trattata, può diventare invalidante.

Le consiglio un intervento cognitivo-comportamentale: lavora sul riconoscimento dei pensieri distorti, sulla gestione dell’ansia e sull’esposizione graduale ai cibi evitati. È un percorso efficace e mirato.

Si rivolga quanto prima a uno psicologo esperto in disturbi d’ansia o alimentari. Con il giusto supporto, questo problema si può risolvere.

Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
Dott.ssa Silvia Nava
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Brugherio
Gentile Antonia,

grazie per aver trovato il coraggio di raccontare quello che le sta succedendo. Quello che descrive non è “solo” una paura del cibo: è qualcosa che ha colpito profondamente il suo senso di sicurezza. Dopo quell’episodio con l’anguria, è come se il suo corpo le avesse lanciato un segnale forte, e da allora ogni gesto che riguarda il mangiare – bere, ingoiare, digerire – è diventato difficile, carico di tensione e paura.

Non si deve vergognare di questo, né sentirsi sbagliata. La sua mente e il suo corpo stanno cercando di proteggerla da qualcosa che hanno vissuto come pericoloso. Solo che ora, questa protezione è diventata troppo rigida, e invece di farla sentire al sicuro, la sta imprigionando.

Dietro ogni attacco di panico c’è una parte di noi che si sente fragile, spaventata, in cerca di ascolto. Non è solo il cibo che fa paura: è il senso di perdere il controllo, il timore che “qualcosa si blocchi”, dentro o fuori. Ma non è un destino senza via d’uscita.

Il mio consiglio è di non restare sola con tutto questo. Un percorso psicologico può aiutarla a capire meglio cosa le sta accadendo, a calmare pian piano quelle paure, e a ritrovare fiducia nel suo corpo, nei suoi gesti quotidiani. Può tornare a vivere e a mangiare con serenità, ma il primo passo è proprio quello che ha già fatto: chiedere aiuto.

Si merita pace e respiro, Antonia. E, anche se ora non sembra, questo momento difficile può diventare l’inizio di una trasformazione importante.
Dott. Giovanni Pagnini
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Prato
Gentile Utente, mi dispiace per la sua esperienza, sicuramente traumatica per lei. È comprensibile che si sia spaventata. Quelli che lei descrive costituiscono veri e propri processi di evitamento che, tipicamente, le persone che soffrono di panico mettono in atto. Purtroppo, tali condotte hanno unicamente il risultato di rinforzate I processi cognitivi che portano al panico, innescando uno sgradevole circolo vizioso. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista, cognitivo-comportamentale, che la possa aiutare a comprendere i processi di funzionamento che mantengono il problema è strategie per affrontarli. Le auguro il meglio, a presto
Dott. Luca Fiorona
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buon pomeriggio Antonia, mi spiace per la situazione spiacevole che sta vivendo da qualche mese. Potrebbe considereare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per esplorare meglio i vissuti che ha provato quello specifico giorno, ma anche indagare il perchè gli attacchi di panico si verificano proprio in quel dato momento della giornata e non ad esempio dopo colazione o dopo pranzo. All'interno del percorso terapeutico potrebbe comprendere meglio le cause che scatenano questi attacchi di panico e ritrovare la serenità che le apparteneva nel periodo precedente a quell'episodio di congestione.
Rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott. Luca Fiorona
Dott.ssa Stefania Borriello
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Antonia,
grazie per aver condiviso con così tanto coraggio quello che sta vivendo. Le sue parole raccontano una sofferenza profonda, che merita tutta la comprensione e l’attenzione possibile… Immagino quanto possa essere stato spaventoso quell’episodio con l’anguria e quanto, da allora, sia cambiato il suo rapporto con il cibo. Vivere ogni pasto con ansia, con la paura che qualcosa possa andare storto, è davvero faticoso.
Il corpo ha una sua memoria, e a volte dopo uno spavento forte come quello che ha vissuto, la mente comincia a mettersi in allerta, anche quando non ce n’è più bisogno.Le consiglio con tutto il cuore di rivolgersi a una persona esperta, uno psicologo o una psicologa, qualcuno che possa ascoltarla senza giudicare e camminare al suo fianco in questo momento difficile. È possibile stare meglio, davvero.
Ha già fatto un primo passo importante scrivendo questo messaggio. E anche se ora può sembrare tutto confuso e pesante, si merita leggerezza e di tornare a star bene.
Le sono vicina.
Un caro abbraccio,
Dott.ssa Stefania Borriello
Dott.ssa Gloria Tosi
Psicologo, Psicoterapeuta
Tortona
Salve Antonia, le suggerisco di contattare uno psicologo psicoterapeuta, possibilmente di orientamento cognitivo comportamentale, della zona in cui vive, per iniziare un percorso che l'aiuterà ad affrontare gli attacchi di panico, e più in generale il condizionamento che si è innescato a partire dall'evento iniziale della congestione. Buon lavoro, Saluti
Dott.ssa Martina Rubino
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Cara Antonia, immagino quanto possa essere faticoso e invalidante ciò che stai vivendo. Spesso, episodi come quello che hai vissuto possono diventare il punto di partenza per una serie di reazioni emotive intense.

Non di rado, questi episodi canalizzano fatiche più profonde, vissuti di ansia o insicurezza che magari erano già presenti, ma che trovano un’espressione concreta in relazione al corpo.
A volte, sintomi come questi nascono da un evento specifico, ma possono essere collegati anche ad altre fatiche emotive, oppure diventare essi stessi fonte di ulteriore disagio.

Proprio per questo, potrebbe valere la pena prendersi uno spazio per capire meglio cosa sta succedendo, con l’aiuto di qualcuno che possa accompagnarti in modo rispettoso e senza giudizio.

Un saluto,
Martina Rubino
Dott.ssa MONIA MICHELINI
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Nonantola
Salve Antonia,
sembrerebbe un piccolo trauma che abbia esitato in un disturbo post traumatico da stress, quasi come se avesse visto la morte in faccia.
Da qui la paura e gli attacchi di panico.
E' evidente che questa esperienza l'ha toccata cosi tanto da associarla sia al cibo sia ai liquidi freddi.
Le consiglierei un piccolo percorso di desensibilizzazione a queste situazioni in modo che apprenda di nuovo a mangiare e bere in tranquillità e serenamente
Dott.ssa Alessandra Barcella
Psicologo, Psicologo clinico
Gorlago
Salve Antonia, quello che ha vissuto potrebbe aver rappresentato un vero e proprio trauma. Le sue reazioni – paura di mangiare, difficoltà a digerire, attacchi di panico – sono comprensibili.

Parlarne con un professionista può aiutarla a superare questa paura. Se lo desidera, sono disponibile ad accompagnarla in questo percorso.

Un caro saluto,
A.B.
Ciao Antonia, grazie per aver trovato il coraggio di raccontare quello che stai vivendo. Si sente chiaramente, dalle tue parole, quanto questa esperienza ti stia segnando nel profondo. Dopo quella congestione, è come se si fosse acceso dentro di te un allarme costante: ogni volta che mangi o bevi qualcosa, la mente inizia a temere che possa succedere di nuovo, e questo ti mette in uno stato di allerta che somiglia molto al panico. Quando viviamo un’esperienza fisica intensa e spaventosa, il nostro corpo e la nostra mente la memorizzano come qualcosa da evitare a tutti i costi. E così, anche solo l’idea di digerire, deglutire o avere lo stomaco “pieno” può attivare paura, ansia, sensazioni sgradevoli.
Il fatto che tu abbia iniziato a evitare certi cibi, che tu stia dimagrendo e che gli attacchi arrivino proprio nei momenti in cui il corpo dovrebbe iniziare a rilassarsi dopo un pasto, ci dice che questa paura ha iniziato a condizionare il tuo quotidiano. E capisco quanto tutto questo ti faccia sentire stanca, frustrata, forse anche incompresa. Ma voglio dirti che non sei da sola e che non è colpa tua. Il tuo corpo sta solo cercando di proteggerti da qualcosa che ha vissuto come un pericolo, anche se oggi quel pericolo non c’è più.
È possibile uscire da questo stato. Non subito, non con una bacchetta magica, ma con un lavoro delicato e costante che ti aiuti a ricostruire fiducia nel tuo corpo e nelle sue capacità. Parlarne con uno psicologo potrebbe essere un passo fondamentale. Non perché tu sia “malata”, ma perché meriti uno spazio dove poter raccontare le tue paure senza sentirti giudicata, dove poter essere capita per davvero.
Hai già fatto qualcosa di molto importante scrivendo questo messaggio. Hai detto: "Non ce la faccio più", e questa è spesso la frase che segna l’inizio di un cambiamento. C’è un dolore che chiede di essere ascoltato e accompagnato, con dolcezza e rispetto. E tu meriti tutto questo.
Se vuoi, sono qui per aiutarti a capire da dove iniziare.
Salve Antonia, mi spiace per l'esperienza faticosa di cui racconta. Mi sento di dirle che l'esperienza che ha vissuto potrebbe aver come innescato una serie di reazioni, fisiche ed emotive, che potrebbero avere a che fare con qualcosa di più profondo che il singolo episodio. Magari dei sentimenti che riguardano la sua esperienza di vita. Il mio consiglio è quello di potersi rivolgere a dei professionisti che possano accompagnarla nell'ascolto dei sintomi di cui sta soffrendo e che possano aiutarla a recuperare serenità, nonché a costruire un senso per quello che le sta succedendo. Questo potrebbe essere di grande aiuto per prendersi cura di sè. Con i miei migliori auguri. Dott.ssa Adriana Dell'Arte
Dott.ssa Elisa Bacchetta
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Ornavasso
Gentile Antonia,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo. Capisco quanto dev'essere stato spaventoso quel momento in cui si è sentita male dopo aver mangiato l’anguria fredda, e quanto le sensazioni fisiche provate allora possano aver lasciato un segno così profondo da influenzare il suo rapporto con il cibo, l’acqua e altri aspetti della sua quotidianità.
Da ciò che descrive, sembra che il suo corpo e la sua mente abbiano registrato quell'episodio come un evento traumatico. È importante sapere che il trauma non è legato solo a grandi eventi drammatici, ma può anche nascere da esperienze improvvise e spaventose che il nostro sistema nervoso non riesce a “digerire”, proprio come lei descrive.

I sintomi che riporta – gli attacchi di panico, la paura di mangiare, la perdita di peso, l’evitamento di certi alimenti – sono reazioni comprensibili a un'esperienza che il suo cervello continua a percepire come pericolosa, anche se razionalmente sa che mangiare non dovrebbe esserlo. Il suo corpo, però, si comporta come se quella minaccia fosse ancora presente.
In questi casi, una terapia come l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) può essere molto utile. Si tratta di un metodo psicoterapeutico riconosciuto a livello internazionale per il trattamento del trauma e dei disturbi legati all’ansia. L’EMDR aiuta il cervello a "rielaborare" l'esperienza traumatica in modo più funzionale, permettendole di smettere di riviverla come se fosse ancora presente nel qui e ora.
Durante il percorso EMDR, non è necessario rivivere in modo doloroso tutto ciò che è accaduto, ma si lavora in sicurezza su come l’evento è rimasto “bloccato” nel suo sistema. Molte persone, anche con difficoltà simili alle sue, hanno trovato grande sollievo e hanno ricominciato a vivere in modo più sereno.
Non è sola in questa situazione, e chiedere aiuto – come sta facendo adesso – è il primo passo, e il più importante, verso la guarigione. Le consiglierei di valutare un incontro con uno psicoterapeuta specializzato in EMDR, con il quale potrà esplorare insieme queste paure e iniziare un percorso mirato per ritrovare la tranquillità che merita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elisa Bacchetta
Psicologa-Psicoterapeuta
Sessuologa clinica-Terapeuta EMDR
Specializzata in dipendenze patologiche
Dott.ssa Virginia Banfi
Psicologo, Psicologo clinico
Saronno
Buongiorno, da come descrive la situazione penso che la paura di nuove congestioni stia diventando un pensiero ossessivo e limitante: non riesce a mangiare come prima. La congestione di anguria, in effetti, potrebbe essere l'evento scatenante di qualche aspetto più profondo che può essere legato al cibo. Inoltre, l'aspetto della psicosomatica non è da sottovalutare, ma tutti questi quesiti andrebbero approfonditi in un colloquio.
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile Antonia , le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Dott.ssa Viviana Costa
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Antonia,

la ringrazio per aver scritto e per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo. Dalle sue parole emerge chiaramente quanto questo disagio stia influenzando la sua quotidianità, il suo rapporto con il cibo e la sua serenità.

È importante che sappia che quello che sta provando non è raro: dopo un episodio particolarmente spiacevole legato al corpo o alla digestione (come una congestione), può svilupparsi una forma di ansia anticipatoria, cioè la paura che l’evento si ripeta. Questa paura può diventare molto intensa, fino a scatenare attacchi di panico legati al momento del pasto, alla digestione o al solo pensiero di mangiare.

Nel tempo, per evitare il disagio, si iniziano a mettere in atto dei comportamenti di controllo e di evitamento (non mangiare cibi freddi, evitare certi alimenti, bere solo acqua a temperatura ambiente, ecc.). Purtroppo però, più si evitano le situazioni temute, più l’ansia può aumentare, fino a limitare fortemente la qualità della vita, come sta accadendo nel suo caso.

La buona notizia è che questa condizione si può trattare e migliorare, anche in tempi relativamente brevi, con un percorso psicologico specifico.
Dott.ssa Cinzia Cosmi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno Antonia, deve aver avuto certamente un forte spavento dopo quello che le è successo. A volte accade che ci siano degli eventi denominati trigger, che riattivano delle parti fobiche di noi e allora è come se da quel momento in poi, stessimo costantemente allerta, anche quando il pericolo apparentemente non c'è. Varrebbe la pena compendere a quali parti della sua storia di vita si è legato questo forte aspetto fobico. Qualora volesse, mi contatti pure. Saluti
Dott. Marco Mascheretti
Psicologo, Psicologo clinico
Ghisalba
La ringrazio per aver condiviso questa sua problema e questa sua situazione. Per prima cosa mi sento di dirle che è abbastanza comune provare queste emozioni e sensazioni. Probabilmente quando ha avuto la congestione ha avuto un forte impatto personale che ora si sta manifestando in tutte le altre situazioni da lei citate. Per cercare di stare meglio può sempre contattare uno specialista che le fornirà informazioni più specifiche e precise e anche sul modo migliore di agire sul problema.
Cordiali saluti
Dott.ssa Marta Vanola
Psicologo, Psicologo clinico
Abbiategrasso
Gentile Antonia,
da quanto racconta, sembra che l’episodio della congestione le abbia lasciato un forte senso di paura, che nel tempo si è trasformato in un’ansia legata al momento del pasto. Dopo un’esperienza percepita come minacciosa, è naturale che mente e corpo si mettano in allerta, collegando il mangiare o il digerire al rischio di stare di nuovo male. Si tratta di una normale reazione di protezione, che però, se persiste, può diventare un circolo di paura e controllo difficile da interrompere.
Il fatto che gli attacchi di panico si presentino nel pomeriggio, insieme al timore di non digerire e alla perdita di peso, mostra quanto questa preoccupazione stia influenzando la sua quotidianità. Con il giusto sostegno psicologico, potrà lavorare sui pensieri e sulle sensazioni fisiche che accompagnano l’ansia, imparando gradualmente a ritrovare sicurezza nel rapporto con il cibo.
Possono essere molto utili anche tecniche di rilassamento e percorsi basati sulla mindfulness, in particolare i protocolli di mindful eating, che aiutano a ristabilire un ascolto più calmo e fiducioso del corpo.
È importante non restare sola in questo momento: con un percorso mirato e personalizzato, è possibile tornare a vivere i pasti con tranquillità e senza la paura di stare male.
Un caro saluto, MV
le difficoltà che descrive sembrano collegate a un episodio vissuto come molto spaventoso, che ha lasciato un forte senso di allarme legato al momento del pasto. In questi casi, la paura può mantenersi nel tempo e generare sintomi fisici e ansia anticipatoria, come quelli che racconta. Può essere utile iniziare un percorso psicologico per comprendere meglio le origini di questa paura, imparare a gestire le sensazioni corporee e recuperare gradualmente un rapporto più sereno con l’alimentazione. Riconoscere il problema e chiedere aiuto è già un passo importante verso il cambiamento.
Dott.ssa Gemma Colao
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera,
normalmente l'Attacco di Panico parte con una sensazione interna, che viene interpretata in un certo modo (generalmente con pericolosa) facendo accrescere l'ansia e portando a un pensiero definito "catastrofico" che mantiene e alimenta l'ansia. Probabilmente, essendosi sentita male mangiando qualcosa di freddo, adesso starà associando le cose fredde a qualcosa di preoccupante. Ovviamente, qualora questi sintomi d'ansia continuassero consiglio un percorso da uno psicoterapeuta, preferibilmente cognitivo-comportamentale, orientamento d'elezione per i Disturbi d'Ansia e Attacchi di Panico. Gentili saluti.
Dott. Armando Masucci
Psicologo, Psicoterapeuta
Avellino
Salve Antonia,
ha sviluppato un sintomo afferente ad un' area fobica.
I sintomi possono andare via esponendosi gradualmente alle condizioni che li
evocano.
Se questo non accadrà, si rivolga all' esterno per farsi aiutare
Dott.ssa Alessandra Brignoli
Psicologo clinico, Psicologo
Dalmine
Salve Antonina, purtroppo il suo corpo ha associato i cibi freddi a questo stato di malessere ( succede a tutti ), deve piano piano riabituare il suo corpo a piccole quantità di alimenti/ bevande fredde assicurandosi che non ci sia anche una componente medica. può piano piano rieniziare ad introdurre piccolissime quantità di alimenti freddi, per l'acqua può ad esempio riempire tutto il bicchiere con acqua tiepida e aggiungere 5 ml di acqua fredda. provi a fare questa reintroduzione, si ricordi che deve essere graduale e le dosi minuscole. Spero di averla aiutata!
Dott.ssa Martina Rignanese
Psicologo, Psicologo clinico
Garbagnate Milanese
Gentile Antonia,

Quello che descrive è un vissuto molto intenso, e il legame tra l’episodio della congestione e la comparsa degli attacchi di panico è comprensibile: quando un evento ci spaventa, può lasciare una traccia che riemerge soprattutto nei momenti in cui ci sentiamo più vulnerabili, come durante i pasti.
Le potrebbe essere utile affiancare a un eventuale controllo medico, per escludere eventuali cause organiche, anche un supporto psicologico, per lavorare gradualmente sulla paura legata al mangiare e sulle sensazioni corporee che oggi la spaventano. Un percorso mirato può aiutarla a comprendere meglio ciò che sta accadendo e a ritrovare un senso di sicurezza e fiducia nel proprio corpo.
Un caro saluto

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