Buongiorno,un anno fa mi sono state diagnosticate l’intolleranze all’uovo (89%)e al frumento (31%),
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Buongiorno,un anno fa mi sono state diagnosticate l’intolleranze all’uovo (89%)e al frumento (31%), il medico mi ha detto di toglierli dalla mia alimentazione e mi hanno consigliato di fare i test anche ai figli... il più piccolo, 9 anni è intollerante al 100% a uovo frumento e nocciole, l’altro, 14 anni a uovo e nocciole X 55% e frumento a 61%... i vari medici che ho sentito hanno pareri discordanti sulle diete da seguireo meno, voi cosa mi consigliereste?! Grazie in anticipo delle risposte
Buongiorno le intolleranze si manifestano con sintomi diversi come eruzioni cutanee persistenti, disturbi digestivi e gastrointestinali, emicrania frequenti e sonnolenza. Se sono presenti questi sintomi é meglio escludere gli alimenti che contengono il componente che può far scatenare il sintomo. Per confermare l'intolleranza si toglie dalla dieta gli alimenti per poi integrarli e vedere quale risposta si ottiene. Questo deve essere fatto per i 3 alimenti in caso.
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Salve signora, le Intolleranze alimentari provocano al nostro corpo disturbi fastidiosi, è consigliabile sempre una dieta dove si escludono gli alimenti che danno questi sintomi. Non so cosa le hanno consigliato gli altri medici ma io agire così.. Per quanto riguarda i bimbi non è da escludere che crescendo queste intolleranze possano anche sparire. Cordiali saluti
Salve, in primis io valuterei con quale test sono state eseguite le intolleranze per dare almeno una iniziale veridicità a quello che è stato scritto. Sappiate che per i medici le intolleranze non esistono (se non le allergie) e dunque io mi baserei esclusivamente sui segnali che dà l'organismo. Se mangiare determinati arreca fastidio in qualche modo (sintomi gastrointestinali, orticaria o simili) io li escluderei a prescindere e proverei a fare una reintroduzione futura per valutarne la risposta.
Buongiorno, sarebbe utile sapere con quale test ha eseguito le intolleranze e se lei ed i suoi bambini manifestate qualche disturbo quando ingerite questi alimenti.
Un altra informazione utile sarebbe sapere se lei ed i suoi figli abbiate sofferto di allergie od intolleranze durante lo svezzamento. In ogni caso se le risposte sono positive è consigliabile un astensione da questi alimenti per almeno 3 mesi per poi reintrodurli gradualmente.
In ogni caso sono a sua disposizione per eventuali altri chiarimenti al mio cellulare. Buona giornata!
Un altra informazione utile sarebbe sapere se lei ed i suoi figli abbiate sofferto di allergie od intolleranze durante lo svezzamento. In ogni caso se le risposte sono positive è consigliabile un astensione da questi alimenti per almeno 3 mesi per poi reintrodurli gradualmente.
In ogni caso sono a sua disposizione per eventuali altri chiarimenti al mio cellulare. Buona giornata!
Buongiorno signora, mi incuriosisce molto la percentuale dell’intolleranza che riporta sia per lei che per i suoi figli e sarei curiosa di sapere che test ha effettuato...Le dico questo perché per quanto riguarda il discorso allergie e intolleranze, purtroppo, c’é poca chiarezza e invece bisogna farne perché non sono la stessa cosa. Nel primo caso è una reazione mediata da anticorpi, nel secondo no. Quindi gli unici test validi sono quelli che ricercano su sangue anticorpi specifici per quei dati alimenti. Tuttavia, anche in tal caso bisogna vedere che tipo di anticorpi viene ricercato e verso quale alimento. Infatti non è sempre tutto oro quello che luccica, le faccio un esempio: per far sì che il nostro corpo produca anticorpi contro un determinato alimento c’é necessitá che l’alimento venga introdotto alimento una volta nella sua vita. Se non ha mai mangiato la selvaggina e risulta intollerante/allergica alla stessa tramite test che ricerca anticorpi, quel test non è affidabile... E comunque le intolleranze non sono correlate a una reazione anticorpale. Premesso che non conosco tutta la sua storia clinica, il mio consiglio è quello di provare comunque a tenere esclusi gli alimenti imputati per 4 settimane dalla vostra alimentazione, mangiando in modo sano e dopo inserirne uno a settimana e valutare le reazioni (cutanee o digestive). Se non ha nessun disturbo li tollera benissimo e può continuare a consumarli. Saluti.
buongiorno, i cibi incriminati cioè l'uovo , il frumento e nel caso del bambino anche le nocciole vanno tolti e poi riinseriti uno per volta una volta a settimana per vedere le eventuali reazioni
Buongiorno,
esiste tutt'oggi molta confusione tra intolleranze alimentari ed allergie. Può verificare quale tipo di test di intolleranza ha effettuato ed eventualmente ripeterlo.
il test sulle intolleranze alimentari ad oggi più attendibile è il Citotest ( test leucocitotossico ) che prevede un prelievo di sangue e la evidenziazione di una reazione avversa dei globuli bianchi ( leucociti ) al contatto con un pannello di alimenti liofilizzati. L'osservazione della reazione avversa ( rigonfiamento, rottura...) del globulo bianco al microscopio può evidenziare una intolleranza di primo, secondo o terzo grado ; il consiglio è di eliminare l'alimento per un mese, due o tre mesi per poi reintrodurlo gradualmente. Buona giornata
esiste tutt'oggi molta confusione tra intolleranze alimentari ed allergie. Può verificare quale tipo di test di intolleranza ha effettuato ed eventualmente ripeterlo.
il test sulle intolleranze alimentari ad oggi più attendibile è il Citotest ( test leucocitotossico ) che prevede un prelievo di sangue e la evidenziazione di una reazione avversa dei globuli bianchi ( leucociti ) al contatto con un pannello di alimenti liofilizzati. L'osservazione della reazione avversa ( rigonfiamento, rottura...) del globulo bianco al microscopio può evidenziare una intolleranza di primo, secondo o terzo grado ; il consiglio è di eliminare l'alimento per un mese, due o tre mesi per poi reintrodurlo gradualmente. Buona giornata
Salve, premettendo che bisognerebbe sapere che tipo di test è stato effettuato per verificarne l'attendibilità, sono d'accordo con quanto detto dai miei colleghi. Anch'io le suggerisco di eliminare per un mese gli alimenti a cui è risultata intollerante e dopo tale periodo reintrodurre uno alla volta gli alimenti, ognuno per 1 settimana e valutare le reazioni del suo corpo.
Buona giornata
Buona giornata
Buongiorno, concordo pienamente con i colleghi, esiste moltissima discordanza circa le intolleranze e i test accreditati per diagnosticarle. Per cui la prima cosa è capire che test è stato fatto, secondaria cosa bisogna cercare di capire cosa ha mangiato in quel periodo e che reazioni ha avuto. Escludere degli alimenti perchè intollerante non vuol dire escluderli per sempre ma mangiare senza quegli alimenti per un certo periodo di tempo cercando di osservare se non ci sono più reazioni e poi pian piano reintrodurne uno per volta in un tempo molto lungo e a quantità ben specifiche sempre per studiare il corpo come reagisce. Tenga un quaderno dove si appunta tutto quello che mangia e come si sente sia lei che i bambini e riproporre lo stesso "menu" dopo 60- 90 giorni aggiungendo una piccola quantità dell'aliment al quale è intollerante, scrivendo la quantità che ha mangiato e veda come reagisce il corpo.
Spero di averle dato uno spunto di riflessione
Per qualsiasi dubbio non esiti a contattarmi
Le auguro una buona giornata
Dott.ssa Valeria Papa
Biologa Nutrizionista
Spero di averle dato uno spunto di riflessione
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Le auguro una buona giornata
Dott.ssa Valeria Papa
Biologa Nutrizionista
Buonasera, non esistono test per le intolleranze alimentari di uova, frumento ect...validati scientificamente. Gli unici test validati scientificamente sono i breath test per l'intolleranza al lattosio e per la celichia. Se lei ed i suoi figli avete sintomatologie legate ad intolleranze alimentari le consiglio di rivolgersi ad un nutrizionista. Per capire quali sono gli alimenti che creato intolleranza bisogna seguire una dieta ad esclusione. Questo tipo di dieta elimina una data classe di alimento (es. uovo). Si vede come si reagisce a tale eliminazione e poi si integra nuovamente nella dieta. Se durante il reaintegro si osservano di nuovo problemi si è riusciti ad individuare l'alimento a cui si è intolleranti. E così si continua anche per tutti gli altri alimenti di cui si suppone un'intolleranza. Per maggiori informazioni mi contatti. Cordiali Saluti
Salve,vorrei approfondire la sintomatologia che la ha portata a sottoporre lei e i suoi figli a questi test e quale test è stato effettuato.I segnali del corpo non sono da sottovalutare e,conoscendoli,si potrà valutare una dieta di rotazione.Mi contatti in privato,saluti
Dal '90 mi occupo di intolleranze alimentari, curando e guarendo molti disturbi e sintomi. Premesso che il cibo è molto legato alle nostre emozioni, bisogna 1) eliminare i " poveri" cibi incriminati per almeno 6 mesi e vedere come cambiano i parametri biologici e gli eventuali sintomi 2) reintrodurre gradatamente, dopo uno studio accurato del setting emozionale, i cibi incriminati. A volte la reazione immunologica permane anche per un anno e più. Sono disponibile anche on-line.
Buonasera, attualmente gli unici test scientificamente attendibili per la diagnosi delle intolleranze sono quelli per lattosio (breath test) e glutine (anticorpi e biopsia). Qualsiasi altro test non ha nessuna valenza scientifica universalmente accettata.
Il discorso è diverso in caso si parli di allergie. Saluti.
Il discorso è diverso in caso si parli di allergie. Saluti.
Buonasera gentie utente, non esistono test per le intolleranze alimentari di uova, frumento validati scientificamente. Gli unici test validati scientificamente sono i breath test per l'intolleranza al lattosio e per la celichia. Cordiali Saluti
Buongiorno,
le uniche intolleranze alimentari che possono essere diagnosticate con un test validato sono la celiachia, l'intolleranza al lattosio e al nichel. Negli altri casi, la causa dei disturbi va ricercata altrove, per cui, prima di eliminare completamente alcuni alimenti dalla sua dieta, le consiglio di rivolgersi a un professionista della nutrizione.
Cordiali saluti
le uniche intolleranze alimentari che possono essere diagnosticate con un test validato sono la celiachia, l'intolleranza al lattosio e al nichel. Negli altri casi, la causa dei disturbi va ricercata altrove, per cui, prima di eliminare completamente alcuni alimenti dalla sua dieta, le consiglio di rivolgersi a un professionista della nutrizione.
Cordiali saluti
Se un alimento le da fastidio è con sigliatoridurlo oppure escluderlo dall'alimentazione
Saluti
Saluti
Buongiorno, prima di tutto mi verrebbe da chiederle che tipo di test ha eseguito? perché purtroppo in commercio ci sono molti test per le intolleranze che non hanno valore medico e non sono riconosciuti a livello scientifico e diagnostico. Dopo di che valuterei i sintomi e imposterei un piano nutrizionale ad esclusione con l'obbiettivo di reinserire nel tempo e gradualmente gli alimenti esclusi valutando eventuali reazioni e tolleranza soggettiva. Il tutto affiancato da diario alimentare. Cordialmente
Buonasera Signora, per capire come agire è necessario valutare il test, e capire che sintomi ha, ci possiamo sentire anche online. Dott.ssa Benedetti
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i test per le intolleranze alimentari sono del tutto indicativi, ci sono alimenti che tolleriamo di più e altri meno con effetti indesiderati diversi.
Seguire un regime personalizzato potrebbe aiutarvi
buona giornata
Seguire un regime personalizzato potrebbe aiutarvi
buona giornata
Buongiorno, sarebbe da valutare la situazione in generale a partire dal motivo per il quale ha fatto i test, se ha dei disturbi e se i suoi figli ne hanno. I test di intolleranza non sono scientificamente validati in quanto non risultano sempre attendibili. Le consiglierei una visita nutrizionale approfondita così da indagare meglio quale potrebbe essere la soluzione ideale per il suo caso.
Buona giornata.
Buona giornata.
Buona sera Gentile Utente, se vi sono delle Allergie o intolleranze alimentari bisogna intanto capire se vi è una sintomatologia e se coinvolge il sistema immunitario anche in piccolissime quantità (allergia) oppure è una una semplice intolleranza. Effettuo test tramite un piccolo prelievo capillare. Se fosse interessata non esiti a contattarmi.
Dottoressa Federica Calicchia
Dottoressa Federica Calicchia
In campo allergologico, c’è tuttora molta confusione sia nella popolazione generale che nel personale sanitario tra allergia ed intolleranza alimentare.
In generale, le intolleranze alimentari sono il tipo più comune di reazione avversa ad alimenti che, a differenza delle allergie, riconoscono alla base un meccanismo NON-immunomediato e non valutabile tramite prelievo ematico.
Le intolleranze più comuni sono quelle ai carboidrati (lattosio, fruttosio, ecc) e si presentano con sintomi clinici, quali distensione e dolore addominale, flatulenza, nausea, aumento della motilità intestinale e diarrea e, talvolta, possono presentarsi sintomi extraintestinali, quali mal di testa, vertigini, disturbi della memoria e letargia.
La diagnosi di intolleranza alimentare viene effettuata principalmente attraverso l’anamnesi personale ed il breath test all’idrogeno.
L'allergia alimentare all'uovo (non esiste l'intolleranza all'uovo!) può essere diagnosticata con: skin prick test; determinazione delle IgE sieriche totali e specifiche; determinazione degli epitopi antigenici; atopy patch test e Test di Provocazione Orale (TPO), che rappresenta il gold standard.
NON sono considerati scientificamente attendibili: analisi del capello, test muscolare kinesiologico, test di citotossicità, test elettrodermico (Vega test), tecniche di eliminazione dell'allergia di Nambrudipad (NAET), dosaggio anticorpi IgG e IgG4 alimento-specifici e Pulse test.
In generale, le intolleranze alimentari sono il tipo più comune di reazione avversa ad alimenti che, a differenza delle allergie, riconoscono alla base un meccanismo NON-immunomediato e non valutabile tramite prelievo ematico.
Le intolleranze più comuni sono quelle ai carboidrati (lattosio, fruttosio, ecc) e si presentano con sintomi clinici, quali distensione e dolore addominale, flatulenza, nausea, aumento della motilità intestinale e diarrea e, talvolta, possono presentarsi sintomi extraintestinali, quali mal di testa, vertigini, disturbi della memoria e letargia.
La diagnosi di intolleranza alimentare viene effettuata principalmente attraverso l’anamnesi personale ed il breath test all’idrogeno.
L'allergia alimentare all'uovo (non esiste l'intolleranza all'uovo!) può essere diagnosticata con: skin prick test; determinazione delle IgE sieriche totali e specifiche; determinazione degli epitopi antigenici; atopy patch test e Test di Provocazione Orale (TPO), che rappresenta il gold standard.
NON sono considerati scientificamente attendibili: analisi del capello, test muscolare kinesiologico, test di citotossicità, test elettrodermico (Vega test), tecniche di eliminazione dell'allergia di Nambrudipad (NAET), dosaggio anticorpi IgG e IgG4 alimento-specifici e Pulse test.
Buonasera, consiglio di rivolgersi ad un nutrizionista per stilare piani alimentari specifici, considerando che molti alimenti e allergeni crociano. Per cui bisogna eliminare non solo gli alimenti a cui si è allergici ma anche eventuali allergie crociate
Buongiorno, le consiglio di farsi seguire da un nutrizionista che abbia una ampia visione e che sia ben aggiornato sulle ultime notizie/studi riguardo le sue problematiche, senza pregiudizi e metodi fissi, ma con flessibilità e dinamicità.
Salve, di fronte a un' intolleranza conclamata da appositi esami e con successiva diagnosi, la cosa migliore è togliere questo alimento dalla dieta. La sua integrazione successiva può essere suggerita dal fatto che l'intolleranza non è al 100%, ad esempio nel suo caso rispetto all'uovo si ha un 89%. Un regime pianificato e controllato è la soluzione migliore per poter garantire un ottimo stato di salute
Buongiorno,
nel caso delle intolleranze alimentari occorre eliminare per qualche mese, sotto controllo del nutrizionista, i cibi responsabili del disturbo, sostituendoli con altri capaci di soddisfare le esigenze nutrizionali dell'organismo. Dopo il periodo di astinenza, si può provare a reintrodurre gradualmente questi alimenti nella dieta.
Le consiglio pertanto di rivolgersi ad uno specialista della nutrizione che la potrà aiutare attraverso un piano alimentare personalizzato .
nel caso delle intolleranze alimentari occorre eliminare per qualche mese, sotto controllo del nutrizionista, i cibi responsabili del disturbo, sostituendoli con altri capaci di soddisfare le esigenze nutrizionali dell'organismo. Dopo il periodo di astinenza, si può provare a reintrodurre gradualmente questi alimenti nella dieta.
Le consiglio pertanto di rivolgersi ad uno specialista della nutrizione che la potrà aiutare attraverso un piano alimentare personalizzato .
Buon pomeriggio, le percentuali di intolleranza mi portano a precisarle che ad oggi, purtroppo, sono molto diffusi test dalla dubbia (se non inconsistente) validazione scientifica e clinica. Si affidi a Breath Test e a metodiche clinicamente validate e riconosciute dall'Evidence Based Medicine e si rivolga a personale sanitario specializzato per affrontare nuovamente la sua istanza.
Cordialità
Cordialità
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi ad un biologo nutrizionista che possa seguirla nella dieta di eliminazione, che hanno già spiegato i miei colleghi. Non credo che il test da lei eseguito sia valido, purtroppo il mercato è ricco di questo tipo di test del resto molto costosi, tuttavia è comprensibile la sua scelta nel effettuarlo. I sintomi della scarsa tolleranza ad un determinato alimento possono essere molto fastidiosi e ridurre la qualità della vita, tuttavia non trattandosi di un allergia vera e propria, è raro dover eliminare del tutto un determinato alimento. Potrebbe essere sufficiente ridurre la frequenza del consumo, scegliere il metodo di cottura o gli abbinamenti. In questo può guidarla un biologo nutrizionista che l'aiuta a gestire la sua dieta e quella dei suoi bambini ed eventualmente capire la causa di queste intolleranze (in collaborazione con il medico naturalmente). Cordiali saluti.
Salve. Innanzitutto credo sia bene specificare che se le intolleranze sono state diagnosticate solo attraverso i "test per le intolleranze", questi non sono ancora validati a livello scientifico e quindi, purtroppo, sulla base di questi solamente non vi è indicazione di esclusione di quei cibi. Differente, invece, a mio avviso, è la valutazione effettiva di sintomi che compaiano dopo l'assunzione di quegli alimenti che il test ha identificato: ad oggi, quindi, questa sola è la via per scoprire le intolleranze effettive, valutare la reazione che si scatena con l'introduzione di quegli alimenti. Una volta che si è identificato quindi il problema, allora sì, per stare meglio è necessario lavorare sull'esclusione piuttosto che sulla ricerca della soglia massima tollerata dall'organismo per quel dato cibo. Diventa necessario per poter condurre una buona qualità di vita!
Buongiorno,
Oggi esistono molti test per intolleranze, ma spesso sono poco veritieri.
Bisogna distinguere sempre tra allergie e "intolleranze", che sono 2 cose ben diverse.
Consiglio visita da gastroenterologo per far meglio chiarezza sul problema. Oltre ciò anche visita nutrizionale.
A disposizione
Dott Stefano Carrara
Biologo nutrizionista e massaggi per il benessere
Cavenago di brianza e Rho
Oggi esistono molti test per intolleranze, ma spesso sono poco veritieri.
Bisogna distinguere sempre tra allergie e "intolleranze", che sono 2 cose ben diverse.
Consiglio visita da gastroenterologo per far meglio chiarezza sul problema. Oltre ciò anche visita nutrizionale.
A disposizione
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Buongiorno. Attualmente le uniche intolleranze validate sono quelle al lattosio e all'istamina quindi, poiché immagino che la ragione dei suoi accertamenti risieda in fastidi riscontrati a livello gastrointestinale, io le consiglio di rivolgersi ad un Allergologo per indagare maggiormente il problema. Le consiglio poi una visita da un Nutrizionista per valutare se ci sia bisogno di stilare un piano dietetico personalizzato. Resto a disposizione, Dott.ssa Alessandra Guidobaldi
Buongiorno, ad oggi gli unici test validati scientificamente sono quelli per il lattosio (breath test) e per il glutine, comunemente conosciuta come celiachia.
Per quanto riguarda le allergie alimentari consiglio invece una visita specialistica da un allergologo che dopo una attenta analisi potrà indirizzarla verso test più specifici come il prick test.
Prima di escludere qualsiasi tipo di alimento (senza che vi siano delle reazioni gravi) consiglio di scavare più a fondo con test validati.
Per quanto riguarda le allergie alimentari consiglio invece una visita specialistica da un allergologo che dopo una attenta analisi potrà indirizzarla verso test più specifici come il prick test.
Prima di escludere qualsiasi tipo di alimento (senza che vi siano delle reazioni gravi) consiglio di scavare più a fondo con test validati.
Buongiorno, bisognerebbe capire la validità dei test scientifici effettuati, perchè gli unici test validati scientificamente per le intolleranze sono quelli per il glutine e il breath test per il lattosio, diverso è il caso in cui si tratti di allergie, in ogni caso se l'ingestione di questi alimenti provoca effetti avversi può escluderli dalla dieta ma parli anche con il suo medico.
Buonasera, ad oggi gli unici test per le intolleranze validati scientificamente sono il Breath Test per l'intolleranza al lattosio e i test sierologici (seguiti da biopsia intestinale) per la celiachia. E' opportuno indagare ulteriormente tramite test validati; una volta riscontrato il problema, si può procedere riducendo la frequenza di consumo prima di escludere in maniera definitiva gli alimenti citati.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Salve. Le vere intolleranze sono poche (es. lattosio). Quelle a cui si riferisce lei presumo derivino da un test delle "intolleranze", che spesso dà risultati contrastanti e a volte fuorvianti. Il mio consiglio non è mai di eliminare una categoria di alimenti (specialmente così importanti come le uova), ma di procedere, sotto supervisione di un professionista esperto, a una dieta a eliminazione e successiva reintroduzione degli alimenti sospetti. Vedrà che la maggior parte di essi in realtà era soltanto un'ipersensibilità transitoria. Spero di essere stato utile
Buongiorno Signora.
Innanzitutto cambierei medico. Le intolleranze alimentari esistenti sono poche tra cui quella al lattosio (certificabile solo con il breath test) quella al glutine INTESA COME MALATTIA CELIACA (e quindi non intolleranza vera e propria) e quella al fruttosio che si scopre purtroppo da neonati ed è alquanto pericolosa. Detto ciò i test che il medico le ha fatto fare sono truffe belle e buone senza alcun fondamento scientifico. Innanzitutto bisognerebbe capire che tipo di alimentazione seguite lei e i suoi figli e valutare come bilanciarla al meglio senza togliere nulla!
Innanzitutto cambierei medico. Le intolleranze alimentari esistenti sono poche tra cui quella al lattosio (certificabile solo con il breath test) quella al glutine INTESA COME MALATTIA CELIACA (e quindi non intolleranza vera e propria) e quella al fruttosio che si scopre purtroppo da neonati ed è alquanto pericolosa. Detto ciò i test che il medico le ha fatto fare sono truffe belle e buone senza alcun fondamento scientifico. Innanzitutto bisognerebbe capire che tipo di alimentazione seguite lei e i suoi figli e valutare come bilanciarla al meglio senza togliere nulla!
Buongiorno, ad oggi le uniche intolleranze riconosciute dalla comunità scientifica sono quella al lattosio e la celiachia. I test, che molti colleghi propongono, non sono stati ancora validati scientificamente. Esistono alcune fasi della vita, in cui si può essere più sensibili a determinati alimenti, ma sono situazioni spesso temporanee, diverse dalle prime due intolleranze che ho citato. Il discorso è diverso invece per le allergie che sono mediate da anticorpi. Forse lei intendeva parlare di quello, ma in questo caso i sintomi riferiti son ben riconoscibili dopo l'introduzione dell'alimento. Saluti Marco Carfagna Biologo Nutrizionista
Gentilissima, per prima cosa la ringrazio per la domanda, molto interessante , purtroppo devo dirle che i test per le intolleranze (eccetto quella al lattosio) non sono hanno valore prognostico e diagnostico, pertanto mi prendo tutta la responsabilità di dire che le intolleranze alimentari (eccetto quella al lattosio), scientificamente, non sono diagnosticatili, pertanto contesto la diagnosi. E' brutto da dire, ma questi test sono fuffa! Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un bravo gastroenterologo per capire l'origine (Reale) dei sintomi e ad un bravo nutrizionista che possa accompagnarla in un percorso ben strutturati e con diari alimentari frequenti per capire bene quale sia la frequenza e la quantità dei vari alimenti che può assumere senza problemi.
Cordiali saluti
Dr.ssa Polverino Maria grazia
Cordiali saluti
Dr.ssa Polverino Maria grazia
Gentilissima signora, intanto le chiederei che tipo di test ha effettuato in modo da capire se o non affidabile. Inoltre ricordo che le intolleranze vanno e vengono e posso essere un insieme di sintomi in una fase temporanea della vita. Consiglierei quindi l'eliminazione temporanea degli alimenti incriminati e poi reintrodurli a poco a poco sia come frequenza che come quantità. Consiglio comunque la valutazione di un professionista per approfondire e personalizzare la cura. Buona giornata, dott.ssa Smanio Rita
Buongiorno Signora,
é importante sapere quale tipo di test è stato effettuato in quanto esistono solo pochi test scientificamente provati per le intolleranze alimentari.
Se gli alimenti sopracitati creano sensibilità e disturbi può servire un esclusione temporanea con successivo reinserimento da programmare con un professionista
In ogni caso le consiglierei di prendere appuntamento con un collega e capire in che direzione impostare il proprio percorso
resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
Buona giornata
Dott. Bonola Paolo
é importante sapere quale tipo di test è stato effettuato in quanto esistono solo pochi test scientificamente provati per le intolleranze alimentari.
Se gli alimenti sopracitati creano sensibilità e disturbi può servire un esclusione temporanea con successivo reinserimento da programmare con un professionista
In ogni caso le consiglierei di prendere appuntamento con un collega e capire in che direzione impostare il proprio percorso
resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
Buona giornata
Dott. Bonola Paolo
Salve, bisognerebbe capire che tipo di testa avete effettuato. Attualmente le intolleranze riconosciute (e i test che le individuano) si riferiscono solo a lattosio e glutine. Discorso diverso per le allergie, che devono essere trattate in modo diverso. Faccia chiarezza con uno specialista di sua fiducia per valutare o meno una dieta di esclusione di questi alimenti. Rimango a disposizione, Dott. Giuseppe Tasca.
Buongiorno, se ha effettuato un test sulle intolleranze (e non allergie) le consiglierei in prima battuta di effettuare una visita con un allergologo, in modo da far valutare la situazione ad uno specialista. Se gli alimenti citati provocano qualche fastidio come prurito in bocca, reazioni cutanee, disturbi intestinali sicuramente le consiglierei di accantonarli per il momento e valutare se i sintomi migliorano.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Linda Perissinotto
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Linda Perissinotto
Buongiorno, solo i test diagnostici per l'intolleranza al lattosio e al glutine sono validati scientificamente. Tutti gli altri non lo sono, quest'ultimi spesso danno positività di intolleranza differenti se ripetuti in periodi diversi. In certi casi la positività a un'alimento potrebbe essere spiegata da un'eccessivo consumo dell'alimento stesso. In questo caso potrebbe bastare un'esclusione temporanea dell'alimento per circa 2-3 mesi e reintrodurlo successivamente gradualmente. Consiglio di rivolgersi a uno specialista della nutrizione e eventualmente se necessario approfondire da un allergologo.
Buongiorno,
sarebbe meglio andare in ospedale e fare gli esami delle allergie a uovo e frumento per lei e per i suoi figli. Purtroppo le analisi delle intolleranze non sono sempre affidabili.
Le auguro una buona giornata
sarebbe meglio andare in ospedale e fare gli esami delle allergie a uovo e frumento per lei e per i suoi figli. Purtroppo le analisi delle intolleranze non sono sempre affidabili.
Le auguro una buona giornata
Buongiorno, non esiste scientificamente un'intolleranza al frumento, ma solo l'allergia, che può essere verificata con test specifici. Per quanto riguarda l'uovo, esiste solo l'allergia e non un'intolleranza. Se il frumento sembra causare problemi, potrebbe dipendere da un'allergia al nichel, presente anche in molti alimenti vegetali. Ti consiglio di fare attenzione agli esami che scegli, poiché molti test sulle intolleranze non sono scientificamente validati. È sempre meglio affidarsi a professionisti per valutazioni mirate e basate sull'evidenza. Se hai bisogno di un supporto personalizzato, sono a disposizione!
Parlo da dietista nutrizionista
Parlo da dietista nutrizionista
Buongiorno, dai dati in letteratura sappiamo che le allergie e le intolleranze in età pediatrica possono spesso regredire, mentre in età adulta sono da considerarsi permanenti. Nel vostro caso, parlando di intolleranze, bisognerà capire qual è la dose che porta all'insorgenza di sintomi per capire quante volte a settimana o al mese può essere assunto quell'alimento. Ricordo che le intolleranze sono dose-dipendenti a differenze delle allergie.
Le consiglio di rivolgersi a un collega per studiare insieme un piano alimentare personalizzato per lei ed i figli.
Le consiglio di rivolgersi a un collega per studiare insieme un piano alimentare personalizzato per lei ed i figli.
Le intolleranze alimentari richiedono una dieta altamente personalizzata. Per l'intolleranza all'uovo e al frumento, puoi optare per alimenti alternativi come farine senza glutine e proteine vegetali (legumi, tofu, ecc.). La dieta dovrebbe includere cereali senza glutine, verdura, frutta e fonti di grassi sani (come avocado e olio d'oliva). Per i bambini, è fondamentale lavorare con un nutrizionista per garantire che ottengano tutti i nutrienti necessari.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
Buonasera, bisognerebbe capire che tipo di test avete fatto perché le intolleranze testabili con test validati scientificamente sono l'intolleranza al glutine e quella al lattosio. Perché ha fatto questi test? Aveva particolari sintomi?
Buongiorno, le intolleranze alimentari spesso si manifestano per un'aumentata sensibilità all'alimento, per un consumo eccessivo o anche perché c'è un'infiammazione diffusa a livello gastro-intestinale. Il mio consiglio è di eliminarli dalla vostra alimentazione per un periodo di qualche mese e al tempo stesso limitare al massimo zuccheri raffinati e cibi lavorati e grassi. Passato questo periodo provi a reinserire gradualmente gli alimenti ai quali siete risultati intolleranti e veda se avete disturbi. Saluti, Davide.
In generale, per le intolleranze alimentari, la cosa più importante è evitare i cibi che scatenano la reazione. Se i test hanno confermato l'intolleranza a uovo, frumento e nocciole, sarebbe utile evitare questi alimenti e cercare alternative che possano soddisfare i bisogni nutrizionali senza scatenare reazioni.
Ecco qualche suggerimento generale per una gestione sana delle intolleranze:
Alimentazione equilibrata: Evitare gli alimenti che scatenano le reazioni (uovo, frumento e nocciole) non significa rinunciare a una dieta equilibrata. Esistono molte alternative. Per esempio:
Uovo: puoi sostituirlo con ingredienti come il tofu, l'avocado, il purè di mele o la farina di ceci, che in molte ricette possono svolgere una funzione simile all'uovo.
Frumento: puoi optare per farine senza glutine come quella di riso, di mais, di quinoa, di grano saraceno, o l'avena senza glutine.
Nocciole: ci sono molte altre noci e semi che possono essere utilizzati come sostituti, come mandorle, anacardi o semi di girasole.
Ecco qualche suggerimento generale per una gestione sana delle intolleranze:
Alimentazione equilibrata: Evitare gli alimenti che scatenano le reazioni (uovo, frumento e nocciole) non significa rinunciare a una dieta equilibrata. Esistono molte alternative. Per esempio:
Uovo: puoi sostituirlo con ingredienti come il tofu, l'avocado, il purè di mele o la farina di ceci, che in molte ricette possono svolgere una funzione simile all'uovo.
Frumento: puoi optare per farine senza glutine come quella di riso, di mais, di quinoa, di grano saraceno, o l'avena senza glutine.
Nocciole: ci sono molte altre noci e semi che possono essere utilizzati come sostituti, come mandorle, anacardi o semi di girasole.
Buongiorno, l'intolleranza all'uovo e al frumento non esistono.
Un saluto,
dott.ssa Barzaghi Federica
Un saluto,
dott.ssa Barzaghi Federica
Per darle un consiglio più chiaro, sarebbe utile sapere con quale test sono state diagnosticate le intolleranze e se lei e i suoi figli avete sintomi quando mangiate questi alimenti. È importante sapere che non esistono test scientificamente validi per le intolleranze alimentari, a parte il breath test per il lattosio e i test per la celiachia.
Le reazioni agli alimenti possono essere diverse: le allergie sono riconosciute e si possono diagnosticare con test specifici, mentre le intolleranze sono più difficili da definire e i test disponibili non sono affidabili. Per questo, il metodo migliore è osservare come reagisce il corpo.
Se dopo aver mangiato uova, frumento o nocciole si presentano sintomi come mal di pancia, orticaria o altri disturbi, può essere utile provare una dieta ad esclusione: si eliminano questi alimenti per almeno 3 mesi, poi si reintroducono gradualmente per vedere se causano ancora problemi.
Le reazioni agli alimenti possono essere diverse: le allergie sono riconosciute e si possono diagnosticare con test specifici, mentre le intolleranze sono più difficili da definire e i test disponibili non sono affidabili. Per questo, il metodo migliore è osservare come reagisce il corpo.
Se dopo aver mangiato uova, frumento o nocciole si presentano sintomi come mal di pancia, orticaria o altri disturbi, può essere utile provare una dieta ad esclusione: si eliminano questi alimenti per almeno 3 mesi, poi si reintroducono gradualmente per vedere se causano ancora problemi.
Buonasera consiglio di rivolgersi ad un professionista della nutrizione per piani alimentari per Lei ed i suoi figli tenendo presenti le vostre intolleranze
Buongiorno,
per poter rispondere è opportuno effettuare una visita, con visione degli esami da lei effettuati. Anche per quanto riguarda la dieta da seguire, non è possibile darle indicazioni senza conoscere la sua storia e quelle dei suoi figli.
Saluti
DOtt.ssa Michela Mazzotti
per poter rispondere è opportuno effettuare una visita, con visione degli esami da lei effettuati. Anche per quanto riguarda la dieta da seguire, non è possibile darle indicazioni senza conoscere la sua storia e quelle dei suoi figli.
Saluti
DOtt.ssa Michela Mazzotti
Buonasera, le intolleranza alimentari sono solo due: CELIACHIA E INTOLLERANZA AL LATTOSIO. Per tutti gli altri alimenti si tratta di reazioni momentanee e reversibili che si risolvono semplicemente eliminando l'alimento per un mese per poi reintrodurlo gradualmente. Se è passato un anno può ricominciare a mangiare tutto in modo graduale. Se i suoi figli non hanno disturbi non c'è nessun motivo di eliminare alcun alimento. Diverso è se sta parlando di ALLERGIE, in questo caso deve rivolgersi ad un allergologo.
Buongiorno,
capisco bene la sua confusione: oggi esistono molti test sulle intolleranze e non tutti hanno valore diagnostico scientificamente riconosciuto, motivo per cui anche tra i professionisti possono emergere opinioni diverse.
Se i test a cui ha fatto riferimento sono basati su dosaggi IgG, va precisato che attualmente la comunità scientifica non li considera affidabili per diagnosticare vere intolleranze alimentari. Questi test possono indicare semplicemente una ripetuta esposizione a un alimento, ma non implicano una reazione negativa dell’organismo.
Tuttavia, se eliminando alcuni alimenti avete osservato un miglioramento evidente e duraturo dei sintomi, può avere senso procedere con una dieta di esclusione, ma solo se ben bilanciata e seguita da un professionista. È particolarmente importante per i bambini, nei quali eliminazioni prolungate e non giustificate possono causare carenze nutrizionali o influire sulla crescita.
Il mio consiglio è quello di:
-Valutare attentamente la sintomatologia associata al consumo degli alimenti sospetti (non basarsi solo sul test).
-Evitare di escludere a lungo termine più alimenti contemporaneamente, soprattutto nei bambini, senza una guida professionale.
-Affidarsi a un piano nutrizionale personalizzato, eventualmente con un approccio di reintroduzione graduale e controllata, per capire se davvero quegli alimenti provocano disturbi.
Resto a disposizione se desidera approfondire la situazione con un percorso individuale, basato su evidenze scientifiche e ben calibrato sulle esigenze di tutta la famiglia.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Cristiana Fiorentino
Biologa Nutrizionista
capisco bene la sua confusione: oggi esistono molti test sulle intolleranze e non tutti hanno valore diagnostico scientificamente riconosciuto, motivo per cui anche tra i professionisti possono emergere opinioni diverse.
Se i test a cui ha fatto riferimento sono basati su dosaggi IgG, va precisato che attualmente la comunità scientifica non li considera affidabili per diagnosticare vere intolleranze alimentari. Questi test possono indicare semplicemente una ripetuta esposizione a un alimento, ma non implicano una reazione negativa dell’organismo.
Tuttavia, se eliminando alcuni alimenti avete osservato un miglioramento evidente e duraturo dei sintomi, può avere senso procedere con una dieta di esclusione, ma solo se ben bilanciata e seguita da un professionista. È particolarmente importante per i bambini, nei quali eliminazioni prolungate e non giustificate possono causare carenze nutrizionali o influire sulla crescita.
Il mio consiglio è quello di:
-Valutare attentamente la sintomatologia associata al consumo degli alimenti sospetti (non basarsi solo sul test).
-Evitare di escludere a lungo termine più alimenti contemporaneamente, soprattutto nei bambini, senza una guida professionale.
-Affidarsi a un piano nutrizionale personalizzato, eventualmente con un approccio di reintroduzione graduale e controllata, per capire se davvero quegli alimenti provocano disturbi.
Resto a disposizione se desidera approfondire la situazione con un percorso individuale, basato su evidenze scientifiche e ben calibrato sulle esigenze di tutta la famiglia.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Cristiana Fiorentino
Biologa Nutrizionista
Salve;
allergia e intolleranza sono due cose nettamente diverse.
Se siete intolleranti significa che, per un certo lasso di tempo, il vostro corpo ha la necessita di "disintossicarsi" da quei cibi, i quali sono, quindi, da eliminare dalla dieta. Tuttavia le intolleranze risentono della quantità dell'alimento, quindi può succedere che, dopo un periodo di esclusione totale, poi si riesca, nuovamente, a consumare quei cibi. Ora come ora vi consiglierei di eliminare i cibi a cui siete intolleranti, per poi reintrodurli, piano piano, in un secondo moemnto. Ovviamente, poi, bisognerà capire la soglia limite, sostenibile dal corpo. Se parliamo di allergie, invece, l'alimento non deve in nessun modo essere consumato, in quanto la sua assunzione può scatenare reazioni allergiche, anche gravi.
allergia e intolleranza sono due cose nettamente diverse.
Se siete intolleranti significa che, per un certo lasso di tempo, il vostro corpo ha la necessita di "disintossicarsi" da quei cibi, i quali sono, quindi, da eliminare dalla dieta. Tuttavia le intolleranze risentono della quantità dell'alimento, quindi può succedere che, dopo un periodo di esclusione totale, poi si riesca, nuovamente, a consumare quei cibi. Ora come ora vi consiglierei di eliminare i cibi a cui siete intolleranti, per poi reintrodurli, piano piano, in un secondo moemnto. Ovviamente, poi, bisognerà capire la soglia limite, sostenibile dal corpo. Se parliamo di allergie, invece, l'alimento non deve in nessun modo essere consumato, in quanto la sua assunzione può scatenare reazioni allergiche, anche gravi.
Gentilissima, capisco perfettamente la sua preoccupazione per le intolleranze diagnosticate a lei e ai suoi figli, soprattutto data la giovane età dei bambini e la confusione che spesso si crea attorno a questi temi. Ci tengo però a precisare che, secondo le principali società scientifiche (come la Società Italiana di Allergologia), i test che misurano le IgG o IgG4 alimentari non sono attendibili per diagnosticare intolleranze. Anzi, la presenza di queste immunoglobuline è considerata una normale risposta del sistema immunitario al contatto con un alimento, e non rappresenta una reazione avversa.
Le uniche intolleranze clinicamente riconosciute e diagnosticabili in modo valido sono l’intolleranza al lattosio, dovuta al deficit dell’enzima lattasi e la sensibilità al glutine non celiaca (da non confondere con la celiachia che invece è una malattia autoimmune).
Nel caso dell’uovo o delle nocciole, se ci sono sintomi, è opportuno invece valutare eventuali allergie vere e proprie (IgE-mediate), con esami specifici come prick test, dosaggio delle IgE specifiche ed eventualmente test di provocazione controllati.
Evitare alimenti come uova, frumento o nocciole senza una diagnosi certa può comportare rischi nutrizionali, soprattutto nei bambini in fase di crescita, ed è quindi importante non seguire diete restrittive inutili, ma valutare bene il caso clinico.
Il mio consiglio è di rivolgersi a un centro di allergologia pediatrica o gastroenterologia per bambini, dove potranno eseguire test validati e impostare, solo se necessario, una dieta personalizzata e sicura.
Resto naturalmente a disposizione per accompagnarvi in questo percorso, anche nel confronto con eventuali specialisti, e per supportarvi dal punto di vista nutrizionale qualora vi siano reali esigenze di eliminazione alimentare.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chindamo Giulia Sofia
Biologa nutrizionista
Le uniche intolleranze clinicamente riconosciute e diagnosticabili in modo valido sono l’intolleranza al lattosio, dovuta al deficit dell’enzima lattasi e la sensibilità al glutine non celiaca (da non confondere con la celiachia che invece è una malattia autoimmune).
Nel caso dell’uovo o delle nocciole, se ci sono sintomi, è opportuno invece valutare eventuali allergie vere e proprie (IgE-mediate), con esami specifici come prick test, dosaggio delle IgE specifiche ed eventualmente test di provocazione controllati.
Evitare alimenti come uova, frumento o nocciole senza una diagnosi certa può comportare rischi nutrizionali, soprattutto nei bambini in fase di crescita, ed è quindi importante non seguire diete restrittive inutili, ma valutare bene il caso clinico.
Il mio consiglio è di rivolgersi a un centro di allergologia pediatrica o gastroenterologia per bambini, dove potranno eseguire test validati e impostare, solo se necessario, una dieta personalizzata e sicura.
Resto naturalmente a disposizione per accompagnarvi in questo percorso, anche nel confronto con eventuali specialisti, e per supportarvi dal punto di vista nutrizionale qualora vi siano reali esigenze di eliminazione alimentare.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chindamo Giulia Sofia
Biologa nutrizionista
Buonasera,
le intolleranze sono state diagnosticate attraverso quale metodo?
Sarebbe importante conoscere la metodologia e se la stessa è stata usata anche per i suoi figli. Quando si parla di intolleranza bisogna valutare anche la sintomatologia che l'alimento stesso provoca. Le consiglierei senza alcun dubbio di andare lei con i suoi figli da un collega nutrizionista che effettuerà un'anamnesi completa di ognuno di voi e valuterà il percorso nutrizionale più adatto alle esigenze nutrizionali di ognuno che variano visto le differenze di età
Buona serata
le intolleranze sono state diagnosticate attraverso quale metodo?
Sarebbe importante conoscere la metodologia e se la stessa è stata usata anche per i suoi figli. Quando si parla di intolleranza bisogna valutare anche la sintomatologia che l'alimento stesso provoca. Le consiglierei senza alcun dubbio di andare lei con i suoi figli da un collega nutrizionista che effettuerà un'anamnesi completa di ognuno di voi e valuterà il percorso nutrizionale più adatto alle esigenze nutrizionali di ognuno che variano visto le differenze di età
Buona serata
Gentile Signora,
capisco perfettamente la sua confusione: trovarsi davanti a diagnosi di intolleranze con percentuali numeriche precise, pareri contrastanti tra specialisti e l’ansia legata all’alimentazione dei propri figli può davvero generare disorientamento. È un tema che seguo spesso nel mio lavoro, e la ringrazio per la fiducia con cui ha posto la domanda.
Il primo punto che voglio chiarire con onestà professionale è questo: i test per le intolleranze alimentari non sono tutti validati scientificamente nello stesso modo. Molti di quelli in commercio – come i test citotossici, i test IgG o quelli bioenergetici – non sono universalmente riconosciuti dalla comunità medico-scientifica come strumenti diagnostici affidabili. Le percentuali riportate (come 89%, 31%, 100%) possono rappresentare una reattività immunologica o infiammatoria, ma non sono un indicatore assoluto di danno né un divieto medico oggettivo. Di conseguenza, non sempre è necessario eliminare in modo drastico questi alimenti.
Detto ciò, se lei o i suoi figli avete avuto miglioramenti evidenti dei sintomi eliminando certi alimenti, allora quella è una traccia importante da seguire. Ma va fatto con metodo, gradualità e sempre tenendo conto dell’equilibrio nutrizionale complessivo, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, in piena fase di crescita.
Il rischio, eliminando a lungo termine uovo, frumento e nocciole senza una supervisione professionale, è quello di creare carenze nutrizionali, squilibri del microbiota intestinale o addirittura generare nuove sensibilità dovute all’eccessiva restrizione. Non è la privazione in sé a guarire l’intestino, ma la strategia con cui lo si accompagna a ripristinare la tolleranza e l’equilibrio.
Nel mio studio, in questi casi, si segue un approccio integrato: valutiamo la storia clinica e digestiva individuale, i sintomi, lo stile di vita, e solo successivamente si definisce un piano di esclusione (se serve), temporaneo, ben bilanciato, con monitoraggio e obiettivo di reintroduzione graduale. Non esiste una dieta valida per tutti, ma esiste la dieta giusta per ogni singolo organismo.
Se desidera, posso aiutarla a fare chiarezza e costruire un percorso su misura per lei e per i suoi figli, anche online, con l’attenzione e la personalizzazione che situazioni come questa richiedono.
Resto volentieri a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Monica Giovacchini
capisco perfettamente la sua confusione: trovarsi davanti a diagnosi di intolleranze con percentuali numeriche precise, pareri contrastanti tra specialisti e l’ansia legata all’alimentazione dei propri figli può davvero generare disorientamento. È un tema che seguo spesso nel mio lavoro, e la ringrazio per la fiducia con cui ha posto la domanda.
Il primo punto che voglio chiarire con onestà professionale è questo: i test per le intolleranze alimentari non sono tutti validati scientificamente nello stesso modo. Molti di quelli in commercio – come i test citotossici, i test IgG o quelli bioenergetici – non sono universalmente riconosciuti dalla comunità medico-scientifica come strumenti diagnostici affidabili. Le percentuali riportate (come 89%, 31%, 100%) possono rappresentare una reattività immunologica o infiammatoria, ma non sono un indicatore assoluto di danno né un divieto medico oggettivo. Di conseguenza, non sempre è necessario eliminare in modo drastico questi alimenti.
Detto ciò, se lei o i suoi figli avete avuto miglioramenti evidenti dei sintomi eliminando certi alimenti, allora quella è una traccia importante da seguire. Ma va fatto con metodo, gradualità e sempre tenendo conto dell’equilibrio nutrizionale complessivo, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, in piena fase di crescita.
Il rischio, eliminando a lungo termine uovo, frumento e nocciole senza una supervisione professionale, è quello di creare carenze nutrizionali, squilibri del microbiota intestinale o addirittura generare nuove sensibilità dovute all’eccessiva restrizione. Non è la privazione in sé a guarire l’intestino, ma la strategia con cui lo si accompagna a ripristinare la tolleranza e l’equilibrio.
Nel mio studio, in questi casi, si segue un approccio integrato: valutiamo la storia clinica e digestiva individuale, i sintomi, lo stile di vita, e solo successivamente si definisce un piano di esclusione (se serve), temporaneo, ben bilanciato, con monitoraggio e obiettivo di reintroduzione graduale. Non esiste una dieta valida per tutti, ma esiste la dieta giusta per ogni singolo organismo.
Se desidera, posso aiutarla a fare chiarezza e costruire un percorso su misura per lei e per i suoi figli, anche online, con l’attenzione e la personalizzazione che situazioni come questa richiedono.
Resto volentieri a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Monica Giovacchini
I test per le intolleranze, esclusi quelli per celiachia e lattosio, NON sono riconosciuti in termini scientifici e non dovrebbero essere utilizzati come riferimento per le scelte nutrizionali, sopratutto nei bambini.
Gentile, sicuramente nella valutazione di una intolleranza alimentare va tenuto conto sia dell'alimento in questione, del tipo di sintomi che porta. L'accertamento delle intolleranze deve essere stato accertato in ogni caso da un medico. è necessario sistemare la propria alimentazione considerando tutti questi fattori. Non esiste una regola generale applicabile per tutti. Sarei lieto di aiutarla qualora volesse. Saluti Dott. Luca Harter
Buongiorno, dipende tanto dal test eseguito per diagnosticare queste intolleranze. Se i test eseguiti vengono considerati affidabili dagli specialisti, può seguire una dieta ad eliminazione mirata e reintrodurre gradualmente e in maniera controllata gli alimenti che le causano particolari fastidi.
Buona sera. Nel caso delle intolleranze (test su IgG4) il consiglio migliore è quello della reazione degli alimenti, dopo una pausa di alcune settimane della sua assunzione. L'assunzione continua dello stesso determinerò una nuova positività allo sesso. Fondamentale in questi casi una corretta alimentazione e stile di vita, dandola prevalenza agli alimenti di origine vegetale, senza comunque scordare anche gli altri gruppi. Nei singoli casi è poi possibile personalizzare i consigli. Cordialmente.
Buonasera,
la maggior parte dei test per le intolleranze alimentari non è attendibile in campo scientifico. Non ha alcuna validità. Ci sono test molto specifici per quanto riguarda il lattosio o il glutine che si trova nel frumento e non solo.
Cordialmente
Dott. Matteo Barbanera
la maggior parte dei test per le intolleranze alimentari non è attendibile in campo scientifico. Non ha alcuna validità. Ci sono test molto specifici per quanto riguarda il lattosio o il glutine che si trova nel frumento e non solo.
Cordialmente
Dott. Matteo Barbanera
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