Ho 62 anni ,un compagno che mi vuole bene e con il quale sto bene,una casa mia,e niente di cui possa

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Ho 62 anni ,un compagno che mi vuole bene e con il quale sto bene,una casa mia,e niente di cui possa lamentarmi.Ma io sono caratterialmente una persona scontenta e due mesi fa è insorto il pianto,poi apatia e sempre più giù in cocomitanza con la primavera.Non è la prima volta che mi capita,ma dopo 2 mesi di pianti continui dono andata da uno psichistra che mi ha prescritto Brintellex 10 gocce.Dopo 2 settimane io sto peggio e piango ancora di più,anche perché mi danno fastidio gli effetti collateralj,ansia,mal di testa,di pancia.Insomma stavo meglio prima.Cosa faccio,? Interrompo o vado avanti? Lo psichiatra mi ha consigliato dei colloqui con una psicologa che io ho già iniziato ma ripeto piango adesso tutto il giono.grazie per la risposta
Gentile signora,
Si coglie che sta vivendo una situazione di difficoltà, tuttavia può essere opportuno attendere ancora un po' di tempo prima che le terapie che ha messo in moto abbiano un effetto. Un percorso psicologico può richiedere anche un tempo lungo e gli effetti positivi non arrivano sempre immediatamente, anzi. Continui i colloqui psicologici ed eventualmente parli di tutto questo anche con lo psicologo. Invece, per quanto rigiarda la terapia farmacologica, se ha dei dubbi si rivolga direttamente allo psichiatra.
Cordiali saluti
Alessia Vaudano

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Buongiorno signora, per quanto riguarda la terapia farmacologia, può accadere all'inizio che si presentino alcuni effetti collaterali, ma la invito a parlarne sempre con il suo psichiatra che conosce la sua storia. Riguardo alla psicoterapia, non è chiaro quanto sia motivata ad intraprendere un percorso di questo tipo , ma le assicuro che potrebbe trasformarsi in un'opportunità per conoscersi e soprattutto per rileggere le crisi di pianto da un'altra prospettiva. Un nuovo punto di vista che dia senso e significato alla sua sofferenza.
Cordialmente Paola Uriati
Affiancare un percorso di psicoterapia alla cura farmacologica è l'unico modo per poter accedere ad una comprensione più ampia del sintomo e arrivare all'origine della sua sofferenza. Sicuramente i cambi di stagione sono un periodo dell'anno particolarmente complesso, ma credo dovrebbe chiedere consiglio allo psichiatra per la gestione dei farmaci e, cosa più importante, affidarsi al percorso che ha intrapreso con la psicologa: è l'unico modo per comprendere il dolore alla sua radice e di conseguenza iniziare a elaborarlo, i farmaci possono solo aiutarla a neutralizzare il sintomo specifico, a volte purtroppo temporaneamente.
Salve, dalla sua lettera si comprende che lei è depressa però non ci spiega xchè questi sintomi sono iniziati, cioè cosa stava succedendo nelle sua vita nel momento in cui ha cominciato a percepire i disturbi ed il suo pianto, è molto importante. Gli psicofarmaci sono molto utili per alleviare il dolore dei sintomi ma se lei non analizza con una psicoterapia la causa, sicuramente i sintomi spesso ritornano sospesi i farmaci, quindi l'unica strada per andare a stare bene è un lavoro psicologico su di sè, la saluto cordialmente. dott.Eugenia Cardilli.
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Buongiorno. Della sua lettera mi colpisce il passaggio in cui afferma "nulla di cui lamentarmi". Spesso pensiamo che se va un buon motivo, che sia illogica la tristezza, quasi ad incolparci ancora di più per uno stato d'animo. Mi viene da dirle che occorre un tempo che passi e che permetta di capire, davvero, il significato delle sue lacrime. La saluto e le auguro una giusta guarigione
Gentile signora,la depressione è come una morte dell'anima.colpisce senza evidenti motivi.talvolta invece ha una causa profonda che si deve andare a cercare assieme ad uno psicoterapeuta.
Per questo la invito a mettersi in contatto con me
l'aspetto
Grazie
Gentile signora, credo sia importante aspettare ancora un po' prima che i farmaci facciano effetto. Hanno di solito un tempo di latenza che varia da tre settimane a 1 mese e mezzo. Gli effetti collaterali dovrebbero piano
piano diminuire col tempo. Io comunque ne riparlerei con il suo psichiatra...i farmaci per la depressione sono tanti e diversi e se ne possono provare altri prima di arrendersi. Continui gli incontri con la psicologa magari intensificando la frequenza delle sedute per aiutarla in questo momento di profonda Crisi.
Il pianto di solito può essere o un pianto di rabbia o un pianto per la perdita ...di lutto. Anche se tutto va bene, ci sono passaggi nel nostro ciclo di vita che implicano perdita di qualcosa e possono metterci anche inconsapevolmente in crisi. Continui a lottare e vedrà che troverà il modo per uscirne.
Mi stupisce l'inizio della sua lettera quando in modo spiccio afferma che va tutto bene e non ha motivo di lamentarsi. Purtroppo a volte non si ha consapevolezza della qualità del proprio stile di vita. Prima di definire la depressione una malattia virale o un cromosoma indaghi in questa direzione con la sua psicoterapeuta.
Buongiorno,
Segua i consigli del suo Psichiatra. Per avere dei benefici dalla psicoterapia deve aspettare, ma credo che sia fondamentale.
Le faccio un in bocca al lupo.
Luciana Danza
Buongiorno,
ritengo che il problema di natura depressiva di cui lei soffre sia ricollegabile ad una sensazione personale che possa non riguardare direttamente la sfera sentimentale, ma tocchi altri aspetti della sua esistenza.
L'evidenza che si tratti di una parte di lei che non comunica chiaramente alla parte razionale i motivi di questa sofferenza, è data dalla sua difficoltà nel comprendere questo malessere. La terapia E.M.D.R. le può sicuramente risultare utile ed efficace per questo tipo di indagine e risoluzione di situazioni di natura traumatica che non riescono a riemergere cognitivamente, ma solo somaticamente attraverso il sintomo del pianto. Tale terapia può servire per connettere aree corticali che non comunicano e presentano un elaborazione bloccata di memorie che stanno trovando un'altro accesso per esprimersi, non del tutto funzionale ad una risoluzione. L’obiettivo dell’EMDR è quello di ripristinare il naturale processo di elaborazione delle informazioni presenti in memoria per giungere ad una risoluzione adattiva attraverso la creazione di nuove connessioni più funzionali.
Buona giornata.
dott. Daniele D'Erasmo
Cara Signora, in accordo con quanto egregiamente espresso dai colleghi che le hanno risposto, la invito a confrontarsi con il suo Psichiatra sugli effetti collaterali che avverte, e contemporaneamente, a continuare gli incontri di sostegno psicologico che ha già iniziato con la Psicologa. Bisogna far passare un po' di tempo per una efficace stabilizzazione degli effetti del farmaco , pertanto non demorda e vada avanti con la terapia. Cordiali saluti
Gentile Signora, in perfetto accordo con i colleghi che le hanno risposto prima di me, le consiglio di far riferimento al suo psichiatra per gli aspetti relativi alla cura farmacologica in atto. Sicuramente il medico valuterà la bontà o meno della terapia in corso e la saprà informare e guidare correttamente nella gestione della stessa.
Dal punto di vista esistenziale, ciò che le sta accadendo da circa due mesi a questa parte - e che le è già accaduto in passato - ha un significato che probabilmente non viene riconosciuto (lei stessa dice di avvertirsi in uno stato di alterazione - "il pianto, l'apatia, l'essere giù" - senza riuscire a collegarlo a ciò che lo ha prodotto - "ho un compagno che mi vuole bene e con il quale sto bene, una casa mia, e niente di cui possa lamentarmi"). Sicuramente val la pena proseguire i colloqui psicologici e, con l'aiuto di un professionista, comprendere il significato della sua esperienza. Con l'augurio di una pronta guarigione, le invio cari saluti
Buongiorno signora, il momento che sta attraversando è doloroso e comprendo il suo sconforto di fronte ad un pianto che sembra non potersi interrompere. Lei si è già mossa alla ricerca di un aiuto farmacologico e di un percorso psicologico e questo è molto importante. Occorre ora che non molli e tenga duro perché all’inizio di una terapia psicologica può accadere che addirittura si stia peggio o che peggiorino i sintomi prima di iniziare a sentire che qualcosa si muove dentro di lei e che intraveda una strada interiore da percorrere per raggiungere prima un miglioramento e poi un benessere. È altresì necessario tollerare alcuni effetti collaterali dei farmaci parlandone sempre con lo psichiatra di riferimento in modo da aggiustare la terapia farmacologica alle sue esigenze. La esorto pertanto a non fermarsi alla valutazione dello stato attuale e continui le strade intraprese. Un cordiale saluto. Dott.ssa Daniela La Porta
Buongiorno, Le rispondo come medico psichiatra. Die settimane di terapia con Brintellix non sono purtroppo ancora sufficienti per essere certi che il farmaco la possa aiutare.
Solitamente è necessario attendere almeno 3/4 settimane. Nel caso in cui i sintomi non migliorassero o gli effetti collaterali non dovessero ridursi, si può prendere in considerazione la modifica del farmaco. Certamente i sintomi più marcati possono essere controllati da una buona terapia farmacologica.
Ottimo anche integrare l'approccio farmacologico con la psicoterapia, anch'essa però necessità di un tempo maggiore per dare i suoi risultati.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Cristina Selvi
Gentile signora, certamente il farmaco nei sintomi depressivi può essere di aiuto, anche se due settimane sono poche per apprezzarne i risultati. Certamente le consiglierei di associare una Psicoterapia Congnitivo Comportamentale alla terapia farmacologica, perché il trattamento combinato ha un'efficacia maggiore e senz'altro più duratura.
Cordiali saluti
Buongiorno signora, di solito gli effetti dei farmaci non si vedono subito, uno psicofarmaco ci mette in media 3 settimane per poter procurare i primi benefici. Capisco che sia un periodo molto duro, deve avere pazienza purtroppo. La terapia darà i suoi frutti, si dia tempo.
In bocca al lupo
Buongiorno,
affrontare la sofferenza è sempre difficile. Ci piacerebbe trovare una risposta rapida, veloce e indolore per superare il nostro malessere ma il corpo e la mente richiedono tempo e impegno.
Il mio consiglio è di accettare il pianto come il segnale che qualcosa non va, un segnale che va ascoltato e interpretato grazie all'aiuto della psicoterapia.
Se non passa velocemente è solo perché ha bisogno di tempo per uscire, per liberarsene e per spingerla a quei piccoli e/o grandi cambiamenti di cui ha bisogno.
Quindi trovi la forza e il coraggio di stare nel suo pianto di conoscerlo meglio e di farsi indicare la strada per un miglioramento più stabile e duraturo di quanto possa immaginare ora.
Con la psicoterapia potrà arrivare a fare tutto questo.
Un caro saluto, dr Katjuscia Manganiello
Buongiorno signora, normalmente il primo mese in cui si inizia ad assumere farmaci può essere anche molto duro, poi però di solito arrivano gli effetti sperati, stia tranquilla. Non esiti a comunicare con il suo psichiatra se ne sente il bisogno. Ha scelto anche di fare psicoterapia.. esprima tutto al professionista che la segue. In questo momento la aiuterà a tirarsi un po' su e poi, col tempo, potrete vedere insieme questo suo essere sempre scontenta, capirne le radici e ammorbidirlo un poco, in modo che possa vivere molto meglio. Buon percorso!
Buonasera,
i cambiamenti, soprattutto quelli profondi richiedono tempo. Capisco che la sua sofferenza è tanta, ma cerchi di affidarsi a chi le sta portando aiuto.
Credo anche che la sua apatia e le sue lacrime abbiano un senso che riuscirà ad elaborare in un percorso psicoterapeutico.
Cara signora 62 enne.
Le sue crisi stagionali hanno bisogno di essere interrotte. Si sa da tempo che ciò accade un po' a tutti e su qualcuno gli effetti sono più intensi.
Mi occupo di psicoterapia breve strategica e di prescrizioni e non farmaci. Quindi a lei prescriverei un bel paradosso se solo conoscessi qualche altra informazione sul modo come è andata strutturando il suo sistema percettivo reattivo al fine di tentare soluzioni che poi si sono rivelate fallimentari. Mi scriva e vediamo cosa possiamo fare.
Saluti
Dott. Paolo Mancino
Per quanto io non sia un grande "fan" degli psicofarmaci, mi permetto di sconsigliarle vivamente l'interruzione nell'assunzione del Brintellex. Piuttosto ne parli con il suo psichiatra e si faccia prescrivere un percorso di scalaggio graduale affinché la situazione non peggiori ulteriormente.
Il supporto psicologico, in una situazione come quella da lei descritta, credo possa esserle di aiuto. Percepisco dalle sue parole, ma potrei sbagliare, una certa "fretta" nel volerne uscire. Purtroppo è necessario soffrire per smettere di soffrire. Il poeta Robert Frost affermava che per uscire fuori dal dolore occorre passarci attraverso. Non c'è altra strada.
Cordialmente
Salve Signora, a volte il dolore che proviamo non è legato a fattori esterni e questo può portarci confusione, perché non riusciamo ad individuare la causa oggettiva della nostra sofferenza, e non ci sentiamo autorizzati a stare male.
Il pianto in quanto "sintomo", ha bisogno di uno spazio di accoglienza e comprensione.
Continui a fare i colloqui con la psicoterapeuta e consideri la possibilità di contattare lo psichiatra, per rivedere il dosaggio nel caso gli effetti collaterali, persistano nel tempo senza diminuire d'intensità.
Resto a disposizione.
Un saluto!
Buona sera Signora! Sicuramente deve dare un pò di tempo alle terapie, prima che con queste ottenga dei risultati tangibili. Soprattutto la psicoterapia rimane un percorso molto utile alle persone che soffrono della sua stessa condizione. La psicoterapia ha il fine di stimolare dei cambiamenti nei modi di fare esperienza che la possono aiutare ad affrontare in maniera più consona la quotidianità, ma anche e soprattutto aiutarla a superare i motivi della sua attuale sofferenza.
Buonasera!
Continui, non demorda...riuscirà a trovare la serenità!
Cordialmente
Salvatore De Costanzo
Gentile, il percorso di consapevolezza di se stessi e dei propri bisogni non è immediato. Ci vuole tempo, pazienza, ascolto di sè, lavoro su se stessi. Il quadro che lei descrive denota dei tratti tipici depressivi, il fatto che sia sorto da due mesi fa pensare a qualcosa che le è accaduto, che l'ha turbata. Continuare con i colloqui può aiutarla a capire ed affrontare insieme al suo terapeuta questo stato di disagio. Cordiali saluti. Dr.ssa Marina Gori
Cara signora, sta senza dubbio vivendo un momento molto delicato e difficile, per adesso deve aver pazienza, la cura farmacologica ha bisogno dei suoi tempi così come il percorso dallo psicologo.
Per qualsiasi tipo di dubbio chieda sia allo psichiatra che allo psicologo, sapranno darle le risposte giuste.
In bocca al lupo, Dott. Andrea De Simone
Le consiglierei di tenere duro un altro paio di settimane se i sintomi collaterali non sono troppo importanti. Quando presenti, di solito spariscono dopo la terza settimana. In caso non avesse risultati dopo 4 settimane di trattamento può sospendere e cambiare farmaco oppure provare ad alzare il dosaggio a 15 o 20mg al giorno. Consiglierei comunque una psicoterapia in parallelo.
Salve, comprendo il suo bisogno di avere risultati immediati che possano attenuare la sua sofferenza ma, come hanno già sottolineato i colleghi, è necessario darsi tempo. Quello che mi sento di suggerirle è di proseguire il suo lavoro terapeutico anche quando i sintomi saranno rientrati, così da poter cercare le radici profonde del suo malessere. Un saluto, G.S.
Gentile utente, nelle sue parole leggo una richiesta di aiuto molto forte e intensa. Penso sia importante sottolineare il fatto che il primo passo da lei compiuto, ossia riconoscere il proprio malessere e il bisogno di un supporto, sia già estremamente importante. La terapia farmacologica può presentare effetti collaterali e soprattutto può richiedere un periodo di tempo prolungato per dare i suoi effetti. In ogni caso, è opportuno che lei parli di questi dubbi o perplessità con lo psichiatra curante, in modo che possiate valutare insieme la terapia farmacologica personalizzata per le sue esigenze. Al contempo, il percorso psicologico (o, meglio, psicoterapeutico) è probabilmente una scelta opportuna, ma può richiedere anch'esso tempi prolungati per riscontrare effettivi benefici.
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Gentile utente, la vortioxetina (Brintellix) comincia a fare effetto proprio a partire da due settimane dalla prima assunzione, per cui il fatto che non abbia ancora riscontrato effetti terapeutici è nella norma. Valuti col suo psichiatra se è necessario modulare la dose o cambiare molecola, in caso di inefficacia terapeutica, e affianchi alla terapia farmacologica un percorso psicoterapico che le consenta di affrontare anche i contenuti psicologici di questo vissuto depressivo.
Salve, continui con il suo percorso in quanto i primi periodi sono sempre i più duri! Tenga duro e abbia fiducia nel professionista da lei scelto.
MMM
Buongiorno, le consiglio di riportarere al suo psichiatra di riferimento i suoi recenti sintomi e vissuti: al dì la della parte farmacologica, la terapia di sostegno psicologico è, da quanto esposto, senz'altro indicata. Non è raro che le prime fasi di un percorso psicologico possano "smuovere" sentimenti anche molto faticosi da reggere, tenga duro, nel medio termine l'aumentata consapevolezza delle sue dinamiche porterà, con ogni probabilità, a una riduzione del disagio. DC
Buongiorno, ne parli con chi la segue; i farmaci e la psicoterapia necessitano del loro tempo, e con esso arriveranno i risultati. Saluti.
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione di cosa è successo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Gentilissima, mi spiace molto per il periodo che sta passando. Credo che la possibilità di continuare il percorso terapeutico la potrebbe aiutare.
Cordiali saluti
AV
Buongiorno,
da quanto riferisce dei sintomi che si sono verificati nell'ultimo periodo, sta attraversando sicuramente una fase di forte stress e sofferenza. Quello che posso dirle è di guardare a queste manifestazione come, appunto, dei sintomi: un movimento più profondo sta avendo luogo e non necessariamente ciò è da guardare come qualcosa da sopprimere, evitare. Potrebbe essere l'occasione per conoscersi e (ri)conoscersi all'interno di un processo al quale, sicuramente, non era preparata, ma che potrebbe portarla a stare meglio un domani. Continui, dunque, nel suo percorso psicologico, nel quale avrà la possibilità di scoprire sì, le origini del suo star male, ma anche nuove sorprendenti prospettive.
Buongiorno, dal punto di vista medico-psichiatrico la cosa migliore sarebbe quella di comunicare i suoi fastidi e di trovare, insieme al suo psichiatra, la soluzione migliore. Il supporto psicologico è sempre una buona idea, la potrebbe aiutare a superare meglio questo momento di transizione fin tanto che riuscirà a sistemare l'aspetto farmacologico.
Cordialità.
Ho 62 anni ,un compagno che mi vuole bene e con il quale sto bene,una casa mia,e niente di cui possa lamentarmi.Ma io sono caratterialmente una persona scontenta e due mesi fa è insorto il pianto,poi apatia e sempre più giù in cocomitanza con la primavera.Non è la prima volta che mi capita,ma dopo 2 mesi di pianti continui dono andata da uno psichistra che mi ha prescritto Brintellex 10 gocce.Dopo 2 settimane io sto peggio e piango ancora di più,anche perché mi danno fastidio gli effetti collateralj,ansia,mal di testa,di pancia.Insomma stavo meglio prima.Cosa faccio,? Interrompo o vado avanti? Lo psichiatra mi ha consigliato dei colloqui con una psicologa che io ho già iniziato ma ripeto piango adesso tutto il giono.grazie per la risposta

Buonasera Sig.ra,
Purtroppo per risolvere situazioni di intensa sofferenza come quella che descrive è necessario del tempo. Ritengo molto importante che abbia iniziato un percorso di sostegno psicologico e che possa portare i propri vissuti all'interno di uno spazio sicuro e protetto, nonostante non abbia notato un cambiamento nell'immediato. Questo accade perché purtroppo ci vuole del tempo affinché si noti un effettivo "cambiamento" ma le assicuro che già il fatto di essere implicata all'interno di un lavoro su di sé è indice di un passo nella direzione di un "prendersi cura".
Un caro saluto, EM
Buon giorno, è importante che prosegua entrambe le terapie, discutendo con lo psichiatra degli effetti collaterali del farmaco. Anche se è difficile occorre attendere il tempo necessario affinché si possano notare i primi benefici. Ne parli in psicoterapia, anche la frustrazione (comprensibile) nel non riscontrare cambiamenti può diventare un utile spunto di lavoro. Cordiali saluti
Gentile utente,
concorde coi colleghi, le suggerirei di lasciare ancora un po’ di tempo alla terapia farmacologica per fare effetto, dal momento che la sua azione non è immediata. Anche il supporto e il percorso psicologico o psicoterapico necessitano di pazienza, ma potranno aiutarla a comprendere e a collocare il significato della sua tristezza, e a incontrare dei miglioramenti nel sintomo e nella sua vita in generale. Le auguro di stare presto meglio, un saluto. Giada Bossi
Buonasera,
perchè si possano notare i benefici sia di una terapia farmacologica che di una terapia psicologica occorre del tempo,
continui entrambi i percorsi fiduciosa che sta lavorando per stare meglio.
Le auguro di stare bene presto,
Dott.ssa Filippi
Carissima, intanto mi dispiace per quello che sta attraversando e accolgo il suo disagio
Sicuramente per quanto riguarda l'aspetto farmacologico l'invito a rivolgersi al suo psichiatra che le darà le opportune indicazioni e controindicazioni del farmaco che sta assumendo.
In questi casi dove si iniziano a intravedere degli stati depressivi la terapia combinata ha grande efficacia proprio perché intraprendendo un percorso psicoterapeutico si vanno ad approfondire aspetti dei suoi vissuti in maniera profonda e dettagliata .
Quindi continui su questa linea e non demorda , la strada sarà impervia ma arrivando all' obiettivo ne gioverà lei stessa e il suo equilibrio.
Resto a disposizione per lei e per qualsiasi chiarimento vorrà rivolgermi.
Un abbraccio forte .
Dr. Luca Russo
Buonasera gentile utente,
Il trattamento combinato di tipo psicofarmacologico si configura come il trattamento con maggiori evidenze di efficacia in molti casi per favorire la remissione di quadri sintomatologici clinicamente significativi. Nel trattamento farmacologico, è importante sottolineare che gli antidepressivi, come la Vortioxetina (Brintellix), hanno un tempo di latenza che varia dalle 3 alle 6 settimane circa durante il quale il paziente sperimenta gli effetti collaterali prima dei benefici terapeutici. Pertanto, due settimane non sono sufficienti per poter cominciare a vedere un cambiamento radicale nella sintomatologia depressiva. Qualora, al termine del periodo di latenza, i sintomi non dovessero migliorare e gli effetti collaterali ridursi, la invito a rivolgersi al suo psichiatra per valutare una modifica/sostituzione del farmaco. Per quanto riguarda, invece, la psicoterapia è necessario attendere un po' più di tempo in quanto l’esplorazione dei meccanismi sottesi alla sofferenza richiede un lavoro su sé stessi più complesso e strutturato. Continui il percorso che ha avviato in quanto è sulla strada giusta!. Si dia del tempo e vedrà che riuscirà ad ottenere i risultati attesi! Un caro saluto, Dott.ssa Ludovica Giani
Gentile Signora,
ha fatto bene a chiedere aiuto. Affiancare un percorso di psicoterapia alla cura farmacologica è l'unico modo per poter accedere ad una comprensione più ampia del sintomo e arrivare all'origine della sua sofferenza. Sicuramente i cambi di stagione sono un periodo dell'anno particolarmente complesso, ma credo dovrebbe chiedere consiglio allo psichiatra per la gestione dei farmaci (spesso ci vogliono settimane prima che un farmaco abbia effetto) e, cosa più importante, affidarsi al percorso che ha intrapreso con la psicologa: è l'unico modo per comprendere il dolore alla sua radice e di conseguenza iniziare a elaborarlo. I farmaci possono solo aiutarla a neutralizzare il sintomo specifico ma non a curare la causa. Le consiglio un percorso di psicoterapia con l'ausilio della tecnica EMDR per affrontare l'origine della sua depressione. cordiali saluti.
Gentile Signora, il disagio è l'effetto di come stiamo dentro di noi, molto spesso però non ce ne accorgiamo. Le consiglio sicuramente un percorso psicologico per far chiarezza dentro di se e ritrovare la sua serenità, tenga conto che dovrò prendersi del tempo pere se stessa. Quindi fondamentali i colloqui psicologici. Mentre in riferimento alla terapia farmacologica, contatti direttamente lo psichiatra che li ha prescritti.

Cordialità
dott. Maurizio Di Benedetto
Gentile Signora, mi dispiace che stia vivendo un momento così faticoso e doloroso. Immagino che sia difficile convivere con un malessere del quale non si spiega l'origine. Sono certa che vedrà presto dei benefici, servono tempo e monitoraggio delle terapie con i professionisti a cui si è affidata. Le auguro di poter trovare il significato della propria sofferenza e di ritrovare la serenità . Un caro saluto, Dott.ssa Alessia Ferretti
Gentile utente, il mio consiglio è di continuare con la sua psicoterapeuta e di riferire gli effetti del farmaco al suo psichiatra.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu

Gent.le utente,
dalle sue parole emerge chiaramente la difficoltà emotiva che sta vivendo e l'impatto che ha sulla sua qualità di vita. L'aver intrapreso un percorso sia con uno psichiatra per il supporto farmacologico, sia psicologico, è già un inizio per poter comprendere e trattare i sintomi che riporta.
In merito agli effetti collaterali dei farmaci che riporta, il mio invito è quello di parlarne direttamente col suo psichiatra per valutare un'eventuale modifica della posologia o del farmaco stesso. Per quanto riguarda, invece, il percorso psicologico tenga a mente che la percezione dei miglioramenti non è immediata. La invito, dunque, a continuare il supporto psicologico, riportando anche al suo terapeuta come si sente in merito al percorso stesso e la sua mancata percezione di miglioramenti.
Il supporto psicologico e quello farmacologico svolgono un'azione integrata per aiutarla a stare meglio, si senta libera di confrontarsi con entrambi gli specialisti su cosa secondo lei non sta funzionando, in quanto si tratta di due percorsi che si influenzano vicendevolmente e trovare il corretto supporto farmacologico può essere utile anche ai fini del percorso psicologico.

Rimango a sua disposizione, anche online.
Cordialmente,
Dott. Francesco Culcasi
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza, immagino sia faticoso lo stato in cui si trova e che forte sia il desiderio di superarlo velocemente. Aver preso contatto con uno psichiatra e aver intrapreso un percorso psicologico sono un ottimo inizio verso il superamento di questa difficoltà. I farmaci sono sicuramente un incentivo e uno strumento utile per dare sollievo, ma se provocano questi effetti collaterali le consiglio di parlarne con lo specialista per trovare insieme delle alternative, senza agire in autonomia poichè potrebbero esserci ulteriori conseguenze negative. Ci tengo a sottolineare che è soprattutto con la terapia che potrà scoprire le motivazioni di questo stato e della tendenza ad essere scontenta, quindi le consiglierei di darsi del tempo. Cordialmente
Gentile Utente,
Immagino la grande sofferenza e le difficoltà nella vita quotidiana che le provoca questa sintomatologia. Avendo iniziato da poco tempo sia la terapia psicologica che farmacologica è normale non percepire ancora un beneficio da questi interventi. Si dia tempo e vedrà che, piano piano, la sintomatologia andrà ad attenuarsi e potrà lavorare sui significati della sua sofferenza ottenendo buoni risultati e una comprensione di sè.
Un caro saluto.
Buongiorno, sia i farmaci che la psicoterapia richiedono del tempo prima di poter vedere dei miglioramenti. Continui con i percorsi che ha intrapreso e abbia più fiducia nelle sue capacità e in quelle di chi l'ha sta seguendo.
Dott.ssa Sara Passavanti
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Buongiorno gentile utente, percepisco inizialmente un senso di rassegnazione nelle sue parole, ma poi emerge il desiderio di superare questo stato di forte sofferenza. Definendosi caratterialmente scontenta potrei ipotizzare che sia necessario un percorso che vada in profondità nel recuperare l'origine di questa propensione alla scontentezza, i sintomi che ora si manifestano sono un segnale con cui si sta mettendo in mostra questo malessere di fondo.
Per ciò che riguarda il percorso farmacologico, le prime settimane sono le più dure: è comune nel primo periodo avere sintomi legati agli effetti collaterali e non sentire ancora benefici, perché gli effetti dei farmaci solitamente non sono immediati, ma necessitano qualche settimana prima di poter stabilizzare i sintomi. Le posso suggerire di non interrompere immediatamente coi farmaci per evitare l'effetto rebound, ma soprattutto di comunicare e confrontarsi sempre con il medico psichiatra di riferimento. Il percorso psicologico in parallelo può aiutarla su più fronti: la aiuterà a scavare più a fondo e affrontare il problema alla radice, la aiuterà a tollerare i sintomi di disagio precedenti alla stabilizzazione farmacologica e come indica la ricerca scientifica il percorso psicologico combinato al farmacologico offre risultati molto più significativi di quelli che si otterrebbero con uno solo di questi due percorsi.
Per ogni questione farmacologica ciò che posso suggerirle è di comunque fare sempre riferimento a professionisti specializzati, per cui a medici psichiatri.
Con l'augurio che possa uscire al più presto da questo periodo buio le porgo i miei più cordiali saluti, per qualsiasi informazione o per un supporto resto a sua disposizione.
Dott. Luca Vocino
Gentilissima utente, grazie di condividere questo momento così difficile. Mi dispiace sentire che stai attraversando un momento difficile. È importante ricordare che i farmaci antidepressivi possono richiedere del tempo per fare effetto e talvolta possono causare effetti collaterali prima di iniziare a farti sentire meglio. Tuttavia, se gli effetti collaterali sono particolarmente fastidiosi o se ti senti peggio, è importante parlarne con il tuo psichiatra.
Potresti provare a discutere dei tuoi sintomi e delle tue preoccupazioni con il tuo psichiatra, per vedere se esiste la possibilità di cambiare la terapia o la dose del farmaco. Inoltre, continuare i colloqui con la psicologa potrebbe essere molto utile per affrontare le cause sottostanti dei tuoi sintomi e per trovare strategie di coping più efficaci.
Ricorda che la salute mentale è una questione complessa e diversi approcci possono essere necessari per trovare il trattamento che funziona meglio per te. Non esitare a chiedere supporto e a esprimere le tue preoccupazioni al tuo team di salute mentale. Spero che tu trovi il supporto di cui hai bisogno per affrontare questa situazione e inizi a sentirsi meglio presto. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
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