Salve,il mio compagno probabilmente sta passando un periodo non facile e per questo capita qualche

36 risposte
Salve,
il mio compagno probabilmente sta passando un periodo non facile e per questo capita qualche giornata che abusi di alcol, degenerando successivamente... Con me o con la famiglia non riesce a parlare... ha bisogno di uno specialista con cui parlare per provare a risolvere il problema... Premetto che non è un alcolista cronico... il suo livello del bere mediamente è un birretta dopo il lavoro e nient'altro, però quando capita (una volta al mese/mese e mezzo) che esce con gli amici esagera nel bere e quando arriva a casa e il caos più totale... Lui vuole aiuto... Grazie in anticipo... Noi siamo a Torino...
Buongiorno. E' possibile che il suo compagno attraverso l'abuso occasionale si conceda di distanziarsi da una situazione più complessa alla quale, nella sobrietà, non riesce a far fronte? Per aiutarlo è fondamentale che lui sia consapevole e motivato. Ciò che la rete familiare può fare in questi casi è metterlo davanti alla realtà, rappresenta tanto confini definiti e indirizzarla verso dei percorsi di cura. Alcuni servizi hanno il Centro Alcologico, con consulenti, oppure può rivolgersi ad uno specialista in privato

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Buongiorno. Capisco che una moglie “ alzi le antenne” quando si rende conto che il marito ha un problema, ma non vuole parlarne con lei, o non riesce. Una buona strategia per farlo aprire ( con qualcuno, non necessariamente lei) é portarlo ad un colloqui psicologico di coppia. Un buon terapeuta di solito chiede, dopo il primo colloqui a tre, di vedere i partner in colloqui separati: ecco che suo marito avrebbe il colloquio psicologico di cui ha bisogno. Lavorare sulla comunicazione ( tra di voi ma non solo) potrebbe essere una buona strada.
Cordiali saluti.
Federico
Salve signora capisco la sua difficoltà nella gestione di questa dipendenza da parte di suo marito. Molto importante è la motivazione. Consulti il CSM di appartenenza per un aiuto concreto: esistono delle strutture convenzionate che possono aiutare suo marito alla disassuefazione da alcol. A seguito di ciò sarà necessario il supporto di uno specialista competente per proseguire il percorso. In genere anche la Alcolisti Anonimi rappresenta un saldo supporto gruppo
Salve, purtroppo anche se il suo compagno come dice lei non è un alcolista cronico perché di solito beve una birra dopo il lavoro, esagera spesso quelle sere che esce con gli amici. Anche questa è una patologia, esagerare solo a volte ma in quelle occasioni non sapersi frenare perdere il controllo, in queste occasioni è sempre pericoloso per il soggetto e chi gli vive vicino, anche se ciò avviene saltuariamente. Le consiglio di invitare il suo compagno quando è più disponibile all'ascolto, a farsi aiutare anche insieme come coppia, e cercare qualche gruppo di sostegno con le stesse problematiche, sentite anche il gruppo degli alcolisti anonimi che avete più vicino in città. Non aspettate che questa patologia si aggravi perché una cosa è certa se non si chiede aiuto potrà solo peggiorare.
Salve, sono pienamente d'accordo con i miei colleghi, anche se beve saltuariamente è comunque un problema sia per lui che per la famiglia. infatti viene chiamato alcolismo occasionale. Sarebbe bene che lui affronti il problema agli inizi, perchè altrimenti potrebbe diventare una vera e propria dipendenza. Importante è che lui ammetta di avere un problema, nel momento che lui lo ammette già sta a buon punto. Gli "Alcolisti Anonimi" è un gruppo molto valido sia per lui che per la famiglia, altrimenti sicuramente negli ospedali ci sono dei centri che lo potrebbero aiutare, l'importante che lui è convinto e lo voglia. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Salve. Il suo compagno riesce a formulare da solo una richiesta di aiuto? Intendo dire se si rende conto di avere bisogno di aiuto.
Con voi non parla. Esprime il suo disagio con il consumo di alcool.
Direi che la situazione richiede un "atto di forza". Mettere il suo compagno di fronte al suo problema e trovare con lui una soluzione. Ci sono tante opportunità a livello istituzionale. Gruppi di terapia con gli alcolisti. Terapia individuale. Tuttavia il primo passo è riconoscere il problema.
Cordiali Saluti Dottor Grilli Emanuele.
Buongiorno,
dal suo racconto paiono evidenti sia la condizione di abuso occasionale di alcool da parte di suo marito, che con ogni probabilità trova conforto nella sostanza ad una situazione che non sa affrontare diversamente, sia la difficoltà della famiglia a sostenere il caos generato da questa condotta. Come i colleghi precedenti, anch’io le suggerisco di provare a rivolgersi al servizio pubblico per richiedere un intervento specializzato: può chiedere al suo medico di base di indirizzarla al centro competente (nella speranza che ci siano risorse disponibili). Nel caso desideri rivolgersi al settore privato,invece, le suggerisco di richiedere inizialmente un colloquio di coppia. Sarà poi il terapeuta ad assumere la guida e a proporre l’intervento più adeguato.
Cordialmente, dott.ssa Rachele Faissingher
buongiorno. Consiglierei, prima che la situazione degeneri, di affrontare un percorso. Cercate uno psicoterapeuta vicino a voi che possa aiutare il suo compagno a superare questo momento di difficoltà.
Buongiorno. Sembra esserci un problema di abuso di alcool e sarebbe il caso di rivolgersi a uno specialista. Se però la persona non riconosce il suo disagio sarà difficile farla andare al Sert. Si potrebbe provare a parlare col medico di base. A livello familiare bisognerebbe motivare la persona a farsi visitare, cercando di adottare una comunicazione pacata e, per quanto possibile, cercando di non far esplodere l’emotività (la qual cosa chiuderebbe subito il dialogo). Una volta fatto questo primo passo è consigliabile anche un percorso psicoterapeutico.
Gentile signora, comprendo la sua preoccupazione, lei dice che suo marito vuole aiuto. È importante che sia lui ad elaborare una domanda e che sia lui ad individuare il terapeuta. Questo è un passaggio fondamentale di ogni cura, perché ognuno dovrebbe assumersi la responsabilità soggettiva del proprio desiderio che spesso parte dal riconoscersi un disagio .
Cordialmente
AR
Buongiorno Signora, è un bene che suo marito sia il primo a riconoscere di aver bisogno di aiuto, ed a richiederlo. L'eccesso occasionale di alcool può essere dipeso da molti fattori ed è prematuro avanzare delle ipotesi. Spesso comportamenti eccessivi di questo tipo vengono messi in atto per evadere da una realtà quotidiana difficile da gestire o da vivere. Detto ciò non si può comunque parlare di alcolismo ma sicuramente di una forma di evitamento che andrebbe affrontata da suo marito con motivazione e volontà. Un saluto,
Federica Miccichè
Buongiorno. In merito alla sua richiesta di aiuto per il suo compagno, innanzitutto è fondamentale che lui sia consapevole e motivato a modificare il suo comportamento. Lei ha sottolineato che "vuole aiuto", ma è importante capire che cosa lui intende con questo (1 se vuole aiuto esclusivamente per riuscire a smettere di bere o 2 per migliorare la sua vita in generale di cui anche ridurre l'assunzione di birra/alcolici) perché questo modifica l'indirizzamento e il trattamento. Le consiglio di aiutare il suo compagno a identificare la sua richiesta di aiuto e così, nel primo caso, accompagnarlo in un centro specifico, quale un Sert, oppure chiedere indicazioni per una terapia di gruppo come gli A.A.; mentre nel secondo caso, richiedere una psicoterapia individuale di orientamento psicodinamico per comprendere il nucleo della sua sofferenza così da modificarsi e migliorare la qualità della sua vita.
Rimango a disposizione.
Cordialmente, Dott.ssa Mariavittoria Zanchetta
Buona sera. Dal suo racconto si evince un forte vissuto di sofferenza e disagio che lentamente rischia di compromettere la serenità della coppia. Sarebbe opportuno che suo marito riconoscesse la necessità di trovare qualcuno con cui parlare di questo suo disagio che ha probabilmente origini interne dovuti a un senso pervadente di malessere. Consiglio di rivolgersi a un terapeuta con l’obbiettivo di attuare una diagnosi approfondita e accurata di personalità per poi impostare un funzionale lavoro psicoterapico volto al rinforzo dell Io e al raggiungimento di un adeguato livello di benessere. Cordialmente Gian Piero Grandi
Gentile signora, è comprensibile la Sua preoccupazione e lodevole il Suo appoggio al marito, tanto da spendersi in prima persona per ricercare un aiuto. E' tuttavia importante, fin dall'inizio di un percorso di miglioramento, che Suo marito assuma su di sè la responsabilità del proprio benessere e del proprio cambiamento; sarebbe quindi opportuno che lui stesso, in prima persona, contattasse un centro di salute mentale pubblico tramite il quale cominciare un percorso volto a comprendere quale funzione assolve l'alcool in quei momenti di eccessiva assunzione, e come poter evitare che il ciclo si ripeta. Se preferisce il settore privato, uno psicoterapeuta è il primo contatto utile da raggiungere. In entrambi i casi la domanda deve essere portata avanti dal diretto interessato; naturalmente, la famiglia sarà un supporto e una risorsa importante lungo il percorso e il Vostro appoggio sarà certamente richiesto, ma il modo migliore per aiutare Suo marito adesso è accompagnarlo rimanendo al suo fianco, anziché un passo avanti a lui. In bocca al lupo! cordialità, DMP
Buongiorno, l'abuso di sostanze è spesso il tentantivo sbagliato di rispondere ad un disagio interiore, aggravando la situazione di vita e la sofferenza anche delle persone vicine come Lei. Il suo compagno può chiedere aiuto al SERD di zona, che segue gratuitamente i pazienti. Nel caso voglia rivolgersi privatamente, io mi occupo di dipendenze su Torino. Distinti saluti, Lorena Ferrero
Buongiorno. Il mio consiglio è quello di rivolgersi prima, senza aspettare troppo, al servizio per dipendenze (SERD) dove, hanno nel corso degli anni attivato interventi specifici per il trattamento dei comportamenti d’abuso di alcol e per la riabilitazione dei soggetti alcol-dipendenti. Dal quadro che descrive si può agire ancora secondo un ottica di prevenzione, senza attendere pericolose cronicizzazioni.

Cordialità

Massimiliano Trossello
Buongiorno, il primo passo è prendere appuntamento con uno psicologo della sua zona, può sceglierlo anche qui sul portale.
dott Tealdi
Anche io sono a Torino e lavoro con il singolo e con le coppie. Nel suo caso inizierei da lei per un corretto supporto a una situazione comprensibile e con cui ci si confronta costantemente. Insieme si può decidere una strada alternativa da percorrere sempre in ambito psicoterapeutico per lei. IL SERD è quanto mai appropriato per lui, occorre saperne di più. Come mai e quando lui si chiude? Cosa ingenera in lei? Rimango a disposizione LB
Buongiorno, lei e il suo compagno potete prendere due strade. La prima è rivolgervi ad un servizio privato, uno psicoterapeuta, per fare una prima valutazione con lui. La seconda strada è di rivolgervi al servizio pubblico, il SERD. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve, mi spiace per il disagio e la situazione. L' alcol può rappresentare una sorta di "automedicazione" per proteggersi dall'intollerabilità delle emozioni negative. Dunque ritengo importante avviare un percorso psicologico per identificare cause e fattori di mantenimento del disturbo.
Cordialmente, dott. FDL
Buongiorno, il mio consiglio è di rivolgersi ad un professionista. Affrontare un percorso e confrontarsi aiuta molto in questi casi e permette di scavare sul perché di certi comportamenti. Le auguro buone cose.
MMM
Buongiorno, anche io opero su Torino. Sicuramente andranno fatti del colloqui per capire meglio il problema. Spesso la difficoltà a regolare le proprie emozioni può portare ad eccedere con l’uso di alcol ma bisogna comprendere meglio insieme a lui cosa accade in quei frangenti.
Vi consiglio comunque di avviare una psicoterapia.

Cordialmente
Dott.ssa Stefania Romanelli
Buongiorno, può rivolgersi al SerD di competenza oppure rivolgersi ad un/a professionista psicoterapeuta, in entrambi i casi sarà seguito in un percorso di aiuto. Saluti.
Salve, innanzi tutto bisognerebbe sapere di più sul suo periodo difficile, partire da quello per poi capire per quale motivo si sfoghi in casa quando torna ubriaco, sfogare le proprie frustrazioni sui familiari in genere è indice di un problema esistenziale alla base più profondo. L'alcol è soltanto il mezzo per il quale suo marito sfoga le preoccupazioni che lo tormentano, dato il radente uso si potrebbe dire che ha solo un bisogno di evadere da qualcosa, ma le informazioni sono troppo poche per riuscire a dare una diagnosi. Sicuramente con un percorso terapeutico è possibile lavorare sul problema e tramite l'uso di strategie modificare il comportamento disfunzionale che ha appreso per ovviare alla sua sofferenza. Per altri chiarimenti resto a disposizione.
Buongiorno, La ringrazio per averci contattato. Dev'essere difficile accorgersi che la persona che ha accanto sta soffrendo, ci si si può sentire impotenti e preoccupati allo stesso tempo. Non è scontato capire che abbiamo bisogno di aiuto ed è possibile che ci voglia del tempo perchè il suo compagno cominci a stare meglio. Per lei può essere una buona idea quella di farsi accompagnare da un professionista durante questo periodo, per poter continuare ad essere un buon supporto per il suo compagno. Mi può contattare per qualsiasi dubbio o informazione. Cordiali saluti. Dott.ssa C. Maddalena
Buongiorno,
nonostante il suo compagno raggiunga la perdita del controllo in modo saltuario a causa dell'assunzione di alcool, mi sembra di capire che la ricerca del bere (attraverso le birre quotidiane) sia un elemento che seppur più contenuto possa risultare costante.
In questo caso specifico però non è il suo compagno a scrivere su questo portale, ma lei. Come già detto dai colleghi, è importante che il suo compagno si faccia seguire, ma credo sia ancora più importante che anche lei possa ritagliarsi uno spazio di sostegno psicologico per poter condividere all'interno di un percorso di sostegno i vissuti di questo periodo, che potrebbero essere intensi e non sempre facili.
le modalità possono essere sia in presenza, sia in remoto tramite Skype.
Un cordiale saluto
Elena La Torre
Buongiorno,
Spesso l'alcol, così come il cibo può venire utilizzato come strumento per mettere un tappo ai buchi che si sentono nella propria autostima e nel sentirsi degno di amore. Questo succede soprattutto nei momenti di difficoltà.
Sono contenta che lui si renda conto di aver bisogno di un aiuto professionale, se non si tratta di una dipendenza è importante che riesca a trovare un aiuto che lo aiuti anche a prevenire questo rischio.
Il mio consiglio è fare in modo che sia lui anche ad attivarsi per trovare un professionista con cui potrebbe sentirsi maggiormente a suo agio, magari anche all'interno di questo spazio, laddove risulti per lui comodo.
Un caro saluto a lei e a tutta la sua famiglia
Buongiorno,

la mia pluridecennale esperienza clinica mi ha portato a dubitare della motivazione di una persona che non chieda aiuto direttamente.
Ambiguità dei propri sentimenti e vergogna son difficili da superare, essendo a volte il paziente il più aspro critico di sé stesso.
La attiva ricerca di una soluzione è il primo passo per la soluzione stessa.
Questa risposta è rivolta al Suo compagno.
Cordiali saluti ad entrambi.
Buongiorno, grazie per aver condiviso con noi la sua problematica.E' comprensibile che abbai preoccupazioni a tal riguardo ma credo che sia di fondamentale importanza che suo marito formuli una domanda di aiuto e percepisca il disagio che questa situazione può portare al sistema coppia. Ci sono ottimi servizi pubblici nelle zone di residenza che offrono validi aiuti, quali i CSM o i SERD. Verifichi nel portale della sua ASl che cosa offrono. Può essere un primo approccio al problema dalei presentato. Cordiali saluti Dr.ssa Lorella Mezzenga
Gentile utente,
per comprendere qual è l'intervento più adeguato occorre fare una diagnosi accurata ( cosa fa soffrire il suo compagno? quali sono le fragilità? quali i punti di forza? come è organizzata la personalità al di là dei sintomi riportati?). A mio avviso sarebbe opportuno un terapeuta esperto anche in dipendenze perchè gli episodi abusi alcoli possano essere adeguatamente contestualizzati.
Cordiali saluti
Buongiorno signora, sarebbe interessante capire se la sua é una legittima preoccupazione per una situazione complessa o quella di rivolgersi ad un centro specializzato sia una scelta/richiesta condivisa dal suo compagno.
Mi auguro che lui sia consapevole del disagio che si crea quando abusa della sostanza (purtroppo non é da sottovalutare una situazione in cui la famosa "birretta" si trasforma in episodi che creano il caos in famiglia e in cui si perde il controllo) e che sia d'accordo a cercare aiuto.
Come hanno segnalato alcuni colleghi ci sono centri specializzati per le dipendenze anche nella sua città, se i tempi per la presa in carico sono troppo lunghi può rivolgersi a centri privati che si occupano delle difficoltà della coppia e delle dipendenze ma, ripeto, lui deve essere consapevole del problema e sufficientemente motivato, non perda fiducia e ne parli serenamente con lui.
Dott.ssa Maria Di Toro
Salve,

credo che il suo compagno possa chiedere e cercare aiuto attraverso professionisti o attraverso i Servizi (Ser.D o centri che in particolare trattino problematiche relative all'alcologia) e comprendere come un comportamento disfunzionale si è intrecciato alla sua storia di vita. Penso anche però anche lei potrebbe pensare di dedicarsi uno spazio con un professionista per condividere i vissuti che sono scaturiti e che immagino le abbia generato preoccupazione e sofferenza.
Un caro saluto,
Dott.ssa Francesca Caloiaro
Mi dispiace sentire che il tuo compagno sta affrontando un periodo difficile e sta sperimentando problemi legati all'abuso di alcol. È positivo che lui riconosca il bisogno di aiuto e sia disposto a cercare il supporto di uno specialista.

A Torino, ci sono diverse risorse disponibili per le persone che cercano assistenza per problemi legati all'abuso di alcol. Una possibile opzione è quella di rivolgersi a un centro di recupero dalla dipendenza da alcol o a un ambulatorio specializzato nella gestione dei disturbi legati all'abuso di alcol. Questi centri offrono servizi di consulenza, terapia e sostegno per aiutare le persone a superare l'abuso di alcol e ad affrontare le cause sottostanti.

Puoi cercare informazioni su tali risorse tramite il servizio sanitario locale o rivolgerti al medico di famiglia per ottenere indicazioni specifiche sulle strutture presenti nella tua zona.

Inoltre, puoi suggerire a tuo compagno di rivolgersi a uno psicologo o uno psicoterapeuta specializzato nel trattamento dei disturbi legati all'abuso di alcol. Uno psicologo può aiutarlo a esplorare le cause profonde del suo comportamento e a sviluppare strategie per gestire lo stress, le emozioni e il consumo di alcol in modo più sano.

Ricorda che è importante sostenere tuo compagno durante questo processo e incoraggiarlo a cercare aiuto professionale. La volontà di affrontare il problema è un passo importante verso il cambiamento e il benessere.
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Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi una tematica così delicata, mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso a vedere una persona a lei cara stare così male e in qualche modo attuare comportamenti non del tutto sani.
Le suggerirei, oltre di supportare il suo compagno nella sua ricerca di aiuto, di valutare un consulto psicologico per se stessa, riservandosi uno spazio di sfogo e condivisione al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Buongiorno, immagino sia molto difficile per lei e per la sua famiglia questo momento. Sicuramente il modo migliore per aiutare suo marito è quello che rivolgersi ad un professionista per comprendere meglio il suo disagio ed essere supportato in un percorso di psicoterapia.
Dott.ssa Cristina Viglietti
Buonasera, si percepisce la preoccupazione per la situazione di suo marito. Una persona può utilizzare l'alcol come la "via più semplice" per alleviare stress, frustrazioni o altre emozioni che la persona stessa non può tollerare e non riesce a gestire o affrontare. Questo comportamento non solo allevia momentaneamente pensieri e emozioni dolorosi, ma fa sì che questi ultimi si intensifichino sempre di più, "cristallizzandosi". Ciò potrebbe essere uno dei motivi per cui si crea il "caos" quando torna a casa. Per dare una validità e una spiegazione molto più dettagliata a ciò e quindi poter aiutare suo marito, vi è sicuramente la necessità di indagare a fondo: ad esempio, quando parla di "caos" e "degenero" cosa intende? In che senso "periodo non facile"? "suo marito è consapevole dei suoi comportamenti e del dolore che prova in questo periodo non facile"? Sarebbe utile un percorso di psicoterapia per aiutare suo marito a trovare un equilibrio interiore, aiutandolo a trovare delle strategie più efficaci e sane per gestire momenti bui, che ora gestisce con l'alcol. E non è da sottovalutare il fatto che ciò porterebbe ad un miglioramento dell'intero nucleo famigliare. Le auguro una buona serata. Chiara Lo Re
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