Salve sono una ragazza di 28 anni e ho un problema con il cibo. Ho il terrore di soffocare col cibo.
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Salve sono una ragazza di 28 anni e ho un problema con il cibo. Ho il terrore di soffocare col cibo. In più mangio poco e non solo per la paura. Sono sottopeso e non riesco ad ingrassare anche se provo a mangiare di più vedo i piatti enormi se mangio 50gr di pasta è una vittoria. Ma perché? Io non voglio dimagrire o cose del genere e non mi vedo grassa, anzi ma il mio rapporto col cibo è pessimo. Odio mangiare davanti agli altri, mai fuori casa. Riesco a mangiare a casa mia a volte in camera perché in cucina con gli altri ho ancora più ansia. Da cosa può dipendere?
Mangiare dovrebbe essere un aspetto della vita semplice , piacevole e funzionale al benessere. Quando questo non avviene ma al contrario l'alimentazione si trasforma in un'area carica di ansia, tensione, paura e rituali, è il segnale di un problema. che può diventare importante.
Sintomi quali temere di rimanere soffocati con il cibo, non poter mangiare in compagnia di altri, dimagrire troppo, devono essere considerati , sono segnali significativi di un disagio emotivo che sembra coinvolgere la sfera personale e anche quella relazionale.
I motivi che determinano il disagio sono sempre legati alla storia di ognuno di noi, non è possibile dare una risposta generalizzata. Il modo migliore per trovare sollievo è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la possa aiutare a capirsi meglio e soprattutto ad affrontare e risolvere il suo problema.
Sintomi quali temere di rimanere soffocati con il cibo, non poter mangiare in compagnia di altri, dimagrire troppo, devono essere considerati , sono segnali significativi di un disagio emotivo che sembra coinvolgere la sfera personale e anche quella relazionale.
I motivi che determinano il disagio sono sempre legati alla storia di ognuno di noi, non è possibile dare una risposta generalizzata. Il modo migliore per trovare sollievo è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la possa aiutare a capirsi meglio e soprattutto ad affrontare e risolvere il suo problema.
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Buongiorno. Difficile dare un risposta così su due piedi. Buona norma sarebbe parlarne intanto con il medico di famiglia e provvedere eventualmente a degli accertamenti organici, ragionando per esclusione. Poi si può fare una valutazione per i disturbi del comportamento alimentare, meglio se in un centro specializzato. Potrebbe trattarsi di un errato convincimento, che però produce degli effetti reali sulla sua immagine corporea, oltre che sul suo corpo. Non trascuri la situazione!
Da ciò che dice sottolineo due aspetti che meritano un approfondimento. Se considero la paura di soffocare come a se stante, e non è la sola ad avere questo timore, potrebbe essere conseguente ad un episodio accaduto in passato per lei traumatizzante (non necessariamente deve essere capitato a lei). Oppure potrebbe esserci un filo rosso che lega gli aspetti che Lei espone e che le fanno vivere il momento del pasto con un disagio significativo. Si rivolga al suo medico di base in prima battuta, credo che farsi accompagnare in un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla in modo importante.
Buonasera, le suggerisco di rivolgersi a un professionista che possa aiutarla a capire cosa le accade e individuare la strategia migliore per affrontare il problema. É difficile dare una riposta, sembra una manifestazione ansiosa ma è necessario un approfondimento. Cordiali saluti.
Salve, il mangiare è uno dei nostri bisogni primari e alcune volte ci mette in difficoltà, per aiutarla a capire da cosa può dipendere bisognerebbe allargare la prospettiva del quadro famigliare e capire meglio per lei quali sono gli elementi necessari e utili in questo contesto e dove c’e Quel rifugio che la fa stare meglio, altrimenti si rischia di fare ipotesi senza fondamento.
Sembra a me utile un colloquio con uno psicologo che possa riordinare il quadro.
Sembra a me utile un colloquio con uno psicologo che possa riordinare il quadro.
Buongiorno, un rapporto con il cibo carico di tensione, paura e ansia è il segnale di un disagio emotivo profondo.
I motivi che sottendono questo rapporto difficile con il cibo sono legati alla Sua storia. In una situazione come la descrive Lei, non è possibile dare un parere senza tutti gli approfondimenti necessari e previsti da una consultazione psicologica anche dopo aver fatto tutti gli accertamenti di natura organica. Cordiali saluti
I motivi che sottendono questo rapporto difficile con il cibo sono legati alla Sua storia. In una situazione come la descrive Lei, non è possibile dare un parere senza tutti gli approfondimenti necessari e previsti da una consultazione psicologica anche dopo aver fatto tutti gli accertamenti di natura organica. Cordiali saluti
Salve, da quello che ha scritto per lei mangiare è davvero un atto carico di stress e ansia. C'è qualcosa da sistemare nella sua vita, nei suoi desideri, e soddisfazioni personali perché spesso il problema alimentare si lega a queste tematiche più che il nutrimento in se. Sicuramente consultando un professionista, terapeuta potrà lavorare in tale senso, non attenda oltre lei è una giovane donna che merita di essere felice e poter godersi una cena con gli amici, un pasto in famiglia..quindi si faccia coraggio e approfitti anche di queste risposte per pensarci su. Cordialmente la saluto
Salve ! La situazione che lei ha descritto appare come una sintomatologia ben strutturata, complessa e che coinvolge in maniera importante anche il piano relazionale. Sicuramente un disturbo del comportamento alimentare si collega a traumi affettivi o a relazioni affettive disturbate con le figure di attaccamento ( generalmente la madre)
Per questo motivo sarebbe di fondamentale importanza per lei indagare con l'aiuto di uno Psicoterapeuta la sua storia personale per comprendere in che modo si intreccia con la sua sintomatologia .
In questo modo è possibile riuscire a risolvere il suo problema e a conquistare una vita più serena , consapevole e con meno ansia e a ristabilire un rapporto sano anche con il cibo senza caricarlo di pesi e significati
impropri.
Per questo motivo sarebbe di fondamentale importanza per lei indagare con l'aiuto di uno Psicoterapeuta la sua storia personale per comprendere in che modo si intreccia con la sua sintomatologia .
In questo modo è possibile riuscire a risolvere il suo problema e a conquistare una vita più serena , consapevole e con meno ansia e a ristabilire un rapporto sano anche con il cibo senza caricarlo di pesi e significati
impropri.
Salve, dalla sua domanda traspare tanta preoccupazione nei confronti del suo rapporto con il cibo, sembra un nemico, qualcosa di cui lei ha paura come se lo temesse, in fondo noi ci rapportiamo con il cibo, fin dalla nascita. Lei non ci da molte notizie importanti su di sè, com' è stato il rapporto con l'alimentazione da bambina? Inoltre è importante sapere che cosa è successo prima che sono iniziati i suoi sintomi. Infatti lei ci parla dei suoi disturbi alimentare, ma dietro c'è un mondo, la sua infanzia, il rapporto con la sua famiglia, con un suo probabile compagno e insoddisfazioni lavorative. Come ce lo descrive è un vero e proprio disturbo alimentare ed un rapporto sbagliato con il suo corpo. Il cibo sembra il capo espiatorio di tutti i suoi mali, ma lei lo sta strumentalizzando, sarebbe bene che lei ci scrivesse più notizie su di sè, ed inoltre le consiglio di eseguire un lavoro psicologico con una psicoterapeuta specializzata in disturbi alimentari, se vuole sapere ulteriori notizie sono a sua disposizione, sono di Roma e mi occupo da anni di disturbi alimentari legga sul mio profilo i mio sito, la saluto cordialmente dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno. Mancano alcune informazioni base per venire a capo della cosa: storia del sintomo ( prima comparsa, frequenza, fattori di mantenimento o rinforzo ecc). In sede di colloquio sarebbe utile capire da dove é nata questa paura, e procedere ad una riprogrammazione per dissociare la paura ed il cibo. Sperando di essere stato utile.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Buongiorno. La sintomatologia che lei riporta dovrebbe essere indagata accuratamente, per arrivare alle motivazioni che ne hanno potuto causare l'insorgenza. Non esiste un'unica spiegazione per la genesi delle sue difficoltà. Quello che è certo è che la sua vita dj tutti i giorni é compromessa e lei sperimenta un forte malessere. Un colloquio terapeutico potrebbe essere utile per la comprensione di cosa si cela dietro alla suddetta sintomatologia e potrebbe aiutare a capire quale può essere una soluzione adatta per lei.
Buonasera Dal poco che ci racconta emergono due aspetti fondamentali che le creano disagio:uno è fatto di soffocare mentre mangia e l'altro l'imbarazzo vergogna di farlo di fronte agli altri. Due temi particolarmente evocativi se pensiamo al comportamento alimentare.
Credo che in primis sia utile rivolgersi a un medico poi fondamentale la consulenza psicologica per evitare che ciò si trasformi non disturbo del comportamento alimentare più grave
Credo che in primis sia utile rivolgersi a un medico poi fondamentale la consulenza psicologica per evitare che ciò si trasformi non disturbo del comportamento alimentare più grave
Gentile utente,
Da quello che scrive emerge una condizione di disagio e malessere, di natura presumibilmente ansiosa, che necessita di un approfondimento con un esperto. Le suggerisco, pertanto, di contattare uno psicologo-psicoterapeuta della Sua zona.
Saluti,
GF
Da quello che scrive emerge una condizione di disagio e malessere, di natura presumibilmente ansiosa, che necessita di un approfondimento con un esperto. Le suggerisco, pertanto, di contattare uno psicologo-psicoterapeuta della Sua zona.
Saluti,
GF
Buongiorno la sintomatologia che descrive compromette in modo importante la sua vita e la consapevolezza che ha è un importante risorsa da cui partire. Chieda una consulenza ad un terapeuta assieme potrete condividere quanto le sta accadendo.
MM
MM
sicuramente tale situazione va indagata a livello medico : magari può vagliare l'ipotesi di reflusso gastrico con il medico di base e gastroenterologo.
non è assolutamente da escludere da quel che dice la componente ansiosa, quindi all'indagine medica unirei una consulenza psicologica.
non è assolutamente da escludere da quel che dice la componente ansiosa, quindi all'indagine medica unirei una consulenza psicologica.
Buongiorno, ha provato a chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta?
Se no, non esiti a farlo, troverebbe le risposte alla sua domanda.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Se no, non esiti a farlo, troverebbe le risposte alla sua domanda.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Salve,
può dipendere da tante cose e sicuramente è il caso di capire più a fondo il suo rapporto con il cibo con l'aiuto di uno psicoterapeuta.
Saluti.
può dipendere da tante cose e sicuramente è il caso di capire più a fondo il suo rapporto con il cibo con l'aiuto di uno psicoterapeuta.
Saluti.
Cara ragazza, quello che mi sento di dirle è che il rapporto con il cibo è solo la punta dell'iceberg, di un bisogno di controllo che riguarda molti altri ambiti della sua vita......le consiglio di leggere questo libro: " Volevo essere una farfalla " di Michela Marzano, le auguro di trovare una parola, o una frase, che le risuonerà a tal punto da spingerla ad intraprendere un percorso di consapevolezza di sé, per imparare a vivere in modo più pieno e autentico. Buona lettura!
Gentile utente, credo sia opportuno proseguire per tappe e, indubbiamente, il primo step è l'esclusione di cause organiche che potrebbe approfondire parlandone col suo medico. Nel caso si trattasse, poi, di un disturbo del comportamento alimentare, la invito a contattare un centro specialistico per una consulenza mirata, dal momento in cui le cause alla sua base possono essere molteplici.
Ad oggi, qualsiasi sia la natura del disturbo alimentare, sono presenti molteplici risorse capaci di riportarla ad un sereno rapporto col cibo e con se stessa! Cordialità.
Ad oggi, qualsiasi sia la natura del disturbo alimentare, sono presenti molteplici risorse capaci di riportarla ad un sereno rapporto col cibo e con se stessa! Cordialità.
Ciao,
la cosa che mi sento di suggerirti è di fare senza indugio una consulenza psicologica, per capire innanzitutto come meglio fronteggiare questa difficoltà, e per pianificare un intervento che ti aiuti a sostenerla ed a superarla.
Non lasciar passare altro tempo.
la cosa che mi sento di suggerirti è di fare senza indugio una consulenza psicologica, per capire innanzitutto come meglio fronteggiare questa difficoltà, e per pianificare un intervento che ti aiuti a sostenerla ed a superarla.
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Salve, dovrebbe prendere in considerazione 'eventualità di rivolgersi ad un terapista. Con un aiuto di questo tipo, unito ad un nutrizionista, potrebbe trovare dei notevoli vantaggi.
MMM
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve, da quello che scrive, sottolinea due aspetti, uno è il timore di soffocare e il secondo è mangiare avanti ad altre persone. Non mi è chiaro se il timore di soffocare lo ha solo avanti ad altre persone oppure anche quando è da sola, questo è importante perchè se ha timore di soffocare ogni volta che mangia, sarebbe necessario fare prima accertamenti organici (ad es. da un otorino), inoltre bisogna capire da quando ha iniziato ad avere questi problemi e soprattutto bisognerebbe capire come mai prova ansia. Per rispondere a tutte queste domande, però, penso che servirebbe rivolgersi al suo medico e/o intraprendere un percorso psicoterapico per capire come affrontare la situazione. Spero di esserle stata di aiuto.
Saluti,
Saluti,
Salve, mi dispiace leggere del disagio che vive, soprattutto in merito ad una funzione fisiologica che dovrebbe essere naturale e, nella maggioranza dei casi, anche appagante. Immagino quanta sofferenza possa provare quotidianamente nel vivere questa situazione. Innanzitutto, cio che sento di esplicitare, in primis, è l'importanza di escludere una condizione medica che possa essere causa del suo problema. Per ciò può rivolgersi al suo medico di fiducia che può indirizzarla verso lo specialista competente in materia.
La domanda da lei posta non può trovare una risposta breve e semplificata su questo portale ma richiederebbe ulteriori approfondimenti. Potrebbe essere spunto proprio per l'inizio di un percorso psicologico che possa aiutarla a comprendere quali siano le radici del problema, da quando sia insorta questa forte paura di affogarsi, quando abbia fatto caso alla sua difficoltà di mangiare davanti agli altri e fuori casa, se queste variabili siano sempre esistite in lei sin da bambina. Ci sarebbe un mondo da indagare dietro la sua domanda.
Qualora le andasse di ricevere maggiori informazioni, parlarne o per chiarimenti, rimango disponibile.
Un caro saluto,
Simona Del Peschio
La domanda da lei posta non può trovare una risposta breve e semplificata su questo portale ma richiederebbe ulteriori approfondimenti. Potrebbe essere spunto proprio per l'inizio di un percorso psicologico che possa aiutarla a comprendere quali siano le radici del problema, da quando sia insorta questa forte paura di affogarsi, quando abbia fatto caso alla sua difficoltà di mangiare davanti agli altri e fuori casa, se queste variabili siano sempre esistite in lei sin da bambina. Ci sarebbe un mondo da indagare dietro la sua domanda.
Qualora le andasse di ricevere maggiori informazioni, parlarne o per chiarimenti, rimango disponibile.
Un caro saluto,
Simona Del Peschio
Per rispondere alla sua domanda sarebbe necessario un colloquio di approfondimento. Le suggerisco di rivolgersi a un professionista che possa aiutarla a capire la causa del suo disagio e individuare insieme la strada migliore per affrontare il problema.
Salve, non è possibile darle una risposta con gli elementi che ha descritto, andrebbero considerati numerosi fattori, gliene pongo alcuni: quando è insorta questa sintomatologia? È sempre presente? Ha effettuato delle visite mediche per escludere cause organiche?
Un'anomalia nel comportamento alimentare non sempre è associato al "desiderio di vedersi magre", può avere molteplici fattori
Se il malessere si protrae, le consiglio di consultare un professionista che la possa aiutare
Un'anomalia nel comportamento alimentare non sempre è associato al "desiderio di vedersi magre", può avere molteplici fattori
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Buonasera, mi dispiace per il grande disagio che sta vivendo. Sono in accordo con diversi colleghi che pongono l'accento sull'individualità e la difficoltà a dare una risposta che possa avere una valenza universale. Sicuramente quanto vive è troppo invadente per trascurare i campanelli di allarme. Il mio suggerimento, che hanno già dato altri colleghi, è quello di rivolgersi ad un professionista psicologo, in modo da iniziare a lavorare e farsi accompagnare verso la comprensione di ciò che le sta accadendo e che vive ormai da tanto tempo.
Inoltre sicuramente unitamente a questo tipo di intervento potrebbe essere molto utile farsi seguire anche da un nutrizionista. che possa aiutarla anche ad avere un bilancio adeguato di micro e macro nutrienti.
Le auguro di imboccare la strada per la risoluzione di questo suo disagio. Per ulteriori informazioni resto a completa disposizione, Dott.ssa Rossella Costagliola Lotorchisco
Inoltre sicuramente unitamente a questo tipo di intervento potrebbe essere molto utile farsi seguire anche da un nutrizionista. che possa aiutarla anche ad avere un bilancio adeguato di micro e macro nutrienti.
Le auguro di imboccare la strada per la risoluzione di questo suo disagio. Per ulteriori informazioni resto a completa disposizione, Dott.ssa Rossella Costagliola Lotorchisco
Buongiorno, spesso non è possibile spiegare un fenomeno attraverso una logica lineare, trovando una causa direttamente e immediatamente responsabile del sintomo. E' necessario approfondire il problema da diversi punti di vista, prendendo in considerazione non solo la sua storia, ma i suoi vissuti emotivi, il sistema di credenze personale e le possibili connessioni che in maniera più o meno spontanea possono essersi create tra eventi e processi anche apparentemente molto diversi tra loro. Il suggerimento è quindi quello di iniziare un percorso psicologico con un professionista, per poter lavorare sugli aspetti citati in precedenza e su molti altri necessari a trovare delle risposte. Un caro saluto, dott. Vittorio Mangiameli
Gentile utente, purtroppo non ho abbastanza elementi per aiutarla efficacemente in questa sede.
Molto spesso dietro a comportamenti possono esserci molteplici ragioni, talvolta anche non immediatamente riscontrabili.
Potrebbe essere utile rivolgersi ad un professionista per poter lavorare sulle origini dei suoi sintomi.
resto a disposizione
cordiali saluti
Dott,ssa Mara Diana
Molto spesso dietro a comportamenti possono esserci molteplici ragioni, talvolta anche non immediatamente riscontrabili.
Potrebbe essere utile rivolgersi ad un professionista per poter lavorare sulle origini dei suoi sintomi.
resto a disposizione
cordiali saluti
Dott,ssa Mara Diana
Salve, dalla sua descrizione è possibile che al cibo nel tempo abbia associati stati d'ansia e paura di soffocare, tale da far pensare a una fobia. Credo che le sarebbe molto utile parlare di queste sue paure, affinché possa capire meglio che cosa le provoca questi forti stati di ansia. Può rivolgersi a uno psicoterapeuta di zona, rimango a sua disposizione.
Mi dispiace sentire che stai vivendo una difficoltà con il cibo e che la tua relazione con il cibo sia diventata fonte di ansia e preoccupazione. È importante affrontare questa situazione per il tuo benessere fisico e mentale.
La paura di soffocare col cibo e l'ansia che provi durante i pasti potrebbero essere sintomi di un disturbo alimentare o di un'ansia legata al cibo. È importante consultare uno specialista, come uno psicologo o un nutrizionista, che possa valutare la tua situazione in modo approfondito e fornirti un supporto adeguato.
Le cause di un rapporto distorto con il cibo possono essere varie e complesse, e possono dipendere da fattori personali, esperienze passate o problemi psicologici sottostanti. Uno specialista sarà in grado di aiutarti a comprendere meglio le radici del tuo disagio e a sviluppare strategie per affrontarlo.
Nel frattempo, ci sono alcune cose che puoi fare per iniziare ad affrontare il problema. Mantieni un diario alimentare per tenere traccia di ciò che mangi e delle tue emozioni correlate al cibo. Questo può aiutare a individuare eventuali schemi o correlazioni tra le tue emozioni e il tuo comportamento alimentare.
Cerca di creare un ambiente rilassante e confortevole quando mangi, scegliendo un luogo tranquillo e piacevole per i pasti. Pratica la consapevolezza durante i pasti, prestando attenzione ai tuoi sensi, al gusto del cibo e ai segnali di sazietà del tuo corpo.
Non esitare a cercare il supporto dei tuoi cari e a coinvolgere le persone di fiducia nella tua situazione. Potrebbero offrirti sostegno emotivo e comprensione durante questo percorso di guarigione.
Ricorda che sei importante e meriti di avere una relazione sana e piacevole con il cibo. Con l'aiuto adeguato, puoi superare i tuoi timori e sviluppare un rapporto più positivo con il cibo e con te stessa.Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno. Se desiderasse condividere la sua esperienza e lasciare una recensione sul mio profilo, sarebbe molto apprezzato. Le recensioni positive mi aiutano a migliorare e a fornire supporto a più persone come lei.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
Grazie ancora per aver condiviso la sua situazione con me, e spero di sentirla presto!
La paura di soffocare col cibo e l'ansia che provi durante i pasti potrebbero essere sintomi di un disturbo alimentare o di un'ansia legata al cibo. È importante consultare uno specialista, come uno psicologo o un nutrizionista, che possa valutare la tua situazione in modo approfondito e fornirti un supporto adeguato.
Le cause di un rapporto distorto con il cibo possono essere varie e complesse, e possono dipendere da fattori personali, esperienze passate o problemi psicologici sottostanti. Uno specialista sarà in grado di aiutarti a comprendere meglio le radici del tuo disagio e a sviluppare strategie per affrontarlo.
Nel frattempo, ci sono alcune cose che puoi fare per iniziare ad affrontare il problema. Mantieni un diario alimentare per tenere traccia di ciò che mangi e delle tue emozioni correlate al cibo. Questo può aiutare a individuare eventuali schemi o correlazioni tra le tue emozioni e il tuo comportamento alimentare.
Cerca di creare un ambiente rilassante e confortevole quando mangi, scegliendo un luogo tranquillo e piacevole per i pasti. Pratica la consapevolezza durante i pasti, prestando attenzione ai tuoi sensi, al gusto del cibo e ai segnali di sazietà del tuo corpo.
Non esitare a cercare il supporto dei tuoi cari e a coinvolgere le persone di fiducia nella tua situazione. Potrebbero offrirti sostegno emotivo e comprensione durante questo percorso di guarigione.
Ricorda che sei importante e meriti di avere una relazione sana e piacevole con il cibo. Con l'aiuto adeguato, puoi superare i tuoi timori e sviluppare un rapporto più positivo con il cibo e con te stessa.Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno. Se desiderasse condividere la sua esperienza e lasciare una recensione sul mio profilo, sarebbe molto apprezzato. Le recensioni positive mi aiutano a migliorare e a fornire supporto a più persone come lei.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
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Il cibo non dovrebbe essere portatore di ansia, paura o altre connotazioni negative; spesso è proprio grazie a esso che le famiglie si riuniscono e vivono momenti di condivisione. Si dovrebbe ripercorrere il suo percorso e la sua relazione col cibo per capire come, quando e perchè ha assunto nella sua vita questa connotazione negativa. Le consiglio di rivolgersi a uno specialista prima che la situazione possa sfuggire di mano ulteriormente.
Dott.ssa Marzia
Dott.ssa Marzia
Cara utente, come hanno già anticipato altr* collegh*, la sintomatologia che riporta andrebbe indagata più a fondo per comprenderne i moti sottostanti. Le ipotesi potrebbero essere tante e credo che, oltre al beneficio di avere un quadro più chiaro della situazione squisitamente diagnostica, potrebbe essere particolarmente utile lasciarsi supportare psicologicamente per una condizione che, inevitabilmente, sta compromettendo la sua quotidianità. Se desidera, resto a disposizione. Saluti, dott.ssa Marta Enrica Giordano
Grazie per aver condiviso la sua esperienza e le sue emozioni. Gentile signora, l'alimentazione è legata in genere ad aspetti piacevoli e di convivialità, quando questo non accade può essere indice di disagi che ciascuno, in virtù della propria storia di vita, sperimenta sul piano relazionale ed emotivo, è che generano il timore di affogarsi. Potrebbe essere utile uno spazio di riflessione terapeutica per poter conoscere e comprendere da vicino queste emozioni, e provare a dare loro un senso, per scongiurare anche effetti più gravi per la sua salute dovuti alla perdita di peso. Non esiti a contattarmi per qualsiasi informazione, dott.ssa Amelia Capezio
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi rendo conto del disagio che sta provando e delle difficoltà che sta vivendo.
Un parere psicologico per essere funzionale necessita di tanti dettagli, di ascolto e di una forte fiducia da entrambe le parti. Per tale ragione le assicuro la mia disponibilità se fosse interessato a ricevere maggiori informazioni e uno spazio sicuro in cui poter parlare.
Dott.ssa Veronica Guidi
Un parere psicologico per essere funzionale necessita di tanti dettagli, di ascolto e di una forte fiducia da entrambe le parti. Per tale ragione le assicuro la mia disponibilità se fosse interessato a ricevere maggiori informazioni e uno spazio sicuro in cui poter parlare.
Dott.ssa Veronica Guidi
Nonostante le poche righe che hai utilizzato per descrivere il tuo problema, è piuttosto chiaro il disagio che stai vivendo. Mi domando se non è proprio il corpo che "parla", e attraverso di lui stai cercando di comunicare il tuo stato emotivo. Allora forse chiedere una consulenza dal vivo potrebbe aiutarti. Avere uno spazio di terapia tuo che ti tuteli e ti faccia sentire al riparo potrebbe essere, tra virgolette, come la stanza in cui ti senti al sicuro.
Capisco quanto possa essere difficile affrontare queste preoccupazioni legate al cibo. Quello che descrive sembra indicare la presenza di una fobia specifica. Questo può portare a mangiare meno e a evitare situazioni sociali legate al cibo.
Ci sono diverse possibili cause per questa fobia e il rapporto complicato con il cibo. Potrebbe essere legato a un evento traumatico passato, come un episodio di soffocamento, o potrebbe essere parte di un quadro più ampio di ansia, le ragioni possono essere molteplici. È importante considerare anche fattori psicologici e emotivi che potrebbero contribuire a queste sensazioni, rivolgersi ad un professionista aiuta a comprendere il disagio e soprattutto a dare un significato magari più profondo del sintomo.
Ci sono diverse possibili cause per questa fobia e il rapporto complicato con il cibo. Potrebbe essere legato a un evento traumatico passato, come un episodio di soffocamento, o potrebbe essere parte di un quadro più ampio di ansia, le ragioni possono essere molteplici. È importante considerare anche fattori psicologici e emotivi che potrebbero contribuire a queste sensazioni, rivolgersi ad un professionista aiuta a comprendere il disagio e soprattutto a dare un significato magari più profondo del sintomo.
Gentile utente,
Grazie per aver condiviso la sua esperienza, mi dispiace molto per ciò che sta attraversando.
Come già accennato dai colleghi, le informazioni fornite sono limitate e ritengo che, per comprendere a fondo il suo complesso rapporto con il cibo e l'impatto che sta avendo sulla sua vita quotidiana sarebbe opportuno affrontare la questione in uno spazio dedicato, rivolgendosi a un professionista.
Resto a disposizione.
Cari saluti
Dottoressa Del Bono
Grazie per aver condiviso la sua esperienza, mi dispiace molto per ciò che sta attraversando.
Come già accennato dai colleghi, le informazioni fornite sono limitate e ritengo che, per comprendere a fondo il suo complesso rapporto con il cibo e l'impatto che sta avendo sulla sua vita quotidiana sarebbe opportuno affrontare la questione in uno spazio dedicato, rivolgendosi a un professionista.
Resto a disposizione.
Cari saluti
Dottoressa Del Bono
Salve quello che lei descrive è un rapporto con il cibo carico di ansia e preoccupazione e questi sintomi sono l'espressione di un disagio emotivo. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per avere così un suo spazio, dove poter comprendere la natura di queste sue difficoltà. Cordiali Saluti, dott.ssa Francesca Gruosso.
Salve le sue paure possono nascere da una miriade di cause.
Per conoscere a fondo il tono scatenante e poterlo slatentizzare ed elaborare sarebbe importante per lei iniziare un un percorso di psicoterapia.
Sarebbe importante per ridare turgore e slancio alla sua vita.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Per conoscere a fondo il tono scatenante e poterlo slatentizzare ed elaborare sarebbe importante per lei iniziare un un percorso di psicoterapia.
Sarebbe importante per ridare turgore e slancio alla sua vita.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Grazie per aver condiviso il tuo vissuto, che appare carico di ansia e disagio in relazione all’alimentazione. Da quanto descrivi, il tuo timore di soffocare mentre mangi potrebbe rientrare in una condizione chiamata anginofobia, ossia una paura intensa del soffocamento. Questo tipo di fobia può avere radici in esperienze passate, a volte anche traumatiche, che hanno dato inizio a queste sensazioni di pericolo legate al cibo.
Ho trattato diversi casi simili con l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), un approccio terapeutico molto efficace per i disturbi legati a traumi o ansie specifiche. L’EMDR può aiutare a elaborare ricordi e sensazioni che contribuiscono a innescare la paura, riducendone l’intensità e l’impatto sulla vita quotidiana. In alcuni casi, dopo alcune sedute di EMDR, è possibile alleviare la percezione di pericolo associata al mangiare e costruire un rapporto più sereno con il cibo.
Il tuo rapporto problematico con l’alimentazione, come evitare di mangiare davanti agli altri o sentirti sopraffatta dalle quantità di cibo, potrebbe derivare non solo dal timore di soffocare, ma anche da altre fonti di ansia che è importante esplorare. Anche se non c’è una volontà di dimagrire, il risultato del poco cibo e della difficoltà a mangiare in modo regolare e bilanciato può portare a condizioni di sottopeso, come osservi tu stessa.
Per un percorso terapeutico personalizzato, potrebbe essere utile consultare uno psicologo specializzato in disturbi alimentari e fobie specifiche. Un approccio multidisciplinare, che potrebbe includere l’EMDR e altre tecniche di gestione dell’ansia, può esserti di grande supporto nel trovare sicurezza e libertà nel rapporto con il cibo.
Sono disponibile anche online. Cordialmente Dott. Tiziana Vecchiarini
Ho trattato diversi casi simili con l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), un approccio terapeutico molto efficace per i disturbi legati a traumi o ansie specifiche. L’EMDR può aiutare a elaborare ricordi e sensazioni che contribuiscono a innescare la paura, riducendone l’intensità e l’impatto sulla vita quotidiana. In alcuni casi, dopo alcune sedute di EMDR, è possibile alleviare la percezione di pericolo associata al mangiare e costruire un rapporto più sereno con il cibo.
Il tuo rapporto problematico con l’alimentazione, come evitare di mangiare davanti agli altri o sentirti sopraffatta dalle quantità di cibo, potrebbe derivare non solo dal timore di soffocare, ma anche da altre fonti di ansia che è importante esplorare. Anche se non c’è una volontà di dimagrire, il risultato del poco cibo e della difficoltà a mangiare in modo regolare e bilanciato può portare a condizioni di sottopeso, come osservi tu stessa.
Per un percorso terapeutico personalizzato, potrebbe essere utile consultare uno psicologo specializzato in disturbi alimentari e fobie specifiche. Un approccio multidisciplinare, che potrebbe includere l’EMDR e altre tecniche di gestione dell’ansia, può esserti di grande supporto nel trovare sicurezza e libertà nel rapporto con il cibo.
Sono disponibile anche online. Cordialmente Dott. Tiziana Vecchiarini
Gentile utente, grazie per aver condiviso i suoi pensieri! Ha mai pensato di iniziare un percorso di terapia per capire qualcosa in più sul suo rapporto con il cibo? E' stato da sempre così? Quando ha iniziato ad avere il terrore di affogarsi? Penso che sia necessario ricavarsi uno spazio in cui poter pensare a tutto ciò! La condizione che lei riferisce può dipendere da tanti fattori, li approfondisca con qualcuno che può aiutarla. Si prenda cura di lei, stia bene!
Per qualsiasi dubbio e/o chiarimento resto a sua completa disposizione!
Dott.ssa Daniela Ammendola
Per qualsiasi dubbio e/o chiarimento resto a sua completa disposizione!
Dott.ssa Daniela Ammendola
Buongiorno, da quanto leggo mi sento di consigliarle un percorso di psicoterapia per comprendere non solo la natura ma anche come gestire questa problematica. Il cibo è nutrimento oltre che esplorazione di sapori e da quanto leggo e la sua problematica potrebbe essere correlata al suo modo di approcciare alla vita, a ciò che la spaventa.
Salve, mi dispiace leggere ciò che sta vivendo, quello che descrive sembra un rapporto complesso e problematico con il cibo, accompagnato da una componente di ansia e difficoltà nel vivere serenamente i pasti. La paura di soffocare, il sentirsi sopraffatti dalla quantità di cibo e il disagio a mangiare in presenza di altre persone potrebbero avere radici profonde, legate a vissuti emotivi, esperienze personali o particolari dinamiche psicologiche. È importante sottolineare che ciò che sta vivendo non è raro e che esistono percorsi terapeutici che possono aiutarla a comprendere meglio le cause di queste difficoltà, a ridurre le sue ansie e a sviluppare un rapporto più equilibrato con il cibo. L'obiettivo non è solo migliorare la sua alimentazione, ma anche restituirle il piacere e la tranquillità legati al momento del pasto.
Sarebbe opportuno approfondire questi temi in un contesto di terapia, dove insieme si possano esplorare le sue emozioni, le sue esperienze e le possibili origini di questo disagio. È un passo importante per prendersi cura di sé e del proprio benessere, un caro saluto!
concordo con i colleghi
Il cibo può essere una consolazione e allo stesso tempo una punizione. Il rapporto che si sviluppa negli anni nei confronti dell'alimentazione è condizionato dai molteplici fattori percui è impossibile darle una risposta senza conoscere la sua storia. Le consiglio vivamente di prendere i considerazione un percorso terapeutico per capire meglio le dinamiche che stanno alla base delle sue difficoltà.
Salve,
Quello che descrive potrebbe essere riconducibile a un insieme di fattori psicologici che influenzano sul suo rapporto con il cibo. La paura di soffocare durante i pasti, la difficoltà nel mangiare davanti agli altri e il sentirsi sopraffatta anche da piccole quantità di cibo sono segnali che potrebbero indicare una forma di ansia legata all'alimentazione.
Questa situazione potrebbe derivare da diverse cause, come esperienze pregresse traumatiche, ansia generalizzata o sociale, oppure può essere legata a una percezione di controllo e sicurezza che si manifesta attraverso il cibo. Il fatto che non vi sia un desiderio di perdere peso, ma al contempo una difficoltà nell'aumentarlo, suggerisce che il problema potrebbe non essere legato a disturbi alimentari tipici come anoressia o bulimia, ma piuttosto a un'altra forma di disagio che si esprime in questo modo.
Le emozioni ei pensieri che accompagnano i pasti, l'ansia nel contesto sociale e la paura di soffocare sono aspetti che possono essere esplorati e affrontati con il supporto di uno specialista. Rivolgersi a uno psicoterapeuta può aiutarla a comprendere meglio l'origine di queste difficoltà e lavorare su strategie per ridurre l'ansia, migliorare il rapporto con il cibo e aumentare il benessere generale.
Sarebbe utile e consigliato approfondire questo tema con uno specialista per individuare insieme il percorso più adatto alle sue esigenze.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Quello che descrive potrebbe essere riconducibile a un insieme di fattori psicologici che influenzano sul suo rapporto con il cibo. La paura di soffocare durante i pasti, la difficoltà nel mangiare davanti agli altri e il sentirsi sopraffatta anche da piccole quantità di cibo sono segnali che potrebbero indicare una forma di ansia legata all'alimentazione.
Questa situazione potrebbe derivare da diverse cause, come esperienze pregresse traumatiche, ansia generalizzata o sociale, oppure può essere legata a una percezione di controllo e sicurezza che si manifesta attraverso il cibo. Il fatto che non vi sia un desiderio di perdere peso, ma al contempo una difficoltà nell'aumentarlo, suggerisce che il problema potrebbe non essere legato a disturbi alimentari tipici come anoressia o bulimia, ma piuttosto a un'altra forma di disagio che si esprime in questo modo.
Le emozioni ei pensieri che accompagnano i pasti, l'ansia nel contesto sociale e la paura di soffocare sono aspetti che possono essere esplorati e affrontati con il supporto di uno specialista. Rivolgersi a uno psicoterapeuta può aiutarla a comprendere meglio l'origine di queste difficoltà e lavorare su strategie per ridurre l'ansia, migliorare il rapporto con il cibo e aumentare il benessere generale.
Sarebbe utile e consigliato approfondire questo tema con uno specialista per individuare insieme il percorso più adatto alle sue esigenze.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentile Utente,
Lei ci ha descritto il suo sintomo legato al cibo e, ben due volte, si è posta delle domande: "perché?" e "da cosa può dipendere?". Sono le domande giuste se rivolte, in primis, a Lei. Il sintomo che La preoccupa adesso è già, in qualche modo, iscritto nella sua storia, e la risoluzione del problema può accadere, con molta probabilità, solo nel lavoro psicoterapico individuale.
Cordialmente,
d.ssa Petrishcheva
Lei ci ha descritto il suo sintomo legato al cibo e, ben due volte, si è posta delle domande: "perché?" e "da cosa può dipendere?". Sono le domande giuste se rivolte, in primis, a Lei. Il sintomo che La preoccupa adesso è già, in qualche modo, iscritto nella sua storia, e la risoluzione del problema può accadere, con molta probabilità, solo nel lavoro psicoterapico individuale.
Cordialmente,
d.ssa Petrishcheva
Cara ragazza, descrivi una possibile anginofobia, ovvero la paura di soffocare con il cibo, associata a inappetenza e difficoltà a mangiare in pubblico. Questa condizione può portare a un’alimentazione restrittiva e sottopeso. Le cause possono essere diverse: esperienze traumatiche legate al cibo, ansia generalizzata o disturbi alimentari. È fondamentale consultare uno psicologo per una valutazione approfondita. Un percorso terapeutico può aiutarti a superare la paura di soffocare, migliorare il tuo rapporto con il cibo e recuperare un peso salutare. Non esitare a chiedere aiuto, è un passo importante per il tuo benessere.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Quello che descrivi sembra coinvolgere diverse componenti emotive e comportamentali che possono influire sul tuo rapporto con il cibo. La paura di soffocare legata ad una reazione fisiologica di ansia che può portare a comportamenti di evitamento, come mangiare molto lentamente o scegliere cibi considerati "sicuri". Questo potrebbe essere legata a un'esperienza traumatica o a un'iperfocalizzazione su sensazioni corporee durante il pasto.
Evitare di mangiare in situaizoni sociali può essere collegato a una forma di ansia in cui si teme di essere osservata, giudicata e dalle mancata gestione la situazione.
Essere sottopeso e non riuscire a prendere peso, nonostante il desiderio di farlo, potrebbe derivare dall'apporto calorico che potrebbe non essere sufficiente, dallo stress e dall’ansia legati al cibo che potrebbero influenzare il tuo metabolismo.
Evitare di mangiare in situaizoni sociali può essere collegato a una forma di ansia in cui si teme di essere osservata, giudicata e dalle mancata gestione la situazione.
Essere sottopeso e non riuscire a prendere peso, nonostante il desiderio di farlo, potrebbe derivare dall'apporto calorico che potrebbe non essere sufficiente, dallo stress e dall’ansia legati al cibo che potrebbero influenzare il tuo metabolismo.
Buona sera.
Non deve essere assolutamente bello sentirsi così e provare questa repulsione per il cibo vissuto come pericoloso e soffocante, nello specifico: a quanto tempo vive questa situazione? Prendersi cura del problema ed occuparsi del suo rapporto con il cibo potrebbe essere necessario e utile per comprenderne la causa e riprendere o incominciare a vivere il rapporto con il cibo e, quindi, la condivisione e lo stare con gli altri, in modo positivo, sano ed felice...non solo a tavola!
Saluti,
Dott.ssa Ilaria Santonicola
Non deve essere assolutamente bello sentirsi così e provare questa repulsione per il cibo vissuto come pericoloso e soffocante, nello specifico: a quanto tempo vive questa situazione? Prendersi cura del problema ed occuparsi del suo rapporto con il cibo potrebbe essere necessario e utile per comprenderne la causa e riprendere o incominciare a vivere il rapporto con il cibo e, quindi, la condivisione e lo stare con gli altri, in modo positivo, sano ed felice...non solo a tavola!
Saluti,
Dott.ssa Ilaria Santonicola
Salve. Il rapporto con il cibo parla molto di noi e delle nostre difficoltà. Mangiare, oltre ad essere uno dei bisogni primari fondamentali dell'uomo, è anche un momento di convivialità, scambio, relazione. Iniziare un percorso di supporto e sostegno psicologico, o una psicoterapia, può aiutarla ad analizzare il suo rapporto con il cibo e la correlazione presente rispetto alla paura e al terrore. Si dia la possibilità di sperimentare tutto ciò. Magari scopre parti di sè stessa, oltre a delle strategie funzionali per poter affrontare questo ed altre difficoltà. Inizi da lei, dall'ascoltarsi e capire ciò che sente e ciò che prova, magari aiutata da un professionista. Un saluto.
Salve.
Per capire da cosa può dipendere è necessario capirne meglio le origini e gli sviluppi di questo sintomo. Generalmente il rifiuto al cibo è legato alle sensazioni corporee che il soggetto rifiuta e che si trasmutano appunto nel rifiuto del cibo.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista del settore che le dia gli strumenti adatti per acquistare Consapevolezza di sé e poter così meglio gestirsi nella sua condizione. Vedrà che alla fine della terapia vivrà più serenamente.
Saluti
Dott.ssa CANTONE STEFANIA
Per capire da cosa può dipendere è necessario capirne meglio le origini e gli sviluppi di questo sintomo. Generalmente il rifiuto al cibo è legato alle sensazioni corporee che il soggetto rifiuta e che si trasmutano appunto nel rifiuto del cibo.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista del settore che le dia gli strumenti adatti per acquistare Consapevolezza di sé e poter così meglio gestirsi nella sua condizione. Vedrà che alla fine della terapia vivrà più serenamente.
Saluti
Dott.ssa CANTONE STEFANIA
Buonasera.
Purtroppo non è possibile determinare la causa soltanto basandosi su questi elementi. E' importante comprendere che lei ha, in qualche momento e per qualche motivo, instaurato un'associazione disfunzionale tra il cibo e ciò che pensa del cibo. Mangiare in pubblico le causa ansia, forse piuttosto l'ansia è conseguente a quello che pensa mentre lo fa.
Cordialmente
Purtroppo non è possibile determinare la causa soltanto basandosi su questi elementi. E' importante comprendere che lei ha, in qualche momento e per qualche motivo, instaurato un'associazione disfunzionale tra il cibo e ciò che pensa del cibo. Mangiare in pubblico le causa ansia, forse piuttosto l'ansia è conseguente a quello che pensa mentre lo fa.
Cordialmente
Parli di un rapporto difficile con il cibo, fatto di paura, restrizioni, isolamento. Non si tratta semplicemente di “mangiare poco”, ma di una vera lotta quotidiana: con i piatti che ti sembrano troppo pieni, con la paura di soffocare, con l’ansia che si intensifica se ci sono altre persone presenti.
E, come scrivi tu, la cosa più importante da sottolineare è che non stai cercando di dimagrire. Non ti vedi grassa. Eppure, mangiare resta un’esperienza carica di tensione.
In casi come il tuo, spesso ci troviamo davanti a un disagio profondo che si manifesta attraverso il corpo e il cibo, ma che affonda le radici altrove: nell’ansia, nel bisogno di controllo, nella paura del giudizio, o in esperienze passate che hanno reso il momento del pasto qualcosa di difficile da vivere.
La paura di soffocare, ad esempio, può essere una forma di somatizzazione dell’ansia. In altre parole, una tensione emotiva che si esprime attraverso il corpo, trasformandosi in un blocco vero e proprio. E quando si aggiungono altre emozioni – come vergogna, senso di inadeguatezza, bisogno di proteggersi – può diventare ancora più difficile nutrirsi con serenità.
Ciò che vivi non è una semplice “fissazione”: è un dolore reale. E il fatto che tu lo riconosca e chieda da dove possa venire è già un passo prezioso.
Il mio consiglio è quello di iniziare un percorso psicoterapeutico, meglio se con un professionista esperto in disturbi del comportamento alimentare. Insieme potrete esplorare non solo il tuo rapporto con il cibo, ma anche quello con il tuo corpo, con gli altri, con le emozioni che forse da tempo cerchi di contenere da sola.
Nessuno dovrebbe affrontare tutto questo in solitudine.
Puoi tornare a vivere il cibo non come un nemico, ma come parte della tua libertà e del tuo benessere.
La strada c’è, ed è possibile percorrerla, un passo alla volta.
E, come scrivi tu, la cosa più importante da sottolineare è che non stai cercando di dimagrire. Non ti vedi grassa. Eppure, mangiare resta un’esperienza carica di tensione.
In casi come il tuo, spesso ci troviamo davanti a un disagio profondo che si manifesta attraverso il corpo e il cibo, ma che affonda le radici altrove: nell’ansia, nel bisogno di controllo, nella paura del giudizio, o in esperienze passate che hanno reso il momento del pasto qualcosa di difficile da vivere.
La paura di soffocare, ad esempio, può essere una forma di somatizzazione dell’ansia. In altre parole, una tensione emotiva che si esprime attraverso il corpo, trasformandosi in un blocco vero e proprio. E quando si aggiungono altre emozioni – come vergogna, senso di inadeguatezza, bisogno di proteggersi – può diventare ancora più difficile nutrirsi con serenità.
Ciò che vivi non è una semplice “fissazione”: è un dolore reale. E il fatto che tu lo riconosca e chieda da dove possa venire è già un passo prezioso.
Il mio consiglio è quello di iniziare un percorso psicoterapeutico, meglio se con un professionista esperto in disturbi del comportamento alimentare. Insieme potrete esplorare non solo il tuo rapporto con il cibo, ma anche quello con il tuo corpo, con gli altri, con le emozioni che forse da tempo cerchi di contenere da sola.
Nessuno dovrebbe affrontare tutto questo in solitudine.
Puoi tornare a vivere il cibo non come un nemico, ma come parte della tua libertà e del tuo benessere.
La strada c’è, ed è possibile percorrerla, un passo alla volta.
La paura di soffocare mentre si mangia può avere origini psicologiche profonde e spesso si sviluppa in seguito a esperienze vissute come minacciose, anche se non sempre ricordate in modo consapevole. A livello neurofisiologico, quando un evento è percepito come pericoloso (come ad esempio un episodio di soffocamento, o semplicemente il vedere qualcuno in ansia durante i pasti )può attivare il sistema di allerta dell'organismo, in particolare l'amigdala, una struttura cerebrale coinvolta nella risposta alla paura. Il corpo entra in stato di iper-vigilanza, e ciò può provocare una reazione ansiosa che coinvolge anche il sistema gastrointestinale e respiratorio: tensione muscolare nella gola, difficoltà a deglutire (disfagia funzionale), sensazione di chiusura o “nodo alla gola”.
Ti invito a chiederti: mi è mai successo da bambina di avere la sensazione che il cibo "andasse di traverso"? Oppure ricordi se qualcuno, in casa o a scuola, mostrava un’eccessiva ansia o controllo durante i pasti?
Ti invito a chiederti: mi è mai successo da bambina di avere la sensazione che il cibo "andasse di traverso"? Oppure ricordi se qualcuno, in casa o a scuola, mostrava un’eccessiva ansia o controllo durante i pasti?
Una consulenza psicologica può aiutare a capire le cause di questo rapporto col cibo ed anche a capire in che modo si può intervenire.
:)
:)
Cara
ti ringrazio per aver condiviso con sincerità la tua esperienza con il cibo e le difficoltà che stai vivendo. Quello che racconti – la paura di soffocare, l’ansia che si manifesta soprattutto in presenza degli altri, la difficoltà a mangiare e a sentire una serenità intorno al cibo – è un segnale importante di un disagio che coinvolge non solo l’aspetto alimentare, ma anche il modo in cui ti relazioni con te stessa e con le persone che ti circondano.
L’approccio sistemico-relazionale guarda alla persona non solo come individuo, ma come parte di un sistema di relazioni, emozioni e significati che si influenzano reciprocamente. Spesso il rapporto con il cibo si intreccia con aspetti emotivi, familiari e sociali, e il corpo diventa un luogo dove si esprimono paure, ansie e bisogni profondi.
Per questo, ti invito a ritagliarti uno spazio tutto tuo, presso il mio studio, dove potremo lavorare insieme per esplorare queste sensazioni, comprendere da dove nascono e come accompagnarle. Un percorso terapeutico può aiutarti a costruire un rapporto più sereno con il cibo e con te stessa, sostenendoti nel ritrovare equilibrio e benessere.
Se desideri, possiamo organizzare un primo incontro conoscitivo per valutare insieme il percorso più adatto a te, in un clima di ascolto e rispetto.
Un abbraccio
Roberta Ravolo
psicologa psicoterapeuta sistemico relazionale ad orientamento comunitario
ti ringrazio per aver condiviso con sincerità la tua esperienza con il cibo e le difficoltà che stai vivendo. Quello che racconti – la paura di soffocare, l’ansia che si manifesta soprattutto in presenza degli altri, la difficoltà a mangiare e a sentire una serenità intorno al cibo – è un segnale importante di un disagio che coinvolge non solo l’aspetto alimentare, ma anche il modo in cui ti relazioni con te stessa e con le persone che ti circondano.
L’approccio sistemico-relazionale guarda alla persona non solo come individuo, ma come parte di un sistema di relazioni, emozioni e significati che si influenzano reciprocamente. Spesso il rapporto con il cibo si intreccia con aspetti emotivi, familiari e sociali, e il corpo diventa un luogo dove si esprimono paure, ansie e bisogni profondi.
Per questo, ti invito a ritagliarti uno spazio tutto tuo, presso il mio studio, dove potremo lavorare insieme per esplorare queste sensazioni, comprendere da dove nascono e come accompagnarle. Un percorso terapeutico può aiutarti a costruire un rapporto più sereno con il cibo e con te stessa, sostenendoti nel ritrovare equilibrio e benessere.
Se desideri, possiamo organizzare un primo incontro conoscitivo per valutare insieme il percorso più adatto a te, in un clima di ascolto e rispetto.
Un abbraccio
Roberta Ravolo
psicologa psicoterapeuta sistemico relazionale ad orientamento comunitario
Buonasera, sono la dott.ssa Fusco, psicologa clinica.
Mi sembra evidente che il momento del pasto per lei veicoli uno stato d'ansia notevole che non le permette di alimentarsi naturalmente, portandola ad associare al cibo stati d'animo legati alla paura e al pericolo (soffocamento).
E' comprensibile che lei non stia a suo agio nel mangiare davanti agli altri, in quanto deve considerare che lei vive il suo rapporto col cibo come se quest'ultimo fosse un nemico da cui difendersi che le porta un notevole stato di agitazione, piuttosto che lo strumento per soddisfare un suo bisogno, cioè alimentarsi.
Si potrebbe procedere con un lavoro esplorativo sulla dinamica per poi cercare di ristrutturare i suoi pensieri disfunzionali riguardo il cibo, in modo tale da normalizzare, con i suoi tempi, il suo rapporto con i pasti quotidiani.
Sono a disposizione, saluti
Dott.ssa Linda Fusco
Mi sembra evidente che il momento del pasto per lei veicoli uno stato d'ansia notevole che non le permette di alimentarsi naturalmente, portandola ad associare al cibo stati d'animo legati alla paura e al pericolo (soffocamento).
E' comprensibile che lei non stia a suo agio nel mangiare davanti agli altri, in quanto deve considerare che lei vive il suo rapporto col cibo come se quest'ultimo fosse un nemico da cui difendersi che le porta un notevole stato di agitazione, piuttosto che lo strumento per soddisfare un suo bisogno, cioè alimentarsi.
Si potrebbe procedere con un lavoro esplorativo sulla dinamica per poi cercare di ristrutturare i suoi pensieri disfunzionali riguardo il cibo, in modo tale da normalizzare, con i suoi tempi, il suo rapporto con i pasti quotidiani.
Sono a disposizione, saluti
Dott.ssa Linda Fusco
Buongiorno,
Dalle sue parole intuisco un rapporto alterato con l’alimentazione.
Mi colpisce il concetto di vedere “i piatti enormi”, come se ci fosse una dispercezione rispetto alle quantità così come il fatto che il rapporto con il cibo comprometta il funzionamento sociale (mangiare con gli altri, mangiare fuori casa ecc).
Il rapporto alterato con l’alimentazione ci racconta qualcosa rispetto alla sfera emotiva: leggo infatti di stati di paura e di ansia. Potenzialmente può accadere che la regolazione di queste emozioni passi attraverso l’alterazione del comportamento alimentare.
Nel dettaglio, la paura di soffocare durante i pasti può insorgere per varie motivazioni, tra cui episodi traumatici legati al cibo o manifestazioni di un’ansia più ampia che, quando si amplifica, può condizionare il comportamento alimentare, sia in solitudine (quando mangia in camera da sola) sia in compagnia (quando fa fatica a mangiare davanti agli altri o nel non mangiare mai fuori casa).
Il fatto che lei, per come scrive qui, voglia comunque riacquisire del peso, non desideri dimagrire e non abbia una percezione distorta del suo corpo è un elemento importante, che permette di distinguere la sua situazione da certi quadri classici dei disturbi alimentari come l’anoressia nervosa.
Potrebbe comunque essere importante una valutazione per comprendere che non si tratti di altri quadri come la condizione derivante dal disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID): la restrizione alimentare può essere indotta non dal desiderio di perdere peso, ma da fattori come la paura di soffocare, il disgusto per alcuni cibi, o la sensazione di ansia intensa durante i pasti.
Attenzionerei dunque questi aspetti: una possibile ansia generalizzata? Ha vissuto qualche trauma specifico legato al cibo? Per quale motivo è così impegnativo per me condivididere il pasto fuori con altre persone? Quali sono i motivi che mi portano alla restrizione?
Consapevole di non poter essere esaustiva in questa risposta, mi auguro in ogni caso di averle fornito spunti utili per orientarsi rispetto alla difficoltà e valutare al meglio il percorso più adatto a lei.
Un caro saluto,
Dottssa Laura Montanari
Dalle sue parole intuisco un rapporto alterato con l’alimentazione.
Mi colpisce il concetto di vedere “i piatti enormi”, come se ci fosse una dispercezione rispetto alle quantità così come il fatto che il rapporto con il cibo comprometta il funzionamento sociale (mangiare con gli altri, mangiare fuori casa ecc).
Il rapporto alterato con l’alimentazione ci racconta qualcosa rispetto alla sfera emotiva: leggo infatti di stati di paura e di ansia. Potenzialmente può accadere che la regolazione di queste emozioni passi attraverso l’alterazione del comportamento alimentare.
Nel dettaglio, la paura di soffocare durante i pasti può insorgere per varie motivazioni, tra cui episodi traumatici legati al cibo o manifestazioni di un’ansia più ampia che, quando si amplifica, può condizionare il comportamento alimentare, sia in solitudine (quando mangia in camera da sola) sia in compagnia (quando fa fatica a mangiare davanti agli altri o nel non mangiare mai fuori casa).
Il fatto che lei, per come scrive qui, voglia comunque riacquisire del peso, non desideri dimagrire e non abbia una percezione distorta del suo corpo è un elemento importante, che permette di distinguere la sua situazione da certi quadri classici dei disturbi alimentari come l’anoressia nervosa.
Potrebbe comunque essere importante una valutazione per comprendere che non si tratti di altri quadri come la condizione derivante dal disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID): la restrizione alimentare può essere indotta non dal desiderio di perdere peso, ma da fattori come la paura di soffocare, il disgusto per alcuni cibi, o la sensazione di ansia intensa durante i pasti.
Attenzionerei dunque questi aspetti: una possibile ansia generalizzata? Ha vissuto qualche trauma specifico legato al cibo? Per quale motivo è così impegnativo per me condivididere il pasto fuori con altre persone? Quali sono i motivi che mi portano alla restrizione?
Consapevole di non poter essere esaustiva in questa risposta, mi auguro in ogni caso di averle fornito spunti utili per orientarsi rispetto alla difficoltà e valutare al meglio il percorso più adatto a lei.
Un caro saluto,
Dottssa Laura Montanari
Ciao, grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. La paura di soffocare e il rapporto difficile con il cibo possono essere davvero faticosi e isolanti, soprattutto quando influenzano la tua vita quotidiana e il benessere.
Questi sintomi possono dipendere da ansia legata al controllo e alla sicurezza, e spesso si rinforzano da soli. Non sei sola e questo non è un problema da affrontare senza aiuto.
Ti consiglio di rivolgerti a un terapeuta specializzato in disturbi alimentari o ansia: insieme potrete lavorare su questi vissuti, costruire nuove strategie e migliorare il tuo rapporto con il cibo e con te stessa. Chiedere aiuto è il primo passo verso il cambiamento.
Questi sintomi possono dipendere da ansia legata al controllo e alla sicurezza, e spesso si rinforzano da soli. Non sei sola e questo non è un problema da affrontare senza aiuto.
Ti consiglio di rivolgerti a un terapeuta specializzato in disturbi alimentari o ansia: insieme potrete lavorare su questi vissuti, costruire nuove strategie e migliorare il tuo rapporto con il cibo e con te stessa. Chiedere aiuto è il primo passo verso il cambiamento.
Salve, mi dispiace molto per il disagio che sta provando. Queste difficoltà potrebbero dipendere da un'interazione di molteplici fattori che dovrebbero essere indagati appositamente attraverso colloquio e una parte testistica. A tal proposito, le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia a orientamento cognitivo-comportamentale che potrebbe aiutarla in modo significativo a comprendere le cause di questo disagio al fine di poter migliorare il suo rapporto col cibo.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Giovanna Eremitaggio
In bocca al lupo!
Dott.ssa Giovanna Eremitaggio
Buongiorno,
capisco quanto possa essere difficile convivere con questa paura. Quando il momento del pasto diventa fonte di ansia e si tende a evitare di mangiare, spesso non è una questione di volontà o di peso, ma di un’ansia che si è legata al cibo e alla sensazione di sicurezza.
Un supporto psicologico può aiutarla a comprendere meglio questa paura e a ritrovare un rapporto più sereno con il mangiare.
Un saluto. Dott.ssa Elena Fortuna
capisco quanto possa essere difficile convivere con questa paura. Quando il momento del pasto diventa fonte di ansia e si tende a evitare di mangiare, spesso non è una questione di volontà o di peso, ma di un’ansia che si è legata al cibo e alla sensazione di sicurezza.
Un supporto psicologico può aiutarla a comprendere meglio questa paura e a ritrovare un rapporto più sereno con il mangiare.
Un saluto. Dott.ssa Elena Fortuna
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista della salute mentale specializzato nei Disturbi della Condotta Alimentare. Dott.ssa Alessia Eris Cimmino
Buongiorno,
il quadro che descrive, paura di soffocare, ansia legata al cibo, difficoltà a mangiare in presenza di altri e sottopeso, indica che il rapporto con il cibo è fortemente condizionato dall’ansia. Non si tratta necessariamente di voler dimagrire, ma di un timore intenso legato all’atto stesso di mangiare, che può rendere ogni pasto un’esperienza stressante.
Questi comportamenti possono avere diverse origini: esperienze passate legate al cibo, ansia generalizzata o forme di fobia alimentare. È importante sapere che queste difficoltà si possono trattare con successo con l’aiuto di uno psicologo, per ridurre la paura e ripristinare un rapporto sereno con il cibo.
Nel frattempo, non si giudichi in modo severo, cercare di mangiare in sicurezza e annotare i momenti di difficoltà può essere utile per iniziare a comprendere meglio le proprie reazioni.
È consigliabile rivolgersi presto a un professionista della salute, soprattutto per monitorare il peso e la salute generale, e costruire un percorso personalizzato di sostegno e recupero del benessere alimentare. Un caro saluto
il quadro che descrive, paura di soffocare, ansia legata al cibo, difficoltà a mangiare in presenza di altri e sottopeso, indica che il rapporto con il cibo è fortemente condizionato dall’ansia. Non si tratta necessariamente di voler dimagrire, ma di un timore intenso legato all’atto stesso di mangiare, che può rendere ogni pasto un’esperienza stressante.
Questi comportamenti possono avere diverse origini: esperienze passate legate al cibo, ansia generalizzata o forme di fobia alimentare. È importante sapere che queste difficoltà si possono trattare con successo con l’aiuto di uno psicologo, per ridurre la paura e ripristinare un rapporto sereno con il cibo.
Nel frattempo, non si giudichi in modo severo, cercare di mangiare in sicurezza e annotare i momenti di difficoltà può essere utile per iniziare a comprendere meglio le proprie reazioni.
È consigliabile rivolgersi presto a un professionista della salute, soprattutto per monitorare il peso e la salute generale, e costruire un percorso personalizzato di sostegno e recupero del benessere alimentare. Un caro saluto
Salve. L'ansia è insidiosa perché è nella natura della cosa il non riuscire più a ragionare, prestare attenzione, ricordare, provare emozioni come quando non la si ha, e tutto è sostituito col sentimento di generico pericolo/irrequietezza; per chiarire il suo quadro va compresa la ragione sottostante/primordiale per cui ha sviluppato queste reazioni, dovrà consultare uno psicologo ed eventualmente iniziare un percorso psicologico, la aiuterà a conoscere le ragioni di quanto accade e risolvere il problema
Buonasera, la sua ansia sta cercando di inviarle un messaggio e ha scelto il cibo come veicolo. Spesso i sintomi che riporta si associano a tematiche complesse come il controllo e la difficoltà ad accettare e lasciare andare cose aldilà del proprio controllo. Ritengo che possa essere opportuno iniziare un percorso di terapia in cui poter lavorare su temi profondi che spesso si associano ai sintomi che riporta.
Rimango a sua disposizione.
Dott.ssa Giulia Diener
Rimango a sua disposizione.
Dott.ssa Giulia Diener
Quello che descrivi non riguarda semplicemente “poco appetito”, ma un insieme di vissuti che coinvolgono ansia, paura di soffocare e un rapporto con il cibo che per te è fonte di forte tensione, soprattutto in presenza di altre persone. Il fatto che tu sia sottopeso non nasce da un desiderio di dimagrire o da un’alterazione dell’immagine corporea, ma da un insieme di paure e sensazioni che rendono il momento del pasto particolarmente difficile.
La paura di soffocare può comparire dopo un episodio reale, anche piccolo, o può essere legata a un periodo di forte stress o ansia generalizzata: il corpo reagisce irrigidendosi e il cibo viene percepito come una minaccia. Mangiare davanti agli altri può aumentare ulteriormente l’ansia perché ci si sente osservati o giudicati, oppure perché si teme di non riuscire a controllare la situazione. Per questo i piatti possono sembrarti “enormi” anche quando la quantità è minima: non è una questione di volontà, ma una reazione emotiva e fisiologica molto forte.
Queste difficoltà possono avere origini diverse: un episodio che ti ha spaventata, un periodo di ansia prolungata, un’esperienza stressante non elaborata, o anche un pattern che si è consolidato nel tempo senza che tu te ne accorgessi. Non c’è nulla di “sbagliato” in te: il tuo corpo sta semplicemente rispondendo alla paura cercando di evitarti un malessere.
È importante non affrontare tutto da sola: un percorso psicologico può aiutarti a comprendere da dove nasce questa paura, lavorare sull’ansia associata al cibo e ritrovare un rapporto più sereno con l’alimentazione, passo dopo passo. Con il giusto supporto, si può tornare a mangiare con meno tensione e a sentirsi più padroni delle proprie sensazioni.
EV
La paura di soffocare può comparire dopo un episodio reale, anche piccolo, o può essere legata a un periodo di forte stress o ansia generalizzata: il corpo reagisce irrigidendosi e il cibo viene percepito come una minaccia. Mangiare davanti agli altri può aumentare ulteriormente l’ansia perché ci si sente osservati o giudicati, oppure perché si teme di non riuscire a controllare la situazione. Per questo i piatti possono sembrarti “enormi” anche quando la quantità è minima: non è una questione di volontà, ma una reazione emotiva e fisiologica molto forte.
Queste difficoltà possono avere origini diverse: un episodio che ti ha spaventata, un periodo di ansia prolungata, un’esperienza stressante non elaborata, o anche un pattern che si è consolidato nel tempo senza che tu te ne accorgessi. Non c’è nulla di “sbagliato” in te: il tuo corpo sta semplicemente rispondendo alla paura cercando di evitarti un malessere.
È importante non affrontare tutto da sola: un percorso psicologico può aiutarti a comprendere da dove nasce questa paura, lavorare sull’ansia associata al cibo e ritrovare un rapporto più sereno con l’alimentazione, passo dopo passo. Con il giusto supporto, si può tornare a mangiare con meno tensione e a sentirsi più padroni delle proprie sensazioni.
EV
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- Buongiorno, È un periodo in cui non mi sento felice, non riesco a godermi le piccole cose, tutto mi è abbastanza indifferente, mi sembra di non riuscire a provare emozioni positive, inoltre sto cercando un secondo figlio ma non arriva. Ho paura che diventi un pensiero fisso che mi tormenti. Volevo…
- Buongiorno ho 28 anni con una bimba di 11 mesi io e il papà non siamo spostati ci siamo separati quando la bimba aveva 5 mesi e tornati insieme quando la bimba aveva 10. Ad oggi siamo di nuovo separati. Il nostro problema è che non andiamo d accordo io per mancanza di fiducia lui perché vivendo in due…
- buongiorno e da un po’ di mi sento tanto insicura tanto da fare le cose 2/3 volte, nella mia mente so magari che ho messo un ingrediente nella cena, ma poi mi assalgono pensieri e alla fine butto tutto per rifare d’ accapo, sono sempre stata una persona insicura ma ora diciamo mi sta portando nervosismo…
- Buongiorno, ho una figlia di 25 anni che ieri sera ha avuto un attacco di panico che sono riuscita con calma a farle passare. Mi ha confessato poi che ultimamente si sente triste e il fatto che non abbia ancora avuto un fidanzato o un minimo di interesse da parte dei ragazzi la fa sentire triste e insicura.…
- Salve. Sono una ragazza di 26 anni. Ultimamente sto soffrendo di abbandono, mi sento sempre sola, ho sbalzi d'umore continui e non riesco a gestire la mia vita. Ho dei problemi in famiglia, che probabilmente incidono molto sulla mia persona. Non riesco più ad uscire, ho paura del confronto con gli…
- Com’è possibile di aver fatto un sogno limpido di un ricordo che ho vissuto tanti anni fà? Ma che in realtà questo ricordo non l’ho mai vissuto in questa vita?
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