, Napoli
Il mio studio è aperto tutto il mese di agosto, in modo continuo e costante come per il resto dell'anno, per fornire supporto continuo.
Leggi di più22/07/2024
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108 recensioni
Una professionista straordinaria, con una sensibilità rara e una grande umanità. Felice di averla incontrata e scelta per il mio percorso.
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Grazie di cuore per le sue parole Francesca, sono davvero preziose per me.
empatica e molto preparata. Eccellente Professionista
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Grazie di cuore per le sue parole.
La fiducia che mi ha accordato è preziosa e sono felice che stia trovando beneficio nel nostro percorso.
A presto
Dott.ssa Vecchiarini
È quasi un anno ormai che conosco la Dottoressa Tiziana Vecchiarini. Mi sono fidata di lei fin dal primo ingresso in studio e si è dimostrata un’ottima professionista nel farmi comprendere diversi lati del mio carattere (che stiamo ancora osservando), il tutto accompagnato dall’EMDR che mi ha subito aiutata ed è stato un approccio ad alto impatto che mi ha fatto subito lavorare sulle mie esperienze passate. Ottima ed attenta professionista.
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Grazie di cuore Silvia
Le sono davvero grata per le belle parole e per la fiducia che mi ha accordato fin dal primo incontro. È un piacere accompagnarla in questo percorso di conoscenza di se stessa e vedere come il lavoro insieme, anche con l’EMDR, stia portando nuovi strumenti e consapevolezze. Il suo impegno è fondamentale e fa la differenza.
Un caro saluto
Tiziana Vecchiarini
Mi sono trovato davvero molto bene con la dottoressa. È una persona accogliente, empatica e sempre attenta a quello che dico. Mi ha aiutato a vedere le cose da un altro punto di vista e a ritrovare un po’ di serenità. La consiglio a chiunque stia cercando un supporto vero e sincero.
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Caro Nicola,
La ringrazio di cuore per le sue parole. Sono felice che il percorso intrapreso insieme l’abbia aiutata a trovare nuove prospettive e maggiore serenità. La sua fiducia è preziosa e il suo feedback è per me motivo di grande soddisfazione.
Un caro saluto
Una dottoressa con la D maiuscola. Attenta ai dettagli, empatica, sempre disponibile ed estremamente professionale. La porto nel cuore
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Grazie di cuore per le sue parole, che mi riempiono di gioia e orgoglio. Sapere che il mio lavoro ha avuto un impatto così positivo è la motivazione più grande per continuare a dare il massimo ogni giorno. Le auguro il meglio e resto sempre a disposizione.
Cosa dire, ormai da quasi 1 anno sono con la dottoressa Vecchiarini e posso dire di aver soltanto ricevuto ascolto, positività, e armonia ritrovata, in pochissimo tempo sono stato già meglio, e continuerò ad andarci per diventare la versione migliore di me stesso, la ringrazio dal profondo, e la consiglio caldamente!
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Grazie di cuore per le sue parole. È un onore per me accompagnarla in questo percorso di crescita e benessere. Sono felice dei risultati ottenuti insieme e della fiducia che ha riposto in me. Continueremo a lavorare per raggiungere nuovi obiettivi. Grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Ho iniziato un percorso di terapia EMDR con la dottoressa che con la sua professionalità, empatia, capacità di ascolto e di mettere a proprio agio il paziente nel raccontare le sue difficoltà, mi ha aiutato ad uscire da un periodo molto buio della mia vita. Le sono ancora grata.
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Cara G.P.
la ringrazio di cuore per la sua favorevole recensione. Sono davvero felice di sapere che si sia sentita sostenuta e che il percorso breve e risolutivo, abbia avuto un impatto positivo per lei. È stato un piacere accompagnarla in questo momento delicato, e sono contenta che lei sia riuscita a superare quel periodo buio con successo. Un caro saluto e rimango a disposizione se dovesse aver bisogno in futuro.
Incontrarla è stato come se
La conoscessi da tanto…. Ho
Appena fatto 2 sedute ma
Il tempo vola …. Non vedo l’ora di tornare da lei!
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Grazie di cuore per le sue parole! Mi scuso se arrivo in ritardo a risponderle, ma leggere ora il suo messaggio mi riempie di gioia
Purtroppo quando si parla del proprio dolore nn si vorrebbe mai smettere di parlare per cercare di trovare nelle parole stesse un percorso per la soluzione , per lenire il dolore ed il caos che si ha dentro , volere uscire dalla visita risollevato alleggerito , ma questo non accade ! Forse ci vuole del tempo ! Ma la sofferenza interiore e’ affamata di leggerezza di serenità …..
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Gentile signor Luciano
La ringrazio per la sua recensione e per aver condiviso la sua esperienza. Mi dispiace sapere che non si sia sentito completamente risollevato e alleggerito dopo le nostre sedute. La terapia è un percorso che richiede tempo e impegno, e capisco quanto sia importante per lei trovare sollievo dal dolore e da caos interiore.
Le auguro tutto il meglio per il suo percorso di guarigione e serenità.
Cordialmente
Dottoressa disponibile, professionale, molto empatica, ti senti a tuo agio da subito e non hai soggezione a raccontare le tue problematiche.
Consiglio.
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Gentile Cristina
Grazie di cuore per le sue gentili parole. Sono felice di sapere che si sia sentita a suo agio e che abbia trovato il nostro percorso insieme utile ed empatico. La ringrazio per la fiducia e per il "consiglio" a chi ci leggerà.
Un caro saluto
ha risposto a 369 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno a tutti, da circa due settimane e mezzo il mio (ormai ex) ragazzo ha deciso di andarsene di casa dopo quasi 5 anni di convivenza. Non è la prima volta che succede anche se le altre volte, dopo 2/3 giorni, con qualche scusa o in preda all'alcol si rifaceva vivo e piano piano tornavamo assieme. Stavolta invece è diverso, nonostante l'ultimo periodo fosse 'tranquillo' (tanto che mi parlava di andare di qui e di là in estate e altre cose) un venerdì andiamo a pranzo in compagnia di amici e quello stesso giorno mi disse che aveva chiesto a un'agente immobiliare di fargli sapere se avesse trovato una casa (riferito per entrambi) in una zona in cui ci sarebbe piaciuto abitare del paese (questo per far capire fino in ultimo com'era). Fatto sta che dopo il pranzo che è andato tutto bene, lui era arrivato a un certo grado alcolico, entra in macchina con me e comincia ad impazzire (sarò chiara, il suo 'smatto' era dovuto a una palese astinenza da droga per cui voleva andare a tutti i costi a prenderla), io lo porto alla sua macchina, lui va a fare quel che deve e ognuno finisce la giornata per i fatti suoi. Il giorno dopo ammette questa cosa ma rigira la colpa su di me, che se si è innervosito sarà stato per un accumulo di volte precedenti (discussioni sempre legate all'uso frequente che ho scoperto che fa e a due suoi amici che si mettevano di continuo in mezzo a noi ogni giorno, turbando parecchio (almeno per me, lui li giustificava sempre) le nostre giornate), dunque anche il sabato ognuno per i fatti suoi. La sera ovviamente ulteriore discussione e la domenica prende su tutto e va via di casa trattandomi come fossi una nullità nonostante provassi a parlargli piangendo come una matta perchè stavo davvero male per questo. L'ho contattato solo una volta i primi giorni per poter parlare in modo tranquillo ma lui ha detto che se è venuto a parlarmi è stato solo per cortesia ( 'solo cortesia' dopo quasi 5 anni di convivenza e fino al giorno prima era tutto normale), che si è stufato delle discussioni, che vedo il problema della droga più grande di quello che è, che ho da ridire anche sui suoi amici ecc..da li più niente, non l'ho più cercato, mi ha chiamata per due o tre volte la sera che era parecchio ubriaco dicendo dapprima che si era sbagliato e gli erano partite le chiamate e poi per continuare a dirmi che non vuole più avere a che fare con me, di non cercarlo (ma io non l'ho mai più cercato), che non dobbiamo sentirci ecc..poi mi ha bloccato su whatsapp, mi ha chiamato la sera dopo (sempre ubriaco) per dirmi che il bloccarmi è stato un gesto di 'stizza' ma che (ancora) non vuole più avere a che fare con me. Da quest'ultima chiamata di sabato sera sono ancora bloccata. Io mi chiedo perchè? Come si cancellano in un giorno quasi 5 anni quando fino a un minuto prima parlavi di una casa? Perchè trattarmi così e riversare su di me le colpe del fatto che c'erano discussioni sempre per quei due motivi concludendo che 'a me non va mai bene niente' quando di base si parla di cose pesanti come droga o rapporti malati con certe persone? Inoltre lavoriamo assieme, e il suo atteggiamento ad oggi è freddissimo, non mi saluta, ogni volta che passo o mi vede comincia a cantare e fischiettare ad alta voce, a volte si presenta in posti vicinissimi al mio paese dove, per dove è tornato lui ora ad abitare, sarebbe solo che scomodo e mi manda in bestia questa cosa. Son quasi 3 settimane che è successo il tutto e anche se mi sto rivolgendo a un terapista, mi sento davvero a pezzi.
Grazie in anticipo per chi risponderà
Grazie per aver condiviso qui una parte così intensa e dolorosa della sua esperienza. Le sue parole trasmettono con forza quanto tutto questo stia generando sofferenza, confusione e un senso di disorientamento emotivo, soprattutto davanti alla brusca rottura di una relazione così lunga e coinvolgente.
La modalità con cui questa separazione è avvenuta, e il contrasto tra i segnali recenti di continuità e il repentino distacco, possono lasciare uno strascico di domande aperte e sensazioni difficili da gestire: senso di abbandono, incredulità, rabbia e anche colpa, soprattutto quando l’altro riversa su di noi la responsabilità di ciò che accade.
La sua lucidità nel descrivere anche i segnali di malessere all’interno della relazione – come l’uso di sostanze, le dinamiche legate agli amici, e l’instabilità comportamentale del suo ex – è già un importante atto di consapevolezza. A volte può succedere che, per amore, si tenti di tenere insieme la relazione anche quando certi comportamenti ci feriscono profondamente. Ma quando questi diventano ricorrenti e confondenti, come nel caso delle interruzioni, dei ritorni e delle comunicazioni ambigue, è comprensibile sentirsi svuotati e sopraffatti.
Sta già facendo un passo significativo chiedendo aiuto e intraprendendo un percorso terapeutico. Questo può essere lo spazio in cui ricostruire, con delicatezza e rispetto dei suoi tempi, un senso di sé più solido, meno esposto alla dipendenza emotiva e ai movimenti distruttivi dell’altro.
Le auguro di continuare in questo cammino, con tutta la forza e la cura di cui ha bisogno. Non è sola.
Sono disponibile anche online
Cordialmente
Dott. Tiziana Vecchiarini
Gentili dottori, dopo una amicizia tossica e di dipendenza affettiva con una mia amica e collega dell'università, ci siamo allontanati. Adesso sono due anni che non abbiamo più nessun tipo di contatto. Non ci parliamo, non ci salutiamo, non l'ho più contattata.
Adesso la situazione è ben diversa Ho una mia stabilità, sto cercando di socializzare con nuove persone, e in generale sto portando avanti il mio percorso.
Sono mesi ormai che vedo costantemente questa ragazza all'università, poiché siamo colleghi, lavoriamo con la stessa professoressa quindi di conseguenza frequentiamo lo stesso laboratorio e gli stessi ambienti.
La situazione però è sempre molto tesa, pesante, almeno per me punto entrambi ci evitiamo. Per quanto mi riguarda ho paura, disagio, vergogna, imbarazzo.
Sono tante le domande che mi passano per la mente, è arrabbiata con me, mi odia, la mia presenza le dà fastidio, non mi ha perdonato.
Il suo comportamento parla chiaro, mi sta dicendo che non vuole avere niente a che fare con me.
Lei abbassa lo sguardo mi evita non mi saluta, addirittura cambia strada pur di non passare di fronte a me.
Il punto è che noi siamo colleghi, abbiamo nei mesi passati frequentato delle situazioni comuni, abbiamo fatto una visita guidata a Roma, abbiamo seguito due seminari insieme, adesso ho mandato un messaggio alla professoressa per chiedere un aiuto e lei mi ha detto di passare nel laboratorio dove c'è proprio questa ragazza che mi poteva aiutare, ma io ho detto di non poter entrare nel laboratorio che magari risolvevo io da solo.
Il fatto che questa ragazza non mi saluta non mi guarda e addirittura mi evita ovviamente mi fa male, perché mi ferisce punto è come se annullasse tutto il percorso che io abbia fatto, certo tutto questo l'ho fatto per me ovviamente, ma fa anche piacere se una persona a cui io voglio bene e che comunque ci tengo, dimostrasse piacere o comunque dimostrasse una certa apertura nei confronti di una stabilità attuale.
Di conseguenza questa persona diventa un po' uno specchio, È come se quello che è successo in passato sia sempre una coppa, è come se io ogni volta che la vedo e vedo i suoi comportamenti e i suoi atteggiamenti nei miei confronti, ricevo una condanna per quello che ho fatto.
Testo A me dispiace perché sono successe tante cose ma non stavo affatto bene punto sono passati due anni e io comunque mi sto comportando benissimo, mi sono laureato sto facendo una magistrale faccio gli esami lavoro con la professoressa la tesi, ho iniziato un corso di teatro, sto cercando di socializzare. Ma più di questo che altro devo fare?
Questa situazione diventa un pochino pesante almeno per me punto perché avverto tensione avverto disagio punto Con che coraggio entro nel laboratorio dopo che noi non ci salutiamo nemmeno?
Allora la mia domanda è ma come faccio a gestire questa situazione?
Certamente non posso cambiare né percorso e né università, perché questo è il percorso che ho iniziato dal triennio, e lei che poi ha iniziato a lavorare con questa professoressa e quindi adesso ci siamo incrociati ma io sto semplicemente continuando un percorso iniziato anni fa punto e se lei invece pensa che io vado lì apposta per vederla per incontrarla?
E se lei non si fida di me ha paura?
Dato tutte le situazioni che si sentono di cronaca da parte dei ragazzi forse mi vuole allontanare per questo?
E allora mi chiedo è giusto che io parli con la mia professoressa e le dico che preferisco non avere interazione con alcune persone per motivi personali?
Così da evitare in futuro magari altri incontri e altri contatti.
Perché per esempio l'anno scorso poco prima della mia laurea La professoressa mi ha invitato a seguire un evento a Paestum e c'era anche questa ragazza.
Poi al termine mi ha invitato a mangiare una pizza insieme ma io ho rifiutato perché certamente non potevo stare insieme a questa ragazza.
Quindi si creano delle dinamiche di imbarazzo di ansia di disagio.
Come faccio?
È ovvio che oggi il mio unico intento era salutarci in maniera educata e magari se c'era l'occasione scambiare due parole punto non è che voglio tornare indietro e riavere un'amicizia.
Ma sono consapevole che anche questo non si possa fare, allora mi chiedo come gestisco questa situazione?
Grazie per aver condiviso questa situazione così intensa e delicata.
Dalle tue parole emerge quanto tu abbia lavorato su di te in questi due anni: hai ripreso il tuo percorso di studi, ti stai aprendo a nuove relazioni, stai coltivando interessi e attività che ti fanno crescere. Questo è un dato molto importante, e reale. Il tuo cambiamento c’è, anche se a volte fa fatica ad emergere quando ti trovi di fronte a quella “vecchia versione di te” che questa persona rappresenta.
Che cosa sta accadendo adesso
Quando parli dell’altro, in realtà stai parlando in parte anche di te.
Il disagio che senti non è solo verso il suo comportamento, ma verso ciò che lei ti ricorda di te stesso in quel periodo: la dipendenza affettiva, la sofferenza, il senso di colpa.
Per questo la sua presenza ti “specchia” e ti fa risentire quel dolore, come se tu dovessi ancora essere perdonato — da lei, ma soprattutto da te.
È importante però riconoscere alcune cose:
• Non puoi sapere cosa lei pensa. Il suo evitare potrebbe essere:
• imbarazzo,
• difficoltà emotiva,
• desiderio di mantenere i confini,
• oppure niente di tutto questo.
Non abbiamo accesso alla sua interiorità, e costruire ipotesi aumenta solo l’ansia.
• La tua sofferenza attuale non significa che il tuo lavoro su di te sia annullato.
È solo un vecchio dolore che si riattiva in un contesto particolare. Ci sta.
• Il fatto che lei non ti saluti non definisce il tuo valore, né la tua crescita.
La tua identità non dipende da come lei ti guarda o non ti guarda.
Che cosa puoi fare adesso (concretezza)
1. Accetta che ora ci sia distanza.
Non serve forzare un saluto o un chiarimento.
A volte la forma più sana di conclusione è accettare che non ci sarà un confronto.
2. Mantieni la tua posizione nel laboratorio e nei luoghi di studio.
Non devi rinunciare ai tuoi spazi.
Il tuo percorso merita continuità.
3. Se il disagio diventa ingestibile, puoi parlarne con la professoressa,
ma non come “evitamento” dell’altra persona, bensì dicendo:
“Per ragioni personali preferisco lavorare in modo autonomo, quando possibile”.
Senza entrare nei dettagli, senza accusare, senza giustificarti.
4. Lavora sul senso di colpa.
Perché è quello che ti fa più male.
Non il suo comportamento, ma la tua interpretazione di esso.
5. Continua il percorso di crescita già iniziato.
Ha già portato frutti reali, e tu lo sai.
Un passaggio chiave
Tu dici: “Ma più di questo che altro devo fare?”
In realtà non devi “fare” altro.
Devi concederti il permesso di stare in questa situazione senza risolverla immediatamente.
Il disagio diminuirà non perché l’altra persona cambierà, ma perché tu diventerai sempre più sicuro del tuo presente.
In sintesi
• Stai facendo molto.
• Hai diritto a occupare gli stessi spazi.
• Non sei obbligato a ricostruire un rapporto.
• Il dolore che provi è un eco del passato, non il presente.
• Il tuo valore non dipende da uno sguardo mancato.
Con il tempo, questa situazione diventerà solo una parte della tua storia — non il centro.
Spero di esserti stata utile
Con Cordialità
Dott. Tiziana Vecchiarini
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