Buongiorno, ho 25 anni, e a Maggio mi sono trasferita col mio ragazzo in un'altra città, per lavoro.

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Buongiorno, ho 25 anni, e a Maggio mi sono trasferita col mio ragazzo in un'altra città, per lavoro. Sono 5 anni che stiamo insieme, ed erano mesi e mesi che volevo andare a convivere perché non riuscivo più a stare lontana da lui (abitavamo lontani e ci vedevamo solo nel fine settimana), ma non potevamo perché studiavamo ancora e non potevamo mantenerci. Arrivata questa opportunità, sono stata felicissima: avremmo avuto la nostra casa, finalmente il lavoro dei nostri sogni, vivere una vita tranquilla facendo quel che più ci piaceva. Il problema è che le cose sono iniziate ad andare male dopo che, iniziato il lavoro, mi sono trovata malissimo lì. Già da prima soffrivo di disturbo di ansia generalizzato, che mi portava a essere eccessivamente preoccupata per il mio ragazzo quando non eravamo insieme, ma speravo sarebbe migliorato conoscendo gente a lavoro e facendo cose nuove, divertendosi, ecc. Invece è peggiorato tutto. Un ambiente di lavoro e colleghi che non mi rendono felice, anzi, in questi mesi hanno aumentato la mia ansia.

Ho fatto soffrire tanto il mio compagno a causa delle mie crisi e i miei attacchi di panico, ma lui mi è stato sempre vicino, pur soffrendo tanto, a volte crollando anche lui, ma ogni volta riprendendosi e dandomi tutta la forza e la motivazione che io non riuscivo ad avere. Avrei dovuto lasciare il lavoro, ma non l'ho ancora fatto per vari motivi, soprattutto economici e perché ogni volta mi dicevo "forse sono io il problema, provo ancora un po' a resistere". Ma i continui attacchi hanno peggiorato la situazione, finché non sono caduta in depressione. Sono in cura da uno psicologo, ma ho iniziato da poco, e prendo da un mese un antidepressivo. Gli attacchi di panico si sono ridotti, ma ho poca voglia di vedere le persone, gli amici, tendo a isolarmi, e soprattutto la cosa che mi fa più paura è che mi sono allontanata dal mio ragazzo.

Ed è questo che vorrei sapere: è normale che di colpo sia accaduto questo allontanamento? Mi spiego: lui mi sta sempre accanto, mi incoraggia sempre, la mattina quando ho poca voglia di alzarmi mi aiuta senza forzarmi, mi coinvolge in un po' di stretching mattutino, mi spinge a fare attività fisica e il corso di canto anche quando vorrei solo tornare a casa a piangere. Una persona perfetta, insomma. Tra di noi non c'è nulla che non va, e ripeto, vivere una vita con lui è quello che ho sempre voluto, ma adesso sento di essermi distaccata e vorrei capire se è normale per la malattia. Distaccata nel senso che improvvisamente è come se tutti i sentimenti si fossero spenti, e mi sento in colpa, perché ho paura di non riuscire più ad amarlo, e non voglio, io volevo vivere la mia vita con lui e voglio che sia così, ma in questo momento di estremo sconforto non riesce ad aiutarmi nemmeno la sua presenza. Questo è il punto: ho paura perché vorrei che soltanto la sua presenza mi rendesse più tranquilla e felice, vorrei che tornare a casa e vederlo e stare assieme la sera riuscissero a cancellare la tristezza e lo stress al lavoro, ma non succede. E quindi mi chiedo, è normale che sia così? Fa parte di ciò che sto attraversando? Questa cosa mi logora, perché da brava paranoica quale sono vorrei convincermi che sì, è la malattia, perché non ho interesse nel vedere neanche gli amici, e invece no, mi instillo sempre da sola il dubbio "e se invece non lo amassi più?".

Continuo a crearmi dubbi e allontanarmi, ad avere paura di vederlo per paura di non dargli amore nè provarlo, è un circolo vizioso, più penso che mi sto allontanando più mi allontano. Vorrei guardare nel futuro per sapere se questi dubbi passeranno una volta guarita, se quando tornerò ad essere felice non avrò più dubbi sul mio amore verso di lui. Leggendo fa fuori la risposta sembra ovvia, ma dentro di me è un subbuglio di ansia e preoccupazione, di dubbio, di paura. Non voglio buttare all'aria quello che abbiamo costruito. Nè i nostri sogni, e soprattutto non voglio che stia male. Ma in questo momento non riesce a tirarmi su nemmeno il suo amore. Dentro di me è un casino perché mi aspetto dei riscontri nella realtà (del tipo, lo vedo e mi sento felicissima, quindi sto tranquilla perché vuol dire che è solo un momento), ma non accade. Vorrei sapere se è normale e come dovrei affrontare la cosa al meglio, per non rovinare il rapporto, in attesa di stare meglio con me stessa. Grazie
Buonasera , è comprensibile che si senta sopraffatta da più eventi importanti e concomitanti.
Ha cambiato città e stile di vita , ha intrapreso una nuova occupazione e ha dato l' avvio ad una nuova fase del ciclo vitale cioè la formazione stabile di una unione con tutte le responsabilità che questo comporta .
Continui con il farmaco antidepressivo che le ha prescritto il medico e si rivolga fiduciosa al suo psicologo che la aiuterà ad intraprendere un percorso per fare chiarezza in sé stessa e potrà fornirle un valido supporto per stimolare la resilienza insita in lei, come in ogni essere umano, per far fronte agli impegni che la vita comporta .
Cordiali saluti .

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Salve, nella sua lunga lettera traspare tanta sofferenza con un abbassamento del tono dell'umore. Ha fatto sicuramente bene a contattare uno psicologo ed a prendere un antidepressivo che sicuramente farà il suo effetto e cercherà di riequilibrare il suo umore. Lei sta passando un periodo molto complicato della sua vita, ha desiderato tanto convivere con il suo compagno ed il nuovo lavoro. Molto probabilmente è rimasta delusa dal suo nuovo lavoro e quindi ha cominciato a vedere tutto negativo anche il rapporto con il suo compagno. Vedrà che man mano che l'antidepressivo, che sta assumendo, comincerà a fare effetto, il suo tono dell'umore cambierà e lei comincerà a vedere la situazione in maniera più rosea ed anche il rapporto con il suo compagno cambierà, abbia pazienza. Le auguro di stare meglio e la saluto cordialmente, dott.Eugenia Cardilli.
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Buongiorno. Dalle sue parole non riesco a chiarirmi un dubbio: l'azione del trasferirsi è stata fatta sulla scia di cosa? Provi a riprendere da quel punto di svolta della sua vita. Contestualizzando le sue delusioni, legittime e normali, ritrovera' la strada. A mio avviso ha già fatto i passi corretti, prosegua con i curanti: il tempo di uno-due mesi è ancora prematuro per fare bilanci
Il trasfrimento in un'altra città, una convivenza, l'inizio di una professione, ecc..sono tutti cambiamenti imporanti che richiedono un passaggio che a volte può essere difficile, faticoso, logorante e attivare degli stati ansiosi.
In psicologia questi stati d'ansia si chiamano "angosce di integrazione" che hanno a che fare con la difficoltà di integrare, mettere insieme cioè, aspetti di sè che guardano al passato con aspetti di sè che invece guardano al futuro, all'essere adulti con il carico di responsbilità che la vita impone. Penso che lei si trovi in questa fase molto delicata e capisco come possa essere fonte di grande disagio e sofferenza. Sta facendo un percorso psicologico e credo che questo l'aiuterà senz'altro.
Le faccio tanti auguri.
A.R.
Buonasera,
ho letto la sua lettera con grande attenzione e chiaramente emerge una condizione di sofferenza.
Credo che al momento lei sia sopraffatta da un insieme di eventi di vita che per quanto fortemente desiderati e voluti le risultano difficili da gestire.
Le domande che si pone sono del tutto legittime, legate alla paura di cosa le stia accadendo e di cosa potrà da questo emerge.
Capisco perfettamente che al momento desideri trovare una soluzione al problema con il suo compagno, ma non abbia fretta, da quello che lei scrive ha accanto a se una persona presente, in grado di accogliere le due difficoltà. La comprensione di noi stessi e delle relazioni per noi significative è un percorso che ha bisogno di tempo. Deve rivolgere il suo sguardo a se stessa.
ci tengo però a riconoscerle la sua volontà e la sua motivazione a superare quanto le sta accadendo.
Ha chiesto aiuto e questo non è da tutti, si è affidata a due professionisti che con le loro specifiche competenze potranno di certo aiutarla a comprendere meglio e superare questo.
Augurandole ogni bene,
Saluti
Dott.ssa Maria Angela Caputo

Salve, si affidi alla terapia che ha intrapreso e si lasci guidare...prima o poi sentirà miglioramenti...
Buongiorno,
da quanto leggo mi sembra che le sue aspettative di coppia siano molto alte. Se già aveva un disturbo di ansia è probabile che ci siano dei problemi pregressi che la portano a sentirsi particolarmente giù. Si aspettava che questi problemi si sarebbero risolti grazie all'amore e alla convivenza. Ma purtroppo questo accade solo nei film....se non capisce e risolve i suoi motivi di tristezza non potrà neanche vivere una relazione appagante. Inoltre, l'idealizzazione dell'altro e del rapporto di amore creano inevitabilmente una delusione. Nessuno è perfetto e dobbiamo accettare che l'altro abbia dei limiti e dei difetti ma scegliere ugualmente di stare con lui. Così come bisogna accettare di non sentirsi sempre al 100% nella relazione e provare costantemente felicità nella vicinanza dell'altro. La felicità è un emozione che si alterna in momenti diversi con altre emozioni e non può essere costante nel tempo.
Le auguro di risolvere al più presto e la saluto cordialmente,
dr.ssa Fabiana Fratello
Salve. Mi pare di capire che lei desidera suggerimenti su come gestire la relazione col suo compagno (in un quadro personale di sintomi certamente fastidiosi e destabilizzanti. lei ha iniziato da poco una terapia psicologica. da un mese se ho capito bene. forse dovrebbe anche dare il tempo alla terapia di fare il suo corso. sui suoi dubbi circa i sentimenti che prova verso il suo compagno le posso dire solo cose generiche perchè dovrei conoscerla meglio. Traspare certamente da quello che scrive un legame profondo che vi lega. Tuttavia la coppia è soggetta a cicli evolutivi dentro i quali troviamo momenti di crisi importanti. Il sostegno se lo è garantito. sia tenace. Cordiali Saluti. Dottor Grilli
buon pomeriggio. La sua testimonianza mi fa sorgere una riflessione. Se ho capito bene in un passo solo ha affrontato un cambiamento di città, ha iniziato una convivenza ed ha iniziato un nuovo lavoro. Il tutto con l'aspettativa di aver fatto il passo giusto per la vita, probabilmente anche uno dei primi vista la giovane età. Le aspettative, le paure, le difficoltà di adattarsi ad un cambiamento, anche se bello sono tante e possono portare a delle somatizzazioni molto forti. Ha fatto benissimo a rivolgersi a dei professionisti, vedrà che con il tempo ed il lavoro su sè stessa le cose prenderanno la giusta piega.
Buongiorno, potrebbe essere anche un effetto collaterale del farmaco che sta utilizzando. Provi a chiedere ad uno psichiatra in quanto, a volte, alcuni farmaci provocano una attenuazione delle emozioni e di conseguenza potrebbe essere ciò che la sta allontanando dalla sua relazione. In caso contrario si affidi allo psicologo che la segue perchè l'ansia è un messaggero che vuole dirle qualcosa e, dopo aver compreso il messaggio, sarà opportuno lavorare per un cambiamento.
Salve, da quello che scrive la sua vita da Maggio è completamente cambiata. Di solito un trasloco di per sè è molto stressante e lei ha anche cambiato città. Non solo ha iniziato una convivenza ed un nuovo lavoro.
Quante cose nuove tutte insieme! Che stress anche se tutte bellissime! Un sogno realizzato con tante aspettative.
E' vero è quello che desiderava, ma la realtà è stata diversa soprattutto nel mondo lavorativo.
Tutti passi insieme ha creato stress difficile da sopportare per affrontarne di nuovi. Si sente anche in colpa perchè non è capace.
O chiede semplicemente troppo a se stessa?
Forse ha solo bisogno di fermarsi per riprendere le sue energie.
Continui il percorso psicoterapeutico appena iniziato dandosi tempo e chieda al suo compagno di starle accanto senza spronarla a fare.
E' probabile che ha bisogno solo di questo ora.

Un saluto
Salve, credo che tutti i suoi dubbi sono da analizzare in un contesto Terapeutico... Si affidi allo psicologo che la sta seguendo, non ricerchi le 'regole generali' ma si focalizzi sul significato che lei stessa da alle cose, agli eventi, alle scelte... Cordialmente
Buonasera, vorrei innanzitutto rimandarle il fatto che l'azione di apertura verso se stessa raccontando ed esprimendo quanto le sta accadendo dentro è un'azione coraggiosa e per questo si deve ringraziare perchè rappresenta il primo passo verso il cambiamento che già sta avvenendo dentro di lei. La mia esperienza mi insegna che le risposte non arrivano dal cambiamento della realtà esterna, ma vanno ricercate nel profondo di noi stessi con un autentico e profondo percorso di conoscenza di Sè. Lei ha deciso di cambiare molti aspetti della sua vita, ritorni all'origine di queste scelte, sulla motivazione più profonda che ha guidato le sue scelte. Hanno rispecchiato fino in fondo i suoi desideri di realizzazione personale? L'ansia generalizzata che sentiva prima del trasferimento è indicativa può suggerire un vissuto profondo di un disagio pregresso.
Spesso quando si smarrisce la strada è bene ritornare ai primi passi. Il mio consiglio è di prendere in considerazione un autentico cammino di conoscenza di Sè.
Buongiorno. Ritengo sia passato un periodo rilevante da quando ha scritto, e spero stia meglio. In riferimento al sentirsi emotivamente e sentimentalmente spenta, può tener conto del fatto che emotività e affettività sono dimensioni sulle quali molti e diversi fattori incidono. Quando non arrivano gli input attesi da quelle dimensioni ("non so più se lo amo"), resta comunque la possibilità di coltivare il dialogo con il partner, e lei sembra avere accanto una persona con cui si può dialogare. In questo modo, il progetto di vita condiviso che avete sognato e realizzato, può essere trattato con rispetto e con la piena consapevolezza da parte di entrambe, senza inutili sensi di colpa. Un augurio per la sua vita. Dott.ssa Cinzia Lucia Bugni Batte
Buongiorno, la sua accorata richiesta d'aiuto termina con la domanda se sia "normale" o no quello che sente.
Sembra quindi che il senso di inadeguatezza sia un po' lo sfondo della sua sofferenza.
Esplori con il suo terapeuta questi suoi vissuti e dia tempo ai farmaci e alla psicoterapia di fare il loro corso.
Quando si sentirà meglio migliorerà anche il suo rapporto con il suo ragazzo.
Coraggio!
Gent.ma paziente,
si ricordi di non prendere mai una decisione importante quando non sta bene, è ancora in fase di recupero dopo un periodo molto difficile e deve puntare a tirarsi su. Investa energie in questo, dia il tempo agli aiuti a cui è ricorsa di funzionare e quando starà meglio avrà le risposte che cerca. Buon percorso!
Buongiorno,
io credo che tutte queste aomande, lecite, possano essere rivolte al suo psicologo, perchè credo contribuiscano ad instaurare il rapporto di fiducia necessario per lavorare insieme. Un mese di antidepressivi non è molto, anzi, di solito la loro efficacia si valuta dalle 3 settimane in poi dall'assunzione, per cui ha appena cominiciato a fare effetto. Vedrà che il suo psicologo saprà aiutarla a comprendere che cosa sta vivendo.
Buona Vita,
dott.ssa Patrizia Provasi
Gentile utente, le domande che lei pone sono legittime e comprensibili, così come le ansie legate all'incertezza nella risposta. Nel corso del lavoro con lo psicologo da cui è stata presa in carico, sarà importante trovare uno spazio per esprimere questi interrrogativi fonti di ansia e, insieme, trovare una risposta dentro di lei. Sebbene non sia possibile fornire una risposta univoca e assoluta, è possibile che la sua condizione attuale di malessere e sofferenza l'abbiano indotta a ritirarsi in sè, non riuscendo a mettere in campo energie sufficienti per stare con le altre persone, compreso il suo partner. Un ulteriore tema su cui penso sarebbe importante che lei ponesse l'attenzione insieme al suo psicologo è la speranza, che emrege dalle sue parole, che la convivenza rappresentasse un punto di svolta totale rispetto ad alcune difficoltà o fragilità della sua vita precedente. Sarebbe importante comprendere gli affetti e i pensieri legati a questo aspetto. Continui nel suo percorso verso un maggiore benessere psicologico. Cordiali saluti, Dott.ssa Salustri
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Salve, sembrerebbe che in lei ci sia un abbassamento del tono dell’umore.
Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per chiarirsi alcune idee.
Buona serata.
Dott. Fiori
Salve, ha fatto bene a rivolgersi a un professionista. In alcuni casi può essere utile anche il supporto famracologico, ma è da valutare con estrema attenzione.
Un saluto,
MMM
Cara. La prima cosa che posso dirle è di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta per cercare di fare ordine nella sua vita e trovare sollievo dal disturbo d’ansa generalizzato, gli attacchi di panico e dalla depressione. Riferisce di essere già in cura, bene!, tenga duro e prosegua con fiducia ed espliciti al suo dottore ogni dubbio che possa riguardare anche la psicoterapia. Questi fanno parte di una cura come ripetizione dei dubbi che coinvolgono la sua vita e le sue relazioni, e dall’analisi e risoluzione di questi si producono i maggiori cambiamenti. Ciò che, da quello che leggo, l’ha fatta vacillare di più è stato che quando la vita sembrava andare per il meglio qualcosa è intervenuto con potenza e ha rovinato i piani. Succede spesso così: questo “qualcosa” è proprio l’oggetto della psicoterapia orientata alla psicoanalisi che si dirigere ad evitare che continui a logorare l’esistenza. Forza!, un augurio
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Gentilissima utente,
come buona parte dei colleghi che mi hanno preceduta nella risposta, credo che i numerosi cambiamenti che lei ha scelto di intraprendere con il suo compagno abbiano avuto profonda influenza sulla sua-vostra vita e sul suo-vostro modo di guardare alla realtà, a voi stessi e all'altro. Mi fa piacere sentire che lei ha già trovato un professionista al quale si è rivolta, consapevole della sua fragilità attuale: dia alla vostra relazione terapeutica il tempo e la fiducia che sono necessari a farla "decollare". Eventualmente, potrà pensare di intraprendere con il suo compagno anche un percorso di coppia parallelo a quello personale, all'interno del quale il protagonista del dialogo sarà proprio la vostra relazione.
Le auguro il meglio e la ringrazio per aver condiviso questi suoi intimi pensieri.
dott.ssa Roberta Sala
Buon giorno, ho letto con molto interesse la sua domanda, dalla quale mi sembra traspaia un certo timore di non riuscire più a sentire il sentimento e l'affetto per il suo ragazzo, cosa che credo normale data anche la circostanza di vita che sta attraversando (anche solamente il termine degli studi e l'affacciarsi al modo del lavoro sono uno snodo di vita importante e possono essere vissuti con difficoltà). Ricordi che nel rapporto di coppia si arriva sempre anche a un momento in cui l'altro sembra essere una delusione rispetto alle aspettative che gli vengono rivolte, e di conseguenza possono emergere timori analoghi di non bastare al partner, di poter essere abbandonati. Si dia il tempo necessario sia per "ingranare" nel lavoro terapeutico sia per permettere alla cura farmacologica di stabilizzarsi e di avere effetti più costanti, e cerchi di avere pazienza, soprattutto con se stessa.
Un caro saluto
Buongiorno, intanto la ringrazio per aver condiviso con questa community la sua difficoltà. chiaramente la depressione e l'ansia portano le persone a ritirarsi in se stesse, un po' come sta sperimentando anche lei. Quindi, abbstanza normale che si senta più distaccata anche dal suo compagno. Cerchi di darsi il tempo di cui ha bisogno e continui il suo percorso con la sua terapeuta. Il suo compagno e l'amore che provate non è sufficiente per superare uno stato depressivo, ma provi a essere più gentile con se stessa e ripete, si prenda il suo tempo. Rispetto al lavoro, se non se la vive serenamente, ne parli in terapia e inizi piano piano a guardarsi intorno. Fortunatamente non è un albero e ha la possibilità di prendere in mano la sua vita e la sua carriera. Un caro saluto
Buonasera e grazie per la sua preziosa e sentita condivisione. La depressione anestetizza. Lo fa per proteggerci dai turbamenti della nostra vita e del mondo, ma finisce con l'isolarci e farci sentire ancora più soli. Come se fosse caduta in un tombino, in cui purtroppo, l'amore di nessuno sembra possa raggiungerla e tenderle una mano. Leggo con piacere che ha iniziato un percorso di psicoterapia. Si dia del tempo e vedrà che riemergerà. Quando se la sentirà, allora potrà valutare, con la testa fuori dal tombino, se le scelte che sta facendo sono in linea con i suoi desideri, o meno. Un caro saluto.
Buona sera, mi sembra di capire che negli ultimi mesi i cambiamenti siano stati tanti e importanti: il trasloco in una nuova città, l'inizio della convivenza e il nuovo lavoro. È come se avesse dovuto ricostruire il suo sistema di vita, i suoi punti di riferimento, le sue abitudini. Per quanto desiderati questi cambiamenti potrebbero aver avuto un effetto destabilizzante sul suo sistema psicologico, andando ad amplificare una condizione d'ansia generalizzata già presente. I problemi a lavoro hanno ulteriormente ostacolato il processo di riadattamento alla nuova situazione. Ottima idea quella di iniziare un percorso di psicoterapia, coadiuvato dalla terapia farmacologica, vedrà che le saranno di grande beneficio. Riguardo le sue preoccupazioni circa il distacco che percepisce dal suo compagno, tenga conto che uno dei sintomi depressivi è proprio l'"appiattimento affettivo" ovvero il sentirsi spenti e distanti dagli altri, perfino da coloro che ci sono più cari. Dunque per ora aspetterei a chiedermi il significato di questo distacco, che potrebbe essere imputabile al suo disturbo. Lavori prima sulla sua depressione, recuperi il suo equilibrio e ritrovi un po' di serenità. Successivamente potrà reinvestire sui suoi rapporti affettivi e "valutarne" la tenuta.
Cordiali saluti
Gentilissima, grazie per aver condiviso la sua esigenza. La migliore strategia per combattere l’ansia è un percorso terapeutico sulle emozioni che stanno alla base dei suoi sintomi.
Prima di tutto, durante le sedute di terapia, lo psicoterapeuta specializzato in ansia la aiuterà a riconoscere e prendere consapevolezza delle proprie emozioni represse. Sono infatti le emozioni, quando sopite nel profondo della psiche della persona, che scatenano l’ansia. È proprio in questo modo che si possono guarire i cosiddetti MUS richiamati sopra, cioè rendendo superflua la loro sussistenza. In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott.ssa Bachiorri Sara
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Buonasera, mi spiace per il disagio che prova, ma trovo ottima l'idea di affidarsi ad uno psicologo, connesso ad una terapia farmacologica. Penso che ciò potrà esserle molto di aiuto. Si dia del tempo per stabilizzare il rapporto con sé stessa. Sembra, dalle sue parole, che lei sia molto giudicante con i suoi sentimenti e i suoi pensieri, e non si conceda di provare, a volte, qualche sentimento negativo o "non accettabile", come quello di poter non amare più come prima. Rimango a disposizione se vorrà.
Dottoressa Rossella Neri
Carissima, grazie di questa condivisione. Ha bene espresso il "subbuglio" che ha preso il sopravvento dentro di lei e ha fatto bene a chiedere un sostegno psicologico.
Si sta probabilmente verificando un grande conflitto tra quello che aveva sognato e desiderato, la situazione ideale nella sua immaginazione, e il confronto con la realtà dei fatti che l'ha messa di fronte ad una realtà diversa da come se l'era aspettata. Insieme a questa ci sono le sue emozioni, una parte estremamente sincera di noi, a volte spietata, che però è una guida per comprendere meglio quello che sta accadendo. Si legittimi quindi ad accoglierle, sebbene difficili, e a lavorarci con molta pazienza insieme alla sua psicologa. Solo con un lavoro nel dettaglio, paziente e comprensivo verso se stessa, potrà risalire alla causa di tutto questo. Non giudichi come sbagliato ciò che prova e si dia tempo per capire veramente i suoi sentimenti e anche i suoi obiettivi di vita e relazionali.
Un caro saluto, le auguro il meglio.
Dott.ssa Giorgia Croci
Gentile utente, i numerosi cambiamenti che lei ha vissuto possono influire sul suo stato di salute, sia come attacchi di panico in precedenza, sia come risposta depressiva poi. Può capitare che l'umore oscilli da condizione di maggiore attivazione panica, per poi subire una deflessione e coinvolgere la depressione. Se da un lato può essere molto utile il percorso farmacologico, se non necessario, dall'altro è molto importante investire in un percorso di parola che l'aiuti a mettere ordine in quanto è successo. Il senso di colpa, le preoccupazioni, la paura rispetto al lavoro e alla sua relazione, sono sentimenti e pensieri che vanno approfonditi, per capire costa vi è alla base. L'importante è sapere che da questo stato di cose si può uscire con un lavoro psicologico come quello che sta già avviando. Rimango a disposizione, un saluto. Dott. Conti
La situazione di vita che sta vivendo, con tutti i cambiamenti che ha comportato, ha indubbiamente richiesto un carico di energie notevole. Nonostante le preoccupazioni è riuscita a fare fronte a questi movimenti e mi sento di validare le risorse che ha messo in campo fino a questo momento che, le assicuro, da quanto traspare non sono poche. É assai comprensibile la sua urgenza nel voler osservare presto dei cambiamenti e dei miglioramenti della situazione, tuttavia prima di mettere in atto un cambiamento è indispensabile prendere consapevolezza di quanto accade. La sua spinta a chiedere aiuto è già un passo in questa direzione. Comprendo non sia semplice ma provi a darsi tempo per instaurare con il professionista al quale si è riferita una relazione di cura stabile, all'interno della quale possa esprimere tutte le sue perplessità e gli eventuali timori. Con il tempo imparerà ad osservare anche le sue aspettative e accogliere le sue emozioni con meno giudizio. Il percorso non sarà lineare, ma con l'ausilio della terapia farmacologica e del percorso di psicoterapia avrà modo di aumentare il raggio di osservazione della situazione e comprenderla maggiormente.
Mi piace sempre ricordare ai miei pazienti che se sono arrivati fino a questo punto è perchè i mezzi che hanno a disposizione sono stati efficaci. I sintomi ed i malesseri che li accompagnano in questo momento sono segnali preziosi di comunicazione e, sebbene li facciano sentire male, sarebbe utile mettersi in loro ascolto. Noi psicologi e psicoterapeuti siamo qui per questo.
Abbia fiducia nel suo percorso. Un caro saluto
Dott.ssa Greta Morstabilini
Gentilissima, si trova in un momento cruciale della sua vita: si sta affacciando alla vita adulta: ha terminato gli studi, ha iniziato a lavorare, ha iniziato una convivenza. Il tutto in una nuova città. Questo è un momento che spesso è delicato. Porta con sé la fatica di stare sulle proprie gambe che non è affatto cosa scontata. Il perdere interesse per le relazioni o le attività quotidiane, l'ansia e gli attacchi di panico potrebbero essere manifestazioni proprio della difficoltà di prendere la propria vita in mano. Mi sembra di cogliere che lei stia delegando molto del suo stato d'animo agli altri. Mi spiego meglio: pensa di star male a causa del comportamento dei colleghi a lavoro oppure si aspetta che il suo fidanzato possa renderla felice e se questo non accade lo legge come fine dell'amore. In realtà nessuno ha tutto questo potere sulla vita di qualcun altro. Invece lei ha un grande potere sulla sua di vita. Io non credo che questo aver silenziato i suoi sentimenti voglia dire che prova più nulla per lui. Penso invece che sia tutto manifestazione di un suo disagio personale. Le auguro che il percorso che ha intrapreso con il collega possa aiutarla a rimettere se stessa al centro della propria vita, nel senso che possa cogliere quanto la sua vita dipenda da lei, il che le aprirà sicuramente molte nuove possibilità. Le faccio i miei migliori auguri.
Buonasera, dalle sue parole si sente e intuisce tutta la sofferenza che sta attraversando in questo periodo... Da quello che racconta, Lei nell'ultimo periodo ha vissuto dei grandi cambiamenti da tutti i punti di vista, personale, amoroso, lavorativo. Potrebbe essere che, in risposta a questi eventi, le paure abbiano preso il sopravvento su tutto e questo potrebbe impedirle di vivere effettivamente a pieno tutta questa nuova realtà in divenire e in costruzione... tanto la situazione lavorativa, quanto ancora di più la relazione con il suo compagno, la sua nuova dimensione abitativa. Dalle sue parole appare cercare l'àncora nel suo compagno che al tempo stesso sta mettendo in dubbio, a causa della confusione di questi mesi e di questa sovrapposizione di ansie e paure. Credo sia importante darsi un tempo per lavorare sulle sue paure in un setting di fiducia con il/la sua terapeuta, fare chiarezza dentro di lei e lavorare su di sè per ritrovare le sue risorse.
Buonasera, Lei ha vissuto molti cambiamenti importanti e tutti insieme, è comprensibile che tutto ciò le provochi ansia, così come si potrebbe spiegare la sua perdita di interesse verso altre situazioni e persone, compreso il suo compagno.
Il mio consiglio è di avere fiducia nello psicologo che la sta seguendo, che la saprà aiutare ad affrontare questo periodo, insegnandole a far fronte ai momenti di ansia e attacchi di panico e ad acquisire nuove strategie che accresceranno la sua autostima, grazie alla quale avrà più voglia di rimettersi in gioco.
É un percorso difficile, ma l'aver chiesto aiuto a uno psicologo e uno psichiatra è un ottimo inizio. Le auguro il meglio per la nuova vita.
Dott.ssa Sara Passavanti
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Gentilissima utente, grazie di condividere un momento così difficile, innanzitutto vorrei dirti che è assolutamente normale sentirsi distaccati e confusi durante momenti di depressione. La malattia può influenzare pesantemente i nostri sentimenti e le nostre percezioni, portandoci a dubitare di tutto, compreso dell'amore verso i nostri cari. Ti preoccupi per il tuo rapporto con il tuo ragazzo perché ti importa, ma è importante capire che la depressione può far sembrare tutto più difficile e complicato di quanto sia in realtà.
È positivo che tu abbia iniziato a curarti con uno psicologo e che stia prendendo farmaci per la depressione. Ricorda che è un percorso che richiede tempo e pazienza, e che le difficoltà che stai vivendo ora possono essere superate.
Quanto alla paura di non amare più il tuo ragazzo, è importante capire che l'amore non è un sentimento costante e immutabile, ma è qualcosa di dinamico che può avere alti e bassi, specialmente durante momenti difficili come la depressione. È normale avere dubbi e incertezze, ma è importante comunicare con il tuo ragazzo e con il tuo terapeuta per affrontare insieme i tuoi pensieri e le tue preoccupazioni.
Ricorda che la guarigione richiede tempo e impegno, e che è importante essere gentili con te stessa durante questo processo. Cerca di concentrarti su di te, sul tuo benessere e sulla tua guarigione, e fidati che con il tempo potrai tornare ad amare e a vivere la tua vita al meglio.
Ti auguro tutto il meglio per il tuo percorso di guarigione, e ricorda che non sei sola in questo. Se senti di avere bisogno di supporto aggiuntivo, non esitare a parlarne con il tuo terapeuta o a cercare aiuto nelle persone a cui tieni. Rimango a tua disposizione per una eventuale consultazione.

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