Buongiorno, ho una convivenza di quasi tre anni, con il mio compagno. Da pochissimo tempo rendendimi

42 risposte
Buongiorno, ho una convivenza di quasi tre anni, con il mio compagno. Da pochissimo tempo rendendimi conto dei suoi comportamenti particolari, l' ho convinto ad andare insieme da una psicologa il quale ha riscontrato dopo il secondo incontro che è ambivalente e deve fare un lavoro sull' io.
Praticamente mi ha fatto notare che ha un disturbo di personalità. Volevo chiedere cosa devo fare io e Come comportarmi.
Dott.ssa Chiara Pavia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buon pomeriggio, difficile rispondere alla sua domanda in maniera generale. Ognuno di noi ha un proprio funzionamento di personalità,influenzato dall'ambiente che ci circonda e da alcuni aspetti ereditari. A chi viene diagnosticato un "disturbo" di personalità ha dei modi di pensare, di comportarsi e di relazionarsi in maniera diversa, più rigida e disadattiva rispetto a ciò che ci si aspetta. Ciò influenza il modo di pensare a se stessi e agli altri, il modo di rispondere emotivamente, il modo di relazionarsi con altre persone, il modo di controllare il proprio comportamento. Il consiglio che io le posso dare, per prima cosa, è quello di informarsi sul disturbo di personalità in questione. Questo può aiutarla a comprendere alcuni aspetti relazionali. Condivida fin da subito con il suo compagno l'interesse. Se sente il bisogno e la necessità di avere uno spazio suo, contatti uno psicologo. Infine vorrei concludere dicendo che si definiscono "disturbi" ma questo potrebbe portare a pensare al concetto di malattia mentale. Io non sono d'accordo a questo etichettamento medico, per me esiste solo la salute e il benessere della mente. I "disturbi" sono modi alternativi e diversi che si discostano dalla normalità e spesso ciò causa sofferenza a chi lo vive e a chi sta vicino. Ci sono trattamenti e terapie in grado di aumentare la qualità del benessere e ampliare le abilità per affrontare i problemi. Quindi se dovesse avere la necessità di un supporto, per affrontare questo momento, i suoi timore e dubbi, non esiti a prendere contatto con un professionista. Se lo desidera può scrivermi un messaggio e se ha altre domande e io sarò in grado di rispondere, lo farò volentieri. Buona serata. Dott.ssa Chiara Pavia

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Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Gentile Signora, se il paziente è il suo compagno il lavoro terapeutico riguarda lui e il terapeuta secondo quelli che sono i loro accordi. Diversamente se l'intervento è rivolto a voi come coppia la sua domanda può trovare una risposta all'interno del lavoro che state svolgendo. Ci sono diversi orientamenti teorici e diverse tecniche che possono essere utilizzate, pertanto non è semplice risponderle. E' sicuramente una buona possibilità rivolgere questa domanda alla terapeuta che state consultando, anche perché le forme con cui si può evidenziare un disturbo sono molte e possono avere diverse intensità o invasività. Nonostante il breve resoconto degli eventi lei ha sicuramente fatto molto per il suo compagno. Non è opportuno formulare altre ipotesi in quanto i dati a disposizione non le rendono attendibili e potrebbero essere controproducenti. Un cordiale saluto
Dr. Nunzio Nasti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Albese con Cassano
Gentilissima, francamente mi sembra molto prematuro parlare di disturbo di personalità dopo 2 soli colloqui. Faccia fare molta attenzione al suo ragazzo a non farsi addossare etichette diagnostiche troppo facili e soprattutto rapide... La ricerca scientifica ha dimostrato, tra l'altro, che la diagnosi può ostacolare l'efficacia terapeutica. Non sto suggerendo di non guardare e considerare l'eventuale situazione come potenzialmente grave in cui si trova nel rapporto con il suo ragazzo ma solo il fatto che bisogna essere molto cauti a parlare di disturbi di personalità. Come si deve comportare lei? E' impossibile darle dei suggerimenti seri e professionali con le scarse informazioni in mio possesso. Mi dispiace. Dovrei conoscere lo specifico rapporto che ha con il suo ragazzo, per esempio. Le suggerisco di prendere contatto per qualche seduta ( in tanti casi può anche bastare anche un colloquio solamente) per un approfondimento con una/o collega/o. Spero di essere stato, almeno in una piccola parte, di aiuto. Mi dispiace molto non poter fare di più. In bocca al lupo!
Dott.ssa Maura Falocco
Psicologo, Professional counselor
Grottaferrata
Gentile signora,
È difficile darle una risposta perché non è chiaro il modo in cui avete contattato lo psicologo e con chi ha parlato. Mi sembra di aver capito che l'incontro sia stato fatto dal suo compagno, non ho invece capito chi le ha detto del disturbo di personalità. Se è stato lo psicologo a riferirglielo, può chiedere a lui cosa deve fare. Se non avviate una terapia di coppia, non escluda la possibilità di intraprendere anche lei un percorso per capire meglio il rapporto con questo compagno. Un cordiale saluto
Dott.ssa Elisa Galantini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, ci sono elementi nel suo racconto che meriterebbero un approfondimento. Credo che più che parlare in chiave di diagnosi probabilmente sarebbe utile comprendere quanto questi “comportamenti particolari” del suo compagno possano essere per lei difficili da sostenere e/o quanto li sente intrusivi nella relazione. Forse confrontarsi con uno psicoterapeuta potrebbe sostenerla nell’affrontare questo momento delicato. Un cordiale saluto Dott Elisa Galantini
Dott. Alberto Galia
Psicologo, Sessuologo
Milano
Gentile utente, impossibile darle indicazioni comportamentali in assenza di ulteriori dati personologici riguardanti il suo compagno. Ad ogni modo, avendo pubblicato il quesito nella sezione "Narcisismo", immagino che il sospetto diagnostico sia di disturbo narcisistico di personalità. È fondamentale prima d'ogni altra cosa avere certezza della diagnosi in questione, oppure, in assenza di diagnosi nosografica, ulteriori informazioni sul funzionamento del suo compagno. Cosa intende in questo caso per ambivalente? Verso chi/cosa? Nei confronti della vostra relazione sentimentale o in generale, come attitudine conflittuale verso il mondo? Sono tutti elementi che vale la pena approfondire: ogni indicazione datale in questa sede rischierebbe di fuorviarla.
Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Buongiorno. Dispiace essere netti, ma chi ha visto lei e il suo compagno deve dare ulteriori chiarimenti e pensare insieme a voi. Da qui si rischia di darle opinioni non utili
Dr. Vittorio Cameriero
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bologna
Buonasera, se il suo compagno sta intraprendendo un percorso di aiuto psicoterapico, questo è positivo intanto per lui, e per una probabile ricaduta utile sulla coppia. A lei invece sono giunte delle imformszioni sulla realtà psicologica del suo compagno, compresa una diagnosi di disturbo di personalità, che dovrebbero essere accertate e comprese, facendo magari riferimento al professionista che le ha formulate. Per rispondere alla sua domanda di come doversi comportare, avrebbe più senso avere più informazioni su questa sua richiesta, che così appare generale e poco specificata. Riterrei utile per lei, indirizzarsi nel richiedere una consulenza specifica ad un collega, nella quale possa chiedere e confrontarsi sui dubbi e sulle questioni comportamentali nell'ambito della sua relazione sentimentale.
Sinceri auguri,.dr Cameriero Vittorio
Dott.ssa Daniela Benedetto
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno
Io credo che le cose vadano affrontate una alla volta ed osservate ‘a distanza’ per poterle focalizzare meglio.
Un primo passo e’ stato fatto, attivare la consulenza di uno specialista, che però non e’ chiaro dalle sue parole se lo sia e chi sia ( psicologo, psicologo psicoterapeuta, psichiatra...)
Mi sembra che da questa consulenza di coppia sia stato deciso un paziente/cliente designato.
Verifichi che tutte le istanze portate al colloquio siano state soddisfatte.
Le problematiche inerenti la coppia possono essere osservate in itinere così come non sottovaluti la possibilità di individuare anche lei uno specialista dal quale sentirsi supportata.
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Dott.ssa Federica Leonardi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, non mi sento di darle indicazioni o consigli sia perché gli elementi a disposizione sono troppo pochi e sia perché credo che ci sia stata molta confusione. Sinceramemte il fatto che in due colloqui sia stata fatta una diagnosi mi sembra superficiale e non costruttivo. Se fossi in voi mi farei dare spiegazioni più precise sui motivi di alcune scelte. Parta da una riflessione...voi siete andati per una terapia di coppia, perché?
Dott.ssa Federica Leonardi
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno! Il passo più importante è stato intrapreso. I disturbi di personalità sono viari in intensità e aspetti specifici, quindi bisognerebbe sapere in base a tali dati quali possano essere i risvolti nel quotidiano e nella vostra dinamica di coppia. Può chiedere a chi sta seguendo il suo compagno cosa le può essere di aiuto. Se ci fosse necessità di un sostegno per lei dovrebbe rivolgersi ad un altro terapeuta. Da una parte ci possono essere comportamenti più proficui per il benessere del suo compagno, ma sono da considerare anche i timori e le emozioni che alla luce dei fatti, lei sente verso questa situazione. Spero di essere stata chiara. Rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti in merito.
Saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Adriana Casile
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera, se il suo compagno ha deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia vuol dire che ha iniziato a prendersi cura di sé e lei può sostenerlo e supportarlo e avere la pazienza di aspettare che prenda consapevolezza delle sue difficoltà, da dove vengono e tirar fuori le risorse necessarie per un eventuale cambiamento. Ogni lungo cammino inizia sempre con un solo passo e voi lo avete fatto chiedendo aiuto. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Dr. Andrea Botti
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Milano
Buongiorno.
Dal racconto che descrive è emersa la fatica, il dolore e magari l'ansia e la paura che la situazione incerta con il suo compagno le hanno rimandato.
Lei ha convinto il suo compagno a fare un lavoro su di sè ma è qui importante distinguere tra ciò che è Psicoterapia individuale per il suo compagno e ciò che è Psicoterapia di coppia per entrambi.
E' importante che in base agli obiettivi il lavoro sia diversificato.
Ora disturbo di personalità è un'etichetta e posso immaginare che il suo vissuto di fronte a quest'etichetta sia stato di intensa ansia, paura, preoccupazione se non addirittura panico.
Ma le emozioni che prova quali sono?La gestione delle emozioni è importante così da non andare in ansia, agitazione o panico.
Dentro quella relazione sta bene oppure si sente limitata, spaventata, ansiosa?
Al di là dell'etichetta del suo compagno sarà importante lavorare su di sè così da cogliere e significare eventuali stati d'ansia, paura, preoccupazione, panico.
Per fare questo potrebbe essere utile ritagliarsi uno spazio di Psicoterapia individuale così da lavorare su questi temi.
Intanto la invito a vedere il mio profilo dove troverà molti video che parlano di relazioni, ansia, panico, paura e narcisismo.

Resto a disposizione.

Un saluto.

dr Andrea Botti
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno. Sono d'accordo con la collega che ritiene fuorviante dare indicazioni do un percorso e di un trattamento che non si conosce. Riferisca i suoi dubbi alla psicologa che vi sta seguendo.

Cordialità

MT
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, credo che per sia meglio continuare a chiedere informazioni alla terapeuta che vi segue, altrimenti rischia di confondersi.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

potrebbe alimentare una certa confusione dare indicazioni in merito ad un percorso psicoterapico che non si conosce.
Si affidi alla specialista contattata, e riferisca tutti i suoi dubbi alla psicologa scelta.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
segua i consigli della sua terapeuta. Qui è impossibile entrare nel merito.
Un saluto,
MMM
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, credo sia meglio seguire le indicazioni della collega che vi ha in carico ed esporre a lei ogni perplessità e quesito, la collega sarà ben lieta di poterle fornire delucidazioni. E' importante comunque proseguire un supporto psicologico.
In bocca al lupo, dott. FDL
Dott.ssa Lorena Ferrero
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera,
quindi le indicazioni della collega sono per un percorso di psicoterapia individuale per il suo compagno. Se in questa situazione sente la necessità di un sostegno individuale può Lei affidarsi ad uno psicologo psicoterapeuta, facendosi consigliare da lei ocercando in autonomia un professionista. Cordialità
Dott.ssa Teresita Forlano
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Roma
Buon giorno, lei chiede come comportarsi.
Questa è una domanda da porre al professionista che ha in carico il suo compagno. È lui che può orientarla conoscendo la situazione. Onestamente.
Buona giornata
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott.ssa Valentina Maccioni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cagliari
Buongiorno. Capisco la difficoltà di reggere la situazione in cui si trova, per questo motivo penso che sarebbe importante che lei si rivolgesse ad uno psicologo, per iniziare un suo percorso. Potrebbe sicuramente esporre questi dubbi alla vostra terapeuta di coppia, che saprà sicuramente indirizzarla. Cordialmente
Dott.ssa Valentina Maccioni
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente,

data la particolarità della situazione le consiglio di parlarne con il suo terapeuta, in questa sede rischiamo di darle consigli poco utili e attinenti al suo caso.

Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Dott.ssa Simona Del Peschio
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Car* utente, grazie per aver posto la sua domanda qui. Si tratta di una situazione particolare per cui fornire una risposta alla sua domanda risulta alquanto complesso. Non ho ben compreso se il percorso intrapreso sia di coppia. In questo caso, sarebbe più opportuno continuarlo col terapeuta che vi ha preso in carico, individuando, col suo intervento, delle strategie e delle risorse che possano consentirvi di gestire la vita di coppia e la convivenza. Se, invece, ad essere seguito è unicamente il suo compagno, potrebbe rivelarsi importante, per lei, avere un suo spazio per lavorare su di sé, per comprendere i suoi vissuti ed elaborarli, per capire come gestire la situazione e focalizzarsi sulle sue risorse individuali oltre che essere supportat*.
Le faccio un grande in bocca al lupo.
Un caro saluto,
Simona Del Peschio
Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Gentilissima utente, mi dispiace per la situazione che stai vivendo. In una relazione in cui uno dei partner ha un disturbo di personalità, è importante cercare supporto da parte di un professionista qualificato. È positivo che tu e il tuo compagno abbiate deciso di consultare una psicologa insieme.
In una prospettiva psicologica sistemico-relazionale, è importante considerare la relazione nel suo insieme e non solo il singolo individuo. È possibile che ci siano dinamiche relazionali specifiche che contribuiscano al mantenimento del problema nel vostro rapporto.
Un percorso terapeutico potrebbe essere benefico per entrambi, per esplorare le dinamiche della vostra relazione e individuare eventuali cambiamenti necessari per una maggiore salute psicologica e relazionale.
Durante questo processo, è importante essere empatici, rispettosi e pazienti l'uno con l'altro. Comunicare apertamente le proprie emozioni, bisogni e aspettative può aiutare a creare una maggiore comprensione reciproca e a costruire una relazione più salda.
Ricorda che prendersi cura di sé stessi è altrettanto importante, quindi cerca il supporto di amici, familiari o un professionista per affrontare i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni in questo momento delicato. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione anche online.
Dott. Cordoba
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Dott.ssa Alessia Cipriano
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno. Parlare di un disturbo di personalità richiede una valutazione approfondita e prolungata, quindi è possibile che in questo momento il professionista abbia solo identificato alcune caratteristiche su cui lavorare, senza necessariamente aver emesso una diagnosi definitiva.

Dal momento che sembra siate in un percorso di coppia, tutto ciò che emerge dalle sedute è volto ad essere affrontato insieme, aiutandovi a comprendere meglio le dinamiche della vostra relazione, i confini reciproci e come potete supportarvi a vicenda. Il suo ruolo, quindi, sarà quello di lavorare insieme al suo compagno per trovare il modo migliore di affrontare le eventuali difficoltà.

Se, invece, il lavoro dovesse spostarsi su aspetti più personali del suo compagno, è bene lasciare che questo venga gestito tra lui e il terapeuta, continuando però a sostenersi reciprocamente.

In ogni caso, il consiglio è di attendere qualche incontro in più per avere una visione più chiara e approfondita della situazione.
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua situazione. Affrontare un disturbo di personalità all'interno di una relazione può essere complesso, ma il fatto che abbiate già intrapreso un percorso terapeutico è un passo importante. Se il suo compagno è stato diagnosticato con un disturbo di personalità e la psicologa ha suggerito che deve lavorare sull'io, significa che ci sono difficoltà nella gestione delle emozioni e nella formazione di relazioni interpersonali equilibrate.
Se il suo compagno sta affrontando un disturbo di personalità, la terapia richiederà tempo e impegno. Mostrargli supporto emotivo senza cercare di risolvere tutto per lui sarà fondamentale. Potrebbe essere utile per lei parlare con un terapeuta per affrontare le difficoltà che emergono e ricevere un sostegno adeguato. Se avesse ulteriori dubbi, non esiti a contattarmi. Cordialmente,
Dott.ssa Francesca Spano
Psicologo, Professional counselor, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua situazione. È comprensibile che questa scoperta possa generare incertezza. In questi casi, è importante mantenere un atteggiamento di supporto e comprensione verso il suo compagno, incentivando il percorso terapeutico che ha già intrapreso. Allo stesso tempo, può essere utile prendersi cura anche di sé, cercando di comprendere i propri bisogni emotivi e stabilendo confini sani nella relazione. Potrebbe essere utile anche consultare un terapeuta individuale per riflettere su come gestire al meglio la situazione e per ricevere il supporto necessario durante questo processo.
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Buongiorno, da queste poche righe si evince quanto lei tenga alla relazione, tanto da mettersi in gioco in prima persona e chiedersi cosa lei possa fare e come comportarsi. È importante sapere che il disagio del suo compagno non riguarda solo lui, ma anche le dinamiche relazionali che condividete. Ricordi però che il suo ruolo non è 'risolvere' il problema, ma essere presente come compagna e supportarlo in questo percorso.
Alcune indicazioni utili potrebbero essere:
- Riconoscere i suoi limiti, ricordando che il cambiamento è un processo che riguarda il lavoro personale del suo compagno.
- Osservare le vostre dinamiche di coppia: come comunicate, come reagite ai comportamenti dell’altro e come potete sostenervi a vicenda.
- Prendersi cura anche di sé stessa: chiedersi cosa le serve per stare bene e, se necessario, considerare un supporto individuale.
- Continuare a collaborare con la psicologa che vi segue, condividendo apertamente dubbi e difficoltà per affrontare insieme il percorso.
Il cambiamento richiede tempo e pazienza, ma il fatto che stiate cercando insieme un aiuto è già un passo importante! In bocca al lupo.
Buongiorno, le ha esplicitamente detto che il suo compagno ha un disturbo di personalità? Inoltre, lo ha "fatto notare" solo a lei o anche al diretto interessato? In ogni caso se ha dubbi o ha bisogno di ulteriori chiarimenti rispetto a quanto viene comunicato da un professionista, è sempre bene rivolgersi al professionista stesso. Un caro saluto.
Dott.ssa Federica Trobbiani
Psicologo clinico, Psicologo
Albano Laziale
Gentile Paziente Anonimo,
Ricevere una diagnosi o decidere di iniziare una valutazione psicodiagnostica è un momento molto delicato, sia per il destinatario sia per chi gli è vicino. Bisogna tenere a mente che si tratta di una scelta che, in ultima istanza, spetta al suo compagno, visto che lo riguarda in prima persona.
Ciò che lei può fare è stargli accanto, accompagnandolo nel prendere questa decisione parlandone tra di voi e discutendone con la psicologa che vi segue come coppia, visto che vi sta conoscendo e che lei per prima ha posto la questione, chiedendole le informazioni e il parere di un esperto del settore.

Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Trobbiani
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente, non è affatto raro in un percorso che inizialmente si prospetta come una terapia di coppia, che il professionista, attraverso i colloqui individui delle dinamiche individuali più marcate in uno o in entrambi i partner che necessitano di un'attenzione specifica. In questo caso, la psicologa ha indicato al suo compagno la necessità di intraprendere un lavoro più focalizzato sul suo "io". Le suggerirei di valutare la possibilità di avere parallelamente anche lei un suo spazio di ascolto individuale. Intraprendere un suo percorso terapeutico le offrirebbe un luogo sicuro e protetto dove poter esplorare le sue emozioni e i suoi vissuti.
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Brescia
Dott.ssa Helena Afflitto
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per la condivisione.
La tua domanda è un buon punto di partenza, perchè sposta il focus su di te. Cosa devi fare tu? come devi comportarti? al posto del ''devo'' fai spazio al ''sento''. Connettiti con le tue emozioni.
Forse ora è il momento di spostare l’attenzione su di te. Più che chiederti cosa non va in lui, o cosa puoi fare o devi fare tu per lui prova a chiederti: cosa puoi fare tu per te stessa. Cosa ti tiene legata a questa relazione?
Domandati anche qual è il tuo bisogno profondo in tutto questo.
Ripartire da te è il primo passo per capire davvero cosa fare.
Capire cosa c'entri tu con queste dinamiche e perchè ti attivano e cosa ti attivano.
Focus su di te.
Cordialmente
Helena Afflitto
Dott.ssa Chiara Biasi
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno, non mi è chiaro se sta proseguendo come terapia di coppia oppure individuale solo sul suo compagno. Detto ciò, la persona con cui sta adesso è la stessa persona che ha ricevuto questa diagnosi. Se siete seguiti dalla stessa psicologa come coppia è un argomento che può portare a lei, se invece va solo lui, può sempre chiedere supporto a un altro professionista.
Dott.ssa Benedetta Cereda
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, per rispondere alla sua domanda è necessario capire insieme la natura e l'entità dei comportamenti e vedere come lei può fronteggiare le situazioni che si presentano.
Sono disponibile a fare qualche colloquio per vedere e scoprire quali strategie le possono essere più utili e che può mettere in atto per far fronte ai comportamenti del suo compagno.
Cordiali saluti
Dott.ssa Lucrezia Navarra
Psicologo, Psicologo clinico
Bassano del Grappa
Buongiorno,
capisco la sua preoccupazione e il desiderio di sapere come comportarsi. È importante chiarire che definizioni come “ambivalente” o il bisogno di “lavorare sull’io” non equivalgono automaticamente a un disturbo di personalità: sono indicazioni che la psicologa ha colto come aree su cui il suo compagno può trarre beneficio da un percorso di approfondimento personale.
La cosa più utile, in questo momento, è che lui porti avanti con continuità la terapia, così da comprendere meglio sé stesso e le proprie modalità relazionali.
Per quanto riguarda lei, può essere di aiuto:
- mantenere un atteggiamento di sostegno, senza sostituirsi al lavoro che spetta a lui;
- ritagliarsi uno spazio personale, per riflettere su come si sente nella relazione e su cosa è importante per il suo benessere;
- valutare, se lo desidera, la possibilità di avere a sua volta un confronto con uno psicologo, così da avere uno spazio neutro per gestire dubbi ed emozioni.
Ogni percorso di coppia è unico, ma il fatto che lei stia cercando di capire come affrontare la situazione è già un passo prezioso.
Dott.ssa Cecilia Cicchetti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, se il suo compagno sta iniziando un percorso psicologico è già un passo importante. Per lei, il primo punto è tutelare il proprio benessere: convivere con una persona che ha tratti di disturbo di personalità può essere emotivamente faticoso.
Le consiglio di valutare anche un supporto individuale per sé, così da comprendere meglio i suoi bisogni, i limiti che può (o non può) sostenere nella relazione e come gestire le dinamiche che inevitabilmente si attivano.
Buongiorno, da ciò che scrive si può immaginare il forte impatto che può avere avuto su di lei questa nuova definizione che si è aggiunta al suo compagno e alla vostra relazione. Sarebbe interessante se si domandasse quali parti di questa novità la attivano maggiormente e quali emozioni suscitano in lei. Non avendo il quadro diagnostico del suo compagno, è difficile comprende quali possano essere nel concreto i comportamenti più funzionali e per lei utili in questo caso. Il suggerimento è di ascoltare la psicologa che frequentate insieme per potersi percepire bene all'interno della relazione e realizzare quali scelte sono per lei le più adatte. Mettersi in gioco come ha fatto è uno splendido punto di partenza per scoprire qualunque posto in cui vi porterà questo percorso. Forse, visto il lavoro sull'io di cui parla la vostra psicologa, lui dovrebbe cominciare un percorso individuale con questo focus, ma mi rimetto al giudizio della collega. Per finire, ricordo che la definizione categorica data da una diagnosi è in realtà qualcosa di molto più variegato, per intensità, complessità e frequenza. Ciò che emerge con un nuovo nome è in realtà qualcosa che si è sempre vissuto, nulla di davvero nuovo, ma solo guardato con più attenzione. Perciò la novità è quella della consapevolezza e da lì si parte non per mettere in discussione il passato, ma per pensare alle scelte del futuro.
Le auguro un florido percorso.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, è comprensibile sentirsi spaesati di fronte alla diagnosi di un disturbo di personalità del partner. Prima di tutto, è importante continuare a prendersi cura di sé e dei propri bisogni, mantenendo confini chiari e proteggendo la propria serenità. Potrebbe essere utile anche intraprendere un percorso personale con uno psicologo psicoterapeuta, per elaborare le emozioni che emergono e capire come gestire la relazione in modo equilibrato. La terapia di coppia può aiutare solo se entrambi i partner sono disposti a lavorare attivamente su sé stessi e sulla relazione, senza che uno si faccia carico esclusivamente dei cambiamenti dell’altro. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno,
capisco quanto possa essere difficile trovarsi in una situazione come la sua, in cui da un lato c’è l’affetto e il desiderio di sostenere il proprio compagno, e dall’altro la preoccupazione per alcuni comportamenti che ora, grazie al confronto con la psicologa, assumono un significato diverso.
Per quanto la riguarda, la cosa più utile che può fare è mantenere un atteggiamento di sostegno, ma senza caricarsi del ruolo di colei che deve risolvere le difficoltà dell’altro. Il suo compagno ha bisogno di affrontare il proprio percorso in uno spazio protetto, e il suo contributo può essere quello di offrirgli presenza e comprensione, pur continuando a tutelare sé stessa.
Può essere utile anche per lei avere uno spazio personale di ascolto e riflessione, per comprendere meglio come si sente, quali dinamiche la coinvolgono maggiormente e come gestirle nel modo più equilibrato possibile. In questo modo potrà accompagnarlo nel suo percorso senza perdere di vista il suo benessere.
Resto a disposizione.
Buonasera
Intanto è molto apprezzabile la sua capacità di osservazione e di consiglio ed è altrettanto apprezzabile che il suo compagno abbia accettato la sua proposta.
Come mai pensa di dover fare qualcosa in merito? Ha già mostrato interesse nei confronti della salute (in senso ampio) del suo compagno e si è presa cura di lui dandogli un importante consiglio che probabilmente lo aiuterà a gestire meglio la sua vita. Sente di dover fare altro?
A volte, il perchè delle domande che ci poniamo dice tanto di noi, molto più delle risposte che ci aspettiamo.
Provi a riflettere sul significato della sua domanda e non tanto sulla risposta.
Un caro saluto
Dott.ssa Sofia Binanti
Dott. Domenico Poliseno
Psicologo, Sessuologo
Giovinazzo
Comprendo quanto questa situazione possa generare sofferenza e un profondo senso di smarrimento. Si tratta di vissuti psicologici delicati, che meritano ascolto e uno spazio adeguato per essere compresi.
Rivolgersi a un professionista può rappresentare un passo importante per esplorare più a fondo ciò che sta accadendo e per valutare la possibilità di recuperare o rielaborare alcune dinamiche personali o relazionali.
Se lo desidera, posso aiutarla a comprendere meglio questo momento e ad orientarsi verso un percorso che favorisca il suo benessere psicologico.

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