Buonasera, vi scrivo per un problema. Sono un genitore separato. Mi sono separato prima che ancora
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risposte
Buonasera, vi scrivo per un problema.
Sono un genitore separato. Mi sono separato prima che ancora il bambino nascesse.
La mia ex mi ha negato la paternità quindi sono ricorso in tribunale.
Fino a 15 mesi ho visto mio figlio con gli assistenti sociali perché dovevano valutare la mia idoneità. Dal 15 mese lo andavo a prendere presso l’abitazione materna.
Ora ha 5 anni e noto in lui un comportamento strano per un bambino della sua età.
Lo incontro due volte a settimana il martedì e il giovedì. Dorme con me un weekend si ed un altro no. Dorme con me anche un giorno in settimana.
Quando si fa l’orario di rientro, quindi devo accompagnarlo dalla mamma, si sbatte e dice che non vuole tornare.
Dice che vuole stare con me a giocare.
Io gli dico, va bene. Stai con me a giocare. Lui, allo stesso tempo, dice no, voglio andare da mamma. In auto, dice “quando arriviamo da mamma”.
Una situazione assurda e strana: mi chiedere di restare e insiste per stare con me. Glielo permetto ma allo stesso tempo vuole andarsene. Come mai?
Preciso che la situazione con la famiglia materna è altamente conflittuale quindi non c’è dialogo.
Sono un genitore separato. Mi sono separato prima che ancora il bambino nascesse.
La mia ex mi ha negato la paternità quindi sono ricorso in tribunale.
Fino a 15 mesi ho visto mio figlio con gli assistenti sociali perché dovevano valutare la mia idoneità. Dal 15 mese lo andavo a prendere presso l’abitazione materna.
Ora ha 5 anni e noto in lui un comportamento strano per un bambino della sua età.
Lo incontro due volte a settimana il martedì e il giovedì. Dorme con me un weekend si ed un altro no. Dorme con me anche un giorno in settimana.
Quando si fa l’orario di rientro, quindi devo accompagnarlo dalla mamma, si sbatte e dice che non vuole tornare.
Dice che vuole stare con me a giocare.
Io gli dico, va bene. Stai con me a giocare. Lui, allo stesso tempo, dice no, voglio andare da mamma. In auto, dice “quando arriviamo da mamma”.
Una situazione assurda e strana: mi chiedere di restare e insiste per stare con me. Glielo permetto ma allo stesso tempo vuole andarsene. Come mai?
Preciso che la situazione con la famiglia materna è altamente conflittuale quindi non c’è dialogo.
Gentilissimo, situazioni di questo genere non sono purtroppo rare quando è presente un conflitto genitoriale così significativo. Può effettuare un colloquio con uno psicoterapeuta in modo da capire, come padre, come aiutare indirettamente suo figlio. In alternativa può proporre alla sua ex moglie di andare assieme a lei da uno psicoterapeuta esperto in psicologia infantile che possa aiutarvi a capire come aiutare il bambino. Lo psicotropeuta potra’ eventualmente, previo consenso scritto di entrambi voi genitori, vedere anche il bambino e seguirlo in un percorso psicoterapeutico che lo aiuti a stare meglio. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti. Un saluto, Marta Corradi.
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Una situazione complessa sicuramente per lei padre, ma, mi sembra, che possa esserlo anche per il bambino. I momenti di passaggio da un genitore all'altro possono essere momenti delicati per i bambini. Può parlarne con uno psicologo infantile oppure può valutare di rivolgersi ai servizi che l'avevano seguita in passato anche solo per una consulenza.
Cordiali saluti
Alessia Vaudano
Cordiali saluti
Alessia Vaudano
Salve. La situazione familiare nel quale suo figlio si sta sviluppando è altamente conflittuale. Il comportamento di suo figlio molto probabilmente riflette un dilemma di fondo dentro il quale probabilmente si sente intrappolato.
Dovrebbe far valutare la situazione da uno psicologo infantile.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Dovrebbe far valutare la situazione da uno psicologo infantile.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Salve, come già le hanno scritto nelle risposte precedenti i miei colleghi, sarebbe bene che lei facesse dei colloqui con uno psicoterapeuta dell'infanzia per poter capire cosa sta succedendo al bimbo. Inoltre come lei scrive il rapporto con la mamma del bambino è molto conflittuale, quindi non c'è collaborazione fra voi e non sa se il bambino si comporta nella stessa maniera quando sta con la mamma. Da ciò che lei scrive trapela da parte del bimbo un messaggio contraddittorio, come se volesse rimanere a giocare con lei ma poi come se sentisse un senso di colpa, vuole tornare dalla mamma. Quindi sarebbe bene che d'accordo con la mamma anche il bimbo venisse sentito da uno psicoterapeuta dell'infanzia, forse giocando e disegnando, la psicoterapeuta potrebbe capire che cosa lo turba, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buonasera, dalla sua narrazione colgo tutta la preoccupazione e difficoltà nel gestire una situazione così complessa come può essere una separazione conflittuale. Spesso i bambini che vivono queste situazioni vivono un grande conflitto di lealtà nei confronti di un genitore quando stanno con l altro.
La tensione e lo stress potrebbero essere elevate, per questo motivo, come le hanno già suggerito, potrebbe essere utile per il bambino avere uno spazio di ascolto e di lavoro con uno psicologo.
Potrebbe essere utile anche per lei un percorso di sostegno per prendersi cura delle sue difficoltà. Infine, credo che l'ideale sarebbe avere una situazione più distesa con la madre del bimbo, spesso i percorsi di sostegno alla genitorialità e/o mediazione familiare possono aiutare. Saluti, dr.ssa Monica D'Elia
La tensione e lo stress potrebbero essere elevate, per questo motivo, come le hanno già suggerito, potrebbe essere utile per il bambino avere uno spazio di ascolto e di lavoro con uno psicologo.
Potrebbe essere utile anche per lei un percorso di sostegno per prendersi cura delle sue difficoltà. Infine, credo che l'ideale sarebbe avere una situazione più distesa con la madre del bimbo, spesso i percorsi di sostegno alla genitorialità e/o mediazione familiare possono aiutare. Saluti, dr.ssa Monica D'Elia
L'indicazione è semplice ma a volte è tutt'altro che facile: cercare sempre il dialogo con la mamma e il bambino. Spiegare e rassicurare il figlio; si smette di essere marito e moglie ma si è sempre madre e padre. Porre attenzione a non 'usare' più o meno consapevolmente il bambino per gli irrisolti della coppia. Farsi sostenere da uno specialista
Buonasera, una delle difficoltà maggiori dei bambini figli di genitori separati o divorziati é quella di risignificare il legame dei genitori e di conseguenza il loro legame con i figli. Tale processo richiede tempo e un intervento che agisca innanzitutto sul legame tra ex-coniugi. Atteggiamenti contradditori come quelli da Lei descritti possono essere sintomo di sensi di colpa, mancanza di significazione dell'accaduto e del nuovo assetto familiare. Consiglio di intraprendere un percorso che si muova nel senso di una cura dei legami familiari.Cordialmente, Dott.ssa Maissen
E’ una situazione complessa e mi pare di capire che il dialogo con la madre del bambino sia con lei interrotto.
E’ evidente che se ci fosse uno spazio di comunicazione la cosa migliore sarebbe di proporre la possibilità di un incontro genitoriale da uno psicoterapeuta per comprendere insieme la strada migliore da seguire nell’ottica di aiutare il bimbo attraverso un vostro corretto comportamento.
In assenza di questa possibilità continui ad essere presente per il suo bimbo e anche a tranquillizzarlo sul fatto che lei ci sarà sempre anche se il tempo a volte e’ tiranno e che può contare sempre su di lei.
Ci tenga aggiornati
Dr.ssa Daniela Benedetto
E’ evidente che se ci fosse uno spazio di comunicazione la cosa migliore sarebbe di proporre la possibilità di un incontro genitoriale da uno psicoterapeuta per comprendere insieme la strada migliore da seguire nell’ottica di aiutare il bimbo attraverso un vostro corretto comportamento.
In assenza di questa possibilità continui ad essere presente per il suo bimbo e anche a tranquillizzarlo sul fatto che lei ci sarà sempre anche se il tempo a volte e’ tiranno e che può contare sempre su di lei.
Ci tenga aggiornati
Dr.ssa Daniela Benedetto
Salve quello che lei sta descrivendo è un ambiente familiare fortemente conflittuale. Di fatto mi sembra che il bambino sia combattuto Fra lo stare con il padre e lo stare con la madre avendo costantemente l'indecisione Su quale dei due sia quello che più lo fa star bene. Immagino che quando si ha con lei tema di fare torto alla mamma e viceversa. Quello che può fare lei e cercare di rendere l'ambiente più tranquillo possibile e non di screditare mai la mamma per evitare che il bimbo viva un senso di colpa punto qualora lo ritenesse opportuno può provare a portare il bimbo da un neuropsichiatra infantile o uno psicologo che si occupa di Minori per verificare se ci siano difficoltà ulteriori
Salve, comprendo la sua preoccupazione difronte ad una situazione difficile, il comportamento di suo figlio rappresenta in qualche modo l’espressione del sintomo di malessere della coppia genitoriale. Sicuramente un colloquio con uno psicologo le fornirebbe le strategie di coping utili per affrontare questa situazione e per orientarsi su come intervenire nei confronti di suo figlio è della madre. Rimango a disposizione per ogni chiarimento .
Buongiorno. È possibile stabilire una linea di comunicazione chiara e matura tra le parti? Dato che tuttora vi è un livello di conflitto molto alto temo che sia inutile, se non controproducente, triangolare il bambino. Per far fare una visita a suo figlio occorre il consenso di entrambi i genitori, per cui, se lei sente che c'è un problema, deve per forza interfacciarsi con la madre del bambino. Sino a quel momento può solo fare da contenitore all'ansia di suo figlio, essere una figura stabile e solida, perché il bambino sembrerebbe mostrare difficoltà nel separarsi.
Buonasera,
quello che descrive è un bimbo in "conflitto".
Lavoro tanto con coppie separate e non mi stanco mai di lavorare con loro affinchè ritrovino l'equilibrio possibile per quella famiglia.
Provi a chiedere aiuto. L' approccio familiare è di grande aiuto in questi casi.
MM
quello che descrive è un bimbo in "conflitto".
Lavoro tanto con coppie separate e non mi stanco mai di lavorare con loro affinchè ritrovino l'equilibrio possibile per quella famiglia.
Provi a chiedere aiuto. L' approccio familiare è di grande aiuto in questi casi.
MM
Buongiorno. È riuscito a dare a un figlio il suo papà, e questo risultato le ha dato equilibrio nell'assumere il ruolo genitoriale, a fronte dell'alto livello di conflittualità famigliare. Concordo con quanto suggeritole dai colleghi, e aggiungo che le manifestazioni di ansia del bimbo che si sente conteso potrebbero attenuarsi, se lui sentira' e vedra' confermato che nei suoi genitori il volere il suo bene prevale sul volerlo per se'. E' importare restare concentrati su di lui. Un cordiale saluto. Dott.ssa Cinzia Lucia Bugni Batte
Salve,
Il conflitto che c'è nella vostra famiglia si riflette nel mondo interiore del Vostro bambino, che si sente come "spaccato" in due e diviso tra il desiderio di stare con il padre e la paura o il timore di "tradire" la madre o di perderla. Purtroppo si tratta di una situazione comune alla maggior parte delle famiglie divise da una separazione coniugale ad alto conflitto. Le consiglio di provare a parlarne con la Sua ex moglie e di rivolgervi ad uno psicologo-psicoterapeuta familiare che possa aiutarvi a ricostruire una comunicazione più serena ed efficace, nell'ottica di una continuità genitoriale sana nell'esclusivo interesse di Vostro figlio. La coppia, intesa come relazione coniugale, finisce ma la coppia genitoriale deve continuare a funzionare efficacemente per il bene dei figli.
Saluti,
GF
Il conflitto che c'è nella vostra famiglia si riflette nel mondo interiore del Vostro bambino, che si sente come "spaccato" in due e diviso tra il desiderio di stare con il padre e la paura o il timore di "tradire" la madre o di perderla. Purtroppo si tratta di una situazione comune alla maggior parte delle famiglie divise da una separazione coniugale ad alto conflitto. Le consiglio di provare a parlarne con la Sua ex moglie e di rivolgervi ad uno psicologo-psicoterapeuta familiare che possa aiutarvi a ricostruire una comunicazione più serena ed efficace, nell'ottica di una continuità genitoriale sana nell'esclusivo interesse di Vostro figlio. La coppia, intesa come relazione coniugale, finisce ma la coppia genitoriale deve continuare a funzionare efficacemente per il bene dei figli.
Saluti,
GF
Gentile signore, il comportamento che ha suo figlio è abbastanza comune nei bimbi con genitori separati. La separazione per quanto accettata e a volte molto desiderata dai genitori non lo è mai ( quasi mai) per i bambini. A 5 anni si sviluppano una serie di pensieri più complessi che interrogano il bambino e probabilmente per quanto razionalmente abbia sempre vissuto questa situazione di separazione, inconsciamente c’ è qualcosa che non accetta. Forse il bimbo ha bisogno di parlare ed esplorare ciò che sente.
Cordialmente
Dr.ssa Russo
Cordialmente
Dr.ssa Russo
Gentile,
si percepisce ed immagino la sua confusione e difficoltà nel gestire una situazione così complessa a partire dagli assistenti sociali.
I bambini percepiscono molto il malessere dei genitori, se tra di voi la situazione è stata conflittuale fin dalla nascita del piccolo, mi chiedo sei rapporti sono migliorati. Per caso sa se tale comportamento lo aiuta anche con la madre quando sa che deve venire da lei? Purtroppo i bambini sono meno sciocchi di quello che pensiamo e sono una spugna percependo le emozioni non dette dell'altro, in questo caso i genitori. Suo figlio le sta mostrando un sintomo di difficoltà, ma personalmente, prima di pensare ad una terapia infantile, proporrei una terapia familiare o una mediazione familiare alla genitorialità, dove uno specialista possa aiutarvi in questo passaggio.
cordialmente
dott.ssa Giada Guadagnin
si percepisce ed immagino la sua confusione e difficoltà nel gestire una situazione così complessa a partire dagli assistenti sociali.
I bambini percepiscono molto il malessere dei genitori, se tra di voi la situazione è stata conflittuale fin dalla nascita del piccolo, mi chiedo sei rapporti sono migliorati. Per caso sa se tale comportamento lo aiuta anche con la madre quando sa che deve venire da lei? Purtroppo i bambini sono meno sciocchi di quello che pensiamo e sono una spugna percependo le emozioni non dette dell'altro, in questo caso i genitori. Suo figlio le sta mostrando un sintomo di difficoltà, ma personalmente, prima di pensare ad una terapia infantile, proporrei una terapia familiare o una mediazione familiare alla genitorialità, dove uno specialista possa aiutarvi in questo passaggio.
cordialmente
dott.ssa Giada Guadagnin
Gentile papà, quello che mi sento di dirle, è che spesso i bambini coinvolti nella separazione dei loro genitori, vivono un conflitto di lealtà nei confronti della figura di accudimento primario, ovvero la sua mamma; questo significa che suo figlio si sente in colpa di desiderare di stare di più con lei, perché ha paura che questo suo sentire possa far soffrire la mamma: questo è il conflitto che lui vive e che lo rende incoerente in quello che lui dice. Il mio consiglio è quello di attutire questo suo senso di colpa attraverso un atteggiamento di ascolto non giudicante e cercando, per quello che le è possibile, di evitare di entrare continuamente in conflitto con la famiglia materna, anche se immagino non sia così facile. Vedrà che con il tempo e la pazienza, il rapporto con suo figlio andrà via via rafforzandosi e sarà lui un giorno a difenderlo di fronte a tutti. Buona vita
Buongiorno. Prima di chiedersi Cos ha, si è chiesta se è felice? Ha una vita complicata e stressante, gestisce situazioni e persone. Si dedica un po' di tempo 'buono'? Si prende cura delle sue fragilità? Si concede di averne?
Forse un colloquio terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere come sta e cosa può fare per eliminare la sintomatologia che presenta.
Forse un colloquio terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere come sta e cosa può fare per eliminare la sintomatologia che presenta.
Salve, le consiglio di rivolgersi ad un psicoterapeuta che lavora soprattutto con i bambini.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, si rivolga a un professionista dell'età evolutiva, vedrà che andrà molto meglio. Un saluto,
MMM
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve, capisco da un lato tutta la sua preoccupazione e sofferenza in questa situazione familiare. La separazione della coppia genitoriale rappresenta un momento di crisi che comporta un periodo di diseguilibrio spesso caratterizzato da accesi conflitti. Possono capitare momenti come quelli vissuti da suo figlio dove vive sentimenti ambivalenti. Le Consiglio di mantenere un atteggiamento di ascolto e accoglienza verso quello che il bimbo manifesta e, se necessario, rivolgersi ad un mediatore familiare col fine di riorganizzare le relazioni genitori/figli. Saluti
Buongiorno, la paternità non è solo un legame biologico, la una relazione che si crea nel tempo, un legame significativo. Potrebbe chiedere un aiuto a un professionista per vedere quale ideale di Padre/Figlio ha rispetto a quello che sta vivendo.
Buonasera, si tratta di una situazione complessa da gestire come genitori e adulti, ancor di più per un bambino di 5 anni.
Anche se sul figlio non ha mai vissuto contemporaneamente con entrambi, è probabile che desideri fortemente stare con i suoi genitori, potrebbe sentire di fare una scelta ad ogni separazione, tra la mamma ed il papà. Il mio invito, per il benessere del bambino, è di riconciliarsi in un dialogo con la sua ex. Avete smesso di essere coppia, ma siete genitori ed in quanto tali avete delle responsabilità e delle scelte da prendere in accordo.
Anche se sul figlio non ha mai vissuto contemporaneamente con entrambi, è probabile che desideri fortemente stare con i suoi genitori, potrebbe sentire di fare una scelta ad ogni separazione, tra la mamma ed il papà. Il mio invito, per il benessere del bambino, è di riconciliarsi in un dialogo con la sua ex. Avete smesso di essere coppia, ma siete genitori ed in quanto tali avete delle responsabilità e delle scelte da prendere in accordo.
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Buonasera, purtroppo il suo è un problema frequente nei bambini con genitori separati che vivono una forte conflittualità. Dal suo racconto appare abbastanza chiaro che il bimbo vive un conflitto di lealtà con l'uno o con l'altro genitore, in quanto soffre di una sorta di incoerenza affettiva, sentendosi in colpa quando dà il suo affetto a uno dei due, come se tradisse l'altro. Tale dinamica si ripete da una parte e dall'altra come un meccanismo disfunzionale senza tregua. Laddove non si riesca a trovare un'intesa con l'altro genitore, è comunque molto utile una consulenza con uno psicoterapeuta da parte di un genitore (anche in modalità telematica), per acquisire delle strategie per gestire al meglio un rapporto più sereno con il bimbo.
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Gentile utente, si tratta di una situazione complessa e spesso purtroppo può capire quando si tratta di bambini che vivono indirettamente una separazione conflittuale. Sembra che il bambino si sente nella posizione di "dover scegliere" tra i due genitori. Bisogna far capire al bambino che non deve assolutamente fare alcuna scelta ed entrambi volete il suo bene.
resto a disposizione per eventuali chiarimenti
cordiali saluti
Dott.ssa Mara Diana
resto a disposizione per eventuali chiarimenti
cordiali saluti
Dott.ssa Mara Diana
Buongiorno, penso che suo figlio viva tutta l'ambivalenz affettiva di un bambino che sta vivendo la separazione dei suoi genitori. Penso che la conflittualità genitoriale possa non aiutarlo a vivere un periodo così complicato come quello che sta vivendo suo figlio. Credo che se denota sofferenza nel suo bambino possa attivare un percorso si supporto psicologico per lui e di supporto genitoriale per voi, affinché possiate mantere una linea comune nel relazionarvi con vostro figlio. Rimango a disposizione, la saluto
Buonasera, comprendo la sua preoccupazione riguardo al comportamento strano di suo figlio durante l'orario di rientro presso l'abitazione materna. È importante ricordare che ogni bambino può reagire in modo diverso a una situazione di separazione e a un ambiente conflittuale.
Le situazioni di conflitto familiare possono influire sul benessere emotivo dei bambini, specialmente quando si tratta di questioni riguardanti la separazione dei genitori. Il suo bambino potrebbe trovarsi in una situazione di ambivalenza, sentendosi teso tra il desiderio di trascorrere del tempo con lei e il senso di dovere verso la madre. Questo conflitto interno può manifestarsi nel comportamento confuso che descrive.
È importante mantenere un ambiente stabile e amorevole per suo figlio, offrendo un sostegno emotivo costante e comunicando apertamente con lui. Potrebbe essere utile cercare il supporto di uno psicologo infantile o di un consulente familiare esperto in situazioni di separazione. Questi professionisti possono aiutare a comprendere meglio le emozioni e i bisogni di suo figlio, offrendo strategie e suggerimenti per affrontare al meglio la situazione.
Inoltre, è essenziale cercare di stabilire un dialogo pacifico con la madre di suo figlio per creare un ambiente meno conflittuale e favorire una comunicazione aperta riguardo alle esigenze e al benessere del bambino. Potrebbe essere utile coinvolgere anche un mediatore familiare o un professionista legale specializzato in questioni di famiglia per facilitare il dialogo e trovare soluzioni appropriate per il bene di suo figlio.
Ricordi che ogni bambino è un individuo unico e potrebbe richiedere un supporto specifico per affrontare la situazione di separazione. Spero che questi suggerimenti possano esserle utili e le auguro il meglio nel trovare una soluzione che favorisca il benessere di suo figlio.Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno. Se desiderasse condividere la sua esperienza e lasciare una recensione sul mio profilo, sarebbe molto apprezzato. Le recensioni positive mi aiutano a migliorare e a fornire supporto a più persone come lei.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
Grazie ancora per aver condiviso la sua situazione con me, e spero di sentirla presto!
Le situazioni di conflitto familiare possono influire sul benessere emotivo dei bambini, specialmente quando si tratta di questioni riguardanti la separazione dei genitori. Il suo bambino potrebbe trovarsi in una situazione di ambivalenza, sentendosi teso tra il desiderio di trascorrere del tempo con lei e il senso di dovere verso la madre. Questo conflitto interno può manifestarsi nel comportamento confuso che descrive.
È importante mantenere un ambiente stabile e amorevole per suo figlio, offrendo un sostegno emotivo costante e comunicando apertamente con lui. Potrebbe essere utile cercare il supporto di uno psicologo infantile o di un consulente familiare esperto in situazioni di separazione. Questi professionisti possono aiutare a comprendere meglio le emozioni e i bisogni di suo figlio, offrendo strategie e suggerimenti per affrontare al meglio la situazione.
Inoltre, è essenziale cercare di stabilire un dialogo pacifico con la madre di suo figlio per creare un ambiente meno conflittuale e favorire una comunicazione aperta riguardo alle esigenze e al benessere del bambino. Potrebbe essere utile coinvolgere anche un mediatore familiare o un professionista legale specializzato in questioni di famiglia per facilitare il dialogo e trovare soluzioni appropriate per il bene di suo figlio.
Ricordi che ogni bambino è un individuo unico e potrebbe richiedere un supporto specifico per affrontare la situazione di separazione. Spero che questi suggerimenti possano esserle utili e le auguro il meglio nel trovare una soluzione che favorisca il benessere di suo figlio.Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno. Se desiderasse condividere la sua esperienza e lasciare una recensione sul mio profilo, sarebbe molto apprezzato. Le recensioni positive mi aiutano a migliorare e a fornire supporto a più persone come lei.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
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Buon giorno, il bimbo con i suoi comportamenti contraddittori, esprime il malessere e l'incertezza derivante dai conflitti fra lei e la famiglia materna. È fondamentale che il bimbo sia seguito da uno specialista per evitare altri problemi più importanti. Vista la situazione le consiglio di consultare il suo avvocato per capire come procedere per non scatenare reazioni oppositive da parte della famiglia materna. Poi insieme consultare un terapeuta che vi aiuti a gestire le relazioni con il bambino. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, in presenza oppure online. Saluti Dottoressa Raffaella Galati
Salve, non è semplice come situazione familiare da gestire sia per lei in veste di padre ma anche per il piccolo. è importante salvaguardare l'equilibrio del bambino e sarebbe opportuno che un esperto lo seguisse nel suo percorso di crescita per poter meglio comprendere alcune dinamiche, metabolizzarle, e mettere insieme i tanti pezzi del puzzle.
Dott.ssa Marzia
Dott.ssa Marzia
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi rendo conto del disagio che sta provando e delle difficoltà che sta vivendo.
Un parere psicologico per essere funzionale necessita di tanti dettagli, di ascolto e di una forte fiducia da entrambe le parti. Per tale ragione le assicuro la mia disponibilità se fosse interessato a ricevere maggiori informazioni e uno spazio sicuro in cui poter parlare.
Dott.ssa Veronica Guidi
Un parere psicologico per essere funzionale necessita di tanti dettagli, di ascolto e di una forte fiducia da entrambe le parti. Per tale ragione le assicuro la mia disponibilità se fosse interessato a ricevere maggiori informazioni e uno spazio sicuro in cui poter parlare.
Dott.ssa Veronica Guidi
Gentile utente, certamente non deve essere semplice per un bambino vivere l'esperienza di separazione e il desiderio di voler condividere tempo con entrambi i genitori. è importante che, nonostante i problemi relazionali con la madre del bambino, entrambi continuiate a fare il meglio per vostro figlio e la sua serenità. se lo ritiene opportuno, può rivolgersi ad uno psicologo per essere supportato in questo ruolo delicato. resto a disposizione, dott.ssa amelia capezio
Capisco quanto sia difficile la situazione che sta vivendo, e il suo racconto trasmette chiaramente la sua preoccupazione per il benessere di suo figlio. È importante considerare che il comportamento di un bambino di cinque anni può riflettere la complessità della sua esperienza emotiva e relazionale. In questo caso, la conflittualità tra le figure genitoriali e le dinamiche legate alla separazione possono generare sentimenti contrastanti e difficili da gestire per lui.
Quando un bambino manifesta desideri opposti, come voler restare e allo stesso tempo voler tornare dalla madre, è possibile che stia esprimendo l’ambivalenza e la confusione che prova internamente. La separazione dei genitori rappresenta un cambiamento profondo, e i bambini spesso faticano a trovare un equilibrio emotivo, cercando di compiacere entrambe le figure di riferimento o esprimendo paure di separazione.
La sua reazione potrebbe essere interpretata come un tentativo di trovare sicurezza e stabilità in un contesto che percepisce come instabile. È fondamentale che lui possa sentirsi rassicurato e accolto, senza avvertire la pressione di dover scegliere tra un genitore e l’altro. Mantenere un approccio comprensivo e costante nel comunicargli affetto e sicurezza, anche durante i momenti di rientro presso l'altro genitore, può aiutarlo a gestire meglio queste emozioni.
Potrebbe essere utile considerare un supporto psicologico per aiutare suo figlio a elaborare le sue emozioni e trovare strumenti per affrontare la situazione in modo più sereno. Anche il coinvolgimento di un mediatore familiare o di uno psicologo infantile potrebbe essere un valido supporto per migliorare la comunicazione tra le parti e ridurre il livello di conflittualità percepito dal bambino.
Saluti,
Antonella D'Orlando
Quando un bambino manifesta desideri opposti, come voler restare e allo stesso tempo voler tornare dalla madre, è possibile che stia esprimendo l’ambivalenza e la confusione che prova internamente. La separazione dei genitori rappresenta un cambiamento profondo, e i bambini spesso faticano a trovare un equilibrio emotivo, cercando di compiacere entrambe le figure di riferimento o esprimendo paure di separazione.
La sua reazione potrebbe essere interpretata come un tentativo di trovare sicurezza e stabilità in un contesto che percepisce come instabile. È fondamentale che lui possa sentirsi rassicurato e accolto, senza avvertire la pressione di dover scegliere tra un genitore e l’altro. Mantenere un approccio comprensivo e costante nel comunicargli affetto e sicurezza, anche durante i momenti di rientro presso l'altro genitore, può aiutarlo a gestire meglio queste emozioni.
Potrebbe essere utile considerare un supporto psicologico per aiutare suo figlio a elaborare le sue emozioni e trovare strumenti per affrontare la situazione in modo più sereno. Anche il coinvolgimento di un mediatore familiare o di uno psicologo infantile potrebbe essere un valido supporto per migliorare la comunicazione tra le parti e ridurre il livello di conflittualità percepito dal bambino.
Saluti,
Antonella D'Orlando
Caro utente,
È naturale sentirsi confusi e preoccupati di fronte ai comportamenti altalenanti di tuo figlio, soprattutto in una situazione familiare delicata come la vostra. Bambini in età prescolare come il tuo figlio possono avere reazioni emotive complesse, spesso difficili da interpretare, specialmente quando vivono in un contesto di conflitto familiare.
Il comportamento che descrivi potrebbe riflettere una sorta di “ambivalenza” emotiva. Spesso i bambini che vivono in famiglie separate sentono il bisogno di esprimere attaccamento verso entrambi i genitori, e questo può portarli a oscillare tra desideri opposti. La frustrazione che mostra al momento del distacco da te potrebbe indicare una difficoltà nel gestire la separazione e il desiderio di rimanere, ma allo stesso tempo può avvertire un senso di sicurezza nel rientrare dalla madre.
I bambini possono anche percepire le tensioni tra i genitori e, senza comprenderne le motivazioni, possono vivere un certo disagio o senso di colpa, sentendosi inconsciamente divisi tra il voler stare con uno e l’altro genitore. In queste situazioni, è essenziale fornire al bambino stabilità e rassicurazione. Potresti aiutarlo mantenendo una routine chiara, spiegandogli con dolcezza che andrà dalla mamma ma che tornerà presto anche da te, per rendere i cambiamenti meno carichi di tensione.
Data la natura conflittuale della relazione con la madre, potrebbe essere utile, con il suo consenso, rivolgersi a uno psicologo infantile. Il professionista potrebbe osservare le dinamiche relazionali e offrire a voi genitori strumenti adeguati per aiutare il bambino a gestire meglio il momento del distacco. Con il supporto giusto, tuo figlio potrà imparare a gestire le sue emozioni e a sviluppare maggiore serenità.
Spero di essere stata utile. Sono disponibile anche online. Cordialmente.
Dott. Tiziana Vecchiarini
È naturale sentirsi confusi e preoccupati di fronte ai comportamenti altalenanti di tuo figlio, soprattutto in una situazione familiare delicata come la vostra. Bambini in età prescolare come il tuo figlio possono avere reazioni emotive complesse, spesso difficili da interpretare, specialmente quando vivono in un contesto di conflitto familiare.
Il comportamento che descrivi potrebbe riflettere una sorta di “ambivalenza” emotiva. Spesso i bambini che vivono in famiglie separate sentono il bisogno di esprimere attaccamento verso entrambi i genitori, e questo può portarli a oscillare tra desideri opposti. La frustrazione che mostra al momento del distacco da te potrebbe indicare una difficoltà nel gestire la separazione e il desiderio di rimanere, ma allo stesso tempo può avvertire un senso di sicurezza nel rientrare dalla madre.
I bambini possono anche percepire le tensioni tra i genitori e, senza comprenderne le motivazioni, possono vivere un certo disagio o senso di colpa, sentendosi inconsciamente divisi tra il voler stare con uno e l’altro genitore. In queste situazioni, è essenziale fornire al bambino stabilità e rassicurazione. Potresti aiutarlo mantenendo una routine chiara, spiegandogli con dolcezza che andrà dalla mamma ma che tornerà presto anche da te, per rendere i cambiamenti meno carichi di tensione.
Data la natura conflittuale della relazione con la madre, potrebbe essere utile, con il suo consenso, rivolgersi a uno psicologo infantile. Il professionista potrebbe osservare le dinamiche relazionali e offrire a voi genitori strumenti adeguati per aiutare il bambino a gestire meglio il momento del distacco. Con il supporto giusto, tuo figlio potrà imparare a gestire le sue emozioni e a sviluppare maggiore serenità.
Spero di essere stata utile. Sono disponibile anche online. Cordialmente.
Dott. Tiziana Vecchiarini
Buona sera caro utente, è comprensibile che un comportamento così contraddittorio da parte di tuo figlio ti lasci perplesso e ti faccia sentire impotente. È importante comprendere che ogni bambino è diverso e reagisce in modo unico alle separazioni, è importante avere pazienza e comprendere che questo è un processo che richiede tempo. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per avere il giusto supporto per affrontare questa situazione. Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti non esitare a contattarmi, sono disponibile anche per terapia online. Un caro saluto, dott.ssa Cristina Sinno
Gentile utente,
la situazione che mi descrive è certamente complessa e merita attenzione, sia per il benessere di suo figlio sia per il suo ruolo di genitore.
Considerata la complessità della situazione e il conflitto con la famiglia materna, potrebbe essere utile valutare se è il caso di fornire un supporto psicologico a suo figlio. Uno psicologo infantile potrebbe aiutarlo a esprimere e comprendere i suoi vissuti, favorendo una maggiore serenità. Inoltre, anche lei potrebbe beneficiare di un supporto specifico per affrontare al meglio questa fase delicata, rinforzando le sue competenze genitoriali in un contesto di separazione.
Cordiali saluti,
dott. Antonio Dell'Abate
Psicologo
la situazione che mi descrive è certamente complessa e merita attenzione, sia per il benessere di suo figlio sia per il suo ruolo di genitore.
Considerata la complessità della situazione e il conflitto con la famiglia materna, potrebbe essere utile valutare se è il caso di fornire un supporto psicologico a suo figlio. Uno psicologo infantile potrebbe aiutarlo a esprimere e comprendere i suoi vissuti, favorendo una maggiore serenità. Inoltre, anche lei potrebbe beneficiare di un supporto specifico per affrontare al meglio questa fase delicata, rinforzando le sue competenze genitoriali in un contesto di separazione.
Cordiali saluti,
dott. Antonio Dell'Abate
Psicologo
concordo con i colleghi
Buonasera, grazie per aver condiviso questa situazione così delicata e complessa.
Dal suo racconto si comprende che la situazione è segnata da conflitti e difficoltà di comunicazione tra lei e la sua ex compagna, situazione che può influenzare profondamente il vissuto emotivo e comportamentale di suo figlio. È importante considerare che i bambini, specialmente nella prima infanzia, sono molto sensibili alle tensioni tra i genitori e possono manifestare queste emozioni attraverso comportamenti ambivalenti o difficili da decifrare.
Questa ambivalenza che lei descrive – il desiderio di restare con lei, seguito dal bisogno di tornare dalla mamma – può essere il modo in cui suo figlio cerca di dare voce a un conflitto interno. Da un lato, potrebbe essere legato al piacere di stare con lei e al bisogno di una relazione stabile e sicura con il papà; dall’altro, potrebbe avvertire un senso di lealtà o preoccupazione verso la mamma, oppure sentire una pressione implicita rispetto alla conflittualità tra voi adulti.
Mi permetto di suggerire alcune piste di riflessione e possibili passi da considerare:
L’ambivalenza potrebbe essere la sua modalità di esprimere un bisogno di rassicurazione e di sicurezza in un contesto che, ai suoi occhi, può essere percepito poco prevedibile. Allo stesso tempo potrebbe essere espressione del suo desiderio di tenere unite (senza conflitto) due parti importanti della sua vita.
In virtù di questo anche se il dialogo con la famiglia materna è al momento difficile, è utile riflettere su come ridurre il conflitto e soprattutto l'impatto che questo ha sul bambino. I bambini spesso si sentono al centro di tensioni tra genitori, anche se queste non vengono esplicitate direttamente.
Può essere utile riflettere, magari con il supporto di un professionista, su come trasmettere a suo figlio la sensazione che il suo mondo relazionale sia sicuro, al di là delle difficoltà che ci sono tra gli adulti. Sarebbe utile esplorare se esiste la possibilità di un percorso familiare (anche mediato da professionisti) che possa favorire una maggiore collaborazione tra lei e la mamma del bambino, sempre nell’interesse del benessere di vostro figlio.
Infine, mi permetto di proporle di valutare il supporto di uno psicoterapeuta che lavori con i bambini e le famiglie. Un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio i bisogni emotivi di suo figlio e a trovare modalità per accompagnarlo con maggiore serenità in questa fase.
Se desidera approfondire o ricevere ulteriori indicazioni, non esiti a contattare.
Dal suo racconto si comprende che la situazione è segnata da conflitti e difficoltà di comunicazione tra lei e la sua ex compagna, situazione che può influenzare profondamente il vissuto emotivo e comportamentale di suo figlio. È importante considerare che i bambini, specialmente nella prima infanzia, sono molto sensibili alle tensioni tra i genitori e possono manifestare queste emozioni attraverso comportamenti ambivalenti o difficili da decifrare.
Questa ambivalenza che lei descrive – il desiderio di restare con lei, seguito dal bisogno di tornare dalla mamma – può essere il modo in cui suo figlio cerca di dare voce a un conflitto interno. Da un lato, potrebbe essere legato al piacere di stare con lei e al bisogno di una relazione stabile e sicura con il papà; dall’altro, potrebbe avvertire un senso di lealtà o preoccupazione verso la mamma, oppure sentire una pressione implicita rispetto alla conflittualità tra voi adulti.
Mi permetto di suggerire alcune piste di riflessione e possibili passi da considerare:
L’ambivalenza potrebbe essere la sua modalità di esprimere un bisogno di rassicurazione e di sicurezza in un contesto che, ai suoi occhi, può essere percepito poco prevedibile. Allo stesso tempo potrebbe essere espressione del suo desiderio di tenere unite (senza conflitto) due parti importanti della sua vita.
In virtù di questo anche se il dialogo con la famiglia materna è al momento difficile, è utile riflettere su come ridurre il conflitto e soprattutto l'impatto che questo ha sul bambino. I bambini spesso si sentono al centro di tensioni tra genitori, anche se queste non vengono esplicitate direttamente.
Può essere utile riflettere, magari con il supporto di un professionista, su come trasmettere a suo figlio la sensazione che il suo mondo relazionale sia sicuro, al di là delle difficoltà che ci sono tra gli adulti. Sarebbe utile esplorare se esiste la possibilità di un percorso familiare (anche mediato da professionisti) che possa favorire una maggiore collaborazione tra lei e la mamma del bambino, sempre nell’interesse del benessere di vostro figlio.
Infine, mi permetto di proporle di valutare il supporto di uno psicoterapeuta che lavori con i bambini e le famiglie. Un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio i bisogni emotivi di suo figlio e a trovare modalità per accompagnarlo con maggiore serenità in questa fase.
Se desidera approfondire o ricevere ulteriori indicazioni, non esiti a contattare.
Buonasera. Consideri che per bambini piccoli può non essere semplice gestire un'ambivalenza, ed in generale le situazioni in cui ci sono più desideri verso più oggetti, idee o persone e dunque è necessario interrompere un comportamento per "selezionarne" un altro; di per sé non è patologico tuttavia le premesse da lei fatte giustificano quantomeno dei controlli per prevenzione oppure, in caso esca fuori qualcosa, prendere in tempo il problema
Buona sera.
Immagino non sia facile nè da vivere nè da gestire, ma questa è la situazione e cercare di renderla il più serena possibile sarebbe l'ideale per il bambino e per voi genitori altrettanto coinvolti, sebbene separati. La fine della coppia non è la fine della coppia genitoriale a dispetto di quanto si creda e si faccia. Il bambino esprime il suo desiderio di poter stare bene con entrambi, anche se non insieme. Dal racconto, sembrerebbe star bene con entrambi, ma con una grande difficoltà nel gestire sentimenti ambivalenti verso le persone che ama di più, generati, presumibilmente, da tanti non detti e sospesi tra i due e dalla presenza di un conflitto in cui l'oggetto del contendere pesa, suo malgrado proprio sul bambino che ne prende la forma, pur essendo all'oscuro di quanto gli sfidanti si sitano contendendo realmente. La comunicazione chiara tra voi genitori, restituirebbe al bambino la possibilità ed il diritto di amare i suoi genitori anche se tra di loro l'amore non c'è più.
Immagino non sia facile nè da vivere nè da gestire, ma questa è la situazione e cercare di renderla il più serena possibile sarebbe l'ideale per il bambino e per voi genitori altrettanto coinvolti, sebbene separati. La fine della coppia non è la fine della coppia genitoriale a dispetto di quanto si creda e si faccia. Il bambino esprime il suo desiderio di poter stare bene con entrambi, anche se non insieme. Dal racconto, sembrerebbe star bene con entrambi, ma con una grande difficoltà nel gestire sentimenti ambivalenti verso le persone che ama di più, generati, presumibilmente, da tanti non detti e sospesi tra i due e dalla presenza di un conflitto in cui l'oggetto del contendere pesa, suo malgrado proprio sul bambino che ne prende la forma, pur essendo all'oscuro di quanto gli sfidanti si sitano contendendo realmente. La comunicazione chiara tra voi genitori, restituirebbe al bambino la possibilità ed il diritto di amare i suoi genitori anche se tra di loro l'amore non c'è più.
Buonasera, grazie per aver condiviso la sua esperienza, comprendo quanto questa situazione possa essere delicata e fonte di preoccupazione.
Il comportamento di suo figlio può essere legato a un vissuto di ambivalenza emotiva. A questa età, i bambini non hanno ancora sviluppato pienamente la capacità di esprimere e gestire le proprie emozioni in modo lineare, quindi possono manifestare sentimenti contrastanti. Il desiderio di stare con lei e, allo stesso tempo, di tornare dalla mamma potrebbe essere il riflesso di un bisogno di sicurezza e stabilità in un contesto familiare complesso.
In situazioni di separazione, specialmente quando c'è conflittualità tra i genitori, i bambini possono sentire la tensione e manifestarla con comportamenti apparentemente contraddittori. Potrebbe trattarsi di un modo per cercare rassicurazione sia con lei che con la mamma.
Per aiutarlo, potrebbe essere utile:
Mantenere una routine stabile e prevedibile, affinché sappia sempre cosa aspettarsi nei momenti di passaggio da un genitore all’altro.
Accogliere le sue emozioni senza forzarlo a scegliere, validando il suo vissuto con frasi come: "Capisco che a volte è difficile separarsi, ma vedrai che ci rivedremo presto e sarà bello come sempre".
Evitare di interpretare il suo comportamento come una scelta tra voi genitori, ma piuttosto come un’espressione del suo bisogno di equilibrio emotivo.
Se la situazione dovesse persistere o creare disagio nel bambino, potrebbe essere utile un supporto psicologico per aiutarlo a elaborare le sue emozioni.
È comprensibile che la mancanza di dialogo con la famiglia materna complichi la gestione di questi momenti, ma offrire a suo figlio un ambiente sereno e prevedibile quando sta con lei può aiutarlo a sentirsi più sicuro. un saluto
Il comportamento di suo figlio può essere legato a un vissuto di ambivalenza emotiva. A questa età, i bambini non hanno ancora sviluppato pienamente la capacità di esprimere e gestire le proprie emozioni in modo lineare, quindi possono manifestare sentimenti contrastanti. Il desiderio di stare con lei e, allo stesso tempo, di tornare dalla mamma potrebbe essere il riflesso di un bisogno di sicurezza e stabilità in un contesto familiare complesso.
In situazioni di separazione, specialmente quando c'è conflittualità tra i genitori, i bambini possono sentire la tensione e manifestarla con comportamenti apparentemente contraddittori. Potrebbe trattarsi di un modo per cercare rassicurazione sia con lei che con la mamma.
Per aiutarlo, potrebbe essere utile:
Mantenere una routine stabile e prevedibile, affinché sappia sempre cosa aspettarsi nei momenti di passaggio da un genitore all’altro.
Accogliere le sue emozioni senza forzarlo a scegliere, validando il suo vissuto con frasi come: "Capisco che a volte è difficile separarsi, ma vedrai che ci rivedremo presto e sarà bello come sempre".
Evitare di interpretare il suo comportamento come una scelta tra voi genitori, ma piuttosto come un’espressione del suo bisogno di equilibrio emotivo.
Se la situazione dovesse persistere o creare disagio nel bambino, potrebbe essere utile un supporto psicologico per aiutarlo a elaborare le sue emozioni.
È comprensibile che la mancanza di dialogo con la famiglia materna complichi la gestione di questi momenti, ma offrire a suo figlio un ambiente sereno e prevedibile quando sta con lei può aiutarlo a sentirsi più sicuro. un saluto
Salve, comprendo quanto questa situazione possa essere difficile per lei, sia come padre che come persona che desidera il benessere del proprio bambino. È naturale che, dopo un percorso così complesso per poter stare con lui, ogni suo comportamento susciti interrogativi e, forse, anche preoccupazione.
Dalle sue parole emerge un bambino che sta cercando di orientarsi tra due bisogni importanti: il desiderio di stare con lei e quello di tornare dalla madre. È possibile che non sappia bene come gestire queste emozioni contrastanti e che, nell’incertezza, le esprima entrambe. I bambini piccoli, infatti, vivono i sentimenti in modo molto intenso e non sempre riescono a dare loro un senso logico come farebbe un adulto.
In un contesto familiare segnato dal conflitto, il bambino potrebbe anche avvertire la tensione tra i due mondi in cui vive. Forse sente di dover scegliere tra il legame con lei e quello con la madre, e questo potrebbe generare confusione e ambivalenza. Non è detto che ci sia qualcosa di “strano” in lui, ma più probabilmente sta manifestando il suo bisogno di sicurezza e stabilità emotiva.
Quello che può fare, ed è già prezioso, è continuare a offrirgli uno spazio accogliente e sicuro in cui possa sentirsi libero di esprimere quello che prova, senza il timore di dover compiacere nessuno. Può aiutarlo a dare un nome alle emozioni, convalidarle e rassicurarlo sul fatto che è normale provare sentimenti contrastanti. Per esempio, potrebbe dirgli:
"Capisco che da una parte vuoi stare con me a giocare, e dall’altra vuoi andare dalla mamma. A volte capita di volere due cose insieme, ed è normale sentirsi un po’ confusi."
Dare voce a questa ambivalenza può aiutarlo a sentirsi compreso, riducendo la sua agitazione.
Nel caso in cui sentisse di aver bisogno di un sostegno non esiti a chiederlo.
Dalle sue parole emerge un bambino che sta cercando di orientarsi tra due bisogni importanti: il desiderio di stare con lei e quello di tornare dalla madre. È possibile che non sappia bene come gestire queste emozioni contrastanti e che, nell’incertezza, le esprima entrambe. I bambini piccoli, infatti, vivono i sentimenti in modo molto intenso e non sempre riescono a dare loro un senso logico come farebbe un adulto.
In un contesto familiare segnato dal conflitto, il bambino potrebbe anche avvertire la tensione tra i due mondi in cui vive. Forse sente di dover scegliere tra il legame con lei e quello con la madre, e questo potrebbe generare confusione e ambivalenza. Non è detto che ci sia qualcosa di “strano” in lui, ma più probabilmente sta manifestando il suo bisogno di sicurezza e stabilità emotiva.
Quello che può fare, ed è già prezioso, è continuare a offrirgli uno spazio accogliente e sicuro in cui possa sentirsi libero di esprimere quello che prova, senza il timore di dover compiacere nessuno. Può aiutarlo a dare un nome alle emozioni, convalidarle e rassicurarlo sul fatto che è normale provare sentimenti contrastanti. Per esempio, potrebbe dirgli:
"Capisco che da una parte vuoi stare con me a giocare, e dall’altra vuoi andare dalla mamma. A volte capita di volere due cose insieme, ed è normale sentirsi un po’ confusi."
Dare voce a questa ambivalenza può aiutarlo a sentirsi compreso, riducendo la sua agitazione.
Nel caso in cui sentisse di aver bisogno di un sostegno non esiti a chiederlo.
Ciao, grazie per aver condiviso la tua situazione. Capisco che ti trovi in una situazione molto difficile e complicata, sia per te che per tuo figlio. La situazione che descrivi, con il tuo bambino che sembra diviso tra il desiderio di stare con te e quello di tornare dalla mamma, è piuttosto comune in contesti di separazione e conflitto familiare.
Quando un bambino vive in un contesto di separazione o conflitto tra i genitori, può sperimentare confusione e ansia, che si riflettono anche nelle sue azioni. I bambini, specialmente a una tenera età come quella di tuo figlio (5 anni), non sempre riescono a comprendere appieno la complessità della situazione, ma la sentono. Quindi, quello che sta succedendo potrebbe essere una manifestazione della sua difficoltà nell'affrontare il divario tra i due genitori e la sua lealtà verso entrambi. Da un lato, il bambino desidera essere vicino a te, che per lui rappresenti una figura di riferimento e sicurezza. Dall'altro, il ritorno dalla mamma può suscitare un senso di incertezza o di perdita, ma allo stesso tempo sente la necessità di tornare a casa sua, un luogo che, nonostante il conflitto, rappresenta ancora la sua sicurezza quotidiana.
Il fatto che lui faccia avanti e indietro, dicendo prima una cosa e poi l’altra, potrebbe essere un'indicazione di un conflitto interiore che sta vivendo, senza che tu possa fare molto per risolvere la sua confusione. Questo tipo di comportamento può essere una reazione alla tensione che lui percepisce tra i genitori, specialmente in un ambiente di conflitto dove la comunicazione tra di voi è limitata o difficile.
Il fatto che il comportamento sia particolarmente accentuato nei momenti di separazione (quando deve tornare dalla mamma) può indicare che la separazione in sé, e non tanto l'alternanza tra i genitori, è un momento emotivamente difficile per lui. La paura dell'abbandono o il timore di perdere una figura importante come te potrebbe manifestarsi con il rifiuto di tornare, ma anche la necessità di "tornare alla normalità" con la mamma lo spinge a voler rientrare in quella routine.
Quello che ti consiglio, come genitore, è di cercare di mantenere un equilibrio nelle tue reazioni, evitando di alimentare ulteriormente il conflitto. Cerca di non rispondere in modo negativo quando il bambino mostra confusione: rispetta le sue emozioni, ma cerca anche di dargli sicurezza. Puoi dirgli con calma che capisci che è difficile per lui, ma che entrambi i genitori sono importanti e che, seppur con delle difficoltà, è normale che lui stia con entrambi.
Sarebbe anche utile che, se non lo hai già fatto, tu possa cercare un supporto professionale, come un consulente familiare o uno psicoterapeuta infantile, che possa aiutare tuo figlio ad esprimere e gestire i suoi sentimenti di confusione, tristezza e frustrazione. Potrebbero anche lavorare con te per fornirti gli strumenti necessari per affrontare il conflitto in modo più sano e aiutare tuo figlio a sentirsi più sicuro.
Inoltre, ti suggerisco di cercare di creare uno spazio dove tu e la madre di tuo figlio possiate comunicare, magari attraverso una figura neutrale come un mediatore familiare, per il bene del bambino. In situazioni di conflitto, il bambino spesso soffre più dei genitori, e anche se la comunicazione diretta tra voi potrebbe non essere facile, trovare un modo per collaborare potrebbe migliorare la situazione.
In sintesi, la confusione che tuo figlio sta vivendo è normale in una situazione come questa, e se riesci a fornire un ambiente emotivamente sicuro e supportato, sarà più facile per lui gestire le emozioni e i comportamenti che stai osservando. Non sei solo in questo percorso, e chiedere aiuto a un professionista può essere un passo importante.
Quando un bambino vive in un contesto di separazione o conflitto tra i genitori, può sperimentare confusione e ansia, che si riflettono anche nelle sue azioni. I bambini, specialmente a una tenera età come quella di tuo figlio (5 anni), non sempre riescono a comprendere appieno la complessità della situazione, ma la sentono. Quindi, quello che sta succedendo potrebbe essere una manifestazione della sua difficoltà nell'affrontare il divario tra i due genitori e la sua lealtà verso entrambi. Da un lato, il bambino desidera essere vicino a te, che per lui rappresenti una figura di riferimento e sicurezza. Dall'altro, il ritorno dalla mamma può suscitare un senso di incertezza o di perdita, ma allo stesso tempo sente la necessità di tornare a casa sua, un luogo che, nonostante il conflitto, rappresenta ancora la sua sicurezza quotidiana.
Il fatto che lui faccia avanti e indietro, dicendo prima una cosa e poi l’altra, potrebbe essere un'indicazione di un conflitto interiore che sta vivendo, senza che tu possa fare molto per risolvere la sua confusione. Questo tipo di comportamento può essere una reazione alla tensione che lui percepisce tra i genitori, specialmente in un ambiente di conflitto dove la comunicazione tra di voi è limitata o difficile.
Il fatto che il comportamento sia particolarmente accentuato nei momenti di separazione (quando deve tornare dalla mamma) può indicare che la separazione in sé, e non tanto l'alternanza tra i genitori, è un momento emotivamente difficile per lui. La paura dell'abbandono o il timore di perdere una figura importante come te potrebbe manifestarsi con il rifiuto di tornare, ma anche la necessità di "tornare alla normalità" con la mamma lo spinge a voler rientrare in quella routine.
Quello che ti consiglio, come genitore, è di cercare di mantenere un equilibrio nelle tue reazioni, evitando di alimentare ulteriormente il conflitto. Cerca di non rispondere in modo negativo quando il bambino mostra confusione: rispetta le sue emozioni, ma cerca anche di dargli sicurezza. Puoi dirgli con calma che capisci che è difficile per lui, ma che entrambi i genitori sono importanti e che, seppur con delle difficoltà, è normale che lui stia con entrambi.
Sarebbe anche utile che, se non lo hai già fatto, tu possa cercare un supporto professionale, come un consulente familiare o uno psicoterapeuta infantile, che possa aiutare tuo figlio ad esprimere e gestire i suoi sentimenti di confusione, tristezza e frustrazione. Potrebbero anche lavorare con te per fornirti gli strumenti necessari per affrontare il conflitto in modo più sano e aiutare tuo figlio a sentirsi più sicuro.
Inoltre, ti suggerisco di cercare di creare uno spazio dove tu e la madre di tuo figlio possiate comunicare, magari attraverso una figura neutrale come un mediatore familiare, per il bene del bambino. In situazioni di conflitto, il bambino spesso soffre più dei genitori, e anche se la comunicazione diretta tra voi potrebbe non essere facile, trovare un modo per collaborare potrebbe migliorare la situazione.
In sintesi, la confusione che tuo figlio sta vivendo è normale in una situazione come questa, e se riesci a fornire un ambiente emotivamente sicuro e supportato, sarà più facile per lui gestire le emozioni e i comportamenti che stai osservando. Non sei solo in questo percorso, e chiedere aiuto a un professionista può essere un passo importante.
Salve, capisco la sua preoccupazione ed è del tutto comprensibile. La situazione che descrive sembra delicata soprattutto per un bambino così piccolo che può star subendo le conseguenze di ciò. Date le poche informazioni quello che posso fare è di parlarne con uno specialista in modo da poter essere aiutati nella maniera più adatta e garantire in primo luogo il benessere del piccolo. Per ulteriori informazioni resto a disposizione.
Dott.ssa Russo Fabiola
Dott.ssa Russo Fabiola
Salve. Ho attentamente letto il suo racconto.
Innanzitutto mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Circa suo figlio anche lui vive il disagio di due genitori separati e soprattutto IN CONFLITTO.
Il bambino desidera stare con lei ma nel contempo ne è spaventato. Paura assolutamente NO bensì di ciò che potrebbe comportare la scelta di stare col padre.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista del settore per meglio gestire le dinamiche.
Saluti
Dott.ssa CANTONE STEFANIA
Innanzitutto mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Circa suo figlio anche lui vive il disagio di due genitori separati e soprattutto IN CONFLITTO.
Il bambino desidera stare con lei ma nel contempo ne è spaventato. Paura assolutamente NO bensì di ciò che potrebbe comportare la scelta di stare col padre.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista del settore per meglio gestire le dinamiche.
Saluti
Dott.ssa CANTONE STEFANIA
Buongiorno, grazie per aver condiviso una situazione così delicata e importante. Da quello che racconta, emerge con forza quanto lei tenga al rapporto con suo figlio e quanto abbia lottato per costruirlo, nonostante le difficoltà iniziali e una separazione complessa. Il comportamento che descrive, sebbene possa apparire “assurdo” o contraddittorio, è in realtà piuttosto comune nei bambini che vivono in contesti familiari ad alta conflittualità. I bambini, soprattutto in tenera età, non hanno ancora gli strumenti cognitivi e affettivi per dare un senso chiaro a situazioni complesse, ma sentono profondamente le tensioni e le emozioni che li circondano. Suo figlio ha solo cinque anni e si trova in una posizione affettivamente faticosa: ama entrambi i genitori, ma probabilmente percepisce un conflitto che lo mette nella condizione di “dover scegliere” o di dover stare attento a ciò che esprime, per non ferire l’uno o l’altro. Questo può tradursi in comportamenti ambivalenti, come quello che descrive: “Voglio restare con te / voglio andare da mamma”. Più che un vero e proprio conflitto interno, spesso è un modo attraverso cui il bambino cerca di orientarsi in un mondo che gli appare instabile. Inoltre, l’esperienza di attaccamento che ha potuto costruire con lei – peraltro con un inizio mediato da operatori – potrebbe rendere il momento del distacco particolarmente complesso. Il gioco, la quotidianità condivisa, il sonno insieme sono tutti strumenti che lo aiutano a stabilire e consolidare un legame importante, e la separazione può essere vissuta come una piccola frattura ogni volta. Il mio suggerimento è di continuare a coltivare questo legame con pazienza e stabilità, mantenendo una comunicazione chiara, accogliente e rassicurante con lui. A volte, anche un semplice “so che ti mancherò, e anche tu mancherai a me, ma ci rivedremo presto” può aiutare il bambino a tollerare meglio il distacco. Se sente che questi episodi la preoccupano molto o che suo figlio mostra segnali di sofferenza persistente, potrebbe essere utile intraprendere un percorso di supporto psicologico, magari familiare, per avere uno spazio in cui pensare insieme a un professionista a come accompagnarlo al meglio.
Resto a disposizione se desidera approfondire o se ha bisogno di un confronto più ampio.
Un caro saluto,
Ilva Salerno
Resto a disposizione se desidera approfondire o se ha bisogno di un confronto più ampio.
Un caro saluto,
Ilva Salerno
Caro genitore, la situazione che descrive, seppur dolorosa e complessa, è purtroppo piuttosto frequente nei contesti ad alta conflittualità familiare. Quello che osserva nel comportamento di suo figlio può essere letto alla luce delle dinamiche dell’attaccamento e dell’esposizione alla conflittualità genitoriale.
È importante sapere che i bambini, anche molto piccoli, sono particolarmente sensibili al clima emotivo che li circonda. Pur non comprendendo pienamente i dettagli della separazione o delle tensioni tra gli adulti, “fiutano”, per così dire, l’esistenza di una frattura tra i due mondi affettivi di riferimento: quello materno e quello paterno.
In questi casi può accadere che il bambino, pur sentendosi sicuro e affezionato a entrambi i genitori, viva un senso di lealtà divisa. Non è raro che, quando si trova con uno dei due, esprima il desiderio di restare, salvo poi manifestare l’opposto non appena viene lasciato libero di scegliere. Questo non significa che stia manipolando gli adulti o che non sappia ciò che vuole, ma piuttosto che si trova emotivamente combattuto: teme forse, anche inconsciamente, di fare un “torto” all’uno mostrando affetto verso l’altro.
Quando Lei gli comunica che può decidere liberamente, il bambino percepisce (anche se non lo elabora razionalmente) che non c’è conflitto in quel momento, e quindi si sente più libero di esprimere ciò che davvero desidera. È un segnale prezioso.
Il mio consiglio è di cercare, per quanto possibile, un canale di comunicazione tra voi genitori. I bambini hanno bisogno di sentire che, pur vivendo in due case, possono appartenere a entrambi i mondi senza dover scegliere, senza sentirsi in colpa. Anche se il conflitto è stato e può essere ancora alto, un confronto tra adulti su come sostenere emotivamente vostro figlio può fare una grande differenza nel tempo.
Se può, valuti anche un supporto psicologico per Lei o per la coppia genitoriale, anche attraverso la mediazione familiare, per lavorare proprio su queste dinamiche. Il benessere del bambino ne trarrà sicuramente beneficio.
Resto a disposizione se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto.
È importante sapere che i bambini, anche molto piccoli, sono particolarmente sensibili al clima emotivo che li circonda. Pur non comprendendo pienamente i dettagli della separazione o delle tensioni tra gli adulti, “fiutano”, per così dire, l’esistenza di una frattura tra i due mondi affettivi di riferimento: quello materno e quello paterno.
In questi casi può accadere che il bambino, pur sentendosi sicuro e affezionato a entrambi i genitori, viva un senso di lealtà divisa. Non è raro che, quando si trova con uno dei due, esprima il desiderio di restare, salvo poi manifestare l’opposto non appena viene lasciato libero di scegliere. Questo non significa che stia manipolando gli adulti o che non sappia ciò che vuole, ma piuttosto che si trova emotivamente combattuto: teme forse, anche inconsciamente, di fare un “torto” all’uno mostrando affetto verso l’altro.
Quando Lei gli comunica che può decidere liberamente, il bambino percepisce (anche se non lo elabora razionalmente) che non c’è conflitto in quel momento, e quindi si sente più libero di esprimere ciò che davvero desidera. È un segnale prezioso.
Il mio consiglio è di cercare, per quanto possibile, un canale di comunicazione tra voi genitori. I bambini hanno bisogno di sentire che, pur vivendo in due case, possono appartenere a entrambi i mondi senza dover scegliere, senza sentirsi in colpa. Anche se il conflitto è stato e può essere ancora alto, un confronto tra adulti su come sostenere emotivamente vostro figlio può fare una grande differenza nel tempo.
Se può, valuti anche un supporto psicologico per Lei o per la coppia genitoriale, anche attraverso la mediazione familiare, per lavorare proprio su queste dinamiche. Il benessere del bambino ne trarrà sicuramente beneficio.
Resto a disposizione se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto.
A 5 anni, i bambini non hanno ancora la capacità di elaborare emozioni complesse e contraddittorie come lo fanno gli adulti. Il suo comportamento, apparentemente contraddittorio (voglio restare – voglio andare), può derivare da più fattori.
Suo figlio ama sia lei che la madre, ma sente che non può esprimere liberamente questo amore per entrambi. È molto comune nei figli di genitori separati, soprattutto se i due genitori sono in forte conflitto.
"Se sto bene con papà, forse faccio un torto a mamma."
"Se voglio tornare da mamma, forse faccio soffrire papà."
Questo lo confonde e lo mette in difficoltà. Potrebbe notare che cambia umore, dice una cosa e poi il contrario, o cerca di “accontentare” tutti.
Inoltre, quando è con lei, si diverte, si sente al sicuro, vuole prolungare il momento. Ma quando arriva il momento di rientrare, si riattiva la routine quotidiana e, probabilmente, anche la tensione o la rigidità che percepisce dall’altro ambiente.
Provi ad accogliere le sue emozioni senza giudicarle. Quando dice "voglio stare con te", dica con dolcezza: "Capisco che vorresti restare ancora un po'. Anche io sto molto bene con te. Tornerai presto e giocheremo di nuovo."
Quando poi dice "voglio andare dalla mamma", provi a dire: "Va bene, è bello che ti manchi anche la mamma. Hai due case dove sei amato."
Eviti di chiedergli “decidi tu” o di lasciarlo scegliere tra voi due: è una responsabilità troppo grande per un bambino piccolo. Ha bisogno di sentire che gli adulti decidono con amore e chiarezza.
Suo figlio non è strano, è solo un bambino che sta cercando di dare un senso a una situazione emotivamente troppo grande per la sua età. Il suo comportamento è un messaggio, non un capriccio: è la sua voce, che chiede aiuto a modo suo.
Suo figlio ama sia lei che la madre, ma sente che non può esprimere liberamente questo amore per entrambi. È molto comune nei figli di genitori separati, soprattutto se i due genitori sono in forte conflitto.
"Se sto bene con papà, forse faccio un torto a mamma."
"Se voglio tornare da mamma, forse faccio soffrire papà."
Questo lo confonde e lo mette in difficoltà. Potrebbe notare che cambia umore, dice una cosa e poi il contrario, o cerca di “accontentare” tutti.
Inoltre, quando è con lei, si diverte, si sente al sicuro, vuole prolungare il momento. Ma quando arriva il momento di rientrare, si riattiva la routine quotidiana e, probabilmente, anche la tensione o la rigidità che percepisce dall’altro ambiente.
Provi ad accogliere le sue emozioni senza giudicarle. Quando dice "voglio stare con te", dica con dolcezza: "Capisco che vorresti restare ancora un po'. Anche io sto molto bene con te. Tornerai presto e giocheremo di nuovo."
Quando poi dice "voglio andare dalla mamma", provi a dire: "Va bene, è bello che ti manchi anche la mamma. Hai due case dove sei amato."
Eviti di chiedergli “decidi tu” o di lasciarlo scegliere tra voi due: è una responsabilità troppo grande per un bambino piccolo. Ha bisogno di sentire che gli adulti decidono con amore e chiarezza.
Suo figlio non è strano, è solo un bambino che sta cercando di dare un senso a una situazione emotivamente troppo grande per la sua età. Il suo comportamento è un messaggio, non un capriccio: è la sua voce, che chiede aiuto a modo suo.
Salve, i comportamenti che descrive sono frequenti nei bambini che crescono in contesti di separazione conflittuale. A questa età, i bambini vivono spesso un’ambivalenza affettiva: possono desiderare stare con entrambi i genitori ma sentirsi confusi nel momento del distacco. Non si tratta necessariamente di un segnale patologico, ma dell’espressione di un mondo interno che fatica a trovare stabilità emotiva in un contesto relazionale complesso.
In questi casi, un percorso di parent training può essere molto utile per comprendere meglio le reazioni del bambino e acquisire strumenti concreti per gestire la situazione, favorendo sicurezza e continuità affettiva.
Se ha bisogno può contattarmi, saluti
In questi casi, un percorso di parent training può essere molto utile per comprendere meglio le reazioni del bambino e acquisire strumenti concreti per gestire la situazione, favorendo sicurezza e continuità affettiva.
Se ha bisogno può contattarmi, saluti
Gentile genitore,
quello che descrive è un comportamento che può apparire contraddittorio, ma in realtà riflette un conflitto interno molto comune nei bambini piccoli esposti a situazioni familiari complesse, come una separazione conflittuale o una storia di riconoscimento paterno difficile.
A 5 anni, suo figlio è ancora in una fase in cui non ha strumenti cognitivi ed emotivi sufficienti per elaborare pienamente ciò che prova. Quando dice “voglio restare con te” e subito dopo “voglio andare dalla mamma”, non sta manipolando né mentendo. Sta manifestando due bisogni profondi e contemporanei:
– da una parte, il desiderio di giocare, sentirsi accolto, stare bene con lei;
– dall’altra, il bisogno di sicurezza, abitudine e attaccamento primario alla madre, che resta spesso la figura di riferimento prevalente nei primi anni di vita.
La dissonanza che osserva (chiede una cosa, poi l'opposto) è tipica nei bambini che si trovano in situazioni emotive tese: in gergo clinico si parla di ambivalenza dell’attaccamento. Non indica necessariamente un disagio grave, ma segnala che il bambino sta cercando di gestire, con le sue risorse immature, due poli relazionali importanti che percepisce forse in opposizione.
La conflittualità tra le figure genitoriali può intensificare questi comportamenti, perché il bambino può sentirsi diviso, spinto a schierarsi o colpevole per i suoi desideri. Anche se non esplicitamente coinvolto, assorbe la tensione e la restituisce nel modo che conosce: oscillazioni, proteste, frasi incoerenti, comportamenti che sembrano assurdi ma sono forme primitive di comunicazione.
quello che descrive è un comportamento che può apparire contraddittorio, ma in realtà riflette un conflitto interno molto comune nei bambini piccoli esposti a situazioni familiari complesse, come una separazione conflittuale o una storia di riconoscimento paterno difficile.
A 5 anni, suo figlio è ancora in una fase in cui non ha strumenti cognitivi ed emotivi sufficienti per elaborare pienamente ciò che prova. Quando dice “voglio restare con te” e subito dopo “voglio andare dalla mamma”, non sta manipolando né mentendo. Sta manifestando due bisogni profondi e contemporanei:
– da una parte, il desiderio di giocare, sentirsi accolto, stare bene con lei;
– dall’altra, il bisogno di sicurezza, abitudine e attaccamento primario alla madre, che resta spesso la figura di riferimento prevalente nei primi anni di vita.
La dissonanza che osserva (chiede una cosa, poi l'opposto) è tipica nei bambini che si trovano in situazioni emotive tese: in gergo clinico si parla di ambivalenza dell’attaccamento. Non indica necessariamente un disagio grave, ma segnala che il bambino sta cercando di gestire, con le sue risorse immature, due poli relazionali importanti che percepisce forse in opposizione.
La conflittualità tra le figure genitoriali può intensificare questi comportamenti, perché il bambino può sentirsi diviso, spinto a schierarsi o colpevole per i suoi desideri. Anche se non esplicitamente coinvolto, assorbe la tensione e la restituisce nel modo che conosce: oscillazioni, proteste, frasi incoerenti, comportamenti che sembrano assurdi ma sono forme primitive di comunicazione.
Salve
grazie per aver scritto con tanta chiarezza e sensibilità rispetto alla complessa situazione che stai vivendo con tuo figlio. Le parole che usi mostrano quanto tu sia presente e attento nei suoi confronti, e quanto tu desideri comprendere a fondo i suoi comportamenti e bisogni.
Ciò che descrivi – questo oscillare tra desiderio di restare con te e contemporaneamente voler tornare dalla mamma – può apparire confuso e persino “assurdo”, come dici tu, ma in realtà è molto coerente con ciò che spesso vivono i bambini coinvolti in contesti familiari conflittuali. A cinque anni, un bambino può faticare a dare parole al proprio sentire e manifestare il proprio disagio con comportamenti ambivalenti, proprio come quelli che stai osservando.
L’approccio sistemico-relazionale ci invita a considerare il comportamento del bambino non come espressione di un problema “individuale”, ma come un segnale che qualcosa nella rete delle relazioni – in particolare tra le figure adulte di riferimento – non è sufficientemente stabile, chiaro o rassicurante per lui. La forte conflittualità tra gli adulti può generare in lui sentimenti contrastanti di lealtà, paura di perdere l’amore dell’uno o dell’altro, senso di colpa o insicurezza. Non sa “scegliere” perché non dovrebbe dover scegliere: vorrebbe poter appartenere a entrambi, senza tensione.
In questo senso, potrebbe essere molto utile per te intraprendere un primo percorso terapeutico individuale: non perché tu “abbia qualcosa che non va”, ma perché uno spazio tutto tuo potrebbe aiutarti a contenere e dare significato al tuo stesso vissuto – fatto di dolore, frustrazione, preoccupazione – e offrirti strumenti per affrontare in modo più sereno e costruttivo anche la relazione con tuo figlio. A partire da lì, con i tempi giusti, si potrebbe poi pensare a un incontro familiare allargato, se e quando le condizioni lo permetteranno, per dare a tuo figlio quella linearità e coerenza affettiva di cui ha profondamente bisogno.
Ricorda: quando un bambino è esposto a tensioni tra i suoi adulti di riferimento, anche senza parole, le percepisce nel corpo e nel cuore. Per questo lavorare su di sé – prima ancora che “sull’altro” – è uno dei gesti di maggiore cura che si possa fare per lui.
Resto a disposizione qualora sentissi la necessità di poter intraprendere questo primo passo.
Roberta Ravolo
psicologa psicoterapeuta sistemico e relazionale ad orientamento comunitario
grazie per aver scritto con tanta chiarezza e sensibilità rispetto alla complessa situazione che stai vivendo con tuo figlio. Le parole che usi mostrano quanto tu sia presente e attento nei suoi confronti, e quanto tu desideri comprendere a fondo i suoi comportamenti e bisogni.
Ciò che descrivi – questo oscillare tra desiderio di restare con te e contemporaneamente voler tornare dalla mamma – può apparire confuso e persino “assurdo”, come dici tu, ma in realtà è molto coerente con ciò che spesso vivono i bambini coinvolti in contesti familiari conflittuali. A cinque anni, un bambino può faticare a dare parole al proprio sentire e manifestare il proprio disagio con comportamenti ambivalenti, proprio come quelli che stai osservando.
L’approccio sistemico-relazionale ci invita a considerare il comportamento del bambino non come espressione di un problema “individuale”, ma come un segnale che qualcosa nella rete delle relazioni – in particolare tra le figure adulte di riferimento – non è sufficientemente stabile, chiaro o rassicurante per lui. La forte conflittualità tra gli adulti può generare in lui sentimenti contrastanti di lealtà, paura di perdere l’amore dell’uno o dell’altro, senso di colpa o insicurezza. Non sa “scegliere” perché non dovrebbe dover scegliere: vorrebbe poter appartenere a entrambi, senza tensione.
In questo senso, potrebbe essere molto utile per te intraprendere un primo percorso terapeutico individuale: non perché tu “abbia qualcosa che non va”, ma perché uno spazio tutto tuo potrebbe aiutarti a contenere e dare significato al tuo stesso vissuto – fatto di dolore, frustrazione, preoccupazione – e offrirti strumenti per affrontare in modo più sereno e costruttivo anche la relazione con tuo figlio. A partire da lì, con i tempi giusti, si potrebbe poi pensare a un incontro familiare allargato, se e quando le condizioni lo permetteranno, per dare a tuo figlio quella linearità e coerenza affettiva di cui ha profondamente bisogno.
Ricorda: quando un bambino è esposto a tensioni tra i suoi adulti di riferimento, anche senza parole, le percepisce nel corpo e nel cuore. Per questo lavorare su di sé – prima ancora che “sull’altro” – è uno dei gesti di maggiore cura che si possa fare per lui.
Resto a disposizione qualora sentissi la necessità di poter intraprendere questo primo passo.
Roberta Ravolo
psicologa psicoterapeuta sistemico e relazionale ad orientamento comunitario
Buonasera, grazie per aver condiviso questa situazione complessa. Dal punto di vista sistemico, è possibile che suo figlio stia esprimendo, attraverso questo comportamento apparentemente contraddittorio, la sua difficoltà a gestire la lealtà verso entrambi i genitori. I bambini piccoli, soprattutto in contesti conflittuali, spesso sentono di dover “dividere” il loro affetto, temendo di deludere l’uno o l’altro. Per lui dire “voglio restare” e subito dopo “voglio andare” può essere un modo per cercare di non scegliere, perché ama entrambi. Può aiutarlo molto sapere che mamma e papà, pur separati, lo autorizzano ad amare l’altro senza sentirsi in colpa. Se vuole, possiamo ragionare insieme su come comunicare questo in modo rassicurante per lui.
Un abbraccio.
Un abbraccio.
Sarebbe utile un supporto psicologico per lui (ad esempio una psicoterapia infantile) e per voi come genitori, se possibile anche in forma separata, per tutelare il benessere del bambino.
buonasera caro papà, sicuramente il clima familiare soprattutto se conflittuale e soprattutto se tali conflittualità vengono mal gestite in presenza del bambino possono portare ad un disagio da parte del piccolo che esprime con i comportamenti che lei descrive. Tuttavia ogni caso è a se e le variabili sono tante, purtroppo nessuna risposta qui può aiutarla realmente nella risoluzione della difficoltà. pertanto l'invito insieme ad uno specialista ad analizzzare la situazione nella speranza che si possa creare sinergia educativa nell'interesse del minore. resto a disposizione
Buongiorno, capisco quanto possa essere confusa e dolorosa per te questa situazione. Il comportamento di tuo figlio non è raro nei bambini che vivono in contesti familiari conflittuali: può esprimere affetto e desiderio di vicinanza verso entrambi i genitori, ma allo stesso tempo sentirsi diviso, confuso o sotto pressione emotiva.
Le sue reazioni – voler restare ma anche voler andare via – sono segnali di un disagio interno che spesso i bambini non riescono a verbalizzare in modo chiaro. Non è “strano”, ma probabilmente sta cercando di adattarsi a una situazione per lui complessa.
Ti consiglio di rivolgerti a un psicoterapeuta dell’età evolutiva, che possa valutare con delicatezza il suo stato emotivo e offrirti un supporto concreto nella gestione della co-genitorialità. È un passo importante per proteggere il suo benessere oggi e nel tempo.
Le sue reazioni – voler restare ma anche voler andare via – sono segnali di un disagio interno che spesso i bambini non riescono a verbalizzare in modo chiaro. Non è “strano”, ma probabilmente sta cercando di adattarsi a una situazione per lui complessa.
Ti consiglio di rivolgerti a un psicoterapeuta dell’età evolutiva, che possa valutare con delicatezza il suo stato emotivo e offrirti un supporto concreto nella gestione della co-genitorialità. È un passo importante per proteggere il suo benessere oggi e nel tempo.
Buonasera a lei,
comprendo la sua preoccupazione nell'assistere a questo "cambio di registro" comportamentale da parte del suo bambino e comprendo che le può risultare "strano", ma in realtà è piuttosto fisiologico per lui reagire attraverso atteggiamenti contrastanti, trovandosi a doversi adeguare di volta in volta al cambio della quotidianità a cui è sottoposto, a causa delle vicissitudini che si creano quando è il tribunale dei minori a decidere la gestione di un minore in ambito di separazioni e divorzi.
Inoltre, suppongo di trovi, il minore, ad assistere ad episodi di tensione e di conflittualità quando avviene un incontro di persona o telefonico tra lei e l'altro genitore, e posso immaginare che il bambino interiorizzi, anche se a lei non è subito evidente, tutto ciò che accade.
Come professionista esperta in psicologia giuridica, le consiglio vivamente di valutare di lavorare maggiormente per contribuire a creare un ambiente quanto più favorevole alla crescita sana e serena di suo figlio, cercando di instaurare con lui un legame concreto e di presenza, ma soprattutto potrebbe essere utile poter svolgere, insieme all'altra figura genitoriale, un percorso alla genitorialità, attraverso un programma di Coordinazione genitoriale, atto proprio ad aiutare voi, come genitori, a dirimere controversie sulla gestione del vostro bambino ed a conoscere maggiormente i suoi bisogni, per una gestione maggiormente congiunta.
Potrebbe parlarne con il suo legale.
comprendo la sua preoccupazione nell'assistere a questo "cambio di registro" comportamentale da parte del suo bambino e comprendo che le può risultare "strano", ma in realtà è piuttosto fisiologico per lui reagire attraverso atteggiamenti contrastanti, trovandosi a doversi adeguare di volta in volta al cambio della quotidianità a cui è sottoposto, a causa delle vicissitudini che si creano quando è il tribunale dei minori a decidere la gestione di un minore in ambito di separazioni e divorzi.
Inoltre, suppongo di trovi, il minore, ad assistere ad episodi di tensione e di conflittualità quando avviene un incontro di persona o telefonico tra lei e l'altro genitore, e posso immaginare che il bambino interiorizzi, anche se a lei non è subito evidente, tutto ciò che accade.
Come professionista esperta in psicologia giuridica, le consiglio vivamente di valutare di lavorare maggiormente per contribuire a creare un ambiente quanto più favorevole alla crescita sana e serena di suo figlio, cercando di instaurare con lui un legame concreto e di presenza, ma soprattutto potrebbe essere utile poter svolgere, insieme all'altra figura genitoriale, un percorso alla genitorialità, attraverso un programma di Coordinazione genitoriale, atto proprio ad aiutare voi, come genitori, a dirimere controversie sulla gestione del vostro bambino ed a conoscere maggiormente i suoi bisogni, per una gestione maggiormente congiunta.
Potrebbe parlarne con il suo legale.
Buonasera,
immagino non sia stato affatto semplice per lei affrontare tutto ciò, a partire dal momento in cui la sua paternità è stata messa in discussione. Essere un genitore separato, per di più in un contesto di conflitto e con un legame inizialmente ostacolato, può portare con sé molta fatica emotiva e una grande complessità nelle relazioni familiari.
La situazione che descrive oggi, con suo figlio di 5 anni, è certamente delicata ma anche piuttosto comprensibile. I bambini, crescendo, iniziano a sviluppare un proprio mondo interno fatto di emozioni, bisogni, desideri e contraddizioni. È normale che vivano la separazione dei genitori in modo confuso, e che desiderino stare con entrambi anche quando le situazioni lo rendono difficile.
Il comportamento ambivalente di suo figlio — il voler restare e, allo stesso tempo, voler tornare dalla mamma — riflette questa complessità. Non è "assurdo", ma il segnale di un bambino che sta cercando di orientarsi in un contesto che per lui è ancora difficile da comprendere e da integrare affettivamente. Il fatto che si esprima con lei, anche attraverso comportamenti oppositivi o messaggi apparentemente contraddittori, può indicare che con lei sente uno spazio emotivo in cui può mostrare questa confusione.
In questi casi è importante continuare a offrire una presenza affettuosa, stabile e accogliente, aiutandolo a dare un senso a ciò che prova, senza forzarlo a scegliere da che parte stare. E laddove possibile, sarebbe auspicabile che entrambi i genitori potessero — anche con il sostegno di professionisti — costruire un minimo di alleanza educativa per il bene del bambino.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Franco
immagino non sia stato affatto semplice per lei affrontare tutto ciò, a partire dal momento in cui la sua paternità è stata messa in discussione. Essere un genitore separato, per di più in un contesto di conflitto e con un legame inizialmente ostacolato, può portare con sé molta fatica emotiva e una grande complessità nelle relazioni familiari.
La situazione che descrive oggi, con suo figlio di 5 anni, è certamente delicata ma anche piuttosto comprensibile. I bambini, crescendo, iniziano a sviluppare un proprio mondo interno fatto di emozioni, bisogni, desideri e contraddizioni. È normale che vivano la separazione dei genitori in modo confuso, e che desiderino stare con entrambi anche quando le situazioni lo rendono difficile.
Il comportamento ambivalente di suo figlio — il voler restare e, allo stesso tempo, voler tornare dalla mamma — riflette questa complessità. Non è "assurdo", ma il segnale di un bambino che sta cercando di orientarsi in un contesto che per lui è ancora difficile da comprendere e da integrare affettivamente. Il fatto che si esprima con lei, anche attraverso comportamenti oppositivi o messaggi apparentemente contraddittori, può indicare che con lei sente uno spazio emotivo in cui può mostrare questa confusione.
In questi casi è importante continuare a offrire una presenza affettuosa, stabile e accogliente, aiutandolo a dare un senso a ciò che prova, senza forzarlo a scegliere da che parte stare. E laddove possibile, sarebbe auspicabile che entrambi i genitori potessero — anche con il sostegno di professionisti — costruire un minimo di alleanza educativa per il bene del bambino.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Franco
ciao, questo capita spesso nelle coppie separate, il bimbo vorrebbe entrami non solo a giorni alterni, è importante per il benessere del bambino avere un buon dialogo tra i genitori, e seguire le stesse regole nell'educazione in modo che il bimbo non noti differenze
Salve, quello che descrive è una reazione piuttosto comune nei bambini che vivono una separazione conflittuale. A cinque anni, suo figlio non ha ancora sviluppato pienamente la capacità di gestire emozioni contrastanti, per cui può voler stare con lei e, allo stesso tempo, sentire il bisogno di tornare dalla madre. Non si tratta di incoerenza, ma di confusione emotiva. Dal punto di vista della psicoterapia umanistica, questo comportamento esprime un bisogno di vicinanza e sicurezza. L’analisi bioenergetica, invece, leggerebbe le sue agitazioni corporee come espressione di una tensione interna. Un percorso con un* psicologo psicoterapeuta, anche in ottica EMDR, può aiutarlo a elaborare il contesto separativo e a trovare un equilibrio affettivo più stabile. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Salve, i 5 anni sono un'età "chiave" per lo sviluppo, il bambino inizia a sviluppare un suo mondo interno e le sue emozioni diventano più complesse. Anche se la separazione tra i genitori è per lui una condizione normale, resta comunque una situazione emotivamente difficile da accettare, lui vuole bene in egual modo ad entrambi i genitori e probabilmente proprio quando sta trascorrendo dei bei momenti con uno dei due, prova una sorta di conflitto interno nei confronti dell'altro (del tipo: adesso mi sto divertendo con papà, ma mamma non ci sta e questo mi fa dispiacere). Se la situazione non cenna a migliorare nell'arco di 6 mesi, consiglio un supporto emotivo per il piccolo, ma ancora di più ed a partire da subito, sarebbe necessario iniziare un percorso di mediazione per i genitori. Seppure dopo la separazione finisca la coppia, quando si è genitori è assolutamente imprescindibile trovare un modo per fare squadra nell'interesse del piccolo.
Buonasera, è possibile che suo figlio stia provando a esprimere il bisogno di stare con entrambi i genitori, ma allo stesso tempo abbia capito che ciò non è possibile o non sia in grado di verbalizzarlo, quindi mentre sta con lei esprime la mancanza della mamma, ma quando si avvicina il momento di salutare lei sperimenta ed esprime un'ansia da separazione. Mi rendo conto che non è semplice gestire questa situazione, quello che le posso consigliare è di rassicurare suo figlio in queste occasioni e di provare a trasmettergli un senso di stabilità.
Salve, da quello che scrive sembra che il bambino sia confuso: ha 5 anni, probabilmente a scuola si è fatto un'idea sulla vita familiare, quindi sul vivere con mamma e papà insieme, e non riesce a capire perché per lui non è mai stato così. Ogni bambino reagisce in maniera diversa ad una separazione, in questo caso ha bisogno di una stabilità maggiore. Potrebbe aiutarlo creando un calendario molto colorato dove segnare i giorni con lei e con la mamma, magari dove ci siano anche i disegni delle attività che potete fare insieme, così il bambino, che trova giovamento nella concretezza dei concetti più che nell'astrazione, possa avere le idee più chiare. Spero di esserle stata d'aiuto
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