• Dott.ssa Antonella D'Orlando
    Dott.ssa Antonella D'Orlando
    Via Filippo Cavolino 7, Napoli

    Benvenuto! Se sei in un momento difficile e stai pensando di cominciare un percorso di psicoterapia, il primo passo è quello di chiedere un appuntamento; sarà il primo di quattro incontri di consulenza che ci consentiranno di fare conoscenza, mettere a fuoco il tuo problema e valutare insieme se e come procedere. Sono a Napoli, nei pressi di piazza Gian Battista Vico e di piazza Nicola Amore (ai quattro palazzi). Puoi consultare la mia agenda e fissare il tuo primo colloquio in uno dei giorni e degli orari disponibili oppure puoi inviarmi un messaggio wapp al 338 913 19 06. Sono qui per risponderti! Ricorda che la terapia si può fare anche online da qualsiasi luogo ti trovi, basta avere un po' di privacy e una connessione stabile. Buona terapia! A.D.

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    Consulenza online • 60 €

    Psicoterapia (descrizione) • 60 €

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    Primo colloquio psicologico (descrizione) • 60 €

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    Psicoterapia della dipendenza affettiva • 60 €

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    Dopo un primo spazio di consultazione che prevede quattro incontri, comincia, a pieno titolo, l'impegno reciproco tra terapeuta e paziente volto a uno scopo comune che è quello di migliorare l'esperienza di vita del paziente.
    Una psicoterapia impegna una volta alla settimana per 45 minuti per un tempo che non può essere previsto se non approssimativamente.Tuttavia, costanza, continuità e pazienza costituiscono i pilastri di una solida alleanza terapeutica su cui si fonda il successo della terapia stessa.


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    Dopo un primo spazio di consultazione che prevede quattro incontri, comincia, a pieno titolo, l'impegno reciproco tra terapeuta e paziente volto a uno scopo comune che è quello di migliorare l'esperienza di vita del paziente.
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    È il primo di quattro incontri di consulenza che consentono al paziente e al terapeuta di fare conoscenza, di mettere a fuoco i motivi per i quali si sente la necessità di uno spazio terapeutico e di valutare se e come continuare.


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    Studio privato di Psicologia e Psicoterapia

    Ammettere il conflitto come risorsa per l’evoluzione della relazione.
    Trasformazione significa assumere una forma che sia più aderente ai nuovi bisogni delle rispettive individualità che compongono il “noi”.



    60 €

    Psicoterapia Online

    Si diventa adulti molte volte nell’arco di una vita, ma un adolescente lo fa per la prima volta. Si tratta di affrontare un passaggio iniziatico spesso foriero di confusione e dolore.
    La terapia con un adolescente è sempre aperta a forme di comunicazione non verbale e ammette l'uso del disegno, di giochi proiettivi, della scrittura e del movimento come strumenti preferenziali di espressione di emozioni e contenuti profondi, soprattutto in una prima fase del trattamento.
    Inoltre è sempre possibile pensare uno spazio di sostegno per i genitori.


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    Si diventa adulti molte volte nell’arco di una vita, ma un adolescente lo fa per la prima volta. Si tratta di affrontare un passaggio iniziatico spesso foriero di confusione e dolore.
    La terapia con un adolescente è sempre aperta a forme di comunicazione non verbale e ammette l'uso del disegno, di giochi proiettivi, della scrittura e del movimento come strumenti preferenziali di espressione di emozioni e contenuti profondi, soprattutto in una prima fase del trattamento.
    Inoltre è sempre possibile pensare uno spazio di sostegno per i genitori.



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    Esperienze

    Su di me

    Ogni persona è unica nel suo modo di vivere le emozioni e le sfide che le presenta il mondo. È unica anche nel modo di vivere la sofferenza mentale, d...

    Mostra tutta la descrizione


    Formazione

    • Università degli Studi di Roma La Sapienza
    • Istituto di Terapia Familiare e Relazionale - Napoli
    • Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli

    Specializzazioni

    • Psicoterapia sistemico relazionale

    Tirocini

    • Dipartimento per le dipendenze patologiche - A.S.L. NA1
    • U.O Neuropsichiatria Infantile - A.S.L. NA1

    Certificati


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    Competenze linguistiche

    • Italiano

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    Presso: Psicoterapia Online consulenza online

    Conosco la dottoressa da poco però sono fiduciosa. Mi trovo bene. Mi sono subito sentita a mio agio. Si vede che ha molta esperienza.

    P
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    Presso: Studio privato di Psicologia e Psicoterapia primo colloquio psicologico

    La dottoressa è stata molto gentile e attenta, ho notato che ha prestato attenzione a molte cose di cui le ho parlato. Spero possa aiutarmi nel brutto momento che sto attraversando.

    A
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    Presso: Studio privato di Psicologia e Psicoterapia psicoterapia individuale

    Grande attenzione e disponibilità . Personalmente immediata empatia e fiducia nel raccontare la mia storia


    M
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    Presso: Studio privato di Psicologia e Psicoterapia primo colloquio psicologico

    La dott.ssa Orlando mi è sembrata immediatamente accogliente, disponibile e soprattutto in grado di fare sentire a proprio agio la persona che ha di fronte. La sua empatia mi ha colpito molto e credo che, attraverso il suo aiuto, si possano scoprire e fortificare molti aspetti di se stessi


    F
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    Presso: Studio privato di Psicologia e Psicoterapia primo colloquio psicologico

    Mi sono sentita subito a mio agio , dalla prima seduta già ho avuto dei risultati cambiando il mio approccio mentali a delle situazioni per me complicate. Continuerò sicuramente la terapia .

    Dott.ssa Antonella D'Orlando

    Sono felice di poterle essere utile.
    A presto.


    A
    Presso: Studio privato di Psicologia e Psicoterapia psicoterapia individuale

    Ho cominciato da poco la psicoterapia con la dottoressa D'Orlando, ma, sin da subito, mi sono sentita accolta e a mio agio. Trovo la sua figura rassicurante e ho tanta fiducia che tutto andrà bene.

    Dott.ssa Antonella D'Orlando

    La cura e l'impegno che sta mettendo per se stessa la ripagheranno certamente. A presto.


    M
    Presso: Studio privato di Psicologia e Psicoterapia psicoterapia individuale

    Con la dottoressa D'Orlando ho instaurato immediatamente un ottimo rapporto terapeutico. Avevo paura di cominciare la psicoterapia perché ho avuto sempre problemi a fidarmi, ma con la dottoressa è stato tutto così immediato e naturale. Mi ha aiutato a gestire la mia ansia verso le persone e a migliorare i rapporti con i miei figli. È bravissima!!!

    Dott.ssa Antonella D'Orlando

    Stiamo facendo un bellissimo lavoro insieme perché lei, a fronte dei suoi timori, ha tantissimo coraggio. A presto.


    R
    Presso: Studio privato di Psicologia e Psicoterapia psicoterapia individuale

    La dottoressa mi ha seguito durante la mia separazione. È stata un punto di riferimento fondamentale in un momento della mia vita in cui mi sentivo veramente perso. Le sarò sempre grato.

    Dott.ssa Antonella D'Orlando

    Lei ha superato la sua crisi perché ha avuto sempre fiducia nel fatto che anche le relazioni cariche di odio e rancore possono trasformarsi in qualcosa che può trovare uno spazio comodo nel nostro cuore. Sia grato a se stesso.
    Cari saluti.


    M
    Presso: Psicoterapia Online consulenza online

    Ho avuto già diversi contatti con la Dottoressa e sono molto soddisfatta del percorso intrapreso perché la dottoressa è altamente professionale, puntuale e cosa per me importante è molto empatica ed umana.

    Dott.ssa Antonella D'Orlando

    Cara Maria, sono felice che abbia superato le sue resistenze ad intraprendere un percorso di cura online. Sia fiduciosa!
    E mille grazie per le sue parole.


    S
    Presso: Studio privato di Psicologia e Psicoterapia Altro

    Con la dottoressa ho fatto un lungo percorso terapeutico. La dottoressa è squisita, sia dal punto di vista professionale che umano: attenta, puntuale, accogliente. Mi sono trovata molto bene.

    Dott.ssa Antonella D'Orlando

    Cara, grazie infinite per le sue generose parole. Per me è stato un piacere accompagnarla nel suo percorso di cura.
    Cari saluti!


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    Risposte ai pazienti

    ha risposto a 32 domande da parte di pazienti di MioDottore

    Salve, sono una ragazza di 27 anni.
    Ho bisogno di un consulto.
    Sto con il mio fidanzato da un anno. Entrambi ci siamo trovati dopo un periodo difficile della nostra vita e dopo che io sono riuscita a uscire da un rapporto tossico di 6 anni con il mio ex.
    Un anno e mezzo fa ho iniziato un percorso di psicoterapia che mi ha aiutato moltissimo a uscire dalla mia relazione precedente e che ancora sto continuando…
    Con il mio fidanzato va benissimo, eccetto qualche piccolo litigio o screzio che capita ogni tanto e che risolviamo parlandone.
    Lui è per me una persona speciale, con cui mi trovo bene e che mi fa sentire amata. Ed io lo amo. Penso anche spesso che finalmente è arrivata per me la persona “giusta”, che mi capisce e mi fa star bene.
    Il problema è che mi basta qualcosa anche di piccolo e insignificante per mettermi in discussione: anche solo quando mi dice che è stanco e non ci vediamo, o quando magari aspetto il fine settimana con ansia (perché di solito passiamo insieme il Week end) aspettando che lui mi dimostri che vuole uscire con me e non gli pesa non uscire con gli amici.
    Ieri è poi successo qualcosa di specifico: ho letto una chat sul suo telefono con un suo amico, so che non avrei dovuto, ma poiché negli ultimi tempi pensavo molto al fatto se quando uscisse con me fosse contento o se magari preferiva uscire con i suoi amici, allora l’ho fatto, pur sapendo che ho sbagliato e non avrei dovuto sbirciare.
    Nella chat il suo amico alludeva a un invito al bar a bere un drink in modo da potermi “sopportare meglio”… il mio ragazzo risponde dicendo “ma che dici, dai che stasera (la mia ragazza) è bella carica… passo a bere giusto un bicchiere che domani lavoro”…
    Infatti poi la sera ha visto me, siamo usciti e abbiamo passato tutto il fine settimana insieme e siamo stati bene.
    Inoltre ho sempre sue dimostrazioni, verbali e pratiche, che mi dimostrano che lui sta bene con me e vuole vedermi e stare con me.
    Però da ieri penso alla sua frase mandata all’amico… cosa voleva dire?
    La sto vivendo un po’ come un tradimento…. Perché mi darebbe fastidio che lui parlasse male di me o facesse battute con i suoi amici, banali e mediocri.
    So che forse il problema è mio, di insicurezza e nel mio percorso ci sto lavorando, ma da ieri non riesco a non pensare al messaggio…
    Non voglio parlare al mio ragazzo perché forse rovinerei tutto per una cazzata… o litigheremmo per nulla.
    Aspetto urgente una risposta. Grazie

    Ciao! Grazie per aver condiviso la tua situazione. Le tue parole riflettono una ricerca di comprensione e stabilità emotiva, qualcosa che è fondamentale in ogni percorso di crescita personale.
    Innanzitutto, vorrei riconoscere il percorso difficile ma importante che hai intrapreso lasciando un rapporto tossico e impegnandoti in un processo di emancipazione attraverso la psicoterapia. Questo dimostra una forza notevole e un impegno verso una opportuna attenzione verso te stessa.
    Quanto alla tua attuale relazione, sembra che tu abbia trovato un partner con cui fare una buona esperienza di amore. Questo è un aspetto prezioso e significativo. Tuttavia, è chiaro che ci sono insicurezze che ancora ti affliggono. Le ferite del passato possono lasciare tracce profonde e influenzare il modo in cui percepiamo e reagiamo alle situazioni attuali.
    Il tuo atto di leggere i messaggi sul telefono del tuo fidanzato rivela una ricerca di conferme esterne per calmare le tue incertezze interiori.
    La conversazione letta tra il tuo fidanzato e il suo amico può essere interpretata in vari modi. È possibile che il tuo fidanzato usasse un tono leggero e scherzoso, comune in alcune dinamiche tra amici. Tuttavia, il tuo disagio rispetto a questo scambio è assolutamente valido e merita attenzione. Non è solo la frase in sé a preoccuparti, ma ciò che essa rappresenta nel contesto delle tue insicurezze e della storia della tua relazione.
    È importante che tu continui a lavorare su questi temi in terapia, esplorando le radici profonde di queste emozioni. Parallelamente, una comunicazione aperta e sincera con il tuo fidanzato è essenziale. Potrebbe essere utile esprimere i tuoi sentimenti senza accusare o giudicare, ma piuttosto condividendo onestamente le tue emozioni e le tue preoccupazioni.
    Questo episodio potrebbe essere un'opportunità per riflettere su quanto sei progredita e su quali aspetti necessitano ancora di attenzione. Ricorda, la fiducia in una relazione si costruisce e si mantiene non solo con l'amore reciproco, ma anche con impegno e responsabilità.

    Mille auguri!

    Dott.ssa Antonella D'Orlando

    Buonasera
    Sono una ragazza di 25 anni e ho una domanda riguardo il tema maternità.
    Premetto che quando avevo 16 anni ho iniziato a fare la babysitter, fortunatamente con una famiglia in cui mi sono trovata benissimo sia con i genitori che con i figli. Il tempo mi volava con loro e mi ci sono affezionata tanto.
    Dopo di loro ho iniziato a tenerne altri, con alcuni andavo più d'accordo, con altri meno, alcuni proprio non li sopportavo (e quando non sopportavo i bambini puntualmente non sopportavo nemmeno i genitori). Altra premessa, ho fatto il liceo delle scienze umane e dopo di che ho fatto 2 anni di scienze dell'educazione, che poi ho lasciato perché ho capito anche grazie a un tirocinio svolto in un asilo nido (esperienza che ho odiato, letteralmente, non vedevo l'ora di uscire) che non mi piaceva il mestiere di educatrice, in nessuna forma. Ora sto studiando tutt'altro, e sono molto felice della mia scelta. Tuttavia, purtroppo in questi anni ho dovuto e devo tuttora lavoricchiare mentre studio e, tranne in qualche occasione in cui ho trovato qualche lavoro diverso, quello che mi ritrovo sempre a fare sia per maggior elasticità di orari che di facilità nel trovare il lavoro, è la babysitter.
    Ora dopo tutta questa premessa la mia domanda è: dato che ho notato che in questi anni il mio interesse/amore per i bambini è diminuito sempre di più, fino ad oggi in cui mi sembra quasi di non sopportare i bambini, è possibile che questo voglia dire che io non voglia/debba avere figli? Fino a qualche anno fa mi piaceva anche stare con i bambini, ma ora mi viene male al solo pensiero di dover fare ciò che faccio per qualche ora, per tutta la vita (e nel frattempo lavorare, occuparmi di tutto il resto, e via cosi). Non ho voglia di giocare con i bambini, a volte, suona strano dirlo, ma mi stanno quasi antipatici nei loro modi di parlare e giocare. Mi stupisce questa cosa anche perché sono sempre stata brava con i bambini, e soprattutto ho sempre desiderato ardentemente una famiglia numerosa, e ora invece ho davvero grossi dubbi sul mio desiderio di maternità. Oltretutto io e il mio ragazzo con cui stavo da parecchi anni ci siamo lasciati anche perché lui non voleva figli e io si.
    Tutto questo mi confonde e mi spaventa, cosa ne pensate voi? So che non potete dirmi voi cosa voglio o penso io, ma magari potete aiutarmi a fare chiarezza.
    Vi ringrazio molto in anticipo

    Ciao, dalle tue parole si sente che questa è una questione molto personale e delicata per te. La tua esperienza nel campo dell'assistenza all'infanzia, unita alla tua formazione accademica, ti ha fornito un'ampia esposizione a diversi ambienti e tipi di interazione con i bambini. È comprensibile che queste esperienze abbiano influito sulla tua percezione della maternità e dei bambini in generale.
    Probabilmente stai cominciando a differenziare la cura nella relazione professionale da quella intima e personale. Prendersi cura di un bambino, nutrirlo, intrattenerlo, educarlo, proteggerlo, cose che fai quando lavori come baby sitter, è solo una parte della vastissima esperienza che fa un genitore; sono coinvolte una molteplicità di emozioni, bisogni e intenzioni che a volte viaggiano in armonia e a volte confliggono, e tutto questo impegna per un tempo molto lungo e in varie forme. Infatti, i figli non restano bambini per sempre; crescono e trasformano la relazione con la madre e il padre in modi talvolta imprevedibili.
    Eppure, nonostante l'impegno, la responsabilità e la fatica, molti genitori raccontano dell'esperienza coi loro figli come qualcosa di necessario e irrinunciabile.
    Lavorare con i bambini, invece, può non essere né necessario, né irrinunciabile nel senso che, mentre affini la tua professionalità, può nascere per te il bisogno di fare nuove esperienze e dedicarti ad altri apprendimenti o ad altre mansioni. Dunque, non sono i bambini ad essere antipatici, ma è quel lavoro che non ti piace più, che ha esaurito la novità formativa.
    Parlare con qualcuno di fiducia, che sia un amico, un familiare o un professionista, può offrirti una nuova prospettiva e aiutarti a navigare in questi sentimenti, a rispettarli e a lasciare che ti orientino nelle tue scelte future.
    Prendi queste mie parole come spunti per riflettere e se ti sono state utili mi fa molto piacere. Mille auguri!

    Dott.ssa Antonella D'Orlando

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