Salve, ho 37 anni, credo di avere qualcosa che non va, non mi sento bene in questo periodo, penso se

68 risposte
Salve, ho 37 anni, credo di avere qualcosa che non va, non mi sento bene in questo periodo, penso sempre che mi stia per capitare qualcosa, o che qualcosa di brutto possa capitare a mio figlio di 7 anni o a mio marito. Penso che questa paura della morte dipenda dal mio vissuto, non ho più ne genitori ne nonni, ne zii, sono tutti morti da tempo. Mia madre quando avevo 23 anni e mio padre(con cui non sono mai andata d'accordo, a malapena ci scambiavamo un saluto nelle rare occasioni in cui ci si vedeva) è morto l'anno scorso. I miei nonni e zii/zie sono morti nel lasso di tempo tra infanzia e adolescenza. Da quando e morta mia madre non riesco più a vedere alcune tipologie di film e ad ascoltare la musica, perché inevitabilmente , anche nelle cose allegre mi capita di scorgere una vena triste. Non so che fare, ultimamente , quando sto da sola, mi capita di scoppiare in pianti disperati, e di fissarmi sulle cose, soprattutto se mi capita di avere delle discussioni con alcune persone. Volevo andare da uno psicologo, ma proprio non riesco a dire queste cose di persona(in generale, al mondo mi presento come una persona allegra che ride spesso, ma quando sto sola cambia tutto)... E provo molto rancore per la mia infanzia, per come sono stata "cresciuta" anche se di fatto ero lasciata a me stessa... i miei mi hanno fatta a 40 anni, passavo lunghi periodi dai miei nonni o da un'amica di mia madre, mai nessuno che mi chiedeva dei compito o di quello che pensavo. si faceva solo quello che voleva mia sorella( di 13 anni più grande di me) in ogni ambito della vita, dalla religione che dovevamo seguire, per non farle fastidio, al cambio di città ecc. A volte mi sembra che la testa mi esploda per tutte le cose che ho dentro. Vorrei sentirmi bene, senza tutta questa tristezza.
Dott.ssa Maria Grazia Antinori
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Ci sono situazioni in cui le persone sentono di non vivere emotivamente il tempo presente ma di essere ancorati al passato doloroso e traumatico.
E' come se ciò che non c'è più, fosse più importante e presente di quello che c'è.
Si può vivere una vita apparentemente positiva, una famiglia, dei figli, rapporti sociali, ma quando si chiude la porta si entra in un'altra dimensione, apparentemente inspiegabile alla stessa persona.
Questo meccanismo di alterazione del tempo emotivo, è tipico ritrovarlo in persone che hanno subito un trauma o meglio una serie di traumi ripetuti, abbandoni, mancanza di cure affettive.
E' come se la persona, il bambino, per difendersi dal dolore e dalla tristezza, si isolassero dalle emozioni, dal corpo, dal tempo. Il problema è che questo meccanismo difensivo utile per non essere travolti dal trauma, si trasforma in uno stile disfunzionale che rende difficile vivere il qui ed ora.
Quando ci si accorge di essere prigionieri di una palude emotiva, la via di uscita è quella di cercare aiuto, accettare di incontrare uno psicoterapeuta che possa aiutare a dare parola al dolore del passato per tornare a vivere il tempo presente.

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Dott.ssa Gaetana Bonasera
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Signora, da quello che scrive mi sembra abbastanza consapevole di quello che le è successo e di quello che sta vivendo in questo momento. L'ostacolo più grande la difficoltà a trovare il coraggio per aprirsi con uno/a psicoterapeuta. Capisco che dopo aver sofferto tanto per mancanza di cure, per le delusioni e gli abbandoni sia difficile pensare di potersi fidare di una persona al punto da aprire il proprio cuore ferito e affidarsi. Ma per poter avere un futuro migliore per sè e per la sua famiglia dovrà lottare contro questa chiusura e le resistenze che le impediscono di uscire dalla prigione di dolore, di rancore e di solitudine. Le auguro di riuscire.
Buonasera signora, la descrizione che ha dato di se stessa e delle sue difficoltà rende perfettamente l'idea della mole di sofferenza e della sua fatica a condividerla con altre persone. Il fatto di essere stata "lasciata a se stessa" sin da bambina, come afferma, può essere uno dei motivi che la spingono a cercare di risolvere tutti i suoi problemi da sola, piuttosto di rischiare di non venire ascoltata (come probabilmente le è già capitato da piccola). Il problema è che, ora come ora, il carico emotivo che si porta dentro è superiore a quelle che sono le sue capacità di farvi fronte e rischia di cadere in un baratro che comprometterà tutto ciò che ha faticosamente tenuto in piedi sin ora. Si conceda di ammettere la sua fragilità e di perdonarsi per questo, non ne ha nessuna colpa. Condividerla con un estraneo, a volte, può essere più facile che farlo con le persone vicine. Potrebbe provare a valutare una terapia via skype per aggirare la difficoltà del vis a vis. Le faccio un in bocca al lupo di cuore, mi auguro che riesca a superare questa fase della sua vita. A disposizione per qualsiasi cosa, Francesca
Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Buongiorno. Comprendo la sua difficoltà, forse anche dettata da una nucleare convinzione che non ci si possa sentire capiti, oppure si possa essere giudicati in maniera sbagliata, o semplicemente che nella vita te la devi sempre cavare da solo. E' importante non sentirsi obbligati a fare questa richiesta di aiuto ad un'altra persona, ma vedere quello spazio e quel tempo, che forse un giorno vorrà prendersi, come qualcosa di cui ha diritto. Può rivolgersi in struttura pubblica o privata, può scegliere se andare o annullare, può scegliere se riandare o chiuderla là. Ciò che è fondamentale, credo, sia trovare il coraggio di rompere il ghiaccio, cosa che forse è in parte riuscita a fare nello scriverci. Cordialmente SP
Dott. Emanuele Grilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve. Nella sua lettera, peraltro accorata e piena di dolore emerge tra le righe una velata richiesta di aiuto. Mi sbaglio? La storia della sua vita è disseminata di perdite e lutti che non sono stati elaborati e questo le crea la sofferenza odierna. Spero che maturi in lei il forte desiderio di iniziare un lavoro personale che la porti ad alleggerire il carico emotivo dellla sua vita. Sarà enormemente più felice con suo marito e suo figlio.
Cordiali Saluti. Dottor Emanuele Grilli.
Dott.ssa Maria Elena Cinti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Albano Laziale
Salve signora da quanto racconta il messaggio chiaro che arriva é la necessità di essere ascoltata da qualcuno che sappia pensare solo a lei e a sostenerla in un difficile passaggio. Le esperienze di vita che ha vissuto sembra abbiano creato in lei una serie di amarezze che ha difficoltà a gestire. In più a crearle disagio sembrano esserci pensieri ossessivi accompagnati dal umore deflesso, che forse andrebbero trattati farmacologicamente. Capisco la difficoltà a rivolgersi a uno specialista, ma credo troverà il momento opportuno per farlo
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, capisco il suo stato ansioso continuo nei confronti dei suoi famigliari, chiaramente lei è perennemente in uno stato di allarme, dopo tutti i lutti precoci che ha subito. Queste abbandoni le hanno causato dei traumi, se lei non troverà la forza di elaborarli difficilmente riuscirà a superarli. Si prenda il suo tempo, quando deciderà di elaborarli le consiglio la terapia EMDR, è un trattamento veloce oltre che per adulti è indicato anche per bambini traumatizzati. Il trauma del lutto è un trauma con la "T" maiuscola, si lavora sul ricordo dell'esperienza traumatica e si elabora a livello emotivo ,cognitivo e corporeo , il paziente ricorda ancora l'evento ma si percepisce come facente parte del passato e le sensazioni si riducono d'intensità. Spero che troverà la forza d'intraprendere il percorso di terapia che sicuramente la farà stare meglio, mi può consultare per qualsiasi spiegazione, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno signora, ritengo lei sia sulla strada giusta quando collega la tristezza che la invade e la paura che possa accadere qualcosa di brutto a se stessa e ai suoi cari, ai lutti che l'hanno privata troppo presto della sua famiglia d'origine, delle sue radici e certezze, della sua spensieratezza. Ma il rancore per le molte situazioni in cui si è sentita trascurata è altra cosa: non deve gettare ombra sul presente, sui legami buoni. Questo rancore non deve condizionarla né renderla prevenuta rispetto all'ascolto, all'attenzione e all'affetto che può ricevere. Troppo spesso il rancore porta a scelte inefficaci che lasciano poi un senso d'impotenza. La incoraggio a rivolgersi ad uno psicologo per provare a parlare di sé, a raccontarsi, a sperimentare come ci si sente in quello spazio tutto per sé. E' probabile che andrebbe incontro a momenti di disagio, di imbarazzo, di difficoltà, ma è altrettanto probabile che si sentirebbe protetta e pian piano potrebbe recuperare il senso del suo valore. Sarebbe allora possibile per lei esplorare quella parte della sua esperienza in cui si intersecano la tristezza, la solitudine, la paura, la rabbia, e arrivare a scoprire come gestire queste emozioni che ora sembrano un po' bloccarla, per stare meglio con se stessa e con i suoi cari. A disposizione. Un caloroso saluto. Dott.ssa Cinzia Bugni Batte
 Edith Eleonora Mincuzzi
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, è sempre molto difficile mostrarsi fragili agli altri.
Quando passano tanti anni dalle perdite subite si ha la sensazione che non si debba più provare dolore, che "ormai sono passati".
Eppure basta un piccolo evento, magari apparentemente insignificante e tutto ritorna più forte e doloroso di prima.
Il lutto subito lo scorso anno potrebbe aver riattivato i sentimenti dolorosi della perdita subita da bambina, la solitudine, il fatto di non essere ascoltata o vista poiché l'attenzione era nei confronti di sua sorella.
Lei non ha nulla che non vada, è una donna che ha sofferto molto e che ora sente di voler essere ascoltata, nonostante il timore di non essere compresa.
Credo possa essere utile ed importante per lei provare un percorso di terapia in cui affrontare, coi suoi tempi, questo dolore.
Un bravo terapista saprà coglierla e assecondare i suoi tempi così da consentirle di aprirsi e affrontare questo momento nel migliore dei modi.
Ci sono molte tecniche da utilizzare per aiutarla anche rispetto alla sua difficolta ad aprirsi, quindi non si scoraggi.
Per eventuali domande resto a disposizione.
Un caloroso saluto. E.M.
Buonasera,
spesso è difficile fare il primo passo. Lei è consapevole delle situazioni che la rendono emotivamente fragile, ma è importante iniziare un percorso di supporto psicologico che potrà aiutarla ad affrontare realmente il suo dolore, le sue debolezze, le sue perdite. Pian piano potrà uscire da questa sua angoscia, e scoprire quelle risorse personali che le permetteranno di ritrovare il benessere e la serenità.
Resto a disposizione.
Le porgo un caloroso saluto, Dott.ssa Paola De Martino
Buonasera signora, i traumi e lutti della sua storia stanno chiedendo di emergere e di essere elaborati attraverso una via che non sia solo il ricordo e la consapevolezza degli avvenimenti accaduti. Il suo dolore ha bisogno di essere vissuto e sciolto attraverso un dialogo ed una relazione capaci di accoglierla e di riscoprire il senso profondo della sua vita, guardando ciò che è mancato e valorizzando le grandi risorse che ha, in questo momento coperte da emozioni forti che chiedono uno ‘spazio di ascolto’. Un cordiale saluto. Dott.ssa D.La Porta
Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Il suo vissuto è costellato di traumi e vuoti a cui lei non ha dato voce, se li è tenuti dentro senza elaborarli, per cui tutto sta lì, imprigionato nella sua mente. Liberi questo vissuto traumatico attraverso la parola, si rivolga ad un bravo psicoterapeuta che poco per volta porti in superficie ciò che la opprime e non le consente di vivere appieno la sua vita emotiva. Personalmente ho ottenuto buonissimi risultati con la tecnica EMDR. Un caro saluto. Dr.ssa Benvenuti-Padova
Dott.ssa Maura Falocco
Psicologo, Professional counselor
Grottaferrata
Buongiorno signora,
lei scrive che a volte le sembra che la testa esploda per tutte le cose che ha dentro. Quando le cose sono troppe, è importante esternarle e dargli un senso, solo in questo modo lei potrà sentirsi meno triste.
Per questo uno spazio di ascolto tutto per lei sicuramente è utile; il primo passo che può fare per uscire da questa tristezza è condividere i suoi pianti, i suoi pensieri e i suoi rancori con uno psicologo che può comprenderla, aiutarla a elaborare i suoi lutti e accettare un passato che la fa ancora soffrire.
Solo in questo modo potrà sentirsi più serena e vivere la sua vita con più gioia.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Carmen Capria
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Signora,
da quello che scrive emerge una forte sofferenza che ha bisogno di essere sostenuta ed elaborata.
Da quello che scrive sembra che abbia bisogno di affrontare delle tematiche importanti come quelle del lutto e dei vissuti abbandonici. Non abbia paura di rivolgersi ad uno psicoterapeuta perchè l'aiuterà ad affrontare il suo dolore e quindi ad alleviare la sofferenza.
Saluti.
Dott. Andrea De Simone
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Salerno
Buongiorno, si rivolga ad uno psicoterapeuta senza esitazioni, vedrá che le sara molto utile.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Dott. Daniel Michael Portolani
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, ad oggi Lei fa esperienza di un futuro impossibile o, laddove possibile, pauroso e tragico; per questo motivo avviene il ripiegamento depressivo con tristezza, ansia, e rimuginio verso il passato con rancore e tentativi di spiegazione che si riferiscono a episodi della storia di vita. Come e perché questo avvenga è da ritrovarsi nel Suo contesto attuale, in Chi Lei è e in Chi era quando tutto questo è cominciato. E' più che comprensibile che voglia riprendere in mano la Sua vita ed è un primissimo passo verso una responsabilizzazione necessaria a uscire da questa impasse. Contatti uno psicoterapeuta: è importante fare un percorso per raccogliere le informazioni che mancano e impostare una via per migliorare la Sua vita. In bocca al lupo, cordialità. DMP
Dott.ssa Silvia Polizzi Andreeff
Psicologo, Psicoterapeuta
Ladispoli
Salve,
io credo che lei abbia bisogno di poter parlare di tutte queste cose con qualcuno che la ascolti, e l'aiuti ad alaborare i suoi lutti, e le sue mancanze. I suoi vissuti sono importanti e condizionano anche il presente, è importante che trovi il coraggio di iniziare un percorso di psicoterapia. Capisco che vorrebbe sentirsi bene, ma tutta questa tristezza è un segnale che qualcoasa non va, ha origine tanto tempo fa ed è ora di vederla, non faccia con le sue emozioni come i grandi facevano con lei quando era piccola, le guardi, e se ne prenda cura. Prima che la testa "le scoppi" si faccia aiutare da qualcuno a decomprimere tutto ciò che è rimasto irrisolto. Lo faccia per lei e per suo figlio al quale non fa bene percepire che sua mamma soffre così, i bambini sono spugne e facilmente si prendono la colpa e il dolore per il malessere dei genitori. Se salva lei salva anche lui. Tolga la maschera e si permetta di essere esattamente ciò che è. Sicuramente una donna forte, e come tutte le persone, anche con momenti di debolezza e con serbatoi di emozioni difficili da gestire.
Un abbraccio virtuale
Dott.ssa Silvia Polizzi Andreeff
Dott.ssa Iole Ceruzzi
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Lei ha il diritto di essere ascoltata, accolta e supportata. Non se lo neghi. Un primo passo lo ha già fatto, la strada la conosce. Si dia la possibilità di stare bene, di chiedere aiuto e di affidarsi. Sono certa che vincerà il suo coraggio che, da ciò che scrive, sembra essere un compagno fedele.
Le auguro di dare voce alla sua vita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ceruzzi
Gentile signora, lei non ha qualcosa che non va. Ha tanto dolore dentro.
Ha subito diversi lutti, ha perso la mamma, gli zii, i nonni, ha vissuto una infanzia di solitudine e trascuratezza, un rapporto difficile con suo padre. Sono esperienze traumatiche ripetute e irrisolte.
La sofferenza provata e che prova va condivisa con qualcuno, che la sappia sostenere e aiutare ad elaborarla.
Non può continuare a sorridere quando dentro prova tutt'altro che serenità.
Se non si sente di aprirsi davanti ad un terapeuta è comprensibile considerato che nella sua infanzia nessuno l'ha accolta e ascoltata. Ma le cose possono cambiare. Si prenda quello che le spetta di diritto e che non le è stato dato quando era dovuto.
Un primo passo lo ha già fatto scrivendoci. Il secondo la sta attendendo ;)
Un cordiale saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis


Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Ritengo essenziale l'avvio di un percorso psicologico al fine di indagare le cause ed i fattori di mantenimento dei suoi sintomi ed elaborare i vissuti emotivi delle situazioni che l'hanno portata ad avere i sintomi che riporta.
Cordialmente, dott. FDL
Dr. Maurizio Buonaugurio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Cara utente, leggo il suo dolore e immagino che ogni giorno non sia facile cercando di mantenere una "maschera" di una persona che non rispecchia il suo vero stato emotivo. La situazione che ha descritto ha sicuramente degli elementi rilevanti che possono influire sul suo stato, ma non sono sufficienti a potere capire effettivamente da cosa possa derivare questo disagio che avverte. Leggo che non riesce ad a rivolgersi di persona a uno psicologo, per che ha difficoltà a mostrare questo suo dolore, ma ritengo che approfondire questi aspetti in un percorso sarebbe la soluzione ottimale alla sua situazione. Si "conceda" di stare male in questo momento, accetti il disagio che prova, non c'è nulla di cui vergognarsi a soffrire, fa parte anche questo dell'essere umani. Trovi il coraggio per poter affrontare in seduta questo dolore, sarà il primo passo per il raggiungimento della serenità che giustamente merita.
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, è comprensibile il suo dolore e il suo malessere, sicuramente mi sentirei di consigliarle un buon terapista che possa aiutarla in questa sua situazione.
MMM
Dott.ssa Maria Cristina Giancarli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, ascolti quella parte di sè che sta soffrendo e si dia la possibilità di trovare conforto in un percorso che la sostenga e la aiuti a superare le sue paure. Dando un'espressione a quello che sente, in un contesto sicuro come quello della psicoterapia, il dolore e la tristezza smetteranno di bussare alla sua porta con prepotenza, perché avranno finalmente voce e uno spazio dove essere elaborate. In questo modo, dando possibilità di espressione alla sofferenza che prova, ci sarà più spazio anche per i sorrisi e per quella parte allegra e vitale che mostra al mondo e a cui comprensibilmente non vuole rinunciare. Quella parte gioiosa ha il diritto di non dover essere una copertura della tristezza, ma di essere invece autenticamente e sinceramente vitale. Le auguro di trovare la strada che la faccia sentire meglio. Dott.ssa Giancarli
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dr. Lorenzo Giacomi
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Roma
Salve, il suo problema potrebbe essere facilmente trattato in un percorso psicologico per affrontare e superare le sue difficoltà. Se è questa è la sua intenzione, sono disponibile a fornirle il mio supporto professionale. Le porgo i miei saluti. Dr. Giacomi
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Dott.ssa Francesca Romana Manni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Cara Signora, la perdita porta con se spesso dolore e rimpianto e non penso che lei abbia "qualcosa che non va", piuttosto risponde emotivamente a quello che ha vissuto. Non si è bloccata ma è andata avanti formando una sua famiglia, ma il dolore a volta ritorna, perchè la nostra mente vive di vissuti e di emozioni e lei non mi sembra una persona congelata. Però le emozioni devono dare anche ristoro e calore e non solo dolore. Forse è arrivato il momento di ascoltarsi in un modo diverso, di riordinare la sua storia, che certo non si può cambiare. Ripunteggiare gli eventi aiuta a dare una chiave di lettura che possa essere più funzionale al nostro benessere che ci permette di andare avanti con bagagli meno pesanti. La paura di un confronto che lei vive è la paura di soffrire ricordando ancora. In terapia si lavora prima a rinforzare e poi ad elaborare. Se desidera ulteriore sostegno non esiti a chiamarmi. Dott.ssa Francesca Romana Manni
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente, da ciò che ci riferisce ha sicuramente bisogno di essere ascoltata da qualcuno in grado di supportarla in questo suo momento critico, nella sua città ci sono molti specialisti validi in grado di mettere a proprio agio i pazienti indecisi nel rivolgersi o meno a uno psicologo, il mio consiglio è di sceglierne uno informandosi sulle sue competenze e che in qualche modo le trasmetta fiducia da come si presenta. Può provare un primo colloquio online ed eventualmente fissare solo successivamente un appuntamento in studio, ai pazienti più titubanti questa modalità di primo contatto risulta spesso utile per sbloccare la situazione.

Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Dott.ssa Elvira Vitale
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, le sue parole destano curiosità ed interesse, credo che per il suo benessere uno scoglio fondamentale da superare sia proprio quel timore che dice di provare, all'idea di proporre tutto ciò ad uno psicologo dal vivo. Oggi può aver trovato sfogo nella diffusione di un semplice messaggio scritto, eppure le propongo di considerare l'idea di raccontarsi e darsi una possibilità di reale ricerca d'aiuto. Questa passa necessariamente dall'incontro faccia a faccia, in un colloquio vero e proprio con un/a professionista da lei scelto/a. La scelta in base ai suoi criteri personali può essere un aiuto per intraprendere questa coraggiosa strada: se sarà convinta di chi avrà scelto, troverà più facile presentarsi per un primo colloquio.
Dr. Giorgio Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, è difficile poter immaginare come lei si possa sentire viste le molte cose che si tiene dentro. Posso però dirle che comunque, anche il solo essersi permessa di scrivere queste sue confidenze è un primo passo verso la ricerca di un nuovo equilibrio. Sempre seguendo i suoi tempi cerchi di percorrere questa via. vivere dei ricordi con sofferenza, anche con sentimenti contrastanti, per quanto difficile è qualcosa che può indicarci la via per volgere la situazione e incanalarla verso un futuro più sereno. Svolgere questo lavoro con un professionista che le ispira fiducia, serenità e riservatezza, seppur difficile inizialmente, le porterà giovamento.
Cordialmente,
Dott. Giorgio Ferrara
Dott.ssa Elisa Del Grosso
Psicologo clinico, Psicologo, Terapeuta
Roma
Buonasera signora, mi dispiace molto per il vissuto che ha portato qui.
Chiedere aiuto a volte, lo comprendo, può essere molto difficile, quasi un'impresa. Soprattutto per quelle persone che sono dovute "crescere prima del tempo" facendo affidamento solo su di sé.
Gli eventi di vita traumatici formano una matassa di cui è molto difficile parlare a volte. Ma per fortuna non impossibile. Dopo il primo passo del chiedere aiuto, che spesso è quello più faticoso, il resto avviene gradualmente, secondo i suoi tempi personali. La matassa può trovare spazio e accoglienza per essere elaborata, come e quando lei si sente.

Le auguro di fare quel primo passo!

Resto a disposizione, dott.ssa Elisa Del Grosso
Dott.ssa Lavinia Salvati
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, leggendo la sua storia capisco come per lei sia difficile decidere di iniziare un percorso. Le assicuro che da psicologa di solito, quando al primo incontro vedo la persona in difficoltà cerco di metterla nelle condizioni di potersi sentire a suo agio. Non sempre è necessario dire tutto subito, essendo un percorso si procede insieme andando piano piano a rivedere ciò che ancora oggi la fa soffrire. In generale le dico che aver vissuto delle esperienze "traumatiche" probabilmente non eleborate ancora, la costringe a pensarci e ripensarci. Grazie alla psicoterapia può imparare a disinnescare queste modalità che oggi non la rendono libera, soprattutto di vivere serenamente.
Per qualsiasi cosa, sono a sua disposizione.
Dott.ssa Salvati Lavinia
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo così difficile e carico di tristezza. È comprensibile che le esperienze di perdita che hai vissuto, come la morte dei tuoi genitori e degli altri familiari, abbiano un impatto profondo sulla tua vita emotiva e sulla paura della morte.

È importante riconoscere che ciò che stai vivendo può essere un sintomo di lutto non elaborato e di un passato difficile. La perdita dei tuoi cari, la mancanza di un'infanzia appagante e il senso di essere stata trascurata possono influenzare profondamente la tua salute mentale e il tuo benessere emotivo.

Cercare il supporto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta potrebbe essere un passo significativo verso la guarigione. Uno specialista può fornirti un ambiente sicuro in cui esprimere e affrontare tutte le emozioni che stai provando. Non preoccuparti se all'inizio ti senti in difficoltà a esprimerti, gli psicologi sono professionisti che sono abituati a lavorare con persone che affrontano sfide emotive complesse.

Lo psicologo può aiutarti a esplorare le tue emozioni, il tuo passato e a comprendere meglio il modo in cui tutto ciò ha influenzato la tua percezione di te stessa e il tuo modo di affrontare la vita. Attraverso la terapia, puoi imparare a gestire la tristezza, a riconoscere e modificare schemi di pensiero negativi, e a trovare strategie per affrontare la paura della morte.

Ricorda che la guarigione richiede tempo e impegno. Sii gentile con te stessa durante questo percorso, accettando che le emozioni che stai vivendo siano valide e comprensibili. Cerca di prenderti cura di te stessa, dedicando del tempo a pratiche che ti fanno sentire bene, come l'esercizio fisico, la meditazione, l'arte o altre attività che ti danno piacere.

Non esitare a cercare aiuto professionale, perché meriti di vivere una vita più serena e felice. Ricorda che sei importante e che il supporto di uno specialista può aiutarti a superare i tuoi sentimenti di tristezza e a costruire una visione più positiva del tuo futuro.
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Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,

Mi dispiace molto che tu stia attraversando un periodo così difficile. Le emozioni che descrivi sono molto intense e sembra che tu stia lottando con il dolore del lutto, l'ansia per il futuro e i sentimenti complessi legati alla tua infanzia.

Prima di tutto, vorrei dirti che è completamente normale provare queste emozioni di fronte a perdite significative. La perdita dei genitori, nonni e zii può creare un senso di vuoto e insicurezza, e può riportare alla mente le esperienze dolorose del passato.

Sembra che tu stia sperimentando una profonda tristezza e un'ansia che stanno avendo un impatto significativo sulla tua vita quotidiana. Di fronte a queste difficoltà, il primo passo importante è riconoscere che hai bisogno di aiuto, e tu hai già fatto questo passo, scrivendo qui.

Non c'è niente di sbagliato nel cercare supporto professionale quando le emozioni diventano difficili da gestire. Uno psicologo o uno psicoterapeuta possono fornire un ambiente sicuro e confidenziale in cui esplorare i tuoi sentimenti, aiutandoti a gestire l'ansia e il dolore che stai vivendo. Capisco che possa essere difficile aprirsi e parlare di questi temi a voce, ma molti terapeuti offrono anche consulenze online o via chat, che potrebbero sembrarti meno intimidatorie.

Potrebbe essere inoltre utile parlare con il tuo medico di famiglia delle tue preoccupazioni. Lui o lei può fornirti informazioni su diverse opzioni di trattamento e potrebbe essere in grado di indirizzarti verso risorse utili nella tua comunità.

Ricorda, non c'è niente di sbagliato nel sentire le tue emozioni. È importante prendersi cura di sé in questi momenti e ricordare che non sei sola. Ci sono molte persone e risorse disponibili per aiutarti a superare queste difficoltà.

Ti auguro il meglio e spero che tu possa trovare il sostegno di cui hai bisogno.

Cordiali saluti.
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Gentilissima, le varie tappe del ciclo vitale di una famiglia sono contrassegnate da particolari eventi significativi: nascite e morti, separazioni e unioni, inclusioni ed esclusioni, e fanno tutti riferimento ai cambiamenti strutturali, non solo della famiglia, ma anche dei singoli individui.Lei stessa è consapevole che questi lutti abbiano impattato fortemente sulla sua vita;questo perchè un evento indipendentemente dalla sua connotazione positiva o negativa, è critico perché implica sempre una perdita: la perdita di una modalità di legame precedente, di un ruolo, di una rappresentazione di sé e dell’altro. Ogni trasformazione porta con sè emozioni di paura, poiché ci fa allontanare dalla stabilità di ciò che già conosciamo e che è rassicurante.


Il consiglio che mi sento di darle è di intraprendere un percorso psicologico che l'aiuti a superare questa situazione di stallo in cui il tempo sembra essersi fermato.

Le auguro di trovare il coraggio di fare quel primo passo e chiedere aiuto, dopo tanta sofferenza si conceda un atto di amore verso se stessa.

Resto a disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Alina Mustatea





Dott.ssa Claudia Vallardi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, dalle sue parole emerge chiaramente una sofferenza molto intensa. Il suo vissuto purtroppo la sta sicuramente mettendo a dura prova. Il messaggio che desidero farle arrivare in questo difficile momento è che con il supporto di un professionista questa sofferenza e questi pensieri possono essere elaborati e gestiti, di modo che lei possa tornare a vivere la sua vita in modo sereno.
Cordialmente, Dr.ssa Claudia Vallardi
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, mi dispiace molto per le difficoltà che sta vivendo in questo momento.
Mi sembra che ci siano tanti episodi e tanti vissuti collegati che la affaticano.
Comprendo la difficoltà nel chiedere aiuto ad un professionista ma vorrei che le arrivasse il mio supporto rispetto a questo bisogno. Potrebbe essere la prima occasione in cui mette al centro solo lei.
Un caro saluto,
Dott.ssa Del Giudice
Dott.ssa Simona Di Napoli
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
mi ha colpito molto la sua narrazione, sofferente e autentica. Deve essere stato difficile crescere percependosi “da sola” e costretta a delle scelte che non sentiva sue.
Ed è ancora più difficile ora trattenere tutto dentro e mascherare i suoi veri sentimenti ed emozioni dietro l’allegria, quando dentro avrebbe solo voglia di piangere e sentirsi compresa, sostenuta, abbracciata.
Mi dispiace che non sia riuscita a trovare conforto in un professionista fino ad ora, perché si sente a disagio nel mostrare la sua parte più vulnerabile e sofferente. In realtà basterebbe davvero poco per provare ad aprirsi e iniziare un percorso che le permetterà di rinascere, di tirare fuori tutto il suo dolore, vederlo, affrontarlo e superarlo, divenendo una persona più risolta e con meno paure. Per se stessa, per suo figlio e per suo marito. Riprenda in mano la vita che le spettava! Già ha fatto tanto fino ad ora, nonostante il grande peso nascosto che portava con sé. Ora, forse, tutti questi sintomi sono emersi per farle capire che è pronta per fare un altro passo avanti. Forza!
Per qualunque cosa, sono a sua disposizione.
Un abbraccio.
Dott.ssa Simona Di Napoli
Le sue parole rivelano un carico di sofferenza significativo che l’accompagna da tempo e che ora sembra assumere una nuova connotazione. Se prima la tristezza era una tonalità emotiva di fondo, ultimamente sembra occupare più spazio, manifestandosi attraverso pensieri intrusivi, talvolta catastrofici. Questi pensieri, che appaiono improvvisamente, sembrano sfuggire al suo controllo, generando ulteriore sofferenza. Pensare che le possa capitare qualcosa di brutto, fissarsi sulle cose o lasciarsi andare a pianti disperati, non indica che lei abbia qualcosa che non va, anzi. Si sta concedendo, forse per la prima volta, la possibilità di ascoltarsi. Le auguro di andare fino in fondo, di comprendere la portata di quanto ha vissuto e di prendersi cura di sé. Se non è stata ascoltata come meritava in passato, ciò non significa che non meriti ascolto ora. La invito a riservarsi uno spazio per elaborare tutto questo. Se lo desidera, non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Romagnano
Dott. Manuel Di Lorenzo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, le suggerisco di rivolgere la sua domanda ad uno psicologo che potrà supportarla durante un percorso a lei dedicato. Rimango a disposizione qualora desiderasse svolgere una consulenza online o essere ricevuta in studio. Cordialmente MDL
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
la ringrazio per la fiducia con cui ha condiviso una parte così personale e delicata del suo vissuto. Mi sembra di capire che stia attraversando un momento davvero complesso, e che queste emozioni e pensieri abbiano radici profonde, legate alla storia della sua famiglia e al modo in cui ha vissuto le relazioni più importanti della sua vita.
È del tutto naturale che l’accumulo di esperienze dolorose possa generare sentimenti di paura, angoscia o tristezza. La perdita delle figure familiari, anche nelle situazioni in cui i rapporti sono stati complicati o distanti, può lasciare tracce profonde che influiscono sul presente. Il modo in cui descrive il suo vissuto suggerisce un’elaborazione difficile di questi eventi, che ora potrebbe emergere come una paura persistente di perdere le persone care.
La tendenza a mostrarsi felice e allegra in presenza degli altri è una forma di adattamento che può sembrare protettiva, ma che allo stesso tempo rischia di isolarla dalle emozioni autentiche che prova dentro di sé. È quindi comprensibile che, quando è sola, queste emozioni trovino spazio per manifestarsi, portandola a un pianto liberatorio ma anche carico di dolore.
Le relazioni dell’infanzia e la mancanza di supporto da parte dei suoi genitori e familiari potrebbero aver influenzato la sua capacità di sentirsi accolta, ascoltata e compresa. Questo è un aspetto che può generare un senso di “vuoto” o di incomprensione che rischia di rimanere irrisolto nel tempo, ma che non significa sia irrecuperabile.
Il dolore che descrive è profondo e merita un ascolto attento e rispettoso. Le consiglierei di valutare, con i suoi tempi e nel modo che le risulti meno faticoso, di rivolgersi a un professionista della salute mentale. Uno psicologo potrà offrirle uno spazio sicuro dove affrontare e dare voce a queste emozioni, aiutandola a esplorare i motivi del suo dolore e a trovare modalità per vivere le relazioni presenti con maggiore serenità.
Ricordi che il passo più importante è riconoscere il bisogno di aiuto, come ha già fatto scrivendo qui. Sono sicura che con il giusto supporto potrà trovare nuove risorse per superare questa fase e sentirsi di nuovo in armonia con sé stessa.
Dott. Valerio Borzi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, innanzitutto grazie di aver condiviso questo pensiero e vissuto.
Immagino la difficoltà che può provare nel condividere quanto ha scritto di persona. La tristezza è un emozione umana e, come tale, ci segnala qualcosa su di noi che in qualche modo va attenzionato, per evolvere sempre più come persona.
Può spaventare, allo stesso tempo una volta resa parte in maniera consapevole di noi stessi, ci permette di esplorare aspetti di noi stessi che finora non sono avvicinabili.
Le auguro il meglio per il futuro e, se vuole, resto disponibile
A presto
VB
VB
Dott.ssa Laura Celestini
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Roma
Buon pomeriggio, dalle sue parole mi arriva tanta delicatezza e amorevolezza. Capisco quanto possa essere difficile aprirsi rispetto ad alcuni vissuti ma sperimentare una relazione in cui si sente vista, compresa e accolta, come quella che può avere con una psicologa, potrebbe rappresentare l'inizio di un percorso di cura per le diverse e profonde ferite di cui scrive.
Spesso il malessere si manifesta per segnalarci che qualcosa deve cambiare, che non possiamo più proseguire nello stesso modo. La invito ad accogliere questa tristezza, paura, preoccupazione costante per portarle in un luogo sicuro e accogliente come quello della stanza di terapia; d'altronde un primo passo si è già concessa di farlo scrivendolo qua. Un caro saluto.
Dott.ssa Alessandra Motta
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Le sue emozioni intense e il pensiero costante della perdita sono come un nodo che si stringe di più ogni volta che ci si concentra su di esso. Invece di cercare di scioglierlo direttamente, provi a spostare il focus. Inizi a dedicarsi a piccoli gesti quotidiani che le diano un senso di controllo e piacere, come una camminata o un’attività creativa. Ogni volta che il pensiero della perdita emerge, lo osservi senza combatterlo, come se fosse una nuvola che passa. Questo le consentirà gradualmente di ridurre il peso del dolore e di liberare spazio mentale per ricostruire il suo benessere.
Dott.ssa Mariella Cerfeda
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,

le sue parole mi colpiscono molto perché avverto un profondo sentimento di solitudine, o meglio, di paura che gli altri significativi possano abbandonarla, in fondo nella sua vita ha dovuto purtroppo affrontare numerose perdite. Ritengo che questi vissuti possano essere accolti all’interno di uno spazio terapeutico, in un luogo e in un tempo in cui riesca a sentirsi protagonista potendo esprimere ciò che prova senza vergogna. Talvolta la tristezza è necessaria, tuttavia fidarsi ed affidarsi a qualcuno permette di dare un senso a ciò che ci accade, potendo condividere ed attraversare il proprio dolore non da soli ma insieme, in un contesto protetto in cui ci si possa sentire ascoltati e capiti.
Dott. Leonardo Provini
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, grazie del coraggio che ha trovato per aprirsi e raccontare quello che sta passando e ha vissuto. Purtroppo le esperienze in generale hanno un impatto su di noi e su come cresciamo, soprattutto quelle che affrontiamo da bambini e soprattutto in relazione ai nostri genitori!
Sono d'accordo con lei quando ipotizza che le paure di perdere suo marito o suo figlio siano connesse in qualche modo alle emozioni luttuose di lunga data. Anche se, se fossi il suo psicologo, sarei molto interessato a comprendere con lei ancora più approfonditamente questa connessione.
Prima di fare questo, tuttavia, sarebbe utile cercare di capire circa queste inibizioni a parlare di persona e la maschera di allegria che spesso indossa nelle relazioni con gli altri. Chissà se anche queste non siano in qualche modo connesse alla sua storia!
Se posso darle un consiglio cercherei uno psicologo proprio per parlare di queste difficoltà ad aprirsi, come lavoro preliminare.
Ritengo che già analizzare queste dinamiche potrebbe essere un primo passo per aiutarla a stare meglio. Cari saluti
Dott.ssa Gaia Evangelisti
Psicologo, Psicologo clinico
Genzano di Roma
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso i suoi pensieri e le sue emozioni. Mi sembra che lei stia attraversando un periodo davvero difficile e so che può essere complicato affrontare tutte queste sensazioni di paura e tristezza, specialmente quando non si riesce a parlarne con gli altri.

Il fatto che lei stia vivendo una sensazione di ansia costante, pensando che qualcosa di brutto possa accadere a lei o alla sua famiglia, può essere legato a un vissuto doloroso, che ha accumulato negli anni. La perdita dei suoi cari, la sua infanzia trascorsa in una situazione di solitudine emotiva ed il dolore per la mancanza di un legame profondo con i suoi genitori potrebbero aver lasciato delle ferite che, oggi, si manifestano come paure, tristezza e difficoltà a gestire le emozioni.

Anche se lei si presentava come una persona allegra agli altri, è chiaro che dentro di lei c'è un mondo di sentimenti non espressi e non elaborati, che la fanno sentire sopraffatta. Il rancore per il passato, il bisogno di essere ascoltata e supportata, può aver creato delle tensioni emotive che, quando non trovano sfogo, portano a questi momenti di pianto e solitudine.

Parlare con uno psicologo potrebbe davvero essere un passo importante per lei. Capisco però che si possa sentire intimidita o in difficoltà ad esprimere questi sentimenti a voce, soprattutto di persona, ma, a volte, un supporto psicologico non significa solamente parlare, ma anche poter ricevere aiuto per affrontare tutte queste emozioni in modo più graduale, magari partendo proprio da un ascolto più empatico e delicato.

Ci sono anche altre forme di supporto, come scrivere o registrare i suoi pensieri, che la possono aiutare a esternare e comprendere meglio ciò che sente. Non è facile, ma ogni piccolo passo conta.

Se le va, potremmo esplorare insieme qualche idea su come iniziare a lavorare su queste emozioni o come affrontare la paura di parlare con uno psicologo. Magari può essere utile pensare prima a cosa la farebbe sentire più a suo agio, anche solo con un primo passo. Che ne pensa?

Un caro saluto.

Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa
Dott.ssa Sara Di Nicola
Psicologo, Psicologo clinico
Castelnuovo di Porto
Gentile paziente,
non deve essere facile quello che prova...ha tutto il diritto di sentirsi triste visti i vissuti che ha dentro. Il pianto e lo sfogo possono aiutare a liberarsi un po', ma sicuramente le emozioni inespresse e le ferite che riporta, avrebbero bisogno di un aiuto più esperto, che la possa aiutare ad elaborare il suo passato e a "farci pace", per trovare o ritrovare quella serenità che merita. Se al momento non se la sente ancora di parlare di persona di queste esperienze, può valutare di intraprendere dei colloqui online. Magari, questa modalità - almeno iniziale - può aiutarla ad aprirsi e iniziare un percorso di sostegno che sicuramente le farà bene!
Saluti
Dott.ssa Chiara Quinto
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Le emozioni che descrive: il pianto improvviso quando è sola, il rancore per un'infanzia vissuta nell'ombra delle scelte altrui, la sensazione che la sua testa possa "esplodere", sembrano segnali importanti di un carico emotivo che ha bisogno di trovare uno spazio sicuro per essere ascoltato e compreso. Non significa che ci sia "qualcosa che non va" in lei, ma piuttosto che sta emergendo, forse con forza, una parte di sé che chiede attenzione e cura.
Mi colpisce molto quando dice: "Anche nelle cose allegre mi capita di scorgere una vena triste" — è come se la sofferenza avesse tinto di malinconia ogni sfumatura della sua vita, rendendo difficile lasciarsi andare alla leggerezza. Questo può accadere quando le ferite non elaborate del passato continuano a pesare sul presente, facendoci sentire costantemente in allerta, quasi a voler anticipare il dolore prima che ci travolga di nuovo.
Mi chiedo: cosa prova esattamente quando scoppia in quei pianti? È rabbia, tristezza, senso di impotenza? E rispetto alla paura che possa accadere qualcosa a suo figlio o a suo marito, come si manifesta? Sono pensieri improvvisi o restano lì, costanti, come un sottofondo?

Sarebbe prezioso esplorare insieme il legame tra queste paure attuali e le ferite emotive passate: cosa significa per lei "essere lasciata a se stessa" da bambina? Come ha imparato a gestire il dolore allora? E in che modo questo potrebbe risuonare nel suo presente, soprattutto nel bisogno di proteggere le persone che ama?
Dott.ssa Flaminia Morescalchi
Psicoterapeuta, Psicologo
Lubriano
Salve, sento molta sofferenza in queste righe che ha voluto scrivere. Senza dubbio ci sono molti elementi potenzialmente traumatici nel passato più lontano e recente. Sarebbe utile per lei riuscirsi ad affidare ad uno psicoterapeuta verso cui sente fiducia per iniziare ad elaborare questi elementi e vivere con più serenità e leggerezza il suo presente.
Dr. Federico Ginesi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera, mi sembra di comprendere che quello che sta vivendo sia per lei molto difficile. Le esperienze di solitudine, il desiderio di trovare connessioni più autentiche e la sensazione di vulnerabilità possono essere sensazioni opprimenti. Il timore di affrontare questi temi, magari anche con le persone vicine, può impedire di esprimere pienamente quello che si prova. È comprensibile che ci si senta sopraffatti e che si cerchi di affrontare tutto da soli, ma la fatica che sta vivendo non va sottovalutata.
Riconoscere questo malessere è già un passo importante, e sapere che si può ricevere supporto è fondamentale. Parlare con un professionista può offrire uno spazio sicuro in cui esplorare questi sentimenti senza il timore di essere giudicati. Non si tratta di dover risolvere tutto subito, ma di prendersi il tempo necessario per rielaborare le emozioni e trovare un modo per sentirsi meno soli nel proprio percorso. A volte è proprio l'aiuto di uno psicoterapeuta che permette di comprendere meglio se stessi e di affrontare il malessere in modo più sereno e consapevole.
Per eventuali chiarimenti rimango a disposizione. Cordiali saluti
Dott. Gianluigi Torre
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
Gentile.

Ho letto con attenzione il suo messaggio ed emerge una donna che ha vissuto grandi tragedie e che ne è rimasta, comprensibilmente, segnata.

Comprendo il suo dolore e la sua paura di rivolgersi ad un professionista. Affrontare tutto questo carico emotivo con uno sconosciuto è molto spaventoso all'inizio.
Tuttavia non deve raccontare tutto subito, può prendersi il suo tempo e darsi spazio per poter comprendere ed elaborare anche nel lungo periodo.

Valuti la possibilità di poter fare riferimento ad uno psicologo, glielo consiglio di cuore.

Saluti.
Dr. Jacopo Modoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Gentile utente,
le sue parole raccontano un vissuto molto profondo e carico di emozioni rimaste per troppo tempo senza spazio. La paura della perdita, il senso di solitudine, il dolore non elaborato per chi non c’è più, così come i pesi lasciati dall’infanzia, non svaniscono col tempo: spesso restano dentro, silenziosi, fino a diventare troppo ingombranti.

La terapia cognitivo-comportamentale aiuta proprio a mettere ordine tra pensieri ed emozioni, a riconoscere come certi schemi (es. “mi mostro sempre allegra, ma dentro crollo”) nascano da meccanismi di sopravvivenza emotiva e possano essere trasformati in strumenti di consapevolezza e cura.

Il fatto che desideri “sentirsi bene” è un punto di partenza prezioso. Parlare con qualcuno può fare la differenza, anche se ora le sembra difficile: non serve “dire tutto” subito, ma iniziare da ciò che sente oggi. Nessuno dovrebbe affrontare questo tipo di dolore da solo.

Resto a disposizione,
dott. Jacopo Modoni
Dott. Fabrizio Zaza
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, dalle sue parole traspare un vissuto di solitudine, connesso ad un'infanzia in cui è stata poco "vista" e alle dolorose perdite dei suoi cari. Sembra che lei abbia avuto poco spazio e una limitata possibilità di sperimentarsi nella posizione di "figlia", atta ad esprimere i suoi bisogni, sentendo di doversi adattare alle richieste familiari. La tristezza e le preoccupazioni le vengono a bussare alla porta quando è sola, così che sono sicure che lei se ne possa occupare: credo sia importante che lei possa “significare” questa tristezza che porta, sostarci, navigarci un po' senza evacuarla, permettendosi di vivere questa sua parte con sé stessa e con il mondo esterno, rinunciando alla maschera sorridente ad ogni costo, che ha sentito di dover indossare sin da bambina. Dare voce a questa parte di sé può essere faticoso, ma necessario per poter sentire cosa questi segnali di pericolo vogliono comunicarle. Un saluto.
Dott.ssa Silvia Marotta
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, sicuramente questo suo stato d’animo è anche influenzato dalle sue perdite e dalla sfera familiare che la circonda. È sicuramente una tematica molto importante, perché la salute e il benessere mentale è la base per una vita serena. Scrivere in poche righe e permettermi di avanzare ipotesi non sarebbe corretto avendo poche informazioni su di lei, ad ogni modo quello che posso consigliarle è sicuramente un consulto con un professionista per poter agire in maniera proattiva per il suo benessere perché traspare molto la voglia di rimettersi in gioco, di stare bene, di essere felice…. Resto a sua eventuale disposizione, Dott.ssa Silvia Marotta.
Dott.ssa Giulia Sedda
Psicologo clinico, Terapeuta, Psicologo
Roma
Salve, sento di voler rispondere a queste sue parole per dirle che immagino quanto possa esser faticoso per lei sentire di non riuscire a liberarsi di tutti questi pensieri gravosi e dolorosi. A volte ansia, tristezza o angoscia irrompono nelle nostre vite e cambiano il nostro modo di stare al mondo finche non riescono a trovare una chiave di comprensione. Dalle sue parole evinco però una grande consapevolezza che, le assicuro, è una grande risorsa. Sono certa che se prenderà la decisione di iniziare un percorso in poco tempo riuscirà a superare la paura di aprirsi e sentirà che piano piano sarà una necessità quella di trovare uno spazio dove poter abbassare le difese. Vedrà che riuscirà a stare meglio. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento. Un caro saluto
Dott. Riccardo Fiorilli
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Roma
Salve,
dev'essere davvero difficile dover essere la persona allegra che ride spesso, quando dentro si sente tutta questa tristezza...
Credo sinceramente che sperimentarsi in un rapporto sicuro entro cui poter condividere il dolore che tiene nascosto possa farle davvero bene.
So che non è un passo facile, ma sarebbe un passo importante

Un saluto,
dott. Riccardo Fiorilli
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
Ciao, grazie davvero per aver scritto tutto questo. È un messaggio pieno di coraggio, anche se forse tu non te ne accorgi. Dare voce a un dolore così stratificato – fatto di perdite, solitudine, rancore, paura – non è affatto facile, soprattutto per chi è abituato a mostrarsi forte e sorridente con gli altri.

Quello che descrivi ha tanto senso. Quando nella nostra storia ci sono state perdite importanti, trascuratezza emotiva, esperienze in cui non ci si è sentiti davvero visti o accolti… il mondo può iniziare a sembrare un posto fragile, pieno di pericoli, soprattutto per chi amiamo. E così, anche la gioia può iniziare ad avere una nota triste, perché nel profondo c’è la paura che tutto possa finire da un momento all’altro.

La tristezza che provi, il pianto che arriva quando sei sola, il peso dei pensieri che tornano… sono segnali. Non che tu sia “sbagliata”, ma che c’è un dolore che ha bisogno di essere accolto, guardato, compreso. Un percorso psicologico può essere proprio questo: uno spazio sicuro, in cui iniziare a portare alla luce quello che hai tenuto dentro per tanto tempo, un pezzetto alla volta. Non serve dire tutto subito. Non serve essere “pronti” in senso assoluto. Serve solo avere il desiderio – che già esprimi chiaramente – di stare meglio.

L’approccio cognitivo-comportamentale aiuta proprio a osservare e lavorare sui pensieri e sulle emozioni che, giorno dopo giorno, influenzano il modo in cui ti senti e ti relazioni con il mondo. Si lavora insieme per capire come sei arrivata fin qui… e come iniziare, passo dopo passo, a camminare in una direzione diversa, che sia più tua.

Ti meriti uno spazio che sia solo per te, in cui nessuno decida al posto tuo, e dove finalmente tu possa essere accolta per ciò che sei davvero, con tutta la tua storia. Quando vorrai, io ci sono.
Dott.ssa Angela Amodio
Psicologo, Psicologo clinico
Lido Di Ostia
Buongiorno per poter star bene , dopo tutto ciò che ha passato, è importante lavorare su se stessi ...ciò che sperimenta a livello corporeo sono messaggi della psiche che pretende che lei si prenda cura di tutto ciò che ha tralasciato e che ora agisce in lei.
se vuole può contattarmi, io l'aspetto.
Buona giornata
Dott.Amodio
Dott.ssa Alessandra Antei
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,
Ho letto con molta attenzione le sue parole e credo sinceramente che il suo vissuto come la sua sofferenza meritino davvero uno spazio e del tempo dedicati. Le emozioni sono messaggeri e la tristezza ci invita a fermarci e a prenderci del tempo per elaborare per quanto difficile sia (di fatto lo è) poiché l'unica via è attraverso! Se la testa esplode per le cose che ha dentro c'è bisogno di fare spazio e di lasciare andare e non c'è davvero bisogno che lei lo faccia da sola, può essere supportata in un percorso psicologico. Anche se è difficile per lei vederlo ora, tutti possono e meritano di sentirsi bene e la buona notizia è che oggi lei può farci qualcosa. Si prenda cura di lei.
Dott.ssa Silvia Nava
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Brugherio
Grazie per aver portato questa storia delicata e personale. Quello che stai vivendo non è un difetto né una debolezza, ma il segno che dentro di te qualcosa chiede di essere guardato con più attenzione. Tutto il dolore che hai attraversato, le perdite, la solitudine, il sentirti messa da parte, non è scomparso: è rimasto in te come un’ombra che oggi ti fa paura.
Quando la vita ci porta via troppe persone care, è naturale che nasca l’angoscia di perderne ancora. È come se la morte diventasse sempre presente, un pensiero che si affaccia anche quando vorresti solo goderti ciò che hai. Ma non significa che sei condannata a viverla così: significa che la tua anima ti sta chiedendo di fermarti e di darle finalmente ascolto.
Credo tu abbia imparato a mostrarti allegra agli altri, a ridere, a sembrare forte. Ma dentro di te c’è ancora la bambina che è stata lasciata sola, che non ha sentito nessuno davvero accanto. Le lacrime che arrivano da sole sono il suo modo di dirti che non vuole più essere ignorata.
Non serve combattere questa parte di te o vergognartene: al contrario, è proprio lì che può nascere una trasformazione. Dentro la tua tristezza si nasconde anche la possibilità di una nuova forza, di un senso più pieno della tua vita. Non si tratta di cancellare ciò che hai vissuto, ma di imparare a farne qualcosa di tuo, di vitale.
Non sei inetta, non sei “sbagliata”: sei una donna che porta una storia pesante e che ha deciso di non voltarsi più dall’altra parte. E questo è già l’inizio di una nuova possibilità per te
Dott.ssa Ursula Bachler
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Capisco perfettamente quello che mi sta raccontando. È del tutto comprensibile che Lei si senta sopraffatta da queste emozioni, soprattutto alla luce delle perdite che ha subito e delle dinamiche familiari che ha vissuto.

Innanzitutto, è importante riconoscere che il Suo vissuto ha un peso significativo sul Suo presente. La perdita dei Suoi genitori, nonni e zii in un arco di tempo relativamente breve può aver innescato un senso di vulnerabilità e una profonda consapevolezza della caducità della vita. La paura che possa accadere qualcosa di brutto ai Suoi cari, in particolare a Suo figlio, è una reazione comprensibile a questo senso di precarietà.

Inoltre, le dinamiche familiari che descrive, con la sensazione di essere stata trascurata e di aver dovuto adattarsi costantemente alle esigenze di Sua sorella, possono aver contribuito a un senso di rancore e insoddisfazione. La mancanza di attenzione e validazione durante l'infanzia può averla portata a interiorizzare un'immagine di sé svalutata e a difficoltà nell'esprimere i Suoi bisogni e sentimenti.

Il fatto che Lei si presenti al mondo come una persona allegra e spensierata, nascondendo le Sue vere emozioni, potrebbe essere una strategia di coping che ha sviluppato per proteggersi dal dolore e dalla vulnerabilità. Tuttavia, questa maschera può diventare faticosa da sostenere e contribuire al Suo malessere interiore.

I Suoi pianti disperati, la Sua difficoltà a godere appieno dei film e della musica, e la sensazione di "esplodere" per le cose che ha dentro sono tutti segnali che indicano la necessità di affrontare questi aspetti irrisolti del Suo passato e del Suo presente.

Considerando la Sua difficoltà ad aprirsi di persona, potrebbe essere utile iniziare un percorso di psicoterapia online o tramite messaggi, come stiamo facendo ora. Questo potrebbe aiutarLa a sentirsi più a Suo agio nell'esprimere i Suoi sentimenti e a superare la Sua riluttanza a parlare di sé.

In un percorso terapeutico, potremmo esplorare insieme le Sue perdite, le dinamiche familiari, il Suo rapporto con se stessa e con gli altri. Potremmo lavorare per elaborare il lutto, affrontare il rancore, sviluppare una maggiore consapevolezza delle Sue emozioni e imparare a gestirle in modo più efficace. L'obiettivo è aiutarLa a sentirsi più autentica, integra e in pace con se stessa.

Ricordi che se lo desidera, non è sola in questo percorso. Sono qui per ascoltarLa, sostenerLa e guidarLa verso una maggiore consapevolezza e benessere. Il cambiamento richiede tempo e impegno, ma è possibile sentirsi meglio e vivere una vita più piena e soddisfacente.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Bachler
Dott.ssa Ioana Cristina Toma
Psicologo, Psicologo clinico
Settimo Torinese
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Da ciò che racconta sembra che le perdite vissute e il modo in cui è cresciuta, abbiano lasciato dentro delle tracce profonde che ancora oggi fanno sentire il loro peso. Il dolore, la paura che possa succedere qualcosa di brutto alle persone che ama, e quella sensazione di non riuscire a lasciarsi andare del tutto alle cose belle, sembrano parte di una stessa storia che non ha scelto, ma che l'accompagna ancora oggi. Quando parla di pianti improvvisi, del rancore per l’infanzia e della difficoltà a mostrarsi davvero per come si sente, sembra emergere un bisogno molto autentico di essere vista e ascoltata per quello che è, senza dover sempre indossare un sorriso.
Ciò che però risalta dalle sue parole è che, nonostante tutto, c’è un desiderio forte di stare meglio, di liberarsi almeno in parte di questa tristezza e di ritrovare un po’ di pace. Questo desiderio è una risorsa preziosa, e dice che dentro di lei c’è ancora spazio per la speranza, anche se a volte sembra coperta dal dolore.
Il suo racconto non parla solo di ferite, ma anche della sua capacità di amare e di prenderti cura, oggi, della tua famiglia.
Un caro saluto
Dott.ssa Michela Garritano
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Sig.ra,
Comprendo che può essere difficile dire tutto ciò ad alta voce, ma da ciò che descrive emerge un forte carico emotivo che può essere difficile da gestire da sola. Uno psicologo o psicoterapeuta può offrile uno spazio sicuro, protetto e senza giudizio, dove poter parlare liberamente di ciò che sente e della sua storia. Le sue paure e il suo dolore possono essere accolti e compresi e i suoi pensieri possono finalmente respirare. Prendersi cura di sé è un atto di amore verso sé stessi, le auguro la forza di poter iniziare a farlo.
Dott.ssa Michela Garritano
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Ciao,
hai dovuto mettere una maschera da così tanto tempo che oggi ti farebbe paura andare a toglierla in terapia.
Ma lo psicologo fa questo anche, aiuta a togliere le difese, le corazze antiche per poter sorridere e tornare a sentire la musica, con la consapevolezza che stare bene è possibile, attraverso un valido rapporto di terapia.
Un caro saluto
Lavinia
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, è comprensibile che, dopo esperienze così intense, emergano ansia, paura della morte e momenti di sconforto. Le emozioni che prova non indicano che lei “ha qualcosa che non va”, ma piuttosto che sta cercando, forse da tempo, di elaborare lutti e ferite emotive mai veramente accolte o condivise. Il fatto che davanti agli altri lei appaia allegra e che i momenti di pianto arrivino quando è sola è un segnale di quanto lei abbia imparato a proteggersi e a mascherare le emozioni, ma questo può diventare faticoso e logorante. In questi casi, un percorso con uno psicologo psicoterapeuta potrebbe aiutarla a dare voce a ciò che tiene dentro. Tecniche come l’EMDR possono facilitare l’elaborazione dei traumi e delle perdite, mentre un approccio di psicoterapia umanistica la aiuterebbe a riconoscere e validare i suoi bisogni emotivi. Se parlarne di persona le sembra troppo difficile all’inizio, potrebbe considerare colloqui online o iniziare con scrittura o diari da condividere gradualmente con il terapeuta. Questo spesso rende più semplice aprirsi. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dr. Massimiliano Siddi
Psicologo, Psicologo clinico, Terapeuta
Roma
Non esistono domande “sbagliate” quando si parla di benessere psicologico. Cercare aiuto è sempre un atto di coraggio. Sono il dottor Massimiliano Siddi e ricevo in zona Mostacciano a Roma. Resto a disposizione per un primo colloquio conoscitivo.
Dott.ssa Valentina Vaglica
Psicologo, Psicologo clinico
Castel Gandolfo
Gentile Utente,
Quello che racconta è profondamente toccante. Si sente che porta dentro di sé un dolore antico, che non nasce solo dalle persone che ha perso, ma anche da tutto ciò che non ha mai davvero ricevuto: presenza, ascolto, qualcuno che si accorgesse di lei. È come se avesse dovuto crescere troppo presto, imparando a cavarsela da sola e, col tempo, a mostrarsi sempre forte, sorridente, capace di far star bene gli altri. Ma dietro quella forza apparente c’è una parte di lei che non ce la fa più a trattenere tutto, una parte che ha bisogno di piangere, di farsi sentire, di essere finalmente accolta senza dover fingere.
In famiglie dove gli affetti sono stati fragili o interrotti, dove il dolore non è mai stato nominato, spesso una persona, di solito la più sensibile, finisce per portare il peso emotivo di tutti. È come se, senza volerlo, lei fosse diventata la custode della tristezza familiare.
Le tante perdite che ha vissuto, e il modo in cui sono arrivate, improvvise, precoci, senza un vero spazio per essere elaborate, hanno lasciato in lei una ferita profonda. Forse per questo oggi sente costantemente la paura che qualcosa possa accadere a chi ama. È una forma di allerta che nasce dal bisogno di proteggere se stessa da altri dolori, ma che, col tempo, è diventata una prigione emotiva. In fondo, ogni volta che teme di perdere qualcuno, è come se rivivesse quelle antiche separazioni che non ha mai potuto davvero affrontare.
La sua sensibilità, quella che le fa sentire una nota triste anche nelle cose allegre, non è una debolezza, ma una forma di profondità. Solo che, senza un luogo sicuro in cui poterla esprimere, quella sensibilità si trasforma in paura, in ansia, in pianto. Nessuno può tenere dentro di sé così tanto senza spezzarsi un po’.

E se l’idea di parlare di persona le fa paura, va bene così. Può iniziare gradualmente, anche solo scrivendo, come ha fatto qui. A volte il semplice fatto di dare voce a ciò che è rimasto in silenzio per anni è già una forma di guarigione. È come se, nominando quel dolore, la parte di lei che da bambina non è mai stata vista potesse finalmente respirare.
Non deve imporsi di “stare bene” subito. La cosa più importante è non restare sola in tutto questo. Se vuole, posso aiutarla a capire come muovere i primi passi verso un aiuto che rispetti la sua sensibilità e i suoi tempi, magari un percorso online, o un modo per cominciare a parlare di sé senza sentirsi esposta.

Un caro saluto
Dott.ssa Valentina Vaglica
Dott.ssa Donatella Valsi
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Roma
Capisco quanto possa essere difficile mettere in parole ciò che sta attraversando, soprattutto quando fuori si mostra forte e sorridente, mentre dentro sente una grande fatica. Il fatto che lei l’abbia scritto è già un passo importante, e dice molto sul suo desiderio di stare meglio.

Da quello che racconta emerge un dolore profondo e molto antico. Ha vissuto molte perdite, alcune in età molto giovane: È comprensibile che oggi la paura che possa accadere qualcosa alle persone che ama emerga con forza.
Anche il pianto improvviso, l’ipersensibilità, il ruminare dopo una discussione, la tristezza nelle cose allegre… sono reazioni comuni quando ci si porta dentro un lutto non elaborato completamente, o quando l’infanzia non ha offerto lo spazio per essere visti, ascoltati, accompagnati.
C’è una storia complessa, dolorosa, che merita di essere guardata con delicatezza e rispetto.Capisco anche la difficoltà ad andare da uno psicologo e raccontare tutto questo di persona.
Chiedere aiuto non significa crollare, significa permettere finalmente a qualcun altro di aiutarla ad elaborare il proprio vissuto e prendersi cura di sé, del proprio benessere psicologico ed emotivo per ritrovare sollievo, respiro, e tornare a sentire la vita con serenità.
Saluti, Dott.ssa Donatella Valsi

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Federica Paragona

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