Buonasera ho avuto una storia di cinque anni con un uomo più grande di me di 9 anni , che ha sempre

26 risposte
Buonasera ho avuto una storia di cinque anni con un uomo più grande di me di 9 anni , che ha sempre sostenuto di non volete la quotidianità la storia è finora perché ho scoperto vari tradimenti difficilmente confermati. Ci siamo lasciati da un' anno e mezzo dove lui si faceva sentire ogni tanto con qualche messaggio, per tanto tempo non ho risposto ai suoi messagg sono stata in terapia senza avere grandi risultati, mi ha completamente svuotata e so che non mi darà quello che voglio serenità, amore sano,sincerità e fedeltà stabilità. Ora si è fatto risentire dicendo che non riesce a dimenticarmi che vorrebbe abbracciarmi e di accettarlo così com'è .Io sono molto combattuta e penso di non riuscire da sola a sostenere questa situazione, la mia mente è consapevole ma il mio cuore no. Premetto che sono stata in terapia più Dì un anno con scarso risultati ma volevo chiedere aiuto ora non vado più Perché mi sono rassegnata in tutto i sensi
Buongiorno, rispetto alla sua richiesta mi è venuto in mente un passo di un libro che opera una distinzione tra due tipi di amore. Uno dei due l'autore lo chiama amore-bisogno o amore-carenza e rappresenta quel tipo di legame che ci lega all'altro in una stretta di dipendenza. L'essere combattuti è perfettamente comprensibile, ma dovrebbe chiedersi quale parte di lei ha necessità di ri-immettersi in una storia, che lei stessa definisce, fallimentare. Riconoscere di avere dei bisogni e delle carenze non è così impensabile, e riconoscerli nella propria vita ci aiuta a non esserne schiavi, prendendo delle scelte con una libertà nuova! Un caro saluto Federica Miccichè

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Salve, afferma che la sua mente è consapevole, ma il suo cuore no. Sembra viva una contraddizione. Non c'è equilibrio tra la sua parte razionale e quella emotiva.
Sicuramente continuare un percorso psicoterapeutico la supporterebbe ad integrare le due parti e ha fare la scelta giusta per lei.
Un saluto
Essere scoraggiati sul proprio percorso terapeutico, è una condizione che può ovviamente avvenire, ma a volte indica una resistenza, una difficoltà ad accettare il cambiamento.
In ogni terapia, ad un certo punto, si presenta una fase critica, il paziente comprende meglio le sue contraddizioni, le sue ambivalenze, scopre quanto il suo stesso comportamento determina in buona parte la sua infelicità. Ma tale comprensione non è una condizione sufficiente per il cambiamento positivo. Capire è indispensabile ma non basta, bisogna tollerare la necessità di modificarsi, di accettare dei limiti, magari la chiusura di relazioni negative e masochistiche anche se desiderate.
Per cambiare è necessario che sia il paziente ad assumersi la responsabilità del suo desiderio. Nel suo caso lei è consapevole della tossicità e negatività della relazione che descrive, ma la desidera lo stesso. E' una fase di passaggio molto importante, può scegliere di dare spazio alla sua parte più sana o ritornare indietro al rapporto conosciuto, ma patologico.
Riprendere la terapia, o scegliere di iniziarle un'altra, sarebbe un grande aiuto.
Salve si chieda per quale motivo la storia con quest'uomo è finita e di conseguenza saprà come agire. A volte un riavvicinamento può apparire in modo del tutto alterato rispetto a quella che è la realtà. Provi piuttosto a identificare i suoi bisogni, indipendentemente da questa relazione, cercando di elaborare le motivazioni che l'hanno portata all'infelicità e di conseguenza saprà come agire. Buona vita!
Buongiorno. Lo stato di rassegnazione fa pensare ad una sua resa ad uno schema di vaga impotenza. E' possibile che durante la sua terapia si sia ripetuto qualcosa di negativo e quindi lei abbia perso ulteriormente fiducia che in generale si possa essere più potenti nel cambiare le cose?? Concordo con la collega che suggerisce di domandarsi cosa la spingerebbe a ricominciare qualcosa di parziale, una relazione asimettrica e poi faccia i suoi passaggi. Cordialmente
Buonasera,
Sarebbe interessante capire cosa è successo nella sua relazione terapeutica e vedere se ci possono essere assonanze con la sua storia.
Capita, ad ogni modo, che la relazione terapeutica non funzioni, diceva un mio maestro "noi non possiamo scegliere il nostro paziente, ma lui può scegliere noi, o cambiare".
Dopo una relazione così intensa, così come da lei descritta, è normale sentirsi svuotati, io indagherei il suo stile relazionale anche con se stessa, in modo da capire cosa prendiamo e cosa lasciamo. Le auguro di trovare il giusto nutrimento per colmare il suo vuoto interno.
Salve, nella sua domanda lei descrive con lucidità quanto sia stato negativo questo rapporto con questo uomo che non voleva una quotidianità con lei, inoltre la tradiva e come scrive già sa che non le darà mai serenità, amore sano e fedeltà. Quindi non le darà niente di ciò che lei desidera, è incomprensibile che lei desideri ricominciare un rapporto così distruttivo per lei e privo di tutto ciò che lei vorrebbe. Forse è la sua solitudine che le fa accettare quest'uomo che le propone di essere accettato così com'è, lui non vuole fare nessun cambiamento. Quindi si deve domandare quanto ci tiene a lei? E lei cosa va a cercare in un uomo così poco generoso che non sa amare. Forse la precedente terapia, come lei scrive, non ha dato grandi risultati ma sicuramente se lei si è allontanata per un anno e mezzo, vuol dire che aveva acquistato un po' di forza e lucidità per starne lontana. Riprovi però con più impegno e consapevolezza una nuova terapia analizzando nel profondo quanto male le potrebbe fare, ricominciando questo rapporto doloroso e distruttivo per lei. Resto a sua disposizione, la saluto cordialmente, dott.Eugenia Cardilli.
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Salve. Mi sento di suggerire di continuare la psicoterapia. Potrebbe cambiare referente. Mi raccomando non deve mollare. Lei ha diritto ad aspirare ad una relazione gratificante e appagante. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Salve. Quello che leggo è che sia in parte consapevole del problema ma che le manca la spinta ad agire. Sa che è in un vortice di confusione, che non vuole continuare ma le manca quell'amore per sè stessa, quel l'efficacia personale, quella forza per agire definitivamente. Credo che abbia interrotto la terapia troppo presto, forse proprio nel momento in cui era diventata consapevole del problema, lì si è ritirata, forse per paura del cambiamento. Le consiglio di riprendere la terapia per rafforzare la sua autostima e volontà, magari con un altro terapeuta o lo stesso. Saluti.
Buongiorno, Le consiglio di riprendere la psicoterapia per approfondire meglio eventuali resistenze, meccanismi di fuga oppure difficoltà ad accettare eventuali cambiamenti nei propri stili relazionali, affettivi; spesso la difficoltà grande è 'il lasciare andare' l'altro, anche se a livello razionale è ben consapevole che non ci sarà una stabilità affettiva. Si affidi ad un terapeuta psicodinamico che potrà aiutarla e accompagnarla nella scoperta della propria storia di attaccamento emotivo-relazione, di eventuali conflitti interni non risolti. Un caro saluto.
Buongiorno,
La invito a riprendere un percorso di psicoterapia. Visto gli scarsi risultati avuti, potrebbe provare una psicoterapia di coppia, che è indicata quando come nel suo caso e del suo ex non si riesce a prendere una decisione definitiva in un senso o nell'altro. Cordialmente
Salve, attraverso le sue parole emerge una certa rassegnazione e sfiducia nella possibilità di poter costruire rapporti significativi e trasformativi (uomini e terapia deludenti). Si dia l'opportunità di comprendere cosa profondamente la spinga a dover agire delle scelte che inevitabilmente la portano a dover sempre riconfermare queste sue sconfortanti convinzioni. Potrebbe scoprire nuove modalità di stare in relazione. Un saluto, Giuditta Sestu.
Gentile utente, purtroppo O per fortuna la risoluzione della situazione deve passare attraverso un percorso di psicoterapia: solo così potrà divenire consapevole delle modalità di essere nel mondo e con l'Altro che causano questa empasse e che La mettono in scacco, rendendo impossibile ri-progettarsi nel futuro con fiducia e in modo autentico. Anche io con i colleghi, quindi, non posso che consigliare la ripresa della psicoterapia, eventualmente cambiando professionista se non ritiene di aver raggiunto risultati significativi con il precedente ed è venuta a mancare la fiducia necessaria al percorso. È evidente che Lei si trova da molto tempo in una situazione di stallo dovuta all'incertezza della presenza-assenza di una figura che per Lei era evidentemente importante fonte di co-percezione. Lo scopo del percorso non sarà tanto quello di rendere questa relazione più funzionale - Lei stessa comprende che non vi è alcuna progettualità - ma quello di comprendere perché ne è rimasta invischiata e come poter divenire consapevole di queste modalità potenzialmente problematiche per riuscire a sganciarsi ed evitare di ripetere in futuro la dinamica. In bocca al lupo, cordialità. DMP
Gentile Utente,

Arriva nitidamente l'importanza che questa relazione ha avuto, e forse ha tutt'ora. Così come il dolore che questa relazione ha portato, e forse porta tutt'ora.
C'è una parte di lei che riconosce di meritare un amore diverso da quello che questo compagno è stato in grado di darle, ma ciononostante, il desiderio di proteggersi da un ritorno fa a cazzotti con... cosa?
Cos'è che sostiene il desiderio di un partner che fatica così tanto a concederle l'esclusività e la fedeltà che vorrebbe?
Un caro saluto
Buongiorno, mi unisco ai colleghi che le hanno suggerito di riprendere il percorso terapeutico. Credo che sia uno strumento molto valido perché lei possa fare chiarezza dentro di sé rispetto al rapporto con quest'uomo. Molte volte ci vuole tempo, anche in una terapia, perché si riesca a maturare una consapevolezza tale che ci faccia sentire meglio. Riprendere contatto con il suo terapeuta (o la sua terapeuta) potrebbe aiutarla a riprendere il lavoro di comprensione di sé che certamente aveva iniziato. Le faccio i miei migliori auguri perché possa trovare una maggiore serenità.
Ciao, inizio dicendoti che capisco la tua sofferenza. Non tutte le terapie sono uguali così come non tutti i professionisti sono uguali. Esistono tantissime scuole che formano psicoterapeutici in linea con i loro principi, pertanto ci sarà chi si focalizzerà più sul passato ricercando le cause originarie del problema, chi cercherà di risolvere subito il sintomo lasciando in secondo piano le cause profonde e chi lavorerà più sul qui ed ora e sulla crescita personale e spirituale. Insomma sono centinaia le scuole esistenti e ogni persona può trovare giovamento più da uno che da un' altra. Per questo voglio dirti: non ti arrendere alla prima terapia che senti non sia stata utile per te, perchè non tutte le terapie sono uguali e puoi trovare quella giusta per te e trarne un grandissimo beneficio. In queste situazioni, in cui una relazione "dannosa" fa stare male, è importante potersi affidare ad uno specialista per capire come gestire la situazione al meglio. Noi tutti siamo fatti per "funzionare" correttamente e anche per relazionarci con chi ci fa bene e non con chi ci fa male. Ma a volte capita che si creino questi intrecci e che c sembri quasi impossibile riuscire a districarci. Se questa persona è quella giusta per te o se è dannosa e te ne vorrai liberare, starà solo a te stabilirlo, ma è difficile farlo se si è da soli in balia dei propri sentimenti. e' indispensabile che un occhio esperto possa accompagnarti a comprendere più a fondo ciò di cui hai bisogno e non solo a risolvere la situazione attuale ma anche a metterti in condizione di creare relazioni stabili e positive in futuro.
Ti auguro di trovare quello che cerchi.
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Buongiorno , capisco la sua sofferenza , io cercherei di capire se è legata a quest'uomo perchè lo ama o perchè ha paura di rimanere sola e quindi si crea un meccanismo di dipendenza dal quale è difficile ma non impossibile slegarsi. Consiglierei anche di continuare un percorso psicoterapeutico . un caro saluto
Buongiorno, le sue aspettative riguardanti questa relazione non sono chiare. Penso che sarebbe importante risalire anche a cosa lei ha investito in questo rapporto e cosa si aspettava. Forse ha colluso con la voglia di non definire il vostro rapporto di questo uomo, forse avuto paura di definirsi con lui, forse ha avuto paura che lui non accettasse la definizione che lei voleva dare. Ma sono solo dei forse, delle ipotesi che potrebbero essere lontane da quello che è successo. Qualora volesse approfondire, mi contatti. Un saluto, Alessandro D'Agostini
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Cosa è per lei la rassegnazione?
Comunque, le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia, ma deve avere pazienza e fiducia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, rispetto a quanto detto le consiglio un percorso di sostegno psicologico per far fronte a questo conflitto che ha qui presentato.
Un saluto,
MMM
Salve, mi sento di dirle con il cuore e con tutta la forza, che non deve rassegnarsi.
Si può lavorare e riuscire ad uscirne da questa situazione, se lei veramente ancora vuole. Non può stare male ed accettare ciò che accade.
Non so per quale motivo la terapia precedente non abbia funzionato, ma di certo le posso dire che c'è ancora da fare, nulla è perso.
Scelga un altro professionista valido.
Buona serata
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare e profondamente pesante da sopportare, che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento, così difficile per lei. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Buon pomeriggio. Anzitutto le voglio dire che la perdita di fiducia nella terapia è un evento che purtroppo a volte può accadere, ma che meriterebbe di per sé un approfondimento. Molto spesso quando si abbandona un percorso terapeutico è o perché abbiamo la sensazione di non trarne beneficio ,o perché ci ritroviamo a dover affrontare dei temi e delle emozioni che non eravamo pronti ad affrontare. Premesso che ci sono grandi differenze tra professionista e professionista (sia individuali che di approccio terapeutico), in una situazione come quella che lei descrive credo che valga assolutamente la pena di riprovare ad affrontarsi, di aprirsi con qualcuno che la sappia ascoltare senza giudicare e che possa sostenerla in un cambiamento positivo, magari mettendo in luce i suoi punti di forza e affrontando assieme a lei le sue debolezze. Per quanto riguarda la problematica che sta vivendo , appare evidente un conflitto interiore, non solo verso l'uomo in questione ma anche verso il permettere a se stessa di affidarsi a qualcuno che la possa aiutare. credo che sia il caso di partire proprio da questo rivolgendosi ad un professionista qualificato. buona giornata
Buongiorno, il mio parere è quello di riprendere un percorso psicoterapico per fare chiarezza su cosa vuole nella sua vita e ritrovare la serenità. Cordialmente, Dott.ssa Valentina Maccioni
Gentile utente,
un anno di terapia non è sempre sufficiente, può ricontattare il suo vecchio analista, qualora con lui invece non si fosse creata la giusta sintonia (alleanza terapeutica), le consiglio di contattarne un altro sensibile alla tematica da lei riportata.

Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Buonasera, vorrei arrivare dritta al punto perché credo che lei abbia perso abbastanza tempo. La verità è che ogni separazione ha a che fare con il rapporto che abbiamo con noi stessi. Non puoi cambiare ciò che è successo, né il comportamento dell’altra persona. Ma puoi agire in un modo che ti farà soffrire il meno possibile. Oggi le relazioni sono sempre più fragili, anche a causa di una società più frammentata e che valorizza una certa quota di narcisismo. La verità è che i nostri ricordi sono piuttosto inaffidabili e, spesso, ricordiamo solo le cose che si adattano alla storia che vogliamo credere in quel momento. Qualora fosse disposta al cambiamento e a rendersi vulnerabile per accettare una strategia efficace non esiti a contattarmi.
Dott.ssa Bachiorri Sara
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