mio marito mi ha confessato di giocare da 2 anni, ora dice che vuole smettere ed è disposto a rivolg

48 risposte
mio marito mi ha confessato di giocare da 2 anni, ora dice che vuole smettere ed è disposto a rivolgersi presso un serd, mi chiede però di non dirlo a nessuno, io non so se farlo sapere ai genitori e ai figli, so che così procurerò un gran dolore ma d'altra parte penso sia un loro diritto saperlo, anche per affrontare la situazione, nel caso lui chieda soldi, visto che io gli ho portato via la carta di credito e sto controllando tutti i movimenti bancari. cosa mi consigliate?
Grazie
Salve io le consiglio di rivolgersi al Sert, di farlo aiutare e sostenere a superare questa problematica, se lui vuole che non si dica io rispetterei.
Buona giornata

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Buongiorno, le sue preoccupazioni son più che lecite e corrette. L'obiettivo è quello che lei ha ben individuato: chiedere l'aiuto anche della famiglia. Le consiglio però, vista la sua posizione, di non essere lei a prendersi questa responsabilità ma di lasciar fare al servizio. Lasci che siano loro che vi diano indicazioni.
Un caro saluto
Salve, la soluzione di rivolgersi al serd mi sembra ottima. Lì sapranno come aiutarlo e sostenerlo. Accoglierei la sua richiesta di non dirlo ai genitori e ai figli. Lo ha confessato a lei e sarà stato già difficile per lui riconoscere di avere un problema. Il fatto che sia disposto a farsi aiutare, mi sembra un buon inizio.
Buona giornata
Buongiorno, i famigliari in linea generale costituiscono un elemento centrale nella terapia della ludopatia, ma è necessaria sempre una valutazione specifica. È importante quindi affidarsi ad un servizio che vi potrà dare indicazioni, attraverso una conoscenza più approfondita della vostra realtà famigliare.
Il gioco d'azzardo patologico è una problematica che investe l'individuo e la famiglia in maniera importante. Tutti i suoi dubbi sono assolutamente legittimi e penso sia utile che riusciate a poterne parlare tra voi e definire anche come gestire la situazione sia finanziaria che famigliare che relazionale. Molto spesso nei SerDP viene data l opportunità anche ai familiari di essere presi in carico proprio per non lasciarli soli ad affrontare questi problema. Chieda di questa possibilità quando suo marito andrà al servizio. Inoltre su alcuni territori c'è la possibilità di partecipare ad alcuni gruppi composti da familiari di giocatori che sono molto utili per la condivisione del vissuto ma anche per capire che decisioni prendere rispetto alle questioni che sta ponendo che sono trasversali ai familiari dei giocatori. Inoltre, in caso ne sentisse la necessità, le consiglio di potersi rivolgere anche ad un professionista esperto della tematiche per un supporto e un accompagnamento in questo periodo che immagino sia costellato di un emotività difficile da gestire. Buona giornata
Salve. Ritengo che il primo passo debba essere rivolgersi al SerD, rispettando il desiderio di riservatezza di suo marito. Ammettere il problema e accettare aiuto sono già di per sé un passo difficile ed andare contro la volontà di suo marito rischierebbe di smorzare questo slancio positivo. Il percorso al Serd prevede comunque il coinvolgimento di un familiare (che in questo caso sarebbe Lei) e con l'aiuto dello psicologo e all'equipe potrete insieme decidere come comportarvi con figli ed genitori. Buona giornata.
Cara signora, suo marito glielo ha confessato, questo indica che vuole essere aiutato e che si fida di lei, ricambi la sua fiducia. Fondamentale è la cura, come ha già individuato il Sert è un luogo dove trovara’ ascolto e sostegno .
Cordialmente AR
Buongiorno anche io come le colleghe sono dell' avviso di rivolgersi al Sert dove immagino possiate trovare l aiuto necessario e adeguato anche per la famiglia. È importante per suo marito sentirla dalla sua parte e quindi alleata.Stia in ascolto e proceda a piccoli passi su una strada condivisa. Cordialità
Salve signora,
un primo passo è portarlo al serd o ad un centro specializzato. In quella sede la aiuteranno e offriranno del sostegno anche a lei e la sua famiglia per affrontare il problema. Andare al servizio è l'obiettivo più importante e credo sia fondamentale la sua tenacia nel sostenere suo marito nel percorso. Lì rifletterete con professionisti del settore su come dirlo agli altri familiari e su come gestire la quotidianità. In bocca al lupo
Buongiorno, concordo con le colleghe che la invitano a rivolgersi al Sert.
Riguardo alla richiesta di suo marito al momento la rispetterei, decidere di chiedere aiuto è importante e molto difficile pertanto provi a supportarlo in questa scelta coraggiosa senza aumentare il timore che avrà di essere giudicato.
Successivamente potrà, se lo riterrà cambiare le cose seguendo i consigli dei colleghi del sert.
Infine mi sentirei di consigliare anche a Lei di intraprendere un percorso per affrontare questo momento difficile. Avere uno spazio personale e protetto dove esternare dolore, paure e rabbia è molto importante.
Le auguro una buona giornata e resto a disposizione per eventuali domande.
Un cordiale saluto
Buongiorno signora
Grazie di aver condiviso con noi la sua situazione. Il fatto di farlo aiutare da qualcuno di competente è la prima cosa importante. per il resto è giusto che suo marito decida o meno di comunicarlo alla sua famiglia di origine, adesso è lei moglie la sua forza tanto che ha confessato a lei il.suo problema. Con la terapia e il percorso che farà sarà tutto più semplice e successivamente potrebbe decidere anche diversamente.
Lo supporti e segua le indicazioni del terapeuta.
Buona giornata
Dott.ssa Pecora
Penso anch'io che sia un gesto di fiducia e di presa di coscenza del problema confidandole la propria dipendenza dal gioco da parte di suo marito. Visto che ha deciso di farsi seguire da un Serd lo accompagni in questo percorso senza tradire la sua fiducia raccontandolo alla famiglia. Sicuramente durante questo percorso vi verranno date le giuste indicazioni. Auguri per tutto!
Buongiorno, in queste situazioni rivolgersi al SerD è una scelta che in qualche modo contrasta con l'immagine sociale che pensiamo di avere. Ci si può sentire "tossici" o "ospedalizzati" ad esempio. Ci si porta un vissuto di vergogna spesso da soli, come "causa" di molte situazioni. Come hanno già risposto i colleghi, esistono anche gruppi che si occupano sia di Ludopatia sia di sostegno ai familiari di una persone con queste problematiche. Per contrastare il vortice di menzogne che può innescarsi, alcuni hanno a disposizione un Consulente Finanziario che aiuta a pianificare una gestione del denaro in famiglia. Un esempio sono i gruppi territoriali di Giocatori Anonimi Italiani o, a Roma, il CEIS con gli sportelli "Rien ne va plus".
Nel caso possiate, rivolgersi ad un professionista in dinamiche familiari, può far luce se ci siano più componenti legati a farmaci o quadri neurologici, oppure se sia una soluzione "poco funzionale ad altri problemi". Cordialità.
Buongiorno,
Capisco la sua preoccupazione ma se ha intrapreso il suo percorso al Sert concorderei con loro il da farsi . In genere sono previsti incontri anche con i familiari. Un caro saluto
Bene rivolgersi ai Servizi ma tenga presente che quello che suo marito si aspetta da lei. Penso che lei dovrebbe solamente mostrarsi leale con lui e rispettarlo. L'idea del controllo sui suoi comportamenti è quello che più spesso accade nella testa di un familiare di una persona che soffre di una dipendenza. Non si lasci coinvolgere da tale tendenza e si mostri al suo fianco.
In bocca al lupo
Dott. Paolo Mancino
Buongiorno signora, capisco molto Bene quello che dice, avendo lavorato per anni in una comunità per tossicodipendenti anche da gioco d’azzardo E ne conosco le dinamiche. Concordo con le colleghe che le dicono di rivolgersi e affidarsi a servizio del territorio, in modo che possono consigliarle La procedura migliore per potersi occupare della situazione.
Le auguro un grande in bocca lupo e vedrai che ce la farete. Dottoressa Patrizia Provasi
Gentile, concordo con le colleghe circa la possibilità di accordarsi con il servizio sul come procedere. Il marito si è confidato con lei e ci sono buone possibilità che possiate uscirne.
In bocca al lupo!
Dr Ferretto
Buongiorno,
mi sembra che come siete indirizzati vada bene. Farei fare al servizio ed eventualmente cercherei un appoggio per la famiglia, in modo da supportare il suo percorso.
Buongiorno,
Il mio consiglio è quello di intraprendere un percorso a carattere famigliare per gestire al meglio questa problematicità.
È un modo utile per cogliere appieno sfumature e criticità che riverberano anche su di lei.
cara Signora,
per quanto la situazione sia dolorosa, si ritenga fortunata: l'apertura di suo marito a lei, in tempi ancora affrontabili, è una grande cosa. Non so dove vive ma in Italia il progetto migliore che c'è (ho collaborato con il Dott. Zerbetto per qualche tempo) si trova a Noceto, provincia di Siena. Si tratta di un periodo di circa 15 giorni, residenziale e poi seguito con altre modalità a distanza.
Per la legislativa di questo portale non posso allegarle il link, che non avrà difficoltà a trovare autonomamente selezionando le parole chiave: progetto orthos toscana
Nell'immediato: continui a parlare con suo marito per sostenere il progetto di parlarne con tutta la famiglia: è fondamentale che non possa ricevere più del denaro da nessuno. Allo stesso tempo è bene che lei non tradisca la sua fiducia bypassando lui nel raccontare l'accaduto ai familiari.
In contemporanea, le consiglio di iniziare un percorso personale anche lei: sentirsi sostenuta in un percorso che sarà difficile, avere un suo spazio dove potersi aprire ed essere accolta è fondamentale.
Per ora le auguro il meglio.
Gentile signora,
Sarebbe importante conoscere l’eta dei vostri figli. In ogni caso ritengo che il supporto di tutta la famiglia sia fondamentale. Per questo motivo cercherei di aiutare suo marito a chiedere la collaborazione dei familiari oltre a rivolgersi ad un professionista specializzato nel campo.
Molti cari auguri
Dott.ssa Rita Reggimenti
Nel trattamento di problematiche di dipendenza, il coinvolgimento di familiari significativi si rivela di grande utilità, sempre dopo opportuna valutazione: primo familiare significativo è sicuramente lei. Un passo fondamentale è dunque accogliere la richiesta di aiuto di suo marito, rivolgendosi al serd territoriale, per poter intraprendere un percorso che la vedrà parte attiva per la risoluzione di una problematica che appartiene a suo marito ma al tempo stesso appartiene all intero sistema di appartenenza. In quella sede potrà dunque sicuramente valutare con gli specialisti lì presenti eventuali tempi e modi per un coinvolgimento familiare "allargato".
Penso che suo marito debba essere aiutato al più presto e questo vale anche per lei. Per le dipendenze dal gioco si ottengono buoni risultati utilizzando l’approccio psicoterapeutico della Feeling State Therapy e i suoi protocolli. Non sono informata sull’eventuale uso di questi ultimi nei SerDP, ma è plausibile e andrebbe verificato. Li ho adottati diverse volte con successo e le consiglio di cercare in questa direzione. Riguardo all’allargamento dell’informazione alla famiglia di suo marito, è un aspetto che sembra nascondere la sua insicurezza sulla veridicità dell’impegno del suo sposo, se così fosse andrebbe allertato qualcuno che possa sostenervi nel percorso da affrontare . Saluti
Dott. Tiziana Vecchiarini
Gentile Signora, immagino che sia passato tempo da quando lei ha inviato la sua richiesta e mi auguro che sia suo marito che lei abbiate intrapreso una strada di appoggio psicologico per affrontare al meglio la situazione. Concordo con quanto suggerito dai colleghi, in particolare dalle Dott. Ventura e Giampieri, sottolineando il fatto che è importante che lei non tradisca la fiducia che suo marito ha riposto in lei chiedendole di non parlarne con i familiari. Saranno i terapeuti, poi, a darvi indicazioni mirate su come procedere su questo punto. Mi pare anche fondamentale che lei accolga con tutta la sua comprensione e il suo amore suo marito, che le sta mostrando fragilità e angoscia. Con molti auguri.
Buonasera, il serd è certamente il luogo più adatto per la problematica di suo marito. In concomitanza potrebbe esserle di ausilio una psicoterapia per completare il trattamento. Rispetterei la richiesta di non estendere ad altri familiari ciò che le ha confidato e di starle vicino in questo difficile momento. Concordo con i colleghi che le hanno già risposto. Saluti
Buongiorno. Forse sarebbe il caso di trovare, in un progetto familiare, anche un suo spazio per elaborare il processo. Non è facile dirle cosa debba o non debba fare, oltre che nn credo ci siano soluzioni Pre't a' porter. UtilizzatE al meglio il servizio pubblico, gli sportelli e tutto quanto troverà anche nel.sito dell'istituto superiore di sanità nella sezione ludopatia
Buongiorno signora,
Le sue domande e i suoi dubbi sono più che legittimi e comprensibili. Io sicuramente le consiglio di rivolgersi al Sert, dove sono specializzati nel trattare i vari tipi di dipendenze, e dove suo marito potrà ricevere l'aiuto di cui ha bisogno.
Per quanto riguarda la richiesta di non parlare in famiglia del problema, forse sarebbe controproducente non rispettare la sua richiesta in questa prima fase così delicata. Piuttosto sarebbe utile lavorare su questa reticenza e sul senso di vergogna, di modo che suo marito possa arrivare a sentirsi di parlare spontaneamente di quanto gli è accaduto con i figli e i genitori.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Federica Casale - Psicologa e Psicoterapeuta
Buondì, ho letto le risposte dei colleghi che mi sembrano più che corrette. Aggiungerei solo di non sottovalutare il suo bisogno di essere aiutata a gestire, anche emotivamente la situazione. Proverei ad andare insieme a suo marito al serd per concordare un percorso di cura ed eventualmente cercare un supporto per voi due insieme. Chi sta accanto ad una persona con problemi di ludopatia vive solitamente, alla scoperta della dipendenza, un momento di sconcerto complicato da gestire. Non lo sottovaluti e si prenda cura anche di se stessa. Per il resto mi sento di concordare con i colleghi nel farle i complimenti per aver da subito individuato nel SERD una fonte autorevole e corretta di aiuto.
Buongiorno, credo sia fondamentale che lui si affidi a persone competenti che lo possano aiutare a gestire sia questa grave dipendenza, sia la comunicazione ai familiari. Non si prenda lei il carico di gestire questo tipo di comunicazione : come moglie non può far altro che rispettare il volere del marito. Si affidi anche lei al serd, dove troverete professionisti che sapranno guidarvi al meglio .
Buonasera, per ora rispetti il suo volere: rischierebbe di fargli perdere la motivazione di accedere al SERT. Consideri che i colleghi sicuramente lavoreranno su quest'aspetto.
Saluti
Cara signora,
comprendo bene la sua situazione. In casi come i suoi la cosa migliore è rivolgersi ai servizi del territorio in modo tale che i colleghi possano rispondere alle sue domande e indicarle come agire in casi come quelli di suo marito.
Le auguro che tutto possa procedere per il meglio.
Dott. Riccardo Caboni
Gentile signora, i miei colleghi hanno già dato molte risposte con cui può orientarsi. Forse, si trata di costruire dei pasaggi. Prima avviare una terapia e poi, se suo marito vuole, se i genitori sono persone capaci di essere di aiuto, se i figli non sono troppo piccoli, potrete avvertire insieme di quello che succede al figlio e al padre. Cordiali saluti PG
Gentile signora,
nella vita possono succedere momenti di cedimento ma se suo marito ha riconosciuto di aver bisogno di un sostegno è già un grande passo in avanti; inoltre ha scelto di condividere la problematica con lei quindi non rispettare questa sua scelta e diffondere la notizia a terzi, senza il suo consenso, non penso sia la scelta giusta. Gli stia vicino e attraverso l’aiuto dei curanti del sert troverete il percorso più giusto da intraprendere.
Saluti,
E.C.
Buongiorno,
in genere relativamente a questo tipo di problematiche l'ammissione del problema genera nella persona vergogna e colpa e dunque il bisogno di nascondere il problema. Ritengo possa essere utile per suo marito, una volta incominciato un percorso terapeutico, lavorare su questi sentimenti in modo da potere essere lui a rivelare al tempo opportuno la sua problematica ai familiari, come tappa del processo di cura.
Si può comprendere il suo bisogno di condividerlo con il resto della famiglia, perchè immagino che la situazione le procuri ansia, rabbia e la faccia sentire sola. Tuttavia credo sia opportuno che suo marito cominci un percorso di cura che possa comprendere in qualche modo un supporto anche per lei in modo che anche lei possa essere aiutata nel gestire questa difficile situazione.
Cordiali saluti
Concordo con i colleghi. Suo marito è disposto a farsi aiutare, lei è disposta a collaborare e il SerD è la struttura più adatta ad accoglierlo. Non è opportuno che sia lei a comunicarlo ai familiari di lui, anche perché suo marito le ha chiesto il segreto.
Gentile signora,
suo marito ha fatto un passo importante scegliendo di farsi aiutare. In questi momenti i suoi sentimenti che possono essere anche scomodi, come la vergogna la delusione, la tristezza vanno tutelati e rispettati. Suo marito cerca di evitare alla già difficile situazione, che però sta affrontando, un giudizio morale esterno che, molto probabilmente, renderebbe il suo percorso più difficile.
Il discorso finanziario, che in queste situazioni ha un ruolo importante, è già stato messo in sicurezza, quindi se non ci saranno difficoltà oggettive e necessità impellenti, mi sento di consigliarle di rispettare la richiesta di suo marito in questo momento di risalita dalle difficoltà.
Faccio un grosso in bocca al lupo a lei e a suo marito.
Salve signora, comprendo a pieno il momento di smarrimento in cui si trova. Rivolgersi al Sert credo sia un passo indispensabile ed è buono che suo marito sia concorde. Questo servizio vi darà le giuste indicazioni su come prendervi cura della situazione, considerando anche il suo bisogno di sostegno nell'accompagnare suo marito in questo percorso. Eviterei al momento di coinvolgere la famiglia, in attesa delle indicazioni del Sert.
Buongiorno signora,
comprendo la sua posizione di controllo e di poca fiducia verso suo marito, il quale ha chiesto aiuto e quindi ha già fatto un grande atto di fiducia nei suoi confronti. Le consiglio di rivolgersi ad un sert e di rispettare la scelta di suo marito di non dire nulla ai suoi familiari. Con il tempo certe rivelazioni verranno fatte e verranno affrontate, in quanto la rete familiare è un ottimo supporto in queste circostanze. In questo momento le consiglio di essere un supporto per affrontare i momenti difficili. Cordiali saluti Dott.ssa Carmen Piantadosi
Si confronti con i medici del SerD.
Buongiorno, la decisione di suo marito di farsi aiutare è la chiave di volta della sua situazione problematica, per adesso inizi a farlo seguire, vedrà che i colleghi del SERT sapranno anche consigliarle il miglior migliore per informare il resto della famiglia.
in bocca al lupo.
Dott. Andrea De Simone
Gentile signora la dipendenza dal gioco, così come ogni altra forma di dipendenza, per essere superata, presuppone una presa di coscienza da parte del soggetto. Suo marito ha un problema e il fatto che l'abbia consapevolizzato è un grande passo in avanti, purtroppo non sappiamo se sarà sufficiente, a scongiurare delle ricadute. Questo perché il sintomo psicologico ha qualcosa di paradossale, l'essere umano lo "sceglie" e lo "mette in atto" per soddisfare una propria mancanza. Il comportamento problematico sembra rispondere a un imperativo categorico che sfugge al controllo e sovrasta la volontà del soggetto. E' questo il vissuto psicologico che caratterizza qualsiasi forma di dipendenza. Ecco perché molto spesso quando qualcosa nel sintomo sembra migliorare il soggetto fa un passo indietro. Rispetto a questo aspetto psicologico che chiunque soffra di una dipendenza racconta, poi ci sono le particolarità soggettive che purtroppo non si possono evincere da un messaggio. Questo vissuto lo tenga bene a mente perché anche lei ci dovrà fare i conti. Rispetto a questo "qualcosa" che sfugge al controllo di suo marito lei si ponga come limite. Ha fatto bene a toglierle la carta di credito, non lo giudichi, non parli con altri del problema che le ha confidato, (perderebbe la sua fiducia, casomai lo faranno i colleghi del SERT) ma si renda disponibile a superare insieme a lui questo momento di estrema difficoltà ma, senza assecondare in nessun modo il suo sintomo. I colleghi sapranno come aiutarvi. Tanti auguri.
Salve,

Ideale per il trattamento delle dipendenze un percorso di psicoterapia familiare. Quest’ ultimo consente al paziente con la dipendenza di poter capire le ragioni relazionali di tale evoluzione psicopatologica e al resto dei familiari che in questi casi risultano esser risucchiati dal principio della coodipendenza, veda il controllo ossessivo del conto in banca da parte sua, di poter ridefinire e rettificare il ruolo relazionale all’ interno di un sistema familiare attualmente divenuto altamente conflittuale e sofferente.
Proponga a sua marito tale tipo di percorso, se volete aiutarvi a vicenda cercando di coinvolgere tutti i membri della famiglia.
Vedrà che con impegno e tenacia potrete far sì che nel tempo le cose possano migliorare.

Un caro saluto

Dott. Diego Ferrara
L'atto della confessione lascia intendere già la volontà di farsi aiutare, e con essa migliorarsi.
Mi unisco ai colleghi che affermano di rispettare la volontà di suo marito.
MMM
Buongiorno,
la sua preoccupazione è più che comprensibile, così come la sensazione di avere una sorta di dovere di informare i suoi familiari della situazione di suo marito; in quando unica persona attualmente a conoscenza della situazione, il suo è un ruolo complesso e difficile da sostenere.
Tuttavia, se suo marito ha iniziato un percorso terapeutico per affrontare la sua problematica è importante che sia lui ad affrontare anche anche questo step. Una parte del terapia del GAP in genere è proprio focalizzata sull'identificazione ed il coinvolgimento di una rete di sostegno che possa supportare il paziente (Es. i familiari) e comprendere quali sono i meccanismi che lo mantengono ( es. chiedere soldi).
Le suggerisco di condividere queste sue preoccupazioni con suo marito e/o con i colleghi del SERD che vi seguono, con le modalità che avete stabilito.
Buongiorno, si rivolga al SerD e ponga loro il quesito, la aiuteranno. Saluti.
Buonasera, penso che chiedere aiuto sia il primo passo verso la guarigione. Le auguro di trovare un professionista col quale costruire un rapporto di fiducia che possa permetterle di esplorare e sciogliere i suoi nodi più importanti. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Gentilissima, credo che per la fiducia che suo marito ha riposto in lei facendole questa richiesta, che dovrebbe essere accolta. Rivolgetevi al Sert di competenza e chiedete loro ulteriori aiuti.
Cordialmente
AV
Buonasera, comprendo che si trovi in una situazione difficile dopo aver appreso che suo marito ha giocato d'azzardo per due anni. È comprensibile che si ponga delle domande su come procedere e quale sia la migliore scelta da fare.

La decisione di condividere o meno questa informazione con i genitori e i figli dipende da diversi fattori personali e familiari. È importante considerare l'impatto che tale rivelazione potrebbe avere sui membri della famiglia. Se pensa che la conoscenza di questa situazione potrebbe essere utile per affrontare la questione in modo più efficace e fornire supporto a suo marito, potrebbe valutare la possibilità di condividere l'informazione con i genitori e i figli.

Tuttavia, prima di prendere una decisione definitiva, potrebbe essere utile coinvolgere suo marito in una discussione aperta e sincera sulla situazione. Potreste cercare di comprendere insieme le cause alla base del suo comportamento, esplorare le sue motivazioni per smettere di giocare e discutere di come affrontare la questione in modo costruttivo come coppia.

Se suo marito è disposto a rivolgersi a un servizio specializzato per il recupero dal gioco d'azzardo, come un Servizio per le Dipendenze, è un passo positivo verso il cambiamento. Questi servizi possono offrire sostegno professionale e fornire strumenti e strategie per affrontare il problema del gioco d'azzardo in modo efficace.

Nel frattempo, è importante continuare a monitorare la situazione finanziaria e prendere precauzioni per evitare ulteriori danni economici. Limitare l'accesso ai fondi e tenere sotto controllo i movimenti bancari può essere una misura necessaria per proteggere voi stessi e la vostra famiglia.

Ricordi che ogni situazione è unica e richiede una valutazione individuale. Potrebbe essere utile cercare il supporto di un consulente familiare o di uno psicologo specializzato in dipendenze per ottenere ulteriori consigli e orientamento sulla gestione di questa situazione complessa.

Le auguro il meglio nel trovare una soluzione che sia nel suo interesse e nel interesse della sua famiglia.
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