Buongiorno ho iniziato più di un mese fa ad avere reflusso con esofagite ..poi è arrivato il covid e
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Buongiorno ho iniziato più di un mese fa ad avere reflusso con esofagite ..poi è arrivato il covid e tutti quei medicinali hanno peggiorato la situazione poi arrivata ansia e quindi mi è stato dato lendormin per dormire e alprazolam ma ho paura di diventare dipendente grazie a chi mi risponde
Buon pomeriggio, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Per quanto riguarda i farmaci, le consiglio di rivolgere la questione al medico, sicuramente persona più competente in materia. Per quanto riguarda l'ansia, ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico al fine di indagare le cause, origini e fattori di mantenimento dei sintomi onde evitare che la situazione possa irrigidirsi.
Cordialmente, Dott. FDL
Cordialmente, Dott. FDL
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Buongiorno.
Se i farmaci le danno complicanze nello spegnere tra l'altro solo il sintomo ma non risolvere la causa, occorre approfondire in ambito psicoterapeutico quel fuoco represso che rompe i suoi argini mi fa risalire istintualità a cominciare dalle arrabbiature covate e trattenute.
La Mindfulness psicosomatica in particolar modo può essere molto utile per non trascurare i significati emotivi. Non bastano solo le razionalizzazioni in questo caso.
A disposizione. Dottor Gianpietro Rossi
Se i farmaci le danno complicanze nello spegnere tra l'altro solo il sintomo ma non risolvere la causa, occorre approfondire in ambito psicoterapeutico quel fuoco represso che rompe i suoi argini mi fa risalire istintualità a cominciare dalle arrabbiature covate e trattenute.
La Mindfulness psicosomatica in particolar modo può essere molto utile per non trascurare i significati emotivi. Non bastano solo le razionalizzazioni in questo caso.
A disposizione. Dottor Gianpietro Rossi
Buonasera, rispetto ai farmaci la invito a rivolgersi a chi li ha prescritto per rivederne eventualmente il trattamento. L'ansia invece è un sintomo che può essere affrontato in un contesto psicologico poiché, in questo caso, le cause della stessa non possono essere trattate con i farmaci (questi intervengono solo sul sintomo). Un saluto
Buonasera, in effetti le benzodiazepine possono dare dipendenza. Le consiglio di affrontare l'ansia conuna psicoterapia cognitivo-comportamentale, in modo da risolvere il problema alla base. Il farmaco placa il sintomo, ma non può modificare i pensieri che causano l'insorgere dell'ansia. Solo la psicoterapia riesce a spezzare il circolo di mantenimento di un disturbo in atto, lavorando sui pensieri e dui comportamenti disfunzionali.
In bocca al lupo.
In bocca al lupo.
Salve, rivolga questa domanda al suo medico di fiducia.
Buona serata.
Dott. Fiori
Buona serata.
Dott. Fiori
Buongiorno,
rispetto alla possibilità che i farmaci le creino dipendenza è consigliabile che lei rivolga la domanda al medico o psichiatra che le ha prescritto questa terapia.
Rispetto all'ansia che esprime sicuramente sta vivendo un periodo di forte stress a causa di esofagite e covid, ritengo che potrebbe essere utile un consulto con uno psicologo per un supporto in questo momento di difficoltà che potrebbe aiutarla anche a comprendere se i pensieri disfunzionali che le creano ansia erano presenti anche prima.
Buona giornata
Dott.ssa Mariachiara Lombardelli
rispetto alla possibilità che i farmaci le creino dipendenza è consigliabile che lei rivolga la domanda al medico o psichiatra che le ha prescritto questa terapia.
Rispetto all'ansia che esprime sicuramente sta vivendo un periodo di forte stress a causa di esofagite e covid, ritengo che potrebbe essere utile un consulto con uno psicologo per un supporto in questo momento di difficoltà che potrebbe aiutarla anche a comprendere se i pensieri disfunzionali che le creano ansia erano presenti anche prima.
Buona giornata
Dott.ssa Mariachiara Lombardelli
Salve, la situazione attuale acuisce molte cose o fa sorgere situazioni rimaste finora latenti, credo che oltre a confrontarsi con un medico per la situazione farmacologica, sarebbe utile una consulenza psicologica per sostenere le tante cose in essere.
In bocca al lupo
Massimiliano
In bocca al lupo
Massimiliano
Buongiorno, sono d'accordo con i colleghi sul fatto che sia importante affidarsi a due tipi di consulenza: quella di tipo farmacologico con un medico di fiducia per la questione farmaci e quella di tipo psicoterapeutico per lavorare in parallelo sulla gestione del disagio che sente, sulle sue cause e sulle sue risorse per superarlo.
Gentile Utente , la terapia farmacologica è spesso utile per ridurre i sintomi fastidiosi. Riguardo ai tempi e la scelta di sospenderli è fondamentale un consulto medico. Un percorso psicologico può esserle d'aiuto per migliorare e comprendere la sua situazione e accompagnarla verso la fine della terapia farmacologica.
Gentile utente, l'assunzione di farmaci, fatta nel rispetto delle indicazioni del medico e sospesa gradualmente, sempre con la supervisione del suo medico di riferimento, potrebbe aiutarla a ridimensionare i sintomi acuti dell'ansia. Tuttavia per poterla trattare adeguatamente sarebbe necessario anche un percorso di tipo psicologico, attraverso il quale far luce sul disagio, conprenderne il significato e gestirlo adeguatamente.
Un caro saluto
Un caro saluto
Buongiorno. Chiarirei meglio i dubbi relativi alla sintomatologia fisica consultando il medico, in seguito prenderei in considerazione un consulto per l'ansia.
Cordialità
MT
Cordialità
MT
Buongiorno,
questa pandemia sta mettendo a dura prova tutti noi, purtroppo. La strategia migliore è quella di dividere i problemi e affrontarli uno alla volta: chieda al medico per i farmaci, mentre le consiglio di consultare uno psicologo o psicoterapeuta per la sua ansia, perché i farmaci possono essere momentaneamente di aiuto, ma non risolvono definitivamente.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
questa pandemia sta mettendo a dura prova tutti noi, purtroppo. La strategia migliore è quella di dividere i problemi e affrontarli uno alla volta: chieda al medico per i farmaci, mentre le consiglio di consultare uno psicologo o psicoterapeuta per la sua ansia, perché i farmaci possono essere momentaneamente di aiuto, ma non risolvono definitivamente.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, rispetto ai farmaci la invito a rivolgersi al medico che li ha prescritti esplicitando anche il suo timore di diventarne dipendente. I farmaci possono essere un supporto nella gestione dei sintomi ma non risolvono le cause che li hanno generati. Queste possono essere esplorate tramite un percorso psicologico che l'aiuterà anche nella gestione dei sintomi. Esistono numerose tecniche, tra cui quelle psicocorporee, che aiutano a lasciar andare le tensioni in eccesso e favoriscono la distensione riprendendo il contatto con se stessi. Un caro saluto, dott.ssa De Lisio.
Gentile utente, è bene che si rivolga al medico prescrivente per trattare la questione farmacologica. Può contattare uno psicoterapeuta per capire l'origine dell'ansia e trattarla adeguatamente. Saluti
Salve,
Mi dispiace molto per la sua situazione, sopratutto per lo stato androgeno che sta vivendo in questo momento.. per quanto riguarda il farmaco che le ha prescritto il medico, può sentirlo per esporle tutte le sue perplessità in merito!
Per quanto riguarda l’ansia e il reflusso correlato, potrebbe pensare di rivolgersi ad uno psicologo per affrontare un cammino insieme, per migliorare la gestione dell’ansia e piano piano tornare ad una serenità accettabile.
Cordiali saluti
Adele Stefanini
Mi dispiace molto per la sua situazione, sopratutto per lo stato androgeno che sta vivendo in questo momento.. per quanto riguarda il farmaco che le ha prescritto il medico, può sentirlo per esporle tutte le sue perplessità in merito!
Per quanto riguarda l’ansia e il reflusso correlato, potrebbe pensare di rivolgersi ad uno psicologo per affrontare un cammino insieme, per migliorare la gestione dell’ansia e piano piano tornare ad una serenità accettabile.
Cordiali saluti
Adele Stefanini
Buonasera, i farmaci di cui parla possono effettivamente provocare dipendenza ma per ogni dubbio in merito sarebbe opportuno rivolgere queste domande al medico che la sta seguendo. Potrebbe anche considerare l'idea di iniziare un percorso terapeutico per la gestione dell'ansia. Questo consente di mettere a tema i motivi della difficoltà e a gestirne le conseguenze. L' accompagnamento psicologico permette di identificare i motivi sottostanti al suo comportamento. Naturalmente, il percorso psicologico richiede una posizione attiva, motivata e partecipe da parte della persona. Se può essere il suo caso, contatti uno psicoterapeuta. Cordiali saluti, AS
Gentile utente, le consiglio di ricontattare il medico che le ha prescritto questa cura e fargli presente la situazione. I farmaci possono essere una stampella nel trattamento dell'ansia, se lo si ritiene necessario, ma sarebbe utile approfondire la sua situazione. Rimango a disposizione.
Dott.ssa GB
Dott.ssa GB
Buongiorno,
le benzodiazepine creano dipendenza fisiologica nel tempo ma con il giusto scalaggio se ne esce, chieda al suo medico di base in caso.
Il mio consiglio è di poter intraprendere un percorso di psicoterapia mirata all'ansia. La aiuterà a riconoscerla e gestirla.
Cordiali saluti.
Dott. Leonardo Gottardo.
le benzodiazepine creano dipendenza fisiologica nel tempo ma con il giusto scalaggio se ne esce, chieda al suo medico di base in caso.
Il mio consiglio è di poter intraprendere un percorso di psicoterapia mirata all'ansia. La aiuterà a riconoscerla e gestirla.
Cordiali saluti.
Dott. Leonardo Gottardo.
Buongiorno, per quanto riguarda il piano farmacologico le consiglio di rivolgere la sua domanda direttamente al suo medico curante. Solitamente i farmaci vengono utilizzati perché forniscono una prima rapida risposta di contenimento della sintomatologia acuta ma, quando questa non regredisce oppure sono presenti delle ricadute, è sempre bene affiancare un percorso di psicologia. Questo per non rendere stabili modalità disadattive di risposta a eventi provanti, come è sicuramente stato quello pandemico.
dott. De Rosa Saccone
dott. De Rosa Saccone
Buongiorno, credo sia importante parlare della terapia che sta assumendo con il suo medico di fiducia, ma comprendo il suo timore riguardo la dipendenza da farmaci per l'ansia o l'insonnia. Questo tipo di terapia è senz'altro utile in alcuni momenti della vita ed aiuta ad affrontare i sintomi di un malessere che però sarebbe meglio comprendere. La chiusura imposta dal Covid, spesso ha fatto emergere paure o disagi che restavano nascosti nella quotidianità.
Sicuramente affiancare un percorso psicologico all'utilizzo della terapia, mi sembra la soluzione migliore per affrontare questo momento difficile. Resto a disposizione e le faccio i miei auguri,
dott.ssa Michela Solia
Sicuramente affiancare un percorso psicologico all'utilizzo della terapia, mi sembra la soluzione migliore per affrontare questo momento difficile. Resto a disposizione e le faccio i miei auguri,
dott.ssa Michela Solia
Buongiorno, questa pandemia sta mettendo a dura prova molte persone. Sui farmaci occorre che senta il suo medico/psichiatra di riferimento, mentre per quanto riguarda l'ansia occorre comprendere nel profondo da cosa è stata scatenata, a quale tematica si aggancia.
La saluto caramente
La saluto caramente
Buongiorno,
io le posso solo consigliare un percorso di sostegno psicologico o una psicoterapia per affrontare l'ansia.
Mi tengo disponibile a una prima visita di consulenza se lo desidera.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Martina Conti
io le posso solo consigliare un percorso di sostegno psicologico o una psicoterapia per affrontare l'ansia.
Mi tengo disponibile a una prima visita di consulenza se lo desidera.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Martina Conti
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Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, mi spiace per la situazione che sta affrontando. Sicuramente per verificare la terapia farmacologica deve consultare il suo medico di fiducia. Per quanto concerne l'ansia è normale che i sintomi fisici (esofagite e assunzione di farmaci) e le preoccupazioni legati ad essi possano creare questo stato psicocorporeo più complesso. Le consiglio quindi di prendersi cura di entrambi gli aspetti con i relativi professionisti (medico e psicologo) e per ciò che attiene all'ansia consultare uno psicologo con cui poter intraprendere un percorso che dia importanza in egual misura al benessere della mente e del corpo.
Un saluto, Dott.ssa Stefania Rosati
Un saluto, Dott.ssa Stefania Rosati
Gentile utente,
in questo caso specifico le consiglio di rivolgersi al medico che la ha in cura.
Cordialmente
Dr Mauro Vargiu
in questo caso specifico le consiglio di rivolgersi al medico che la ha in cura.
Cordialmente
Dr Mauro Vargiu
Gentile utente, potrebbe aiutarla il cominciare un percorso di psicoterapia, unito alla cura farmacologica della quale dovrebbe parlare con il suo medico di fiducia.
Cordiali saluti
AV
Cordiali saluti
AV
Buongiorno, le consiglio di rivolgere queste domande al medico che le ha prescritto l'attuale terapia farmacologica. Se l'ansia persiste invece, farebbe bene a intraprendere un percorso psicologico e tentare di capire da cosa origina.
Dott.ssa Alessia Foronchi
Dott.ssa Alessia Foronchi
Buongiorno, la somministrazione farmacologica è argomento di interesse del medico curante/psichiatra che le ha prescritto i farmaci. Le consiglio di rivolgersi al suo medico di riferimento per avere i necessari chiarimenti. Le consiglio, inoltre, di intraprendere un percorso psicologico per andare a fondo della sintomatologia ansiosa che riporta.
Resto a disposizione e le auguro una buona giornata.
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Resto a disposizione e le auguro una buona giornata.
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Buongiorno, noi psicologi non somministriamo farmaci nè possiamo esprimere pareri o eventuali opinioni sul loro corretto dosaggio e utilizzo. Date le sue parole sarebbe auspicabile associare alla terapia farmacologica, un percorso psicologico e indubbiamente potrebbe trarre maggior benessere da questo connubio.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Alessandra Barbera
Cordiali saluti,
Dott.ssa Alessandra Barbera
Salve, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Da quello che scrive mi sembra che stia entrando in un circolo vizioso dal quale è certamente possibile uscire. Sono una psicologa e facilitatrice Mindfulness, mi occupo anche di disturbi psicosomatici e di insonnia. In casi come il suo utilizzo degli specifici protocolli di tecniche di rilassamento efficaci ed approvati scientificamente. Mi contatti qualora avesse voglia di intraprendere questa strada.
Buongiorno, mi spiace molto per la situazione e il malessere che ha descritto. Le consiglio di chiedere al suo medico tutti i dubbi o le perplessità riguardo la terapia farmacologica che le ha prescritto. Per il suo benessere psicofisico la invito a prendere in considerazione una valutazione psicologica per scegliere eventualmente di iniziare un percorso di sostegno psicologico. Rimango a disposizione, un caro saluto, dott.ssa Silvia Spelta.
talvolta accade che succeda qualcosa che innesca un circolo vizioso che va ad dare il via a altri sintomi, e talvolta questi sintomi si susseguono alimentandosi l'un l'altro, quindi per rompere questo circolo consiglio di togliere una anello della catena, la miglior proposta consiste nel rivolgersi ad un professionista
Buongiorno, per quanto riguarda la cura farmacologica che sta seguendo le suggerisco di parlarne con il/la medico che le ha prescritto i farmaci per chiarire tutti i suoi eventuali dubbi e decidere insieme il dosaggio e la durata della terapia. Dato che nella sua domanda non fa riferimento ad un percorso di sostegno psicologico le suggerirei di iniziarne uno, in quanto è dimostrato che in alcuni casi i farmaci da soli non bastano. Un supporto psicologico le permetterebbe di acquisire delle strategie di gestione dell'ansia che potrebbero aiutarla a stare meglio. Un saluto
Capisco le tue preoccupazioni riguardo al rischio di dipendenza dai farmaci prescritti per gestire il reflusso, l'esofagite, e l'ansia. È importante affrontare questa situazione con cautela e con il supporto appropriato. Ecco alcuni consigli che potrebbero esserti utili:
Comunicazione con il medico: Parla apertamente con il tuo medico riguardo alle tue preoccupazioni sulla dipendenza. Esplora insieme alternative terapeutiche o cambiamenti nel regime farmacologico che possano aiutarti a gestire i sintomi senza il rischio di dipendenza.
Seguire le indicazioni del medico: Assicurati di seguire scrupolosamente le indicazioni del medico riguardo al dosaggio e alla durata del trattamento con i farmaci prescritti. Evita di aumentare o diminuire il dosaggio senza consultare prima il professionista sanitario.
Esplora terapie non farmacologiche: Oltre ai farmaci, ci sono molte terapie non farmacologiche che possono aiutare a gestire il reflusso, l'esofagite e l'ansia. Queste includono cambiamenti nello stile di vita (come modifiche nella dieta e nell'attività fisica), terapia cognitivo-comportamentale (TCC), tecniche di rilassamento e mindfulness, e altre pratiche complementari come l'acupressione o lo yoga.
Monitora attentamente gli effetti collaterali: Tieni sotto controllo gli effetti collaterali dei farmaci che stai assumendo e discutili con il tuo medico. Se noti sintomi di dipendenza o altri effetti collaterali indesiderati, parlane immediatamente con il professionista sanitario.
Supporto psicologico: Se l'ansia è un fattore significativo nel tuo malessere, potrebbe essere utile cercare supporto psicologico da uno psicologo o uno psicoterapeuta. Questi professionisti possono aiutarti a sviluppare strategie di coping più efficaci e a ridurre la dipendenza dai farmaci ansiolitici.
Coinvolgi familiari e amici di fiducia: Parla delle tue preoccupazioni con familiari o amici di fiducia. Loro potrebbero offrirti sostegno emotivo e pratico durante questo periodo difficile.
Ricorda che è importante cercare il giusto equilibrio tra il trattamento dei sintomi e la prevenzione della dipendenza dai farmaci. Continua a lavorare a stretto contatto con il tuo medico per trovare la soluzione migliore per te e per il tuo benessere a lungo termine.
È comprensibile che tu abbia paura di diventare dipendente da questi farmaci. È importante parlare con il tuo medico e seguire attentamente le sue indicazioni per l'assunzione dei farmaci. Inoltre, potresti considerare alternative come la terapia psicologica o una psicoterapia per affrontare l'ansia in modo più efficace senza dipendere dai farmaci. Parla apertamente con il tuo medico delle tue preoccupazioni e insieme potrete trovare la soluzione migliore per te. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
Dott. Cordoba
Salve , per dubbi/info riguardo il farmaco le consiglierei di rivolgersi o al suo medico curante o allo specialista che le ha prescritto il farmaco.
Poi magari parlare anche con uno psicologo potrebbe esserle sicuramente d’aiuto per aiutarla a fare chiarezza sul disagio psicologico e su quella che descrive come ansia alla base.
Resto a disposizione per qualsiasi informazione
Distinti Saluti
Dr Marziani
Poi magari parlare anche con uno psicologo potrebbe esserle sicuramente d’aiuto per aiutarla a fare chiarezza sul disagio psicologico e su quella che descrive come ansia alla base.
Resto a disposizione per qualsiasi informazione
Distinti Saluti
Dr Marziani
Buongiorno, ho letto con attenzione la sua richiesta. Le consiglio di parlare degli effetti con il medico che le ha fornito la terapia farmacologica e poi se desidera possiamo approfondire iniziando da una prima consulenza online o in studio. Io utilizzo tecniche di mindfulness, rilassamento e gestione dello stress e dell’ansia e della depressione che possono aiutarla a ridurre i sintomi legati a questi aspetti. Grazie per la ricchezza della sua condivisione. Dott.ssa Valentina Zoccali
Buongiorno,
leggendo con attenzione la sua domanda prima di tutto le consiglierei di parlare dei suoi dubbi con il medico che le ha prescritto i vari farmaci, in modo che anche queste preoccupazioni possano trovare risposta e non contribuire ad innalzare ulteriormente il suo stato d'ansia. A volte può essere difficile affrontare apertamente tematiche come dipendenze ed effetti non graditi dei farmaci, persino con il nostro medico di fiducia, ma è bene considerare che anche questo fa parte del loro compito nel prendersi cura della nostra salute e che fare domande e richieste di spiegazione è un modo in cui noi stessi possiamo prenderci maggiormente cura di noi. Concordo poi con colleghi e colleghe che le hanno consigliato di provare a pensare di intraprendere un percorso psicologico per prendersi cura della sua ansia e trovare un/una professionista che possa accompagnarla in questo momento di difficoltà e supportarla sia nella gestione dei sintomi attuali che nella ricerca di un maggior benessere a lungo termine.
La ringrazio e rimango a disposizione per ulteriori informazioni o dubbi.
Dott.sa Serena Maierna
leggendo con attenzione la sua domanda prima di tutto le consiglierei di parlare dei suoi dubbi con il medico che le ha prescritto i vari farmaci, in modo che anche queste preoccupazioni possano trovare risposta e non contribuire ad innalzare ulteriormente il suo stato d'ansia. A volte può essere difficile affrontare apertamente tematiche come dipendenze ed effetti non graditi dei farmaci, persino con il nostro medico di fiducia, ma è bene considerare che anche questo fa parte del loro compito nel prendersi cura della nostra salute e che fare domande e richieste di spiegazione è un modo in cui noi stessi possiamo prenderci maggiormente cura di noi. Concordo poi con colleghi e colleghe che le hanno consigliato di provare a pensare di intraprendere un percorso psicologico per prendersi cura della sua ansia e trovare un/una professionista che possa accompagnarla in questo momento di difficoltà e supportarla sia nella gestione dei sintomi attuali che nella ricerca di un maggior benessere a lungo termine.
La ringrazio e rimango a disposizione per ulteriori informazioni o dubbi.
Dott.sa Serena Maierna
Gentile utente,
mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Purtroppo la pandemia causata dal Covid ha portato con sé anche tante altre conseguenze da un punto di vista psicologico, non solo dettati dalla paura della malattia, o in caso grave morte propria o di un caro, ma anche tutta la dinamica di chiusura forzata nelle proprie abitazioni. Questi vissuti di paura di divenire dipendente dal farmaco che riporta, a parer mio, vanno approfonditi e meritano la giusta attenzione. Si rivolga ad uno specialista così da poter avere maggior controllo e consapevolezza sulla sua persona e sul farmaco e su tutti i suoi vissuti.
Resto a disposizione.
Un abbraccio
mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Purtroppo la pandemia causata dal Covid ha portato con sé anche tante altre conseguenze da un punto di vista psicologico, non solo dettati dalla paura della malattia, o in caso grave morte propria o di un caro, ma anche tutta la dinamica di chiusura forzata nelle proprie abitazioni. Questi vissuti di paura di divenire dipendente dal farmaco che riporta, a parer mio, vanno approfonditi e meritano la giusta attenzione. Si rivolga ad uno specialista così da poter avere maggior controllo e consapevolezza sulla sua persona e sul farmaco e su tutti i suoi vissuti.
Resto a disposizione.
Un abbraccio
Salve, per quanto i suoi sintomi possano essere assimilabili a somatizzazioni per prima cosa consulti il suo medico.
Al medico stesso chieda allo stesso modo relativamente all’azione farmacologica.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Al medico stesso chieda allo stesso modo relativamente all’azione farmacologica.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, capisco le sue titubanze. I farmaci che denomina, spesso prescritti per trattare sintomi di tipo ansioso-depresso, appartengono a una classe di sostanze chiamate benzodiazepine che, sono efficaci nel breve periodo, ma che nel tempo, possono creare dipendenza. E' importantissimo che assuma queste sostanze sempre osservando attentamente la posologia indicata dal suo medico, ma non appena i sintomi sono migliorati, le suggerisco di valutare con il suo medico di scalare i suddetti farmaci diminuendone la posologia e, magari sostituirli con altri che non presentano questo effetto collaterale. In ogni caso ai fini di un benessere a lungo termine, la esorto ad affiancare al trattamento farmacologico un trattamento psicoterapico. Saluti,
Dott.ssa GT.
Dott.ssa GT.
Buongiorno,
è necessario che consulti il suo medico curante, che conoscendola meglio, potrà consigliarle in maniera più completa.
Cordialmente, Dott.ssa Elisa Fiora
è necessario che consulti il suo medico curante, che conoscendola meglio, potrà consigliarle in maniera più completa.
Cordialmente, Dott.ssa Elisa Fiora
Buongiorno,
Il reflusso gastroesofageo e l’esofagite possono essere peggiorati da diversi fattori, tra cui stress e ansia, che possono influire negativamente sulla salute generale. Il Covid e i farmaci correlati potrebbero aver contribuito a destabilizzare ulteriormente il sistema digestivo e il benessere emotivo. L’uso di farmaci come il Lendormin e l’Alprazolam è spesso indicato per gestire sintomi acuti di ansia o insonnia, ma è importante usarli sotto stretto controllo medico per evitare rischi di dipendenza.
Ti consiglio di confrontarti con il tuo medico curante o con uno specialista per valutare il percorso terapeutico più adatto a te, che potrebbe includere una combinazione di strategie farmacologiche, psicologiche e modifiche dello stile di vita per gestire sia i sintomi fisici che l’ansia.
Sarebbe utile e consigliato approfondire rivolgendosi a uno specialista.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Il reflusso gastroesofageo e l’esofagite possono essere peggiorati da diversi fattori, tra cui stress e ansia, che possono influire negativamente sulla salute generale. Il Covid e i farmaci correlati potrebbero aver contribuito a destabilizzare ulteriormente il sistema digestivo e il benessere emotivo. L’uso di farmaci come il Lendormin e l’Alprazolam è spesso indicato per gestire sintomi acuti di ansia o insonnia, ma è importante usarli sotto stretto controllo medico per evitare rischi di dipendenza.
Ti consiglio di confrontarti con il tuo medico curante o con uno specialista per valutare il percorso terapeutico più adatto a te, che potrebbe includere una combinazione di strategie farmacologiche, psicologiche e modifiche dello stile di vita per gestire sia i sintomi fisici che l’ansia.
Sarebbe utile e consigliato approfondire rivolgendosi a uno specialista.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
È comprensibile che si senta in questo stato. Il reflusso, l’esofagite, il covid e poi l’ansia formano un circolo che può sembrare difficile da interrompere. Il corpo e la mente sono strettamente collegati, e quando un disturbo fisico persiste, è comune che l’ansia prenda il sopravvento, amplificando i sintomi e creando una sensazione di perdita di controllo.
Il Lendormin e l’Alprazolam sono farmaci utili per affrontare l’insonnia e l’ansia acuta, ma la sua preoccupazione sulla dipendenza è del tutto fondata. Questi farmaci, se assunti per periodi prolungati, possono creare tolleranza e difficoltà nella sospensione, ma questo non significa che debba evitarli a tutti i costi. Se utilizzati per un tempo limitato, sotto controllo medico, possono aiutarla a recuperare un ritmo di sonno più stabile, che a sua volta favorisce il benessere generale.
Tuttavia, è importante avere un piano: il loro uso dovrebbe essere temporaneo, con una strategia di riduzione graduale una volta che si sentirà un po’ meglio. Parallelamente, sarebbe utile lavorare sull’ansia in modo più profondo, magari con un supporto psicologico, per affrontare la componente emotiva che alimenta i sintomi fisici.
Non è solo questione di “convivere” con questi sintomi: con il giusto approccio, può ritrovare un equilibrio senza dover dipendere dai farmaci a lungo termine. Il fatto che si stia ponendo il problema della dipendenza è già un segno positivo di consapevolezza e cura di sé. Se ha bisogno di un supporto personalizzato, non esiti a chiedere, ci sono molte strade per uscire da questa situazione.
Il Lendormin e l’Alprazolam sono farmaci utili per affrontare l’insonnia e l’ansia acuta, ma la sua preoccupazione sulla dipendenza è del tutto fondata. Questi farmaci, se assunti per periodi prolungati, possono creare tolleranza e difficoltà nella sospensione, ma questo non significa che debba evitarli a tutti i costi. Se utilizzati per un tempo limitato, sotto controllo medico, possono aiutarla a recuperare un ritmo di sonno più stabile, che a sua volta favorisce il benessere generale.
Tuttavia, è importante avere un piano: il loro uso dovrebbe essere temporaneo, con una strategia di riduzione graduale una volta che si sentirà un po’ meglio. Parallelamente, sarebbe utile lavorare sull’ansia in modo più profondo, magari con un supporto psicologico, per affrontare la componente emotiva che alimenta i sintomi fisici.
Non è solo questione di “convivere” con questi sintomi: con il giusto approccio, può ritrovare un equilibrio senza dover dipendere dai farmaci a lungo termine. Il fatto che si stia ponendo il problema della dipendenza è già un segno positivo di consapevolezza e cura di sé. Se ha bisogno di un supporto personalizzato, non esiti a chiedere, ci sono molte strade per uscire da questa situazione.
Grazie per aver condiviso la sua esperienza, è comprensibile sentirsi sopraffatti quando più condizioni si intrecciano: reflusso gastroesofageo, effetti del COVID, e ora anche l’ansia con le difficoltà nel dormire.
Vorrei rassicurarla sul fatto che l’uso di farmaci come il Lendormin (brotizolam) e l’Alprazolam può essere efficace nel breve termine per gestire i sintomi acuti di ansia e insonnia, se prescritti e monitorati nel tempo da un professionista. È importante però che questa sia una soluzione temporanea, in un piano più ampio che includa il recupero del benessere psicofisico.
La sua consapevolezza rispetto al rischio di dipendenza è molto valida e dimostra responsabilità. È possibile prevenire questo rischio lavorando con il medico curante (o meglio uno psichiatra) per pianificare una sospensione graduale non appena le condizioni lo permetteranno, integrando con un supporto psicologico.
In parallelo, un percorso con uno psicologo può aiutarla a ridurre l’ansia con strategie non farmacologiche (ad es. tecniche di respirazione, mindfulness, ristrutturazione cognitiva) e rafforzare le risorse di adattamento.
Se sente che l’ansia è legata anche al malessere fisico (come spesso accade nel caso del reflusso), un intervento integrato medico-psicologico può davvero fare la differenza.
Vorrei rassicurarla sul fatto che l’uso di farmaci come il Lendormin (brotizolam) e l’Alprazolam può essere efficace nel breve termine per gestire i sintomi acuti di ansia e insonnia, se prescritti e monitorati nel tempo da un professionista. È importante però che questa sia una soluzione temporanea, in un piano più ampio che includa il recupero del benessere psicofisico.
La sua consapevolezza rispetto al rischio di dipendenza è molto valida e dimostra responsabilità. È possibile prevenire questo rischio lavorando con il medico curante (o meglio uno psichiatra) per pianificare una sospensione graduale non appena le condizioni lo permetteranno, integrando con un supporto psicologico.
In parallelo, un percorso con uno psicologo può aiutarla a ridurre l’ansia con strategie non farmacologiche (ad es. tecniche di respirazione, mindfulness, ristrutturazione cognitiva) e rafforzare le risorse di adattamento.
Se sente che l’ansia è legata anche al malessere fisico (come spesso accade nel caso del reflusso), un intervento integrato medico-psicologico può davvero fare la differenza.
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. Il reflusso e l’esofagite sono già condizioni che possono generare molto disagio, e se a questo si sono aggiunti l’assunzione di farmaci e l’ansia, è del tutto naturale sentirsi sopraffatta e preoccupata. Le suggerirei di parlarne con il medico che le ha prescritto i farmaci, così da valutare con precisione tempi, dosaggi e, se necessario, eventuali alternative. Accanto a questo, credo potrebbe esserle molto utile intraprendere un percorso psicologico. L’ansia e le difficoltà legate al sonno spesso nascondono vissuti che meritano uno spazio di ascolto e comprensione. Un supporto psicologico le permetterebbe non solo di gestire meglio i sintomi, ma anche di affrontare più a fondo ciò che sta vivendo, ritrovando maggiore equilibrio e autonomia, anche sul piano emotivo.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Gentile utente,
situazioni di malessere fisico prolungato, come il reflusso e le conseguenze di un’infezione da Covid, possono incidere profondamente sul benessere emotivo e favorire l’insorgenza di ansia. I farmaci da lei citati possono essere utili nel breve termine; tuttavia, affiancare un percorso psicologico può essere molto utile per affrontare l’ansia in modo più duraturo e ridurre gradualmente il bisogno di supporto farmacologico.
Se lo desidera, sono disponibile per un primo colloquio conoscitivo. Dott.ssa Aurora Corso.
situazioni di malessere fisico prolungato, come il reflusso e le conseguenze di un’infezione da Covid, possono incidere profondamente sul benessere emotivo e favorire l’insorgenza di ansia. I farmaci da lei citati possono essere utili nel breve termine; tuttavia, affiancare un percorso psicologico può essere molto utile per affrontare l’ansia in modo più duraturo e ridurre gradualmente il bisogno di supporto farmacologico.
Se lo desidera, sono disponibile per un primo colloquio conoscitivo. Dott.ssa Aurora Corso.
Buongiorno,
il legame tra disturbi gastrointestinali, ansia e insonnia è molto frequente. L'uso di farmaci come Lendormin e Alprazolam può aiutare nella fase acuta, ma è comprensibile temere la dipendenza, soprattutto se non si affrontano le cause emotive e psicologiche alla base del malessere.
Un percorso psicologico può aiutarla a gestire l’ansia senza dover ricorrere costantemente ai farmaci, imparando strumenti pratici per ritrovare equilibrio e benessere.
Ricevo a Rovigo e anche online, se preferisce.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina Emma Morelato
Psicologa clinico-giuridica
il legame tra disturbi gastrointestinali, ansia e insonnia è molto frequente. L'uso di farmaci come Lendormin e Alprazolam può aiutare nella fase acuta, ma è comprensibile temere la dipendenza, soprattutto se non si affrontano le cause emotive e psicologiche alla base del malessere.
Un percorso psicologico può aiutarla a gestire l’ansia senza dover ricorrere costantemente ai farmaci, imparando strumenti pratici per ritrovare equilibrio e benessere.
Ricevo a Rovigo e anche online, se preferisce.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina Emma Morelato
Psicologa clinico-giuridica
grazie per aver condiviso quello che stai attraversando. Capisco che non sia semplice affrontare contemporaneamente sintomi fisici come il reflusso e l’esofagite, la malattia da Covid e, in seguito, anche l’ansia e le difficoltà legate al sonno.
È assolutamente comprensibile che tu possa sentirti in difficoltà e che la preoccupazione per una possibile dipendenza da farmaci come il Lendormin o l’Alprazolam ti faccia sentire vulnerabile. La tua attenzione e consapevolezza su ciò che stai vivendo sono già un segnale importante.
Se vorrai, potremo approfondire insieme tutto questo, con i tempi giusti, valutando come gestire al meglio ciò che stai vivendo.
Un caro saluto
È assolutamente comprensibile che tu possa sentirti in difficoltà e che la preoccupazione per una possibile dipendenza da farmaci come il Lendormin o l’Alprazolam ti faccia sentire vulnerabile. La tua attenzione e consapevolezza su ciò che stai vivendo sono già un segnale importante.
Se vorrai, potremo approfondire insieme tutto questo, con i tempi giusti, valutando come gestire al meglio ciò che stai vivendo.
Un caro saluto
La tua preoccupazione è molto comprensibile: l’ansia e i disturbi fisici come il reflusso possono creare un circolo difficile da gestire. I farmaci come alprazolam e lendormin possono essere utili nel breve termine, ma è importante usarli sotto stretto controllo medico per evitare dipendenza. Ti consiglierei di parlarne apertamente con il tuo medico, valutando insieme anche strategie non farmacologiche come la terapia psicologica, che può aiutarti a gestire l’ansia in modo più duraturo e sicuro. Prendersi cura di sé significa anche chiedere e trovare il giusto equilibrio.
buongiorno, grazie per aver condiviso il tuo vissuto. Quello che stai vivendo è un accumulo di eventi stressanti, e il tuo corpo sta semplicemente reagendo a tutto questo: il reflusso, l’esofagite, il Covid, i farmaci, e infine l’ansia che spesso arriva quando ci sentiamo vulnerabili fisicamente. La paura della dipendenza è una delle preoccupazioni più diffuse quando si iniziano farmaci come Lendormin o Alprazolam.
E la tua paura, paradossalmente, è un segno di grande consapevolezza: una persona che teme la dipendenza è molto meno a rischio, perché tende a usare i farmaci con prudenza e chiede supporto, come stai facendo tu. Teniamo presente però che la dipendenza non nasce da un giorno all’altro: nasce quando per lungo tempo l'UNICO modo per gestire ansia o sonno diventa il farmaco.
Ma tu non sei in quella situazione: sei in una fase acuta e temporanea, monitorata da un medico. Questi farmaci vengono spesso usati per “spegnere il fuoco” iniziale, quando il corpo e la mente non hanno più risorse. A volte la priorità è proprio darti un po’ di tregua, per recuperare forze e lucidità. E mentre i farmaci aiutano a stabilizzarti, si può lavorare dal lato psicologico su ciò che alimenta l’ansia.
Restando a disposizione.
Buona giornata.
Dott.ssa Giulia Raiano
E la tua paura, paradossalmente, è un segno di grande consapevolezza: una persona che teme la dipendenza è molto meno a rischio, perché tende a usare i farmaci con prudenza e chiede supporto, come stai facendo tu. Teniamo presente però che la dipendenza non nasce da un giorno all’altro: nasce quando per lungo tempo l'UNICO modo per gestire ansia o sonno diventa il farmaco.
Ma tu non sei in quella situazione: sei in una fase acuta e temporanea, monitorata da un medico. Questi farmaci vengono spesso usati per “spegnere il fuoco” iniziale, quando il corpo e la mente non hanno più risorse. A volte la priorità è proprio darti un po’ di tregua, per recuperare forze e lucidità. E mentre i farmaci aiutano a stabilizzarti, si può lavorare dal lato psicologico su ciò che alimenta l’ansia.
Restando a disposizione.
Buona giornata.
Dott.ssa Giulia Raiano
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