Buonasera a tutti. Avevo già scritto tempo fa su questo forum, e diverse volte sono tornata a rileg

25 risposte
Buonasera a tutti.
Avevo già scritto tempo fa su questo forum, e diverse volte sono tornata a rileggere le risposte ricevute, e alcune mi hanno dato un po' di forza.
Solo per fare un piccolo recap, per chi non avesse letto il mio "post", ho 28 anni e soffro di attacchi di panico e ansia da quando ho 16 anni. In passato ho intrapreso un percorso di psicoterapia che mi ha risollevata moltissimo, ma avevo la tendenza ad allontanarmi dalla terapia quando vedevo di star meglio.
Il percorso si è concluso tempo fa, perché la mia vecchia psicoterapeuta ha ritenuto opportuno che io cercassi un'altra professionista dato che a quanto pare il suo metodo non stava più funzionando, considerando che ad un certo punto sono peggiorata.
Ho espresso la mia paura nel cercare una nuova figura professionale per paura di trovare la persona sbagliata
Il passo l'ho fatto, ho trovato una nuova psicologa che mi fissa appuntamenti ogni 15 giorni, perché è sempre piena di appuntamenti, nonostante la mia richiesta d'aiuto evidente. Non mi sento molto capita e accolta, e d'istinto mi verrebbe da cercare ancora, ma sono scoraggiata perché ormai sono alla quarta seduta e ho già parlato di me, e pensare di doverlo fare con un'altra persona ancora, mi disturba un po'.

La mia ansia nel frattempo si fa sempre viva, non mi dà tregua, nonostante io stia assumendo Tavor. E più sale l'ansia, e più mi allontano dal "normale". Salto spesso i giorni di lavoro perché il mio timore è quello di sentirmi male, però stando a casa so che vado solo a peggiorare la situazione, soprattutto quando arriva la sera il pensiero che mi balza subito in testa è "ho buttato via un'altra giornata"
Mi sembra di non avere più i piedi per terra, e questo mi fa stare terribilmente male perché vedo le persone intorno a me che conducono una vita normale, mentre io continuo ad essere chiusa in questa gabbia e non riesco a pensare positivo. Cerco di "aggrapparmi" al passato e mi dico "l'hai superato una volta, lo puoi fare di nuovo". Ma questo pensiero non mi dà forza
Nulla mi dà forza e ho davvero tanta paura di non uscirne più

Se ci fosse un professionista tra di voi a Pescara, dove vivo, sarei felice di prendere in considerazione di intraprendere un altro percorso in cui io possa sentirmi più accolta nella mia richiesta di aiuto.
Ringrazio tutti ancora per aver letto fino a qui, e ringrazio chiunque mi risponda nonostante non abbia posto nessun quesito
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.ma, come sa, rileggere le risposte ricevute qui non rappresenta certamente una cura. È opportuno si rivolga ad uno psicoterapeuta della sua zona: durante il primo colloquio riporti la sua esperienza, insieme ai tentativi di cura precedentemente svolti, le modalità e la frequenza, le difficoltà o i dubbi che sono insorti nel corso della precedente terapia, i benefici che ha potuto riscontrare. Non è affatto escluso che, valutata complessivamente la sua situazione, un nuovo lavoro psicoterapeutico, più consistente e continuativo, possa aiutarla nel risolvere le difficoltà che vive. SG

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Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, la ringrazio per la sua condivisione. Il numero di sedute è fondamentale. Se lei ha necessità di 4 sedute al mese, cosa che è ampiamente comune nella pratica clinica, deve poterne usufruire specie se a pagamento. Le consiglio quindi di rivolgersi ad un altro professionista.
Cordiali saluti
Dott.Salvatore Augello
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Capisco la fatica nel pensare di cambiare terapeuta e ripartire da capo, ma mi viene da dire che per quanto difficile e un po' scoraggiante, è solo alla quarta seduta: la relazione non si è ancora stabilita, ci vuole tempo, e credo che sia più facile cambiare adesso piuttosto che farlo in seguito. Il mio suggerimento vuole essere anche un incoraggiamento: superi la paura e cerchi qualcuno che possa accoglierla nel modo in cui avrebbe bisogno, con una cadenza che rispetti di più la sua esigenza, che possa costruire un posto accogliente e adatto a lei. La psicoterapia l'ha già aiutata una volta, sono sicura che potrà fare altrettanto anche adesso: non si fermi! Se avesse bisogno di supporto mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buonasera,
ho letto con attenzione ciò che ha scritto e mi ha colpita la sensibilità con cui racconta quello che sta attraversando. Si percepisce quanto impegno e quanta fatica ci siano dietro le sue parole. È comprensibile sentirsi scoraggiata dopo aver già fatto diversi percorsi e dover ricominciare da capo. Raccontarsi di nuovo, fidarsi di una nuova persona, può essere faticoso. Allo stesso tempo, a volte è proprio in questi momenti che si costruiscono nuove possibilità di cambiamento, anche se ora la paura o la delusione sembrano prevalere. Potrebbe essere utile condividere con la sua terapeuta come si sente rispetto al percorso, spesso parlare apertamente di queste sensazioni aiuta a capire insieme cosa sta funzionando e cosa invece si può aggiustare.
Capisco anche quanto l’ansia possa rendere tutto più difficile, ma il fatto che lei continui a cercare aiuto è già un segnale importante; è la parte di sé che non si arrende, anche se ora si sente stanca.
Le auguro di riuscire, passo dopo passo, a ritrovare un po’ di fiducia e di leggerezza.
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
se non è contrariata dall'uso di internet, io ricevo a Brescia ma con l'online posso accoglierla per ascoltare bene quel che sta affrontando e offrirle le mie competenze.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,
da ciò che scrive emerge con molta chiarezza quanto lei stia vivendo un momento di forte sofferenza e quanto desideri, allo stesso tempo, uscirne. È già molto importante che ne sia consapevole e che stia continuando a cercare aiuto, nonostante la fatica e la paura di ricominciare da capo.
Il percorso che descrive è piuttosto comune tra le persone che soffrono di ansia e attacchi di panico: dopo un periodo di miglioramento, può accadere che i sintomi ritornino, soprattutto se le cause profonde non sono state ancora del tutto elaborate o se si attraversa una fase di maggiore vulnerabilità. Il fatto che lei abbia già beneficiato in passato della psicoterapia è un segnale positivo — significa che possiede delle risorse interne che possono essere riattivate.
Capisco la difficoltà di “ricominciare da zero” con un nuovo terapeuta: dover raccontare ancora la propria storia e rimettersi in gioco può risultare scoraggiante. Tuttavia, l’alleanza terapeutica — ovvero il senso di fiducia, comprensione e sintonia con il proprio terapeuta — è un elemento fondamentale per la riuscita di qualsiasi percorso. Se avverte di non sentirsi sufficientemente accolta o capita, è importante ascoltare questa sensazione: può condividerla apertamente con la sua attuale terapeuta, perché spesso parlarne può aiutare a migliorare la relazione terapeutica. Ma se, nonostante questo, continua a percepire una mancanza di connessione o di disponibilità, può essere utile valutare un nuovo professionista.
L’assunzione del Tavor, come ogni farmaco ansiolitico, può fornire un sollievo momentaneo, ma non agisce sulle cause del problema. Per questo, l’intervento psicoterapeutico rimane la strada più efficace e duratura per affrontare l’ansia e gli attacchi di panico. Un approccio cognitivo-comportamentale o integrato con tecniche come la Mindfulness o l’EMDR può essere particolarmente utile per imparare a gestire le sensazioni fisiche legate all’ansia, ridurre la paura delle crisi e ritrovare fiducia nella propria capacità di affrontarle.
Le consiglio quindi di non arrendersi e di cercare un professionista con cui senta di potersi fidare e aprire, anche se questo richiede un nuovo inizio. Ogni terapeuta ha un proprio modo di lavorare, e a volte è proprio l’incontro con la persona giusta a fare la differenza.
Un percorso psicologico, ben calibrato sulle sue esigenze, potrà aiutarla a ritrovare equilibrio e sicurezza, permettendole gradualmente di tornare a vivere con maggiore serenità.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa – Psicoterapeuta – Sessuologa
Dott.ssa Grazia Gabriella Fazzino
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Pontedera
Buongiorno gentile, dalle sue parole mi sembra di capire che in questo periodo lei ha bisogno di un percorso che preveda una maggiore frequenza nelle sedute ma anche un focus specifico sugli aspetti depressivi che in questa fase caratterizzano il suo vissuto. Poichè lei scriva che sta assumendo un ansiolitico le suggerirei di parlare con il medico che lo ha prescritto per fare una rivalutazione del quadro clinico generale in modo che la psicoterapia e il trattamento farmacologico possano meglio integrarsi e sviluppare al meglio le loro potenzialità con un miglioramento del quadro clinico e una riduzione dei sintomi depressivo ansiosi. Un cordiale saluto
Dott.ssa Virginia Vazzoler
Psicoterapeuta, Psicologo
Treviso
Buongiorno, intanto la ringrazio per la condivisione del suo vissuto; volevo normalizzarle la paura di dover affrontare un nuovo inizio percorso soprattutto dopo averne già svolti alcuni.
L'attacco di panico inizialmente ci porta a focalizzarci principalmente sul corpo e rende difficile avere la visione di ciò che ci accade intorno facendo si che tutto perda di senso. Per questo motivo è importante vedere l’esistenza oltre che i sintomi corporei per cercare di dare significato e permettere poi di imparare nuove modalità di gestione.
Personalmente lavoro in modalità online, e se vuole le lascio la mia disponibilità a iniziare un percorso insieme.
Ringraziandola,
buona giornata.
Dott.ssa Virginia Vazzoler
Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Gentile Utente,
posso immaginare che vivere in costante tensione e ansia possa complicare anche le cose più piccole della quotidianità.
Rispetto agli appuntamenti ci sono approcci che prevedono cadenza quindicinale, non so se sia il vostro caso; Le consiglio di confrontarsi con il professionista con cui si sta già confrontando portando questo tema.
L'approccio breve strategico, che utilizzo personalmente ed è indicato per i disturbi d'ansia, ha differenti professionisti in tutta Italia Se gradisce può consultare il sito ufficiale e selezionare in base alla città.
Un saluto
Dott.ssa Francesca Murgia
Psicoterapeuta, Psicologo, Neuropsicologo
Padova
Ecco una risposta pubblica adatta per **MioDottore**, con tono empatico, professionale e rassicurante:

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Buonasera,
capisco profondamente la fatica e lo scoraggiamento che descrive: convivere a lungo con l’ansia e gli attacchi di panico può far sentire intrappolati in un circolo difficile da interrompere, soprattutto quando si ha l’impressione di non trovare un aiuto pienamente sintonizzato sui propri bisogni. Tuttavia, il fatto che stia continuando a cercare sostegno è già un segnale di grande forza e consapevolezza.

Può succedere che, dopo un percorso, sia necessario trovare una nuova modalità di lavoro o una diversa alleanza terapeutica. Non è un fallimento, ma parte del processo di cura. Le consiglio di parlarne apertamente con la sua attuale terapeuta: condividere i propri dubbi può aiutare a chiarire se vale la pena proseguire insieme o se è meglio orientarsi verso un’altra professionista.

Nel frattempo, continui a prendersi cura di sé passo dopo passo, ricordando che la ripresa è possibile e che non è sola in questo percorso. Un intervento psicoterapeutico focalizzato sull’ansia, con approccio cognitivo-comportamentale, può aiutarla a ritrovare gradualmente stabilità, fiducia e presenza nel quotidiano.

Dott.ssa Francesca Murgia, Psicologa Psicoterapeuta
Dott.ssa Alice Braghieri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Piacenza
Buonasera, la scelta dello specialista giusto è molto importante. Per quanto concerne il problema d’ansia le consiglierei uno psicoterapeuta a orientamento cognitivo-comportamentale, terapia d’elezione per il suo tipo di problema. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott. Renzo Ragona
Psicologo, Psicoterapeuta
Catania
Buonasera e grazie per aver condiviso le sue difficoltà.
Gli attacchi di panico e l’ansia non appaiono come “nemici” esterni, ma come segnali di una parte interna che chiede riconoscimento. Da quanto descrive sembrerebbe che ci sia una parte di lei che vuole essere accolta e sostenuta e un’altra parte che teme di dover dipendere da qualcuno soprattutto se quel qualcuno rappresenta un grande Altro supposto sapere (il terapeuta). Restare in una relazione terapeutica continuativa implica fidarsi, lasciarsi aiutare. Questo, per qualcuno che in passato può aver vissuto momenti di paura di non essere compresa o ascoltata, può essere causa di dolore e di ritiro. Questa paura sembrerebbe rappresentare lo spazio in cui pur avendone bisogno, non riesce ad essere ascoltata. È la paura profonda che non esista uno spazio in cui lei possa sentirsi veramente accolta o vista. La terapia diventa allora il luogo dove questa ferita si ripresenta perché cerca finalmente parola. Dalle sue parole emergerebbe una richiesta a qualcuno che non scappi quando lei sta male, che la contenga, che resti. La terapia che sta cercando vorrebbe essere una terapia che tenga, che le permetta di non dover essere quella che si controlla.
Dott.ssa Rosella M.B. Mastropietro
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Qualora volessi prendere in considerazione una terapia online, io sono disponibile ad accogliere la tua richiesta.
Dott.ssa Rosella Mastropietro
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, con una sintomatologia come quella da lei descritta, è da escludere un ritmo ogni due settimane. Le suggerisco di cercare uno psicoterapeuta riconosciuto Emdr. Le sarà di grande aiuto.
Cordiali saluti Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Cecilia Cicchetti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Cara,
quello che descrivi riflette una profonda stanchezza emotiva e una sensazione di perdita di fiducia nel potersi affidare di nuovo. È comprensibile: ogni nuovo inizio terapeutico riattiva la paura di non essere compresa e il dolore del dover “ricominciare da capo”. Tuttavia, proprio questi sentimenti possono diventare materiale prezioso per il lavoro psicoterapeutico — esplorare insieme cosa significhi per te affidarti, sentire di essere accolta o temere l’abbandono può aprire spazi nuovi di comprensione di te stessa.
L’ansia che descrivi sembra anche legata a un bisogno di controllo, alla difficoltà di tollerare l’incertezza e la vulnerabilità. Più cerchi di gestirla da sola, più rischi di sentirti sopraffatta. Ti inviterei a condividere questi vissuti apertamente con la tua attuale terapeuta: spesso il modo in cui viviamo la relazione terapeutica rispecchia le nostre modalità relazionali più profonde, e parlarne può diventare parte del processo di cura.
Non è un segno di fallimento desiderare un contatto più empatico, ma una forma di consapevolezza del tuo bisogno. Non arrenderti alla delusione: trovare lo spazio giusto per te è possibile, e meriti di sentirti ascoltata e compresa nel tuo dolore.
Dott. Nicolò Paluzzi Monti
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Firenze
Gentile signora,
dalle sue parole emerge tutta la fatica di convivere con ansia e attacchi di panico, ma anche una grande lucidità nel riconoscere i propri bisogni. È comprensibile sentirsi scoraggiata dopo diversi tentativi e provare paura di non trovare la persona giusta con cui intraprendere un nuovo percorso di psicoterapia.

A volte, però, non si tratta di ricominciare da capo, ma di proseguire un cammino di guarigione emotiva da un punto più consapevole. Ogni terapeuta porta un diverso modo di ascoltare, e ogni momento della vita ci chiede di esplorare parti di noi che prima non avevamo potuto vedere.

Può chiedersi: “Cosa mi fa sentire davvero accolta e capita?”, “Di cosa ho bisogno oggi, più di tutto?”. Queste domande possono aprire spazi di comprensione nuovi e guidarla verso una relazione terapeutica più adatta a lei.

L’ansia non è un nemico, ma un segnale che chiede ascolto. Con l’aiuto giusto, può imparare a trasformarla in uno strumento di conoscenza di sé e ritrovare equilibrio e fiducia.

Se sente che può esserle utile, può contattarmi per parlarne insieme e valutare come costruire uno spazio di ascolto su misura per lei.
Carissima, mi dispiace molto leggere quanto da lei scritto perché immagino quanto questa situazione sia dolorosa e invalidante per lei. Capisco anche quanto possa essere difficile riprendere il percorso con una nuova terapeuta ma è importante valutare costi e benefici. Se ritiene di necessitare di una frequenza settimanale, nel ricercare una nuova figura professionale, si accerti che la professionista possa supportarla a seconda dei suoi bisogni prima di intraprendere un nuovo iter.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
dagli attacchi di panico è possibile guarire attraverso l ausilio combinato di psicoterapia e farmacoterapia. Molto probabilmente nelle terapie da lei citate qualcosa non ha funzionato. Ad ogni modo, resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, potrei riceverla on line.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Raffaele La Tosa
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Legnano
Ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza.
Ciò che emerge dal tuo racconto non è semplicemente un problema tecnico da risolvere, ma un modo unico e profondo di vivere e interpretare te stesso e il mondo. La sofferenza o il disagio non sono entità astratte, ma significati vissuti che attraversano la tua storia personale e sono parte di chi sei. Il nostro lavoro insieme non sarà di aggiustare qualcosa di guasto, ma di esplorare insieme il senso che questi vissuti assumono nella tua vita, riconoscendo la tua unicità e valorizzando la tua capacità di trasformarti e crescere. Ti invito a continuare a raccontarti e magari Co dividere con la terapeuta quanto da te esposto, ogni dettaglio della tua esperienza diventa parte di un processo dinamico di scoperta di sé.
Dott.ssa Silvia Alessandri
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Gentile paziente,

L'incontro paziente/terapeuta è prima di tutto una relazione, a volte c'è affinità a volte invece questa cosa è più difficile da costruire, indipendentemente dalle competenze che il terapeuta ha: non tutti siamo i terapeuti giusti per tutti. Tuttavia le consiglierei come prima cosa di parlare con il terapeuta che la sta seguendo di questa difficoltà e del desiderio di intensificare le sedute, potrebbe essere un momento di scambio molto ricco.
D'altra parte questo suo desiderio è del tutto comprensibile: il livello di malessere che descrive è davvero invalidante!
Sicuramente è una cosa che ha già approfondito, ma se fossi in lei proverei ad affiancare al percorso terapeutico anche delle tecniche di meditazione o respirazione, che, svolte con pazienza e costanza, potrebbero portarle un beneficio. Ovviamente queste non sostituiscono un percorso terapeutico che la accompagni a comprendere ed esprimere il malessere che sta provando, e ad apportare i cambiamenti che in questo suo momento risultano necessari.
Le mando un grande in bocca al lupo.
Dott.ssa Gloria Tosi
Psicologo, Psicoterapeuta
Tortona
Buongiorno cara, ho letto con attenzione il racconto della sua esperienza, ciò che sento di suggerirle, in qualità di psicoterapeuta, è prima di tutto di condividere con la terapeuta le proprie preoccupazioni e difficoltà, anche a livello di relazione terapeutica, eventualmente se sente di aver bisogno di avere più spazio, oppure di essere in qualche modo bloccata, e ripartire da lì. Ricordi che l'ansia è una reazione che fa accendere una spia, un allarme, irragionevole che sia, va compreso, perchè ci dice qualcosa.. provi a non averne paura ma ad accogliere. Si sta occupando del suo problema ma non ha ancora trovato il modo più utile per lei per andare oltre, non si scoraggi. Le auguro un buon proseguimento!
Dott.ssa Amelia Capezio
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Calvizzano
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Emerge dalle sua parole la difficoltà che sta affrontando nella vita quotidiana ma anche, e questo vorrei sottolinearlo, la forza e la motivazione a stare bene. Vorrei lasciarle una riflessione sull'ansia, come tutte le emozioni arriva a comunicarci qualcosa, a lei cosa sta comunicando?
per esperienza ritengo possa essere utile parlare dei suoi dubbi con la psicologa, spesso costituiscono una svolta importante proprio da un punto di vista terapeutico. le auguro di ritrovarsi, e resto a disposizione. dott.ssa Amelia Capezio
Dott.ssa Tessa Peruzzo
Psicoterapeuta, Psicologo
Padova
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Quello che descrivi è molto coerente con un periodo di forte ansia e panico: quando l’attivazione è così alta è normale sentirsi disorientati, temere di “non farcela” e vivere le giornate come perse. Sono effetti dell’ansia, non un fallimento personale.
Riguardo alla tua terapeuta, il sentirti poco accolta può amplificare questi vissuti. Prima di cambiare professionista, però, potrebbe essere molto utile portare proprio queste sensazioni all’interno della seduta. Parlare apertamente del fatto che non ti senti del tutto compresa o sostenuta può diventare un passaggio terapeutico importante: spesso la relazione è parte del lavoro e può essere uno spazio sicuro in cui esplorare queste paure.
Hai già fatto un percorso in passato e questo ci dice che possiedi risorse reali, anche se ora l’ansia le oscura. Non sei al punto di partenza: sei in un momento di crisi, e la crisi può essere affrontata meglio se condivisa nel posto giusto.
Ti auguro di trovare, anche attraverso questo confronto con la tua terapeuta, uno spazio in cui sentirti davvero accolta.
Dott.ssa Denise Cavalieri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Ravenna
Buonasera e grazie per aver condiviso un pezzo così intimo e sofferto del tuo percorso. Ho letto attentamente le tue parole e percepisco distintamente il peso e la frustrazione che stai portando con te, in particolare la profonda ansia che descrivi e la presenza opprimente degli attacchi di panico.
La prima cosa che sento di dirti è che il tuo scoraggiamento è assolutamente valido e comprensibile. Il modo in cui descrivi la tua situazione attuale mi parla di un bisogno primario di contatto e accoglienza che, al momento, non sembra essere soddisfatto.
Se non ti senti vista, capita e accolta nella tua evidente richiesta d'aiuto, è naturale che la tua ansia non trovi spazio per placarsi, anzi, potrebbe acuirsi. Nel caso in cui tu senta che un appuntamento ogni 15 giorni, in presenza di attacchi di panico così intensi e invalidanti, potrebbe non essere sufficiente a creare quel campo sicuro necessario per il lavoro terapeutico, occorrerà intensificare gli incontri.
Il tuo timore di cercare ancora è legittimo: dover "ricominciare da capo" e raccontare la tua storia per l'ennesima volta è faticoso. Ma vedi, questo è proprio un esempio di come la tua ansia stia prendendo il sopravvento, spingendoti a rimanere in una situazione insoddisfacente per paura del cambiamento e della fatica.
Parli della paura di non avere più i piedi per terra, di sentirti in una "gabbia", e questo senso di mancanza di radicamento (grounding) è una sensazione molto comune quando l'ansia diventa cronica. Ti allontana dal momento presente, dal "qui e ora", per proiettarti nel futuro spaventoso ("ho paura di sentirmi male") o nel passato nostalgico ("l'hai superato una volta").
Il tuo corpo ti sta mandando segnali chiari: saltare i giorni di lavoro, il Tavor che non basta a placare l'ansia, il senso di fallimento serale. Sono tutti modi in cui la tua energia vitale, invece di fluire liberamente, si blocca in un ciclo ripetitivo di ansia e attacchi di panico.
L'aggrapparsi al passato ("l'hai superato una volta") non funziona perché ti impedisce di affrontare la situazione attuale, che è diversa. Dobbiamo lavorare con il presente, con la sensazione corporea che l'ansia ti provoca ora.
La mia risposta non vuole essere una prescrizione, ma un invito a fidarti del tuo istinto. Se senti che la situazione attuale non fa per te, ascolta quella voce. È la tua consapevolezza organismica che cerca di guidarti verso ciò di cui hai veramente bisogno. Per quanto riguarda la tua ricerca di un professionista a Pescara, ti suggerirei di esplorare gli elenchi online di psicoterapeuti nella tua zona, ad esempio tramite il sito dell'AIPG - Associazione Italiana Psicoterapia della Gestalt o consultando l'Ordine degli Psicologi dell'Abruzzo per verificare le specializzazioni dei professionisti. Un primo colloquio conoscitivo sarà un'occasione per "sentire" se c'è la giusta sintonia prima di impegnarsi in un nuovo percorso. Io ricevo online.
Abbi fiducia nella tua capacità di trovare la giusta guida. La forza per uscire dalla gabbia dell'ansia e degli attacchi di panico è già dentro di te, serve solo il giusto specchio per vederla.
Dott.ssa Gloria Polizzi
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, la piattaforma Mio Dottore dà la possibilità di confrontarsi con psicoterapeuti anche online.
L'ansia non è altro che un campanello d'allarme, un messaggio che ti sta dando il corpo che vuole apportare un cambiamento dentro di te.
Bisogna imparare ad ascoltare la propria ansia, a mettersi in contatto con lei, non averne paura, cercare di scappare ed evitare situazioni, luoghi e pensieri.
Non vedere l'ansia come una tua nemica, cosi' ti seguirà sempre!!!! Vedila
come una compagna da ascoltare che ti vuole far riflettere su alcuni aspetti di te, che ti vuole motivare al Cambiamento!!!!
Accogli la tua ansia, accetta te stessa e non aver paura dei cambiamenti !

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