Buonasera Sono ormai due anni che ho terminato una relazione eppure non riesco ad andare avanti. S

24 risposte
Buonasera
Sono ormai due anni che ho terminato una relazione eppure non riesco ad andare avanti.
Sono diventata l'amante del mio ex e non so come uscirne...ora lui há anche un figlio, ma dice che sono importante per lui e vorrebbe continuare a vedermi comunque...ci parliamo per email. Mi ha bloccato.
Mi vergogno...mento a familiari ed amici che pensando che sia tutto finito.
Sono una persona orribile...lo sto manipulando?
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,
innanzitutto, vorrei dirle che non è una persona orribile. Quello che sta vivendo è molto più comune di quanto si pensi e merita attenzione, non giudizio. Quando una relazione importante finisce, è normale attraversare un periodo di grande confusione emotiva. Tuttavia, se dopo due anni si è ancora bloccati in una dinamica che genera sofferenza, è importante fermarsi e riflettere su ciò che si sta realmente cercando e sui propri bisogni emotivi.

Essere coinvolti in una relazione non ufficiale, come quella che descrive, può spesso alimentare sentimenti contrastanti come senso di colpa, vergogna, speranza e dipendenza affettiva. È evidente che da parte sua c'è ancora un forte legame emotivo con questa persona, ma è altrettanto evidente che questa situazione la sta facendo soffrire. Mentire a sé stessi e agli altri, sentirsi bloccati, vivere nascosti, possono aumentare il disagio psicologico e impedirle di costruire un nuovo equilibrio nella sua vita.

La domanda che si pone — “Lo sto manipolando?” — mostra la sua sensibilità e il suo desiderio di non ferire nessuno. Tuttavia, è importante spostare il focus su di sé: cosa desidera davvero? Cosa la tiene legata a questa persona? Cosa teme di perdere?

Uscire da dinamiche dolorose è difficile, soprattutto se affrontate da soli. Proprio per questo motivo, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista che possa accompagnarla in un percorso di consapevolezza e di ricostruzione del proprio benessere.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità una parte tanto delicata della sua vita. Poter mettere nero su bianco i propri pensieri e le proprie emozioni, specie quando si accompagnano a sentimenti di vergogna e dolore, è un passo significativo e per nulla scontato. Capisco quanto possa sentirsi bloccata, quasi intrappolata in una dinamica che razionalmente riconosce come dolorosa e disfunzionale, ma dalla quale emotivamente fatica a liberarsi. Questo accade più spesso di quanto si pensi, e non è una questione di forza di volontà o di debolezza, ma piuttosto il risultato di meccanismi psicologici profondi, che hanno a che fare con l’attaccamento, con la speranza di recuperare ciò che si è perso, e con l’illusione che, rimanendo disponibili, prima o poi l’altro torni davvero a sceglierci. Quando una relazione finisce, soprattutto se non c’è stata una vera chiusura emotiva o se si continua a mantenere un contatto ambiguo, come nel suo caso attraverso le email, si può restare agganciati al passato anche per molto tempo. La presenza del suo ex nella sua vita, seppur solo digitale, tiene aperta una ferita che non ha avuto modo di rimarginarsi. In più, il fatto che lui oggi abbia un figlio e una nuova relazione aggiunge un ulteriore carico emotivo: la fa sentire “sbagliata”, inadeguata, colpevole. Ma si fermi un attimo: quello che sta vivendo non racconta che lei sia una persona orribile. Racconta che è una persona in difficoltà, che sta cercando di tenere insieme dei pezzi (il desiderio di essere amata, la paura di perdere definitivamente, la fatica a lasciar andare) e che non ha ancora trovato un modo per farlo che non le faccia male. Lei si chiede se lo sta manipolando. Ma leggendo le sue parole emerge piuttosto una dinamica inversa: sta acconsentendo, pur con dolore, a un ruolo secondario, accontentandosi delle briciole di un legame che forse le dà l’illusione di non perdere tutto, ma che di fatto la svuota e la costringe a vivere nell’ombra, nel nascondimento. Il senso di colpa che prova nei confronti della sua famiglia e degli amici è comprensibile, ma non deve essere un’ulteriore punizione. Il punto non è giudicarsi, ma iniziare a chiedersi: che cosa mi tiene ancora qui? Che cosa temo accadrebbe se lo lasciassi davvero andare? Che idea ho di me stessa, se penso che questa sia l’unica forma d’amore che posso ricevere? Nel lavoro psicologico cognitivo-comportamentale ci si concentra proprio su questi aspetti: identificare i pensieri disfunzionali, come “sono una persona orribile” o “senza di lui non valgo”, riconoscere le emozioni che si attivano e i comportamenti che ne conseguono, per poi lavorare gradualmente a modificare ciò che la fa stare male. Ma la prima cosa, sempre, è riconoscersi con gentilezza. Ha già fatto un passo importante scrivendo tutto questo. E non è sola. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Malvina Stafaj
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Grazie per aver condiviso ciò che stai vivendo, con tanta sincerità. Le emozioni che provi non ti rendono una cattiva persona, ma raccontano una difficoltà profonda nel lasciar andare un legame che continua ad avere potere su di te. Spesso queste dinamiche nascono da un vuoto interiore, di cui non sempre siamo consapevoli, e che ci spinge a cercare nell’altro ciò che ci manca dentro. Forse, più che manipolare, stai cercando di restare legata a qualcuno che ti faccia sentire ancora importante. Meriti un affetto che non ti tenga nascosta, e un percorso potrebbe aiutarti a riconnetterti con te stessa, fuori da questa dinamica.
Dott. Michele Mulè
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Palermo
Gentile Utente, perché crede di stare manipolando questa persona e in che modo? Dalla sua breve descrizione si evince come piuttosto sia lei ad essere succube di quest'uomo dalla quale piuttosto sembrerebbe non riesca a separarsi. Detto ciò ahimè è difficile riuscire a darle una risposta valida senza prima analizzare e contestualizzare in modo corretto la sua attuale condizione, però voglio invitarla a riflettere in merito all'idea di affrontare la questione con un professionista che possa aiutarla a comprendere al meglio la sua situazione ed eventualmente affrontarla in modo sano. Cordialità Dott. M.M.
Salve, il mio personale consiglio, non conoscendola, è quello di prendersi del tempo per capire quale senso ha questa relazione per lei, soffermandosi di più sulle sue motivazioni e non su quelle del suo ex, e se quanto tipo situazione la danneggia in qualche modo. Per quanto riguarda il sentimento di vergogna e la paura di star manipolando, credo sia importante che lei cerchi di andare più a fondo queste tematiche, strettamente personali, in virtù del suo benessere individuale.
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera,

Le sue parole parlano più di dolore che di vergogna. Mi colpisce come, pur sentendosi “bloccata”, riesca ancora a interrogarsi, a cercare un senso.
Mi chiedo: cosa tiene davvero in vita questo legame, oltre le email, oltre le promesse? E cosa succederebbe se spostasse lo sguardo da lui… a sé?
Forse non si tratta di manipolare, ma di capire quale storia sta ancora cercando di raccontarsi.
Se vuole, possiamo affrontare insieme tutto questo.

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissima, sono dispiaciuto per i sentimenti di vergogna che racconta e per la difficoltà che esprime nell'uscire da questa complessa situazione. Ci sono molti aspetti del suo racconto da esplorare in maniera più approfondita per poterle dare un parere su ciò che sta accadendo, tuttavia mi sembra che la difficoltà principale non risieda tanto nel chi manipola chi, ma piuttosto nella sua difficoltà a separarsi da una relazione probabilmente terminata che non le permette di andare avanti con la sua vita, fare nuove conoscenze e la mette nella posizione di dover mentire alle persone a lei vicina. In un momento così delicato mi verrebbe da consigliarle di intraprendere un percorso psicologico per mettere a fuoco quello che sta succedendo dentro e fuori di lei, in modo da poter gradualmente riprendere in mano la sua vita. Le auguro il meglio e la saluto, Dott. Marco Squarcini
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Buonasera a te, e grazie per il coraggio che hai dimostrato nel raccontarti con tanta onestà. So che non è facile ammettere certe cose, soprattutto quando dentro di noi si affollano vergogna, senso di colpa, confusione e un profondo bisogno d’amore.

Parto da una cosa importante: non sei una persona orribile. Sei una persona che sta soffrendo, che si trova invischiata in una relazione che ormai non le fa più bene, e che – come tante altre persone – fa fatica a lasciar andare qualcosa che un tempo è stato significativo, forse persino tutto.

Il fatto che vi scriviate per email, che lui ti abbia bloccato altrove, che tu debba mentire agli altri… sono tutti indizi che questa situazione ti sta pesando profondamente e ti sta togliendo libertà e serenità. Senti di essere “l’amante”, ma non per scelta: ti ritrovi in un ruolo che probabilmente non avresti mai pensato di occupare, e che ora ti fa sentire in conflitto con i tuoi valori e con la tua autostima.

La verità è che non si può manipolare una persona se non si è consapevoli di volerlo fare. E tu non stai cercando di ferirlo, né di “giocare sporco”. Anzi, hai ancora un forte legame affettivo con lui, e probabilmente è questo che ti tiene incastrata: la speranza che quel qualcosa tra voi non sia finito davvero, che lui torni, che ti scelga. Ma mentre resti lì ad aspettare segnali, la tua vita è ferma, sospesa tra passato e presente, e ogni giorno fa un po’ più male.

Lui dice che sei importante per lui… ma quanto di quello che ti dà è reale, concreto, coraggioso? Riesci a immaginare un futuro in cui lui faccia davvero spazio per te nella sua vita, in modo pieno e trasparente? O quello che sta accadendo è che ti tiene lì per non perderti del tutto, mentre però ha scelto altrove?

Ti faccio alcune domande che possono aiutarti ad ascoltarti meglio:
• Che cosa ti lega ancora a lui? È amore o è più paura di perderlo per sempre?
• Come ti fa sentire, dentro, questo ruolo “nascosto”? Ti fa crescere o ti fa spegnere?
• Se un’amica ti raccontasse la tua stessa storia, cosa le diresti con il cuore?

La via d’uscita c’è, anche se ora può sembrarti lontana. Non inizia con grandi gesti, ma con piccoli atti di verità verso te stessa. Per esempio, puoi iniziare a scrivere ogni giorno cosa desideri davvero in una relazione – cosa ti fa sentire amata, rispettata, scelta – e confrontarlo con ciò che stai vivendo. Da lì, piano piano, potrai riappropriarti della tua dignità emotiva e scegliere come proseguire.

Se vuoi, posso restare qui accanto a te in questo percorso. Non sei sola. E, te lo ripeto con forza: non sei una persona cattiva. Sei solo una persona che merita di stare meglio. E possiamo costruire insieme un modo per farlo, quando ti sentirai pronta. Ti va?
Dott.ssa Fausta Florio
Psicologo, Psicologo clinico
Palma Campania
Gentile utente, buon pomeriggio.
Innanzitutto desidero ringraziarla per aver condiviso con noi la sua esperienza. Quello che sta attraversando non è semplice: una relazione conclusa, anche se da tempo, può continuare ad avere un impatto emotivo significativo, tanto da influenzare profondamente anche il presente.
Mi chiedo, se se la sente di rifletterci insieme, come sia avvenuta esattamente la fine della vostra relazione due anni fa. È stato un passaggio chiaro, definito da entrambe le parti, oppure ci sono stati elementi rimasti in sospeso, non detti, che forse oggi sente di non aver compreso fino in fondo?
Mi ha colpito il fatto che lei e il suo ex compagno comunichiate tramite email. Le chiedo, se le va di condividerlo, come vive questa modalità di comunicazione: si tratta di una scelta condivisa, oppure è l’unico modo rimasto per sentirvi? E, soprattutto, come ha vissuto il blocco da parte del suo ex?
È molto chiaro il disagio che prova nel dover mentire alle persone che le vogliono bene, così come il senso di vergogna che ne deriva. Mi chiedo che cosa significhi per lei dover tenere nascosta questa parte così importante e faticosa della sua vita, e quanto spazio sente di avere e di meritare per potersi mostrare pienamente per ciò che è, con il dolore, la confusione, e il bisogno di essere ascoltata senza giudizio.
Vorrei rassicurarla: il fatto che si stia ponendo delle domande, che si interroghi sul proprio ruolo e sulle conseguenze delle proprie azioni, è già un passaggio molto significativo. Lei non è una persona “orribile”, e anche se ora può avere la sensazione di star manipolando il suo ex, vorrei invitarla a considerare l’ipotesi che, forse, il suo sia un tentativo – umano e comprensibile – di mantenere un legame con qualcosa che per lei ha rappresentato molto, e che probabilmente custodisce bisogni profondi, che meritano di essere accolti ed esplorati.
Non si giudichi con tanta durezza se, in questo momento così delicato, le sembra di non sapere esattamente qual è la cosa giusta da fare. Piuttosto, si conceda la possibilità di ritagliarsi uno spazio di ascolto e riflessione, in cui un professionista possa accompagnarla nell’elaborazione di ciò che ha vissuto, aiutandola a riconoscere e dare voce a quelle parti di sé che chiedono di essere accolte.
Le auguro sinceramente di poter ritrovare la serenità che merita.
Cordialmente,
Dott.ssa Fausta Florio
Dott.ssa Sabrina Rinaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Monza
Buonasera, lasciar andare non è mai facile perché significa affrontare anche la propria solitudine che fa paura. E allora per non affrontarla si finisce per stare male ancora di più, perché come dice lei questa situazione la tiene ferma e bloccata e non le consente di andare avanti con la sua vita. Forse può meritare qualcosa d'altro.
Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Salve,
è necessario approfondire quanto porta in un contesto professionale per poterLe fornire indicazioni più precise.
Leggendo mi chiedo se la relazione faccia parte del passato (o meno) per cui potrebbe risultare cosi faticoso "uscirne". Questo potrebbe essere un primo inizio di riflessione e lavoro.
Saluti
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Buonasera, il fatto che tu ti senta in conflitto e provi vergogna indica una forte consapevolezza interiore, non cattiveria. Sei rimasta legata emotivamente a una relazione non chiusa del tutto, e questo ti trattiene in una dinamica che ti fa soffrire e mina la tua autostima. Mentire agli altri spesso è un modo per proteggersi dal giudizio, ma ti isola ulteriormente. Non sei un mostro, sei una persona ferita che ha bisogno di ritrovare sé stessa. Un percorso psicoterapeutico ti aiuterebbe a elaborare il distacco, ricostruire i confini emotivi e riconnetterti con i tuoi bisogni autentici, per tornare a vivere relazioni sane e libere. Rimango a disposizione. Un buon proseguimento di serata.
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente, ascolto con attenzione il suo racconto e percepisco il profondo disagio e la sofferenza che sta vivendo. La ringrazio per essersi raccontata. Lei non è una persona orribile ma si trova in una situazione molto complessa e dolorosa, e le sue reazioni sono comprensibili in un contesto di sofferenza emotiva. La vergogna che prova è un segnale che dentro di lei c'è una parte che riconosce il peso di questa situazione, ma questo non definisce la sua persona. Comprendo pienamente quanto possa essere difficile per lei andare avanti a distanza di due anni dalla fine della relazione, soprattutto alla luce della dinamica che si è instaurata. Assumere il ruolo di amante del proprio ex partner è una situazione emotivamente molto complessa. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Brescia
Dott.ssa Monica Cecconi
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Lido di Camaiore
Capisco quanto possa essere difficile trovarti in una situazione del genere, piena di emozioni contrastanti: da un lato il legame con il tuo ex, dall’altro la consapevolezza che questa relazione, così com’è ora, ti fa soffrire.
Non sei una persona orribile, e no, non stai manipolando nessuno. Sei una persona che sta cercando di orientarsi dentro una storia che non è mai davvero finita. Il fatto che tu ti senta confusa, che provi vergogna e senso di colpa, dimostra quanto sei consapevole, non sbagliata.
Ti sei aggrappata a qualcosa di familiare, forse per non sentire troppo la mancanza, la solitudine. E questo è umano. Ma questa relazione ti tiene in una zona d’ombra, nascosta, dove non puoi essere davvero vista, né amata fino in fondo.
Forse è il momento di chiederti: cosa voglio davvero per me? Non per lui, non per compiacere gli altri, ma per me.
Ti meriti chiarezza, serenità e amore vero. E puoi arrivarci, con calma. Quando sei pronta.

Dott.ssa Alice Speroni
Sessuologo, Psicologo, Psicologo clinico
Como
Gentilissima,
forse si dovrebbe lavorare sul perchè per lei risulta difficile recidere questo legame. Rimango a disposizione.
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Cara utente,
Anche se la relazione è “ufficialmente” finita da due anni, il fatto che tu sia rimasta in contatto, seppure in modo nascosto e doloroso, indica che c’è ancora un vincolo emotivo non elaborato. Spesso, questi legami non persistono per debolezza, bensì:
- rappresentano una parte di sé che ancora non siamo pronti a lasciare andare;
oppure
- ci tengono agganciati a un ruolo affettivo familiare, a qualcosa che ci è noto (ad esempio: “essere quella che aspetta”, “quella che ama anche nel silenzio”).
Hai scritto che ti vergogni che stai mentendo. Questo è un passaggio fondamentale. Il "segreto" spesso protegge, ma a lungo andare isola. Mi chiedo, anzi ti chiedo: “Se non ci fosse più il segreto, cosa cambierebbe? Chi saresti, senza questa storia da custodire?”.

Con la speranza di averti dato degli spunti di riflessione, rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Dott.ssa Gaia Evangelisti
Psicologo, Psicologo clinico
Genzano di Roma
Salve, prima di tutto mi sento di dirle che non è una persona orribile. Lei è una persona che sta attraversando una situazione molto complicata, che coinvolge sentimenti forti, dolore non elaborato e forse anche un legame che non si è mai davvero chiuso. Non c’è nulla di vergognoso nel sentirsi ancora legata a qualcuno, né nel commettere errori quando si ama o si soffre.

Essere diventata l’amante del suo ex, pur sapendo che ora ha un figlio, la mette in una posizione emotivamente pesante e sembra che lei stessa lo riconosca. Ma è importante distinguere tra “colpa” e “responsabilità”. Non è cattiva, ma è importante capire che ora può scegliere di cambiare la direzione in cui sta andando.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza insieme. Lui l'ha bloccata ma continua a scriverle per email: questo comportamento è ambiguo e la tiene legata. Dice che lei è importante, ma non si comporta in modo coerente. Se l'ha bloccata, è anche un segno che lui vuole evitare responsabilità o conflitti, ma tener vivo il legame a modo suo.

Riguardo al fatto che lei mente a chi le vuole bene, questo spesso succede quando dentro di noi sappiamo che qualcosa non ci fa bene, ma non riusciamo ancora a lasciarlo andare. Non è manipolazione, è una forma di autodifesa. Ma fa male e probabilmente la fa sentire sempre più sola.

Per quanto concerne la paura di manipolarlo: manipolare consiste nel forzare l'altro contro la sua volontà o usarlo per i propri scopi. Da come scrive, sembra più una persona in crisi che cerca un porto sicuro, più che qualcuno che vuole approfittarsi di lui. Ma proprio per questo, è importante riconoscere questa situazione e, in caso l faccia soffrire, fermarsi.
Valuti se parlare con uno/a psicologo/a, anche solo per pochi incontri. Non c'è nulla di sbagliato o debole in questo: anzi, è un atto di coraggio, ma il primo passo parte da lei e io sono qui per aiutare a farlo se vuole.

Un caro saluto.

Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Dott. Nicolò Paluzzi Monti
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Firenze
Buonasera,
più che giudicarti, è importante che tu ti chieda: cosa mi tiene legata a una relazione che mi fa sentire nascosta, in colpa e senza potere? La vergogna che provi non è una condanna morale, ma un segnale che stai tradendo qualcosa di profondo in te: forse il bisogno di autenticità, di rispetto, di amore visibile.

Questo è un momento prezioso per iniziare un percorso terapeutico: non per cambiare lui, ma per ritrovare te. In terapia potresti esplorare cosa cerchi davvero in questo legame, quali paure ti impediscono di lasciarlo andare e quale immagine di te stessa stai proteggendo o sacrificando.

Non sei una persona orribile. Sei una persona che sta cercando di amare, ma ha perso la strada. E meriti di ritrovarla.
Dott. Giovanni Paolo Mangano
Psicologo, Psicologo clinico
Misterbianco
Carissima,
queste cose si fanno in due; perché pensa di manipolarlo?
Mettendo da parte quello che pensano famigliari e parenti, lei cosa ne pensa di questo rapporto?
C'è senz'altro una ragione, da parte sua, per tenere in qualche modo in piedi questa relazione. Cosa sta cercando?
Si conceda di conoscere cosa cerca.
Si prenda cura di sè.
Coraggio.
Dott. Niccolò Orsi Bandini
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile utente, buonasera.
Capisco che questa situazione possa sembrare complessa e dolorosa, e apprezzo la sua sincerità nel condividere i suoi sentimenti. Innanzitutto, è importante riconoscere che le emozioni che sta vivendo sono normali in un momento di difficoltà come questo, contrariamente a quanto spesso si pensa anche stati emotivi negativi sono legittimi, fanno parte della nostra esperienza come esseri umani; inoltre possono esserci molto utili come segnali che qualcosa non va. Quindi, per quanto penoso, si deve dare anche il "permesso" di sentirsi male senza negarsi il senso di colpa che sente.
Tuttavia, è altrettanto fondamentale riflettere sul suo benessere e sul rispetto reciproco in tutte le sue relazioni, come può muoversi per riparare a questa situazione, e come prendersi le responsabilità del suo sentire e agire per rispettare meglio sè stessa e gli altri.
La manipolazione implica un tentativo di controllare o influenzare qualcuno in modo scorretto, già chiedersi se il proprio comportamento sia manipolatorio dimostra una preoccupazione per il benessere dell'altro e un'apertura a riconoscere i proprio errori che raramente si riscontra nei veri manipolatori. Infatti mi sento di dirle che il comportamento del suo ex (basandomi su quello che ha scritto) mi sembra ben più manipolatorio, in questa situazione che sta eccedendo le sue capacità emotive di distanziarsene, invece che aiutarla in questo percorso di distacco e lutto, mi sembra che cerchi di continuare a tenerla legata a sè.
Se si sente intrappolata in questa dinamica, potrebbe essere utile parlare con un professionista, come un terapeuta, che possa aiutarla a comprendere meglio i suoi sentimenti, a lavorare sulla sua autostima e a trovare modi sani per affrontare questa situazione. Si ricordi che tutte le persone, lei compresa, meritano di essere trattate con rispetto e onestà è un primo passo importante.
Non è mai troppo tardi per cambiare e per prendersi cura di sé. Le auguro di trovare il supporto di cui ha bisogno e di riscoprire il suo valore e la sua felicità.
Un saluto dott. Niccolò Orsi Bandini.
Ciao, è importante che te abbia cominciato a farti delle domande riguardo questa situazione, ma non fare l'errore di credere che la colpa sia solo tua. E' probabile ci sia una tua dipendenza emotiva da questa persona, ma ovviamente non è facile dare supporto così sulla base di poche informazioni. Se te la senti puoi scrivermi in privato, online ho prezzi accessibili per le sedute e forse un percorso con uno psicologo potrebbe aiutarti a rimettere ordine e trovare una via d'uscita
Buongiorno,
dal suo messaggio si percepisce la fatica di una situazione che sembra aver preso il sopravvento e lasciarla senza forze né punti fermi. Non è raro, in momenti così, iniziare a sentirsi “sbagliati”, come se le scelte fatte fossero l’unica cosa che definisce il proprio valore come persona. Ma non è così semplice. Quando una relazione continua a esercitare su di noi un potere così forte, anche dopo tanto tempo, vale la pena chiedersi che cosa rappresenti davvero per noi non solo quella persona, ma anche quel legame e il ruolo che sentiamo di avere.
Il fatto che lei si chieda se sta “manipolando” o che si definisca “una persona orribile” dice molto più del suo senso di colpa che di una realtà oggettiva. Forse, più che manipolare, si sente incastrata in un gioco di ruoli dove non riesce a riconoscersi e da cui non riesce a uscire.
Le informazioni che condivide sono poche per poter comprendere a fondo cosa sta accadendo dentro e fuori da questa relazione e meritano uno spazio approfondito e protetto. Ma proprio per questo, potrebbe essere importante trovare un professionista a cui poter raccontare tutto con calma, in modo più approfondito, senza paura di essere giudicata o fraintesa.
Un percorso psicologico individuale potrebbe offrirle un contesto sicuro in cui provare a fare chiarezza: su quello che sta vivendo, su chi è oggi e su chi desidera essere. Perché non è solo questione di “uscirne”, ma anche di ritrovare sé stessa.
Un caro saluto.
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso qualcosa di così intimo e doloroso. Ritengo di sottolineare che il semplice fatto che lei abbia trovato il coraggio di raccontarlo è un primo passo significativo verso una maggiore consapevolezza e, potenzialmente, un cambiamento.
Quello che sta vivendo è il risultato di una dinamica relazionale complessa, che ha radici emotive profonde. In questo momento, si trova in un legame che potremmo definire "ambivalente", dove coesistono attaccamento, bisogno, nostalgia, ma anche dolore, confusione, e forse un senso di perdita mai veramente elaborato.
Mi sento di porle alcune domande che la possono aiutare a riflettere su di sé, prima tra tutte è cosa pensa la leghi ancora a lui? Nel chiederle ciò intendo cosa rappresenta per lei questa relazione? Potrebbe esserci un bisogno non ancora colmato, un desiderio di conferma, o la speranza che qualcosa possa tornare com’era?
Ritengo anche importante soffermarsi sull’ipotesi che lei lo stia manipolando: più che parlare di manipolazione a me pare in tale situazione che si tratti, probabilmente, di una difficoltà a lasciar andare, accompagnata da un profondo bisogno di essere ancora vista, amata, scelta.
Quello che mi pare giusto suggerirle è di riflettere e soffermarsi principalmente su come tale persona la faccia sentire e al contempo sui comportamenti che lui mette in atto.
La invito a una riflessione che potrebbe risultare molto complessa, ma allo stesso tempo potrebbe essere l’inizio di un percorso che le permetta di prendere la decisione che ritiene più adatta per il suo benessere psichico: Cosa cambierebbe nella sua vita se smettesse di aspettare qualcosa da lui?
La invito con delicatezza a considerare l’idea di parlare con una terapeuta di persona. Lo spazio psicoterapeutico serve proprio a questo: a elaborare legami che sembrano impossibili da sciogliere, e a riscoprirsi al di là di essi.
Non è un persona orribile e on lo sta manipolando, però da quello che scrive sembra che stia in una situazione che non la fa stare bene, ma non riesce ad uscirne. Su questo può richiedere l'aiuto di un professionista.
Liliana :)

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