Tra ottobre 2023 e il 2025 ho iniziato ad avere un forte malessere.. Ho iniziato ad avvertire una fo
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Tra ottobre 2023 e il 2025 ho iniziato ad avere un forte malessere.. Ho iniziato ad avvertire una forte pressione da parte della ex moglie drl mio compagno... Parcheggiava avanti a casa dei miei suoceri o dietro la mia auto dal lunedì al venerdì, si è vero, doveva prendere suo figlio da scuola.. Ma arriva sempre in anticipo e c'è ne sono tanti posti auto tra una strada e l'altra.. Alle 16 poi, dove solo 5 classi escono a quell'ora di un'intera scuola.
Proprio davanti a casa dei miei suoceri o dietro la mia auto?!? (io anche per una questione di rispetto avrei evitato..)
Dopo vari mesi e insistenze.. Prima di scendere a prendere i miei figli da scuola, accendevo la videocamera e mettevo il cellulare nella tasca perché mi sentivo continuamente seguita, turbata dai suoi modi e sguardi, tanto che mi hanno provocato forti stati d'ansia e palpitazioni accellerate...Poi un giorno dopo tante confidenze. Tra cui un'amicizia di ben 17 anni con cui mi confidavo spesso..
Purtroppo si è permessa dopo aver chiuso la nostra amicizia di girare al suo ex cognato (nonché attuale marito della ex moglie del mio compagno!!) le foto/video che io avevo fatto come prova x tutelarmi da lei .
Di tutto ciò è stata avvertita dalla ex moglie del mio compagno, mia cognata tramite sms.. Dove le ha detto che le erano arrivate una 30ina tra foto e video su di lei fatti da me..da dentro casa dei suoi genitori.. Con queste prove di sue foto/video voleva denunciarmi.
Mia cognata ci ha parlato all'oscuro da me la domenica dopo la messa x capire clsa stesse accadendo.. La ex le ha detto che si sentiva stalkerizzata da me e che non bastava stessi con il suo ex marito , cosa avrebbe dovuto fare disintegrarsi..!! Lei andava solo a prendere suo figlio!!! Che non è normale dopo 11 anni questo accanimento e che Lei non ci pensa minimamente perché ha una nuova famiglia è serena e felice e non ci considera proprio!!
PRATICAMENTE TUTTE COSE CHE DICEVO IO DA NOVEMBRE 2023 AL MIO COMPAGNO , MIA MADRE, MIA COGNATA, MIA SUOCERA, MIO COGNATO, MIO FRATELLO... IO HO INIZIATO A FARE I VIDEO PERCHÉ MI SENTIVO VESSATA E PERSEGUITATA DA LEI...ED AVEVO ANCHE DETTO AL MIO COMPAGNO CHE VOLEVO DENUNCIARLA O PARLARLCI DI PERSONA ED ANDARE DA UNO SPECIALISTA POICHÉ STAVO VIVENDO MALISSIMO QUESTO PERIODO (dove oltretutto mi hanno riscontrato una malattia neurologica rara e mi hanno messa in aspettativa a lavoro) MA MI HANNO SEMPRE DETTO DI LASCIAR ANDARE. DI ESSERE SUPERIORE AI SUOI ATTEGGIAMENTI DA ADOLESCENTE ED ESSERE INDIFFERENTE ALLE SUE PROVOCAZIONI!!
ALLA FINE DI TUTTO, DOPO LA SCOPERTA DEI VIDEO IO SONO QUELLA CHE AGLI OCCHI DI MIA COGNATA E MIA SUOCERA HA SBAGLIATO, CHE HA FATTO VIDEO AD ALTRE PERSONE E CHE DEVE ESSERE DENUCIATA... LEI INVECE UNA POVERA VITTIMA!!
Ma la realtà era che dal lunedì al venerdì era fuori a scuola, la domenica a messa. Davanti a me 6 giorni su 7..parcheggia a dispetto, mi vede ed inizia a ridacchiare con il primo genitore che incontra, e nei video si vede continuamente che mentre arrivavo davanti all'uscita di scuola o era alle mie spalle non faceva altro che guardare me e i mei figli, 3 volte a settimana ritiravo i mei figli 10 minuti prima da scuola per le loro attività sportive, quindi non la incontravo più finalmente in quei giorni... Ma dopo un po' ha iniziato a venire un quarto d'ora prima a scuola..chissà perché ; un giorno mi veniva incontro mentre noi andavamo via, lei andava verso la porta d'uscita e mi ha sfiorato la spalla volontariamente!! ha iniziato ad integrarsi improvvisamente nella chiesa che noi frequentavamo con tutta la sua famiglia.. Tra cui lei nel gruppo lettori di cui fa parte mia suocera.... Faceva giri assurdi alla comunione pur di passare davanti alla nostra famiglia ; Il figlio chierichetto, il cognato anche.. Marito, suoceri.. Tutti li cuore a cuore con il parroco che invitano ormai a tutti i loro compleanni ed eventi!! ha iniziato ad integrarsi improvvisamente nella chiesa che noi frequentavamo con tutta la sua famiglia.. Tra cui lei nel gruppo lettori di cui fa parte mia suocera.... Faceva giri assurdi alla comunione pur di passare davanti alla nostra famiglia ; Il figlio chierichetto, il cognato anche.. Marito, suoceri.. Tutti li cuore a cuore con il parroco che invitano ormai a tutti i loro compleanni ed eventi!! Un giorno ha salutato fuori a casa dei mie suoceri ad alta voce mia cognata mentre lei era di spalle e quindi non la vedeva assolutamente, mentre io si, mentre parlava con me ed abbracciava mio figlio... (ovviamente i miei figli di 8 e 6 anni allora mi iniziavano a chiedere chi fosse questa signora che parcheggiava sempre dietro la nostra auto.. O davanti ai nonni Continuamente.. Ora hanno 9 e 7 anni e mezzo e non credo sia ancora il momento di dirgli che il papà avevano una EX moglie). Dalla scoperta dei video.. C'è stato un periodo che la vedevo nervosa e faceva tutto più insistentemente. Poi un giorno involontariamente il mio compagno ha aiutato una signora anziana che nin si è sentita bene (il caso ha voluto fosse la nonna dell'attuale marito della ex.. Che educatamente ha ringraziato porgendo la mano al mio compagno...) credo che lui le abbia detto finalmente qualcosa.. Perché da quest'anno scolastico pare che parcheggi più distante prende velocemente il figlio e va via..
Sono stata molto male x tutto questo.. E c'è stato un punto dove mi hanno fatto credere cognata e soprattutto suocera (x la paura dei video che partissero da Casa sua) che fossi impazzita, mi inventassi tutto.. Vedevo tutto a modo mio.. Che io avessi bisogno di uno specialista.. E lei invece andava semplicemente a prendere il figlio ed era diventata improvvisamente donna di Chiesa e vera perché chi legge la parola di Dio secondo loro non dice bugie...
Ma per me non basta frequentare la Chiesa per essere una brava persona... Anzi.. Un giorno ha avuto modo ad una festa di Chiesa di porgere le mani sulle mie spalle per un piccolo treno e lei si è staccata dalla fila ed è andata a sedersi pur di non toccarmi... Eppure chi legge la parola di Dio dovrebbe saper perdonare.. E invece lei non mi ha mai perdonato il fatto che io ho una famiglia con il suo ex.!!
Cosa posso fare per vivere serena? Vorrei evitarla.. L'estate che non la vedo sono molto serena e tranquilla.. Ma ora é ripreso il periodo 6 giorni su 7.. Credete che sia un problema mio? Cosa posso fare se continua a provocarmi? L'indifferenza non basta.. Perché non funziona con lei..
Proprio davanti a casa dei miei suoceri o dietro la mia auto?!? (io anche per una questione di rispetto avrei evitato..)
Dopo vari mesi e insistenze.. Prima di scendere a prendere i miei figli da scuola, accendevo la videocamera e mettevo il cellulare nella tasca perché mi sentivo continuamente seguita, turbata dai suoi modi e sguardi, tanto che mi hanno provocato forti stati d'ansia e palpitazioni accellerate...Poi un giorno dopo tante confidenze. Tra cui un'amicizia di ben 17 anni con cui mi confidavo spesso..
Purtroppo si è permessa dopo aver chiuso la nostra amicizia di girare al suo ex cognato (nonché attuale marito della ex moglie del mio compagno!!) le foto/video che io avevo fatto come prova x tutelarmi da lei .
Di tutto ciò è stata avvertita dalla ex moglie del mio compagno, mia cognata tramite sms.. Dove le ha detto che le erano arrivate una 30ina tra foto e video su di lei fatti da me..da dentro casa dei suoi genitori.. Con queste prove di sue foto/video voleva denunciarmi.
Mia cognata ci ha parlato all'oscuro da me la domenica dopo la messa x capire clsa stesse accadendo.. La ex le ha detto che si sentiva stalkerizzata da me e che non bastava stessi con il suo ex marito , cosa avrebbe dovuto fare disintegrarsi..!! Lei andava solo a prendere suo figlio!!! Che non è normale dopo 11 anni questo accanimento e che Lei non ci pensa minimamente perché ha una nuova famiglia è serena e felice e non ci considera proprio!!
PRATICAMENTE TUTTE COSE CHE DICEVO IO DA NOVEMBRE 2023 AL MIO COMPAGNO , MIA MADRE, MIA COGNATA, MIA SUOCERA, MIO COGNATO, MIO FRATELLO... IO HO INIZIATO A FARE I VIDEO PERCHÉ MI SENTIVO VESSATA E PERSEGUITATA DA LEI...ED AVEVO ANCHE DETTO AL MIO COMPAGNO CHE VOLEVO DENUNCIARLA O PARLARLCI DI PERSONA ED ANDARE DA UNO SPECIALISTA POICHÉ STAVO VIVENDO MALISSIMO QUESTO PERIODO (dove oltretutto mi hanno riscontrato una malattia neurologica rara e mi hanno messa in aspettativa a lavoro) MA MI HANNO SEMPRE DETTO DI LASCIAR ANDARE. DI ESSERE SUPERIORE AI SUOI ATTEGGIAMENTI DA ADOLESCENTE ED ESSERE INDIFFERENTE ALLE SUE PROVOCAZIONI!!
ALLA FINE DI TUTTO, DOPO LA SCOPERTA DEI VIDEO IO SONO QUELLA CHE AGLI OCCHI DI MIA COGNATA E MIA SUOCERA HA SBAGLIATO, CHE HA FATTO VIDEO AD ALTRE PERSONE E CHE DEVE ESSERE DENUCIATA... LEI INVECE UNA POVERA VITTIMA!!
Ma la realtà era che dal lunedì al venerdì era fuori a scuola, la domenica a messa. Davanti a me 6 giorni su 7..parcheggia a dispetto, mi vede ed inizia a ridacchiare con il primo genitore che incontra, e nei video si vede continuamente che mentre arrivavo davanti all'uscita di scuola o era alle mie spalle non faceva altro che guardare me e i mei figli, 3 volte a settimana ritiravo i mei figli 10 minuti prima da scuola per le loro attività sportive, quindi non la incontravo più finalmente in quei giorni... Ma dopo un po' ha iniziato a venire un quarto d'ora prima a scuola..chissà perché ; un giorno mi veniva incontro mentre noi andavamo via, lei andava verso la porta d'uscita e mi ha sfiorato la spalla volontariamente!! ha iniziato ad integrarsi improvvisamente nella chiesa che noi frequentavamo con tutta la sua famiglia.. Tra cui lei nel gruppo lettori di cui fa parte mia suocera.... Faceva giri assurdi alla comunione pur di passare davanti alla nostra famiglia ; Il figlio chierichetto, il cognato anche.. Marito, suoceri.. Tutti li cuore a cuore con il parroco che invitano ormai a tutti i loro compleanni ed eventi!! ha iniziato ad integrarsi improvvisamente nella chiesa che noi frequentavamo con tutta la sua famiglia.. Tra cui lei nel gruppo lettori di cui fa parte mia suocera.... Faceva giri assurdi alla comunione pur di passare davanti alla nostra famiglia ; Il figlio chierichetto, il cognato anche.. Marito, suoceri.. Tutti li cuore a cuore con il parroco che invitano ormai a tutti i loro compleanni ed eventi!! Un giorno ha salutato fuori a casa dei mie suoceri ad alta voce mia cognata mentre lei era di spalle e quindi non la vedeva assolutamente, mentre io si, mentre parlava con me ed abbracciava mio figlio... (ovviamente i miei figli di 8 e 6 anni allora mi iniziavano a chiedere chi fosse questa signora che parcheggiava sempre dietro la nostra auto.. O davanti ai nonni Continuamente.. Ora hanno 9 e 7 anni e mezzo e non credo sia ancora il momento di dirgli che il papà avevano una EX moglie). Dalla scoperta dei video.. C'è stato un periodo che la vedevo nervosa e faceva tutto più insistentemente. Poi un giorno involontariamente il mio compagno ha aiutato una signora anziana che nin si è sentita bene (il caso ha voluto fosse la nonna dell'attuale marito della ex.. Che educatamente ha ringraziato porgendo la mano al mio compagno...) credo che lui le abbia detto finalmente qualcosa.. Perché da quest'anno scolastico pare che parcheggi più distante prende velocemente il figlio e va via..
Sono stata molto male x tutto questo.. E c'è stato un punto dove mi hanno fatto credere cognata e soprattutto suocera (x la paura dei video che partissero da Casa sua) che fossi impazzita, mi inventassi tutto.. Vedevo tutto a modo mio.. Che io avessi bisogno di uno specialista.. E lei invece andava semplicemente a prendere il figlio ed era diventata improvvisamente donna di Chiesa e vera perché chi legge la parola di Dio secondo loro non dice bugie...
Ma per me non basta frequentare la Chiesa per essere una brava persona... Anzi.. Un giorno ha avuto modo ad una festa di Chiesa di porgere le mani sulle mie spalle per un piccolo treno e lei si è staccata dalla fila ed è andata a sedersi pur di non toccarmi... Eppure chi legge la parola di Dio dovrebbe saper perdonare.. E invece lei non mi ha mai perdonato il fatto che io ho una famiglia con il suo ex.!!
Cosa posso fare per vivere serena? Vorrei evitarla.. L'estate che non la vedo sono molto serena e tranquilla.. Ma ora é ripreso il periodo 6 giorni su 7.. Credete che sia un problema mio? Cosa posso fare se continua a provocarmi? L'indifferenza non basta.. Perché non funziona con lei..
Gentile utente,
quello che racconta descrive un periodo molto faticoso, vissuto in un clima di tensione e ipervigilanza costante. Le sue reazioni — l’ansia, il bisogno di controllo e la ricerca di “prove” — non sono segno di debolezza, ma la conseguenza di uno stato di stress prolungato in cui si è sentita minacciata, non creduta e priva di protezione. È comprensibile che, dopo tanto tempo, questo abbia inciso profondamente sul suo equilibrio emotivo.
La difficoltà, in situazioni come questa, è che l’indifferenza può non bastare perché la mente resta in allerta, pronta a cogliere ogni segnale di pericolo o mancanza di rispetto. Non si tratta necessariamente di “avere un problema”, ma di aver interiorizzato un meccanismo difensivo dopo mesi di conflitti e mancate validazioni da parte di chi Le è vicino.
Per ritrovare serenità può essere utile:
Parlare con un professionista del disagio che sta vivendo, in modo da alleggerire il carico emotivo e imparare strategie per gestire i momenti di attivazione e di paura.
Rafforzare i confini personali, ad esempio evitando contatti non necessari e scegliendo percorsi diversi quando possibile, ma senza lasciarsi assorbire dall’osservazione costante dei suoi comportamenti.
Concentrarsi su di sé e sulla propria quotidianità, recuperando attività, relazioni e momenti che Le restituiscano calma e senso di stabilità.
Il percorso psicologico potrà aiutarla non solo a elaborare la rabbia e la paura, ma anche a ricostruire fiducia nelle proprie percezioni, senza che la presenza di questa persona continui a condizionare il suo benessere.
Dott.ssa Sara Petroni
quello che racconta descrive un periodo molto faticoso, vissuto in un clima di tensione e ipervigilanza costante. Le sue reazioni — l’ansia, il bisogno di controllo e la ricerca di “prove” — non sono segno di debolezza, ma la conseguenza di uno stato di stress prolungato in cui si è sentita minacciata, non creduta e priva di protezione. È comprensibile che, dopo tanto tempo, questo abbia inciso profondamente sul suo equilibrio emotivo.
La difficoltà, in situazioni come questa, è che l’indifferenza può non bastare perché la mente resta in allerta, pronta a cogliere ogni segnale di pericolo o mancanza di rispetto. Non si tratta necessariamente di “avere un problema”, ma di aver interiorizzato un meccanismo difensivo dopo mesi di conflitti e mancate validazioni da parte di chi Le è vicino.
Per ritrovare serenità può essere utile:
Parlare con un professionista del disagio che sta vivendo, in modo da alleggerire il carico emotivo e imparare strategie per gestire i momenti di attivazione e di paura.
Rafforzare i confini personali, ad esempio evitando contatti non necessari e scegliendo percorsi diversi quando possibile, ma senza lasciarsi assorbire dall’osservazione costante dei suoi comportamenti.
Concentrarsi su di sé e sulla propria quotidianità, recuperando attività, relazioni e momenti che Le restituiscano calma e senso di stabilità.
Il percorso psicologico potrà aiutarla non solo a elaborare la rabbia e la paura, ma anche a ricostruire fiducia nelle proprie percezioni, senza che la presenza di questa persona continui a condizionare il suo benessere.
Dott.ssa Sara Petroni
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Gentile utente,
la situazione che descrive appare per lei fonte di grande stress e sofferenza emotiva. È comprensibile che, dopo un periodo prolungato di tensioni, lei si senta turbata e fatichi a ritrovare serenità. Quando si vivono esperienze di questo tipo, può essere utile confrontarsi con uno specialista per comprendere meglio le proprie reazioni emotive, gestire l’ansia e ritrovare un equilibrio personale.
Un percorso psicologico può aiutarla a elaborare quanto accaduto e a individuare strategie più efficaci per proteggere il suo benessere, anche in situazioni che non può controllare del tutto.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la situazione che descrive appare per lei fonte di grande stress e sofferenza emotiva. È comprensibile che, dopo un periodo prolungato di tensioni, lei si senta turbata e fatichi a ritrovare serenità. Quando si vivono esperienze di questo tipo, può essere utile confrontarsi con uno specialista per comprendere meglio le proprie reazioni emotive, gestire l’ansia e ritrovare un equilibrio personale.
Un percorso psicologico può aiutarla a elaborare quanto accaduto e a individuare strategie più efficaci per proteggere il suo benessere, anche in situazioni che non può controllare del tutto.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno,
leggendo le sue parole emerge quanto questo periodo sia stato intenso e pesante per lei. Si è trovata a convivere con una sensazione costante di minaccia e di osservazione, e ciò ha generato ansia, paura e la necessità di proteggersi come ha potuto. Quando ci si sente esposti e soli nel percepire un disagio, è facile iniziare a dubitare di sé e delle proprie reazioni, e questo può aggiungere ulteriore sofferenza.
Il fatto che oggi si chieda come ritrovare serenità è molto importante. Anche se alcune situazioni esterne non possono essere controllate, è possibile lavorare su ciò che succede dentro di lei: sulle sue emozioni, sui pensieri che si attivano quando la incontra, e su come proteggere i suoi confini in modo più efficace e meno logorante. Non significa “colpevolizzarsi”, ma comprendere più a fondo cosa ha fatto scattare in lei un senso così forte di minaccia e come tornare a sentirsi al sicuro nei suoi spazi.
Un percorso psicologico potrebbe offrirle un sostegno prezioso per ritrovare stabilità, riconoscere i suoi bisogni e rafforzare le risorse che già possiede, così che la presenza dell’altra persona non condizioni più la sua serenità.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Dati
leggendo le sue parole emerge quanto questo periodo sia stato intenso e pesante per lei. Si è trovata a convivere con una sensazione costante di minaccia e di osservazione, e ciò ha generato ansia, paura e la necessità di proteggersi come ha potuto. Quando ci si sente esposti e soli nel percepire un disagio, è facile iniziare a dubitare di sé e delle proprie reazioni, e questo può aggiungere ulteriore sofferenza.
Il fatto che oggi si chieda come ritrovare serenità è molto importante. Anche se alcune situazioni esterne non possono essere controllate, è possibile lavorare su ciò che succede dentro di lei: sulle sue emozioni, sui pensieri che si attivano quando la incontra, e su come proteggere i suoi confini in modo più efficace e meno logorante. Non significa “colpevolizzarsi”, ma comprendere più a fondo cosa ha fatto scattare in lei un senso così forte di minaccia e come tornare a sentirsi al sicuro nei suoi spazi.
Un percorso psicologico potrebbe offrirle un sostegno prezioso per ritrovare stabilità, riconoscere i suoi bisogni e rafforzare le risorse che già possiede, così che la presenza dell’altra persona non condizioni più la sua serenità.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Dati
Cara Signora ho impiegato 5 minuti a leggere la sua lettera, un tempo lungo, immagino quanto bruci tutto quello di cui ci parla. È molto difficile soggiornare in stati interiori di tale genere. La pressione che lei fa di tutto per sostenere è tanta. Posso solo dirle : trovi qualcuno con cui parlare di tutto ciò, qualcuno che la ascolti e con cui confrontarsi, da sola è davvero troppo difficile. I miei migliori auguri.
Buongiorno, capisco profondamente quanto questa situazione la stia provando e quanto sia difficile convivere con la sensazione costante di essere osservata o provocata. Quando si ha la percezione di non poter vivere con serenità i propri spazi, i propri momenti quotidiani e perfino le proprie relazioni familiari, è naturale sentirsi logorati, in tensione e a tratti persino impotenti. Il suo racconto restituisce bene la fatica che sta vivendo da tempo e il peso di sentirsi non compresa da chi le è vicino, come se il suo malessere fosse diventato invisibile agli occhi degli altri. È importante riconoscere che quello che lei prova è reale, perché le emozioni non mentono. L’ansia, la paura, la rabbia, la sensazione di ingiustizia e persino la sfiducia che ha iniziato a provare verso alcune persone sono tutte reazioni umane di fronte a una situazione in cui ci si sente messi in discussione e non creduti. Quando l’ambiente circostante non dà sostegno ma, anzi, sembra ribaltare le parti, è facile iniziare a dubitare di sé stessi, fino a chiedersi se non si stia davvero “esagerando”. Ma non si tratta di essere esagerati: lei sta cercando di difendere la propria serenità e il proprio equilibrio, e questo è un bisogno legittimo. In questi casi, può essere utile cercare di spostare gradualmente il focus da ciò che l’altra persona fa o non fa, a ciò che lei può controllare e gestire. È evidente che la presenza della ex moglie del suo compagno le genera un grande disagio, ma purtroppo non è sempre possibile cambiare o controllare i comportamenti degli altri, anche se li percepiamo come provocatori o inopportuni. Ciò che invece può fare la differenza è il modo in cui lei decide di reagire a queste situazioni. L’indifferenza, come lei ha già sperimentato, non è sempre semplice da mantenere, soprattutto quando si è emotivamente coinvolti. Tuttavia, può provare a lavorare non tanto sull’“essere indifferente” in senso freddo e distaccato, ma sull’imparare a non dare alla presenza di questa persona il potere di condizionare il suo stato d’animo. Ogni volta che la incontra o che si accorge di focalizzarsi sui suoi gesti, può provare a spostare consapevolmente l’attenzione su qualcosa di suo, come una respirazione più lenta, un pensiero concreto legato a ciò che deve fare dopo, o un’immagine mentale che le trasmetta calma. All’inizio non è semplice, ma con il tempo può diventare un modo per rimettere al centro sé stessa invece di lasciare che l’altra persona continui, anche involontariamente, ad avere un’influenza sulla sua serenità. Potrebbe anche esserle utile individuare un piccolo spazio quotidiano in cui scaricare la tensione accumulata: una passeggiata, una lettura, una musica che la rilassi, o anche un momento in cui scrivere ciò che sente per alleggerire il peso interno. L’obiettivo non è “dimenticare” o far finta che nulla accada, ma ridurre pian piano la carica emotiva che questa vicenda le provoca. È comprensibile anche la delusione verso i familiari che non l’hanno sostenuta come avrebbe voluto. Quando le persone più vicine non comprendono la nostra sofferenza, si crea un senso di isolamento profondo. Tuttavia, anche qui può essere utile ricordare che non tutti sono in grado di percepire le situazioni allo stesso modo, e spesso chi non vive direttamente quel disagio tende a minimizzarlo per paura di affrontarlo. Questo non significa che lei abbia sbagliato a sentirsi come si è sentita, ma che forse può cercare conforto in persone o contesti più neutrali, dove possa sentirsi ascoltata senza giudizio. Infine, è importante che si ricordi di quanto ha già superato. Ha vissuto momenti difficili, ha provato disagio, ma nonostante tutto sta cercando risposte e soluzioni per stare meglio. Questo è un segno di forza, non di debolezza. Le persone che vivono esperienze simili spesso si accorgono, con il tempo, che il vero cambiamento non arriva quando l’altro smette di provocare, ma quando noi smettiamo di sentirci in balìa delle sue azioni. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Quello che sta vivendo non nasce da una sua fragilità, ma da una pressione costante: quando una presenza è percepita come invadente, la mente cerca di difendersi controllando, osservando, registrando. È un meccanismo di protezione, non un errore.
Il punto è che più si controlla, più l’ansia cresce.
Si entra in un circolo chiuso in cui l’altra persona sembra occupare tutto lo spazio interno.
Nel modello strategico lavoriamo proprio su questo:
interrompere il controllo che alimenta la paura, ricostruire confini interni e tornare a respirare dentro la propria vita, anche quando l’altra persona continua ad esistere sullo sfondo.
Come ricorda Nardone:
“Non possiamo cambiare gli altri, ma possiamo cambiare il modo in cui li viviamo. Ed è lì che cambia tutto.”
Il punto è che più si controlla, più l’ansia cresce.
Si entra in un circolo chiuso in cui l’altra persona sembra occupare tutto lo spazio interno.
Nel modello strategico lavoriamo proprio su questo:
interrompere il controllo che alimenta la paura, ricostruire confini interni e tornare a respirare dentro la propria vita, anche quando l’altra persona continua ad esistere sullo sfondo.
Come ricorda Nardone:
“Non possiamo cambiare gli altri, ma possiamo cambiare il modo in cui li viviamo. Ed è lì che cambia tutto.”
Quello che racconta è un vissuto davvero intenso, carico di tensione emotiva e di una sensazione costante di minaccia, anche sottile, che nel tempo può logorare profondamente. È comprensibile che, trovandosi per mesi in una situazione di esposizione e di disagio quotidiano, il suo corpo e la sua mente abbiano iniziato a reagire con ansia, palpitazioni e pensieri ripetitivi. Quando ci si sente osservati o provocati, soprattutto in un contesto così carico di storia personale e relazioni intrecciate, la percezione di pericolo diventa molto reale, anche se chi ci circonda tende a minimizzare o a sminuire ciò che viviamo.
Il bisogno di “difendersi” registrando o cercando prove nasce proprio da quel senso di impotenza e di mancanza di ascolto: è un tentativo di riprendere il controllo su qualcosa che le sfuggiva, di sentirsi di nuovo legittimata nella propria verità. E non è un segno di follia, ma di quanto abbia sofferto nel sentirsi messa in dubbio e isolata, persino da persone che avrebbero dovuto sostenerla.
Ora, al di là delle responsabilità e delle intenzioni di ciascuno, la cosa più importante è restituirle serenità e sicurezza interiore. Evitare non sempre basta, come dice, perché non si tratta solo di “non vederla”, ma di liberarsi dal peso emotivo che questa donna rappresenta dentro di lei. Serve un lavoro più profondo, che l’aiuti a rielaborare il senso di minaccia, a distinguere ciò che accade realmente da ciò che il corpo percepisce come pericolo, e soprattutto a ritrovare un senso di solidità e calma.
In situazioni come questa, un percorso psicologico può essere un sostegno prezioso: non per “curare” un problema, ma per aiutarla a riprendere in mano la sua tranquillità, a gestire le emozioni di allerta e a trovare strategie per non sentirsi più in balia di ciò che fa o non fa l’altra persona. Sarebbe utile anche poter condividere in un contesto protetto il peso di quanto ha vissuto, senza il timore di essere giudicata o fraintesa.
Il bisogno di “difendersi” registrando o cercando prove nasce proprio da quel senso di impotenza e di mancanza di ascolto: è un tentativo di riprendere il controllo su qualcosa che le sfuggiva, di sentirsi di nuovo legittimata nella propria verità. E non è un segno di follia, ma di quanto abbia sofferto nel sentirsi messa in dubbio e isolata, persino da persone che avrebbero dovuto sostenerla.
Ora, al di là delle responsabilità e delle intenzioni di ciascuno, la cosa più importante è restituirle serenità e sicurezza interiore. Evitare non sempre basta, come dice, perché non si tratta solo di “non vederla”, ma di liberarsi dal peso emotivo che questa donna rappresenta dentro di lei. Serve un lavoro più profondo, che l’aiuti a rielaborare il senso di minaccia, a distinguere ciò che accade realmente da ciò che il corpo percepisce come pericolo, e soprattutto a ritrovare un senso di solidità e calma.
In situazioni come questa, un percorso psicologico può essere un sostegno prezioso: non per “curare” un problema, ma per aiutarla a riprendere in mano la sua tranquillità, a gestire le emozioni di allerta e a trovare strategie per non sentirsi più in balia di ciò che fa o non fa l’altra persona. Sarebbe utile anche poter condividere in un contesto protetto il peso di quanto ha vissuto, senza il timore di essere giudicata o fraintesa.
Gentile utente, questa situazione sta portando sicuramente emozioni molto intense. Quando ci troviamo di fronte a comportamenti che ci fanno sentire osservati o provocati, può essere difficile mantenere un senso di equilibrio e serenità.
Può essere utile chiedersi: quali pensieri e sentimenti emergono dentro di Lei nel momento in cui si trova davanti a questa persona? Come si sente dentro di sé, in quei momenti?
Riflettere su quali strategie possono aiutarLa a trovare un po’ di stabilità può essere un buon punto di partenza. È importante ricordare che il suo benessere e la sua tranquillità sono valori che merita di tutelare, anche se la difficoltà di questa situazione può sembrare insormontabile.
Se le fa piacere, può anche pensare di parlare con qualcuno di fiducia o con un professionista, per esplorare meglio come proteggere se stessa e trovare modi per vivere questa esperienza con meno impatto emotivo.
Se desidera, posso aiutarLa a riflettere su quali primi passi potrebbe intraprendere in questa direzione.
Un saluto
Può essere utile chiedersi: quali pensieri e sentimenti emergono dentro di Lei nel momento in cui si trova davanti a questa persona? Come si sente dentro di sé, in quei momenti?
Riflettere su quali strategie possono aiutarLa a trovare un po’ di stabilità può essere un buon punto di partenza. È importante ricordare che il suo benessere e la sua tranquillità sono valori che merita di tutelare, anche se la difficoltà di questa situazione può sembrare insormontabile.
Se le fa piacere, può anche pensare di parlare con qualcuno di fiducia o con un professionista, per esplorare meglio come proteggere se stessa e trovare modi per vivere questa esperienza con meno impatto emotivo.
Se desidera, posso aiutarLa a riflettere su quali primi passi potrebbe intraprendere in questa direzione.
Un saluto
Gentile utente,capisco quanto possa essere pesante vivere una situazione così, dove ogni gesto dell’altra persona sembra una provocazione. Non è un “problema suo”, ma una condizione che l’ha messa sotto forte stress emotivo. In questi casi può essere utile un percorso per imparare a gestire l’ansia, rafforzare i propri confini e ritrovare calma e sicurezza interiore, anche quando l’altra persona non cambia atteggiamento. Con il giusto supporto si può tornare a vivere con più serenità e leggerezza.
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologa clinica e giuridica – Psicodiagnosta
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologa clinica e giuridica – Psicodiagnosta
Salve,
Grazie per aver condiviso ciò che sta vivendo. Capisco quanto questa situazione possa essere stressante e quanto possa pesare sulla tua quotidianità.
So quanto sia difficile affrontare questi sentimenti da soli. Per poterti offrire un supporto concreto e sicuro, le consiglio di fissare un appuntamento: così potremo esplorare insieme le sue emozioni e individuare strategie per vivere più serenamente.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Daisy DI Cello
Grazie per aver condiviso ciò che sta vivendo. Capisco quanto questa situazione possa essere stressante e quanto possa pesare sulla tua quotidianità.
So quanto sia difficile affrontare questi sentimenti da soli. Per poterti offrire un supporto concreto e sicuro, le consiglio di fissare un appuntamento: così potremo esplorare insieme le sue emozioni e individuare strategie per vivere più serenamente.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Daisy DI Cello
Salve,
per quanto viva personalmente questo malessere credo che lei sia portatrice di una problematica di coppia ed è in un percorso insieme al suo compagno che potrebbero esser affrontate le situazioni qui riportate. Ne parli al suo uomo e gli faccia capire quanto sia per lei fondamentale esser sostenuta in questo momento di grande difficoltà, infondo ne vale della serenità della vostra relazione.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
per quanto viva personalmente questo malessere credo che lei sia portatrice di una problematica di coppia ed è in un percorso insieme al suo compagno che potrebbero esser affrontate le situazioni qui riportate. Ne parli al suo uomo e gli faccia capire quanto sia per lei fondamentale esser sostenuta in questo momento di grande difficoltà, infondo ne vale della serenità della vostra relazione.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno,
capisco quanto questa situazione ti abbia fatto sentire sotto pressione e turbata: vivere un conflitto così prolungato, soprattutto in un contesto familiare, può diventare davvero pesante e minare la serenità quotidiana.
In questi casi è importante proteggersi, sia sul piano pratico (limitando i contatti e documentando solo se necessario, nel rispetto della privacy) sia su quello emotivo. Un percorso psicologico può aiutarti a gestire l’ansia, a rafforzare i tuoi confini e a ritrovare un senso di calma e stabilità interiore, anche quando le circostanze esterne non cambiano subito.
Non sei “esagerata”: stai solo cercando di difendere la tua tranquillità, e questo è un bisogno legittimo.
capisco quanto questa situazione ti abbia fatto sentire sotto pressione e turbata: vivere un conflitto così prolungato, soprattutto in un contesto familiare, può diventare davvero pesante e minare la serenità quotidiana.
In questi casi è importante proteggersi, sia sul piano pratico (limitando i contatti e documentando solo se necessario, nel rispetto della privacy) sia su quello emotivo. Un percorso psicologico può aiutarti a gestire l’ansia, a rafforzare i tuoi confini e a ritrovare un senso di calma e stabilità interiore, anche quando le circostanze esterne non cambiano subito.
Non sei “esagerata”: stai solo cercando di difendere la tua tranquillità, e questo è un bisogno legittimo.
Buonasera. Capisco quanto questa situazione ti stia pesando: hai vissuto a lungo sotto pressione e in uno stato di ipervigilanza, con la sensazione costante di essere osservata e giudicata. È normale che il tuo corpo e la tua mente reagiscano con ansia e malessere.
Ora è importante spostare l’attenzione da lei a te. Non puoi controllare i suoi comportamenti, ma puoi imparare a gestire la tua risposta emotiva. Ti suggerisco:
Interrompi il monitoraggio (video, controlli, pensieri ricorrenti): mantengono vivo lo stress e la sensazione di pericolo.
Riconosci i pensieri automatici (“mi provoca”, “lo fa per dispetto”) e chiediti: ci sono prove concrete o sto interpretando in base alla paura?
Impara tecniche di grounding o respirazione per calmare il corpo quando la incontri.
Definisci confini chiari: se la situazione diventa oggettivamente persecutoria, valuta con un professionista legale o con uno psicoterapeuta i passi più adeguati.
Riprendi potere sulla tua vita: coltiva attività e relazioni che ti fanno stare bene, riducendo l’attenzione su di lei.
Non sei “pazza”: stai reagendo a uno stress prolungato. Un percorso con un terapeuta può aiutarti a ridurre l’ansia e ricostruire la tua serenità.
Ora è importante spostare l’attenzione da lei a te. Non puoi controllare i suoi comportamenti, ma puoi imparare a gestire la tua risposta emotiva. Ti suggerisco:
Interrompi il monitoraggio (video, controlli, pensieri ricorrenti): mantengono vivo lo stress e la sensazione di pericolo.
Riconosci i pensieri automatici (“mi provoca”, “lo fa per dispetto”) e chiediti: ci sono prove concrete o sto interpretando in base alla paura?
Impara tecniche di grounding o respirazione per calmare il corpo quando la incontri.
Definisci confini chiari: se la situazione diventa oggettivamente persecutoria, valuta con un professionista legale o con uno psicoterapeuta i passi più adeguati.
Riprendi potere sulla tua vita: coltiva attività e relazioni che ti fanno stare bene, riducendo l’attenzione su di lei.
Non sei “pazza”: stai reagendo a uno stress prolungato. Un percorso con un terapeuta può aiutarti a ridurre l’ansia e ricostruire la tua serenità.
Gentile,
dalle sue parole emerge quanto questa situazione la stia facendo soffrire da tempo e quanto abbia inciso sul suo equilibrio emotivo e sulla sua serenità quotidiana. Si trova a vivere una condizione di tensione costante, dove ogni gesto dell’altra persona viene percepito come un’invasione o una provocazione, e questo comprensibilmente le genera ansia, rabbia e senso di impotenza. Il fatto che non si senta compresa né sostenuta dalle persone intorno a lei — come il suo compagno, la cognata o la suocera — amplifica il suo senso di isolamento e di ingiustizia.
È importante riconoscere che ha affrontato una situazione oggettivamente complessa, con confini familiari e relazionali intrecciati, in cui l’ex moglie del suo compagno continua a essere presente in contesti inevitabili (la scuola, la chiesa, la famiglia allargata). Tuttavia, quando una tensione di questo tipo si protrae nel tempo e diventa fonte di forte ansia e controllo — come nel bisogno di registrare, osservare, anticipare i comportamenti dell’altra persona — significa che il suo benessere sta venendo compromesso e che ha bisogno di supporto per gestire questa sofferenza.
In questo momento, ciò che può aiutarla davvero è concentrarsi su sé stessa, non sull’altra persona. Non può controllare i suoi comportamenti, ma può lavorare sul modo in cui li vive. Un percorso psicologico mirato la aiuterebbe a rielaborare il senso di minaccia che sente.
Può essere utile anche parlare apertamente con il suo compagno, chiedendogli di riconoscere il suo disagio e di sostenerla nel mantenere limiti chiari, senza sminuire ciò che prova.
Non è un “problema suo” nel senso di colpa o di errore, ma è un problema che le sta togliendo serenità e che merita attenzione e aiuto. Il suo corpo e la sua mente le stanno segnalando che ha bisogno di alleggerire un carico emotivo troppo grande per essere gestito da sola. Con il giusto supporto, potrà ritrovare calma e forza per vivere la quotidianità con più distacco e meno paura.
Cordialmente
Dottoressa Gloria Giacomin
dalle sue parole emerge quanto questa situazione la stia facendo soffrire da tempo e quanto abbia inciso sul suo equilibrio emotivo e sulla sua serenità quotidiana. Si trova a vivere una condizione di tensione costante, dove ogni gesto dell’altra persona viene percepito come un’invasione o una provocazione, e questo comprensibilmente le genera ansia, rabbia e senso di impotenza. Il fatto che non si senta compresa né sostenuta dalle persone intorno a lei — come il suo compagno, la cognata o la suocera — amplifica il suo senso di isolamento e di ingiustizia.
È importante riconoscere che ha affrontato una situazione oggettivamente complessa, con confini familiari e relazionali intrecciati, in cui l’ex moglie del suo compagno continua a essere presente in contesti inevitabili (la scuola, la chiesa, la famiglia allargata). Tuttavia, quando una tensione di questo tipo si protrae nel tempo e diventa fonte di forte ansia e controllo — come nel bisogno di registrare, osservare, anticipare i comportamenti dell’altra persona — significa che il suo benessere sta venendo compromesso e che ha bisogno di supporto per gestire questa sofferenza.
In questo momento, ciò che può aiutarla davvero è concentrarsi su sé stessa, non sull’altra persona. Non può controllare i suoi comportamenti, ma può lavorare sul modo in cui li vive. Un percorso psicologico mirato la aiuterebbe a rielaborare il senso di minaccia che sente.
Può essere utile anche parlare apertamente con il suo compagno, chiedendogli di riconoscere il suo disagio e di sostenerla nel mantenere limiti chiari, senza sminuire ciò che prova.
Non è un “problema suo” nel senso di colpa o di errore, ma è un problema che le sta togliendo serenità e che merita attenzione e aiuto. Il suo corpo e la sua mente le stanno segnalando che ha bisogno di alleggerire un carico emotivo troppo grande per essere gestito da sola. Con il giusto supporto, potrà ritrovare calma e forza per vivere la quotidianità con più distacco e meno paura.
Cordialmente
Dottoressa Gloria Giacomin
Buonasera,
grazie per aver trovato il coraggio di raccontare una situazione così complessa e dolorosa. Dalle sue parole emerge un forte carico emotivo che va avanti da molto tempo e che l’ha portata a vivere ansia, tensione costante, paura di essere osservata e una sensazione di non essere creduta o compresa dalle persone a cui tiene. Non è semplice.
Di fronte a stimoli ripetuti e vissuti come invadenti o provocatori, è comprensibile che si sia sentita in allerta, turbata e che abbia cercato un modo per proteggersi. Le reazioni di ansia, palpitazioni e ipervigilanza non sono “esagerate”: sono segnali del corpo che sta vivendo uno stress continuativo.
Vorrei però farle notare un punto importante: quando ci sentiamo minacciati o non creduti, possiamo entrare in un circolo in cui dedichiamo moltissima energia a monitorare ciò che fa l’altro, nella speranza di sentirci più al sicuro. Questo però… non porta sollievo, anzi la tiene legata alla situazione e aumenta il malessere. Il focus non è capire cosa fa o pensa l’altra persona, ma cosa può fare lei per proteggere la sua serenità. Rispondendo alla sua domanda: "Credete che sia un problema mio? Cosa posso fare per vivere serena?" Non si tratta di colpa o di “avere un problema”: si tratta di scegliere di iniziare un percorso di supporto psicologico per riprendere in mano il suo benessere.
Non possiamo cambiare il comportamento degli altri, ma possiamo cambiare l’impatto che ha su di noi.
grazie per aver trovato il coraggio di raccontare una situazione così complessa e dolorosa. Dalle sue parole emerge un forte carico emotivo che va avanti da molto tempo e che l’ha portata a vivere ansia, tensione costante, paura di essere osservata e una sensazione di non essere creduta o compresa dalle persone a cui tiene. Non è semplice.
Di fronte a stimoli ripetuti e vissuti come invadenti o provocatori, è comprensibile che si sia sentita in allerta, turbata e che abbia cercato un modo per proteggersi. Le reazioni di ansia, palpitazioni e ipervigilanza non sono “esagerate”: sono segnali del corpo che sta vivendo uno stress continuativo.
Vorrei però farle notare un punto importante: quando ci sentiamo minacciati o non creduti, possiamo entrare in un circolo in cui dedichiamo moltissima energia a monitorare ciò che fa l’altro, nella speranza di sentirci più al sicuro. Questo però… non porta sollievo, anzi la tiene legata alla situazione e aumenta il malessere. Il focus non è capire cosa fa o pensa l’altra persona, ma cosa può fare lei per proteggere la sua serenità. Rispondendo alla sua domanda: "Credete che sia un problema mio? Cosa posso fare per vivere serena?" Non si tratta di colpa o di “avere un problema”: si tratta di scegliere di iniziare un percorso di supporto psicologico per riprendere in mano il suo benessere.
Non possiamo cambiare il comportamento degli altri, ma possiamo cambiare l’impatto che ha su di noi.
Buongiorno, penso che la situazione sia complessa e che non ci sia una risposta univoca. Capisco i suoi stati d'ansia e il suo stress e per questo le consiglio un percorso di psicoterapia per poter meglio approfondire. L'unica cosa che mi sento di aggiungere è che i bambini sono molto più competenti di quanto ci immaginiamo per cui penso sia utile trovare il giusto modo per affrontare l'argomento con loro.
Spero di essere stata utile e le auguro buon cammino!
Spero di essere stata utile e le auguro buon cammino!
Quello che Lei descrive è un vissuto di forte tensione emotiva, in cui esperienze ripetute di contatto forzato, fraintendimenti e mancanza di rispetto dei confini personali l’hanno portata a vivere in uno stato di costante allerta. È comprensibile che, dopo mesi di episodi percepiti come provocatori e intrusivi, la Sua mente e il Suo corpo abbiano reagito con ansia, palpitazioni e diffidenza.
Quando ci si sente osservati, giudicati o messi alla prova in modo continuo, l’equilibrio interno vacilla e si attiva un meccanismo di difesa: l’ipercontrollo dell’ambiente e la necessità di “documentare” ciò che accade per sentirsi protetti.
Non è segno di follia, ma di una sofferenza prolungata che ha superato la soglia di tolleranza. Tuttavia, se questo stato di allerta continua nel tempo, può consumare molte energie e accentuare il malessere, fino a far dubitare di sé e della propria lucidità.
In una psicoterapia a orientamento psicodinamico si può lavorare proprio su questo: comprendere il significato emotivo di ciò che accade, imparare a distinguere tra ciò che viene realmente agito dall’altro e ciò che riattiva ferite antiche (legate al sentirsi esclusa, non creduta o svalutata), e ritrovare un senso di padronanza interiore anche quando l’ambiente esterno resta difficile.
Lei merita di vivere con serenità e non in costante difensiva. Se sente che l’indifferenza non basta più, potrebbe essere il momento di concedersi uno spazio di ascolto professionale, dove poter rimettere ordine in tutto questo e alleggerire il peso che porta da troppo tempo.
Possiamo parlarne insieme in un colloquio — in studio o online — per aiutarla a ritrovare calma, sicurezza e un modo più libero di stare nei Suoi spazi, dentro e fuori di sé.
Quando ci si sente osservati, giudicati o messi alla prova in modo continuo, l’equilibrio interno vacilla e si attiva un meccanismo di difesa: l’ipercontrollo dell’ambiente e la necessità di “documentare” ciò che accade per sentirsi protetti.
Non è segno di follia, ma di una sofferenza prolungata che ha superato la soglia di tolleranza. Tuttavia, se questo stato di allerta continua nel tempo, può consumare molte energie e accentuare il malessere, fino a far dubitare di sé e della propria lucidità.
In una psicoterapia a orientamento psicodinamico si può lavorare proprio su questo: comprendere il significato emotivo di ciò che accade, imparare a distinguere tra ciò che viene realmente agito dall’altro e ciò che riattiva ferite antiche (legate al sentirsi esclusa, non creduta o svalutata), e ritrovare un senso di padronanza interiore anche quando l’ambiente esterno resta difficile.
Lei merita di vivere con serenità e non in costante difensiva. Se sente che l’indifferenza non basta più, potrebbe essere il momento di concedersi uno spazio di ascolto professionale, dove poter rimettere ordine in tutto questo e alleggerire il peso che porta da troppo tempo.
Possiamo parlarne insieme in un colloquio — in studio o online — per aiutarla a ritrovare calma, sicurezza e un modo più libero di stare nei Suoi spazi, dentro e fuori di sé.
Capisco quanto questo periodo sia stato pesante per lei e quanto si sia sentita sotto pressione e in continua allerta. Da quello che racconta, si è trovata a vivere una situazione molto complicata, in cui i rapporti tra lei, il suo compagno, la sua ex moglie e le famiglie coinvolte hanno finito per creare molta tensione e disagio.
Non credo che lei stia esagerando, ma che si sia sentita davvero invasa e non rispettata nei suoi spazi, come se dovesse difendersi in continuazione. È comprensibile che questo le abbia provocato ansia e malessere.
Dal punto di vista relazionale, possiamo vedere questa situazione non solo come uno “scontro” tra lei e la ex moglie del suo compagno, ma come un intreccio di relazioni che riguarda più persone e contesti: la coppia, le famiglie, la scuola, la chiesa. Quando tutto questo si sovrappone, è normale che emergano emozioni forti come rabbia, paura o ingiustizia, che possono influenzare il modo in cui si percepiscono le cose.
Per ritrovare serenità, il primo passo non è tanto evitare l’altra persona, ma ricostruire dentro di sé un senso di stabilità e calma, per riuscire a guardare la situazione con più distanza emotiva.
Questo può avvenire lavorando su: come proteggere meglio i suoi confini senza reagire d’impulso;
come gestire la rabbia e la paura, trasformandole in una maggiore consapevolezza di sé;
come ritrovare un ruolo più chiaro all’interno della famiglia allargata, così da non sentirsi più sopraffatta.
L’obiettivo è aiutarla a tornare a sentirsi libera, serena e capace di scegliere come reagire, senza lasciarsi trascinare continuamente dal comportamento degli altri.
Un caro saluto,
Dott. ssa Caterina Lo Bianco
Psicologa
Non credo che lei stia esagerando, ma che si sia sentita davvero invasa e non rispettata nei suoi spazi, come se dovesse difendersi in continuazione. È comprensibile che questo le abbia provocato ansia e malessere.
Dal punto di vista relazionale, possiamo vedere questa situazione non solo come uno “scontro” tra lei e la ex moglie del suo compagno, ma come un intreccio di relazioni che riguarda più persone e contesti: la coppia, le famiglie, la scuola, la chiesa. Quando tutto questo si sovrappone, è normale che emergano emozioni forti come rabbia, paura o ingiustizia, che possono influenzare il modo in cui si percepiscono le cose.
Per ritrovare serenità, il primo passo non è tanto evitare l’altra persona, ma ricostruire dentro di sé un senso di stabilità e calma, per riuscire a guardare la situazione con più distanza emotiva.
Questo può avvenire lavorando su: come proteggere meglio i suoi confini senza reagire d’impulso;
come gestire la rabbia e la paura, trasformandole in una maggiore consapevolezza di sé;
come ritrovare un ruolo più chiaro all’interno della famiglia allargata, così da non sentirsi più sopraffatta.
L’obiettivo è aiutarla a tornare a sentirsi libera, serena e capace di scegliere come reagire, senza lasciarsi trascinare continuamente dal comportamento degli altri.
Un caro saluto,
Dott. ssa Caterina Lo Bianco
Psicologa
Capisco quanto tutto questo ti stia facendo stare male e quanto tu ti senta invasa e non creduta.
È comprensibile che ti senta agitata e in allerta dopo così tanto tempo in questa tensione.
In studio potremo rimettere insieme con calma ciò che stai vivendo e trovare strategie per proteggerti, soprattutto sul piano emotivo, senza lasciare che tutto questo continui a logorarti.
Intanto, cerca di prenderti qualche momento per respirare e stare in contatto con te, anche solo pochi minuti al giorno: è un primo modo per riprendere padronanza di te stessa.
È comprensibile che ti senta agitata e in allerta dopo così tanto tempo in questa tensione.
In studio potremo rimettere insieme con calma ciò che stai vivendo e trovare strategie per proteggerti, soprattutto sul piano emotivo, senza lasciare che tutto questo continui a logorarti.
Intanto, cerca di prenderti qualche momento per respirare e stare in contatto con te, anche solo pochi minuti al giorno: è un primo modo per riprendere padronanza di te stessa.
Buongiorno, le consiglio un percorso di sostegno psicologico. Cordiali saluti.
Buonasera,
Capisco quanto questa situazione le abbia causato disagio e stress. Sentirsi osservata, giudicata o provocata può generare ansia e insicurezza.
Le suggerisco di prendersi cura di sé, magari intraprendendo un percorso di sostegno psicologico, per elaborare quanto accaduto e ritrovare serenità. Un terapeuta potrà aiutarla a gestire le emozioni legate a questa vicenda e a ricostruire un senso di sicurezza interiore.
Nel frattempo, cerchi di proteggere il suo benessere evitando situazioni o luoghi che la espongono a ulteriore stress e concentrandosi su ciò che la fa stare bene. Non è debolezza, ma una forma di rispetto verso se stessa.
Un caro saluto
Dott.ssa Valeria Mazzoli
Capisco quanto questa situazione le abbia causato disagio e stress. Sentirsi osservata, giudicata o provocata può generare ansia e insicurezza.
Le suggerisco di prendersi cura di sé, magari intraprendendo un percorso di sostegno psicologico, per elaborare quanto accaduto e ritrovare serenità. Un terapeuta potrà aiutarla a gestire le emozioni legate a questa vicenda e a ricostruire un senso di sicurezza interiore.
Nel frattempo, cerchi di proteggere il suo benessere evitando situazioni o luoghi che la espongono a ulteriore stress e concentrandosi su ciò che la fa stare bene. Non è debolezza, ma una forma di rispetto verso se stessa.
Un caro saluto
Dott.ssa Valeria Mazzoli
Capisco quanto questa situazione la stia facendo soffrire: sentirsi osservata, fraintesa e non creduta dalle persone vicine può generare un profondo senso di solitudine, paura e rabbia.
È evidente che sta vivendo una forte tensione emotiva da tempo, e che l’intera vicenda con l’ex moglie del suo compagno ha avuto un impatto importante sulla sua serenità. Quando ci si sente minacciati o vessati, è naturale cercare di difendersi, ma vivere costantemente in allerta, anche solo nel pensiero che l’altra persona possa provocare o controllare, diventa logorante.
Le suggerisco di non affrontare questa situazione da sola: un percorso psicologico individuale può aiutarla a gestire l’ansia, le palpitazioni e i pensieri ricorrenti, oltre che a rielaborare i vissuti di ingiustizia e paura.
Uno psicologo potrà offrirle strategie per proteggersi emotivamente, distinguendo ciò che può controllare da ciò che non dipende da lei.
Può anche essere utile ridurre i momenti di esposizione: modificare le abitudini (orari di uscita, percorsi, luoghi frequentati) per limitare il contatto, così da abbassare lo stress. Eviti però di continuare a filmare o raccogliere prove personalmente, perché questa modalità la mantiene in uno stato di ipervigilanza e può complicare ulteriormente i rapporti.
Se dovesse sentirsi nuovamente minacciata o provocata in modo esplicito, può rivolgersi in modo sereno ma deciso alle autorità competenti o a un legale, senza farsi carico da sola di “dimostrare” le proprie ragioni.
Non si colpevolizzi: ciò che sta provando: è una reazione umana a un contesto percepito come ostile. Il primo passo per tornare a stare meglio è prendersi cura di sé, riconoscere la propria sofferenza e cercare un aiuto professionale per ritrovare equilibrio e pace interiore.
Le mando un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
È evidente che sta vivendo una forte tensione emotiva da tempo, e che l’intera vicenda con l’ex moglie del suo compagno ha avuto un impatto importante sulla sua serenità. Quando ci si sente minacciati o vessati, è naturale cercare di difendersi, ma vivere costantemente in allerta, anche solo nel pensiero che l’altra persona possa provocare o controllare, diventa logorante.
Le suggerisco di non affrontare questa situazione da sola: un percorso psicologico individuale può aiutarla a gestire l’ansia, le palpitazioni e i pensieri ricorrenti, oltre che a rielaborare i vissuti di ingiustizia e paura.
Uno psicologo potrà offrirle strategie per proteggersi emotivamente, distinguendo ciò che può controllare da ciò che non dipende da lei.
Può anche essere utile ridurre i momenti di esposizione: modificare le abitudini (orari di uscita, percorsi, luoghi frequentati) per limitare il contatto, così da abbassare lo stress. Eviti però di continuare a filmare o raccogliere prove personalmente, perché questa modalità la mantiene in uno stato di ipervigilanza e può complicare ulteriormente i rapporti.
Se dovesse sentirsi nuovamente minacciata o provocata in modo esplicito, può rivolgersi in modo sereno ma deciso alle autorità competenti o a un legale, senza farsi carico da sola di “dimostrare” le proprie ragioni.
Non si colpevolizzi: ciò che sta provando: è una reazione umana a un contesto percepito come ostile. Il primo passo per tornare a stare meglio è prendersi cura di sé, riconoscere la propria sofferenza e cercare un aiuto professionale per ritrovare equilibrio e pace interiore.
Le mando un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
salve, bisogna che parli con assertività con questa persona , consiglio un percorso psicologico
Buongiorno, le posso consigliare di iniziare un percorso di supporto psicologico per imparare a distaccarsi dal continuo pericolo e minaccia che sente intorno a lei, così potrà fortificarsi e ritrovare la propria stabilità indipendentemente da chi la circonda.
Lei deve diventare il centro di se stessa.
Saluti
Lei deve diventare il centro di se stessa.
Saluti
Carissima utente,
Grazie per averci scritto
Dal suo messaggio leggo tanta preoccupazione e soprattutto voglia di buttare fuori il suo dolore. Le consiglio di effettuare un colloquio clinico. Così da approfondire le sue emozioni
Cordialmente saluti
Le consiglio di prendere
Grazie per averci scritto
Dal suo messaggio leggo tanta preoccupazione e soprattutto voglia di buttare fuori il suo dolore. Le consiglio di effettuare un colloquio clinico. Così da approfondire le sue emozioni
Cordialmente saluti
Le consiglio di prendere
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