Mia figlia, appena compiuti 7 anni, classe prima elementare, da qualche mese ha delle reazioni aggre
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Mia figlia, appena compiuti 7 anni, classe prima elementare, da qualche mese ha delle reazioni aggressive in famiglia soprattutto quando si tratta di fare i compiti insieme (e magari fa degli errori che si cerca di correggere) o quando si trova in situazioni nelle quali non è possibile assecondare una sua richiesta come il guardare la tv per un tempo ulteriore o interrompere un gioco dove stava esagerando e magari sporcando eccessivamente o non essere on sicurezza. E' sempre stata molto sorridente e affabile (nella media) ma ultimamente ci sono momenti in cui è impegnativa. Riponde mele, si scatenano scenate, pianti, parolacce e a gesti forti come tirare oggetti e rompere matite. A volte poi fa riferimento al fatto che stava meglio figlia unica (ha un fratellino di 3 anni che la adora e solitamente vanno d'accordo). Al doposcuola che frequenta qualche pomeriggio dice che non ha amiche della sua età e che ci sono bambini più Io grandi che ovviamente offrono un vocabolario articolato e se posso cerco di combinare con il lavoro e di andarla prendere prima o di farle passare il pomeriggio a casa. Ha anche 2 pomeriggi di sport dove può vedere altri bambini e divertirsi. Io durante le crisi cerco di accettare e stare calma ma a volte è difficile e si accende il conflitto che poi si placca con un "scusa" e un abbraccio. E questo avviene in famiglia con uno zio e con la nonna principalmente. Come fare per aiutare questa bambina? E come capire cosa la turba? Grazie,
una mamma innamorata della figlia
una mamma innamorata della figlia
Salve, la ringrazio per la sua richiesta. Le reazioni della sua bambina possono veicolare un messaggio importante che forse ancora non riesce a esprimere a parole. I suoi comportamenti potrebbero essere la manifestazione di emozioni difficili, come la frustrazione, la gelosia, l’insicurezza o un bisogno di attenzione e riconoscimento in un momento in cui il suo mondo emotivo e sociale sta cambiando. L’arrivo del fratellino, la transizione alla scuola primaria e le dinamiche di relazione con i coetanei e gli adulti possono rappresentare sfide significative per una bambina della sua età. Il fatto che esprima nostalgia per quando era figlia unica potrebbe suggerire un bisogno di sentirsi ancora al centro dell’attenzione, bisogno che potrà essere maggiormente esplorato come desiderio soggettivo. Provi a osservare i momenti in cui si verificano le crisi e continui a mantenere un atteggiamento di calma e accoglienza, riconoscendo e alternando al contempo momenti di sua assenza.
Il suo amore e la sua dedizione emergono chiaramente e con il giusto supporto, uno spazio dedicato, su misura per voi, sarà possibile trasformare queste sfide in un’opportunità di crescita. Se vuole approfondire sono qui a disposizione.
Un caro saluto
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Cara mamma,
le reazioni che descrivi nella tua bambina possono essere indicative di un momento di difficoltà e cambiamento che lei sta vivendo. L'ingresso nella scuola primaria, la presenza di un fratellino più piccolo e il bisogno di adattarsi a nuove regole e situazioni potrebbero rappresentare delle sfide emotive per lei.
Questi comportamenti potrebbero esprimere una forma di disagio o difficoltà nel gestire emozioni intense come frustrazione, gelosia o senso di inadeguatezza. È importante aiutarla a riconoscere e verbalizzare queste emozioni, fornendole un contesto sicuro in cui sentirsi accolta.
Ecco alcuni suggerimenti:
Accoglienza emotiva : Quando manifesta reazioni aggressive o crisi, prova a validare i suoi sentimenti con frasi del tipo: “Capisco che ti senti arrabbiata” o “È normale essere tristi quando non otteniamo ciò che vogliamo” . Questo può aiutarla a sentirsi capita e ridurre l'intensità della reazione.
Routine e regole chiare : I bambini traggono conforto dalla prevedibilità. Stabilire regole semplici e coerenti per i compiti, i giochi e i momenti di svago possono darle un senso di sicurezza.
Spazi di esclusività : Cerca di dedicare del tempo esclusivo solo a lei, magari creando piccoli rituali mamma-figlia. Potrebbe aiutarla a sentirsi importante e valorizzata, soprattutto in un momento in cui potrebbe percepire la presenza del fratello come una "competizione" per la tua attenzione.
Supporto nelle relazioni sociali : Se sente difficoltà a integrarsi con i coetanei, potrebbe essere utile facilitare incontri con bambini della sua età al di fuori del contesto scolastico, ad esempio invitandoli a casa o organizzando attività di gruppo.
Gestione delle crisi : Durante le sue crisi, è fondamentale mantenere la calma. Prova a distogliere l'attenzione dai comportamenti distruttivi e concentrarti su un approccio calmo e fermo, offrendo alternative: “Capisco che sei arrabbiata, ma non possiamo tirare oggetti. Vuoi dirmi cosa ti fa sentire così?» .
Tuttavia, per comprendere pienamente cosa la turba e aiutarla ad affrontare queste difficoltà in modo più approfondito, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista. Una consulenza con un professionista esperto può fornire strumenti e strategie personalizzate per supportare tua figlia in questo percorso di crescita.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
le reazioni che descrivi nella tua bambina possono essere indicative di un momento di difficoltà e cambiamento che lei sta vivendo. L'ingresso nella scuola primaria, la presenza di un fratellino più piccolo e il bisogno di adattarsi a nuove regole e situazioni potrebbero rappresentare delle sfide emotive per lei.
Questi comportamenti potrebbero esprimere una forma di disagio o difficoltà nel gestire emozioni intense come frustrazione, gelosia o senso di inadeguatezza. È importante aiutarla a riconoscere e verbalizzare queste emozioni, fornendole un contesto sicuro in cui sentirsi accolta.
Ecco alcuni suggerimenti:
Accoglienza emotiva : Quando manifesta reazioni aggressive o crisi, prova a validare i suoi sentimenti con frasi del tipo: “Capisco che ti senti arrabbiata” o “È normale essere tristi quando non otteniamo ciò che vogliamo” . Questo può aiutarla a sentirsi capita e ridurre l'intensità della reazione.
Routine e regole chiare : I bambini traggono conforto dalla prevedibilità. Stabilire regole semplici e coerenti per i compiti, i giochi e i momenti di svago possono darle un senso di sicurezza.
Spazi di esclusività : Cerca di dedicare del tempo esclusivo solo a lei, magari creando piccoli rituali mamma-figlia. Potrebbe aiutarla a sentirsi importante e valorizzata, soprattutto in un momento in cui potrebbe percepire la presenza del fratello come una "competizione" per la tua attenzione.
Supporto nelle relazioni sociali : Se sente difficoltà a integrarsi con i coetanei, potrebbe essere utile facilitare incontri con bambini della sua età al di fuori del contesto scolastico, ad esempio invitandoli a casa o organizzando attività di gruppo.
Gestione delle crisi : Durante le sue crisi, è fondamentale mantenere la calma. Prova a distogliere l'attenzione dai comportamenti distruttivi e concentrarti su un approccio calmo e fermo, offrendo alternative: “Capisco che sei arrabbiata, ma non possiamo tirare oggetti. Vuoi dirmi cosa ti fa sentire così?» .
Tuttavia, per comprendere pienamente cosa la turba e aiutarla ad affrontare queste difficoltà in modo più approfondito, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista. Una consulenza con un professionista esperto può fornire strumenti e strategie personalizzate per supportare tua figlia in questo percorso di crescita.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera, sarebbe importante capire se questo comportamento avviene anche alla presenza del papà. Se non può avvenire, allora sappiamo cosa cerca sua figlia.
Cara Mamma,
Bisogna indagare assieme le radici del suo problema, e niente può aiutarla più di una consulenza di psicoterapia familiare.
Le famiglie sono sistemi complessi, ma che hanno loro stesse le risorse per cambiare e curare i membri che soffrono.
Resto a disposizione
Bisogna indagare assieme le radici del suo problema, e niente può aiutarla più di una consulenza di psicoterapia familiare.
Le famiglie sono sistemi complessi, ma che hanno loro stesse le risorse per cambiare e curare i membri che soffrono.
Resto a disposizione
Provi a consultarsi con le insegnanti della bambina, per capire quale sia il suo comportamento a scuola, se siano emerse delle criticità e di quale tipo. Eventualmente se tali comportamenti persistessero le consiglio di fare un consulto presso un centro di psicologia dell'età evolutiva o un centro di neuropsichiatria infantile.
Il passaggio alla scuola primaria è impegnativo sia per i bambini che per gli adulti che se ne occupano. I bambini sperimentano nuovi contesti, relazioni con bambini diversi e a volte superiori di età, richieste di "prestazioni" cognitive, impegni a casa. I genitori e gli altri adulti devono modificare il loro rapporto con il bambino, chiedere impegno, attenzione, continuità. In specifico, secondo me è necessario capire le motivazioni del cambiamento nel comportamento della sua bambina, se sono legate a una difficoltà ad adattarsi alla nuova situazione o se ci siano altre motivazioni. Una consulenza psicologica con persona esperta nella psicoterapia del bambino può aiutarla a dare un senso alle sue preoccupazioni e fornirle indicazioni su come può essere di aiuto alla bambina in questa fase. Dott.ssa Roberta Portelli
Cara signora, è evidente, leggendo le sue parole, quanto tenga al benessere della bambina e quanta cura stia mettendo nel cercare di capire cosa possa turbarla. Le reazioni che descrive possono avere diverse spiegazioni: a questa età, i bambini vivono cambiamenti importanti dal punto di vista emotivo, relazionale e scolastico. È possibile che la presenza di un fratellino, per quanto sembri esserci affetto tra loro, abbia risvegliato in lei sentimenti di gelosia o un bisogno più marcato di attenzione. Inoltre, il confronto con altri bambini, sia a scuola che in contesti di gioco, può far emergere emozioni complesse che non è sempre facile esprimere.
I comportamenti che osserva – come gli scoppi d'ira o le difficoltà nel gestire frustrazioni e correzioni – potrebbero rappresentare un modo per comunicare un disagio o per testare i limiti e le dinamiche familiari. È importante continuare a mantenere uno sguardo aperto e accogliente, come già sta facendo, evitando di giudicarla, ma al tempo stesso aiutandola a trovare modi più adeguati per esprimere quello che sente.
Offrire momenti di attenzione esclusiva, anche brevi ma di qualità, potrebbe aiutarla a sentirsi ascoltata e compresa. A volte, attraverso il gioco o il disegno, i bambini riescono a esprimere ciò che a parole è più difficile spiegare. Anche creare una routine prevedibile, in cui si alternano momenti di impegno e di relax, può darle un senso di sicurezza e stabilità.
Se le difficoltà persistono, potrebbe essere utile un confronto con uno specialista dell’infanzia. Uno sguardo esterno e professionale può offrire nuovi strumenti per supportare la bambina e comprendere meglio le sue esigenze.
Le sue attenzioni e il suo desiderio di aiutare questa bambina sono già un segnale forte di quanto si prenda cura di lei. Questo è un punto di partenza prezioso per accompagnarla con serenità in questa fase della sua crescita.
I comportamenti che osserva – come gli scoppi d'ira o le difficoltà nel gestire frustrazioni e correzioni – potrebbero rappresentare un modo per comunicare un disagio o per testare i limiti e le dinamiche familiari. È importante continuare a mantenere uno sguardo aperto e accogliente, come già sta facendo, evitando di giudicarla, ma al tempo stesso aiutandola a trovare modi più adeguati per esprimere quello che sente.
Offrire momenti di attenzione esclusiva, anche brevi ma di qualità, potrebbe aiutarla a sentirsi ascoltata e compresa. A volte, attraverso il gioco o il disegno, i bambini riescono a esprimere ciò che a parole è più difficile spiegare. Anche creare una routine prevedibile, in cui si alternano momenti di impegno e di relax, può darle un senso di sicurezza e stabilità.
Se le difficoltà persistono, potrebbe essere utile un confronto con uno specialista dell’infanzia. Uno sguardo esterno e professionale può offrire nuovi strumenti per supportare la bambina e comprendere meglio le sue esigenze.
Le sue attenzioni e il suo desiderio di aiutare questa bambina sono già un segnale forte di quanto si prenda cura di lei. Questo è un punto di partenza prezioso per accompagnarla con serenità in questa fase della sua crescita.
Buongiorno, ha approfondito il perché l’atteggiamento della bambina si amplifica in determinate situazioni?
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Ciao! È evidente che sei una mamma molto attenta e innamorata della tua bambina, e questo è un ottimo punto di partenza. Le reazioni aggressive che stai osservando possono essere il risultato di diversi fattori, e comprendere cosa sta succedendo in famiglia e nell'ambiente scolastico è fondamentale.
Innanzitutto, è importante considerare che i bambini a questa età stanno ancora sviluppando le loro capacità di gestione delle emozioni. Potrebbe essere che la tua bambina stia vivendo delle frustrazioni, sia a casa che a scuola, che non riesce a esprimere in modo costruttivo. Le situazioni in cui non può avere ciò che desidera, come il tempo extra davanti alla TV o l'interruzione di un gioco, possono scatenare reazioni forti, specialmente se si sente sopraffatta.
Inoltre, il fatto che lei faccia riferimento a quando era figlia unica potrebbe indicare una certa difficoltà nell'adattarsi alla presenza del fratellino. Anche se si vogliono bene, i bambini possono sentirsi gelosi o in competizione per l'attenzione dei genitori. È importante creare momenti di qualità con lei, dove possa sentirsi speciale e ascoltata.
Per quanto riguarda l'ambiente scolastico, se dice di non avere amiche della sua età, potrebbe sentirsi isolata o in difficoltà nel socializzare. Potresti considerare di parlare con gli insegnanti per capire meglio come si comporta a scuola e se ci sono dinamiche relazionali che potrebbero influenzare il suo comportamento.
Un incontro con un professionista, come uno psicoterapeuta sistemico familiare, potrebbe essere molto utile. Questo tipo di approccio non solo aiuta a esplorare le dinamiche familiari, ma può anche fornire strumenti per migliorare la comunicazione e la gestione delle emozioni all'interno della famiglia. Potrebbe anche aiutare a identificare eventuali comportamenti disfunzionali che alimentano l'aggressività.
Ricorda che è normale attraversare fasi difficili e che chiedere aiuto è un segno di forza. Con il giusto supporto, puoi aiutare tua figlia a trovare modi più sani per esprimere le sue emozioni e a sentirsi più sicura e felice. Se hai bisogno di ulteriori consigli o supporto, non esitare a chiedere!
Innanzitutto, è importante considerare che i bambini a questa età stanno ancora sviluppando le loro capacità di gestione delle emozioni. Potrebbe essere che la tua bambina stia vivendo delle frustrazioni, sia a casa che a scuola, che non riesce a esprimere in modo costruttivo. Le situazioni in cui non può avere ciò che desidera, come il tempo extra davanti alla TV o l'interruzione di un gioco, possono scatenare reazioni forti, specialmente se si sente sopraffatta.
Inoltre, il fatto che lei faccia riferimento a quando era figlia unica potrebbe indicare una certa difficoltà nell'adattarsi alla presenza del fratellino. Anche se si vogliono bene, i bambini possono sentirsi gelosi o in competizione per l'attenzione dei genitori. È importante creare momenti di qualità con lei, dove possa sentirsi speciale e ascoltata.
Per quanto riguarda l'ambiente scolastico, se dice di non avere amiche della sua età, potrebbe sentirsi isolata o in difficoltà nel socializzare. Potresti considerare di parlare con gli insegnanti per capire meglio come si comporta a scuola e se ci sono dinamiche relazionali che potrebbero influenzare il suo comportamento.
Un incontro con un professionista, come uno psicoterapeuta sistemico familiare, potrebbe essere molto utile. Questo tipo di approccio non solo aiuta a esplorare le dinamiche familiari, ma può anche fornire strumenti per migliorare la comunicazione e la gestione delle emozioni all'interno della famiglia. Potrebbe anche aiutare a identificare eventuali comportamenti disfunzionali che alimentano l'aggressività.
Ricorda che è normale attraversare fasi difficili e che chiedere aiuto è un segno di forza. Con il giusto supporto, puoi aiutare tua figlia a trovare modi più sani per esprimere le sue emozioni e a sentirsi più sicura e felice. Se hai bisogno di ulteriori consigli o supporto, non esitare a chiedere!
Buongiorno, è necessario capire se in famiglia si è verificato un evento significativo, oppure un cambiamento che abbia potuto contribuire a innescare questi comportamenti. E' importante evitare di incrementare il conflitto ripetendo la regola che stabilisce che quel comportamento non può essere accettato(es. se si è stabilito che la t.v. può essere guardata per 15 minuti, come termina il tempo stabilito bisogna spegnere, dicendo che il tempo a disposizione è finito). Una strategia vincente è quella di essere assertivi, dare le regole e farle rispettare valorizzando tutti i comportamenti positivi che vengono messi in atto dalla bambina.
Salve potrebbe essere utile comprendere in primis l'origine del disagio, se legato alla sfera amicale piuttosto che scolastica in relazione al passaggio alla scuola primaria. La bambina potrebbe mettere in atto alcuni comportamenti per ricercare attenzioni, potrebbe cadere in frustrazione perchè poco abituata ai no o per espressione di un malessere difficile da esprimere. è consigliabile anticipare la durata dei giochi e delle altre attività, accogliere l'emozione favorire il dialogo emotivo. Sarebbe bene fare un colloquio mirato con uno psicologo per reperire maggiori informazioni ed effettuare un parent training.
Gentile signora, il primo aiuto di cui necessita sua figlia è capire la causa che ha scatenato questo malessere. La prima elementare è comunque un grande cambiamento rispetto alla scuola dell'infanzia. Nuovi amici, nuovi equilibri, nuovi metri di valutazione, è assai probabile che con tutti questi cambiamenti si sia verificato qualcosa che ha turbato la bambina nel profondo. In teoria gli insegnanti possono essere dei grandi alleati, ma anche loro devono tenere d'occhio tanti bambini e non sempre riescono a farsi un'idea corretta di ciascuno. Parli con sua figlia, lei è una mamma attenta e sicuramente ha un canale di dialogo già aperto con lei, se non ci riuscisse provi a portarla da un terapeuta che abbia un'adeguata preparazione, con i bambini si gioca, ma non si scherza!
Cara mamma, la situazione che descrivi è normale per l’età di tua figlia, che sta attraversando grandi cambiamenti emotivi e cognitivi con l’ingresso alla scuola primaria e la convivenza con un fratellino. L’aggressività che manifesta potrebbe essere un modo per esprimere emozioni intense, come la frustrazione nel voler fare bene a scuola, la difficoltà ad accettare correzioni, o il bisogno di esplorare il mondo, come quando si sporca giocando. I bambini, in questa fase, esplorano spesso in modo fisico e a volte sembra che abbiano bisogno di testare i limiti. In questi casi, insegnarle a prendersi la responsabilità di ciò che fa, come pulire dopo essersi divertita, può essere utile. Puoi trasformare il momento in un’attività condivisa, dicendo: “Capisco che ti sei divertita, ora puliamo insieme.” Questo approccio la aiuterà a comprendere le regole in modo positivo.
Le sue reazioni potrebbero anche essere legate a un bisogno di testare la tua disponibilità affettiva, per vedere se, nonostante il fratellino, lei continua a ricevere la tua attenzione esclusiva. È comune per i bambini in questa fase sentirsi insicuri rispetto all’affetto dei genitori. Mostrando pazienza, rassicurandola con momenti esclusivi solo per voi due, le dimostrerai che il suo posto nel tuo cuore è sempre speciale. Inoltre, è utile osservare i momenti in cui le sue reazioni sono più forti, come durante i compiti, per cercare di capire cosa la turba. Accogli le sue emozioni, senza giudicarle, e offri scelte che la facciano sentire più autonoma. Potresti anche cercare di rendere i compiti più leggeri e divertenti, anticipando i momenti di transizione con frasi che la preparino. Se le difficoltà persistono, un confronto con uno psicologo potrebbe offrirti ulteriori strumenti. Il fatto che tu stia riflettendo su come aiutarla è già un grande passo per il suo benessere. Ti auguro il meglio. Un saluto
Le sue reazioni potrebbero anche essere legate a un bisogno di testare la tua disponibilità affettiva, per vedere se, nonostante il fratellino, lei continua a ricevere la tua attenzione esclusiva. È comune per i bambini in questa fase sentirsi insicuri rispetto all’affetto dei genitori. Mostrando pazienza, rassicurandola con momenti esclusivi solo per voi due, le dimostrerai che il suo posto nel tuo cuore è sempre speciale. Inoltre, è utile osservare i momenti in cui le sue reazioni sono più forti, come durante i compiti, per cercare di capire cosa la turba. Accogli le sue emozioni, senza giudicarle, e offri scelte che la facciano sentire più autonoma. Potresti anche cercare di rendere i compiti più leggeri e divertenti, anticipando i momenti di transizione con frasi che la preparino. Se le difficoltà persistono, un confronto con uno psicologo potrebbe offrirti ulteriori strumenti. Il fatto che tu stia riflettendo su come aiutarla è già un grande passo per il suo benessere. Ti auguro il meglio. Un saluto
Le reazioni di tua figlia potrebbero essere legate a diverse cause. Innanzitutto, l'ingresso nella scuola elementare rappresenta un grande cambiamento, e a volte i bambini di questa età non sono ancora completamente in grado di gestire le emozioni che emergono quando si trovano in situazioni di stress, come i compiti o l'impossibilità di soddisfare richieste immediate. Potrebbe anche esserci un po’ di gelosia o di insicurezza dovuta alla presenza del fratellino, anche se, come hai notato, sembrano andare d'accordo in generale.
Un altro aspetto che potrebbe influire è la dinamica sociale al doposcuola. Il fatto che tua figlia non abbia amiche della sua età potrebbe renderla più vulnerabile o sentirsi esclusa, il che potrebbe intensificare le sue reazioni emotive. La differenza di età con gli altri bambini e il vocabolario più sviluppato degli altri potrebbero farla sentire un po’ inadeguata.
Per aiutarla, il primo passo sarebbe cercare di capire meglio cosa la turba. Potresti provare a parlare con lei in momenti di calma, chiedendole in modo delicato cosa provi e come si sente. In alternativa, usare giochi o attività che stimolino la conversazione (come disegnare o giocare a giochi di ruolo) potrebbe aiutarla a esprimersi più facilmente.
Inoltre, per gestire le sue crisi, è importante continuare a mantenere un approccio empatico e calmo, come stai facendo, e cercare di stabilire regole chiare e coerenti per le situazioni che provocano frustrazione. Spiegare il perché delle limitazioni, come per esempio quando non può guardare più TV o deve smettere di giocare, può aiutarla a sentirsi più in controllo della situazione. Le routine quotidiane, che danno un senso di prevedibilità e sicurezza, sono anche fondamentali in questo periodo di crescita.
Infine, considera di parlare con un esperto che possa aiutarti a esplorare ulteriormente le dinamiche comportamentali e le possibili difficoltà emotive di tua figlia, in modo da capire come intervenire meglio per supportarla.
Un altro aspetto che potrebbe influire è la dinamica sociale al doposcuola. Il fatto che tua figlia non abbia amiche della sua età potrebbe renderla più vulnerabile o sentirsi esclusa, il che potrebbe intensificare le sue reazioni emotive. La differenza di età con gli altri bambini e il vocabolario più sviluppato degli altri potrebbero farla sentire un po’ inadeguata.
Per aiutarla, il primo passo sarebbe cercare di capire meglio cosa la turba. Potresti provare a parlare con lei in momenti di calma, chiedendole in modo delicato cosa provi e come si sente. In alternativa, usare giochi o attività che stimolino la conversazione (come disegnare o giocare a giochi di ruolo) potrebbe aiutarla a esprimersi più facilmente.
Inoltre, per gestire le sue crisi, è importante continuare a mantenere un approccio empatico e calmo, come stai facendo, e cercare di stabilire regole chiare e coerenti per le situazioni che provocano frustrazione. Spiegare il perché delle limitazioni, come per esempio quando non può guardare più TV o deve smettere di giocare, può aiutarla a sentirsi più in controllo della situazione. Le routine quotidiane, che danno un senso di prevedibilità e sicurezza, sono anche fondamentali in questo periodo di crescita.
Infine, considera di parlare con un esperto che possa aiutarti a esplorare ulteriormente le dinamiche comportamentali e le possibili difficoltà emotive di tua figlia, in modo da capire come intervenire meglio per supportarla.
Gentile mamma,
grazie per la condivisione, capisco quanto possa essere difficile gestire cambiamenti repentini e così poco prevedibili. Basandomi su quanto lei ha scritto abbiamo di fronte una bambina che sta affrontando dei piccoli, ma grandi per lei, cambiamenti; uno fra tanti il passaggio della scuola dell'infanzia a quello della primaria, con ciò che ne consegue come cambiamenti in termini di tempo, fatica sul compito, tempi di attenzione diversi, nuovi compagni/e, nuovi insegnanti, tutto questo potrebbe creare una condizione di stress e sfociare in esternazioni che una bambina conosce benissimo, e attraverso le quali richiede attenzione, mi riferisco alle crisi di rabbia, che lei ha citato. Allora cosa fare? Per i compiti a casa diamo la possibilità di cavarsela da sola, se ha bisogno lei/mamma, ci sarà e sarà pronta ad aiutarla; ascoltiamola nei racconti di scuola, occupiamo insieme del tempo buono prima di andare a letto con la lettura di una storia, ancora ha bisogno di sentirsi piccola, nonostante il nuovo percorso scolastico.
Durante i momenti di collera, è meglio non discutere, piuttosto, trovare in breve tempo la calma, a volte anche da soli e volte insieme; il sorriso e gli abbracci sciologono sempre gli umori più negativi.
Infine il vostro amore vi condurrà sempre verso la risoluzione.
Buona Vita!!
Resto a disposizione,
Mariella Farinella
grazie per la condivisione, capisco quanto possa essere difficile gestire cambiamenti repentini e così poco prevedibili. Basandomi su quanto lei ha scritto abbiamo di fronte una bambina che sta affrontando dei piccoli, ma grandi per lei, cambiamenti; uno fra tanti il passaggio della scuola dell'infanzia a quello della primaria, con ciò che ne consegue come cambiamenti in termini di tempo, fatica sul compito, tempi di attenzione diversi, nuovi compagni/e, nuovi insegnanti, tutto questo potrebbe creare una condizione di stress e sfociare in esternazioni che una bambina conosce benissimo, e attraverso le quali richiede attenzione, mi riferisco alle crisi di rabbia, che lei ha citato. Allora cosa fare? Per i compiti a casa diamo la possibilità di cavarsela da sola, se ha bisogno lei/mamma, ci sarà e sarà pronta ad aiutarla; ascoltiamola nei racconti di scuola, occupiamo insieme del tempo buono prima di andare a letto con la lettura di una storia, ancora ha bisogno di sentirsi piccola, nonostante il nuovo percorso scolastico.
Durante i momenti di collera, è meglio non discutere, piuttosto, trovare in breve tempo la calma, a volte anche da soli e volte insieme; il sorriso e gli abbracci sciologono sempre gli umori più negativi.
Infine il vostro amore vi condurrà sempre verso la risoluzione.
Buona Vita!!
Resto a disposizione,
Mariella Farinella
Buonasera, potrebbe tipicamente essere qualcosa che accade o è accaduto a scuola e che la mette in particolare difficoltà, emotiva o perchè si sente sotto pressione. Questo le toglierebbe la serenità che aveva prima rendendola più reattiva alle frustrazioni. Ovviamente è solo un'ipotesi ma è un comportamento molto comune.
Gentile signora,
stavo per darle una risposta (che le scriverò comunque di seguito) ma il modo in cui si è firmata mi ha acceso un campanello d'allarme.
Mi sono fatta due fantasie.
La prima è che lei sia "troppo" innamorata di sua figlia, nel senso che è accondiscendente e fa fatica a dirle dei no e a metterle dei confini. Rispetto a questo, spesso i genitori hanno paura di non essere amati se contraddicono i figli. Invece le dico che essere genitore significa fare quello che è giusto per sua figlia, che difficilmente da qui ai prossimi anni significherà "quello che vuole sua figlia". So che sentire il rifiuto è doloroso, ma è necessario. Meglio un genitore autorevole che un genitore permissivo.
La seconda fantasia che mi sono fatta riguarda invece un suo eventuale senso di colpa, per aver voluto un secondo figlio. Questo potrebbe aver lavorato dentro di lei a livello inconscio e avrebbe potuto portarla ad essere, dopo la nascita del secondo figlio, eccessivamente permissiva nei confronti di sua figlia.
Queste ovviamente sono solo fantasie in base al suo racconto.
Ora le do invece qualche consiglio più "pratico".
Innanzitutto visto che sua figlia frequenta molti contesti extra familiari, chieda come si comporta in quei contesti. Se nessuno le racconta disagi, non mi preoccuperei troppo per la bimba. Piuttosto valuti in questo caso un percorso di sostegno alla genitorialità per lei e per il papà della bambina (considerando anche le fantasie che le dicevo prima).
Nel caso in cui invece qualcuno le riportasse disagio, significa che sta succedendo qualcosa e che quello che sua figlia fa a casa è il risultato di qualcosa che succede là fuori. In questo caso io porterei la bambina da una terapeuta dell'età evolutiva, che potrebbe aiutarla a tirare fuori quello che sta succedendo.
La terza strada è una terapia familiare.
Andare tutti insieme da un terapeuta, che vi aiuti a comprendere come state funzionando tutti insieme (anche magari in modo non funzionale). Questi incontri di solito sono molto illuminanti per le famiglie.
stavo per darle una risposta (che le scriverò comunque di seguito) ma il modo in cui si è firmata mi ha acceso un campanello d'allarme.
Mi sono fatta due fantasie.
La prima è che lei sia "troppo" innamorata di sua figlia, nel senso che è accondiscendente e fa fatica a dirle dei no e a metterle dei confini. Rispetto a questo, spesso i genitori hanno paura di non essere amati se contraddicono i figli. Invece le dico che essere genitore significa fare quello che è giusto per sua figlia, che difficilmente da qui ai prossimi anni significherà "quello che vuole sua figlia". So che sentire il rifiuto è doloroso, ma è necessario. Meglio un genitore autorevole che un genitore permissivo.
La seconda fantasia che mi sono fatta riguarda invece un suo eventuale senso di colpa, per aver voluto un secondo figlio. Questo potrebbe aver lavorato dentro di lei a livello inconscio e avrebbe potuto portarla ad essere, dopo la nascita del secondo figlio, eccessivamente permissiva nei confronti di sua figlia.
Queste ovviamente sono solo fantasie in base al suo racconto.
Ora le do invece qualche consiglio più "pratico".
Innanzitutto visto che sua figlia frequenta molti contesti extra familiari, chieda come si comporta in quei contesti. Se nessuno le racconta disagi, non mi preoccuperei troppo per la bimba. Piuttosto valuti in questo caso un percorso di sostegno alla genitorialità per lei e per il papà della bambina (considerando anche le fantasie che le dicevo prima).
Nel caso in cui invece qualcuno le riportasse disagio, significa che sta succedendo qualcosa e che quello che sua figlia fa a casa è il risultato di qualcosa che succede là fuori. In questo caso io porterei la bambina da una terapeuta dell'età evolutiva, che potrebbe aiutarla a tirare fuori quello che sta succedendo.
La terza strada è una terapia familiare.
Andare tutti insieme da un terapeuta, che vi aiuti a comprendere come state funzionando tutti insieme (anche magari in modo non funzionale). Questi incontri di solito sono molto illuminanti per le famiglie.
Gentile mamma, i bambini spesso reagiscono con rabbia a situazioni emotive di cui non sanno parlare. L'entrata alla scuola primaria è un momento di passaggio che spaventa e che richiede dei prerequisiti emotivi : curiosità di apprendere, tolleranza alla frustrazione (l'errore nel processo di apprendimento è inevitabile)... A questi si aggiungono le dinamiche familiari, come la presenza di un fratello o sorella, il rapporto con le aspettative dei genitori e, non ultimo, il connubio fra bambino e ambiente scolastico. Riuscire ad individuare una causa risulta perciò difficile ad un genitore, anche il più volenteroso e amorevole. Pertanto ciò che le suggerisco è rivolgersi ad uno psicoterapeuta infantile per una valutazione, con lo scopo di risalire alla dinamica emotiva sottostante e suggerire a voi genitori indicazioni inerenti all'approccio più corretto da avere con vostra figlia. Scegliete un professionista che abbia un approccio complessivo, che ascolti i genitori e la loro storia, insieme all'analisi di sua figlia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera,
La fase che attraversa sua figlia potrebbe essere legata ai cambiamenti scolastici e familiari. Per aiutarla, incoraggi la comunicazione emotiva, stabilisca delle regole e routine chiare, e offra alternative di gestione della rabbia, come per esempio, respirare profondamente. Dedicarle momenti speciali e riconoscere i suoi sentimenti può aiutarla a sentirsi meno trascurata. Se il comportamento persiste, potrebbe essere utile consultare uno psicologo infantile.
Cordialmente, dott.ssa Raileanu
La fase che attraversa sua figlia potrebbe essere legata ai cambiamenti scolastici e familiari. Per aiutarla, incoraggi la comunicazione emotiva, stabilisca delle regole e routine chiare, e offra alternative di gestione della rabbia, come per esempio, respirare profondamente. Dedicarle momenti speciali e riconoscere i suoi sentimenti può aiutarla a sentirsi meno trascurata. Se il comportamento persiste, potrebbe essere utile consultare uno psicologo infantile.
Cordialmente, dott.ssa Raileanu
Salve,
si apra alla possibilità di un incontro familiare con uno specialista, potrà aiutarla nel trovare le risposte che cerca.
Cordialmente
Dott. Diego Ferrara
si apra alla possibilità di un incontro familiare con uno specialista, potrà aiutarla nel trovare le risposte che cerca.
Cordialmente
Dott. Diego Ferrara
Nei bambini l'aggressività si scatena per svariati motivi e la nascita di un fratellino è senz'altro un fattore all'inizio disturbante, benché poi si riveli una risorsa insostituibile. Provi a portare la bambina da un terapeuta psicoanalitico specializzato nei problemi dell'infanzia. I due giocheranno insieme ma il gioco è uno strumento per mettere in scena conflitti profondi che , una volta emersi, possonono essere elaborati. Farà un bel regalo alla sua bambina per il presente e per il futuro. Un saluto
Cara mamma, innanzitutto, il tuo amore e la tua attenzione per tua figlia emergono con forza dalle tue parole, ed è un aspetto fondamentale per aiutarla in questo momento di difficoltà.
I comportamenti che descrivi potrebbero essere un segnale di disagio o una richiesta di aiuto. Se prima non erano presenti e ora si manifestano con più intensità, è importante chiedersi cosa stia cambiando nella sua vita. Alcune ipotesi da considerare potrebbero essere:
L’ingresso alla scuola primaria, che porta nuove richieste e responsabilità. Il momento dei compiti potrebbe generare frustrazione perché lei percepisce aspettative elevate su di sé.
Il rapporto con il fratellino, che, pur essendo affettuoso, può aver modificato il suo ruolo in famiglia. Il riferimento a quando era figlia unica potrebbe indicare una nostalgia per un'attenzione più esclusiva.
Le dinamiche sociali, come le difficoltà nel doposcuola, che potrebbero farla sentire meno sicura nel suo gruppo di pari.
Un modo per esprimere emozioni difficili, come stanchezza, insicurezza o bisogno di controllo sulle situazioni.
Queste manifestazioni non sono “capricci” ma segnali che meritano ascolto. Aiutarla per tempo potrebbe prevenire l’accumulo di disagio. Come?
Accogli i suoi sentimenti, senza minimizzarli ma aiutandola a dare loro un nome. Puoi dirle: “Capisco che sei arrabbiata, vuoi dirmi cosa ti ha fatto stare così?”
Trova momenti di connessione esclusiva, anche solo 10 minuti in cui siete solo voi due, per riequilibrare l’attenzione rispetto al fratellino.
Rendi il momento dei compiti più leggero, senza focalizzarti sull’errore ma sul percorso. Se mostra difficoltà, potresti aiutarla a spezzare il lavoro in piccoli passi.
Riflettete insieme sulle regole, coinvolgendola nel trovare soluzioni per i momenti critici, così da farle sentire che ha un ruolo attivo.
Se le difficoltà persistono o aumentano, un confronto con un esperto potrebbe offrire strumenti personalizzati per aiutarla a gestire le sue emozioni. Non sei sola in questo percorso e il tuo desiderio di aiutarla è già un passo importantissimo. Suggerisco di monitorarla nel tempo ma di non aspettare troppo. Se ha bisogno di essere supportata, meglio intervenire per tempo piuttosto che lasciar crescere del disagio che andrebbe certamente indagat o meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Stefania Ludovici
I comportamenti che descrivi potrebbero essere un segnale di disagio o una richiesta di aiuto. Se prima non erano presenti e ora si manifestano con più intensità, è importante chiedersi cosa stia cambiando nella sua vita. Alcune ipotesi da considerare potrebbero essere:
L’ingresso alla scuola primaria, che porta nuove richieste e responsabilità. Il momento dei compiti potrebbe generare frustrazione perché lei percepisce aspettative elevate su di sé.
Il rapporto con il fratellino, che, pur essendo affettuoso, può aver modificato il suo ruolo in famiglia. Il riferimento a quando era figlia unica potrebbe indicare una nostalgia per un'attenzione più esclusiva.
Le dinamiche sociali, come le difficoltà nel doposcuola, che potrebbero farla sentire meno sicura nel suo gruppo di pari.
Un modo per esprimere emozioni difficili, come stanchezza, insicurezza o bisogno di controllo sulle situazioni.
Queste manifestazioni non sono “capricci” ma segnali che meritano ascolto. Aiutarla per tempo potrebbe prevenire l’accumulo di disagio. Come?
Accogli i suoi sentimenti, senza minimizzarli ma aiutandola a dare loro un nome. Puoi dirle: “Capisco che sei arrabbiata, vuoi dirmi cosa ti ha fatto stare così?”
Trova momenti di connessione esclusiva, anche solo 10 minuti in cui siete solo voi due, per riequilibrare l’attenzione rispetto al fratellino.
Rendi il momento dei compiti più leggero, senza focalizzarti sull’errore ma sul percorso. Se mostra difficoltà, potresti aiutarla a spezzare il lavoro in piccoli passi.
Riflettete insieme sulle regole, coinvolgendola nel trovare soluzioni per i momenti critici, così da farle sentire che ha un ruolo attivo.
Se le difficoltà persistono o aumentano, un confronto con un esperto potrebbe offrire strumenti personalizzati per aiutarla a gestire le sue emozioni. Non sei sola in questo percorso e il tuo desiderio di aiutarla è già un passo importantissimo. Suggerisco di monitorarla nel tempo ma di non aspettare troppo. Se ha bisogno di essere supportata, meglio intervenire per tempo piuttosto che lasciar crescere del disagio che andrebbe certamente indagat o meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Stefania Ludovici
Buongiorno gentile utente. Comprendo benissimo la sua richiesta. Condividere e chiedere un parere di fronte ad una difficoltà sono già un primo passo importante in un'ottica di prendersi cura della situazione. L'accoglienza emotiva che già voi mettete in atto è sicuramente di aiuto in un'ottica di comprensione e contenimento per la bambina. Credo potrebbe essere utile rivolgervi ad uno/a psicologo/a psicoterapeuta con il/la quale poter condividere ed approfondire quanto riportato e capire come poter aiutare al meglio la bambina e voi genitori.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Stella Tessicini
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Stella Tessicini
Gentile utente, grazie per aver raccontato la sua esperienza. é riuscita a comunicare in modo molto forte l'amore per sua figlia e l'intenzione di volerla aiutare. Spesso accade qualcosa, sia in ambito scolastico che nella relazione in famiglia, che può influire su alcuni cambiamenti nei bambini, rispetto all'umore e al comportamento; anche l'evoluzione, che caratterizza la normale fase di sviluppo può manifestarsi con questi cambiamenti, come se i bambini dovessero gradualmente adattarsi alla loro stessa crescita. Potrebbe essere utile per sua figlia una consulenza di un neuropsichiatra infantile, per meglio focalizzarsi su queste reazioni. Io la invito, allo stesso tempo, a riflettere sulla possibilità di richiedere una consulenza psicologica per voi genitori, e per l'intero sistema familiare, perchè possiate essere sostenuti e supportati in questo momento di cambiamento. resto a disposizione, dott.ssa Amelia Capezio
Buonasera,
Grazie per aver condiviso la sua situazione con la figlia. Si capisce che tiene molto a lei e al suo benessere. Può far preoccupare un cambiamento repentino dell' umore o degli atteggiamenti. La sua disponibilità all'ascolto e alla comprensione le permette di risolvere gli eventuali conflitti che, normalmente emergono all'interno di un rapporto filiale. I bambini e le bambine sono molto sensibili alle aspettative che i loro genitori nutrono nei loro confronti, che spesso passano al di là delle parole. Porre attenzione a cosa accade prima di una sua reazione aggressiva potrebbe permetterle di osservare delle dinamiche che si ripetono di volta in volta. Rimanere calma può essere una buona strategia anche se a volte rischia di impedire di empatizzare con lo stato emotivo della figlia, creando una distanza che può passare per incomprensione. La fermezza nel porre limiti può fornire contenimento e rassicurare la bambina di trovarsi di fronte a un adulto che si assume il ruolo di genitore. Consideri questi come spunti su cui riflettere e che non costituiscono necessariamente la risposta esatta alla sua situazione di cui solo lei ha il quadro più completo della situazione.
Grazie per aver condiviso la sua situazione con la figlia. Si capisce che tiene molto a lei e al suo benessere. Può far preoccupare un cambiamento repentino dell' umore o degli atteggiamenti. La sua disponibilità all'ascolto e alla comprensione le permette di risolvere gli eventuali conflitti che, normalmente emergono all'interno di un rapporto filiale. I bambini e le bambine sono molto sensibili alle aspettative che i loro genitori nutrono nei loro confronti, che spesso passano al di là delle parole. Porre attenzione a cosa accade prima di una sua reazione aggressiva potrebbe permetterle di osservare delle dinamiche che si ripetono di volta in volta. Rimanere calma può essere una buona strategia anche se a volte rischia di impedire di empatizzare con lo stato emotivo della figlia, creando una distanza che può passare per incomprensione. La fermezza nel porre limiti può fornire contenimento e rassicurare la bambina di trovarsi di fronte a un adulto che si assume il ruolo di genitore. Consideri questi come spunti su cui riflettere e che non costituiscono necessariamente la risposta esatta alla sua situazione di cui solo lei ha il quadro più completo della situazione.
Buon pomeriggio, ritengo opportuno iniziare una terapia familiare in modo tale da poter esplorare le diverse relazioni: di coppia, genitoriali e fraterne. Concentrarsi sulla formazione della coppia, sul passaggio alla genitorialità e su come la bambina abbia affrontato l'arrivo del fratello, che l'ha privata del ruolo di "figlia unica", potrà essere utile per mettere in luce eventuali dinamiche inesplorate che hanno portato alla manifestazione di tale sofferenza. Spero di esserle stata utile, Dott.ssa Simona Sposato.
Gentile Signora,
quello che descrive è un quadro in cui sua figlia, fino a poco tempo fa serena e collaborativa, sta manifestando reazioni emotive più intense e comportamenti oppositivi, soprattutto in contesti familiari e in situazioni di frustrazione.
A quest’età, la gestione delle emozioni è ancora in fase di sviluppo: un bambino può sentirsi sopraffatto da rabbia, delusione o senso di ingiustizia e reagire in modo impulsivo, senza avere ancora gli strumenti per regolare il proprio stato interno.
Nel caso di sua figlia, possono contribuire vari fattori:
Cambiamenti relazionali (ad esempio la presenza del fratellino, con possibili sentimenti di gelosia o timore di “perdere” attenzioni);
Difficoltà scolastiche o di autostima (momenti di frustrazione davanti a compiti o correzioni, percepite come “critiche” personali);
Esposizione a modelli comportamentali più grandi o meno adeguati, che possono influenzare linguaggio e modalità di reazione;
Bisogno di spazi esclusivi con la mamma o con altre figure di riferimento.
Per aiutarla concretamente, può essere utile:
Creare momenti individuali solo per lei, anche brevi, in cui possa sentirsi vista e ascoltata senza dover “condividere” l’attenzione;
Anticipare e strutturare le transizioni (es. “fra 10 minuti spegniamo la TV” oppure “facciamo due esercizi e poi una pausa”), in modo che il passaggio da un’attività all’altra non arrivi come un’imposizione improvvisa;
Riconoscere le emozioni prima di correggere il comportamento (“vedo che sei arrabbiata perché hai sbagliato, può capitare a tutti… ora vediamo insieme”);
Stabilire regole chiare e costanti, condivise anche con nonni e zii, così che i limiti siano coerenti;
Rinforzare i comportamenti positivi, lodando i momenti di collaborazione e calma, per aiutarla a interiorizzare modalità più funzionali.
Se questi episodi diventano molto frequenti o intensi, o se nota un calo significativo dell’umore o dell’autostima, può essere indicato un breve percorso di valutazione psicologica: lavorare presto, a quest’età, permette di potenziare le capacità di regolazione emotiva e prevenire irrigidimenti nel comportamento.
Il suo atteggiamento affettuoso e la volontà di comprendere già rappresentano una base solida su cui costruire strategie efficaci. Con gli strumenti adeguati, è possibile aiutare sua figlia a esprimere ciò che prova senza ricorrere a scoppi di rabbia e a ritrovare serenità nei rapporti familiari e scolastici. Saluti, Dott. Valerio Ancis
quello che descrive è un quadro in cui sua figlia, fino a poco tempo fa serena e collaborativa, sta manifestando reazioni emotive più intense e comportamenti oppositivi, soprattutto in contesti familiari e in situazioni di frustrazione.
A quest’età, la gestione delle emozioni è ancora in fase di sviluppo: un bambino può sentirsi sopraffatto da rabbia, delusione o senso di ingiustizia e reagire in modo impulsivo, senza avere ancora gli strumenti per regolare il proprio stato interno.
Nel caso di sua figlia, possono contribuire vari fattori:
Cambiamenti relazionali (ad esempio la presenza del fratellino, con possibili sentimenti di gelosia o timore di “perdere” attenzioni);
Difficoltà scolastiche o di autostima (momenti di frustrazione davanti a compiti o correzioni, percepite come “critiche” personali);
Esposizione a modelli comportamentali più grandi o meno adeguati, che possono influenzare linguaggio e modalità di reazione;
Bisogno di spazi esclusivi con la mamma o con altre figure di riferimento.
Per aiutarla concretamente, può essere utile:
Creare momenti individuali solo per lei, anche brevi, in cui possa sentirsi vista e ascoltata senza dover “condividere” l’attenzione;
Anticipare e strutturare le transizioni (es. “fra 10 minuti spegniamo la TV” oppure “facciamo due esercizi e poi una pausa”), in modo che il passaggio da un’attività all’altra non arrivi come un’imposizione improvvisa;
Riconoscere le emozioni prima di correggere il comportamento (“vedo che sei arrabbiata perché hai sbagliato, può capitare a tutti… ora vediamo insieme”);
Stabilire regole chiare e costanti, condivise anche con nonni e zii, così che i limiti siano coerenti;
Rinforzare i comportamenti positivi, lodando i momenti di collaborazione e calma, per aiutarla a interiorizzare modalità più funzionali.
Se questi episodi diventano molto frequenti o intensi, o se nota un calo significativo dell’umore o dell’autostima, può essere indicato un breve percorso di valutazione psicologica: lavorare presto, a quest’età, permette di potenziare le capacità di regolazione emotiva e prevenire irrigidimenti nel comportamento.
Il suo atteggiamento affettuoso e la volontà di comprendere già rappresentano una base solida su cui costruire strategie efficaci. Con gli strumenti adeguati, è possibile aiutare sua figlia a esprimere ciò che prova senza ricorrere a scoppi di rabbia e a ritrovare serenità nei rapporti familiari e scolastici. Saluti, Dott. Valerio Ancis
Carissima mamma,
capisco quanto possa essere difficile e frustrante vedere tua figlia attraversare questa fase, soprattutto quando il suo comportamento è così diverso da quello che eri abituata a vedere. Le reazioni aggressive, le crisi emotive e le risposte forti, come tirare oggetti o rompere matite, possono essere un segno che qualcosa la turba internamente, ma non sempre è facile individuare con chiarezza cosa possa essere.
A questa età, i bambini iniziano a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e dei limiti esterni, ma allo stesso tempo possono avere difficoltà a gestire le emozioni forti. Le crisi di rabbia e frustrazione possono essere una reazione a una sensazione di impotenza o di non controllo. Quando tua figlia fa degli errori durante i compiti, o quando non le è permesso fare qualcosa che desidera, potrebbe sentirsi sopraffatta dalla situazione, e questo potrebbe scatenare una reazione emotiva forte. Il fatto che lei esprima frustrazione attraverso l'aggressività può essere un modo per gestire la frustrazione, ma anche per comunicare un disagio che fatica a verbalizzare.
Il fatto che tua figlia faccia riferimento al fatto di "stare meglio da figlia unica" potrebbe indicare una difficoltà nell'adattarsi alla nuova dinamica familiare, forse legata all'arrivo del fratellino, che, pur essendo adorato, può essere percepito come una "minaccia" per l'attenzione e il ruolo che aveva prima in famiglia. A questa età, i bambini non sempre riescono a distinguere la gelosia sana dall'idea di sentirsi "meno amati" o "meno speciali". Questo può manifestarsi in aggressività e comportamenti oppositivi.
Inoltre, la sua difficoltà a fare amicizie nella sua classe potrebbe intensificare il suo senso di solitudine e il desiderio di essere più "grande" per cercare di essere accettata da altri. Se si trova in una situazione sociale dove non si sente del tutto integrata, questo potrebbe alimentare il suo senso di insicurezza e di frustrazione. Potrebbe valutare un percorso per sua figlia e cercare una terapeuta che possa aiutarla in questo momento difficile.
Resto a disposizione
capisco quanto possa essere difficile e frustrante vedere tua figlia attraversare questa fase, soprattutto quando il suo comportamento è così diverso da quello che eri abituata a vedere. Le reazioni aggressive, le crisi emotive e le risposte forti, come tirare oggetti o rompere matite, possono essere un segno che qualcosa la turba internamente, ma non sempre è facile individuare con chiarezza cosa possa essere.
A questa età, i bambini iniziano a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e dei limiti esterni, ma allo stesso tempo possono avere difficoltà a gestire le emozioni forti. Le crisi di rabbia e frustrazione possono essere una reazione a una sensazione di impotenza o di non controllo. Quando tua figlia fa degli errori durante i compiti, o quando non le è permesso fare qualcosa che desidera, potrebbe sentirsi sopraffatta dalla situazione, e questo potrebbe scatenare una reazione emotiva forte. Il fatto che lei esprima frustrazione attraverso l'aggressività può essere un modo per gestire la frustrazione, ma anche per comunicare un disagio che fatica a verbalizzare.
Il fatto che tua figlia faccia riferimento al fatto di "stare meglio da figlia unica" potrebbe indicare una difficoltà nell'adattarsi alla nuova dinamica familiare, forse legata all'arrivo del fratellino, che, pur essendo adorato, può essere percepito come una "minaccia" per l'attenzione e il ruolo che aveva prima in famiglia. A questa età, i bambini non sempre riescono a distinguere la gelosia sana dall'idea di sentirsi "meno amati" o "meno speciali". Questo può manifestarsi in aggressività e comportamenti oppositivi.
Inoltre, la sua difficoltà a fare amicizie nella sua classe potrebbe intensificare il suo senso di solitudine e il desiderio di essere più "grande" per cercare di essere accettata da altri. Se si trova in una situazione sociale dove non si sente del tutto integrata, questo potrebbe alimentare il suo senso di insicurezza e di frustrazione. Potrebbe valutare un percorso per sua figlia e cercare una terapeuta che possa aiutarla in questo momento difficile.
Resto a disposizione
Tua figlia di 7 anni sta vivendo un momento di **crescita emotiva intensa**: le crisi di rabbia, le difficoltà con i compiti, la gelosia per il fratellino e la solitudine al doposcuola sono segnali di **disagio interiore**. Non sono “capricci”, ma richieste di aiuto espresse con il corpo e il comportamento.
**Come aiutarla:**
* Mantieni la calma e accogli le emozioni prima di correggere.
* Dedicale momenti esclusivi e rituali condivisi.
* Dai un nome alle emozioni (“capisco che sei arrabbiata…”).
* Leggete insieme storie che parlano di rabbia, fratellanza, solitudine.
* Fate pace con lentezza, valorizzando il momento del “scusa” e dell’abbraccio.
**E per te:**
Valuta una **consulenza genitoriale**, uno spazio di ascolto che ti aiuti a comprendere meglio tua figlia e a trovare strumenti efficaci, in linea con il tuo modo di essere madre.
Se vuoi, posso aiutarti a trovare un servizio nella tua zona.
**Come aiutarla:**
* Mantieni la calma e accogli le emozioni prima di correggere.
* Dedicale momenti esclusivi e rituali condivisi.
* Dai un nome alle emozioni (“capisco che sei arrabbiata…”).
* Leggete insieme storie che parlano di rabbia, fratellanza, solitudine.
* Fate pace con lentezza, valorizzando il momento del “scusa” e dell’abbraccio.
**E per te:**
Valuta una **consulenza genitoriale**, uno spazio di ascolto che ti aiuti a comprendere meglio tua figlia e a trovare strumenti efficaci, in linea con il tuo modo di essere madre.
Se vuoi, posso aiutarti a trovare un servizio nella tua zona.
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