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Esperienze

Su di me

Sono una psicoterapeuta umanistico esistenziale integrata, perché l'integrazione è il mio obiettivo principale: integrare significa Accogliere e Cont...

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Formazione

  • università La Sapienza di Roma
  • scuola di specializzazione ASPIC Roma
  • AEMEF scuola di mediazione familiare
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Specializzazioni

  • Mediatore familiare
  • Psicologia Clinica
  • Psicologia della Salute
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Tirocini

  • comunità di riabilitazione psichiatrica
  • Gruppi da Family connection per familiari di Borderline

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Trovo giovamento e quel pizzico di serenità in un momento difficile, doloroso e particolare della mia vita

M
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La Dott.ssa Marzano è una persona accogliente ed empatica che mette a proprio agio una persona come me, spaventata del mondo e delle relazioni. Lavorare con lei mi ha permesso di superare le mie ansie, di accedere al mondo con più sicurezza ma anche con più attenzione ai miei bisogni. Se prima mi chiedevo 'cosa vogliono gli altri?', ora sono anche i miei desideri e i miei bisogni a guidarmi nelle scelte. La ringrazio infinitamente.

Dott.ssa Simona Marzano

La ringrazio MT per aver rilasciato un feedback sul nostro lavoro. Lo spazio terapeutico deve essere un luogo sicuro e privo di giudizio. Mi fa piacere che lei lo senta tale, perché solo cosi può avvenire la crescita e il cambiamento verso un maggiore benessere personale. A presto!

M
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Ascolto delicato, restituzioni precise , riflessioni illuminanti. Una danza che consiglio .

Dott.ssa Simona Marzano

Carissima Mariagrazia, come al solito lei sa trasmettere con le sue suggestioni il senso di quello che vive, la ringrazio di aver danzato assieme a me...


A
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Non ringrazierò mai abbastanza l’amica che 3 anni fa mi consigliò Simona. Una professionista unica, ogni incontro con lei un momento di crescita e consapevolezza, ogni suo pensiero un aiuto. Simona accompagna, ascolta, capisce rendendoti un adulto migliore. Grazie!

Dott.ssa Simona Marzano

Cara Anna, il suo entusiasmo è dato dal fatto di aver ottenuto molti risultati in un tempo meno lungo di quanto prevedeva e questo lo deve anche a sé stessa. Riponga la stessa fiducia che ha in me, nella sua forza e nelle sue capacità. Lei è un'opera autentica, un originale, per intenderci. Non se lo dimentichi.


I
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La dottoressa Marzano è una professionista seria e affidabile. Nel suo studio si trova comprensione e accoglienza, assoluta assenza di giudizio e ascolto accorto e incondizionato. Non avrei potuto trovare una guida migliore per conoscere, accogliere e imparare ad amare tutte le parti della mia frammentazione.

Dott.ssa Simona Marzano

Caria Ilaria, la ringrazio per il suo feedback, abbiamo fatto un buon lavoro insieme!


L
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Ho trovato grande giovamento dal percorso terapeutico intrapreso. Una professionista eccellente, gentile, puntuale, disponibile, sempre rispettosa del paziente. Per me un punto di riferimento

Dott.ssa Simona Marzano

La ringrazio per il riscontro. Lavorare insieme è stato arricchente anche per me.


L
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Sono andato da lei in un momento veramente difficile della mia vita, la Dottoressa Simona con la sua empatia e la sua preparazione ha saputo riaccendere in me le giuste emozioni.

Dott.ssa Simona Marzano

Luca la ringrazio, sono certa che tutto ha attecchito in un terreno fertile e pronto a generare frutti.


A
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Una professionista top dotata di grande empatia. Un piacere “viaggiare” con la dott.ssa Marzano, super preparata, e raggiungere nuovi stati di equilibrio e di positività. Super consigliata !!!!

Dott.ssa Simona Marzano

Buongiorno Angelo, la ringrazio per le sue parole, e mi piace avere conferma che il benessere conquistato perduri.


U
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La dottoressa si è dimostrata da subito attenta ed accogliente. Mi sono sentito subito a mio agio ma ho potuto apprezzare anche la competenza e la preparazione

Dott.ssa Simona Marzano

Grazie Ugo, a lei per la fiducia che ripone in me.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 17 domande da parte di pazienti di MioDottore

Dopo anni di psicoterapia non riesco a combattere l'apatia e la depressione...
Seguo già una terapia farmacologica prescrittami dalla psichiatra, diagnosi: depressione con tratti borderline.
Carbolithium, Abilify, Brintellix, Alprazolam.
Ma nonostante tutto questo l'ansia persiste, di conseguenza anche la depressione.
Aiutatemi, io non so più cosa fare....

Carissima Utente, lei ha una diagnosi che dice tutto sulla sua vita interiore. Depressione con tratti border line significa che lei ha un gran mal di vivere, paura, senso di solitudine, a volte rabbia e a volte tristezza infinita. E' così? Come state lavorando in terapia? Avete rintracciato una storia infantile e familiare traumatica? Oppure la sua infanzia sembra essere stata tranquilla? Oggi le teorie biosociali sui disturbi di personalità tengono conto del carattere e delle caratteristiche con cui nasciamo, nel suo caso potrebbero esserci una sensibilità e una delicatezza di fondo che se l'ambiente non sa riconoscere precocemente, non potranno dare i loro frutti. Esperienze discrete, una certa trascuratezza, poca empatia per esempio, possono ferire questo animo delicato lasciando una traccia nel suo sistema nervoso difficilmente removibile. Altre volte è proprio la violenza di un sistema familiare che genera invece dei traumi dell'attaccamento che sfociano in una "patologia" psicologica. Sono certa che in terapia vi state occupando di tutto questo. Continuate a farlo e cercate le risorse attuali, gli aspetti più adulti della sua personalità. Avete individuato i suoi punti di forza, che la sostengono e l'hanno sostenuta sino ad oggi e ancora la spingono a chiedere aiuto in ogni maniera, a non rassegnarsi alla sofferenza? Tenga conto prima di tutto di questo, si faccia aiutare a mettere a fuoco le sue capacità di prendersi cura degli altri, di chi soffre o è piccolo (un bambino, una anziano, un animale domestico) perché se in quel momento dimentica la sua sofferenza e sente in sé una certa energia, vuol dire che quella è la Vera Sé, mentre tutto il dolore e l'angoscia che sente sono parti di lei che sono bloccate in un eterno passato traumatico. Purtroppo il corpo accusa il colpo e le memorie traumatiche riecheggiano in noi come una colonna sonora terribile che non ci permette di restare in contatto con una realtà presente piacevole e sufficientemente sicura.

Dott.ssa Simona Marzano

Buonasera, sono una ragazza di 25 anni
Scrivo qui perché dal 2020 ho iniziato a soffrire di disturbi alimentari, inizialmente anoressia che è diventata dopo 2 anni bulimia. In questi anni sono stata in terapia e sono stata seguita da una dietista. Entrambi i percorsi mi hanno aiutato molto infatti ad ottobre 2023 li ho terminati perché ritenuto da chi mi ha seguito che non ne avessi più bisogno, e in effetti stavo bene, non avevo più avuto abbuffate con vomito da 2 mesi. Ora però sono una ventina di giorni che ogni giorno mi abbuffo e vomito anche più volte al giorno. È una brutta ricaduta probabilmente dovuta allo stress per gli esami universitari e altri problemi familiari. Odio ritrovarmi di nuovo nello stesso loop di pensieri e azioni che mi tenevano "imprigionata" tempo fa, ho il terrore di rimanerci di nuovo incastrata dentro, perché i pensieri sono esattamente gli stessi. In più sto studiando dietistica perché mano a mano che guarivo mi sono resa conto che era quello che volevo fare e infatti mi appassiona, ma ora che ho avuto questa ricaduta si intromette anche il pensiero che forse se sto così non sono adatta a fare questi studi e questo lavoro. In questo momento non ho neanche le disponibilità economiche per riprendere un percorso psicologico o nutrizionale, ma vorrei cercare di uscire da questo momento e tornare sulla buona strada. C'è anche da dire che prima di questo momento ho avuto un periodo in cui facevo il contrario, ho notato che restringevo e avevo molti pensieri sul cibo, e infatti avevo perso un po' di peso, il tutto in concomitanza di un esame che stavo riuscendo a studiare molto bene, con costanza e che ha avuto un ottimo risultato. Dopo quell'esame ho dovuto iniziare a studiarne subito un altro ma non riuscivo perché avevo la mente troppo affaticata, e da li sono ricominciate le abbuffate, proprio come se avessi due modus operandi, uno super efficace e l'altro per niente, anzi. È un po' la logica del tutto o niente che mi accompagna da una vita. Infatti non vedo l'ora di dare questo esame perché nella mia testa una volta dato questo esame finiranno anche le abbuffate, ma il problema di fondo rimane...
Non so se effettivamente c'è qualcosa che possa aiutarmi sul momento, ma ci provo lo stesso, anche solo per sfogarmi.
Grazie mille in anticipo

Cara Utente, i cosiddetti disturbi alimentari hanno origini così lontane nella vita di una persona, che è un po' come badare ai bisogni di un bambino molto molto piccolo. L'impulso a mangiare o a rifiutare il cibo non è collegato in questi casi al fabbisogno nutrizionale, come lei sa, ma a bisogni consolatori o a impulsi di rabbia. Queste emozioni in un neonato attivano riflessi automatici elementari che ruotano tutti intorno al cibo, alla richiesta di essere preso in braccio ed allattato, o di essere coccolato e tranquillizzato (cosa che accade appunto dopo una poppata). Il cervello razionale può ben poco con questa piccola parte di noi "preverbale". Siamo tutti così, non si scoraggi, bevitori, fumatori, tutti i soggetti che hanno qualche dipendenza. Quindi non sarà uno sforzo di volontà a cambiare le cose. Ma un certo amore sì, che passa dall'immaginazione e dalla corporeità. Intanto un training di meditazione può aiutare a modulare le emozioni che portano a non resistere agli impulsi. Lei si deve rassegnare a fare una vita più adatta alle sue esigenze...più calma... e poi la invito a considerare il raptus, come se provenisse da una neonatina dentro di lei che vuole essere amata piuttosto che riempita di cibo. Questo è un semplice (ma non facile) lavoro di immaginazione autoguidata: visualizzi in lei una creaturina piccola che piange e provi a capire di cosa avrebbe bisogno veramente...a volte dare cibo ad un bambino che non ha fame non è la soluzione ai suoi problemi...forse ha sonno, oppure ha paura o ha dolore da qualche parte. Se lo trova più adatto a lei può immaginare una bimba un po' più grandicella...comunque cominci a far caso che quella che si avventa sul cibo non è lei, futura dietista in gamba e capace di scegliere una alimentazione sana e consona, ma è una parte piccolina che vuole la sua attenzione e che è stata triggerata da qualcosa. Forse lo stress risveglia in lei questa parte piccola che non può smettere di chiedere aiuto nella sola maniera che conosce...magari distraendosi con il cibo da qualche brutto pensiero o dalla solitudine...

Dott.ssa Simona Marzano

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