Buongiorno, scrivo qui per un piccolo sfogo. Purtroppo è la terza relazione di fila che mi capita c

24 risposte
Buongiorno, scrivo qui per un piccolo sfogo.
Purtroppo è la terza relazione di fila che mi capita copia-incolla e comincio a pensare che verosimilmente nelle relazioni ho un po' di sfortuna (tra cui le ultime due, inclusa questa, entrambe adottate e con molte similitudini).

Andando per ordine, sto da quasi 4 mesi con una ragazza di 23 anni, io ne ho 26 e lei abita in un piccolo paese vicino alla mia città, distante 15 minuti di treno, niente di che. Finalmente vedo che questa ragazza è molto presa da me, molto affezionata ma scopre subito le carte che anche lei ha problemi con i genitori. La scorsa relazione mi è andata male per colpa dei genitori e sono stato malissimo, periodo di depressione assurdo. Questa volta, però, vedo che questa ragazza è molto affezionata e mi piace tantissimo rispetto alla precedente e decido di pazientare un po' come sto facendo ora, ma è ovvio che man mano la pazienza finisce, soprattutto se quella persona non fa niente per cambiare le cose.

Per sintetizzare, il padre non vuole che lei si fidanzi, le hanno costretto (con minacce di buttarla fuori) a lasciare tutti i ragazzi con i quali è stata, attribuendo all'università l'unica cosa che conta nella vita e nient'altro. Non ha una libertà di uscire né di giorno né di sera, infatti non possiamo vederci neanche se dice ai suoi genitori di essere con amici, perché le concedono solo di andare in università e se, per esempio, la lezione finisce alle 16, alle 17 deve essere a casa. Noi ci siamo visti in tempi di lezioni facendo io follie e stress scappando dal lavoro (fortunatamente ho un piccolo bar e me lo gestisco io), lo stress a mille ma comunque lo faccio. Siamo usciti una prima volta di sera dicendo che era con amici e un po' hanno sospettato e mi voleva lasciare. In famiglia ha una situazione assurda: se viene bocciata agli esami viene insultata, derisa, minacciata e addirittura (perché sanno della mia esistenza come frequentazione) è stata bocciata a un esame (ma ora si sta laureando, quindi che dramma bocciare a un esame) e hanno dato la colpa a me. I suoi genitori, perché sono entrambi laureati, dicono che non è normale che un ragazzo di 26 anni come me non sia ancora laureato (mi sono iscritto a 25) e la mia famiglia è inferiore solo perché mio padre è poliziotto e mia madre infermiera e non hanno una laurea. Ci reputano inferiori e devono prendere informazioni giudiziarie sulla mia famiglia ecc., oppure le fanno discorsi sul fatto che il ragazzo deve essere diplomato al liceo classico o scientifico, altrimenti non va bene. Quindi io che sono geometra non va bene.

Per questa ragazza sto facendo tutto, la amo alla follia ma la mia salute mentale se ne sta andando.

Ci siamo regalati una collana con un puzzle che ci completa e sua madre ritiene di essere veggente e dice che le cose all'università vanno male a causa della collana che porta sfortuna e "dopo gli esami deve farle un discorso su di me" che neanche mi conoscono. Sicuramente vorranno farle un lavaggio del cervello e questa situazione mi sta creando un'ansia assurda. Ciò che mi preoccupa è che a volte li difende, dicendo che le sta bene avere orari o che i genitori le stanno dietro così; a volte li condanna dicendo che vuole andarsene di casa ecc. e non fa niente per cambiare questa situazione. Non mostra un briciolo di coerenza anche in altre cose della vita. Ha 23 anni ma sembra averne 16, non sembra avere un'educazione di base, ad esempio le pago pranzi o cene e un grazie non lo dice mai… sembra una famiglia molto strana. In teoria dovrei presenziare alla laurea a luglio e l'altra sera siamo usciti con coppie di amici e, senza cantare vittoria, fanno venire sempre il fratello che davanti ai miei amici mi ha detto "alla laurea per la tua sopravvivenza non ti conviene baciarla o abbracciarla", dicendo che devo piacere al nonno, allo zio ex sindaco del paese, ecc. e molti discorsi medievali. Ultimamente è stata bocciata a due esami e sua madre attribuisce la colpa a me e ai suoi amici, che le portiamo sfortuna e che a sensazione, seppur non mi abbia mai conosciuto, non mi può vedere. Ieri è stata bocciata all'ultimo esame e anziché laurearsi a luglio tutto slitta ad ottobre e lei ha cominciato a dirmi che probabilmente ha ragione sua madre, che qualcuno le porta sfortuna e potrei essere anche io... ma la cosa più grave è che ha affermato che non sa ribellarsi ai suoi genitori, che i genitori vanno ascoltati sempre, se ad esempio sua madre le dicesse di "buttati da un ponte" lei lo farebbe perché sono i genitori... e che andargli contro non è educato, anche se sbagliano con noi o ci limitano le nostre libertà vanno ascoltati perché sono i genitori e io non so ribellarmi... mi sento in colpa se li contrasto. Una volta se ne andò una settimana di casa e mi ha detto di essersene pentita subito e si sentiva in colpa. Sua madre stessa le ha detto che questo carattere deve cambiarlo e deve ragionare con la sua testa se nella vita vuole andare avanti. Io sto facendo tutto per questa ragazza, chiunque dall'esterno dice che sono un ragazzo da sposare, ma la mia salute mentale se ne sta andando a quel paese. Cosa suggerite?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Capisco che la situazione che descrive sia estremamente difficile e stressante. Vivere una relazione in cui ci sono interferenze così forti da parte della famiglia della sua ragazza può essere davvero pesante. È evidente che lei tenga molto a questa ragazza, ma la situazione che sta affrontando è complessa e richiede una riflessione profonda.

In primo luogo, è fondamentale riconoscere che non è solo una questione di amore, ma anche di rispetto reciproco e di salute mentale. Nessuno dovrebbe trovarsi in una situazione in cui la propria salute mentale è compromessa a causa di una relazione.

La sua ragazza sembra essere in una situazione di dipendenza emotiva dai genitori, il che è comprensibile data la loro influenza e le minacce che le fanno. Tuttavia, è importante che lei riconosca la propria responsabilità nel cercare di trovare un equilibrio sano tra la sua vita personale e le aspettative dei suoi genitori. Purtroppo, se la sua ragazza non è disposta a prendere delle decisioni autonome e a cercare di cambiare la situazione, sarà difficile per lei vedere dei miglioramenti.

Le suggerirei di avere una conversazione franca e aperta con la sua ragazza. Spieghi come si sente, il peso che sta portando e l'impatto che questa situazione ha sulla sua salute mentale. È importante che lei sappia che lei è disposto a supportarla, ma che ha bisogno di vedere un impegno concreto da parte sua per cercare di migliorare la situazione.

Inoltre, consideri l'opportunità di parlare con un professionista della salute mentale, sia individualmente sia come coppia. Un terapeuta può offrire strumenti utili per gestire l'ansia e per affrontare la situazione in modo più equilibrato.

Infine, deve valutare se questa relazione, nelle condizioni attuali, è sostenibile per lei a lungo termine. Nessuno dovrebbe sacrificare la propria salute mentale e il proprio benessere per mantenere una relazione. È importante trovare un equilibrio che le permetta di essere felice e sereno. Se, nonostante tutti gli sforzi, la situazione non dovesse migliorare, potrebbe essere necessario prendere delle decisioni difficili per il bene di entrambi.

Spero che possa trovare una soluzione che porti pace e serenità sia a lei che alla sua ragazza. Se ha bisogno di ulteriori consigli o supporto, sono qui per aiutarla.
Dott.ssa Elin Miroddi
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Caro utente, grazie per aver condiviso la tua situazione. Posso immaginare quanto sia difficile e frustrante affrontare quanto racconti, soprattutto quando senti di fare il possibile per la tua relazione.
E’ chiaro che la tua ragazza si trova in una situazione familiare molto complessa e restrittiva, che influisce negativamente sulla vostra relazione e la sua autonomia. E’ importante riconoscere che, nonostante i tuoi sforzi, ci sono fattori esterni che non puoi controllare.
La tua salute mentale è fondamentale e non dovrebbe essere compromessa. Considera allora l’idea di cercare il supporto di un terapeuta che può aiutarti a gestire lo stress e a trovare strategie per affrontare questa situazione. Stabilisci dei limiti chiari per proteggere la tua salute mentale e riconosci quando una situazione diventa troppo pesante da gestire da solo. Rifletti sulla tua situazione e valuta se le dinamiche attuali che descrivi sono sostenibili a lungo termine, assicurandoti che entrambi, tu e la tua ragazza, siate disposti a lavorare sui problemi e a fare dei cambiamenti.
Ricorda che meriti una relazione sana e rispettosa, dove entrambi i partner si sostengono a vicenda. Prenditi cura di te stesso e non esitare a cercare aiuto quando ne hai il bisogno.
Ti auguro il meglio e spero che tu possa trovare la serenità e la felicità che meriti.
Un caro saluto Mariacarmine Miroddi
Dott.ssa Francesca Maraio
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
comprendo quanto questa situazione possa essere stressante e dolorosa per te.
Posso immaginare i sacrifici e gli sforzi fatti per mantenere questa relazione, ma è chiaro che la situazione ha avuto un grande impatto sulla tua salute e sul tuo benessere.
Ti invito a riflettere su come immagini il tuo futuro a lungo termine con questa persona, considerando tutto quello che ci hai raccontato.
Resto a disposizione,
dott.ssa Maraio Francesca.
Dott.ssa Monica Zenucchi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Gazzaniga
Gentilissimo, capisco e comprendo come sia per lei difficile sostenere questa situazione e riuscire a far fronte a tutti i vissuti emotivi che essa sollecita. Il suo benessere emotivo e psicologico è importante nonché fondamentale sia rispetto alla sua vita personale sia rispetto alla relazione di coppia che vive. Nella descrizione che ha fatto, però, sembra che le sia difficile trovare un equilibrio e riuscire a mettere in primo piano il suo benessere. Affrontare le ingerenze familiari è molto complesso, specie a fronte del fatto che la sua ragazza fatica nel processo di separazione individuazione rispetto ai propri genitori e sperimenta uno stato di ambivalenza, entro cui anche lei viene tirato in causa. Provi a confrontarsi direttamente con la sua fidanzata rispetto a come sta e alle fatiche che sta vivendo, cercando di capire quanto spazio di miglioramento e di cambiamento anche la sua ragazza è disposta a fare. Per quanto riguarda il suo malessere potrebbe valutare di fare un percorso di supporto psicologico o eventualmente, previo accordo con la sua ragazza, anche una terapia di coppia, che possa aiutarvi a sintonizzarvi e a superare queste difficoltà che vi trovate a sperimentare. Le auguro di fare un buon percorso e rimango a disposizione. Cordiali saluti, dott.ssa Zenucchi
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Dott.ssa Gaia Villa
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Gentilissimo, buongiorno. Immagino quando la situazione possa essere difficile e impattante per Lei, si evince già solo da questa richiesta e messaggio scritto. Sicuramente è una situazione che impatta enormemente sulla Sua vita quotidiana ed è causa di fatica e frustrazione, lo capisco e lo immagino. A livello pratico, dare consigli da parte mia o di altri professionisti non è del tutto fattibile perché, nonostante Lei abbia descritto nel dettaglio la situazione, non La conosciamo, non conosciamo il suo rapporto e cosa tra voi invece funziona. Lei ha (giustamente, altrimenti non sarebbe qui a scriverci) parlato dei Suoi problemi e dei problemi della sua relazione, ma per capire di più sarebbe importante anche capire quali siano le risorse della situazione e Sue. Pare dalla sua narrazione che la Sua ragazza abbia una relazione molto stretta con i suoi genitori, con però un invischiamento e una mancanza di confini e una presenza di regole eccessive, considerando che si tratta di un’adulta e che di regole non dovrebbe averne. Non sta a Lei “correggere” la famiglia della Sua ragazza, perché non può farlo e giustamente non è suo compito. Quello che dovrebbe fare in questo momento così delicato è concentrarsi sulla Sua salute mentale e capire quello che è meglio, analizzando quali sono le difficoltà ma anche le risorse che può utilizzare in questa situazione. Per farlo, dato che mi pare di capire che la situazione per Lei sta diventando davvero faticosa, potrebbe essere importante confrontarsi con un professionista psicologo rispetto a questi aspetti. Se le dovesse servire, rimango a disposizione.

Cordiali saluti e in bocca al lupo,
Dott.ssa Gaia Villa
Dr. Massimo Mestroni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Trieste
Buongiorno, fatta una doverosa premessa, per cui in questa sede lei esprime un suo punto di vista senza contradittorio, a leggerla, mi fa venire in mente un paziente che pochi mesi fa mi diceva: "ogni volta che vedo il sorriso dei miei due figli, capisco che ho fatto bene.." si tratta di un uomo ormai più che adulto che non vede i suo genitori da 27 anni, allorquando gli dissero: "scegli, o lei o noi..". Se li ascoltava, i suoi figli non sarebbero nati (tra l'altro la sua giovane figlia è intervenuta come protezione civile in un recente disastro, che ha interessato una regione italiana).Purtroppo la sua ragazza vive in una realtà familiare disturbata e patologica, con tanto di "veggente", e francamente non vedo grandi spazi di mediazione. La sua ragazza tra l'altro è ancora giovane ed ambivalente (da una parte vuole andarsene, dall'altra li difende), e questo può essere un problema. Purtroppo capita talvolta che le vittime (uomini o donne che siano) difendano i loro aggressori maltrattanti, giustificandoli, a maggior ragione se sono i genitori (e purtroppo non sono tutte buone le mamme del mondo, né tantomeno tutti i padri ..), e quindi può darsi che il processo di separazione - individuazione, come già descritto da una collega, sia ancora in corso, processo che consisterebbe nell'acquisizione di consapevolezza e indipendenza mentale, che porta ad esprimere desideri e scelte proprie e non altrui. Non mi capita spesso, dopo anni di lavoro, di prendere posizioni drastiche, però ho l'impressione , visti anche gli atteggiamenti "semi delinquenziali" ("per la tua sopravvivenza non abbracciarla"), che nella sua situazione almeno attualmente non vi siano molte alternative al: "o noi o lui". Per cui le suggerirei di agevolare assolutamente la ragazza nel laurearsi, evitando il più possibile attriti con i familiari, poi successivamente alla laurea considerare in maniera riservata almeno degli incontri di coppia per affrontare assieme il vostro contesto di coppia, anche se a leggerla probabilmente la ragazza necessiterebbe pure di un supporto psicologico individuale, al fine di svincolarsi mentalmente dai suoi, anche perché qualora la vostra, nonostante la giovane età, sia una storia importante, ritengo che soprattutto la sua ragazza con discreta probabilità prima o poi dovrà prendere decisioni drastiche nella sua vita, se vorrà/riuscirà a svincolarsi, più o meno come accaduto al suddetto paziente al quale accennavo poc'anzi.
Inoltre, comunque vadano le cose (cioè che la vostra coppia regga l'urto familiare o meno), suggerirei pure a lei un sostegno psicologico, per supportarla vista la delicatezza della situazione e visto tra l'altro che lei stesso sente aggredita la sua salute mentale. A tal proposito le direi che conta più una buona alleanza terapeutica piuttosto che l'orientamento teorico, ma se ci tiene ad interagire con un collega junghiano, potrei indicargliene alcune/i (il sottoscritto pur apprezzando molto alcuni spunti junghiani non è junghiano), che operano anche online, a costi che ritengo francamente ragionevoli, per cui se lo desidera, mi contatti pure.
cordialmente,
M.M.

Dott.ssa Rosa Genovese
Psicologo clinico, Psicologo
Ciampino
Ciao, quello che mi colpisce in tutta questa situazione è che la tua ragazza sia d'accordo con i familiari. Tu stesso dici che sembra avere 16 anni e che non mostra gratitudine nei tuoi confronti per quello che le offri. Nello stesso tempo dici di essere esasperato da questa situazione. Ti posso suggerire di fermarti un attimo, riflettere e cercare di capire se una relazione del genere possa essere utile per te . Se non riesci a chiarirti le idee da solo consulta uno specialista per aiutarti a comprendere le dinamiche disfunzionali che si sono create nella tua relazione con questa ragazza.
Dott. Omar Angelini
Psicologo, Psicologo clinico
Foligno
Buonasera e grazie per aver condiviso il suo vissuto. Immagino quanto possa essere frustrante una situazione del genere. Da ciò che sostiene sembra che la sua ragazza non sia ancora pronta ad immaginarsi un futuro in cui la vostra coppia sia differenziata rispetto alle influenze della famiglia di origine. In questo modo lei si trova in una apparente situazione di inviachiamento e dipendenza dalla sua famiglia di origine ed è bloccata dai sensi di colpa se prova a differenziarsi o rendersi autonoma quando si arrabbia con i suoi, per cui tutto questo ricade anche su di lei. Provi ad avere un dialogo aperto e ad esporre i suoi vissuti alla sua ragazza, la supporti nei movimenti di autonomia e le faccia capire quanto per voi è importante avere una vostra identità al di là delle rispettive famiglie di origine. Prenda in considerazione di farsi aiutare lei stesso da un professionista che l'aiuti a definirsi meglio rispetto ai suoi bisogni. Se vuole sono disponibile. Dr. Angelini Omar
Dott. Maurizio Di Benedetto
Psicologo, Fisioterapista, Posturologo
Monza
Gentile Utente, visto la situazione che sta vivendo, le consiglio una consulenza psicologico, magari ad indirizzo umanistico esistenziale. Così da fare un'approfondimento personale e comprendere cosa la porta a scegliere sempre nello stesso modo le sue relazione. Inoltre avere un supporto per poter gestire in modo più funzionale questo suo momento difficile.

Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Dott.ssa Giulia Faccioli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, grazie per il suo quesito. Innanzitutto non parliamo di sfortuna ma del ritrovarsi in determinate situazioni che lei stesso descrive ottimamente come "complesse". Credo che la domanda che dovrebbe farsi, o magari fare confrontandosi con uno psicologo o psicoterapeuta, è perché sta ritornando in situazioni dove i corti circuiti sono simili, come lei descrive "da copia incolla". Il percorso per rispondere a questa domanda - che tuttavia non avrà mai una risposta definitiva - potrebbe essere per lei di grande arricchimento personale e umano. Cordiali saluti,
Dott.ssa Benedetta Mentesana
Psicologo, Psicologo clinico
Arese
Gentilissimo, grazie per aver condiviso.
Mi dispiace molto che al momento stia vivendo una relazione così complessa e di difficile gestione.
Inserirsi all’interno di un contesto familiare complesso, implica la rottura di alcuni equilibri già esistenti, sia che essi siano positivi sia che siano negativi. Probabilmente una riflessione sul come mai sia già la terza volta che si verifica lo stesso schema, potrebbe essere un ottimo punto di partenza. Ha provato a esaminare a fondo i punti in comune tra le tre relazioni, soffermandosi sulle ragioni che hanno portato al termine dei legami?
La sua ragazza sembra subire intimidazioni/minacce per rimanere impegnata e concentrata esclusivamente sullo studio e sull’università. Diventa quindi intuibile, per quando non condivisibile, che non ci sia nemmeno la volontà di poter conoscere lei, in quanto come ha raccontato “l’unica cosa che conta nella vita” pare il raggiungimento di una laurea. Sembrerebbe che le aspirazioni, i desideri e la soddisfazione della loro figlia non siano contemplabili e quindi concederle libertà e svago non risulta minimamente possibile. Nemmeno per le amicizie.
Le loro idee su come dovrebbe essere il compagno ideale della figlia, come quelle su come dovrebbe vivere, non devono per forza essere condivise da lei o dalla sua ragazza, è però importante salvaguardare il proprio benessere e la propria salute mentale, riflettendo su come questa relazione, per com’è adesso, possa essere sostenibile e gestibile a lungo andare.
Il fatto che la sua ragazza si comporti in modo ambivalente nei confronti dei genitori è comprensibile, molto probabilmente si sono instaurate delle relazioni e dei sistemi di manipolazione molto pervasivi, quindi, il focus in questo caso deve essere lei e non la sua ragazza o la sua famiglia.
È molto importante che lei segua la sua strada, i suoi tempi, ciò che la fa stare bene e ciò che le dona benessere, questo proprio perché purtroppo, le altre persone avranno sempre da dire, da giudicare e da puntare il dito, a prescindere da ciò che lei farà, dirà o sceglierà. Tenga presente che ognuno di noi è unico e fatto a suo modo, con la sua testa e le sue idee. Ciò che è giusto per lei può non esserlo per un’altra persona e quindi il difficile sta proprio nel non farsi influenzare ma nell’accogliere il parere altrui, senza esprimere giudizi o condividerlo necessariamente.
Lei sta facendo moltissimi sacrifici e sta mostrando molta comprensione e pazienza, la invito però a fermarsi e riflettere su di sé, sui suoi bisogni, su ciò che prova e come si sente. Potrebbe condividere il suo vissuto con la sua ragazza, comunicando apertamente e liberamente il suo stato d’animo, cercando di trovare un punto d’incontro. Ascoltarsi spesso è la chiave per capirsi. Confrontarsi in modo costruttivo e supportarsi dando voce alle proprie percezioni permette il rafforzamento del proprio legame.
Lei merita di viversi una relazione che le dia serenità e la faccia sentire appagato, non si metta da parte. Una relazione sana prevede la creazione dei propri equilibri, il venirsi in contro, il voler comprendere il punto di vista altrui senza doverlo approvare, ma soprattutto, il rispettarsi senza snaturare l’altro.
Le auguro il meglio, un caro saluto!
Dott.ssa Roberta Maccarone
Psicologo, Psicologo clinico
Mesero
Gentile utente, mi dispiace molto apprendere che tutti i suoi sforzi non vengono apprezzati. Le consiglio, se lo desidera, di affrontare questa situazione con un professionista che la possa aiutare a capire i suoi bisogni e come esprimerli in modo efficace per lei. Purtroppo questa ragazza sembra molto invischiata con la sua famiglia e per quanto doloroso potrebbe non essere quella giusta per lei o non essere pronta in questo momento ad una relazione come la intende lei. Penso che dovrebbe concentrarsi su cosa è bene per sè stesso, la ragazza l'ha già compiaciuta abbastanza. Resto a disposizione Dott.ssa Roberta Maccarone
Caro utente, grazie per aver condiviso la tua situazione. Posso immaginare quanto sia difficile e frustrante affrontare quanto racconta, soprattutto quando senti di fare il possibile per la sua relazione. Capisco che la situazione che descrive sia estremamente difficile e stressante. Vivere una relazione in cui ci sono interferenze così forti da parte della famiglia della sua ragazza può essere davvero pesante. In primo luogo, è fondamentale riconoscere che non è solo una questione di amore, ma anche di rispetto reciproco e di salute mentale. . Il suo benessere emotivo e psicologico è importante nonché fondamentale sia rispetto alla sua vita personale sia rispetto alla relazione di coppia che vive. Nella descrizione che ha fatto, però, sembra che le sia difficile trovare un equilibrio e riuscire a mettere in primo piano il suo benessere. Affrontare le ingerenze familiari è molto complesso, specie a fronte del fatto che la sua ragazza fatica nel processo di separazione individuazione rispetto ai propri genitori e sperimenta uno stato di ambivalenza, entro cui anche lei viene tirato in causa. Provi a confrontarsi direttamente con la sua fidanzata rispetto a come sta e alle fatiche che sta vivendo, cercando di capire quanto spazio di miglioramento e di cambiamento anche la sua ragazza è disposta a fare.Inserirsi all’interno di un contesto familiare complesso, implica la rottura di alcuni equilibri già esistenti, sia che essi siano positivi sia che siano negativi. Probabilmente una riflessione sul come mai sia già la terza volta che si verifica lo stesso schema, potrebbe essere un ottimo punto di partenza. Ha provato a esaminare a fondo i punti in comune tra le tre relazioni, soffermandosi sulle ragioni che hanno portato al termine dei legami? La sua ragazza sembra subire intimidazioni/minacce per rimanere impegnata e concentrata esclusivamente sullo studio e sull’università. Resto a disposizione, anche online.
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Dott.ssa Simona Di Napoli
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,
la situazione che stai vivendo è piuttosto complessa.
Parto dall’inizio, dalla tua definizione di relazioni copia-incolla. Quando ci troviamo a vivere situazioni che presentano dinamiche simili, se non addirittura uguali, molto probabilmente c’è qualcosa dentro di noi che ci spinge, inconsciamente, a ricercarle. Molto meno probabile, invece, che ci sia lo zampino della sfortuna. Se rifletti su questo e senti che in qualche modo ti risuona, allora dovresti iniziare un percorso di esplorazione dentro di te per capire cosa ti spinge sempre verso la stessa tipologia di ragazza e verso quei meccanismi che ti fanno sentire sempre allo stesso modo e provare le stesse emozioni dolorose. Così potrai liberarti da questo loop di sofferenza che altrimenti potresti continuare a sperimentare anche nelle storie future.
Altra cosa: ognuno è libero di vivere la propria vita come vuole, di affrontare o meno i propri demoni interiori, di accettarsi così com’è o di provare a ribellarsi ad un destino già segnato. Sono scelte personali che vanno rispettate. Quindi, se la tua ragazza si sente oppressa e desidera trovare la propria strada allora ha senso che tu la stimoli ad essere più autonoma e anche ad iniziare un percorso di consapevolezza e di rafforzamento delle proprie potenzialità per aumentare l’autostima e la capacità di mettere dei sani confini anche con i genitori. Ma, se ti rendi conto che per lei è troppo importante non deludere i genitori e assecondarli in tutto, dovrai rispettare anche questa scelta e non forzarla a farle prendere decisioni che non è pronta a gestire e che le creerebbero maggiore ansia, sofferenza e sensi di colpa.
Da quanto riporti, sembra che lei abbia entrambe le posizioni dentro, quella della sottomissione e quella della ribellione. Probabilmente vive in un incessante conflitto tra queste due parti, e per questo non riesce a prendere una decisione chiara; e questo sarebbe più che comprensibile visto l'atteggiamento che descrivi dei genitori. Tu puoi solo aiutarla a divenire più consapevole di questa ambivalenza, senza però giudicarla e farla sentire incoerente o immatura, ma cercando invece di comprendere la sua difficoltà e la sua paura inconscia di perdere l’amore e il sostegno di una famiglia che l’ha accolta.
Se hai bisogno di altro, chiedi pure, io sono disponibile.
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Di Napoli
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Mi dispiace sentire che stai vivendo una situazione così difficile. È importante considerare il tuo benessere emotivo e mentale. Comunicare apertamente con la tua partner riguardo alle tue preoccupazioni e cercare di trovare un equilibrio tra il rispetto per i genitori e l'autonomia personale potrebbe essere utile. Tuttavia, se la situazione continua a influire negativamente sulla tua salute mentale, potrebbe essere utile cercare il supporto di uno psicologo per esplorare le tue opzioni e trovare modi per affrontare questa situazione. Rimango a disposizione per ulteriori informazioni o supporto. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott. Matteo Guariso
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Udine
Buongiorno,

La situazione che hai descritto sembra molto complessa e carica di stress emotivo. Da una prospettiva psicodinamica, ci sono diversi elementi in gioco che potrebbero spiegare le dinamiche della tua relazione attuale e il modo in cui stai vivendo questi conflitti.

La ripetitività delle situazioni relazionali che hai vissuto potrebbe indicare un pattern inconscio nelle tue scelte di partner. Questo pattern potrebbe essere influenzato da esperienze passate e da bisogni emotivi profondi che cercano di essere soddisfatti attraverso queste relazioni. L'attuale relazione con la tua ragazza, che sembra essere molto legata e influenzata dai suoi genitori, riflette una dinamica di controllo e dipendenza che può essere molto difficile da gestire.

Il comportamento dei genitori della tua ragazza, caratterizzato da controllo e giudizi severi, potrebbe aver contribuito a creare in lei un forte senso di dipendenza e una difficoltà a stabilire confini sani. Questa situazione può portare a sentimenti di ansia e insicurezza, sia per te che per lei, rendendo difficile per entrambi trovare un equilibrio e una serenità nella vostra relazione.

È comprensibile che tu possa sentirti frustrato e stressato da questa situazione. La tua dedizione e il tuo impegno nella relazione sono ammirevoli, ma è importante considerare anche il tuo benessere emotivo e mentale. La continua pressione e le aspettative irrealistiche possono esaurire le tue risorse emotive, portando a sentimenti di ansia e di esaurimento.

Il fatto che la tua ragazza sembri alternare tra difendere i suoi genitori e voler cambiare la situazione riflette una possibile ambivalenza interna. Questo può essere il risultato di un conflitto tra il desiderio di autonomia e il timore di perdere l'approvazione dei genitori. Questa ambivalenza può rendere difficile per lei prendere decisioni chiare e coerenti riguardo alla sua vita e alla vostra relazione.

Affrontare questi problemi in modo costruttivo richiede spesso un supporto professionale. Una consulenza psicologica potrebbe aiutarti a esplorare le dinamiche della tua relazione, comprendere i tuoi bisogni emotivi e sviluppare strategie per gestire lo stress e l'ansia. Inoltre, potrebbe essere utile per la tua ragazza avere uno spazio sicuro dove esplorare i suoi sentimenti e le sue paure riguardo ai genitori e alla sua autonomia.

Se desideri approfondire questi aspetti e lavorare verso una maggiore chiarezza e serenità, ti invito a considerare una consulenza psicologica. Sono disponibile per incontri sia in studio che online, a seconda delle tue esigenze. Puoi contattarmi per fissare un appuntamento e iniziare questo percorso di esplorazione e guarigione. La tua crescita personale e il tuo benessere emotivo sono la mia priorità, e sarò lieto di supportarti in questo processo.

Resto a disposizione per qualsiasi domanda o per organizzare un incontro. Non esitare a contattarmi per avviare questo importante viaggio verso una maggiore comprensione e benessere.
Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Innanzitutto, voglio riconoscere quanto sia difficile e angosciante la situazione che stai vivendo. Le relazioni interpersonali, soprattutto quelle romantiche, si intrecciano profondamente con il contesto familiare e sociale delle persone coinvolte. In questo caso, emerge un quadro complesso in cui la tua compagna sembra essere intrappolata in dinamiche familiari che influenzano significativamente il suo comportamento, le sue decisioni e, in ultima analisi, la vostra relazione.
Da una prospettiva psicologica sistemico-relazionale, è importante considerare diversi aspetti:
1. Dinamicità delle relazioni familiari: La tua compagna sembra vivere in un contesto di alta pressione da parte dei genitori. I loro atteggiamenti possono riflettere una storia familiare in cui il valore è attribuito principalmente al successo accademico e al controllo sui comportamenti. Questo può influenzare il modo in cui lei vede se stessa e le relazioni, portandola a sentirsi colpevole o inadeguata. La sua difficoltà a stanziarsi dalla famiglia potrebbe essere legata a un forte legame emocionale, che può manifestarsi in una forte dipendenza o in un'impotenza rispetto alle proprie scelte.
2. Conflitti di lealtà: Potresti osservare che la tua compagna si trova in una posizione difficile di lealtà tra te e i suoi genitori. Dal punto di vista sistemico, questo può generare conflitti interiori e confusioni nei suoi ideali, specie se le viene insegnato che disobbedire ai genitori è sbagliato. Le dinamiche familiari possono esercitare una forte influenza sulle scelte relazionali e sull'autonomia, generando ansia e senso di colpa.
3. Identità e crescita personale: È fondamentale che ognuno, a qualsiasi età, sviluppi la propria identità e autonomia. Se la tua partner sta lottando con questo processo, potrebbe non essere in grado di affrontare le sfide di una relazione sana e matura. La crescita personale richiede tempo e, in alcuni casi, supporto esterno.
4. Il tuo benessere: È essenziale proteggere la tua salute mentale. L'idea di sacrificarsi per il benessere della propria compagna può essere nobile, ma non deve avvenire a scapito della tua serenità. Se la relazione sta diventando troppo pesante e non senti reciproca attenzione per il tuo benessere, potrebbe essere utile rivalutare il tuo impegno.
5. Comunicazione e supporto: Parla apertamente con la tua partner sui tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni. È fondamentale che entrambi siate in grado di esprimere le vostre emozioni e bisogni in modo onesto. Potrebbe anche essere utile considerare la terapia di coppia, dove un professionista può aiutarvi a navigare nelle complessità delle vostre interazioni e a esplorare le dinamiche familiari.
6. Incoraggiare la sua autonomia: Se possibile, incoraggia la tua compagna a cercare risorse e supporti esterni che possano aiutarla a trovare la sua voce e autonomia. Potrebbe essere un consulente, un coach o anche partecipare a gruppi di sostegno. Riconoscere le proprie emozioni e sviluppare abilità di coping la aiuterà a prendere decisioni più consapevoli riguardo alla sua vita.
In sintesi, considera in che misura la relazione offre a entrambi ciò di cui avete bisogno per evolvervi. Siamo tutti parte di reti familiari e di relazioni, e il loro impatto è profondo. Tuttavia, la capacità di prendere decisioni consapevoli e rispettare i propri limiti è fondamentale per vivere relazioni sane e appaganti. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
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Dott.ssa Maria Torromacco
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente,
leggo con attenzione le sue parole e si percepisce tanto il suo stato d'animo confuso e che si trova in difficoltà. Combatte tra i sentimenti che prova per questa ragazza e la lotta continua nei confronti della sua famiglia.
La consapevolezza che le sue relazioni sembrano essere un "copia e incolla" è già un buon inizio.
Chiaro è che le consiglio di intraprendere un percorso con uno specialista per analizzare cosa spinge lei a intraprendere sempre relazioni simili tra loro.
Ad ogni modo resto a sua disposizione.
Un caloroso abbraccio
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
La situazione che descrivi è sicuramente complessa e delicata, e comprendo quanto possa essere frustrante e logorante per te affrontarla. Da ciò che racconti emergono diversi aspetti che meritano attenzione. Da un lato, c'è il tuo impegno sincero e profondo per questa relazione, dall'altro ci sono le difficoltà legate al contesto familiare e personale della tua compagnia, che sembrano influenzare negativamente sul tuo rapporto.
Alcuni punti importanti da considerare:
La gestione della tua salute mentale : sentirsi sopraffatti, stressati e ansiosi in una relazione può indicare che stai mettendo troppo peso sulle tue spalle. È fondamentale che tu dia priorità al tuo benessere emotivo.
Le dinamiche familiari della tua compagna : da ciò che descrivi, il rapporto con i suoi genitori è molto complesso e lei stessa faticare a trovare un equilibrio tra il bisogno di autonomia e il senso di colpa legato alla ribellione. Questi aspetti potrebbero richiedere un supporto professionale per essere affrontati efficacemente.
La reciprocità nella relazione : è importante che entrambi i partner investano energie e risorse nella relazione. Se senti di essere l'unico a fare sacrifici ea lottare, è giusto riflettere su quanto questa relazione sia equilibrata e sostenibile.
Vista la complessità della situazione, ti consiglio vivamente di approfondire queste dinamiche con il supporto di uno specialista. Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a chiarire i tuoi bisogni, a gestire meglio le difficoltà ea prendere decisioni più consapevoli per il tuo benessere. Allo stesso modo, potrebbe essere utile per la tua compagnia affrontare i conflitti familiari e imparare a gestire l'autonomia personale.
Un sostegno professionale può fare la differenza per comprendere meglio le vostre emozioni e trovare soluzioni adeguate.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dr. Giacomo Bonetti
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,
capisco la sua sofferenza e la difficoltà a stare in una situazione che dipende molto poco da lei. Al tempo stesso, però, noi possiamo intervenire e cambiare solamente noi stessi e non gli altri. Le resti vicino e la supporti finché ne ha desiderio e finché ci riesce ma ricordi che tutelare la propria salute - anche psichica - è una priorità. Qualora dovesse sentirsi sopraffatto dalle circostanze o bloccato, non esiti a contattare uno psicologo.
Dott. Giacomo Bonetti
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, ho letto con molta attenzione le sue parole, perché dentro questo racconto sento un forte bisogno di essere ascoltato davvero, di trovare un senso in quello che sta vivendo e forse di capire come sia possibile amare così tanto una persona che, suo malgrado, la sta trascinando in una situazione che la sta consumando dentro. In questo momento lei si trova in un legame che non è fatto solo di due persone che si scelgono, ma è come se nel mezzo ci fosse una terza forza, una presenza costante che mette limiti, impone regole, toglie libertà e alimenta confusione. Questa terza presenza è la famiglia di lei. Una famiglia che, come racconta, esercita un controllo molto rigido, che non lascia spazio all’autonomia e che arriva a minacciare o colpevolizzare per ogni difficoltà. Lei si sta confrontando con dinamiche che vanno ben oltre una normale gelosia genitoriale: qui c’è una forma di controllo molto stretta, che si lega anche a idee di valore, di classe sociale, di destino familiare, a superstizioni e a convinzioni rigide che lei da solo non può cambiare. Quello che la sta logorando di più non è solo l’opposizione dei genitori, ma la posizione ambivalente della sua ragazza. Da una parte dice di voler cambiare le cose, di voler fuggire, di voler vivere liberamente. Dall’altra parte, però, torna sempre nel ruolo di figlia obbediente, giustifica la famiglia, accetta regole che la mortificano, rimane ferma. Questo tira e molla crea in lei, comprensibilmente, un senso di frustrazione enorme. La sua mente va in tilt perché le emozioni sono contraddittorie: sente amore, ma anche rabbia; sente comprensione per la sua difficoltà, ma anche delusione per la sua mancanza di reazione; sente di volerla salvare, ma si sente sempre più intrappolato in un ruolo che rischia di schiacciare anche la sua vita. In una relazione sana, l’amore deve poter trovare spazio per crescere: lo spazio non è solo fisico, ma anche mentale. Qui invece lo spazio è stretto, soffocato da regole assurde, orari, ricatti emotivi. La sua ragazza, per motivi legati certamente alla sua storia personale, alla sua educazione, forse anche all’essere stata adottata in una famiglia che sembra non averle dato la possibilità di sentirsi davvero libera di essere sé stessa, non riesce a spezzare questo legame di dipendenza. E lei, per quanto la ami, non ha il potere di fare al suo posto ciò che lei non è ancora in grado di fare per sé stessa. Quando in terapia parliamo di relazioni disfunzionali, spesso spieghiamo che uno dei pericoli più grandi è la convinzione che, se si ama abbastanza, si possa cambiare l’altro o salvarlo da situazioni complesse. Lei sta dando tutto: tempo, energie, pazienza, anche la sua salute mentale. Ma più continua a dare, più rischia di svuotarsi, senza che questo produca un vero cambiamento nella sua compagna. Non perché lei non meriti amore, ma perché non è pronta a ribellarsi a una struttura familiare che la tiene prigioniera. Lei sente forte il senso di colpa, come se fosse responsabile di quello che le accade. Ma non è così. Non è colpa sua se lei viene bocciata agli esami, non è colpa sua se i genitori non le permettono di vivere la sua età. E non è colpa sua se lei stessa non riesce a riconoscere i propri diritti come persona adulta. Questo è un lavoro che lei dovrebbe fare su di sé, forse anche con un aiuto terapeutico, ma è qualcosa che non può essere sostituito dall’amore di un partner, per quanto profondo. Capisco che lasciarla ora le sembri un pensiero insopportabile. Ma le faccio una domanda: che prezzo sta pagando per restare? Quanto sta rinunciando a se stesso per rimanere accanto a lei in questa forma di clandestinità? E se nulla cambiasse nei prossimi mesi o anni, se questo controllo si ripetesse ancora e ancora, lei sarebbe disposto a vivere così? È importante che si dia il permesso di rispondere con onestà. A volte amare una persona significa anche accettare di lasciarla andare se non è in grado di costruire una relazione libera e adulta. Questo non cancella ciò che prova per lei, non toglie valore a ciò che ha fatto per questa storia, ma le restituisce il diritto di mettere un confine per proteggere la sua salute mentale. Se sceglie di restare, si chieda fin dove può arrivare senza sacrificare se stesso. Se sceglie di fermarsi, non lo legga come un fallimento, ma come un atto di cura verso la sua vita. Perché una relazione che le toglie respiro non è una casa in cui crescere, ma una prigione che lentamente la logora. Non affronti tutto questo da solo. Continui a confrontarsi, se può, anche con uno psicologo, per mettere ordine tra i pensieri, perché capisco che in questo momento sia tutto molto confuso. E si ricordi che anche lei ha diritto a sentirsi protetto, rispettato, accolto. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Susanna Brandolini
Psicologo, Psicologo clinico
Treviso
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso qualcosa di così complesso e doloroso. Dal suo racconto emerge con grande chiarezza quanto lei stia investendo in questa relazione: tempo, energie, speranza… e soprattutto una parte molto profonda della sua stabilità emotiva. Comprendo il bisogno di sfogarsi: la situazione che sta vivendo, per intensità e imprevedibilità, non è qualcosa che una persona possa sostenere a lungo senza conseguenze.
Quello che descrive non è un semplice “genitore severo” o un conflitto generazionale: è un contesto familiare estremamente controllante, dove il dissenso non è permesso e in cui il senso di colpa è usato come strumento per orientare le scelte. La ragazza che lei frequenta sembra essere cresciuta con un modello di obbedienza assoluta, in cui la libertà personale viene percepita come mancanza di rispetto e l’autonomia come una colpa. Il fatto che passi continuamente dal difendere la famiglia al desiderio di scappare, che non riesca a dire “no”, che si senta sbagliata se non si conforma: tutto questo è coerente con una storia in cui il proprio giudizio è stato per anni svalutato o silenziato.
Non si tratta di incoerenza caratteriale; è una forma di sopravvivenza emotiva. Quando una persona vive a lungo sotto un controllo così invadente, può arrivare a interiorizzare l’idea che senza l’approvazione dei genitori non esista più sicurezza. È come se non avesse ancora gli strumenti per separare “ciò che voglio io” da “ciò che temono o pretendono loro”.
Nel frattempo, però, lei sta pagando un prezzo altissimo: si sta facendo carico non solo della relazione, ma anche del conflitto irrisolto tra lei e il suo sistema familiare. E questo la sta consumando.
Il punto non è se lei sia “sufficientemente bravo”, “di buona famiglia” o se i genitori la accettino. Lei potrebbe essere la persona più amorevole del mondo — e probabilmente lo è, da quanto traspare — ma finché la ragazza non sviluppa una base interna di autonomia, ogni relazione che prova ad avere verrà vissuta come qualcosa che va “tenuto nascosto, gestito, protetto”, con un senso continuo di pericolo. E questo mina inevitabilmente il rapporto e la salute mentale di entrambi.
Forse la domanda da porsi non è tanto “cosa posso fare per far funzionare questa storia?”, ma “quanto posso ancora sostenere senza perdermi?”.
Amare non significa sacrificarsi fino a spegnersi, né farsi carico di un intero sistema familiare che non vuole essere messo in discussione. Lei ha diritto a una relazione in cui essere accolto, rispettato e riconosciuto. Ha diritto a non sentirsi ogni giorno in guerra contro il senso di colpa dell’altra persona. Ha diritto a non vedere la propria autostima schiacciata da giudizi che non parlano di lei, ma delle loro rigidità.
Solo la ragazza può decidere se intraprendere un percorso di emancipazione, che non significa ribellione cieca, ma imparare a riconoscere i propri bisogni e ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Se non fa questo passo — non per lei, ma per sé stessa — ogni suo tentativo di aiutarla rischia di trasformarsi in un circolo senza uscita, in cui lei dà tutto e riceve in cambio solo frammenti di ciò che potrebbe essere un rapporto libero e sano.
La sua sofferenza è reale e merita ascolto. Le suggerirei, intanto, di prendersi un piccolo spazio per sé: qualcuno che la aiuti a mettere ordine dentro, a capire quali confini vuole e deve porre, a proteggere la sua salute mentale prima che venga compromessa ulteriormente. Anche solo parlarne con un professionista potrebbe darle quel sostegno che ora le manca e aiutarla a distinguere l’amore dalla responsabilità di “salvare” qualcuno.
Se desidera approfondire o orientarsi meglio in questa situazione, sono a sua disposizione.

Un caro saluto,
Dott.ssa Susanna Brandolini

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