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Pazienti con assicurazione sanitaria e pazienti senza assicurazione sanitaria


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Il predetto diritto di rimborso non avrà applicazione qualora la cancellazione, la mancata presentazione o il ritardo da parte del professionista siano dovuti ad atto o fatto del paziente (per esempio, cancellazione della consulenza su espressa richiesta del paziente).




3. Previsioni generali
Il paziente non avrà diritto al rimborso delle somme pagate in alcun caso al di fuori di quelli espressamente previsti nei precedenti punti 1 e 2.
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È espressamente vietato l'abuso dei diritti di cancellazione e rimborso inclusi nella presenta politica, nonché l'utilizzo degli stessi a fini fraudolenti, illeciti o sleali (per esempio, al fine di ottenere un ingiusto arricchimento). In caso di violazione di tale divieto, il paziente perderà automaticamente il diritto al rimborso e il professionista si riserva il diritto di chiedere al paziente il risarcimento di ogni danno o perdita causata nonché ogni altro diritto previsto dalla legge.

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Studio di Palazzo Fontana
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Pazienti senza assicurazione sanitaria


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Esperienze

Su di me

Lavoro da più di 25 anni nel campo della psicologia clinica (e da 20 anni nel campo della psicoterapia) con adulti, coppie, adolescenti e bambini, ne...

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Formazione

  • laurea presso Università di Padova - 1990-
  • specializzazione: Scuola di Psicoterapie Psicodinamiche - Padova - 1994

Specializzazioni

  • Psicoanalisi
  • Psicologia dell'emergenza - Psicotraumatologia
  • Psicoterapia
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Tirocini

  • Centro di salute Mentale dell'USL n° 1 Triestina - dal 1992 al 1994

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Presso: Studio di Palazzo Fontana psicoterapia

Mi sono rivolta al Dott. Mestroni per affrontare delle problematiche che mi causavano dolore e sofferenza, mi ha aiutato a ritrovare l'equilibrio che avevo perso, a cambiare prospettiva e a gestire meglio l'ansia. Mi sono sentita capita e ascoltata, il Dott. Mestroni mi ha messa subito a mio agio e ha dimostrato grande empatia e professionalità. Tornerò sicuramente da lui se ne dovessi avere nuovamente bisogno. Stra-Consigliato

G
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Presso: Studio di Palazzo Fontana colloquio psicologico

La mia esperienza con il dott. Mestroni è stata fin da subito molto positiva e produttiva. Il dott. Mestroni è capace di mettere a proprio agio, creando un ambiente sicuro in cui confidare i propri pensieri ragionandoci insieme. Lo consiglierei di sicuro a chiunque cercasse un aiuto e cercasse un professionista empatico e con ottime capacità di ascolto.

Dr. Massimo Mestroni

La ringrazio

I
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Presso: Studio di Palazzo Fontana psicoterapia

Buongiorno, vorrei suggerire il dottore, che aprezzo per il lavoro che fa, molto professionale e attento al ascolto e ai tuoi bisogni.
Personalmente mi sono sentita a mio agio, ascoltata, non mi sono mai sentita giudicata, dopo un paio di sedute ho visto in me dei cambiamenti positivi, che non credevo possibili. Ringrazio il dottor per il suo ottimo lavoro.
Grazie dell'attenzione e spero che a qualcuno possa essere utile la mia testimonianza riguardo all'esperienza.

Dr. Massimo Mestroni

grazie


L
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Presso: Studio di Palazzo Fontana colloquio psicologico

Esperienza eccellente, medico di grande competenza e disponibilità, ti mette immediatamente a tuo agio. Ha fatto emergere elementi che erano alla base di un periodo difficile e di cui non avevo consapevolezza aiutandomi ad affrontarli e a superarli, indicandomi la strada da seguire per il mio benessere. Grazie a lui ho capito come affrontare e gestire i problemi che ti si possono presentare ogni giorno. Lo consiglio vivamente.


X
Presso: Studio di Palazzo Fontana colloquio psicologico

Professionista eccellente, in poco tempo ha capito il mio problema e mi ha aiutato a risolverlo in modo efficace.

Dr. Massimo Mestroni

La ringrazio e buon proseguimento


R
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Presso: Studio di Palazzo Fontana colloquio psicologico

Estremamente professionale e competente mi ha fatta sentire accettata e supportata. Grande capacità di comprensione e di analisi della mia problematica. Ho ricevuto esattamente l’aiuto di cui avevo bisogno.

Dr. Massimo Mestroni

Grazie per le belle parole che ha scritto.


G
Presso: Studio di Palazzo Fontana psicoterapia

Un professionista capace ed esperto, che ha saputo seguire al meglio il mio percorso. Ha saputo inoltre essere un attento consulente sia in ambito lavorativo sia in ambito familiare. Persona affidabile e diretta, lo consiglierei assolutamente.

Dr. Massimo Mestroni

Grazie per la recensione. A presto


X
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Presso: Consulenza online consulenza online

Ottimo il lavoro dello psicologo molto disponibile con orari e giornate sa centrare sempre il problema e aiuta nella soluzione nel ragionamento delle problematiche .... Il confronto sulle idee e visuali del paziente e molto comprensivo ed empatico .... Insomma lo consiglierei a tutte le persone che come me hanno bisogno di un supporto anche banale nella vita quotidiana come in questo periodo molto difficile anche in campo genitoriale mi ha aiutato molto in certe problematiche di figli che non sapevo come affrontare grazie a lui ho capito come fare ..... Grazie mille

Dr. Massimo Mestroni

Grazie per le parole che mi ha scritto..


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 70 domande da parte di pazienti di MioDottore

Cari Dottori,
vorrei esporvi il mio caso di vita recente che mi sta bloccando nel vivere e nell'andare avanti. Vi prego di scusami se mi dilungherò un po' con la spiegazione, ma ne sento la necessità.

Sono un giovane uomo di 32 anni, e pur soffrendo di disturbo d'ansia da più di dieci anni (curato con ottimo riscontro con 10 gg di citalopram al giorno per 8 anni) sono riuscito a costruire e mantenere un tenore di vita che definirei soddisfacente. Nel corso di questi anni infatti mi sono laureato, realizzato professionalmente, costruito e mantenuto una rete di amici con cui ho condiviso belle esperienze di vita, coltivato interessi, viaggiato, acceso un mutuo e comprato un appartamento. Insomma, a parte la vita sentimentale assente (non mi sono mai innamorato fino ad ora di nessuna ragazza), per il resto possiamo dire non mi sia mancato niente. L'unica cosa che ancora mi era rimasta in eredità dal disturbo d'ansia era il timore di allontanarmi per viaggiare, cosa a cui ovviavo con un quartino di Tavor in occasione di partenze per viaggi e vacanze (una volta arrivato a destinazione poi non ne avevo più bisogno per spostarmi localmente) e così, quasi come sfizio, mi sono rivolto nel gennaio di quest'anno ad una psicoterapeuta a indirizzo cognitivo comportamentale per correggere questa mia disfunzione.
Devo dire che in poche sedute la terapeuta ha saputo individuare ed eradicare il problema (a capirlo prima che sarebbe bastato così poco!), ma nel frattempo ne è sopraggiunto un altro, che per gravità e intensità si è dimostrato molto più grave: il DOC.
A maggio di quest'anno la mia mente ha iniziato a fare pensieri e immagini mentali intrusivi molto disturbanti nei quali immaginavo di fare del male ai miei cari, cosa ovviamente ben lontana da una mia volontà. Queste immagini hanno iniziato ad essere sempre più presenti e disturbanti e mi hanno ben presto gettato nel più totale sconforto. Cercavo di distrarmi, ma se all'inizio riuscivo a farlo uscendo la sera e vivendo esperienze un po' più gradevoli, ben presto mi sono reso conto di non potercela più fare e l'umore ha iniziato a scendere vertiginosamente. La mia terapeuta ha provato inizialmente a derubricarli come pensieri intrusivi a cui non dar retta, ma con scarso successo. Anche le tecniche di mindfulness hanno fatto poca presa, forse perché iniziate troppo tardi quando i buoi erano già scappati dal recinto. A metà estate, dopo aver letto la notizia di un cantante che si era tolto la vita nonostante nella sua ultima foto sorridesse, i pensieri aggressivi sono iniziati su di me e le immagini intrusive vedevano ora come protagonista me che mi facevo del male. Da lì, è iniziato il vero e proprio inferno. Per mesi e mesi, tutti i giorni e ogni giorno, ogni volta che andavo in stazione a prendere un treno per andare al lavoro o che andavo su un balcone, queste immagini di me che mi facevo del male mi hanno letteralmente torturato e dilaniato l'esistenza, con le conseguenze sull'umore che potete immaginare. Mi ero ormai praticamente convinto che la mia vita fosse finita, che sarei potuto morire da un momento all'altro per una perdita di controllo, che la mia vita non avesse più senso, come un destino all'infelicità. A questo ci unisco il fatto che, quando durante la prima fase del DOC cercavo di distrarmi uscendo con gli amici di sempre, questi a volte non erano disponibili per via di impegni con le loro fidanzate o di altro tipo. Questa cosa l'ho letta come la fine della mia vita giovanile e quindi dell'età più bella e spensierata e che dalla mia età in poi la mia vita non sarebbe stata più bella e divertente. Lo so che sono pensieri distorti, ma la mia mente è come se si fosse bloccata lì e non riuscisse più a uscire da questa sensazione. Ho passato gli ultimi mesi a piangere praticamente ogni giorno; al lavoro è come se praticamente non ci andassi e non sono riuscito a portare nessun risultato (sono un commerciale) e questo ovviamente non ha fatto altro che peggiorare il tutto. Solo quest'estate mi è capitato improvvisamente di tornare "me stesso" per qualche giorno, quasi improvvisamente, in occasione di un momento di vacanza con degli amici che mi hanno restituito qualche giorno il sorriso. Una volta tornato alla base, tutto il loop è invece ripartito e anzi peggiorato.

Attualmente, dopo settimane di cura con fluvoxamina, le immagini intrusive sono un po' calate ma l'umore è abbastanza ballerino. Ogni tanto va meglio, ma la diagnosi che la psichiatra ha fatto è di DOC con umore depresso reattivo. La mia psicoterapeuta cognitivo comportamentale in questi mesi sta aspettando che il farmaco faccia effetto per lavorare terapeuticamente, ma a me sembra di aver perso molto tempo e che la cosa avrebbe potuto essere presa in tempo prima invece di arrivare a questo punto di disagio. A un certo punto ho anche pensato di farmi ricoverare, perché ciò che sto vivendo non è una vita decente e soddisfacente e mi chiedo come poterne uscire.

Le mie domande quindi sono: è effettivamente questo un approccio giusto? Quali altri tecniche psicoterapiche potrebbero giovarmi? Si esce da questa situazione? Mi sembra che la mia mente sia rimasta come traumatizzata e bloccata dai pensieri e dalle immagini vissute in questi mesi e io sto vivendo solo perché credo nella medicina, nella psicologia, nella scienza e quindi nel futuro, ma più passa il tempo e più non vedo risultati tangibili di miglioramento. Inizio a pensare semplicemente di non essere adatto ad andare avanti nella vita, pur ricordandomi del fatto che fino a qualche mese fa la mia vita trascorreva serena e spensierata, e che quindi gli strumenti ci sarebbero anche, ma sono talmente esausto ed esaurito che in questo momento la mia percezione della realtà va nella direzione opposta.

Cosa dovrei fare?
Grazie carissimi e un abbraccio

Buongiorno, a leggere le sue parole vengono in mente alcune domande. Innanzitutto però è doveroso premettere che in un percorso psicoterapico, ci può stare una parziale transitoria regressione. Ciò detto una regressione da un disturbo d'ansia sufficientemente gestito, in un DOC percepito come piuttosto invalidante dal punto di vista della qualità della vita, che perdura da circa sette mesi, difficilmente può essere definita parziale e transitoria, soprattutto se si fondano le aspettative di miglioramento solo nell'attendere da mesi gli effetti della prescrizione farmacologica (rimandando al medico psichiatra competente riflessioni in merito, ad esempio relativamente alle recenti ricerche sulle assunzioni a lungo termine di molecole antidepressive). Orbene, pure nel suo caso, come talvolta capita, si leggono riferimenti a linee guida internazionali, ma qualsiasi linea guida in ambito sanitario prevede ad esempio le eccezioni, poiché è impensabile che una precisa particolare terapia possa essere a priori idonea a tutta la popolazione affetta da una particolare sindrome (si pensi ad esempio agli effetti collaterali riportati nei vari foglietti illustrativi dei medicinali). Ora, se talvolta sovrapporre la psicoterapia alla medicina somatica può rappresentare una forzatura, va ad ogni modo ricordato, che pur sempre di prestazioni sanitarie si tratta, pertanto alcuni aspetti sono (e devono) rimanere in comune, quindi verrebbe da dire innanzitutto (compresi i rischi calcolati di parziali controllate regressioni) "primum non nocere", per cui nella sua situazione, il degradare in DOC è stato un evento ineluttabile (anzi magari rallentato dai supporti psicoterapici), che ad ogni modo si sarebbe manifestato, oppure tolto, forse frettolosamente, il cappello del disturbo d'ansia, si è scoperchiato il vaso di Pandora, con relativi correlati ossessivo/compulsivi? In trent'anni di lavoro, soprattutto con terapie che vengono rappresentate come "veloci", ho visto diversi "scoperchiamenti" del genere.. A tal proposito mi verrebbe pure da chiedere, se a suo tempo alcuni tratti ansioso/ ossessivi erano già presenti (eccessiva puntigliosità, eccessivo perfezionismo, eccessivo rimuginare, eccessiva dubbiosità, ecc.), oppure se nulla di simile era stato osservato in passato prima del DOC conclamato e se alla luce di quanto accaduto in passato le difese di tipo ansioso permettevano di "controllare" il DOC, che poi si è slatentizzato? Di conseguenza, se una persona a cui è stato prescritto un trattamento peggiora, in diversi ambiti sanitari tale trattamento (magari non subito e dopo un certo periodo come nel caso degli antidepressivi) viene sospeso o modificato, per cui il suggerimento di continuare il medesimo trattamento psicoterapico non lo ritengo a priori inopportuno, ma direi che va attentamente soppesato nell'ottica dei quesiti prima esposti, che girerei ad entrambi i professionisti, che la seguono (dando per scontato che collaborino tra loro).
Un ultimo spunto: lei riferisce che ha 32 anni e che la sue vita sentimentale è sempre stata assente. Forse (ripeto forse) le ansie passate e il successivo DOC sono la risposta poco funzionale ad un "profondo" affettivo, emotivo, pulsionale, istintivo, ecc. che preme per emergere, "profondo" che ad esempio nei casi di DOC viene spesso temuto in quanto "perdita di controllo", un po' come le capitava quand'era in viaggio.. In quest'ottica la paura di perdere l'età giovanile, potrebbe forse tradursi nella paura di doversi rapportare con parti di se, che finora sono state coartate e represse?
Frequentemente il nostro lavoro non consiste solo nel fornire risposte, ma anche nel formulare domande.
Spero di esserle stato utile.
Cordialmente,
M.M.

Dr. Massimo Mestroni

Buongiorno,
mia figlia (18 anni compiuti da poco) ha spontaneamente scelto il suo psicologo che la segue da quasi un anno e mezzo.
Ha visto e vissuto una separazione genitoriale conflittuale (carabinieri, CTU ecc. ecc.) durata molto a lungo che l'ha coinvolta spesso in prima persona trascinandola per un periodo in una fase di alienazione genitoriale.
Ho parlato con lo psicologo una volta a seguito di autorizzazione, seppur non necessaria, di mia figlia (era un accordo tra noi quando ha scelto lo psicologo dato che in precedenza si rifiutava di seguire un percorso), ho avuto la sensazione che non fosse a conoscenza di parecchie cose e che invece avesse recepito una "storia mai accaduta".
In quasi un anno e mezzo mai nessuna segnalazione o suggerimento ai genitori.
Premesso questo, in considerazione al fatto che il fratello diversamente ha seguito un percorso durante il quale abbiamo avuto feedback e suggerimenti quasi costantemente. Chiedo se è normale che il professionista prolunghi le sedute molto spesso superando le 2, 3 ore; risponda e scriva andhe alle 2 del mattino e nei giorni festivi e, sopratutto, da quando è maggiorenne, pur come in precdenza io richieda autorizzazione a mia figlia, quando parla con lui ci scrive che è maggiorenne e non può incontrarci.
Conosco la normativa ma anche il fatto che se lei ci autorizza non c'è problema (vorremmo avere dei feedback e capire se ci sono situazioni da affrontare meglio) . Possibile che ogni volta che si confronta con lui cambia idea?
Nelle ultime comunicazioni (mail) ci vediamo scrivere "Se dovete segnalarmi qualche comportamento che vi allarma potete scrivermi una mail, che sarò ben lieto di leggere! " oppure, visto che ovviamente al colloquio dell'anno scorso con me ho pagato "Senza scomodarvi dai vostri impegni e senza ulteriori oneri fiscali... " "Resta il fatto che io per legge sono tenuto a non divulgare informazioni circa il percorso di Francesca." Che nessuno gli ha chiesto di divulgare.
Ripeto, nessuna segnalazione, nonostante l'aggravarsi della situazione (ha lasciato scuola da un mese e mezzo, in 5 liceo e a pochi mesi dall'esame. l'iscrizione a social a pagamento e che qui non ritengo di descrivere)
I professionisti a cui mi sono rivolto per non interferire nel suo percorso mi hanno detto che potrebbe trattarsi di un problema di "falso sé" in cui lei crede e che si tratta di un problema che va affrontato da professionista strutturato e capace (l'attuale è abbastanza giovane ed ha meno di 10 anni di attività).
Grazie di cuore per ogni suggerimento che coglierò da voi.

Buongiorno, a mio parere professionale, dopo 30 anni di lavoro, è che quanto suggerito dalla dott.ssa Carosso andrebbe tenuto, con buona probabilità, in considerazione..
Cordialmente,
M.M.

Dr. Massimo Mestroni

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