ciao, non sono mai andata dalla psicologa perché le persone che mi circondano pensano che sia da paz

24 risposte
ciao, non sono mai andata dalla psicologa perché le persone che mi circondano pensano che sia da pazzi, però penso che in questo periodo ne ho veramente bisogno.
è da circa un anno che mi sento sempre giù, ma in questi ultimi mesi la cosa è molto peggiorata, sento che non mi piace niente, non riesco a trovare nulla e nessuno che mi interessi, non mi va mai di fare niente tranne uscire con i miei amici perché a casa da sola non riesco a stare, odio parlare con i miei genitori perché litighiamo sempre, non riusciamo mai ad avere una conversazione, io ci provo ma loro non mi guardano manco in faccia, e la cosa è abbastanza straziante, e poi perché se penso molto non ne esco più e mi faccio troppe paranoie, spesso mi sento come se fossi io ad avere qualcosa che non va, che devo risolvere, ma non riesco a capire quale è questo problema.
è ormai da 2 anni che faccio uso molto frequente di droghe leggere, è come se mi fossi creata 2 mondi, per me fumare è sempre stato un “passatempo” ma in questo periodo sento di averne davvero il bisogno, per sentirmi un po’ più sollevata.
ho dei problemi a dormire, dormo poco e continuo a svegliarmi, la mattina quando mi sveglio sento di aver dormito davvero male e inizia a farmi male lo stomaco.
scrivo perché vorrei capire quale è il mio problema e come potrei risolverlo?
grazie mille per l’ascolto
Dott. Giacomo Caiani
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Nova Milanese
Buongiorno, mi dispiace molto per la sua situazione, è difficile in poche righe riuscire ad identificare con chiarezza il suo problema, che può dipendere da molti fattori, non ultimo l'uso frequente e prolungato di stupefacenti. Quello che posso suggerirle è di non farsi condizionare dai suoi conoscenti per quanto riguarda il chiedere aiuto ad uno psicologo, perché è esattamente il primo passo da fare per capire cosa le succede e come poter stare meglio

Le faccio i miei auguri
Dott. Giacomo Caiani

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Gentilissima buonasera, ci sono molti fattori che in parte potrebbero spiegare il suo malessere, i rapporti familiari certo non aiutano ma anche la mancanza di sonno è davvero importante: curare l'insonnia sarebbe un buon inizio, le darebbe una carica per lavorare sull'insoddisfazione e la sofferenza che denuncia. Lavorare con uno psicologo le permetterebbe di trovare dinamiche salutari per affrontare il suo disagio. Aggiungo che lo psicologo non cura i pazzi (qualunque cosa questo termine voglia dire) , bensì aiuta le persone a ritrovare gli equilibri necessari a vivere una vita ricca di significato. Se desiderasse approfondire le tematiche dell'insonnia e/o del disagio resto a sua disposizione. Un saluto cordiale, dott.ssa Manuela Leonessa
Dott.ssa Antonella Vita
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Gentile utente,
dal suo racconto emergono diversi ambiti/situazioni su cui poter intervenire per cambiare il modo in cui si sente: difficoltà nella relazione con i suoi, difficoltà nella gestione delle emozioni che prova invece a gestire con l'uso di sostanze, perdita o assenza di interesse per attività. Valuterei di iniziare un percorso per lavorare su questi aspetti e tornare a stare meglio.
A disposizione anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
Gentile utente,
grazie per aver condiviso tutta la sua situazione.
Mi sento di consigliarle sicuramente di iniziare un percorso psicologico in modo da lavorare su svariati aspetti e ambiti che lei ha descritto e quindi poter elaborare e tornare e vivere serenamente.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Cristina Fratto
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua situazione. Sembrerò un po' di parte a dirle questo ma andare dallo psicologo aiuta a stare meglio nella vita di tutti i giorni e mi dispiace che chi le sta intorno le abbia dato un'interpretazione errata del supporto psicologico. Mi dispiace molto la situazione di malessere che sta vivendo e capisco il peso che questo le causa. Aiutarsi con le droghe leggere non è la soluzione ed anche questo uso potrebbe essere la causa di alcuni malesseri. Le consiglio di iniziare un percorso psicologico con un professionista. Vedrà che questo la aiuterà ad alleviare il peso che sente in questo momento e la aiuterà a stare sempre meglio. La ringrazio. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Dott.ssa Gabriella Caracciolo
Psicologo, Psicologo clinico
Caserta
Gentile utente, la parola che mi viene 8n mente, leggendola è fuga... Fugge quando è a casa andando con amici o fumando. Forse il reale problema è la difficoltà di stare e mi rendo conto che sia qualcosa di davvero molto difficile. Rispetto alla sua famiglia, ognii sistema familiare comprende elementi che ne fanno parte, sicuramente quindi la responsabilità di una relazione è sempre condivisa tra tutti i membri, per cui non si senta responsabile, ma copartecipe di una condizione su cui può sicuramente lavorare. Partirei da questo.
Ad ogni modo resto a sua disposizione, anche online ove volesse iniziaare ad affrontare e lavorare su questi aspetti.
La saluto cordialmente Dott. Ssa Gabriella Caracciolo
Dott.ssa Eleonora Cipriani
Psicologo, Psicologo clinico
San Giuliano Milanese
Carissima, dalle tue parole si percepisce la difficoltà che stai attraversando. L'utilizzo di sostanze sembra essere collegato ad una ricerca di leggerezza e serenità che nella vita quotidiana sembra non esserci. Sicuramente un "viaggio" dentro te stessa in un percorso psicologico potrebbe aiutarti nel ritrovare un benessere maggiore e darti gli strumenti per gestire i momenti di difficoltà. Rimango a disposizione qualora avessi altre domande. Ti auguro una buona serata, Eleonora
Dott.ssa Nicoletta Gentile
Psicoterapeuta, Psicologo
Pescasseroli
Scrive di un rapporto con i suoi genitori molto difficile, ci sono incomprensioni, difficoltà nella relazione, difficoltà a parlare ad avere un confronto. Da qualche tempo sembra aver trovato un sostegno nell'uso di droghe leggere. Credo, che la risposta su come affrontare e gestire questo momento, è all'inizio della sua domanda: chiedere aiuto ad una psicologa. Indipendentemente da quello che dicono le persone, chieda il supporto di una psicologa che la possa aiutare a capire il suo dolore, la sua sofferenza.
Dott.ssa Nicoletta Gentile
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buonasera, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Ci sono molti aspetti che meriterebbero un'attenzione clinica, in particolare l'apatia e l'anedonia che sembrano caratterizzare gran parte delle sue giornate ma anche l'insonnia e le problematiche di natura somatica che sta riscontrando. Mi trovo molto d'accordo con lei, penso che in questo momento possa trovare giovamento in un percorso psicologico, in modo da poter iniziare a comprendere e dar significato a che cosa le sta accadendo. La saluto e rimango a disposizione. Dott. Marco Squarcini
Dott.ssa Francesca Arnese
Psicologo, Psicologo clinico
Portici
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per la condivisione e la fiducia che ripone in noi. Non conosco la sua storia per intero, ma sento molto la sua sofferenza. Percepisco che la sua preoccupazione del giudizio negativo delle persone a lei care non le permette di ritagliarsi uno spazio dedicato solo a sè stessa.
Ritengo che se sente il bisogno di un consulto psicologico, dovrebbe seguire il suo istinto perchè probabilmente ha bisogno di una spinta che la aiuti a stare meglio.
Le auguro di riuscire a ritrovare il suo equilibrio.
Cordiali saluti, dott.ssa Francesca Arnese
Dott. Samuele Bellagamba
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Gentile utente, grazie della condivisione. Innanzitutto i "pazzi" sono proprio quelli che evitano di consultare uno psicologo, è come se vivessero in trappole mentali che gli impedisce di contattare la sofferenza e le sfumature della vita. D'altra parte è vero, in certi momenti della nostra vita le esperienze quotidiane sembrano perdere di senso, a volte c'è un motivo, una delusione, un trauma, una scelta sbagliata. Altre volte emerge da dentro un impulso a cambiare atteggiamento mentale. Spesso è un insieme di tutti questi motivi. Questa sofferenza è difficile da comprendere da soli, a maggior ragione se non ci si sente supportati ed è facile il ricorrere ad anestetizzarla con qualche sostanza. Solo che qui si genera quel circolo vizioso che lei ha descritto. In questi casi mi domanderei, questa sofferenza verso quale compito evolutivo mi spinge ad agire? Perché lo sto evitando ricorrendo a sostanze che mi rilassano? Mi permetta un'analogia, ma se uno smartphone per aggiornarsi (evolvere) ha bisogno di sospendere tutte le sue attività, ciò non può valere in qualche misura anche per noi esseri umani? Solo quando ci fermiamo si aprono le porte della riflessione e del senso individuale delle cose. Cordiali saluti. Dott. Samuele Bellagamba
Dott.ssa Laura Di Gennaro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Orta di Atella
Buongiorno, mi dispiace per ciò che sta vivendo e percepisco la sua sofferenza. L'uso delle sostanze potrebbe essere collegato a una ricerca di evasione dal suo ambiente familiare. Sicuramente, come lei stessa ha riportato, un percorso psicologico potrebbe aiutarla a gestire e affrontare le sue difficoltà, indipendentemente da ciò che possono pensare le persone accanto a lei.
Cordiali saluti Dott.ssa Di Gennaro Laura
Dott.ssa Federica Rododendro
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Monterotondo
Carl Whitaker psicoterapeuta sistemico relazionale, padre di 6 figli e a sua volta figlio di una famiglia di contadini, recita così " Il modo migliore per evitare di fare una psicoterapia è di avere delle sedute regolari con un terapeuta".
Questo per evocare in te la spinta a chiedere alla tua famiglia ( non conosco la tua età) di poterti relazionare con uno/a psicoterapeuta.
Si avverte il tuo desiderio di esser ascoltata!
Un confronto con una figura di riferimento, che sia spinta dalla curiosità nei tuoi confronti e che tu possa ritenere una persona professionalmente valida e affine a te, potrà essere una vera e propria risorsa. Ti sentirai sostenuta in ogni decisione, entrerai in contatto coi tuoi sentimenti senza timore o agitazione, in una relazione accudente ma discreta fino a raggiungere la consapevolezza della tua personalità al punto di esser pronta ad affermare te stessa!
Un caro saluto Dott'ssa Federica Rododendro
Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
La tua situazione sembra essere molto complessa e dolorosa. È importante che tu comprenda che chiedere aiuto a uno psicologo non ha nulla a che fare con essere "pazzi", ma è un atto di coraggio e di auto-curarezza. Il fatto che tu stia vivendo questo stato d’animo da così tanto tempo e che utilizzi le droghe come una forma di auto-medicazione suggerisce che potrebbe esserci una profonda sofferenza emotiva che hai bisogno di esplorare e affrontare.
La tua sensazione di non trovare gioia o interesse nella vita, di non riuscire ad avere una comunicazione efficace con i tuoi genitori, e di avere problemi di sonno e di salute fisica sono tutti segnali che c'è qualcosa che non va e che richiede attenzione.
Un possibile approccio terapeutico che potresti considerare è quello della psicologia sistemica-relazionale, che si focalizza sulle dinamiche relazionali e sul contesto familiare in cui una persona è cresciuta. Attraverso la terapia potresti esplorare e comprendere meglio il tuo malessere emotivo, trovare risorse interne per affrontarlo e migliorare la comunicazione con i tuoi genitori.
Ricorda che non sei sola e che ci sono professionisti pronti ad aiutarti a superare questo momento difficile. Non esitare a cercare supporto e prenderti cura di te stessa. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
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Dott.ssa Melania Spanò
Psicologo, Psicologo clinico
Marano di Napoli
La situazione che descrive è complessa e dolorosa. Le suggerisco di non farsi condizionare dal giudizio degli altri. Chiedere aiuto ad uno professionista è esattamente il primo passo da fare per capire cosa le succede e come poter stare meglio La relazione terapeutica è un lavoro di scoperta e di rinascita. Per questo fa molto bene a valutare una terapia psicologica, attraverso la quale potrebbe esplorare e comprendere il suo malessere emotivo e trovare risorse interne per affrontarlo. La saluto cordialmente M.S.
Dott.ssa Elisa Rocco
Psicologo, Psicologo clinico
Ospitaletto
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione dettagliata della sua sofferenza. Ritengo che iniziare un percorso psicologico sia una forma di amor proprio che possa aiutarla a dare voce al malessere che sta vivendo. L'uso delle sostanze può essere stato un tentativo di risoluzione del disagio ma, al termine dell'effetto di queste, la sofferenza ricompare. Il pensiero e/o il giudizio degli altri in merito a chi si rivolge ad un professionista della salute mentale non deve influenzare il suo benessere e la sua scelta di iniziare un percorso di conoscenza di sé e delle dinamiche familiari che sta vivendo e che non appaiono di supporto in questo momento di fatica. Resto a disposizione, Dott.ssa Elisa Rocco
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Ciao,
interessante che ti domandi se "per caso" la tua situazione attuale, dipenda da te. Sei sulla buona strada per iniziare una terapia, che non è per i "pazzi", ma piuttosto per i sani che vogliono capire cosa succeda dentro di loro e poi, di conseguenza, intorno a loro.
Sarebbe interessante andare a capire cosa accadeva un anno fa circa e anche due anni fa, da quando dici che usi "alternative" alla noia...questi due mondi di cui parli...anche capire come mai sale l'ansia che ci porta sempre fuori casa.
Un caro saluto
Lavinia
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Dott.ssa Giulia Esposito
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
Gentile utente,
grazie per aver condiviso la sua situazione. Da quanto si evince dalle sue parole sono diversi gli ambiti su cui sarebbe necessario un approfondimento.
Circa il parere delle persone significative che la circondano sulla professione dello psicologo, ormai posso dirle che io e miei colleghi siamo abituati, ahimè ci sono ancora troppi pregiudizi su una professione ad oggi indispensabile ma a molti sconosciuta; si si sa tutto ciò che non si conosce fa paura, ma la maggior parte delle persone, anzichè documentarsi, preferisce rimanere con il pregiudizio.
In quanto a lei mi compiaccio sul fatto che è propensa ad affrontare il problema e prendere in mano la situazione che le sta causando malessere e sofferenza.
Pensi a sè stessa e metta al primo posto la sua esigenza e il suo di parere; intraprenda un percorso quanto prima così potrà analizzare e comprendere il suo problema e la sua origine ed elaborare un piano di trattamento che le permetterà di stare meglio.
A disposizione, Doc. Giulia Esposito
Dott. Alessandro Macchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Pontedera
Salve, grazie per la condivisione della sua esperienza. Riguardo la sua domanda mi risulta difficile darle delle risposte, andrebbero approfondite meglio le situazioni che riporta, sicuramente il modo in cui affronta questo periodo è il migliore che trova per poter stare in relazione con emozioni molto spiacevoli e che altrimenti sarebbero difficili da controllare. Provi a chiedersi se già uno spazio di condivisione privo di giudizio possa essere un primo passo che può aiutarla a raggiungere un maggior benessere, e se la risposta fosse affermativi inizi un percorso di psicoterapia per capire il significato dietro a questi comportamenti. Spero di essere stato di aiuto. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Luana Vicario
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Borgomanero
Buongiorno,

La vorrei rassicurare: chi decide di affidarsi ad uno psicologo non è "pazzo". Talvolta è necessario chiedere aiuto, per poter riuscire a dare un significato alla propria storia di vita!
Ora, per rispondere alla sua domanda, dalle sue parole mi pare che stia vivendo un momento di confusione e disagio. Sarebbe necessario cercare di contestualizzare il suo vissuto, in modo tale da comprendere al meglio le motivazioni dietro a questo periodo di difficoltà.
Ritengo che un percorso psicologico potrebbe esserle utile, per poter trovare un nuovo equilibrio e benessere, con il fine di stimolare un cambiamento significativo nella sua esistenza!
Resto a sua disposizione.
Dott.ssa Luana Vicario
Dr. Andrea Bonardi
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Gentile,
le sue parole mostrano una buona consapevolezza di ciò che sta vivendo. Quando si sperimentano da tempo malessere emotivo, difficoltà relazionali, pensieri ricorrenti e un ricorso abituale a sostanze per trovare sollievo, può essere utile rivolgersi a uno psicologo per capire come gestire efficacemente e sentirsi meglio. Chiedere aiuto non è affatto “da pazzi”, come talvolta si sente dire, ma un atto di cura e responsabilità verso sé stessi. Le suggerisco di considerare la possibilità di un primo colloquio: anche solo parlarne può fare la differenza.
Un cordiale saluto.
Dr. Seby Torrisi
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Ciao,
grazie per aver scritto con tanta sincerità. Quello che descrivi — sentirti giù, svuotata, isolata, con difficoltà nel sonno, nei rapporti e nell’umore — non è “essere pazzi”, ma un segnale chiaro che qualcosa dentro di te ha bisogno di attenzione e cura.
Anche l’uso frequente di droghe leggere, che ora senti come un bisogno, è un modo per trovare sollievo da un dolore più profondo. Ma questo sollievo momentaneo non può risolvere ciò che ti pesa davvero. Non sei tu il problema, anche se a volte può sembrare così. Forse il vero nodo è che ti senti sola nel tuo malessere, e senza uno spazio in cui poter essere ascoltata davvero.
Iniziare un percorso psicologico potrebbe aiutarti proprio in questo: a dare un senso a quello che provi, senza giudicarti, e a ritrovare un modo più tuo di stare al mondo.
E no, non è da pazzi. È da persone che vogliono prendersi cura di sé.







Dott.ssa Enza Giangreco
Psicologo, Professional counselor
Gravina di Catania
Ciao, grazie davvero per il coraggio con cui hai scritto tutto questo. Non è facile mettere in parole quello che si prova quando ci si sente giù da tanto tempo, e il fatto che tu lo stia facendo adesso dice già che una parte di te sta cercando attivamente di stare meglio. Questo è prezioso.

Voglio rassicurarti subito su una cosa: andare dalla psicologa non significa essere “pazzi”. Significa prendersi cura di sé, esattamente come si fa quando ci si fa controllare il cuore, la vista, la pelle. E, da quello che racconti, tu stai vivendo un periodo davvero pesante e meriteresti un sostegno vero, non giudicante.


Il sentirti giù da un anno, la perdita di interesse per quasi tutto, il bisogno di distrarti continuamente per non restare sola con i tuoi pensieri, la stanchezza, il sonno disturbato, il dolore allo stomaco… sono tutti segnali di un disagio che si è accumulato, non un difetto della tua personalità.

E anche il ricorso sempre più frequente alle “droghe leggere” non parla di una persona sbagliata: parla di qualcuno che ha trovato un modo — non sempre sano — per anestetizzare una sofferenza che non sapeva più come gestire. È un meccanismo umano.

La situazione con i tuoi genitori:

Dire che provi a parlare ma non vieni guardata nemmeno negli occhi… capisco quanto possa fare male. Quando chi dovrebbe accoglierci sembra disinteressato o distante, si crea dentro una ferita silenziosa: quella di sentirsi “non visti”.
Non è strano che tu faccia fatica a restare da sola: la solitudine, in questi momenti, può amplificare tutto.

“Qual è il mio problema?”

Da ciò che descrivi, potrebbero esserci diversi elementi che si intrecciano:

umore depresso o un periodo depressivo, vista la durata, la perdita di interesse, la fatica, il sonno disturbato;

ansia e ruminazione mentale, come quando dici “se penso troppo non ne esco più”;

un possibile uso compensatorio della cannabis per cercare sollievo temporaneo;

difficoltà relazionali familiari che aumentano il peso emotivo.

Non stai impazzendo. Stai vivendo qualcosa che tantissime persone sperimentano in silenzio, spesso per anni, proprio perché temono il giudizio.

Nella stanza dello psicologo non c'è giudizio.





Sono qui. Non sei sola. Puoi parlarne.

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