Buongiorno, scrivo qui per descrivere la mia esperienza. Sono un ragazzo di 32 anni, da poco meno di
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Buongiorno, scrivo qui per descrivere la mia esperienza. Sono un ragazzo di 32 anni, da poco meno di due settimane ho iniziato una convivenza con la mia compagna ( storia che dura da 7 anni e va perfettamente ). Dall’ inizio di questa convivenza ho iniziato a manifestare disturbo del sonno più o meno gravi, che vanno dalle 4/5 ore di sonno a notte, faticando ad addormentarmi (prima erano tranquillamente 7/8) fino ad arrivare a passare una notte in bianco. Di certo lo stress e l’ ansia giocano un ruolo fondamentale, ma mi sto accorgendo che la stessa ansia deriva dal fatto di non riuscire a dormire come prima. La mia dottoressa di riferimento mi ha prescritto Songar gocce o zolpidem (metà dosi). Ho utilizzato solo una volta Zolpidem per riuscire a dormire dopo una notte in bianco, ma del resto sto cercando di resistere senza prendere nulla, a parte la melatonina che non fa alcun effetto se non a tarda notte. Chiedo se può essere solo questione del primo periodo e del fatto che debba iniziare ad adattarmi, inoltre chiedo se medicinali come quelli che ho scritto possono indurre assuefazione o dipendenza.
Buonasera,
La causa dell'insonnia può dire dipendere da cause ambientali (adattamento, nel tuo caso), ma anche essere primaria, ovvero indipendente dal resto.
I farmaci possono creare assuefazione, ma se assunti per brevi periodi possono aiutarti a gestire l'insonnia fintanto che non riesci a trovare un equilibrio. Inoltre se assunti per breve periodo l'assuefazione è minima.
Spero di averti aiutato, contattami per ogni necessità. Un caro saluto
La causa dell'insonnia può dire dipendere da cause ambientali (adattamento, nel tuo caso), ma anche essere primaria, ovvero indipendente dal resto.
I farmaci possono creare assuefazione, ma se assunti per brevi periodi possono aiutarti a gestire l'insonnia fintanto che non riesci a trovare un equilibrio. Inoltre se assunti per breve periodo l'assuefazione è minima.
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Buongiorno,
quella che descrivi è una situazione comune quando si affrontano cambiamenti significativi nella propria vita, anche se positivi come la convivenza. Il sonno è fortemente influenzato dallo stato emotivo e dallo stress, e la difficoltà a dormire può essere legata a un naturale periodo di adattamento. L'ansia legata al timore di non riuscire a dormire può creare un circolo vizioso che rende più difficile il rilassamento notturno.
Per quanto riguarda i farmaci che hanno menzionato, lo zolpidem è una benzodiazepina-simile e, sebbene possa essere utile nel breve termine, può effettivamente indurre tolleranza e dipendenza se assunta per lunghi periodi. È quindi importante seguirne l'uso sotto controllo medico ed evitare di assumerlo con regolarità. La melatonina, d'altra parte, può essere utile per regolare il ritmo sonno-veglia, ma i suoi effetti variano da persona a persona.
Se le difficoltà persistono, potrebbe essere utile esplorare strategie non farmacologiche per migliorare il sonno, come tecniche di rilassamento, igiene del sonno e gestione dell'ansia. In questo senso, un approfondimento con uno specialista potrebbe aiutarla ad individuare le cause del problema e trovare soluzioni personalizzate.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quella che descrivi è una situazione comune quando si affrontano cambiamenti significativi nella propria vita, anche se positivi come la convivenza. Il sonno è fortemente influenzato dallo stato emotivo e dallo stress, e la difficoltà a dormire può essere legata a un naturale periodo di adattamento. L'ansia legata al timore di non riuscire a dormire può creare un circolo vizioso che rende più difficile il rilassamento notturno.
Per quanto riguarda i farmaci che hanno menzionato, lo zolpidem è una benzodiazepina-simile e, sebbene possa essere utile nel breve termine, può effettivamente indurre tolleranza e dipendenza se assunta per lunghi periodi. È quindi importante seguirne l'uso sotto controllo medico ed evitare di assumerlo con regolarità. La melatonina, d'altra parte, può essere utile per regolare il ritmo sonno-veglia, ma i suoi effetti variano da persona a persona.
Se le difficoltà persistono, potrebbe essere utile esplorare strategie non farmacologiche per migliorare il sonno, come tecniche di rilassamento, igiene del sonno e gestione dell'ansia. In questo senso, un approfondimento con uno specialista potrebbe aiutarla ad individuare le cause del problema e trovare soluzioni personalizzate.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentile utente, sarebbe utile capire quali erano e come sono cambiate le sue abitudini riguardanti il sonno e quali preoccupazioni sono subentrate, se ce ne sono. I farmaci possono aiutare , ma alla sua età non dovrebbe averne bisogno. Sono disponibile a parlarne se lo desidera. Cordiali saluti. Dott.ssa Moretti Selina
Buonasera, la ringrazio intanto della condivisione.
Penso che sia importante capire a fondo cosa le impedisce di dormire.sicuramente la sua situazione è cambiata.
qual è il cambiamento che non la fa più rilasciare come prima?
Cosa sente veramente nel corpo e dove in particolare?
Quali sono le sue emozioni? Quali sono i suoi sogni?
Solo con la risposta a queste domande possiamo capire meglio, cosa le impedisce di rilassarsi. Forse Lei teme una vera vicinanza?
Questo andrà approfondito con una terapia del modello strutturale integrato che esamina questi aspetti e li integra per arrivare ad un funzionamento migliore della persona.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
Penso che sia importante capire a fondo cosa le impedisce di dormire.sicuramente la sua situazione è cambiata.
qual è il cambiamento che non la fa più rilasciare come prima?
Cosa sente veramente nel corpo e dove in particolare?
Quali sono le sue emozioni? Quali sono i suoi sogni?
Solo con la risposta a queste domande possiamo capire meglio, cosa le impedisce di rilassarsi. Forse Lei teme una vera vicinanza?
Questo andrà approfondito con una terapia del modello strutturale integrato che esamina questi aspetti e li integra per arrivare ad un funzionamento migliore della persona.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, ha fatto benissimo a scrivere i suoi dubbi. Ineffetti, sta parlando di un cambiamento ma non mi è chiaro come mai ha pensato subito ad una terapia farmacologica. Potrebbe essere utile per l'insonnia ma non so se i disturbi d'ansia che sono emersi per la convivenza non abbiano altra origine. Consiglierei una psicoterapia con trattamento EMDR. In caso di maggior informazioni sono a disposizione. Saluti dottoressa Maria Lombardo.
Salve, grazie per aver condiviso la Sua esperienza. Avere dei disturbi del sonno successivamente o in corrispondenza di cambiamenti di vita importanti, periodi di stress o variazioni di abitudini significative è una cosa molto comune, specialmente se la persona in questione è tendente al controllo e suscettibile all'ansia. In queste situazioni potrebbe innescarsi un circolo vizioso mentre si è distesi a letto costituito da: leggero assopimento -> pensiero intrusivo-> veglia -> rimuginio-> stanchezza -> leggero assopimento -> pensiero intrusivo -> veglia -> rimuginio -> stanchezza.. e così via. Relativamente ai problemi del sonno potrebbe essere molto utile praticare la mindfulness e per trattare efficacemente ansia e stress una buona psicoterapia. Un caro saluto.
Gentile utente,
i cambiamenti importanti, come in questo caso quello della convivenza, segnano momenti cruciali che ci consentono di spostarci dalla zona in cui ci troviamo verso il raggiungimento di nuove tappe evolutive che ci aiutano a crescere e a conoscere nuove parti di noi.
Tuttavia, il dover lasciare le vecchie abitudini che rappresentano il nostro porto sicuro può generare una forte ansia accompagnata ad angoscia ed a una sensazione di insicurezza/incertezza che ci accompagna nel passaggio da ciò che è noto a ciò che è ignoto. Ci si sente come se si stesse per fare un salto nel vuoto con la sensazione di non avere il controllo su ciò che accade. Se la sua insonnia è così pervasiva ed incide negativamente sulla qualità della vita, consiglio di iniziare un percorso di psicoterapia come valido sostegno in questa fase delicata della sua vita.
Per ciò che riguarda l'utilizzo dei farmaci, a mio parere si dovrebbe abbandonare lo stigma secondo il quale gli psicofarmaci non andrebbero mai presi e piuttosto sposare la visione per la quale ogni caso è a sé e in quanto tale merita di essere valutato anche da un punto di vista farmacologico: in alcuni casi il farmaco potrebbe infatti rivelarsi non necessario e, anzi, controproducente, in altri può divenire indispensabile.
In ogni caso, la terapia farmacologica dovrebbe essere accompagnata sempre da un percorso di psicoterapia che va ad agire alla radice della problematica.
Spero di essere stata d'aiuto e resto a disposizione per chiarimenti.
Dott.ssa Loredana Falanga
i cambiamenti importanti, come in questo caso quello della convivenza, segnano momenti cruciali che ci consentono di spostarci dalla zona in cui ci troviamo verso il raggiungimento di nuove tappe evolutive che ci aiutano a crescere e a conoscere nuove parti di noi.
Tuttavia, il dover lasciare le vecchie abitudini che rappresentano il nostro porto sicuro può generare una forte ansia accompagnata ad angoscia ed a una sensazione di insicurezza/incertezza che ci accompagna nel passaggio da ciò che è noto a ciò che è ignoto. Ci si sente come se si stesse per fare un salto nel vuoto con la sensazione di non avere il controllo su ciò che accade. Se la sua insonnia è così pervasiva ed incide negativamente sulla qualità della vita, consiglio di iniziare un percorso di psicoterapia come valido sostegno in questa fase delicata della sua vita.
Per ciò che riguarda l'utilizzo dei farmaci, a mio parere si dovrebbe abbandonare lo stigma secondo il quale gli psicofarmaci non andrebbero mai presi e piuttosto sposare la visione per la quale ogni caso è a sé e in quanto tale merita di essere valutato anche da un punto di vista farmacologico: in alcuni casi il farmaco potrebbe infatti rivelarsi non necessario e, anzi, controproducente, in altri può divenire indispensabile.
In ogni caso, la terapia farmacologica dovrebbe essere accompagnata sempre da un percorso di psicoterapia che va ad agire alla radice della problematica.
Spero di essere stata d'aiuto e resto a disposizione per chiarimenti.
Dott.ssa Loredana Falanga
Caro utente, immagino lo spiazzamento rispetto al fatto di aver maggiori difficoltà a dormire rispetto a prima della convivenza ma vorrei rassicurarla sul fatto che a volte anche cambiamenti che ritentiamo piacevoli e positivi per noi, possono causare un po' di stress. Il nostro organismo ha bisogno di abituarsi alle novità e, anche se la sua convivenza é stata l'unica novità nella sua vita nelle ultime due settimane, può essere che abbia comunque modificato in più di un modo le sue abitudini (es. emozioni legate a questo importante passo, ambiente in cui vive, orario e tipologia dei pasti, ora in cui si corica, ecc.) e ciò può aver "attivato" maggiormente il suo organismo. Si dia un po' di tempo per ricreare una nuova e piacevole routine e intanto, se comprensibilmente desidera evitare di assumere farmaci, può provare con qualche esercizio di respirazione/ rilassamento ( Training Autogeno, per esempio) e seguire le seguenti buone pratiche* per favorire il sonno.
Un caro saluto.
Dott.ssa Gordana Cifali
Psicologa- Psicoterapeuta
Non andare a letto troppo presto.
Andare a letto a orari regolari.
Usare il letto solo per dormire (cioè non per leggere, lavorare, passare il tempo allo smartphone)
Non sforzarsi di dormire (se dopo 20-30’ non si riesce, alzarsi e fare altro).
Non svolgere attività attivanti prima del sonno (es. attività fisica, PC, smartphone etc.) Pensare positivamente al sonno.
Rilassarsi (eventualmente anche con tecniche di rilassamento tipo Training Autogeno etc.)
Non aumentare la temperatura corporea con bagni troppo caldi o attività sportive.
Non attivare troppo la mente poco prima di andare a dormire.
Passare almeno mezz’ora al giorno alla luce del sole.
Mezz’ora di attività fisica almeno al giorno, meglio se all’aria aperta.
Cena leggera e sufficientemente lontana dal momento in cui si andrà a dormire.
* Fonte: Say Goodnight to Insomnia di Gregg D. Jacobs Un caro saluto Gordana Cifali Psicologa -Psicoterapeuta
Un caro saluto.
Dott.ssa Gordana Cifali
Psicologa- Psicoterapeuta
Non andare a letto troppo presto.
Andare a letto a orari regolari.
Usare il letto solo per dormire (cioè non per leggere, lavorare, passare il tempo allo smartphone)
Non sforzarsi di dormire (se dopo 20-30’ non si riesce, alzarsi e fare altro).
Non svolgere attività attivanti prima del sonno (es. attività fisica, PC, smartphone etc.) Pensare positivamente al sonno.
Rilassarsi (eventualmente anche con tecniche di rilassamento tipo Training Autogeno etc.)
Non aumentare la temperatura corporea con bagni troppo caldi o attività sportive.
Non attivare troppo la mente poco prima di andare a dormire.
Passare almeno mezz’ora al giorno alla luce del sole.
Mezz’ora di attività fisica almeno al giorno, meglio se all’aria aperta.
Cena leggera e sufficientemente lontana dal momento in cui si andrà a dormire.
* Fonte: Say Goodnight to Insomnia di Gregg D. Jacobs Un caro saluto Gordana Cifali Psicologa -Psicoterapeuta
Buon pomeriggio. C'è un cambiamento pare dovuto alla convivenza, che richiede un adattamento ad uno stile di vita diverso e alla riorganizzazione dei propri spazi e quelli della coppia.
Potrebbero essere d'aiuto dei colloqui con uno psicologo per comprendere i motivi della sintomatologia, ossia se sono legati al cambiamento e le risorse/abilità in essere per gestirlo.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
Potrebbero essere d'aiuto dei colloqui con uno psicologo per comprendere i motivi della sintomatologia, ossia se sono legati al cambiamento e le risorse/abilità in essere per gestirlo.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
Gentile utente, credo che una convivenza sia un grande cambiamento. I cambiamenti posso muovere cose dentro di noi che sono degne di sguardo. Cosa pensa e sente sia cambiato dentro di lei dalla convivenza ad oggi? Cosa significa per lei questo? Quando non dorme dove viaggia la sua mente? Se tali sintomi non dovessero rientrare potrebbe sempre valutare un percorso psicologico. Rimango a sua disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera, il distacco dalla famiglia di origine e l'inizio di una convivenza è un momento delicato che può , in certi casi, produrre stress. Attenda qualche tempo e se il problema del sonno non viene risolto, sarebbe necessario vedere che tipo di emozioni sottostanti interferiscono con l'addormentamento. In merito ai farmaci deve rivolgere la domanda a chi glieli prescrive.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente di mio dottore,
molto probabilmente le manifestazioni di cui parla possono esser reattive al cambiamento della sua vita di questo periodo. Nel caso queste difficoltà dovessero persistere non esiti a contattare una specialista, iniziando così un percorso di psicoterapia; la aiuterà ad affrontare il cambiamento e ad elaborare la sofferenza che ne è derivata.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
molto probabilmente le manifestazioni di cui parla possono esser reattive al cambiamento della sua vita di questo periodo. Nel caso queste difficoltà dovessero persistere non esiti a contattare una specialista, iniziando così un percorso di psicoterapia; la aiuterà ad affrontare il cambiamento e ad elaborare la sofferenza che ne è derivata.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, è probabile che così come l'ha descritta, la situazione afferisca ad un problema di adattamento. Tuttavia le cause potrebbero essere varie e più o meno connesse alla situazione. Suggerirei un approfondimento psicologico per sondare meglio.
Salve, grazie del suo racconto. Il suo sintomo manifestato con i disturbo del sonno sembra manifestare un’inquietudine inconscia legata al passaggio significativo che sta vivendo. La convivenza, infatti, pur essendo desiderata e con una relazione stabile, rappresenta un cambiamento profondo, che può riattivare dinamiche interne legate all’autonomia, agli spazi personali e alle aspettative sul futuro. D’altra parte, l’insonnia potrebbe essere il segnale di una resistenza inconscia al cambiamento, una difficoltà ad abbandonarsi alla nuova realtà. Il fatto che l’ansia derivi anche dal non riuscire a dormire crea un circolo vizioso, dove il controllo sul sonno diventa un nuovo oggetto d’angoscia. I farmaci agiscono a livello sintomatologico, ma il suo corpo sembra starle segnalando qualcosa di più: piuttosto che stare attenti solo a combattere l’insonnia, se desidera esplorare, attraverso l’ascolto di sé, cosa rappresenta per lei questa nuova fase della vita e se vi siano timori inespressi, può costruirsi uno spazio dedicato al suo desiderio. Rimango perciò a disposizione.
Un caro saluto
Un caro saluto
Caro paziente anonimo più che sul sonno si concentri sulle difficoltà emotive che chiaramente si sono mosse dopo questa scelta così importante. Il senso di responsabilità, la sua possibilità i lasciarsi totalmente andare a questa nuova condizione.... si dia lo spazio per ascoltare con onestà al come vive questa nuova vita, non metta sotto al tappeto eventuali paure o preoccupazioni, siete una coppia ed importante aiutarsi a vicenda.
Gentile utente mi dispiace per ciò che sta attraversando , le consiglio se non l'ha ancora fatto di intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale per affrontare la sua ansia e la problematica del sonno. Per qualsiasi altra informazione sono a sua disposizione . Cordiali saluti dott.ssa Sabrina Scarpetta
Buongiorno, ha fatto bene a scrivere e a rivolgersi subito al medico di base. Trascurare i problemi del sonno può creare ulteriori difficoltà, quindi meglio intervenire al più presto. Se, come scrive, la difficoltà a dormire è iniziata contestualmente all'inizio della convivenza, credo possa essere legato a questa fase di cambiamento. Sia che si risolva a breve o meno, io le suggerirei, visto che parla di stress e ansia, di valutare di intraprendere un percorso psicologico. E' un momento importante della sua vita, un grande cambiamento e un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a elaborare questa fase della sua vita e a lavorare sulla gestione dell'ansia. Per quanto riguarda la domanda sui farmaci e sula possibilità di dare assuefazione o dipendenza, la rimando al parere di un medico. Le auguro di risolvere presto questa problematica. Un caro saluto. SV
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che un cambiamento importante come quello di un trasloco con concomitante inizio della convivenza possa scombussolarla e in qualche modo alterare i suoi ritmi, ed è normalissimo: sta sentendo il cambiamento e lo sta manifestando. Non conosco le gocce, ma lo Zolpidem è un ipnoinduttore, non una benzodiazepina, quindi non dà dipendenza. Il mio suggerimento è quello di farsi sostenere in questo momento di cambiamento, per poterlo elaborare evitando che somatizzi eccessivamente sul corpo. Se ulteriori domande o avesse bisogno di ulteriore sostegno mi trova a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno! È possibile che il disturbo del sonno che stai vivendo sia legato al cambiamento e all’adattamento alla nuova convivenza. Situazioni come queste, pur essendo positive, possono generare stress e ansia, che a loro volta influenzano il sonno. Il corpo ha bisogno di un po' di tempo per adattarsi a nuove routine e ambienti. Tuttavia, se la difficoltà nel dormire persiste o peggiora, potrebbe essere utile parlarne con un professionista, come uno psicologo, che ti aiuti a gestire l'ansia e il cambiamento.
Credo valga la pena comprendere come mai quetso sonno è diventato così difficile a seguito di questa convivenza. La causa potrebbe essere lì o in altro. Un lavoro su se stesso potrebbe aiutare a comprenderne l'origine
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Comprendo la sua preoccupazione riguardo questo cambiamento nel suo riposo, specialmente in un momento così significativo come l'inizio della convivenza con la sua compagna. È del tutto plausibile che questo disturbo del sonno rappresenti una reazione a questo periodo di adattamento, una fase di transizione che può influenzare l’equilibrio. In merito ai farmaci che le ha prescritto il suo medico curante, sia Songar gocce che Zolpidem, le raccomando di assumerli seguendo le indicazioni fornite. Parallelamente, le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Brescia
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Brescia
Buongiorno, credo che è importante cercare di comprendere cosa porti il sintomo: l'insonnia in questo caso. Imparare ad ascoltare se stessi e la nuova scelta di vita che ha fatto può essere un primo passo. Il cambiamento porta a nuove consapevolezze e allo stesso tempo può generare ansia e paura. Iniziare un percorso di terapia può essere d'aiuto per un percorso di crescita personale per imparare a leggere i segnali del corpo.
salve, grazie per la sua domanda.
quando si comincia una terapia farmacologica il corpo potrebbe metterci un po' ad abituarsi e ognuno è diverso, dunque il fattore di soggettività va preso in considerazione.
credo comunque che sia opportuno che lei torni da chi le ha prescritto il farmaco per esporre i dubbi che giustamente ha.
quando si comincia una terapia farmacologica il corpo potrebbe metterci un po' ad abituarsi e ognuno è diverso, dunque il fattore di soggettività va preso in considerazione.
credo comunque che sia opportuno che lei torni da chi le ha prescritto il farmaco per esporre i dubbi che giustamente ha.
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