Salve sono un ragazzo di 25 anni e sto attraversando un momento molto difficile, sia fisicamente che

35 risposte
Salve sono un ragazzo di 25 anni e sto attraversando un momento molto difficile, sia fisicamente che emotivamente. Da tempo soffro di sintomi legati al reflusso gastroesofageo, che mi hanno portato a diversi esami, terapie e consulti medici, senza però riuscire ancora a trovare una soluzione definitiva o un miglioramento stabile.

Questa situazione ha avuto un forte impatto sulla mia qualità di vita: mi sento spesso stanco, privo di energie, con pensieri negativi costanti. Ho perso l’entusiasmo per le cose semplici, come uscire con gli amici, mangiare in tranquillità, vivere la mia quotidianità senza paura di stare male. In alcuni momenti mi sento come bloccato, svuotato, e faccio fatica ad affrontare anche le piccole attività della giornata.

Mi rendo conto che, oltre al problema fisico, sto vivendo un disagio emotivo che vorrei affrontare con l’aiuto di un professionista. Per questo motivo mi sto rivolgendo a voi. grazie per l’attenzione
Dott.ssa Cristina Schirato
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Vicenza
Gentile utente,
immagino che il periodo che sta vivendo non sia facile e che sia impattante nella sua qualità di vita. Il nostro corpo e la nostra mente non sono mai entità separate e le emozioni non risolte vivono all'interno del nostro corpo come blocchi o sottoforma di sintomi, che influenzano spesso diverse sfere del nostro quotidiano.
Parlarne con un terapeuta potrebbe esserle d'aiuto. Non so quale sia il suo luogo di residenza ma posso essere disponibile per un eventuale colloquio anche online.
Grazie per la sua condivisione, spero di poterle essere d'aiuto.

Dott.ssa Cristina Schirato

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Gentile utente buongiorno.
Grazie per aver condiviso questo momento di profondo disagio. I sintomi fisici che ci ha descritto, escluse cause organiche, posso essere causati da fattori psicologici. Periodi particolarmente stressanti, ambienti demotivanti o molesti, preoccupazioni eccessive per il futuro o per la salute, possono avere una ripercussione sull'organismo e portare alle situazioni invalidanti che ci ha ben illustrato.
Valutare un supporto psicologico potrebbe essere importante nel suo processo di guarigione da questi sintomi. Lei stesso ha evidenziato che vuole superare il disagio emotivo, certamente legato a doppio filo con le sue problematiche fisiche. Corpo e mente lavorano sempre insieme e uno influenza l'altra, condizionando il benessere.
Se lo desidera può richiedere una consulenza online per approfondire la sua situazione e ascoltare la proposta per un percorso psicologico mirato e personalizzato alle sue esigenze.
Restando a disposizione, le auguro il meglio. Dott. Antonio Cortese
Dott.ssa Lucrezia Navarra
Psicologo, Psicologo clinico
Bassano del Grappa
Gentile,

la ringrazio per aver condiviso con me una parte così significativa della sua esperienza personale. Comprendo quanto possa essere difficile convivere a lungo con un disagio fisico come quello che descrive, soprattutto quando sembra resistere agli sforzi e ai tentativi di cura. È naturale che una condizione cronica possa ripercuotersi anche sul benessere emotivo e sulla qualità della vita quotidiana.

Dalle sue parole emerge chiaramente una sofferenza che va oltre il piano fisico, toccando aspetti emotivi e relazionali. Sensazioni come stanchezza, perdita di entusiasmo e difficoltà nel trovare piacere nelle attività di tutti i giorni sono segnali che meritano ascolto e attenzione, ma senza voler trarre conclusioni affrettate, ritengo importante sottolineare che ogni vissuto è unico e complesso, e richiede uno spazio adeguato per essere esplorato e compreso in profondità.

Rivolgersi a un professionista, come lei stesso sta facendo ora, è un passo importante e non scontato. Un percorso psicologico potrebbe offrirle un luogo sicuro dove poter dare voce e significato a ciò che sta vivendo, aiutandola a individuare risorse personali e modalità di più funzionali indirizzate al suo benessere complessivo.

Resto disponibile per qualsiasi ulteriore informazione o chiarimento.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Lucrezia Navarra
Buongiorno,
Da quel che dice immagino che stia attraversando un momento difficile.
L'apparato gastrointestinale è fortemente collegato al nostro cervello, è come se fosse un "tubo di scarico" di stress ed emozioni, dunque potrebbe essere che questi sintomi siano correlati ad un momento di vita che sta attraversando. Purtroppo qui è difficile aiutarla in altro modo, potrebbe prendere contatto direttamente con un professionista su questa piattaforma per intraprendere un percorso se sente di averne bisogno. Se vuole, sono disponibile in tal senso.
Spero di esserle stata d'aiuto :)
Dott.ssa Paola Vitale
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Gentile utente,

La ringrazio per aver condiviso in modo così sincero e lucido il suo vissuto. Le sue parole raccontano un momento di grande fatica, in cui corpo e mente sembrano intrecciarsi in un circolo che consuma le energie e la serenità quotidiana. È già un passo importante riconoscere che, accanto al disagio fisico, vi sia anche una sofferenza emotiva che merita ascolto e cura.

Il reflusso gastroesofageo, soprattutto se persistente e resistente ai trattamenti, può generare un forte senso di impotenza. Quando il corpo continua a mandare segnali di malessere, è naturale che la mente inizi a sentirsi sopraffatta, alimentando pensieri negativi, ansia anticipatoria, isolamento. Non è raro che il disagio fisico prolungato si associ a stati depressivi reattivi o a una sensazione di disconnessione da sé e dagli altri.

Il fatto che Lei si sia fermato ad osservare questo malessere e abbia scelto di chiedere aiuto è un atto di responsabilità verso sé stesso, ma anche un segnale di forza e consapevolezza. Spesso, nelle situazioni di malattia cronica o sintomi somatici persistenti, il supporto psicologico può offrire uno spazio prezioso in cui:

Elaborare lo stress legato alla condizione fisica;

Gestire l’ansia e i pensieri negativi ricorrenti;

Riscoprire risorse personali e strategie di fronteggiamento efficaci;

Ricostruire una quotidianità che sia meno dominata dalla paura di stare male.

Nel lavoro psicologico è possibile anche esplorare il significato emotivo che il corpo sta esprimendo attraverso i sintomi: non in senso riduttivo o “psicosomatico” in senso stretto, ma come invito ad accogliere e ascoltare la propria storia, i propri limiti e bisogni non espressi, in un’ottica di integrazione mente-corpo.

Resto a disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.

Un caro saluto
Dott.ssa Romina Renna Loiacono
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Ciao, in momenti di forte stress fisico anche tutto il resto del corpo, per cui la mente, va in protezione. Probabilmente questo tuo isolarti ti serve per non esporti ad altri ulteriori fonti di stress, indubbiamente devi ricercare un approccio più funzionale per affrontare questo momento. Come stesso tu scrivi l'aiuto di uno specialista potrebbe farti comprendere quali sono i modi giusti per affrontare un momento così delicato per te.
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Grazie per aver condiviso con tanta lucidità e sensibilità il tuo momento: è già un passo importante verso la cura di te stesso. Quando un disagio fisico come il reflusso si prolunga nel tempo senza sollievo, può diventare fonte di stress costante, minando progressivamente anche l’equilibrio emotivo. È normale sentirsi affaticati, scoraggiati, con pensieri negativi ricorrenti.

Il corpo e la mente sono profondamente connessi: non si tratta solo di “sopportare” un sintomo, ma di quanto quel sintomo condizioni il tuo spazio vitale. La tua consapevolezza di questo legame e il desiderio di affrontarlo con un aiuto professionale sono fondamentali. Ti invito a cercare uno psicologo con cui esplorare queste difficoltà: non per trovare risposte immediate, ma per iniziare a costruire uno spazio sicuro dove sentirti ascoltato, compreso e accompagnato. Non sei solo, e non devi affrontare tutto da solo. Rimango a disposizione.
Dr. Antonio Rivetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Caserta
Gentile Utente, innanzitutto, è importante continuare ad effettuare esami per chiarire la sua problematica fisica. La questione è quanto la sua mente la sta influenzando e condizionando in questo momento. Quanta importanza sta dando a pensieri negativi sulla sua salute. Provi a meditare, a rilassarsi, lasciando andare i pensieri, svuotando la mente. Ascolti il suo corpo, il suo istinto e faccia ciò che la fa stare bene con chi desidera oppure da solo. Grazie.
Dott.ssa Thais Oliveira
Psicologo, Psicologo clinico
Trieste
Buongiorno, sono la Dott.ssa Oliveira. I sintomi fisici spesso sono anche espressioni del nostro mondo emotivo. Specialmente quando non si arriva ad una diagnosi medica. La psicologia ha tanti approcci, tra cui alcuni chiamati "modelli ad approccio corporeo", che hanno uno sguardo accurato sul corpo, le sue sensazioni ed i suoi "dolori". Un percorso che consideri le emozioni, i pensieri e le sensazioni corporee sicuramente le sarebbe utile. Sono a disposizione e le auguro una buona giornata.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve, grazie per aver condiviso con sincerità il suo vissuto. Comprendo quanto una condizione fisica come il reflusso gastroesofageo, soprattutto quando persistente e difficile da gestire, possa influire profondamente anche sul benessere emotivo e sulla qualità della vita. La stanchezza, la perdita di energia e l’umore negativo sono reazioni comuni quando si affrontano problemi di salute cronici, ma è importante riconoscere che il disagio emotivo non va sottovalutato e può essere affrontato efficacemente.

Spesso corpo e mente sono strettamente collegati: il malessere fisico può amplificare lo stress e le preoccupazioni, così come le difficoltà emotive possono influenzare la percezione e la gestione dei sintomi fisici. Per questo motivo, un supporto psicologico mirato può aiutare a trovare strategie per gestire meglio le emozioni, migliorare la qualità della vita e affrontare con più forza le sfide quotidiane, anche in presenza di disturbi fisici.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire la sua situazione rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarla in questo percorso di comprensione e recupero del benessere globale.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Martina Rubino
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, grazie per la condivisione. Immagino quanto possa esser frustrante e invalidante convivere con questo tipo di sintomo. Il reflusso gastroesofageo può impattare non solo sulla salute fisica, ma anche su delle situazioni relazionali, in cui questa tipologia di sintomi può rappresentare un ostacolo alla possibilità di godere di momenti socialmente condivisi. Mi sembra molto importante che sia riuscito a riconoscere queste fatiche e chiedere aiuto. Sono dell'idea che potrebbe rappresentare una risorsa l'inizio di un percorso psicologico, che possa aiutarla a capire quali siano le possibili cause delle sue fatiche e trovare gli strumenti adatti da mettere in campo per farvi fronte.
Dott.ssa Manuela Valentini
Psicologo, Psicologo clinico
Melfi
Gentile utente, buon pomeriggio. Grazie per la sua apertura in quanto si sta muovendo nella direzione di cercare supporto.
Posso dirle che compro quanto questa situazione stia influenzando la sua vita e quanto sia frustrante non riuscire ancora a trovare una soluzione mirata. Sentirsi demotivati e avere pensieri negativi quando un problema fisico limita la quotidianità è molto limitante e frustrante. Un lavoro multidimensionale sarebbe importante per una migliore visione e miglioramento dei suoi bisogni. Si potrebbe lavorare insieme per trovare strategie che possano aiutarla a gestire la condizione attuale, volta sia a migliorare lo stato d'animo, sia il recupero della sua energia.
Come professionista della salute, psicologa, resto a disposizione per un primo colloquio ed eventuali informazioni.
Un saluto
Dr.ssa Manuela Valentini
Dott.ssa Chiara Visalli
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buon pomeriggio, mi dispiace molto per la sua situazione. Spesso i sintomi legati al tratto gastroesofageo sono connessi in maniera diretta con un disagio emotivo (di cui Lei stesso parla) o in generale con condizioni di stress e malessere psicologico.
Pertanto potrebbe sicuramente considerare l'idea di iniziare un percorso psicologico, al fine di dare significato a questi sintomi fisici che magari esprimono qualcosa a livello più inconscio (meccanismo di somatizzazione).
I sintomi fisici possono essere sia la conseguenza di un malessere psicologico (come manifestazione corporea dello stress, ad es.), ma anche possono esserne la causa: mantenendo i sintomi, viene favorito il disagio emotivo (perdita di entusiasmo, stanchezza, etc).
Iniziare un percorso prima che sia troppo tardi è fondamentale, e Lei è ancora è un ragazzo giovane che ha tutte le risorse per stare meglio...

Se avrà bisogno, sarò a Sua disposizione! :)
Dott.ssa Giulia Uberti
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
spesso patologie dal punto di vista fisico come il reflusso gastroesofageo possono ripercuotersi negativamente anche sul benessere psicologico, in quanto mente e corpo sono strettamente interconnessi.
Questi disagi emotivi possono influenzare le attività quotidiane e rappresentare un ostacolo nel perseguimento di obiettivi futuri e nella crescita, sia personale che professionale.

Un approccio cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla a comprendere l’origine delle sensazioni che sta provando e come queste si intreccino con la sua situazione fisica, così da poter lavorare sui meccanismi che generano il disagio.
Inoltre, attraverso tecniche cognitive e comportamentali, potrebbe apprendere strategie per gestire queste sensazioni in modo più funzionale, migliorando così la qualità della vita quotidiana e lo sguardo verso il futuro.
Un ulteriore sostegno potrebbe arrivare dalle pratiche di mindfulness, che aiutano a prendersi cura del proprio benessere psicofisico.

Un confronto con un professionista può essere un primo passo per affrontare ciò che sta vivendo. Rimango a disposizione qualora volesse approfondire insieme questi aspetti.
Dott.ssa Flavia Lanni
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Buon pomeriggio,

la ringrazio per aver scritto con tanta sincerità e lucidità. Dalle sue parole emerge una sofferenza che non è solo fisica, ma che coinvolge profondamente anche la sfera emotiva e relazionale. Ed è proprio questa consapevolezza — il riconoscere che il corpo e la mente parlano insieme — che rappresenta già un primo, importante passo nel prendersi cura di sé.

Affrontare un problema di salute cronico o persistente, come nel caso del reflusso gastroesofageo, può diventare col tempo qualcosa di molto più ampio di un semplice disturbo organico: può influenzare il nostro umore, le energie, le abitudini, il senso di libertà e di sicurezza nella vita quotidiana. Ed è assolutamente comprensibile che tutto ciò generi pensieri negativi, ritiro sociale, stanchezza emotiva e una generale perdita di entusiasmo.

Ciò che descrive è un quadro che merita attenzione, ascolto e un accompagnamento delicato ma deciso. In questi casi, un percorso psicoterapeutico può offrire uno spazio sicuro in cui esplorare:

il significato che questo disagio ha assunto nella sua vita;

le paure, i pensieri e le emozioni che ne derivano;

le risorse interiori — spesso più vive di quanto si immagini — che possono essere riattivate o rafforzate.

Talvolta, la difficoltà non è tanto “nel sintomo” quanto nel senso di isolamento, confusione o impotenza che esso porta con sé. E proprio per questo, iniziare a parlarne con un professionista può alleggerire il peso e aprire nuove possibilità.

Resto a disposizione anche per un primo colloquio online, se lo desidera: potremmo valutare insieme le modalità migliori per affrontare questo momento con maggiore chiarezza, cura e sostegno.
Dott.ssa Nunzia D'Anna
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
A me sembra che lei abbia individuato un bisogno: quello di parlare con qualcuno di come sta, a 360 gradi. Spesso il corpo capisce prima della mente che qualcosa non va nella nostra vita. Ora le manca il passo successivo: contattare un professionista nella sua zona ed occuparsi di se stesso.
Dott.ssa Francesca Morsetti
Psicologo, Psicologo clinico
Viareggio
Gentile utente, da quello che riporta lei, è utile che ne parli più approfonditamente con un professionista che sarà in grado di valutare e di di aiutarla.
un caro saluto
Dott.ssa Luciana Bastianini
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,
comprendo il disagio emotivo che sta attraversando. Immagino che abbia già effettuato diversi accertamenti medici, tuttavia, se nonostante i provvedimenti adottati il problema persiste, è possibile che la sintomatologia fisica che riferisce sia almeno in parte riconducibile a uno stato psicosomatico.

La psicoterapia ha l’obiettivo di indagare le cause profonde del malessere e, attraverso l’analisi del sintomo, contribuire a migliorare la qualità della vita. Ogni persona ha un proprio funzionamento psicologico, con meccanismi specifici che possono generare o mantenere uno stato di sofferenza: la psicoterapia si propone di conoscerli e, laddove possibile, di favorirne lo sblocco.

Qualora desiderasse approfondire insieme le dinamiche che accompagnano la deflessione dell’umore vissuta negli ultimi mesi, resto a disposizione per un primo colloquio conoscitivo.

Cordialmente,
Dott.ssa Luciana Bastianini
Gentilissimo,
comprendo pienamente la situazione di disagio che la sta coinvolgendo in questo periodo particolarmente critico. La sensazione di perdita del piacere in ogni attività nel quotidiano rappresenta un campanello di allarme da non sottovalutare e la sua motivazione nel voler riprendere in mano il controllo dei propri stati emotivi, con l'aiuto di un professionista, è un ottimo primo passo. Se ha piacere di approfondire la sua situazione può contattarmi privatamente o prenotare direttamente un appuntamento tramite il mio profilo MioDottore. Le faccio intanto i miei più sentiti auguri per una pronta guarigione, a presto.
Dott.ssa Marika Fiengo
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, il tuo messaggio trasmette con chiarezza quanto tu stia vivendo un momento di grande fatica, sia sul piano fisico che emotivo, e il fatto che tu abbia deciso di chiedere aiuto è un primo passo molto importante e coraggioso.

È comprensibile che questa condizione fisica, soprattutto se persistente e non risolta, possa influenzare profondamente il tuo benessere psicologico, portando a stanchezza, pensieri negativi e un senso di blocco che rende difficile anche affrontare le attività quotidiane. Il corpo e la mente sono strettamente connessi, e quando uno dei due soffre, spesso anche l’altro ne risente - in particolare ci sono innumerevoli studi che attestano la correlazione tra l'intestino e il cervello.

Quello che stai descrivendo ha le caratteristiche di un disagio emotivo che merita attenzione e ascolto. Iniziare un percorso psicologico potrebbe aiutarti a comprendere meglio ciò che stai vivendo, a gestire le emozioni che ti stanno appesantendo e a ritrovare, poco alla volta, un senso di leggerezza, energia e fiducia in te stesso per spezzare il ciclo di malessere che si autoalimenta - sto male fisicamente, questo mi fa star male psicologicamente, e questo contribuisce ad aumentare la sintomatologia fisica.

Se vuoi, sono disponibile per approfondire la situazione e iniziare un percorso psicologico insieme.

Resto a disposizione per qualsiasi domanda o chiarimento,
Dott.ssa Marika Fiengo.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente mi dispiace tanto per la dinamica che ha raccontato, immagino sia molto fastidioso. Siccome gli esami medici hanno escluso cause organiche, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per migliorare la qualità di vita cercando di capire la causa di questi sintomi.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, posso solo immaginare l'enorme fatica e malessere che descrive. Chiedere aiuto credo sia un grande atto d'amore verso se stessi. SI affidi ad un professionista che la saprà guidare nella presa di consapevolezza verso ciò che sta accadendo dentro di sè. Rimango a disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Beatrice Migiani
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, la ringrazio per la sua condivisione e per aver riportare una sofferenza sicuramente non facile da gestire. Immagino quanto questi sintomi possano prevalere nella sua quotidianità, andando ad incidere in quelle che sono le abitudini che normalmente teneva nella sua vita. Mente e corpo viaggiano insieme ed è normale che da dei sintomi fisici lei abbia delle ripercussioni a livello mentale (o può succedere viceversa), è importante ricordarsi che per poter arrivare a percepire un benessere dobbiamo cercare di mettere in equilibrio tutte queste parti. Sono sicura che arriverà a trovare una soluzione a questa sintomatologia ora molto invadente, sicuramente potrebbe essere necessario comprenderla meglio, in tutte le sue sfaccettature.

Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Ronza
Psicologo, Psicologo clinico
Aversa
Quello che descrivi non è solo un disagio fisico, ma un'esperienza complessa che coinvolge profondamente anche il tuo mondo emotivo, e riconoscerlo è già un passo importante e coraggioso.
È comprensibile che sintomi persistenti come quelli legati al reflusso, soprattutto quando sembrano resistere a cure e consulti, possano generare stanchezza, frustrazione, e condizionare la qualità della vita. Quando il corpo parla in questo modo, spesso ci sta comunicando un disagio più ampio, che merita ascolto e spazio.
Il senso di svuotamento, la fatica nel trovare piacere nelle piccole cose quotidiane, i pensieri negativi ricorrenti… sono segnali che qualcosa dentro di te sta cercando di farsi comprendere. Il supporto psicologico può essere un luogo sicuro e dedicato in cui esplorare tutto questo, con delicatezza e rispetto dei tuoi tempi.
Se vorrai iniziare un percorso insieme, possiamo prenderci uno spazio per ascoltare più a fondo ciò che stai vivendo, dare un senso a questi vissuti e, poco alla volta, ritrovare risorse interiori che in questo momento ti sembrano lontane, ma che non sono perdute.
Dott.ssa Marina Cacchionni
Psicologo, Psicologo clinico
Grosseto
Buonasera, prima di tutto è importante escludere cause mediche organiche. Ho letto che ha effettuato diversi esami senza risultati chiari, comprendo la frustrazione. La parte corporea e la parte psicologica sono state fino a poco tempo fa ingiustamente separate, ma la scienza riconosce la connessione profonda che esiste tra queste parti della nostra esperienza umana. Qualsiasi malattia fisica può essere peggiorata dalla condizione psichica e viceversa, non si tratta tanto di cause quanto di "convivenza". Quello che non elaboriamo spesso ci parla attraverso stati corporei alterati, è il linguaggio del nostro organismo per chiederci aiuto e il fatto che lei stia chiedendo aiuto a sua volta è il primo fondamentale passo per ascoltarsi e prendersi cura di se stesso, un passo che la avvicina al benessere. Ma cerchi di accettare che non esiste un benessere definitivo e costante, ma una continua adattabilità che ci rende flessibili e non "spezzabili" al vento della vita!
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per la fiducia con cui ha deciso di condividere un momento tanto delicato della sua vita. Le sue parole restituiscono con grande chiarezza quanto sia diventato faticoso portare avanti la quotidianità, in un intreccio complesso tra malessere fisico e vissuti emotivi. E proprio questo collegamento tra corpo e mente è un punto fondamentale nell’approccio cognitivo-comportamentale. Quando si convive a lungo con un disturbo fisico come il reflusso gastroesofageo, soprattutto se resistente ai trattamenti, è molto comune che si sviluppino pensieri negativi ricorrenti, preoccupazioni e vissuti emotivi che si intensificano con il tempo. La frustrazione per non riuscire a risolvere un sintomo, l’incertezza sul proprio stato di salute, la stanchezza legata ai numerosi tentativi terapeutici possono facilmente minare l’umore, l’autostima e il senso di controllo. Questo genera un circolo vizioso: il malessere fisico attiva pensieri negativi e ansiosi, che a loro volta possono amplificare la percezione del sintomo stesso, rendendo tutto ancora più opprimente. L’approccio cognitivo-comportamentale può essere particolarmente utile in situazioni come la sua, perché si fonda proprio sul riconoscere e modificare quei pensieri e quei comportamenti che contribuiscono a mantenere il disagio, lavorando al tempo stesso sulla gestione delle emozioni e sul ripristino graduale del benessere psicofisico. Il primo passo, infatti, non è cercare di "forzare" il ritorno a come ci si sentiva prima, ma accettare con gentilezza verso sé stessi il momento di difficoltà che si sta attraversando, e iniziare a osservarlo con uno sguardo più ampio e consapevole. Molti dei segnali che lei descrive, come la perdita di entusiasmo, la fatica ad affrontare le attività quotidiane, la sensazione di vuoto o blocco, sono indicatori di un possibile abbassamento dell’umore. Ma è importante sottolineare che, se riconosciuti per tempo, possono essere affrontati in modo efficace, senza che diventino cronici. Lavorare su questi aspetti significa imparare a interrompere il ruminare mentale, sviluppare strategie concrete per gestire lo stress, tornare gradualmente a inserire nella giornata piccole attività piacevoli e significative, e soprattutto costruire una nuova narrazione di sé che non ruoti esclusivamente attorno al sintomo fisico. Un percorso terapeutico, in questo senso, non si limita a “parlare dei problemi”, ma diventa un laboratorio dove si allenano nuove modalità di pensare, di agire e di affrontare la realtà, anche quando essa si presenta difficile o incerta. È un lavoro che richiede tempo e pazienza, ma che può portare a risultati profondi e duraturi. Non si tratta di ignorare o minimizzare il sintomo fisico, ma di restituire un senso di padronanza su di sé e sulla propria vita, anche in presenza di una condizione medica. Il fatto che lei abbia già maturato la consapevolezza che il disagio non è solo fisico ma anche emotivo, e che abbia scelto di chiedere aiuto, è un segnale di grande lucidità e coraggio. Le difficoltà che sta vivendo oggi non definiscono il suo valore né il suo futuro: sono piuttosto una parte del suo percorso, che può diventare anche l’occasione per conoscersi più a fondo e per costruire nuove risorse interiori. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, sono disponibile ad affrontare con lei il suo disagio emotivo con un percorso di approfondimento terapeutico, anche online. Saluti.
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, il momento che sta attraversando è carico di fatica e comprensibilmente le sta togliendo energie, serenità, voglia di vivere con leggerezza ciò che prima forse riusciva ad affrontare con più naturalezza. Quando un disturbo fisico persiste a lungo, soprattutto se non si trova una soluzione chiara, può incidere profondamente anche sul piano emotivo e psicologico, generando frustrazione, senso di impotenza, isolamento.

Riconoscere questo legame tra corpo e mente — e cercare un supporto per affrontarlo — è un passo prezioso, non scontato. Non si tratta solo di trovare “la cura giusta”, ma di avere uno spazio in cui potersi ascoltare, capire meglio cosa sta accadendo dentro di sé e darsi il permesso di farsi accompagnare in questo processo. Se lo desidera, mi può contattare per un colloquio

Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissimo, sono molto dispiaciuto per il malessere che descrive. Siamo in una situazione dove fisico e psichico sono vicendevolmente connessi, per non dire sovrapposti. In relazione a ciò credo possa giovarle molto intraprendere una terapia psicologica che abbia anche l'obiettivo di lavorare attivamente sulla comparsa dei sintomi somatici che ci racconta. Le auguro che possa pian piano riuscire a migliorare e alleviare la sua sofferenza e le difficoltà che ne conseguono, un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Dott.ssa Anna Faragò
Psicologo, Psicologo clinico
Saronno
Caro utente,
dalle tue parole emerge in modo chiaro come tu stia attraversando un periodo complesso. Spesso le risposte che la nostra mente e il nostro corpo danno, all'interno di varie situazioni di vita, sono connesse tra loro. Come hai ben sottolineato, il malessere si sta manifestando sia a livello fisico che emotivo. Il voler avviare un percorso psicologico, oltre a quello medico già in corso, rappresenta sicuramente un intervento necessario per poterti prendere cura della tua salute a 360°.
Di approcci psicologici ne esistono diversi e ciascuno ha la propria validità; non esiste, infatti, un approccio in assoluto migliore rispetto ad un altro: è necessario soltanto trovare il professionista che meglio corrisponde alla tua situazione. Anche rispetto alla modalità, in presenza oppure online, è opportuno valutare in base a cosa ritieni di poter sostenere di più in questo momento.
Il mettersi alla ricerca di un professionista rappresenta sicuramente il primo passo per prenderti cura della tua salute.

Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Comprendo quanto una condizione fisica cronica, come il reflusso gastroesofageo, possa influire profondamente anche sul benessere emotivo e sulla qualità della vita. È normale sentirsi stanchi, demotivati e a volte sopraffatti in queste situazioni.

Riconoscere il disagio emotivo e voler affrontarlo con l’aiuto di un professionista è un passo importante e coraggioso. Un percorso psicologico può offrirle uno spazio sicuro per esplorare le sue emozioni, imparare strategie per gestire l’ansia e il senso di frustrazione e ritrovare gradualmente energia e motivazione nella quotidianità.
Prendersi cura sia del corpo che della mente è fondamentale per il suo benessere complessivo.

Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso di psicoterapia che l'aiuti nella gestione dell'ansia. Cordiali saluti.
Dott.ssa Francesca Cavara
Psicologo clinico, Psicologo
Este
Caro paziente,
grazie per aver condiviso con così tanta sincerità il tuo vissuto. Le difficoltà che stai attraversando, sia sul piano fisico che emotivo, meritano attenzione e ascolto. Quando i sintomi corporei persistono e impattano così profondamente sulla quotidianità, è naturale che anche il benessere psicologico ne risenta: la stanchezza, i pensieri negativi e la perdita di entusiasmo sono segnali importanti, da non trascurare.

Hai già fatto un passo molto significativo nel riconoscere questo disagio e nel cercare un supporto professionale. Spesso il malessere emotivo può intrecciarsi con quello fisico, alimentando un senso di blocco e svuotamento. Intraprendere un percorso psicologico può aiutarti a rimettere a fuoco le tue risorse e a ritrovare un equilibrio.

Se lo desideri, sono disponibile anche online per un primo colloquio. Sarà un’occasione per conoscerci e iniziare ad affrontare insieme, con rispetto e gradualità, ciò che stai vivendo.

Resto a disposizione. Un caro saluto,
Francesca Cavara
Psicologa
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo. Dalle sue parole emerge chiaramente quanto questo periodo sia faticoso per lei sia sul piano fisico che su quello emotivo. Quando un disturbo, come il reflusso gastroesofageo, diventa persistente e limita la quotidianità, è comprensibile che generi stanchezza, ansia e pensieri negativi. Corpo e mente sono profondamente legati, e quando uno dei due è in sofferenza, anche l’altro ne risente.
È importante riconoscere, come sta già facendo, che oltre alla dimensione medica esiste un vissuto psicologico che merita ascolto e attenzione. Spesso, nelle situazioni croniche o non ancora risolte, il disagio emotivo tende ad amplificare la percezione dei sintomi e a ridurre la capacità di reagire, creando un circolo difficile da spezzare. Intraprendere un percorso psicologico può aiutarla proprio in questo: a comprendere meglio le emozioni che sta provando, a ritrovare gradualmente energie e motivazioni, e a costruire un nuovo equilibrio tra corpo e mente.
Il primo passo, che è quello di chiedere aiuto, lo ha già fatto. Da qui possiamo lavorare insieme per aiutarla a gestire la sofferenza, affrontare i pensieri negativi e migliorare la qualità della sua vita quotidiana.
Resto a disposizione.

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