Buongiorno, sono una ragazza di 28 anni, sono fidanzata da due anni e convivo da meno di uno. Purtro
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Buongiorno, sono una ragazza di 28 anni, sono fidanzata da due anni e convivo da meno di uno. Purtroppo le cose tra me e lui stanno andando così così e nonostante io e lui siamo compatibili e ci vogliamo bene, il problema della sua famiglia ci sta allontanando. Nelle ultime settimane ho molti problemi con mia suocera, ci sta mettendo davvero impegno per rovinarmi la vita, con gesti e mosse di cui io rimango molto male. Non sono il tipo che da peso a queste dinamiche, provo sempre a comprendere, a trovare il buono in tutti, a lasciar correre ma con lei mi capita una cosa strana: ho rabbia come con nessuno, mi influenza a tal punto che per lei sto rovinando la mia relazione con lui… mi sento arrivata al limite. Ci soffro. Sto mettendo tutto in dubbio per una famiglia in cui non mi sento accolta ma che non fa altro che porsi in competizione con me, quasi come se l’affetto del mio compagno fosse una gara a chi lo merita di più e da quando lui sta con me e sta riacquistando autonomia di scelta e fiducia in se, io sono diventata la cattiva, quando invece io ho sempre incoraggiato i nostri rapporti con loro, anche invitandoli spesso a casa mia, chiamandoli, solo per avere risposte mortificanti e assurde. Ricevo continuamente atteggiamenti mortificanti, che offendono la mia persona (su quanto io non guadagni, su ciò che studio, sulla situazione economica mia e di lui).
Noi facciamo una vita faticosa ma autonoma perche da loro nn abbiamo accettato nulla, visto che ogni cosa può diventare un ricatto morale ed economico, certo non navighiamo nell’oro ma comunque stiamo facendo da soli e questo è motivo per lei di denigrare il figlio, perché nn ha una stabilità economica alta, e ogni cosa diventa “te lo do io perché tu non puoi permettertelo, ma te lo faccio pesare”. Inutile dire come ci sta lui per avere una mamma così materialista e critica, distruttiva nei suoi confronti. Molte volte parliamo e lui cerca sempre di capirmi, mi da ragione, cerca di tutelarmi, ma comunque è una persona buona, dal carattere mite e non è il tipo che si incazza, che si impone o si difende o litiga per essere rispettato o per far rispettare me. Oramai ho capito che è fatto così e ho capito che per lui la sua famiglia è importante anche se si comporta male e forse avrà sempre la priorità su di me (non so se perché forse è troppo fragile o perché ha subito così tanto che nn riesce a divincolarsi ora). Ci sta male in silenzio e io idem.
Sono arrivata al punto di mettere in dubbio i miei valori come persona, perché mi da rabbia che tutto questo riesca a influenzarmi, a cambiarmi, a trasformarmi in una ragazza arrabbiata, che l’unico modo che ha per difendersi è imporsi, ricambiare l’offesa (ma non è nel mio carattere e nn riesco) e tutto questo mi fa vivere la nostra relazione con ansia, oltre che avere un impatto distruttivo su tutta la mia vita.
Lui sa quanto ci stia male ma forse sono io ad essere arrivata al limite, nonostante questo sia l’unico problema fra di noi.
Faccio fatica a studiare, mi da rabbia ormai tutto quello che lei dice e fa, ho una rabbia interiore. Non so cosa fare, pensavo di essere migliore invece nn lo sono e questa situazione è così un peso per me che faccio incubi su questo e mi condiziona a tal punto che sto mettendo in dubbio la mia relazione con lui…
Abbiamo provato ad andare avanti come se lei non esistesse ma questo non è possibile, perché nn solo si scontra con la realtà ma perché il mio compagno ci sta male per questi suoi atteggiamenti, a volte si deprime e cerca in me un rifugio, ma io non ce la faccio più, so che è sbagliato ma mi fa rabbia vederlo così a 30 anni, come un ragazzino bisognoso di cure e attenzioni da parte di una mamma che dimostra da 30 anni di essere così. So che è sua madre ma io non riesco più a essere quella persona comprensiva nemmeno con lui, nn riesco a capirlo, a comprendere le sue ragioni perché mi fa male che nonostante lui veda come questa situazione ci sta logorando e distruggendo come coppia ( e per lui sono molto importante, so che ci tiene a me) non riesca a non togliere la sua famiglia da un piedistallo che i suoi genitori gli impongono, in una mentalità in cui loro vanno sempre rispettati soltanto perché hanno questo ruolo e i figli non meritano rispetto e fiducia, ma passano sopra tutto perché loro sono in posizione inferiore.
Ho molta rabbia e spero voi riusciate a dirmi come fare per uscirne… mi sento cambiata, peggiorata come persona, come compagna… sono ossessionata da questi pensieri tutti i giorni…
Forse mi aspettavo di più da lui. Più maturità, più fiducia in se, più autostima… invece quando lo vedo che si abbatte, che anche quando proviamo ad andare avanti comunque la situazione gli pesa e allora io vedo tutto nero.
Aiuto, perché così non riesco più ad andare avanti.
Noi facciamo una vita faticosa ma autonoma perche da loro nn abbiamo accettato nulla, visto che ogni cosa può diventare un ricatto morale ed economico, certo non navighiamo nell’oro ma comunque stiamo facendo da soli e questo è motivo per lei di denigrare il figlio, perché nn ha una stabilità economica alta, e ogni cosa diventa “te lo do io perché tu non puoi permettertelo, ma te lo faccio pesare”. Inutile dire come ci sta lui per avere una mamma così materialista e critica, distruttiva nei suoi confronti. Molte volte parliamo e lui cerca sempre di capirmi, mi da ragione, cerca di tutelarmi, ma comunque è una persona buona, dal carattere mite e non è il tipo che si incazza, che si impone o si difende o litiga per essere rispettato o per far rispettare me. Oramai ho capito che è fatto così e ho capito che per lui la sua famiglia è importante anche se si comporta male e forse avrà sempre la priorità su di me (non so se perché forse è troppo fragile o perché ha subito così tanto che nn riesce a divincolarsi ora). Ci sta male in silenzio e io idem.
Sono arrivata al punto di mettere in dubbio i miei valori come persona, perché mi da rabbia che tutto questo riesca a influenzarmi, a cambiarmi, a trasformarmi in una ragazza arrabbiata, che l’unico modo che ha per difendersi è imporsi, ricambiare l’offesa (ma non è nel mio carattere e nn riesco) e tutto questo mi fa vivere la nostra relazione con ansia, oltre che avere un impatto distruttivo su tutta la mia vita.
Lui sa quanto ci stia male ma forse sono io ad essere arrivata al limite, nonostante questo sia l’unico problema fra di noi.
Faccio fatica a studiare, mi da rabbia ormai tutto quello che lei dice e fa, ho una rabbia interiore. Non so cosa fare, pensavo di essere migliore invece nn lo sono e questa situazione è così un peso per me che faccio incubi su questo e mi condiziona a tal punto che sto mettendo in dubbio la mia relazione con lui…
Abbiamo provato ad andare avanti come se lei non esistesse ma questo non è possibile, perché nn solo si scontra con la realtà ma perché il mio compagno ci sta male per questi suoi atteggiamenti, a volte si deprime e cerca in me un rifugio, ma io non ce la faccio più, so che è sbagliato ma mi fa rabbia vederlo così a 30 anni, come un ragazzino bisognoso di cure e attenzioni da parte di una mamma che dimostra da 30 anni di essere così. So che è sua madre ma io non riesco più a essere quella persona comprensiva nemmeno con lui, nn riesco a capirlo, a comprendere le sue ragioni perché mi fa male che nonostante lui veda come questa situazione ci sta logorando e distruggendo come coppia ( e per lui sono molto importante, so che ci tiene a me) non riesca a non togliere la sua famiglia da un piedistallo che i suoi genitori gli impongono, in una mentalità in cui loro vanno sempre rispettati soltanto perché hanno questo ruolo e i figli non meritano rispetto e fiducia, ma passano sopra tutto perché loro sono in posizione inferiore.
Ho molta rabbia e spero voi riusciate a dirmi come fare per uscirne… mi sento cambiata, peggiorata come persona, come compagna… sono ossessionata da questi pensieri tutti i giorni…
Forse mi aspettavo di più da lui. Più maturità, più fiducia in se, più autostima… invece quando lo vedo che si abbatte, che anche quando proviamo ad andare avanti comunque la situazione gli pesa e allora io vedo tutto nero.
Aiuto, perché così non riesco più ad andare avanti.
Buonasera, comprendo quanto questa situazione possa essere difficile da affrontare. Si trova in una dinamica complessa, in cui il rapporto con la famiglia del suo compagno sta mettendo a dura prova la relazione e il suo stesso equilibrio emotivo. La rabbia che prova è comprensibile: non sentirsi accolta e rispettata può generare frustrazione e senso di impotenza.
È importante riconoscere i suoi limiti e capire fino a che punto può gestire questa situazione senza compromettere il suo benessere. Se il suo compagno, pur comprendendo il problema, fatica a proteggere il vostro spazio di coppia, questo potrebbe portarla a chiedersi quali siano i suoi reali bisogni in una relazione e quanto sia disposta a tollerare questa dinamica nel tempo.
Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a gestire meglio le emozioni e a chiarire cosa desidera per sé e per la coppia. Inoltre, potrebbe essere utile provare a comunicare con il suo compagno in modo più chiaro, esprimendo non solo il disagio ma anche le sue aspettative per il futuro. Se ha bisogno di approfondire, resto a disposizione.
Cordiali saluti
È importante riconoscere i suoi limiti e capire fino a che punto può gestire questa situazione senza compromettere il suo benessere. Se il suo compagno, pur comprendendo il problema, fatica a proteggere il vostro spazio di coppia, questo potrebbe portarla a chiedersi quali siano i suoi reali bisogni in una relazione e quanto sia disposta a tollerare questa dinamica nel tempo.
Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a gestire meglio le emozioni e a chiarire cosa desidera per sé e per la coppia. Inoltre, potrebbe essere utile provare a comunicare con il suo compagno in modo più chiaro, esprimendo non solo il disagio ma anche le sue aspettative per il futuro. Se ha bisogno di approfondire, resto a disposizione.
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Gentilissima,
Capisco che questa situazione possa sembrare un vicolo cieco, dove i sentimenti di rabbia, frustrazione e confusione si intrecciano. È interessante come, nonostante il legame e l’affetto tra lei e il suo compagno, le dinamiche familiari possano esercitare una tale pressione sulla relazione. Come può una persona che ha sempre cercato di "lasciar correre" e di comprendere trovarsi così influenzata da un comportamento che sente ingiusto? Cosa potrebbe accadere se si riuscisse a guardare questo conflitto da una nuova prospettiva, magari esplorando come le sue emozioni e reazioni possano essere legate a come vede se stessa e il suo posto in questa relazione? E, infine, che ruolo potrebbe avere la consapevolezza di queste dinamiche nel permettere di trovare un modo diverso di reagire a questa situazione?
Sono disponibile su consulenza se desidera approfondire.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Capisco che questa situazione possa sembrare un vicolo cieco, dove i sentimenti di rabbia, frustrazione e confusione si intrecciano. È interessante come, nonostante il legame e l’affetto tra lei e il suo compagno, le dinamiche familiari possano esercitare una tale pressione sulla relazione. Come può una persona che ha sempre cercato di "lasciar correre" e di comprendere trovarsi così influenzata da un comportamento che sente ingiusto? Cosa potrebbe accadere se si riuscisse a guardare questo conflitto da una nuova prospettiva, magari esplorando come le sue emozioni e reazioni possano essere legate a come vede se stessa e il suo posto in questa relazione? E, infine, che ruolo potrebbe avere la consapevolezza di queste dinamiche nel permettere di trovare un modo diverso di reagire a questa situazione?
Sono disponibile su consulenza se desidera approfondire.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Il fatto che tu stia provando rabbia e frustrazione non significa che tu sia "peggiorata" come persona, ma che ti trovi in un contesto emotivamente logorante, in cui senti di non essere rispettata e riconosciuta nel tuo ruolo.
Da quello che descrivi, sembra che questa dinamica familiare tossica ti stia influenzando profondamente, al punto da generare ansia, difficoltà di concentrazione e persino incubi. Questo è un segnale importante che il malessere sta diventando qualcosa di difficile da gestire da sola.Sarebbe utile anche per il tuo compagno intraprendere un percorso che lo aiuti a rafforzare la sua autonomia emotiva e a comprendere meglio come il rapporto con sua madre lo stia condizionando.
Se ti va, possiamo approfondire insieme questi aspetti e valutare il percorso più adatto per aiutarti a ritrovare equilibrio e serenità. Il tuo benessere viene prima di tutto.
Da quello che descrivi, sembra che questa dinamica familiare tossica ti stia influenzando profondamente, al punto da generare ansia, difficoltà di concentrazione e persino incubi. Questo è un segnale importante che il malessere sta diventando qualcosa di difficile da gestire da sola.Sarebbe utile anche per il tuo compagno intraprendere un percorso che lo aiuti a rafforzare la sua autonomia emotiva e a comprendere meglio come il rapporto con sua madre lo stia condizionando.
Se ti va, possiamo approfondire insieme questi aspetti e valutare il percorso più adatto per aiutarti a ritrovare equilibrio e serenità. Il tuo benessere viene prima di tutto.
Ciao, ti ringrazio per aver condiviso la tua situazione così dettagliatamente. Posso immaginare quanto questa situazione stia pesando su di te, e posso capire la frustrazione, la rabbia e la confusione che stai vivendo. Quello che stai vivendo è un conflitto complesso che riguarda non solo la tua relazione con il tuo compagno, ma anche la dinamica familiare che vi circonda. Prima di tutto, voglio dirti che le emozioni che stai provando sono legittime. È normale sentirsi sopraffatta in una situazione come questa, in cui le tue esigenze emotive, il rispetto per te stessa e il tuo benessere si scontrano con una relazione familiare difficile e con il bisogno di fare i conti con un compagno che sembra incapace di prendere una posizione più decisa.
1. Riconoscere la rabbia e il conflitto interiore
La rabbia che provi è una reazione sana a una situazione ingiusta. Non c'è niente di sbagliato nell’essere arrabbiata quando ti senti costantemente sminuita, ignorata e messa in competizione con la famiglia del tuo compagno, soprattutto quando hai cercato di fare la tua parte per creare un rapporto positivo. La tua rabbia, sebbene dolorosa e difficile da gestire, è un segnale che c'è un confine che è stato oltrepassato. Tuttavia, è anche importante riconoscere che questa rabbia, se non gestita correttamente, può minare il tuo benessere e il tuo rapporto con il tuo compagno, oltre a farti sentire più isolata.
2. Separare le tue emozioni dalla dinamica con lui
Il primo passo che ti consiglio di fare è cercare di separare il tuo conflitto con sua madre da quello che provi nei confronti di lui. Tu e il tuo compagno state affrontando una situazione difficile, ma il fatto che lui non reagisca come vorresti non significa che non ci tenga a te. La sua incapacità di confrontarsi con la sua famiglia potrebbe derivare da dinamiche familiari radicate e da una difficoltà a rompere un legame che è stato costruito per tutta la sua vita. Questo non giustifica i comportamenti della sua famiglia, ma ti aiuta a comprendere che forse non sta agendo con piena consapevolezza del danno che questa situazione ti sta provocando. Non è facile per lui cambiare questa dinamica, specialmente se è stato educato a mettersi in secondo piano per compiacere la famiglia.
3. Parlare apertamente con lui
Una comunicazione sincera e aperta con lui è fondamentale. Potresti dirgli che capisci la difficoltà che prova a difendere se stesso e la sua relazione con la sua famiglia, ma che anche tu meriti rispetto e che la situazione ti sta logorando. Piuttosto che accusarlo, prova a focalizzarti su come ti senti: "Mi sento ferita quando tua madre mi tratta in questo modo" o "Questa situazione sta influenzando negativamente il nostro rapporto, e mi sento sopraffatta". Questo tipo di approccio aiuta a non metterlo sulla difensiva, ma a permettergli di ascoltare le tue emozioni.
4. Impostare dei confini chiari
I confini sono cruciali in una situazione del genere. Devi stabilire e far rispettare i tuoi limiti, non solo con la famiglia del tuo compagno, ma anche con lui. Può essere utile, per esempio, decidere di non partecipare a discussioni o eventi familiari che ti fanno sentire umiliata o messa in competizione. Se il tuo compagno non è disposto a difenderti o a intervenire in modo più deciso, potrebbe essere utile prendere in considerazione l'idea di fargli capire che tu hai bisogno di sentirti protetta, soprattutto emotivamente. Se ciò non accade, dovresti fare delle riflessioni serie sul futuro della relazione.
5. Prendersi cura di te stessa
La rabbia e l'ansia che provi stanno avendo un impatto significativo sul tuo benessere, quindi è essenziale che tu faccia un passo indietro e ti conceda dei momenti di cura personale. La rabbia e il risentimento ti stanno consumando, e questo non solo sta danneggiando la tua relazione, ma anche la tua serenità mentale e fisica. Cerca di individuare attività che ti aiutino a ritrovare il tuo equilibrio, come fare esercizio fisico, meditazione, scrittura o parlare con un amico di fiducia. La tua vita non dovrebbe ruotare completamente attorno a questa dinamica familiare tossica.
6. Considerare la terapia di coppia o individuale
In una situazione complessa come questa, potrebbe essere utile un supporto esterno. La terapia di coppia potrebbe aiutarti e aiutare il tuo compagno a esplorare insieme questi conflitti, a lavorare sui confini familiari e a trovare un modo per affrontare la famiglia di lui in modo costruttivo. In alternativa, la terapia individuale può aiutarti a gestire le tue emozioni, a trovare strategie per liberarti da questa rabbia e a rafforzare la tua autostima.
7. Decidere cosa è meglio per te
Infine, non dimenticare che tu meriti di essere in una relazione in cui ti senti rispettata e supportata, non solo in termini di amore, ma anche di autostima e benessere. Se, nonostante i tuoi sforzi, la dinamica con lui e la sua famiglia continua a logorarti, sarà importante chiederti se questa situazione è veramente sana per te. Non c'è niente di sbagliato nell'allontanarti da una situazione che ti fa star male, anche se questo potrebbe significare mettere in discussione la relazione. La tua felicità e il tuo benessere devono essere una priorità.
Questa situazione è complessa, ma spero che questi consigli possano darti una direzione in cui orientarti. Non sei sola in questo, e c'è sempre una possibilità di cambiamento se affrontata con consapevolezza e rispetto per te stessa.
1. Riconoscere la rabbia e il conflitto interiore
La rabbia che provi è una reazione sana a una situazione ingiusta. Non c'è niente di sbagliato nell’essere arrabbiata quando ti senti costantemente sminuita, ignorata e messa in competizione con la famiglia del tuo compagno, soprattutto quando hai cercato di fare la tua parte per creare un rapporto positivo. La tua rabbia, sebbene dolorosa e difficile da gestire, è un segnale che c'è un confine che è stato oltrepassato. Tuttavia, è anche importante riconoscere che questa rabbia, se non gestita correttamente, può minare il tuo benessere e il tuo rapporto con il tuo compagno, oltre a farti sentire più isolata.
2. Separare le tue emozioni dalla dinamica con lui
Il primo passo che ti consiglio di fare è cercare di separare il tuo conflitto con sua madre da quello che provi nei confronti di lui. Tu e il tuo compagno state affrontando una situazione difficile, ma il fatto che lui non reagisca come vorresti non significa che non ci tenga a te. La sua incapacità di confrontarsi con la sua famiglia potrebbe derivare da dinamiche familiari radicate e da una difficoltà a rompere un legame che è stato costruito per tutta la sua vita. Questo non giustifica i comportamenti della sua famiglia, ma ti aiuta a comprendere che forse non sta agendo con piena consapevolezza del danno che questa situazione ti sta provocando. Non è facile per lui cambiare questa dinamica, specialmente se è stato educato a mettersi in secondo piano per compiacere la famiglia.
3. Parlare apertamente con lui
Una comunicazione sincera e aperta con lui è fondamentale. Potresti dirgli che capisci la difficoltà che prova a difendere se stesso e la sua relazione con la sua famiglia, ma che anche tu meriti rispetto e che la situazione ti sta logorando. Piuttosto che accusarlo, prova a focalizzarti su come ti senti: "Mi sento ferita quando tua madre mi tratta in questo modo" o "Questa situazione sta influenzando negativamente il nostro rapporto, e mi sento sopraffatta". Questo tipo di approccio aiuta a non metterlo sulla difensiva, ma a permettergli di ascoltare le tue emozioni.
4. Impostare dei confini chiari
I confini sono cruciali in una situazione del genere. Devi stabilire e far rispettare i tuoi limiti, non solo con la famiglia del tuo compagno, ma anche con lui. Può essere utile, per esempio, decidere di non partecipare a discussioni o eventi familiari che ti fanno sentire umiliata o messa in competizione. Se il tuo compagno non è disposto a difenderti o a intervenire in modo più deciso, potrebbe essere utile prendere in considerazione l'idea di fargli capire che tu hai bisogno di sentirti protetta, soprattutto emotivamente. Se ciò non accade, dovresti fare delle riflessioni serie sul futuro della relazione.
5. Prendersi cura di te stessa
La rabbia e l'ansia che provi stanno avendo un impatto significativo sul tuo benessere, quindi è essenziale che tu faccia un passo indietro e ti conceda dei momenti di cura personale. La rabbia e il risentimento ti stanno consumando, e questo non solo sta danneggiando la tua relazione, ma anche la tua serenità mentale e fisica. Cerca di individuare attività che ti aiutino a ritrovare il tuo equilibrio, come fare esercizio fisico, meditazione, scrittura o parlare con un amico di fiducia. La tua vita non dovrebbe ruotare completamente attorno a questa dinamica familiare tossica.
6. Considerare la terapia di coppia o individuale
In una situazione complessa come questa, potrebbe essere utile un supporto esterno. La terapia di coppia potrebbe aiutarti e aiutare il tuo compagno a esplorare insieme questi conflitti, a lavorare sui confini familiari e a trovare un modo per affrontare la famiglia di lui in modo costruttivo. In alternativa, la terapia individuale può aiutarti a gestire le tue emozioni, a trovare strategie per liberarti da questa rabbia e a rafforzare la tua autostima.
7. Decidere cosa è meglio per te
Infine, non dimenticare che tu meriti di essere in una relazione in cui ti senti rispettata e supportata, non solo in termini di amore, ma anche di autostima e benessere. Se, nonostante i tuoi sforzi, la dinamica con lui e la sua famiglia continua a logorarti, sarà importante chiederti se questa situazione è veramente sana per te. Non c'è niente di sbagliato nell'allontanarti da una situazione che ti fa star male, anche se questo potrebbe significare mettere in discussione la relazione. La tua felicità e il tuo benessere devono essere una priorità.
Questa situazione è complessa, ma spero che questi consigli possano darti una direzione in cui orientarti. Non sei sola in questo, e c'è sempre una possibilità di cambiamento se affrontata con consapevolezza e rispetto per te stessa.
Gentilissima, capisco la fatica a stare in questa situazione così difficile ed invischiata. La sento in crisi per la rabbia che sta provando, come se si sentisse "non Ok, "meno"" per ciò che avverte; la rabbia può essere invece una bussola che orienta a migliorare questa situazione, a difendere la sua libertà di scegliere cosa è meglio fare per se stessa e per la coppia, a costo di scegliere relazioni più sane mature.
Saluti
Saluti
Buongiorno,
Quella che sta vivendo è una situazione molto difficile, perché tocca aspetti profondi della relazione di coppia, del senso di appartenenza familiare e del proprio benessere personale. È naturale provare rabbia e frustrazione quando si percepisce di non essere rispettati o accolti all'interno della famiglia del partner, soprattutto dopo aver fatto sforzi per costruire un rapporto sereno.
La rabbia che sente è un segnale importante: significa che questa situazione sta toccando valori per lei fondamentali e che il malessere sta diventando troppo pesante da gestire. È comprensibile che si senta cambiata, perché convivere con un contesto ostile può portare a vivere le emozioni in modo più intenso e conflittuale.
Un aspetto cruciale è il ruolo del suo compagno: sebbene lui cerchi di comprenderla e la supporti, il suo atteggiamento mite potrebbe farle sentire di non essere sufficientemente protetta e tutelata. È importante che lui riesca a stabilire dei confini più chiari con la sua famiglia, affinché il vostro rapporto non venga costantemente minato da dinamiche esterne.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, che possa aiutarla a gestire queste emozioni e a trovare strategie efficaci per affrontare la situazione, comprendendo anche se e come il suo compagno può evolvere in questo contesto. Un supporto psicologico potrebbe inoltre aiutarla a riscoprire il proprio equilibrio e a non perdere di vista se stessa e il proprio benessere.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Quella che sta vivendo è una situazione molto difficile, perché tocca aspetti profondi della relazione di coppia, del senso di appartenenza familiare e del proprio benessere personale. È naturale provare rabbia e frustrazione quando si percepisce di non essere rispettati o accolti all'interno della famiglia del partner, soprattutto dopo aver fatto sforzi per costruire un rapporto sereno.
La rabbia che sente è un segnale importante: significa che questa situazione sta toccando valori per lei fondamentali e che il malessere sta diventando troppo pesante da gestire. È comprensibile che si senta cambiata, perché convivere con un contesto ostile può portare a vivere le emozioni in modo più intenso e conflittuale.
Un aspetto cruciale è il ruolo del suo compagno: sebbene lui cerchi di comprenderla e la supporti, il suo atteggiamento mite potrebbe farle sentire di non essere sufficientemente protetta e tutelata. È importante che lui riesca a stabilire dei confini più chiari con la sua famiglia, affinché il vostro rapporto non venga costantemente minato da dinamiche esterne.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, che possa aiutarla a gestire queste emozioni e a trovare strategie efficaci per affrontare la situazione, comprendendo anche se e come il suo compagno può evolvere in questo contesto. Un supporto psicologico potrebbe inoltre aiutarla a riscoprire il proprio equilibrio e a non perdere di vista se stessa e il proprio benessere.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Buonasera, capisco che stia vivendo una situazione davvero difficile e dolorosa, e mi dispiace molto che che stia attraversando tutto questo. La frustrazione e la rabbia sono comprensibili, si trova a dover gestire non solo un conflitto con sua suocera, ma anche una dinamica complessa con il suo compagno.
Mi sembra che stia cercando di essere una persona comprensiva, ma la situazione sta diventando per lei sempre più difficile da affrontare e gestire.
Il fatto che si sente cambiata, arrabbiata e messa alla prova sui suoi valori è segno di quanto questa dinamica sia di forte impatto.
Da ciò che lei ha condiviso le consiglierei di definire dei confini chiari, la sua sofferenza è reale e non può essere ignorata. Riflettere sulle proprie necessità e spazi credo sia di fondamentale importanza. Il legame famigliare e il perpetuarsi di alcune dinamiche delle volte può essere molto difficile da modificare, per il suo compagno potrebbe non essere facile e potrebbe essere necessario del tempo perché questo avvenga, nonostante ciò lei può definire ciò di cui ha bisogno e il suo desiderio di non farsi trascinare in complesse dinamiche.
Dalle sue parole emerge anche della rabbia verso se stessa, rispetto anche alle aspettative nella gestione di quanto sta accadendo. Non è facile, ma forse quella rabbia e quel distacco sono ciò di cui ha bisogno ora, nella ricerca e ridefinizione delle sue priorità. Trovare del tempo per scoprire chi siamo e il dono più grande che ci si possa fare, specialmente in questo momento in cui vive un momento di confusione non lasci che siano le rappresentazioni di altri a definire chi lei è. Parlare con uno specialista potrebbe essere d’aiuto per gestire questa rabbia e trovare dei modi per proteggere se stessa emotivamente.
A volte, ci si trova in una situazione in cui non possiamo più ignorare certi problemi e dobbiamo fare una riflessione profonda.
Resto a sua disposizione e le auguro che la complessità di questo vissuto si riduca.
Mi sembra che stia cercando di essere una persona comprensiva, ma la situazione sta diventando per lei sempre più difficile da affrontare e gestire.
Il fatto che si sente cambiata, arrabbiata e messa alla prova sui suoi valori è segno di quanto questa dinamica sia di forte impatto.
Da ciò che lei ha condiviso le consiglierei di definire dei confini chiari, la sua sofferenza è reale e non può essere ignorata. Riflettere sulle proprie necessità e spazi credo sia di fondamentale importanza. Il legame famigliare e il perpetuarsi di alcune dinamiche delle volte può essere molto difficile da modificare, per il suo compagno potrebbe non essere facile e potrebbe essere necessario del tempo perché questo avvenga, nonostante ciò lei può definire ciò di cui ha bisogno e il suo desiderio di non farsi trascinare in complesse dinamiche.
Dalle sue parole emerge anche della rabbia verso se stessa, rispetto anche alle aspettative nella gestione di quanto sta accadendo. Non è facile, ma forse quella rabbia e quel distacco sono ciò di cui ha bisogno ora, nella ricerca e ridefinizione delle sue priorità. Trovare del tempo per scoprire chi siamo e il dono più grande che ci si possa fare, specialmente in questo momento in cui vive un momento di confusione non lasci che siano le rappresentazioni di altri a definire chi lei è. Parlare con uno specialista potrebbe essere d’aiuto per gestire questa rabbia e trovare dei modi per proteggere se stessa emotivamente.
A volte, ci si trova in una situazione in cui non possiamo più ignorare certi problemi e dobbiamo fare una riflessione profonda.
Resto a sua disposizione e le auguro che la complessità di questo vissuto si riduca.
Quello che mi colpisce dalle sue parole è il contrasto tra l’immagine che ha di sé – una persona comprensiva, che cerca sempre il buono negli altri – e la rabbia che prova nei confronti di sua suocera e, in parte, anche del suo compagno. Forse, più che essere "peggiorata", sta semplicemente sperimentando un’emozione nuova e difficile da gestire, ma che ha un significato profondo: la rabbia, infatti, emerge spesso quando sentiamo che i nostri confini vengono violati, che i nostri bisogni non vengono rispettati o che siamo costretti in un ruolo che non sentiamo nostro.
Si trova in una posizione molto complessa: da un lato, l’amore per il suo compagno, dall’altro la frustrazione nel vedere quanto sia influenzato da una madre che, invece di sostenerlo, sembra limitarlo. Mi chiedo: quanto pesa per lei l’idea di “doversi difendere” da una figura familiare che dovrebbe invece accogliere? Quanto sente di dover dimostrare a tutti i costi di essere abbastanza, di meritare rispetto?
Forse più che cambiare se stessa, potrebbe essere utile imparare a gestire queste emozioni in modo che non la travolgano, trovando strategie più funzionali per affrontare la situazione senza sentirsi logorata. E questo non significa accettare passivamente, ma capire come poter proteggere il suo spazio emotivo senza essere risucchiata da queste dinamiche.
Penso che un percorso di terapia potrebbe aiutarla a dare un nuovo significato a questa esperienza, a capire cosa davvero vuole e a ritrovare un senso di equilibrio e serenità. Se vuole, possiamo parlarne insieme: ricevo a Roma e online. Sono qui per aiutarla a ricostruire uno spazio in cui sentirsi libera di essere se stessa, senza dover combattere per esserlo!
Si trova in una posizione molto complessa: da un lato, l’amore per il suo compagno, dall’altro la frustrazione nel vedere quanto sia influenzato da una madre che, invece di sostenerlo, sembra limitarlo. Mi chiedo: quanto pesa per lei l’idea di “doversi difendere” da una figura familiare che dovrebbe invece accogliere? Quanto sente di dover dimostrare a tutti i costi di essere abbastanza, di meritare rispetto?
Forse più che cambiare se stessa, potrebbe essere utile imparare a gestire queste emozioni in modo che non la travolgano, trovando strategie più funzionali per affrontare la situazione senza sentirsi logorata. E questo non significa accettare passivamente, ma capire come poter proteggere il suo spazio emotivo senza essere risucchiata da queste dinamiche.
Penso che un percorso di terapia potrebbe aiutarla a dare un nuovo significato a questa esperienza, a capire cosa davvero vuole e a ritrovare un senso di equilibrio e serenità. Se vuole, possiamo parlarne insieme: ricevo a Roma e online. Sono qui per aiutarla a ricostruire uno spazio in cui sentirsi libera di essere se stessa, senza dover combattere per esserlo!
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente buongiorno.
Grazie per la sua condivisione. Ci racconta di questi sentimenti così forti e avversivi che sta provando nei confronti della madre del suo partner, ma anche nei confronti di lui e della situazione che si è creata.
L'emozione della rabbia è una di quelle che lascia strascichi più evidenti e duraturi sulla percezione del benessere e la sua gestione è spesso al centro di molti interventi psicologici. E' importante comprendere che la rabbia è un'emozione umana molto ancestrale e, per questo, del tutto normale da provare. Ha una sua funzione specifica che ci consente di attivarci e difendere ciò che è importante per la nostra sopravvivenza, per l'onestà con noi stessi, per la coerenza dei nostri valori. Ci si può arrabbiare per diritti umani inviolabili, per l'ingiustizia, per le offese, per gli insuccessi e per la volatilità degli eventi. A torto, o a ragione, resta il fatto che la rabbia ha un decorso interiore, che nasce, esplode e si esaurisce nella nostra mente, anche quando la esterniamo con forza, magari contro qualcun altro o contro qualche oggetto nei paraggi.
E' utile pensare alla rabbia con la metafora del lupo cattivo, comune tra i nativi del Nord America. Se scegliamo di alimentare costantemente questo lupo così suscettibile alla rabbia e al risentimento, sempre pronto ad attaccare per difendere il suo territorio, la sua prole, oppure per dominare sugli altri, esso diventerà sempre più forte e grande, e comincerà a divorarci dall'interno, macchiando l'opinione che abbiano di noi stessi.
Possiamo, dunque, a trovare motivi o giustificazioni per essere arrabbiati, per esempio nel comportamento degli altri, o nel loro modo di essere, possiamo scegliere di continuare ad affilare le armi contro tutto ciò che può minacciare la nostra integrità. Ma a che costo? Quante energie nervose e quanto malessere siamo costretti a spendere per alimentare l'astio, il rancore, pensando che dovremo difenderci a oltranza da queste minacce?
Lei stessa ammette come la rabbia la stia logorando, e stia cambiando il modo in cui si vede allo specchio.
Ma si può uscire da questo circolo di pensieri che alimentano la rabbia. Cominciando da sé stessi, dalla propria umanità e dalla fragilità che si può avere nel provare sentimenti così avversivi. Si può provare ad alimentare il lupo buono che c'è in ognuno di noi, quello che si nutre di buone intenzione, di gentilezza, di compassione, di sincerità. Possiamo scegliere di ascoltare i nostri valori e muoverci in una nuova direzione, che non è quella dell'ostilità e dello scontro, o del confronto e del giudizio. Possiamo scegliere di manifestare apertamente certe esigenze e di comprendere le esigenze degli altri, anche quando ci sembrano così lontane dalle nostre. Si deve partire dalla possibilità di cambiare sé stessi, per cambiare la prospettiva con cui osserviamo il mondo e le altre persone.
Valuti la possibilità di intraprendere un percorso psicologico per trovare l'aiuto che sta cercando. La gestione emotiva può essere al centro dei suoi attuali bisogni e con il supporto giusto potrebbe trovare le chiavi per vivere meglio la sua vita, indipendentemente da ciò che le accade intorno, senza essere in balia della tempesta.
Se lo desidera posso aiutarla a iniziare un percorso di questo tipo, anche tramite consulenza online. Sono a disposizione per ulteriori domande o informazioni.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Grazie per la sua condivisione. Ci racconta di questi sentimenti così forti e avversivi che sta provando nei confronti della madre del suo partner, ma anche nei confronti di lui e della situazione che si è creata.
L'emozione della rabbia è una di quelle che lascia strascichi più evidenti e duraturi sulla percezione del benessere e la sua gestione è spesso al centro di molti interventi psicologici. E' importante comprendere che la rabbia è un'emozione umana molto ancestrale e, per questo, del tutto normale da provare. Ha una sua funzione specifica che ci consente di attivarci e difendere ciò che è importante per la nostra sopravvivenza, per l'onestà con noi stessi, per la coerenza dei nostri valori. Ci si può arrabbiare per diritti umani inviolabili, per l'ingiustizia, per le offese, per gli insuccessi e per la volatilità degli eventi. A torto, o a ragione, resta il fatto che la rabbia ha un decorso interiore, che nasce, esplode e si esaurisce nella nostra mente, anche quando la esterniamo con forza, magari contro qualcun altro o contro qualche oggetto nei paraggi.
E' utile pensare alla rabbia con la metafora del lupo cattivo, comune tra i nativi del Nord America. Se scegliamo di alimentare costantemente questo lupo così suscettibile alla rabbia e al risentimento, sempre pronto ad attaccare per difendere il suo territorio, la sua prole, oppure per dominare sugli altri, esso diventerà sempre più forte e grande, e comincerà a divorarci dall'interno, macchiando l'opinione che abbiano di noi stessi.
Possiamo, dunque, a trovare motivi o giustificazioni per essere arrabbiati, per esempio nel comportamento degli altri, o nel loro modo di essere, possiamo scegliere di continuare ad affilare le armi contro tutto ciò che può minacciare la nostra integrità. Ma a che costo? Quante energie nervose e quanto malessere siamo costretti a spendere per alimentare l'astio, il rancore, pensando che dovremo difenderci a oltranza da queste minacce?
Lei stessa ammette come la rabbia la stia logorando, e stia cambiando il modo in cui si vede allo specchio.
Ma si può uscire da questo circolo di pensieri che alimentano la rabbia. Cominciando da sé stessi, dalla propria umanità e dalla fragilità che si può avere nel provare sentimenti così avversivi. Si può provare ad alimentare il lupo buono che c'è in ognuno di noi, quello che si nutre di buone intenzione, di gentilezza, di compassione, di sincerità. Possiamo scegliere di ascoltare i nostri valori e muoverci in una nuova direzione, che non è quella dell'ostilità e dello scontro, o del confronto e del giudizio. Possiamo scegliere di manifestare apertamente certe esigenze e di comprendere le esigenze degli altri, anche quando ci sembrano così lontane dalle nostre. Si deve partire dalla possibilità di cambiare sé stessi, per cambiare la prospettiva con cui osserviamo il mondo e le altre persone.
Valuti la possibilità di intraprendere un percorso psicologico per trovare l'aiuto che sta cercando. La gestione emotiva può essere al centro dei suoi attuali bisogni e con il supporto giusto potrebbe trovare le chiavi per vivere meglio la sua vita, indipendentemente da ciò che le accade intorno, senza essere in balia della tempesta.
Se lo desidera posso aiutarla a iniziare un percorso di questo tipo, anche tramite consulenza online. Sono a disposizione per ulteriori domande o informazioni.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentile utente, penso che il modo in cui si sente sia dovuto da tanti fattori cui è difficile trovare un nome e un ordine solamente attraverso la tua domanda. Offro colloqui a prezzi agevolati nella mia pagina, se dovesse servirle una maggiore chiarezza o un aiuto a dare una trama alle sue emozioni, mi trova in privato per trovare la soluzione più adatta alla sua situazione
Gentile Utente,
Comprendo quanto questa situazione la stia facendo soffrire e quanto l’atteggiamento della famiglia del suo compagno stia mettendo a dura prova il vostro rapporto e il suo equilibrio personale. È naturale provare rabbia e frustrazione quando si percepisce un'invasione del proprio spazio emotivo e relazionale, soprattutto se questa interferenza genera tensioni e sentimenti di impotenza.
Da ciò che scrive, sembra che il suo malessere non sia solo legato ai comportamenti della sua suocera, ma anche al modo in cui il suo compagno li gestisce. Il fatto che lui riconosca il problema ma non riesca a imporsi per tutelare voi come coppia può farla sentire sola e non protetta, aumentando la sua rabbia e il senso di ingiustizia.
Forse, più che concentrarsi sul cambiamento di sua suocera (che, purtroppo, potrebbe non avvenire) potrebbe essere utile chiedersi quali sono i suoi limiti personali: fino a che punto è disposta a tollerare questa dinamica? Quali sono i suoi bisogni nella relazione? Cosa si aspetta davvero dal suo compagno? Queste domande potrebbero aiutarla a capire se ci siano margini per affrontare insieme la situazione in modo diverso o se, invece, il peso emotivo che sta vivendo sia troppo alto rispetto al benessere che la relazione le dà.
Se sente che questa situazione sta condizionando profondamente la sua vita e il suo equilibrio emotivo, potrebbe essere utile intraprendere un percorso di supporto psicologico. Questo le permetterebbe di elaborare la rabbia, ridefinire i suoi confini e capire come gestire la relazione con maggiore serenità, senza sentirsi costantemente in lotta.
Resto a disposizione se desidera approfondire.
Dott.ssa Pinella Chionna
Comprendo quanto questa situazione la stia facendo soffrire e quanto l’atteggiamento della famiglia del suo compagno stia mettendo a dura prova il vostro rapporto e il suo equilibrio personale. È naturale provare rabbia e frustrazione quando si percepisce un'invasione del proprio spazio emotivo e relazionale, soprattutto se questa interferenza genera tensioni e sentimenti di impotenza.
Da ciò che scrive, sembra che il suo malessere non sia solo legato ai comportamenti della sua suocera, ma anche al modo in cui il suo compagno li gestisce. Il fatto che lui riconosca il problema ma non riesca a imporsi per tutelare voi come coppia può farla sentire sola e non protetta, aumentando la sua rabbia e il senso di ingiustizia.
Forse, più che concentrarsi sul cambiamento di sua suocera (che, purtroppo, potrebbe non avvenire) potrebbe essere utile chiedersi quali sono i suoi limiti personali: fino a che punto è disposta a tollerare questa dinamica? Quali sono i suoi bisogni nella relazione? Cosa si aspetta davvero dal suo compagno? Queste domande potrebbero aiutarla a capire se ci siano margini per affrontare insieme la situazione in modo diverso o se, invece, il peso emotivo che sta vivendo sia troppo alto rispetto al benessere che la relazione le dà.
Se sente che questa situazione sta condizionando profondamente la sua vita e il suo equilibrio emotivo, potrebbe essere utile intraprendere un percorso di supporto psicologico. Questo le permetterebbe di elaborare la rabbia, ridefinire i suoi confini e capire come gestire la relazione con maggiore serenità, senza sentirsi costantemente in lotta.
Resto a disposizione se desidera approfondire.
Dott.ssa Pinella Chionna
Gentilissima
penso che questo tema sia delicato e vada per tale motivo trattato in seduta.
La ringrazio anticipatamente e se volesse potremmo approfondire la cosa insieme.
penso che questo tema sia delicato e vada per tale motivo trattato in seduta.
La ringrazio anticipatamente e se volesse potremmo approfondire la cosa insieme.
Buongiorno, ti ringrazio per aver condiviso una parte di te così importante. Prima di tutto voglio sottolineare che quello che stai provando è del tutto comprensibile, le dinamiche familiari conflittuali in una coppia sono molto difficili da affrontare, soprattutto quando si tratta di una figura genitoriale che, da ciò che hai raccontato, esercita un forte impatto emotivo sia sul tuo fidanzato che su di te. Nel tuo racconto, emerge una dinamica relazionale in cui ti senti come se fossi intrappolata in una sorta di triangolo, dove da una parte c'è tua suocera, con le sue critiche e il suo atteggiamento manipolatorio, dall'altra il tuo compagno, che pur riconoscendo il problema, non riesce a proteggerti e a darti il supporto che speri. Questo, come hai giustamente osservato, ti sta facendo vivere con rabbia e frustrazione, e questo è un fardello emotivo pesante da portare. Ti invito a esplorare con consapevolezza la rabbia che senti e come questa si fa sentire nel tuo corpo, come ti condiziona, ma anche come la percezione di essere "bloccata" ti stia influenzando nelle tue scelte quotidiane, nei tuoi sogni, e anche nel tuo rapporto con lo studio e con la tua vita emotiva. Affrontare la rabbia che provi è cruciale. La rabbia è una risposta naturale a situazioni di ingiustizia o frustrazione, ma diventa distruttiva se non viene riconosciuta e gestita in modo sano. A partire da questa consapevolezza, puoi provare ad esplorare come la dinamica con tua suocera stia emergendo in vari aspetti della tua vita: come ti percepisci in relazione a lei, ma anche a te stessa, al tuo compagno, e alla tua autonomia. La rabbia che provi non è un'emozione da giudicare o reprimere, ma è un segnale che c'è qualcosa di non risolto, una frustrazione profonda che merita di essere riconosciuta.
Quando ci troviamo in una situazione in cui una terza parte influisce così pesantemente sulla nostra vita, è naturale sentirsi sopraffatti, e più ancora se il nostro partner non riesce a stabilire dei limiti chiari con la propria famiglia. Dal tuo racconto, sembra che il tuo compagno non sia in grado di difenderti come avresti desiderato, probabilmente per una combinazione di paura, fragilità emotiva o difficoltà nell'affrontare la sua famiglia. Questo ti porta a sentirti isolata e non supportata, e forse a perdere fiducia nelle possibilità di risoluzione del conflitto. Può essere utile anche esplorare il tuo bisogno di proteggere te stessa, ma anche il bisogno di proteggere la relazione. La tensione che provi tra il desiderio di continuare ad essere quella persona comprensiva e il sentire che questo ti sta danneggiando potrebbe essere il cuore di una consapevolezza più profonda su come scegli di occuparti degli altri rispetto a come ti occupi di te stessa. Senti di permetterti di essere rispettata nella relazione, o temi che affermare questo diritto possa portare a un allontanamento da lui? Questo potrebbe essere un punto su cui iniziare a riflette.
Sarebbe anche utile che tu riflettessi su cosa tu stessa desideri da questa relazione. Seppur comprensibile che tu desideri supporto e comprensione da parte del tuo compagno, non puoi permettere che la situazione ti logori completamente a livello personale. È fondamentale che tu trovi un modo per stabilire dei confini chiari, sia emotivamente che praticamente, in modo da non farti sopraffare da questa dinamica. Ad esempio, potrebbe essere utile parlare apertamente con il tuo compagno riguardo al fatto che ti senti intrappolata tra il rispetto per la sua famiglia e il tuo bisogno di proteggere te stessa e la relazione. Parlate insieme delle tue necessità di sentirti rispettata e sostenuta.
Se questa situazione ti sta portando a vivere incubi e un continuo malessere, ti suggerirei di considerare un percorso di supporto psicologico individuale. Un professionista potrebbe aiutarti ad esplorare i tuoi sentimenti, a gestire le difficoltà emotive e a sviluppare strategie per affrontare la tensione relazionale che stai vivendo. Inoltre, un percorso di terapia di coppia potrebbe rivelarsi utile per affrontare insieme al tuo compagno la difficoltà di stabilire confini sani e una maggiore comprensione reciproca.
Ricorda che meriti di vivere in una relazione che ti faccia sentire rispettata, apprezzata e in grado di crescere come persona. Se, nonostante gli sforzi, la situazione non cambia, potrebbe essere necessario valutare se questa relazione è veramente in grado di offrirti il supporto e il benessere che desideri. Non sei sola in questo, e meriti di sentirti amata e compresa.
Questo è un processo che richiede pazienza, consapevolezza e il coraggio di affrontare il conflitto senza paura di cambiarlo. Ti invito ad ascoltarti con compassione, a non giudicarti per i sentimenti che stai vivendo, e a darti lo spazio per trovare le risposte che meglio ti rappresentano.
Quando ci troviamo in una situazione in cui una terza parte influisce così pesantemente sulla nostra vita, è naturale sentirsi sopraffatti, e più ancora se il nostro partner non riesce a stabilire dei limiti chiari con la propria famiglia. Dal tuo racconto, sembra che il tuo compagno non sia in grado di difenderti come avresti desiderato, probabilmente per una combinazione di paura, fragilità emotiva o difficoltà nell'affrontare la sua famiglia. Questo ti porta a sentirti isolata e non supportata, e forse a perdere fiducia nelle possibilità di risoluzione del conflitto. Può essere utile anche esplorare il tuo bisogno di proteggere te stessa, ma anche il bisogno di proteggere la relazione. La tensione che provi tra il desiderio di continuare ad essere quella persona comprensiva e il sentire che questo ti sta danneggiando potrebbe essere il cuore di una consapevolezza più profonda su come scegli di occuparti degli altri rispetto a come ti occupi di te stessa. Senti di permetterti di essere rispettata nella relazione, o temi che affermare questo diritto possa portare a un allontanamento da lui? Questo potrebbe essere un punto su cui iniziare a riflette.
Sarebbe anche utile che tu riflettessi su cosa tu stessa desideri da questa relazione. Seppur comprensibile che tu desideri supporto e comprensione da parte del tuo compagno, non puoi permettere che la situazione ti logori completamente a livello personale. È fondamentale che tu trovi un modo per stabilire dei confini chiari, sia emotivamente che praticamente, in modo da non farti sopraffare da questa dinamica. Ad esempio, potrebbe essere utile parlare apertamente con il tuo compagno riguardo al fatto che ti senti intrappolata tra il rispetto per la sua famiglia e il tuo bisogno di proteggere te stessa e la relazione. Parlate insieme delle tue necessità di sentirti rispettata e sostenuta.
Se questa situazione ti sta portando a vivere incubi e un continuo malessere, ti suggerirei di considerare un percorso di supporto psicologico individuale. Un professionista potrebbe aiutarti ad esplorare i tuoi sentimenti, a gestire le difficoltà emotive e a sviluppare strategie per affrontare la tensione relazionale che stai vivendo. Inoltre, un percorso di terapia di coppia potrebbe rivelarsi utile per affrontare insieme al tuo compagno la difficoltà di stabilire confini sani e una maggiore comprensione reciproca.
Ricorda che meriti di vivere in una relazione che ti faccia sentire rispettata, apprezzata e in grado di crescere come persona. Se, nonostante gli sforzi, la situazione non cambia, potrebbe essere necessario valutare se questa relazione è veramente in grado di offrirti il supporto e il benessere che desideri. Non sei sola in questo, e meriti di sentirti amata e compresa.
Questo è un processo che richiede pazienza, consapevolezza e il coraggio di affrontare il conflitto senza paura di cambiarlo. Ti invito ad ascoltarti con compassione, a non giudicarti per i sentimenti che stai vivendo, e a darti lo spazio per trovare le risposte che meglio ti rappresentano.
Gentilissima,
la sua situazione è indubbiamente complessa e ricca di emozioni contrastanti. È evidente che la relazione con sua suocera le sta causando una notevole sofferenza, influenzando non solo il suo stato d’animo, ma anche la sua relazione con il compagno. È naturale sentirsi frustrati e arrabbiati quando ci si sente attaccati, soprattutto da qualcuno che dovrebbe essere un familiare accogliente.
Le consiglio di prendersi un momento per riflettere su ciò che desidera veramente. È importante comunicare apertamente con il suo compagno, esprimendo i suoi sentimenti senza accusarlo. Potrebbe essere utile cercare un momento in cui entrambi vi sentiate tranquilli, per discutere della situazione con sincerità, sottolineando l’amore e il rispetto reciproco.
Inoltre, potrebbe considerare di stabilire dei confini più chiari con sua suocera. A volte, una comunicazione diretta e ferma può aiutare a far capire all’altra persona quali comportamenti non sono accettabili. È fondamentale proteggere il proprio benessere emotivo, e se la situazione diventa insostenibile, potrebbe essere utile consultare un professionista, come un terapeuta, che possa aiutarla a elaborare queste emozioni e a trovare strategie per affrontare la situazione.
Non si giudichi troppo severamente per le emozioni che sta vivendo. È umano sentirsi sopraffatti in situazioni di conflitto, e la sua reazione è comprensibile. Ricordi che merita di essere rispettata e che la sua felicità è importante.
Spero che queste parole possano offrirle un po’ di conforto e aiutare a trovare una via d’uscita da questa difficile situazione.
Rimango a disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
la sua situazione è indubbiamente complessa e ricca di emozioni contrastanti. È evidente che la relazione con sua suocera le sta causando una notevole sofferenza, influenzando non solo il suo stato d’animo, ma anche la sua relazione con il compagno. È naturale sentirsi frustrati e arrabbiati quando ci si sente attaccati, soprattutto da qualcuno che dovrebbe essere un familiare accogliente.
Le consiglio di prendersi un momento per riflettere su ciò che desidera veramente. È importante comunicare apertamente con il suo compagno, esprimendo i suoi sentimenti senza accusarlo. Potrebbe essere utile cercare un momento in cui entrambi vi sentiate tranquilli, per discutere della situazione con sincerità, sottolineando l’amore e il rispetto reciproco.
Inoltre, potrebbe considerare di stabilire dei confini più chiari con sua suocera. A volte, una comunicazione diretta e ferma può aiutare a far capire all’altra persona quali comportamenti non sono accettabili. È fondamentale proteggere il proprio benessere emotivo, e se la situazione diventa insostenibile, potrebbe essere utile consultare un professionista, come un terapeuta, che possa aiutarla a elaborare queste emozioni e a trovare strategie per affrontare la situazione.
Non si giudichi troppo severamente per le emozioni che sta vivendo. È umano sentirsi sopraffatti in situazioni di conflitto, e la sua reazione è comprensibile. Ricordi che merita di essere rispettata e che la sua felicità è importante.
Spero che queste parole possano offrirle un po’ di conforto e aiutare a trovare una via d’uscita da questa difficile situazione.
Rimango a disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
Buongiorno, le consiglio di focalizzare la sua attenzione a come e quanto il rapporto con sua suocera la stia attivando e facendole provare emozioni negative. E' fondamentale analizzarsi nel profondo, lavorando su di sè, in modo tale, da non prendersi emozioni ed energie che non le appartengono e quindi, lasciarle all'altro. Solo avendo ben chiari i propri confini e potenzialità non si permetterà a nessuno di invaderci e condizionare la propria vita.
L'unica cosa che si può fare è lavorare e cercare di scardinare i propri meccanismi che non fanno stare bene, così si imparerà, a disinnescare le guerre che non ci appartengono.
Lavori su di sè e vedrà che questo porterà dei cambiamenti nei suoi rapporti con chi ha intorno.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
L'unica cosa che si può fare è lavorare e cercare di scardinare i propri meccanismi che non fanno stare bene, così si imparerà, a disinnescare le guerre che non ci appartengono.
Lavori su di sè e vedrà che questo porterà dei cambiamenti nei suoi rapporti con chi ha intorno.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso in maniera così esaustiva la situazione che sta vivendo e per essersi concessa la possibilità di raccontarsi in tutte le sue sfumature.
Da quanto ho letto, mi sembra che lei abbia un quadro abbastanza lucido della situazione, in cui la rabbia è un'emozione vitale e necessaria quando si vive mancanza di rispetto e quando alcuni bisogni importanti, così come alcuni propri valori, non vengono soddisfatti e onorati. La sua rabbia è sana e le sta dando informazioni su di lei all'interno di questa dinamica, non la giudichi negativamente, provi ad accoglierla per capire cosa vuole dirle.
Emerge inoltre dalle sue parole, da un lato comprensione verso il suo partner e dall'altro comprensione verso se stessa, che la porta a sentirsi poco disponibile verso l'atteggiamento passivo che vede in lui. È una dinamica di coppia che lei sta cercando di far fronte da sola, con non poche difficoltà. Questo per dire che è più che naturale tutto quello che scrive e che sente. Non c'è una soluzione immediata e rapida che può essere attuata, sono sicura ne è consapevole, ma è sicuramente una dinamica che può essere affrontata sia con un percorso individuale per quanto riguarda il suo vissuto, sia con un percorso di coppia, per capire insieme le resistenze, i confini e le complicità che possono aiutarvi a preservare la relazione tra voi due.
Da quanto ho letto, mi sembra che lei abbia un quadro abbastanza lucido della situazione, in cui la rabbia è un'emozione vitale e necessaria quando si vive mancanza di rispetto e quando alcuni bisogni importanti, così come alcuni propri valori, non vengono soddisfatti e onorati. La sua rabbia è sana e le sta dando informazioni su di lei all'interno di questa dinamica, non la giudichi negativamente, provi ad accoglierla per capire cosa vuole dirle.
Emerge inoltre dalle sue parole, da un lato comprensione verso il suo partner e dall'altro comprensione verso se stessa, che la porta a sentirsi poco disponibile verso l'atteggiamento passivo che vede in lui. È una dinamica di coppia che lei sta cercando di far fronte da sola, con non poche difficoltà. Questo per dire che è più che naturale tutto quello che scrive e che sente. Non c'è una soluzione immediata e rapida che può essere attuata, sono sicura ne è consapevole, ma è sicuramente una dinamica che può essere affrontata sia con un percorso individuale per quanto riguarda il suo vissuto, sia con un percorso di coppia, per capire insieme le resistenze, i confini e le complicità che possono aiutarvi a preservare la relazione tra voi due.
Gentile utente, ritengo che un consulto psicologico potrebbe aiutarla a trovare degli strumenti di comprensione della sua rabbia e della gestione del problema di coppia.
Resto a disposizione, anche online, in caso fosse interessata ad approfondire con un colloquio.
Cordiali saluti, Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Resto a disposizione, anche online, in caso fosse interessata ad approfondire con un colloquio.
Cordiali saluti, Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Buongiorno, posso immaginare quanto questa situazione possa essere difficile e frustrante per lei. Da quello che racconta, si percepisce chiaramente quanto stia lottando per mantenere l’equilibrio nella sua relazione, nonostante le difficoltà che derivano dal rapporto con la famiglia del suo compagno, in particolare con sua madre. È assolutamente comprensibile che provi rabbia, senso di ingiustizia e, al tempo stesso, una sensazione di impotenza, perché nonostante i suoi sforzi per comprendere, lasciar correre e mantenere il rispetto, si ritrova sempre più coinvolta in una dinamica che la logora. La rabbia che prova è un’emozione naturale e giustificata, perché tocca qualcosa di fondamentale: il bisogno di sentirsi rispettata, accolta e parte di un contesto che dovrebbe essere di supporto, anziché di competizione. Il fatto che questa situazione la stia cambiando e che si senta "peggiorata" come persona è un segnale importante, che non va sottovalutato. Non significa che lei sia diventata una persona diversa in modo irreversibile, ma che sta vivendo un forte carico emotivo che la sta mettendo alla prova. Uno degli aspetti più complessi da gestire è proprio la posizione del suo compagno. Da quello che descrive, sembra una persona che le vuole bene, che cerca di comprendere il suo dolore, ma che fatica a imporsi con la sua famiglia. Questo tipo di dinamica è più comune di quanto si pensi: crescere in un ambiente familiare in cui il rispetto non è bidirezionale e in cui i genitori mantengono un controllo, anche morale ed economico, può rendere molto difficile per un figlio svincolarsi e affermare la propria autonomia emotiva. Il suo compagno sembra portarsi dietro un condizionamento profondo, che probabilmente lo fa sentire in colpa ogni volta che prende le distanze o si ribella, ed è per questo che finisce per subire anziché reagire. Questo non significa che lui non possa crescere e cambiare, ma che per farlo deve prendere consapevolezza della sua posizione e della necessità di stabilire dei confini più chiari con la sua famiglia. Il punto cruciale è capire cosa può fare lei per proteggersi emotivamente e non lasciare che questa situazione influenzi la sua serenità. Uno degli aspetti centrali del lavoro in terapia cognitivo-comportamentale è proprio imparare a distinguere ciò che è sotto il nostro controllo da ciò che non lo è. Lei non può cambiare il comportamento di sua suocera, né può forzare il suo compagno a prendere una posizione diversa da quella che si sente di assumere in questo momento. Tuttavia, può lavorare su come vivere questa situazione in modo meno doloroso e meno intrusivo per il suo benessere. Un primo passo potrebbe essere quello di spostare l’attenzione da ciò che fa o dice sua suocera a ciò che può fare lei per sentirsi meno coinvolta emotivamente. Quando dice di sentirsi ossessionata dai pensieri su questa situazione, significa che la sua mente è costantemente focalizzata su qualcosa che la fa stare male, portandola in un circolo vizioso in cui più ci pensa, più si sente arrabbiata e impotente. Provare a limitare il tempo che dedica a questi pensieri potrebbe essere un esercizio utile: per esempio, potrebbe darsi un momento preciso della giornata in cui “permettersi” di pensarci, scrivere su un diario le sue emozioni e poi cercare di lasciarle andare, impegnandosi in attività che le danno valore e soddisfazione. Un altro punto importante è la comunicazione con il suo compagno. È comprensibile che lei desideri da lui più fermezza e più autonomia, ma bisogna chiedersi: lui è consapevole di quanto questo la stia logorando? Sa che sta arrivando a mettere in discussione la relazione a causa di questo problema? A volte, quando siamo arrabbiati, comunichiamo più il nostro dolore che i nostri bisogni. Potrebbe essere utile trovare un momento di calma in cui dirgli chiaramente, senza accuse, che lei ha bisogno di sentirsi protetta e rispettata, e che questo implica che lui prenda una posizione più chiara nei confronti della madre. Infine, è importante chiedersi quali siano i suoi limiti. Quanto è disposta a tollerare questa situazione? Che cosa desidera davvero da una relazione a lungo termine? Se lui non riuscirà a cambiare atteggiamento con la sua famiglia, sarà per lei sostenibile rimanere in questa relazione? Queste sono domande difficili, ma possono aiutarla a capire quali scelte fare per il suo benessere. Se sente che questa situazione la sta logorando a tal punto da influenzare anche lo studio e il suo equilibrio emotivo, potrebbe essere utile considerare un percorso di supporto psicologico per affrontare questi pensieri e imparare strategie concrete per gestire la rabbia e il senso di frustrazione. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve, mi sembra che lei stia attraversando un momento estremamente difficile e doloroso e le voglio innanzitutto dire che è normale sentirsi sopraffatta in una situazione del genere. È davvero complesso e frustrante trovarsi intrappolati tra il desiderio di proteggere la propria relazione ed il peso delle dinamiche familiari che la coinvolgono. Quello che descrive non è solo un conflitto tra lei e sua suocera, ma anche una lotta interna che le sta facendo dubitare di se stessa e della sua relazione.
Il fatto che lei si stia sentendo cambiata, più arrabbiata e stressata, è una risposta comprensibile ad un ambiente che la sta esaurendo emotivamente. Quando una persona vive situazioni di stress costante e sentimenti di non rispetto, può effettivamente cambiare, diventando più introversa o più reattiva a certe situazioni. Non è sola in questo e non è "peggiore" per sentire rabbia o frustrazione. È una risposta naturale quando ci si sente minacciati o svalutati.
Capisco anche la sua difficoltà nell'essere comprensiva con il suo compagno. Il fatto che lui non riesca a separarsi dalla sua famiglia, nonostante tutto ciò che sta accadendo, la sta facendo sentire incompresa e sminuita. Quando un partner non prende posizione in una questione che ci ferisce, può risultare difficile mantenere un rapporto sano ed equilibrato. A volte, le persone con una famiglia molto invadente si sentono come se non potessero vivere senza il loro approvazione, o non riescono a rompere i legami che li legano a modelli familiari disfunzionali. Questo può essere un ostacolo, ma non significa che non la ami o non la apprezzi.
Le suggerirei di provare a parlare apertamente con il suo compagno, ma in modo che non sembri un'accusa, ma piuttosto un'espressione di come lei si sente. Provi a fare un passo indietro e a riflettere su cosa la farebbe sentire più supportata da lui, anche se la situazione familiare è difficile. Parlate insieme di come potrebbe cambiare il comportamento di sua madre nei vostri confronti e quanto è importante che anche lui prenda un ruolo attivo nel proteggere la vostra relazione.
Non dimentichi che lei e lui dovete essere una squadra e se una delle due parti si sente costantemente sotto attacco o svalutata, la relazione può facilmente soffrire. Forse sarebbe utile anche avere uno spazio per un supporto psicologico alla coppia per aiutarvi ad esplorare queste dinamiche in modo costruttivo e trovare un modo per affrontare la situazione senza che nessuno dei due si senta sopraffatto.
Inoltre, è fondamentale che lei non perda di vista il suo benessere emotivo. Se questa situazione sta influenzando negativamente la sua salute mentale, come nel caso della sua ansia e della sua rabbia, consideri di fare una pausa per lei stessa per focalizzarti su ciò che la rende felice e tranquilla (anche separatamente da lui) potrebbe aiutarla a ritrovare un po' di equilibrio e a sentirsi più centrata.
Infine, ricordi che non è sbagliato chiedere il rispetto e l'autonomia in una relazione. L'amore deve essere reciproco e questo significa che entrambi i partner devono sentirsi rispettati e supportati. Se questa situazione la sta logorando, è giusto chiedere cambiamenti concreti per il bene di entrambi.
Spero che lei possa trovare la serenità che merita e che, anche se la situazione con la sua famiglia è difficile, lei possa avere il coraggio di stabilire i suoi confini e comunicare ciò che ti fa sentire amata e rispettata.
Un caro saluto.
Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Il fatto che lei si stia sentendo cambiata, più arrabbiata e stressata, è una risposta comprensibile ad un ambiente che la sta esaurendo emotivamente. Quando una persona vive situazioni di stress costante e sentimenti di non rispetto, può effettivamente cambiare, diventando più introversa o più reattiva a certe situazioni. Non è sola in questo e non è "peggiore" per sentire rabbia o frustrazione. È una risposta naturale quando ci si sente minacciati o svalutati.
Capisco anche la sua difficoltà nell'essere comprensiva con il suo compagno. Il fatto che lui non riesca a separarsi dalla sua famiglia, nonostante tutto ciò che sta accadendo, la sta facendo sentire incompresa e sminuita. Quando un partner non prende posizione in una questione che ci ferisce, può risultare difficile mantenere un rapporto sano ed equilibrato. A volte, le persone con una famiglia molto invadente si sentono come se non potessero vivere senza il loro approvazione, o non riescono a rompere i legami che li legano a modelli familiari disfunzionali. Questo può essere un ostacolo, ma non significa che non la ami o non la apprezzi.
Le suggerirei di provare a parlare apertamente con il suo compagno, ma in modo che non sembri un'accusa, ma piuttosto un'espressione di come lei si sente. Provi a fare un passo indietro e a riflettere su cosa la farebbe sentire più supportata da lui, anche se la situazione familiare è difficile. Parlate insieme di come potrebbe cambiare il comportamento di sua madre nei vostri confronti e quanto è importante che anche lui prenda un ruolo attivo nel proteggere la vostra relazione.
Non dimentichi che lei e lui dovete essere una squadra e se una delle due parti si sente costantemente sotto attacco o svalutata, la relazione può facilmente soffrire. Forse sarebbe utile anche avere uno spazio per un supporto psicologico alla coppia per aiutarvi ad esplorare queste dinamiche in modo costruttivo e trovare un modo per affrontare la situazione senza che nessuno dei due si senta sopraffatto.
Inoltre, è fondamentale che lei non perda di vista il suo benessere emotivo. Se questa situazione sta influenzando negativamente la sua salute mentale, come nel caso della sua ansia e della sua rabbia, consideri di fare una pausa per lei stessa per focalizzarti su ciò che la rende felice e tranquilla (anche separatamente da lui) potrebbe aiutarla a ritrovare un po' di equilibrio e a sentirsi più centrata.
Infine, ricordi che non è sbagliato chiedere il rispetto e l'autonomia in una relazione. L'amore deve essere reciproco e questo significa che entrambi i partner devono sentirsi rispettati e supportati. Se questa situazione la sta logorando, è giusto chiedere cambiamenti concreti per il bene di entrambi.
Spero che lei possa trovare la serenità che merita e che, anche se la situazione con la sua famiglia è difficile, lei possa avere il coraggio di stabilire i suoi confini e comunicare ciò che ti fa sentire amata e rispettata.
Un caro saluto.
Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Buonasera, capisco che quello che stai vivendo è molto doloroso e sta avendo un impatto significativo sulla tua salute emotiva e sulla tua relazione. È normale provare rabbia e frustrazione quando senti di non essere rispettata e quando la persona che ami fatica a proteggerti da ciò che ti ferisce.
ll primo passo è riconoscere e gestire la tua rabbia. Invece di giudicarti negativamente, prova a osservarla con distacco: la tua rabbia è una risposta naturale a una situazione ingiusta. Impara a canalizzarla in modo costruttivo, ad esempio con tecniche di rilassamento (respirazione profonda, mindfulness) e lavorando su pensieri più funzionali (es. “Io valgo indipendentemente da come mi trattano loro”).
Sul piano pratico, è essenziale stabilire confini chiari con la sua famiglia e con il tuo compagno. Lui può essere mite, ma una relazione sana richiede protezione reciproca. Se lui non riesce a farlo, devi proteggerti tu, limitando il contatto con chi ti ferisce e lavorando sulla tua autonomia emotiva. Potrebbe essere utile un supporto terapeutico per entrambi, per aiutarlo a rafforzare la propria identità e per darti strumenti per gestire la situazione senza perderti. Se la relazione ti logora più di quanto ti arricchisca, è giusto chiederti se fa davvero per te. Il punto chiave: non puoi cambiare loro, ma puoi cambiare il modo in cui reagisci. Sei più forte di quanto pensi.
ll primo passo è riconoscere e gestire la tua rabbia. Invece di giudicarti negativamente, prova a osservarla con distacco: la tua rabbia è una risposta naturale a una situazione ingiusta. Impara a canalizzarla in modo costruttivo, ad esempio con tecniche di rilassamento (respirazione profonda, mindfulness) e lavorando su pensieri più funzionali (es. “Io valgo indipendentemente da come mi trattano loro”).
Sul piano pratico, è essenziale stabilire confini chiari con la sua famiglia e con il tuo compagno. Lui può essere mite, ma una relazione sana richiede protezione reciproca. Se lui non riesce a farlo, devi proteggerti tu, limitando il contatto con chi ti ferisce e lavorando sulla tua autonomia emotiva. Potrebbe essere utile un supporto terapeutico per entrambi, per aiutarlo a rafforzare la propria identità e per darti strumenti per gestire la situazione senza perderti. Se la relazione ti logora più di quanto ti arricchisca, è giusto chiederti se fa davvero per te. Il punto chiave: non puoi cambiare loro, ma puoi cambiare il modo in cui reagisci. Sei più forte di quanto pensi.
Buongiorno gentile Utente, quello che sta vivendo è un carico emotivo molto profondo, che traspare con grande chiarezza dalle sue parole. Si percepisce tutta la stanchezza, la delusione, la rabbia e anche il senso di impotenza che si porta dentro da tempo. Quando una relazione d’amore si trova a dover convivere con dinamiche familiari così complesse e pervasive, non è raro che si creino dei cortocircuiti interiori difficili da gestire, che mettono in discussione perfino la propria identità e i propri valori, come lei ha descritto con grande lucidità.
La rabbia che prova non è un difetto di cui vergognarsi, ma una reazione comprensibile al senso di ingiustizia e frustrazione che ha accumulato. Lei ha cercato in tutti i modi di essere accogliente, aperta, rispettosa, ma ha ricevuto in cambio giudizi, umiliazioni e un’invadenza che ha messo in crisi il suo benessere emotivo e la qualità del suo rapporto. La sua fatica è reale e non è il segno di una sua debolezza, ma di una sensibilità che è stata messa a dura prova per troppo tempo.
È altrettanto comprensibile che lei si senta disorientata nel vedere il suo compagno, pur comprendendo e riconoscendo quanto accade, non riuscire a prendere una posizione più decisa. A volte, quando le ferite dell’infanzia o il legame familiare sono ancora carichi di fragilità e sensi di colpa, le persone faticano a staccarsi o a mettere dei confini netti, anche quando vedono la sofferenza della persona amata. Questo non significa necessariamente che non ci tenga a lei, ma piuttosto che non ha ancora gli strumenti o il coraggio per difendere ciò che insieme avete costruito. E questo, sì, fa male. Molto.
Lei sembra aver sviluppato una consapevolezza importante, ma anche un grande senso di solitudine. Sta cercando di proteggere sé stessa e il vostro legame, ma sente di essere rimasta da sola in questo sforzo. E ciò che più la ferisce, forse, è il vedere che l’uomo accanto a lei, pur volendole bene, non riesce a crescere accanto a lei in questa battaglia, né a proteggerla da ciò che la fa soffrire. È normale che, a lungo andare, questo logori il sentimento e crei dubbi sulla relazione.
Forse è giunto il momento di chiedersi, con onestà e senza colpevolizzarsi, se lei possa ancora sostenere questo equilibrio da sola. Se il rapporto che desidera è compatibile con quello che lui, oggi, è in grado di offrirle. E se può esserci un futuro di serenità senza che ci sia un reale cambiamento nel modo in cui questa famiglia impatta sulla vostra vita.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla molto in questa fase: non solo per sostenere la sua rabbia e il dolore, ma anche per aiutarla a recuperare uno spazio interno più saldo, in cui possa sentire di nuovo di essere sé stessa. Per tornare a riconoscersi e a riconoscere i suoi bisogni, senza sentirsi sbagliata o in colpa per aver smesso di “comprendere sempre gli altri”.
Le auguro di trovare presto un po’ di respiro, e la forza di scegliere ciò che davvero la fa stare bene. Se ne ha bisogno, chiedere supporto è un atto di coraggio, non di debolezza.
Dott. Luca Vocino
La rabbia che prova non è un difetto di cui vergognarsi, ma una reazione comprensibile al senso di ingiustizia e frustrazione che ha accumulato. Lei ha cercato in tutti i modi di essere accogliente, aperta, rispettosa, ma ha ricevuto in cambio giudizi, umiliazioni e un’invadenza che ha messo in crisi il suo benessere emotivo e la qualità del suo rapporto. La sua fatica è reale e non è il segno di una sua debolezza, ma di una sensibilità che è stata messa a dura prova per troppo tempo.
È altrettanto comprensibile che lei si senta disorientata nel vedere il suo compagno, pur comprendendo e riconoscendo quanto accade, non riuscire a prendere una posizione più decisa. A volte, quando le ferite dell’infanzia o il legame familiare sono ancora carichi di fragilità e sensi di colpa, le persone faticano a staccarsi o a mettere dei confini netti, anche quando vedono la sofferenza della persona amata. Questo non significa necessariamente che non ci tenga a lei, ma piuttosto che non ha ancora gli strumenti o il coraggio per difendere ciò che insieme avete costruito. E questo, sì, fa male. Molto.
Lei sembra aver sviluppato una consapevolezza importante, ma anche un grande senso di solitudine. Sta cercando di proteggere sé stessa e il vostro legame, ma sente di essere rimasta da sola in questo sforzo. E ciò che più la ferisce, forse, è il vedere che l’uomo accanto a lei, pur volendole bene, non riesce a crescere accanto a lei in questa battaglia, né a proteggerla da ciò che la fa soffrire. È normale che, a lungo andare, questo logori il sentimento e crei dubbi sulla relazione.
Forse è giunto il momento di chiedersi, con onestà e senza colpevolizzarsi, se lei possa ancora sostenere questo equilibrio da sola. Se il rapporto che desidera è compatibile con quello che lui, oggi, è in grado di offrirle. E se può esserci un futuro di serenità senza che ci sia un reale cambiamento nel modo in cui questa famiglia impatta sulla vostra vita.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla molto in questa fase: non solo per sostenere la sua rabbia e il dolore, ma anche per aiutarla a recuperare uno spazio interno più saldo, in cui possa sentire di nuovo di essere sé stessa. Per tornare a riconoscersi e a riconoscere i suoi bisogni, senza sentirsi sbagliata o in colpa per aver smesso di “comprendere sempre gli altri”.
Le auguro di trovare presto un po’ di respiro, e la forza di scegliere ciò che davvero la fa stare bene. Se ne ha bisogno, chiedere supporto è un atto di coraggio, non di debolezza.
Dott. Luca Vocino
La situazione che descrivi è sicuramente complessa e dolorosa, perché coinvolge dinamiche profonde sia nella tua relazione di coppia che nel rapporto del tuo compagno con la sua famiglia. Quando ci si trova in una situazione del genere, può essere utile intraprendere un percorso di supporto psicologico, sia individuale che di coppia, per poter esplorare le emozioni che stai vivendo, comprendere meglio le dinamiche relazionali in gioco e sviluppare strategie più funzionali per affrontarle. Un percorso di questo tipo potrebbe aiutarti a trovare un modo per gestire la rabbia e il senso di impotenza, senza che questi prendano il sopravvento e condizionino la tua relazione e il tuo equilibrio personale. Riconoscere di avere bisogno di aiuto è un segno di forza e potrebbe essere il primo passo per ritrovare un equilibrio e fare maggiore chiarezza su ciò che desideri davvero per il tuo futuro.
Salve, la sua narrazione evidenzia il profondo conflitto che sta vivendo, una situazione carica di emozioni complesse e nostalgiche. È chiaro che il vostro legame si trovi sottoposto a una pressione considerevole a causa dell'influenza della sua famiglia e delle aspettative che essa esercita su di lui, ma anche su di lei. Le sue frustrazioni e la crescente rabbia che prova nei confronti di questa dinamica raccontano una parte di lei che desidera libertà e rispetto, ma si sente bloccata in un ciclo di compromessi e sacrifici. La sua incapacità di vedere il suo compagno sostenere la propria autonomia e affermare i propri confini nei confronti della famiglia può risultare molto dolorosa, soprattutto nella costruzione di una relazione di coppia sana e soddisfacente. È comprensibile sentirsi delusi in merito alla mancanza di maturità e forza da parte di lui nel fronteggiare la sua realtà familiare, e questo può influenzare la qualità della vostra vita insieme. È anche importante riconoscere che la rabbia che prova non è segno di debolezza, ma di una necessità di affermazione che richiede riconoscimento. Potrebbe essere utile esplorare queste sensazioni in un contesto sicuro, dove non si tratta solo di esprimere conflitti, ma anche di riconoscere e validare i propri desideri e limiti.
Se desidera approfondire queste dinamiche e lavorare su come affrontarle in modo costruttivo, sarò qui per offrirle ascolto e supporto in questo percorso.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Se desidera approfondire queste dinamiche e lavorare su come affrontarle in modo costruttivo, sarò qui per offrirle ascolto e supporto in questo percorso.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Dalle sue parole emerge una profonda sofferenza e una grande difficoltà nel gestire una situazione che, giorno dopo giorno, sta mettendo alla prova il suo equilibrio e la sua relazione. Mi colpisce molto anche la consapevolezza che mostra rispetto al suo vissuto emotivo: il fatto che riconosca come questa situazione stia influenzando il suo benessere, la sua quotidianità e persino il modo in cui si percepisce, è già un punto di partenza importante.
Mi chiedo se abbia avuto modo di comunicare apertamente al suo compagno non solo il disagio rispetto al comportamento di sua madre, ma anche il dolore che sta provando. E nel caso riflettere in che modo è stato affrontato insieme questo tema e se si è sentita ascoltata e compresa.
In questi casi, potrebbe essere utile esplorare insieme quali confini possano essere stabiliti con la sua famiglia, per preservare lo spazio della coppia. Potrebbe essere un percorso complesso, ma il primo passo è proprio quello di creare un dialogo aperto e sincero con il suo compagno, affinché entrambi possiate sentirvi parte attiva nella costruzione di una soluzione.
Se dovesse sentire il bisogno di un supporto più strutturato, un percorso individuale o di coppia potrebbe aiutarvi a comprendere meglio le vostre emozioni e trovare strategie più efficaci per affrontare questa situazione.
Rimango a disposizione per qualsiasi altra domanda o chiarimento.
Mi chiedo se abbia avuto modo di comunicare apertamente al suo compagno non solo il disagio rispetto al comportamento di sua madre, ma anche il dolore che sta provando. E nel caso riflettere in che modo è stato affrontato insieme questo tema e se si è sentita ascoltata e compresa.
In questi casi, potrebbe essere utile esplorare insieme quali confini possano essere stabiliti con la sua famiglia, per preservare lo spazio della coppia. Potrebbe essere un percorso complesso, ma il primo passo è proprio quello di creare un dialogo aperto e sincero con il suo compagno, affinché entrambi possiate sentirvi parte attiva nella costruzione di una soluzione.
Se dovesse sentire il bisogno di un supporto più strutturato, un percorso individuale o di coppia potrebbe aiutarvi a comprendere meglio le vostre emozioni e trovare strategie più efficaci per affrontare questa situazione.
Rimango a disposizione per qualsiasi altra domanda o chiarimento.
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