Salve Sono un paziente oncologico con accompagno e pensione invalidità permanenti. Ho metastasi os

23 risposte
Salve
Sono un paziente oncologico con accompagno e pensione invalidità permanenti. Ho metastasi ossee e cerebellari operate, in cura chemioterapia da quasi. 13 anni. Purtroppo recentemente è mancato mio padre e mio fratello ha deciso di vendere casa per venire in pianta stabile da mia madre. Egli è in cura psichiatrica per depressione e ha creato problemi imponendo la sua presenza e insultandomi quando ho fatto presente di dividere le spese. Insulti rivolti alla mia condizione oncologica e augurandomi altre metastasi cerebellari. Nonostante sia stato egli stesso, assieme ai miei genitori, 2 anni fa, a firmare una scrittura presso un avvocato per tutelare la mia posizione e permettermi di curarmi al meglio, e concedendomi una parte dell appartamento di mio padre al fine abitativo. Questi soldi sono dovuti in quanto lui ha intestato proprio nel 2020 l’attività di famiglia al 100% e questo 50% non sono che la parte che lui sta già godendo. La sua psichiatra consiglia mia madre di curare mio fratello, di non lasciarlo solo, lavando e stirando per lui, e ha riferito che io posso benissimo pagarmi un’assistenza. Ora non ambisco a passare la vita per tribunali e seppur con tanto risentimento, per vivere serenamente mi sono convinta a lasciare la casa e ad andare via da Roma dove ci sono persone che potranno almeno assistere. Mi chiedo però come sia possibile che un malato oncologico a legge riconosciuto si possa trattare in questa maniera e se questo sia lecito e come eventualmente farlo presente. Ho sempre cercato di gravare al minimo e vedere che lui sano, più giovane , ambisca anche a quello che è mio, anche la semplice compagnia di mia madre ormai non è più possibile perché ho perso quella tranquillità emotiva che non mi permette di vivere giustamente la mia condizione
Grazie
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un approccio EMDR sia per lei ideale al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Silvana Zito
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, con molto rispetto le sono vicina e ammiro la sua costanza alle cure. Penso che anche lei come suo fratello ha diritto a "cure affettive". Se in famiglia le cose stanno un po' così suggerisco un supporto psicologico per aiutarsi a elaborare i sentimenti che la situazione familiare impone. La rabbia da la spinta all'azione, ma anche all'impulso per questo è bene sempre riflettere e prendersi il tempo necessario. Saluti Dott ssa Silvana Zito
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Dr. Vincenzo Cappon
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Castiglione delle Stiviere
Salve, Eleonor Roosvelt diceva che nessuno può trattarti male, se tu non glielo permetti.
La sua condizione oncologica non la esonera dal farlo, e anche se ci fosse una legge, deve proteggersi da sola.
Convinca sua madre a smettere di lavare e stirare per il fratello, forse suo fratello sarà contento di farlo da solo.
Un caro saluto
Dott.ssa Milvia Verginelli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Fiumicino
Salve le consiglio di intraprendere una psicoterapia finalizzata al sostegno di questa difficile situazione fisica e familiare. Prima di prendere decisioni definitive e affrettate si consulti con un terapeuta, non è detto che non ci siano altre possibilità.
Dott.ssa Milvia verginelli
Dott.ssa Francesca Romana Blasi
Psicologo, Tecnico sanitario
Frascati
E’ comprensibile la sua amarezza, da quanto racconta sembrerebbe che la sua condizione di salute non venga presa in considerazione dai suoi familiari e a questo si aggiunge l’intervento della psichiatra di suo fratello che consiglia per lei un’assistenza privata. Lei si chiede se tutto questo sia lecito ma non vuole darsi la risposta perché non intende passare la vita nei tribunali perciò, con tanto risentimento, per vivere serenamente decide di andare via da Roma. Le basta? Pensa veramente che fuggire da questa situazione la possa rasserenare?
Forse invece una battaglia a favore dei suoi diritti potrebbe aiutarla! Combatta la sia emotività e provi a prendere in mano la situazione!
Un saluto
Dott.ssa Chiara Schaula Bevilacqua
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentilissimo comprendo ed esprimo empatia per la situazione che sta vivendo. Leggendo le sue parole mi è sembrato che da una parte lei chiedesse il riconoscimento per la sua situazione di fragilità e dall'altra pur di evitare il conflitto è disposta ad una rinuncia importante. Potrebbe giovare per esempio una riflessione piu' ampia su questo tema e le emozioni ad esso correlate. Inoltre credo che per prendere una decisione ben calibrata occorra comprendere che cosa per lei è piu' importante, quali valori e quali necessità guidano il suo comportamento, solo allora potrà accettare ogni scelta compiuta,
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
intraprenda una psicoterapia finalizzata al sostegno di questa difficile situazione fisica e familiare. Potrebbe aiutarla nello affrontare una situazione così difficile e delicata.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, molto triste ciò che scrive. Immagino la delusione estrema che prova. Mi colpisce questo contendersi le attenzioni della madre, che sono diritto di entrambi i figli; probabilmente la morte di suo padre ha rotto alcuni equilibri emotivi. Ritengo che la sua fragile situazione e probabilmente qualche vissuto legato alla vostra storia familiare, l'abbiano messa nella posizione di chi debba sottomettersi. Credo che sia importante per lei ritornare sui suoi passi e richiedere un sostegno al reparto oncologico per il delicato momento. Spero di esserle stata utile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dr. Roberto Greco
Psicologo, Psicologo clinico
Nociglia
Buongiorno, ti ringrazio per aver voluto condividere la tua situazione con un professionista. Da ciò che racconti emerge quanto sia importante per te evitare il conflitto, pur di fronte ad una situazione di disparità. Valuta quanto questa sofferenza emotiva possa essere “normalizzata” di fronte all’alternativa di impugnare una decisione a tuo discapito. La priorità, come ben puoi supporre, è il tuo benessere. Comprendi quanto questo benessere sia concretamente messo al primo posto, nelle priorità della tua vita, e cosa stai facendo per poterlo raggiungere. Certamente un percorso psicologico potrebbe supportarti, guidandoti consapevolmente nelle scelte che farai. Resto a disposizione e ti auguro una buona giornata. Dott. Roberto Greco
Dott. Daniele Dondi
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
Buongiorno, La situazione che ha condiviso è complessa e difficilmente può trovare una risposta esaustiva in poche righe. Mi sento di consigliarle di intraprendere un percorso psicoterapeutico che potrà aiutarla sia ad affrontare le situazioni quotidiane sia a comprendere come fare per ritrovare il maggior grado di benessere possibile.
Le auguro buona fortuna.
Cordiali saluti.
Dott. Daniele Dondi
Dott.ssa Zena Ballico
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno,
come suggerito da altri colleghi le consiglio anch’io di intraprendere un percorso di psicoterapia. I dettami di legge sono sicuramente importanti ma credo sia necessario per lei avere uno spazio per poter guardare alle sue emozioni, prima di prendere qualsiasi altra decisione.
Le faccio i miei migliori auguri
Dott.ssa Angela Giangreco
Psicologo
Agrigento
Salve per evitare di passare la vita dietro ad avvocati si rivolga a qualche associazione che difenda diritti dei malati in modo che facciano sentire la sua voce
Le auguro il meglio
Saluti
Dott.ssa Elvira Vitale
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
La mia impressione è che, in primis, la diagnosi di depressione di tuo fratello non sia così esatta. Immagino la difficoltà di capire il suo comportamento, vista la diagnosi che ha ricevuto. Non mi spingo oltre, non sapendone di più. Mi incuriosisce la tua penultima frase, e chissà che non si trovi proprio lì la difficoltà nella vostra relazione fraterna, se andassimo a cercarla. Da ciò che ci racconti, lui ha tutto ciò che non hai, eppure ambisce ad avere ciò che è tuo. Il rapporto tra fratelli è molto complesso, osservando i bambini è più facile notare quando capita che l'amore sia manifestato come odio ed il dolore sia manifestato come rabbia. Da adulti è molto più complicato capirlo, ma non impossibile. A me sembra che, oltre alla questione legale, anche la questione della tua tranquillità emotiva meriti attenzione, e che vista la tua condizione sia tra le cose su cui tutelarti maggiormente in questo momento.
Dott.ssa Giulia Scalesse
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Arzano
Buongiorno, sta purtroppo tralasciando un particolare. Da quanto dice, suo fratello ha una depressione e, in quanto tale, non è sano come scrive.
La situazione è molto complessa da tanti punti di vista. In alcuni casi, il forte malessere che proviamo non ci consente di vedere il malessere dell'altro. Il mio invito sarebbe, a prescindere dalla situazione economica, di riavvicinarsi ai suoi cari se ritiene che possa così stare meglio. Trovi il suo modo per stare bene e affrontare al meglio la sua cura, fisica e psicologica
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Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao,

capisco che tu stia attraversando un momento difficile e che tu ti senta ferito e tradito dal comportamento di tuo fratello.

Il fatto che tuo fratello ti insulti per la tua condizione oncologica è un comportamento inaccettabile. È un segno di mancanza di empatia e di rispetto per la tua sofferenza.

Il fatto che tua madre lo stia supportando in questo comportamento è altrettanto inaccettabile. È un segno che lei non sta prendendo in considerazione i tuoi bisogni e le tue emozioni.

Il comportamento di tuo fratello e tua madre è dannoso per la tua salute mentale e fisica. È importante che tu ti prenda cura di te stesso e che ti allontani da queste persone tossiche.

Sappi che non sei solo. Ci sono molte persone che stanno attraversando la stessa esperienza. Ci sono associazioni e gruppi di supporto che possono aiutarti a trovare il sostegno di cui hai bisogno.

Ecco alcuni consigli che potrebbero esserti utili:

Parla con un terapista o un counselor. Un professionista della salute mentale può aiutarti a elaborare le tue emozioni e a sviluppare strategie per affrontare la situazione.
Contatta un'associazione o un gruppo di supporto per pazienti oncologici. Potresti trovare persone che possono capire cosa stai passando e che possono offrirti il loro sostegno.
Cerca di trovare un nuovo posto dove vivere, dove ti senti al sicuro e amato.
Ti auguro di trovare la forza di superare questo difficile momento e di costruire una vita serena e appagante.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buon pomeriggio utente, sono lo Psiconcologo Luia Rochdi, mi dispiace tanto per la situazione che sta vivendo. l'abbraccio virtualmente per quanto possa essere utile!
Mi consiglio di focalizzarsi su d lei, di prendere in mano la sua quotidianità e se possibile di allontanarsi il più possibile da queste situazioni che la fanno soffrire.
Resto a sua disposizione.
Dott. Luca Rochdi
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Dr. Marco Cenci
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
Mi permetto di esprimere perplessità riguardo al comportamento dalla psichiatra... Anche lei ha diritto di avere supporto famigliare e di poter vivere il rapporto con loro... Sceglierà lei se procedere per vie legali o meno, nel frattempo la invito a riflettere sulla possibilità di poter intraprendere un percorso per rielaborare i suoi vissuti legati a questa difficile situazione.
Dott. Marco Cenci
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buongiorno, concordo con lei nel non voler affrontare una "guerra" con suo fratello, in quanto, porterebbe solo dolore e accrescerebbe risentimenti e incomprensioni. Lei adesso ha bisogno di focalizzare tutte le sue energie sul ripristinare un suo equilibrio emotivo per supportare al meglio il suo corpo più che mai in questo momento così complesso della sua vita. Le consiglio di riflettere sulla possibilità di un percorso psicologico che vada ad affrontare i temi da lei sollevati e che le permetta di recuperare serenità.
Saluti
Buongiorno, si tratta di una situazione complessa e delicata. Per questo motivo ritengo che debba avere il giusto spazio in sede di colloquio. Resto a disposizione per dubbi e chiarimenti. Un caro saluto.
Dott.ssa Patrizia Buscaino
Psicologo clinico, Psicologo
Nubia
Salve
Tranne che per la condizione molto delicata riguardo la sua salute; (per le quale ne approfitto per farle i miei migliori auguri) per tutto il resto indicato in questa lettera presente; quanto detto non è di mia competenza. al contrario il parere di un avvocato le potrebbe risultare molto utile.
Riguardo al rapporto con i fratelli si sà; spesso mancando il genitore o entrambi i genitori la parte etica esula dalla questione familiare.
Buona giornata
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con tanto coraggio e chiarezza la sua situazione, che capisco essere estremamente delicata e dolorosa. Ciò che sta vivendo è ingiusto e molto pesante, sia sul piano emotivo che pratico. È importante che lei si conceda il diritto di riconoscere la sofferenza che sta provando, senza sminuirla o pensare di doverla sopportare in silenzio. È del tutto legittimo sentirsi arrabbiati, delusi e stanchi di fronte a dinamiche familiari che, invece di offrire sostegno, diventano fonte di ulteriori difficoltà. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, la sua reazione emotiva è assolutamente comprensibile: quando ci sentiamo vulnerabili, come in un percorso oncologico di lunga durata, abbiamo bisogno di ambienti che ci proteggano, che ci facciano sentire accolti e rispettati. Quando invece l’ambiente diventa fonte di ostilità o ingiustizia, è naturale provare sentimenti di rabbia, di impotenza e di tristezza. Non deve in alcun modo sentirsi sbagliato per questo. Lei sta dimostrando grande lucidità e forza scegliendo di proteggersi, valutando la possibilità di trasferirsi in un luogo dove possa ricevere assistenza e serenità. Proteggere sé stesso, le sue cure e la sua tranquillità non è egoismo, ma un atto di amore verso la propria vita, soprattutto dopo tutto quello che ha affrontato e sta ancora affrontando. Dal punto di vista legale, quello che sta descrivendo meriterebbe sicuramente una valutazione approfondita con un avvocato specializzato in diritto di famiglia e diritto successorio. Anche senza voler intraprendere necessariamente un'azione legale, sarebbe importante che lei avesse almeno una consulenza per capire quali strumenti esistono per tutelarsi. Esistono, inoltre, associazioni per la tutela dei malati oncologici che offrono supporto anche su questi temi. Poter far presente in un modo ufficiale quello che sta vivendo potrebbe avere un grande valore non solo giuridico, ma anche psicologico: le darebbe la possibilità di riconoscere che il suo dolore ha diritto di essere visto e ascoltato. Infine, da un punto di vista emotivo, potrebbe essere utile lavorare su una doppia direzione: da una parte, rafforzare la consapevolezza dei propri diritti, dei propri bisogni, della propria dignità; dall’altra, allenarsi progressivamente a distanziarsi emotivamente dalle fonti tossiche, senza che queste continuino a intaccare il suo stato d’animo ogni giorno. Tecniche cognitive come la ristrutturazione dei pensieri e strategie di regolazione emotiva possono aiutare moltissimo in questo senso. Lei merita di vivere il suo percorso di cura in un ambiente sereno, rispettoso e amorevole. Non perda mai di vista questo diritto fondamentale. Sono con lei nel riconoscere tutto il coraggio che ha già dimostrato e che sicuramente continuerà a dimostrare anche in questa nuova fase della sua vita. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
Salve,
la sua testimonianza è molto toccante e comprensibilmente segnata da dolore e ingiustizia. Ciò che sta vivendo non è solo una difficoltà familiare, ma una situazione che tocca la sua dignità e il diritto a vivere con serenità e rispetto, soprattutto in un contesto di malattia cronica.

Nessuno ha il diritto di rivolgerle insulti o auguri di male, e tali comportamenti possono configurare una violenza psicologica. Anche se suo fratello è in cura psichiatrica, questo non giustifica offese o prevaricazioni. Dal punto di vista legale, può rivolgersi:

a un avvocato civilista o a un patronato per verificare la validità della scrittura firmata due anni fa e la sua tutela abitativa;

ai servizi sociali territoriali o al centro antiviolenza, che accolgono anche situazioni di fragilità psicologica e familiare non necessariamente di coppia;

al servizio di tutela dei pazienti oncologici o dei diritti del malato, che può aiutarla a far valere le sue tutele in caso di discriminazione.

Sul piano psicologico, è importante che non affronti tutto da sola. Un percorso di supporto psicologico oncologico o di counseling familiare può aiutarla a gestire il carico emotivo e la rabbia, ma anche a ritrovare una base di sicurezza interiore e progettualità nella nuova fase di vita che sta valutando.
Saluti

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