Salve sono Matteo ho 32 anni, da un anno a questa parte sto vivendo una situazione difficile con un
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Salve sono Matteo ho 32 anni, da un anno a questa parte sto vivendo una situazione difficile con un mia amica ... ci conosciamo da una decina d anni io mi sono innamorato di lei quando m ho capito ne abbiamo parlato lei mi ha detto che non ci sará mai nulla tra noi, io l ho accettato e le ho detto che dovevamo chiudere in quel momento tutto, ma a lei non andava bene mi ha tenuto fuori 4 ore a parlarne ma non ne andavamo fuori allora io mi allontavo lo stesso e lei trovava sempre scuse per riavvicinarsi ... Io prima di tutto ciò io avevo notato dei segnali poi da quando le ho dichiarato i miei sentimenti è cambiata completamente e ogni scusa era buona per dirmi che non era vero quello che provavo.
Ho provato più volte a parlarle lei dice che non mi ha mai fatto intendere nulla ogni volta che provavo a chiudere o si sentiva male o piangeva o mi ricattabile emotivamente è arrivata a farsi fare pure massaggi ai piedi e alle gambe pur di non affrontare la cosa.
Ora ho fatto due mesi e passa di no contact per cercare di stare meglio io perché nell ultimo periodo non aveva neanche più rispetto nei miei confronti. È arrivata a chiamarmi per 24 volte di seguito a lasciarmi 10 messaggi in segreteria con la scusa che dovevo portare una serie tv...
Questa settimana ha chiamato e mi sono sentito di rispondere perché mi sento meglio con me stesso e potevo affrontarla ....
I problemi erano la serie tv prima poi dice che era una scusa per sapere come stavo... dopo 2 minuti di telefonata mi butta giù grindandomi dove sono finiti i tuoi sentimenti ? I tuoi ti amo ? I tuoi ti voglio bene ?
Poi il naturalmente l ho richiamata all istante e le ho chiesto da me cosa voleva e inizia il solito discorso che sono l unico amico che ha ecc ecc ... siamo stati 2 ore al telefono dove lei mi diceva che non ci sarà mai nulla e io le dicevo che sono innamorato e non posso più esserle amico nel mentre lei si sentiva male , abbandonata che così perdevo un amica però da come la vedo io lei ci ha giocato tanto da quando mi sono dichiarato.... alla fine devo avere toccato qualche nervo scoperto è scoppiata a piangere non riusciva più a parlare dopo un ora la richiamo e stava ancora piangendo e allora anche se lei non voleva sono corso da lei... mi accoglie tutta contenta e felice sono stato da lei 3 ore e non si è parlato di nulla dei discorsi fatti al telefono ma solo di cosa avevamo fatto o ci era successo in quei due mesi.... non so più come uscirne perché secondo me lei pensa che sia tornato tutto come prima .... è arrivata a dirmi che insieme non facevamo nulla di originale e adesso che non la vedo più vado a feste locali ecc .... ma se tu non vuoi nulla da me perché dovrei portati a fare serata con me ? Se tu non vuoi nulla da me perché non mi lasci andare via ?
Ho provato più volte a parlarle lei dice che non mi ha mai fatto intendere nulla ogni volta che provavo a chiudere o si sentiva male o piangeva o mi ricattabile emotivamente è arrivata a farsi fare pure massaggi ai piedi e alle gambe pur di non affrontare la cosa.
Ora ho fatto due mesi e passa di no contact per cercare di stare meglio io perché nell ultimo periodo non aveva neanche più rispetto nei miei confronti. È arrivata a chiamarmi per 24 volte di seguito a lasciarmi 10 messaggi in segreteria con la scusa che dovevo portare una serie tv...
Questa settimana ha chiamato e mi sono sentito di rispondere perché mi sento meglio con me stesso e potevo affrontarla ....
I problemi erano la serie tv prima poi dice che era una scusa per sapere come stavo... dopo 2 minuti di telefonata mi butta giù grindandomi dove sono finiti i tuoi sentimenti ? I tuoi ti amo ? I tuoi ti voglio bene ?
Poi il naturalmente l ho richiamata all istante e le ho chiesto da me cosa voleva e inizia il solito discorso che sono l unico amico che ha ecc ecc ... siamo stati 2 ore al telefono dove lei mi diceva che non ci sarà mai nulla e io le dicevo che sono innamorato e non posso più esserle amico nel mentre lei si sentiva male , abbandonata che così perdevo un amica però da come la vedo io lei ci ha giocato tanto da quando mi sono dichiarato.... alla fine devo avere toccato qualche nervo scoperto è scoppiata a piangere non riusciva più a parlare dopo un ora la richiamo e stava ancora piangendo e allora anche se lei non voleva sono corso da lei... mi accoglie tutta contenta e felice sono stato da lei 3 ore e non si è parlato di nulla dei discorsi fatti al telefono ma solo di cosa avevamo fatto o ci era successo in quei due mesi.... non so più come uscirne perché secondo me lei pensa che sia tornato tutto come prima .... è arrivata a dirmi che insieme non facevamo nulla di originale e adesso che non la vedo più vado a feste locali ecc .... ma se tu non vuoi nulla da me perché dovrei portati a fare serata con me ? Se tu non vuoi nulla da me perché non mi lasci andare via ?
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo.
Dal suo racconto emergono una forte sofferenza emotiva e una dinamica relazionale caratterizzata da continui avvicinamenti e allontanamenti, che inevitabilmente generano confusione, insicurezza e senso di logoramento.
Quando due persone hanno bisogni diversi – nel suo caso un coinvolgimento affettivo, nell’altra un legame che non contempla la reciprocità – è frequente che si creino relazioni sbilanciate, in cui i confini diventano poco chiari e l’altra persona finisce per dipendere dalla presenza dell’altro, senza però offrire ciò che l’altro necessita per stare bene.
È comprensibile che lei si senta stanco, disorientato e in difficoltà nel capire quale direzione prendere. Mettere al centro il proprio benessere emotivo e riconoscere ciò che per lei non è più sostenibile rappresenta un passaggio fondamentale.
Spero che possa trovare il modo di tutelarsi, ristabilendo confini che le permettano di preservare la sua serenità e il rispetto dei suoi bisogni
Dal suo racconto emergono una forte sofferenza emotiva e una dinamica relazionale caratterizzata da continui avvicinamenti e allontanamenti, che inevitabilmente generano confusione, insicurezza e senso di logoramento.
Quando due persone hanno bisogni diversi – nel suo caso un coinvolgimento affettivo, nell’altra un legame che non contempla la reciprocità – è frequente che si creino relazioni sbilanciate, in cui i confini diventano poco chiari e l’altra persona finisce per dipendere dalla presenza dell’altro, senza però offrire ciò che l’altro necessita per stare bene.
È comprensibile che lei si senta stanco, disorientato e in difficoltà nel capire quale direzione prendere. Mettere al centro il proprio benessere emotivo e riconoscere ciò che per lei non è più sostenibile rappresenta un passaggio fondamentale.
Spero che possa trovare il modo di tutelarsi, ristabilendo confini che le permettano di preservare la sua serenità e il rispetto dei suoi bisogni
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È una situazione emotivamente logorante: lei dice di non volere una relazione, ma continua a trattenerti con richieste, pianti e messaggi contraddittori. Questo ti confonde, ti illude e ti tiene bloccato.
Hai già capito la cosa più importante: così non puoi stare bene.
La strada più sana è proteggerti, ristabilire distanza e lavorare su questo legame con un percorso di psicoterapia, che può aiutarti a capire perché fai così fatica a lasciarla andare e come costruire confini solidi.
Non sei egoista: stai semplicemente scegliendo di prenderti cura di te.
Sperando tu possa stare presto meglio, ti auguro una buona serata.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Torretta
Hai già capito la cosa più importante: così non puoi stare bene.
La strada più sana è proteggerti, ristabilire distanza e lavorare su questo legame con un percorso di psicoterapia, che può aiutarti a capire perché fai così fatica a lasciarla andare e come costruire confini solidi.
Non sei egoista: stai semplicemente scegliendo di prenderti cura di te.
Sperando tu possa stare presto meglio, ti auguro una buona serata.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Torretta
Gaia, grazie per aver scritto con tanta sincerità e profondità.
Quello che provi è reale, serio e merita una risposta altrettanto attenta. Cercherò di risponderti con rispetto, chiarezza e cura, senza giudicare nulla di ciò che hai condiviso.
Quello che provi per lui è naturale
Hai costruito con questo ragazzo un legame profondo, graduale, basato sulla fiducia,
sulla delicatezza e sulla condivisione emotiva.
Non sorprende che, col tempo, i tuoi sentimenti si siano trasformati.
Le emozioni che descrivi, “sentirmi a casa”, “farfalle nello stomaco”, “una scoperta continua” sono segnali forti.
Non sono sbagliati, non mancano di rispetto a nessuno.
Sono semplicemente il risultato di un legame sincero.
La sua storia familiare e il suo dolore.
Hai descritto un ragazzo che porta dentro: un lutto traumatico, una responsabilità familiare enorme, e parole che possono far preoccupare (“non ho più paura della morte”, “la morte come possibilità di ricongiungersi con mio padre”).
Attenzione
Queste frasi non significano necessariamente che voglia farsi del male, ma rivelano un dolore profondo, non completamente elaborato.
Per te è naturale sentirti protettiva e coinvolta.
Ma è importante ricordare che non sta a te “salvarlo”.
Quello che puoi fare, ed è già tanto, è essergli accanto come persona stabile, sincera e presente.
Lui ti considera solo un’amica? Non è detto.
Il fatto che non ti abbia “dato segnali romantici” non significa mancanza di interesse.
Può esserci una serie di motivi per cui un ragazzo così riservato non si espone: timidezza,
paura di rovinare un’amicizia preziosa, un vissuto difficile che lo rende prudente, l’idea che tu, fino a poco tempo fa, fossi impegnata, insicurezze personali, rispetto dei tuoi tempi.
Da come descrivi la vostra relazione, tempo insieme, confidenze, inviti a casa, coinvolgimento della sua famiglia, un regalo personale , non sembra un legame superficiale.
È qualcosa che lui coltiva, anche se non lo esprime apertamente in chiave romantica.
Cosa sta realmente succedendo dentro di te?
Tu senti: attrazione, affetto profondo, senso di pace vicino a lui, stima, desiderio di vicinanza.
E senti anche paura.
Non paura del rifiuto in sé, ma paura di rompere un equilibrio, metterlo in difficoltà emotiva, esporre un sentimento importante.
È normale. Quando una relazione è preziosa, si teme di perderla.
Come puoi muoverti, concretamente?
Non devi buttarti nel vuoto né fare dichiarazioni plateali.
Puoi procedere con piccoli passi sicuri, come farebbe un professionista nel guidarti.
Osserva come si comporta con te
Nota se ti cerca lui per primo, se condivide cose intime, se si apre più con te che con altri,
se ti guarda in un certo modo, cerca il tuo contatto, anche solo visivo.
Spesso i segnali ci sono, ma sono sottili.
Avvicinati un po’ di più, senza dichiararti
Puoi iniziare a far capire, con delicatezza, che tieni a lui in modo speciale.
Esempi: “Mi fa sempre bene passare tempo con te.”, “Con te mi sento davvero a mio agio.”
“Sei una persona importante per me.”
Non è una dichiarazione, ma apre un varco.
Crea un contesto dove parlare è più facile
Una passeggiata, un momento tranquillo, una serata senza altre persone.
Le conversazioni profonde si sbloccano quando l’ambiente è calmo e protettivo.
Se te la senti, puoi dirgli qualcosa di semplice
Non serve dichiararsi in modo “totale”.
Puoi dire: “Negli ultimi mesi mi sono accorta che il nostro rapporto per me è diventato molto importante… più di quanto mi aspettassi. Volevo dirtelo, senza mettere pressione.”
È onesto, rispettoso, e non lo mette all’angolo.
Qualunque sia la sua risposta, non perderete ciò che avete.
Tu stessa dici: “So che il nostro rapporto non si spezzerebbe.”
Questa è una base solida.
E indica che avete entrambi costruito una relazione vera, non fragile.
Una cosa importante su di lui: tu sei per lui un punto sicuro.
Lui per te una scoperta luminosa.
Questo tipo di legame, lento, graduale, profondo, è spesso quello che genera le storie d’amore più sane.
Non devi avere fretta.
Devi avere cura.
Rimango a tua completa disposizione.
Dott. Michele Basigli
Quello che provi è reale, serio e merita una risposta altrettanto attenta. Cercherò di risponderti con rispetto, chiarezza e cura, senza giudicare nulla di ciò che hai condiviso.
Quello che provi per lui è naturale
Hai costruito con questo ragazzo un legame profondo, graduale, basato sulla fiducia,
sulla delicatezza e sulla condivisione emotiva.
Non sorprende che, col tempo, i tuoi sentimenti si siano trasformati.
Le emozioni che descrivi, “sentirmi a casa”, “farfalle nello stomaco”, “una scoperta continua” sono segnali forti.
Non sono sbagliati, non mancano di rispetto a nessuno.
Sono semplicemente il risultato di un legame sincero.
La sua storia familiare e il suo dolore.
Hai descritto un ragazzo che porta dentro: un lutto traumatico, una responsabilità familiare enorme, e parole che possono far preoccupare (“non ho più paura della morte”, “la morte come possibilità di ricongiungersi con mio padre”).
Attenzione
Queste frasi non significano necessariamente che voglia farsi del male, ma rivelano un dolore profondo, non completamente elaborato.
Per te è naturale sentirti protettiva e coinvolta.
Ma è importante ricordare che non sta a te “salvarlo”.
Quello che puoi fare, ed è già tanto, è essergli accanto come persona stabile, sincera e presente.
Lui ti considera solo un’amica? Non è detto.
Il fatto che non ti abbia “dato segnali romantici” non significa mancanza di interesse.
Può esserci una serie di motivi per cui un ragazzo così riservato non si espone: timidezza,
paura di rovinare un’amicizia preziosa, un vissuto difficile che lo rende prudente, l’idea che tu, fino a poco tempo fa, fossi impegnata, insicurezze personali, rispetto dei tuoi tempi.
Da come descrivi la vostra relazione, tempo insieme, confidenze, inviti a casa, coinvolgimento della sua famiglia, un regalo personale , non sembra un legame superficiale.
È qualcosa che lui coltiva, anche se non lo esprime apertamente in chiave romantica.
Cosa sta realmente succedendo dentro di te?
Tu senti: attrazione, affetto profondo, senso di pace vicino a lui, stima, desiderio di vicinanza.
E senti anche paura.
Non paura del rifiuto in sé, ma paura di rompere un equilibrio, metterlo in difficoltà emotiva, esporre un sentimento importante.
È normale. Quando una relazione è preziosa, si teme di perderla.
Come puoi muoverti, concretamente?
Non devi buttarti nel vuoto né fare dichiarazioni plateali.
Puoi procedere con piccoli passi sicuri, come farebbe un professionista nel guidarti.
Osserva come si comporta con te
Nota se ti cerca lui per primo, se condivide cose intime, se si apre più con te che con altri,
se ti guarda in un certo modo, cerca il tuo contatto, anche solo visivo.
Spesso i segnali ci sono, ma sono sottili.
Avvicinati un po’ di più, senza dichiararti
Puoi iniziare a far capire, con delicatezza, che tieni a lui in modo speciale.
Esempi: “Mi fa sempre bene passare tempo con te.”, “Con te mi sento davvero a mio agio.”
“Sei una persona importante per me.”
Non è una dichiarazione, ma apre un varco.
Crea un contesto dove parlare è più facile
Una passeggiata, un momento tranquillo, una serata senza altre persone.
Le conversazioni profonde si sbloccano quando l’ambiente è calmo e protettivo.
Se te la senti, puoi dirgli qualcosa di semplice
Non serve dichiararsi in modo “totale”.
Puoi dire: “Negli ultimi mesi mi sono accorta che il nostro rapporto per me è diventato molto importante… più di quanto mi aspettassi. Volevo dirtelo, senza mettere pressione.”
È onesto, rispettoso, e non lo mette all’angolo.
Qualunque sia la sua risposta, non perderete ciò che avete.
Tu stessa dici: “So che il nostro rapporto non si spezzerebbe.”
Questa è una base solida.
E indica che avete entrambi costruito una relazione vera, non fragile.
Una cosa importante su di lui: tu sei per lui un punto sicuro.
Lui per te una scoperta luminosa.
Questo tipo di legame, lento, graduale, profondo, è spesso quello che genera le storie d’amore più sane.
Non devi avere fretta.
Devi avere cura.
Rimango a tua completa disposizione.
Dott. Michele Basigli
Gentile Matteo,
la situazione che descrive è chiaramente molto complessa e faticosa dal punto di vista emotivo. Da quanto racconta, Lei ha provato a essere sincero con i Suoi sentimenti e a stabilire dei confini, ma allo stesso tempo sente che il legame con la Sua amica è così intenso da renderle difficile allontanarsi. Questo genera una tensione interna: da un lato il desiderio di rispettare sé stesso e i propri bisogni, dall’altro la difficoltà a staccarsi dal rapporto e dalle dinamiche che si sono instaurate nel tempo.
È normale sentirsi confusi, frustrati e sopraffatti in questo tipo di relazioni. Quando ci si sente attratti da qualcuno che non può ricambiare allo stesso modo, il rischio è quello di entrare in un circolo emotivo in cui si alternano vicinanza e distanza, momenti di serenità e momenti di sofferenza, e questo può far sentire come se non ci fosse via d’uscita.
In questi casi può essere utile fare attenzione a sé stessi, ai propri limiti e ai propri bisogni. Prendersi del tempo per capire cosa Le fa stare bene, cosa è sostenibile per la Sua emotività e cosa invece la mette a dura prova, è fondamentale. La scelta di prendere distanza — come aveva fatto con il “no contact” — non è un gesto contro di lei, ma un modo per proteggere il Suo equilibrio interiore e ritrovare lucidità.
Può anche essere utile chiarire con sé stesso quali sono i confini che sente di poter rispettare senza sacrificare la propria serenità. Essere onesti con i propri sentimenti non significa che debba rinunciare all’amicizia, ma significa avere chiari i limiti, sapere quando dire “non posso” e concedersi la libertà di scegliere ciò che è meglio per sé.
Infine, è importante ricordare che le emozioni intense, i dubbi e le frustrazioni che prova sono naturali in questo tipo di situazioni. Accettare ciò che sente senza colpevolizzarsi, e allo stesso tempo prendersi cura di sé, è un passo fondamentale per riuscire a gestire la relazione in modo sano per entrambi. Rimango a disposizione, un saluto!
la situazione che descrive è chiaramente molto complessa e faticosa dal punto di vista emotivo. Da quanto racconta, Lei ha provato a essere sincero con i Suoi sentimenti e a stabilire dei confini, ma allo stesso tempo sente che il legame con la Sua amica è così intenso da renderle difficile allontanarsi. Questo genera una tensione interna: da un lato il desiderio di rispettare sé stesso e i propri bisogni, dall’altro la difficoltà a staccarsi dal rapporto e dalle dinamiche che si sono instaurate nel tempo.
È normale sentirsi confusi, frustrati e sopraffatti in questo tipo di relazioni. Quando ci si sente attratti da qualcuno che non può ricambiare allo stesso modo, il rischio è quello di entrare in un circolo emotivo in cui si alternano vicinanza e distanza, momenti di serenità e momenti di sofferenza, e questo può far sentire come se non ci fosse via d’uscita.
In questi casi può essere utile fare attenzione a sé stessi, ai propri limiti e ai propri bisogni. Prendersi del tempo per capire cosa Le fa stare bene, cosa è sostenibile per la Sua emotività e cosa invece la mette a dura prova, è fondamentale. La scelta di prendere distanza — come aveva fatto con il “no contact” — non è un gesto contro di lei, ma un modo per proteggere il Suo equilibrio interiore e ritrovare lucidità.
Può anche essere utile chiarire con sé stesso quali sono i confini che sente di poter rispettare senza sacrificare la propria serenità. Essere onesti con i propri sentimenti non significa che debba rinunciare all’amicizia, ma significa avere chiari i limiti, sapere quando dire “non posso” e concedersi la libertà di scegliere ciò che è meglio per sé.
Infine, è importante ricordare che le emozioni intense, i dubbi e le frustrazioni che prova sono naturali in questo tipo di situazioni. Accettare ciò che sente senza colpevolizzarsi, e allo stesso tempo prendersi cura di sé, è un passo fondamentale per riuscire a gestire la relazione in modo sano per entrambi. Rimango a disposizione, un saluto!
Buonasera Matteo,
nelle relazioni può capitare che i bisogni e i desideri delle persone coinvolte non coincidano completamente. Questo non significa che qualcuno abbia torto o ragione: semplicemente, ogni individuo ha sensibilità, tempi ed esigenze diverse.
In situazioni come questa, è importante che ciascuno possa ascoltare se stesso senza sentirsi costretto ad assumere ruoli o comportamenti che non sente più come sostenibili. Se avverti il bisogno di prendere distanza o di concederti una pausa per tutelare il tuo benessere emotivo, è legittimo farlo. Riconoscere i propri limiti e rispettare i propri confini è un passaggio importante in qualunque rapporto, indipendentemente dalla sua natura.
Allo stesso tempo, quando una situazione diventa complessa o genera confusione e fatica, può essere utile confrontarsi con un professionista. Uno spazio neutro e protetto può aiutare a comprendere meglio cosa si sta vivendo, a esplorare le proprie dinamiche interne e a trovare modalità più chiare per orientarsi nelle relazioni.
Prendersi cura di sé non significa allontanare o rifiutare qualcuno, ma riconoscere ciò di cui si ha bisogno per stare bene. Ognuno ha diritto di farlo con rispetto verso se stesso e verso l’altro. Un saluto.
nelle relazioni può capitare che i bisogni e i desideri delle persone coinvolte non coincidano completamente. Questo non significa che qualcuno abbia torto o ragione: semplicemente, ogni individuo ha sensibilità, tempi ed esigenze diverse.
In situazioni come questa, è importante che ciascuno possa ascoltare se stesso senza sentirsi costretto ad assumere ruoli o comportamenti che non sente più come sostenibili. Se avverti il bisogno di prendere distanza o di concederti una pausa per tutelare il tuo benessere emotivo, è legittimo farlo. Riconoscere i propri limiti e rispettare i propri confini è un passaggio importante in qualunque rapporto, indipendentemente dalla sua natura.
Allo stesso tempo, quando una situazione diventa complessa o genera confusione e fatica, può essere utile confrontarsi con un professionista. Uno spazio neutro e protetto può aiutare a comprendere meglio cosa si sta vivendo, a esplorare le proprie dinamiche interne e a trovare modalità più chiare per orientarsi nelle relazioni.
Prendersi cura di sé non significa allontanare o rifiutare qualcuno, ma riconoscere ciò di cui si ha bisogno per stare bene. Ognuno ha diritto di farlo con rispetto verso se stesso e verso l’altro. Un saluto.
Ciao Matteo,
grazie per aver condiviso la tua storia, si sente davvero quanto tutto questo ti stia pesando e quanto tu abbia cercato di muoverti con sincerità nonostante la confusione emotiva.
Da ciò che racconti, sembra che tra voi due si sia creata una dinamica molto sbilanciata: tu provi un sentimento profondo e dichiarato, mentre lei – pur non ricambiandolo – continua a cercarti, a fare leva sul legame e, a volte, anche sul senso di colpa. Questo può diventare davvero doloroso, perché ti ritrovi sempre nella posizione di dover “reggere” sia le tue emozioni che le sue.
Il no-contact che avevi iniziato non era un capriccio, ma un tentativo sano di proteggerti, ed è comprensibile che tornando a sentirla tutto sembri ripartire da zero. La confusione che provi oggi è normale.
Forse il punto centrale è questo: le tue emozioni sono legittime quanto le sue, e hai il diritto di mettere un confine chiaro quando senti che una relazione – anche se importante – ti fa stare male. Anche volerle bene non ti obbliga a restare in una posizione che ti ferisce.
Potrebbe aiutarti chiederti cosa ti farebbe realmente stare meglio nel lungo termine, non solo nell’immediato momento in cui lei ti cerca o piange. A volte proteggere un’amicizia (o cercare di farlo) significa accettare che non può continuare così.
Se senti che la situazione sta diventando troppo pesante da gestire da solo, parlarne con uno psicologo di persona potrebbe darti uno spazio sicuro per fare chiarezza e trovare una strada che tenga davvero in considerazione te e il tuo benessere.
Piccolo incoraggiamento: sei già sulla strada giusta: quella di riconoscere cosa ti fa male e provare a correggere la rotta.
grazie per aver condiviso la tua storia, si sente davvero quanto tutto questo ti stia pesando e quanto tu abbia cercato di muoverti con sincerità nonostante la confusione emotiva.
Da ciò che racconti, sembra che tra voi due si sia creata una dinamica molto sbilanciata: tu provi un sentimento profondo e dichiarato, mentre lei – pur non ricambiandolo – continua a cercarti, a fare leva sul legame e, a volte, anche sul senso di colpa. Questo può diventare davvero doloroso, perché ti ritrovi sempre nella posizione di dover “reggere” sia le tue emozioni che le sue.
Il no-contact che avevi iniziato non era un capriccio, ma un tentativo sano di proteggerti, ed è comprensibile che tornando a sentirla tutto sembri ripartire da zero. La confusione che provi oggi è normale.
Forse il punto centrale è questo: le tue emozioni sono legittime quanto le sue, e hai il diritto di mettere un confine chiaro quando senti che una relazione – anche se importante – ti fa stare male. Anche volerle bene non ti obbliga a restare in una posizione che ti ferisce.
Potrebbe aiutarti chiederti cosa ti farebbe realmente stare meglio nel lungo termine, non solo nell’immediato momento in cui lei ti cerca o piange. A volte proteggere un’amicizia (o cercare di farlo) significa accettare che non può continuare così.
Se senti che la situazione sta diventando troppo pesante da gestire da solo, parlarne con uno psicologo di persona potrebbe darti uno spazio sicuro per fare chiarezza e trovare una strada che tenga davvero in considerazione te e il tuo benessere.
Piccolo incoraggiamento: sei già sulla strada giusta: quella di riconoscere cosa ti fa male e provare a correggere la rotta.
Ciao Matteo, è comprensibile che tu faccia fatica ad uscire da questa situazione. Tuttavia, anche le amicizie hanno bisogno di confini chiari, soprattutto quando in gioco ci sono sentimenti non corrisposti. Prendersi del tempo per sé, come hai fatto, è importante. Potrebbe esserti utile riflettere su quali limiti ti servano davvero per stare meglio e su come comunicarli senza senso di colpa. Se senti di avere difficoltà a farlo da solo o che questa dinamica si ripete, uno spazio di consulenza psicologica potrebbe aiutarti a ritrovare equilibrio e maggiore chiarezza.
Buonasera Matteo,
Da quanto descrive emerge un notevole carico emotivo, comprensibilmente legato alla complessità della relazione e alla difficoltà nel mantenere confini chiari. È naturale sentirsi sopraffatti in situazioni così ambigue.
Resto a sua disposizione, se lo desidera, per aiutarla a riflettere con calma su ciò che sta vivendo.
Un caro saluto
Dott.ssa Barcella
Da quanto descrive emerge un notevole carico emotivo, comprensibilmente legato alla complessità della relazione e alla difficoltà nel mantenere confini chiari. È naturale sentirsi sopraffatti in situazioni così ambigue.
Resto a sua disposizione, se lo desidera, per aiutarla a riflettere con calma su ciò che sta vivendo.
Un caro saluto
Dott.ssa Barcella
Salve Matteo, quello che descrive dà davvero l’idea di una situazione che la sta consumando emotivamente da molto tempo. Si percepisce chiaramente quanto lei abbia cercato di essere onesto, rispettoso dei suoi sentimenti e, allo stesso tempo, attento al benessere dell’altra persona. Ed è proprio questa combinazione, così umana ma anche così faticosa, che l’ha portato a rimanere intrappolato in un legame che non le sta facendo bene. Da ciò che racconta, sembra che tra voi ci sia un disequilibrio molto forte. Lei ha espresso con chiarezza i suoi sentimenti e i suoi limiti, dicendo che non può continuare a fare l’amico quando prova qualcosa di più. Dall’altra parte, invece, riceve segnali contraddittori: parole che le ribadiscono che non ci sarà mai nulla, ma comportamenti che la trattengono, che la fanno sentire in colpa o responsabile delle reazioni emotive dell’altra persona. Questo la porta a sentirsi confuso, sfinito, e probabilmente anche a mettere in discussione se stesso. Quando una persona alterna chiusure nette a momenti di forte bisogno emotivo, quando chiede presenza ma non permette chiarezza, è facile rimanere invischiati nel tentativo di “salvarla”, o quantomeno di non farla soffrire. Ma questa dinamica, col tempo, logora. Lei ha già fatto un passo importante prendendosi del tempo lontano per recuperare lucidità, e il fatto che in quei due mesi sia stato meglio indica molto chiaramente che continuare a rimanere dentro questo schema le costa troppo. È comprensibile che lei venga colpito dai pianti, dalle reazioni intense, dalle dichiarazioni sul fatto che lei sia “l’unico amico che ha”. Ma quelle emozioni, per quanto sincere possano essere, non possono diventare una catena che la trattiene in un ruolo che non può più sostenere. Non è compito suo riempire mancanze che l’altra persona porta con sé, né è sano sacrificare il proprio equilibrio per calmare momentaneamente il malessere di qualcuno che non riesce a rispettare i suoi confini. La domanda che fa alla fine è molto importante. Perché non la lascia andare via? Probabilmente perché la sua presenza le dà sicurezza, attenua la solitudine, le offre attenzioni e sostegno. Ma questo non significa che possa darle ciò che lei desidera, e non significa che il legame sia equilibrato. In questo momento, infatti, lei sta pagando un prezzo troppo alto: non riesce a essere libero di vivere, di fare le sue esperienze, di costruire relazioni più sane e reciproche, perché ogni suo passo viene interpretato, giudicato o trattenuto dall’altra persona. Credo che la vera questione sia permettersi di riconoscere che ha il diritto di mettersi al centro. Ha il diritto di chiudere una relazione che le fa male anche se l’altra persona ne soffrirà. Non è crudeltà, è rispetto verso se stesso. E soprattutto è l’unica strada per ritrovare una forma di serenità che in questo rapporto, così com'è ora, non riesce più a trovare. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Caro Matteo,
quello che descrivi è un legame che, nel tempo, è diventato molto sbilanciato e carico di ambiguità emotiva. Da una parte ci sei tu, con un sentimento dichiarato e coerente; dall’altra c’è una persona che ti dice chiaramente di non volere una relazione, ma che allo stesso tempo non tollera la distanza, ti cerca, si agita quando provi a prendere spazio e finisce per coinvolgerti in una dinamica che ti lascia confuso, in colpa e intrappolato.
Da una prospettiva sistemico-relazionale, questo tipo di relazione può assumere la forma di un legame disorganizzato, in cui i confini non sono chiari:
– lei attiva il bisogno di vicinanza quando ti sente distante;
– tu ti riavvicini per senso di responsabilità, affetto e preoccupazione;
– ma appena la distanza si colma, tutto torna come prima, con il rifiuto dei tuoi sentimenti e l’impossibilità di costruire un rapporto reciproco.
Questo ciclo, ripetuto più volte, crea ambivalenza, confusione e sofferenza per te, mentre a lei dà un senso di sicurezza temporanea, che però non sfocia mai in un cambiamento reale.
È importante riconoscere alcuni elementi:
• tu non stai ricevendo un reale ascolto rispetto ai tuoi bisogni;
• il suo sentirsi male ogni volta che poni un limite ti porta a sentirti responsabile delle sue emozioni;
• la richiesta implicita è che tu rimanga, ma senza poter portare davvero te stesso e ciò che provi.
In questo senso, la tua scelta di allontanarti non è stata un capriccio: è stato un tentativo sano di “rimettere ordine” dentro di te. Ed è comprensibile che, dopo due mesi di distanza, tu ti sia sentito più forte. Ma il fatto che il vostro incontro sia scivolato rapidamente dentro la stessa dinamica di sempre conferma quanto sia fragile e instabile l’equilibrio tra voi.
La domanda che poni alla fine è molto importante: “Se lei non vuole nulla da me, perché non mi lascia andare?”
Dal punto di vista relazionale, spesso chi teme la solitudine o vive insicurezze profonde fa fatica a lasciare andare una fonte affettiva, anche quando non è in grado di ricambiare allo stesso livello. Ma questa difficoltà non può diventare una tua responsabilità.
In questo momento, ciò che conta davvero è cosa fa bene a te.
E da ciò che racconti emerge con chiarezza che questa relazione, così come è strutturata oggi, ti tiene bloccato, ti confonde e non ti permette di andare avanti né sentimentalmente né emotivamente.
Può essere utile chiederti:
• Qual è il limite che devo tutelare per proteggere me stesso?
• Che tipo di relazione posso sostenere senza tradire i miei bisogni?
• Che cosa succede dentro di me quando lei si avvicina solo per non perdere il mio ruolo, ma non per accogliermi davvero?
Mettere dei confini chiari, anche se doloroso, è un atto di cura verso di sé.
E solo quando i confini sono rispettati può esistere un rapporto autentico — di amicizia o altro.
Se vuoi, possiamo lavorarci insieme: capire come uscire da questo ciclo, come reggere il senso di colpa e come riorientarti verso relazioni in cui ci sia reciprocità e rispetto per ciò che provi
Resto a disposizione per un eventuale confronto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Caterina Lo Bianco – Psicologa ad orientamento Sistemico-Relazionale
quello che descrivi è un legame che, nel tempo, è diventato molto sbilanciato e carico di ambiguità emotiva. Da una parte ci sei tu, con un sentimento dichiarato e coerente; dall’altra c’è una persona che ti dice chiaramente di non volere una relazione, ma che allo stesso tempo non tollera la distanza, ti cerca, si agita quando provi a prendere spazio e finisce per coinvolgerti in una dinamica che ti lascia confuso, in colpa e intrappolato.
Da una prospettiva sistemico-relazionale, questo tipo di relazione può assumere la forma di un legame disorganizzato, in cui i confini non sono chiari:
– lei attiva il bisogno di vicinanza quando ti sente distante;
– tu ti riavvicini per senso di responsabilità, affetto e preoccupazione;
– ma appena la distanza si colma, tutto torna come prima, con il rifiuto dei tuoi sentimenti e l’impossibilità di costruire un rapporto reciproco.
Questo ciclo, ripetuto più volte, crea ambivalenza, confusione e sofferenza per te, mentre a lei dà un senso di sicurezza temporanea, che però non sfocia mai in un cambiamento reale.
È importante riconoscere alcuni elementi:
• tu non stai ricevendo un reale ascolto rispetto ai tuoi bisogni;
• il suo sentirsi male ogni volta che poni un limite ti porta a sentirti responsabile delle sue emozioni;
• la richiesta implicita è che tu rimanga, ma senza poter portare davvero te stesso e ciò che provi.
In questo senso, la tua scelta di allontanarti non è stata un capriccio: è stato un tentativo sano di “rimettere ordine” dentro di te. Ed è comprensibile che, dopo due mesi di distanza, tu ti sia sentito più forte. Ma il fatto che il vostro incontro sia scivolato rapidamente dentro la stessa dinamica di sempre conferma quanto sia fragile e instabile l’equilibrio tra voi.
La domanda che poni alla fine è molto importante: “Se lei non vuole nulla da me, perché non mi lascia andare?”
Dal punto di vista relazionale, spesso chi teme la solitudine o vive insicurezze profonde fa fatica a lasciare andare una fonte affettiva, anche quando non è in grado di ricambiare allo stesso livello. Ma questa difficoltà non può diventare una tua responsabilità.
In questo momento, ciò che conta davvero è cosa fa bene a te.
E da ciò che racconti emerge con chiarezza che questa relazione, così come è strutturata oggi, ti tiene bloccato, ti confonde e non ti permette di andare avanti né sentimentalmente né emotivamente.
Può essere utile chiederti:
• Qual è il limite che devo tutelare per proteggere me stesso?
• Che tipo di relazione posso sostenere senza tradire i miei bisogni?
• Che cosa succede dentro di me quando lei si avvicina solo per non perdere il mio ruolo, ma non per accogliermi davvero?
Mettere dei confini chiari, anche se doloroso, è un atto di cura verso di sé.
E solo quando i confini sono rispettati può esistere un rapporto autentico — di amicizia o altro.
Se vuoi, possiamo lavorarci insieme: capire come uscire da questo ciclo, come reggere il senso di colpa e come riorientarti verso relazioni in cui ci sia reciprocità e rispetto per ciò che provi
Resto a disposizione per un eventuale confronto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Caterina Lo Bianco – Psicologa ad orientamento Sistemico-Relazionale
Buongiorno Matteo, grazie per aver condiviso con tanta chiarezza ciò che stai vivendo. Dal tuo racconto mi sembra di capire che stai vivendo una relazione segnata da una forte ambivalenza emotiva: lei non desidera un rapporto romantico, ma allo stesso tempo fatica a rinunciare alla tua presenza, che per lei sembra rappresentare sostegno, rassicurazione e compagnia. Forse è proprio per questo che mal tollera i confini da te posti per tutelarti e stare meglio. Le sue reazioni (es. pianti, richieste insistenti, improvvisi avvicinamenti seguiti da altrettante prese di distanza) sembrano creare un movimento emotivo altalenante che risulta per te confondente e faticoso...mi viene in mente questa metafora: è come se ti trovassi su un pendolo che oscilla tra vicinanza intensa e distacco improvviso. Tale movimento oscillatorio però non fa altro che lasciarti con la costante sensazione che i tuoi bisogni rimangano sospesi o non del tutto riconosciuti. La domanda che giustamente le/ti poni “Se tu non vuoi nulla da me, perché non mi lasci andare via?”, mi sembra racchiuda il cuore del tuo vissuto: un desiderio di chiarezza, di coerenza e, perchè no, anche di libertà emotiva. Mi pare che lei abbia un bisogno affettivo nei tuoi confronti, ma che questo bisogno non incontri davvero il tuo desiderio di avere una relazione sentimentale paritaria e ricambiata. Questo squilibrio è diventato logorante e può rendere difficile ascoltare la tua stessa sofferenza. In un contesto così denso sul piano emotivo, uno spazio di ascolto professionale potrebbe offrirti un luogo in cui esplorare con calma ciò che provi...Mi sembra che tu abbia già fatto passi importanti verso questa consapevolezza, e meriti attenzione e cura lungo questo percorso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ester Negrola
Un caro saluto,
Dott.ssa Ester Negrola
Gent.mo Matteo,
si trova in una dinamica relazionale che non nasce oggi, ma che si è costruita lentamente negli anni. Da una parte ci sono i suoi sentimenti, profondi e autentici, che la spingono verso un legame affettivo chiaro; dall’altra c’è una persona che, pur non ricambiando questo tipo di amore, fatica a rinunciare alla presenza emotiva che lei rappresenta.
Quello che accade tra voi non è semplicemente un “non corrisposto”: è un campo relazionale dove vi muovete dentro bisogni diversi e, spesso, incompatibili. Lei cerca un amore che possa esprimersi apertamente; la sua amica cerca una figura che la rassicuri, che colmi la paura della solitudine e forse anche il vuoto lasciato da altre relazioni. Lei desidera un incontro reciproco, mentre l’amica si nutre della sua disponibilità senza poterla incontrare davvero sullo stesso piano.
Quando Matteo prende distanza, l’amica va in crisi. Non perché abbia cambiato posizione affettiva, ma perché la sua assenza riattiva vissuti di abbandono profondi, che sembrano andare molto oltre il rapporto attuale. In questo senso Matteo diventa – senza volerlo – non solo un amico, ma una sorta di regolatore emotivo: la sua presenza stabilizza, la sua distanza destabilizza. Non è un ruolo scelto liberamente, ma un movimento interno che si attiva nell’amica ogni volta che teme di perdere un appoggio fondamentale. In buona sostanza, la sua amica è intrappolata in una dipendenza affettiva non amorosa.
Per Matteo, invece, ogni riavvicinamento riaccende aspettative, speranze e anche confusione. È come se venisse chiamato in un ruolo che conosce bene – quello di chi sostiene, di chi comprende, di chi rimane – ma che allo stesso tempo lo allontana dalla possibilità di essere visto nella sua verità emotiva. Non è un caso che, nei periodi di distanza, Matteo si senta meglio: quei momenti gli restituiscono una forma di identità che il rapporto, così com'è, tende a consumare.
Sul piano psicodinamico, ciò che si crea tra voi è un legame asimmetrico: l’amica chiede vicinanza affettiva senza potersi esporre davvero, mentre Matteo si offre con sincerità ma riceve soltanto un surrogato di intimità. Ogni tentativo di chiarire le cose riattiva la stessa scena: l’amica si spaventa, piange, teme di perderlo; Matteo si sente responsabile del suo malessere e torna sui suoi passi. Questa circolarità intrappola entrambi, ma è Matteo a portare il peso maggiore, perché il movimento emotivo lo riporta sempre nello stesso punto: un legame che non può compiersi e dal quale non riesce a liberarsi senza sensi di colpa.
È importante che Matteo riconosca che il fatto che l’amica non lo lasci andare non deriva da amore romantico, ma da un bisogno profondo di non sentirsi sola, vuota o abbandonata. Ed è altrettanto importante capire che rispondere a questo bisogno non lo avvicina a ciò che desidera davvero; anzi, lo allontana.
La difficoltà non sta nel non capire la situazione, ma nel non riuscire ancora a collocarsi in un posto diverso dentro di sé: un posto in cui i sentimenti che prova non diventano automaticamente un mandato ad accudire né un obbligo a farsi carico delle fragilità dell’altra persona.
In questo senso, riconoscere il proprio limite non è una forma di abbandono, ma un atto di cura verso se stesso e, indirettamente, anche verso l’altra: interrompe una dinamica che, così strutturata, non permette a nessuno dei due di maturare emotivamente.
Matteo non sta sbagliando nulla. Sta vivendo una relazione che, nelle sue fondamenta, non ha mai trovato un equilibrio reale. Il passo che gli serve non è capire di più l’altra persona, ma dare finalmente spazio al proprio bisogno di essere amato in modo pieno, reciproco e non dipendente.
È da lì che può davvero cominciare a uscire.
si trova in una dinamica relazionale che non nasce oggi, ma che si è costruita lentamente negli anni. Da una parte ci sono i suoi sentimenti, profondi e autentici, che la spingono verso un legame affettivo chiaro; dall’altra c’è una persona che, pur non ricambiando questo tipo di amore, fatica a rinunciare alla presenza emotiva che lei rappresenta.
Quello che accade tra voi non è semplicemente un “non corrisposto”: è un campo relazionale dove vi muovete dentro bisogni diversi e, spesso, incompatibili. Lei cerca un amore che possa esprimersi apertamente; la sua amica cerca una figura che la rassicuri, che colmi la paura della solitudine e forse anche il vuoto lasciato da altre relazioni. Lei desidera un incontro reciproco, mentre l’amica si nutre della sua disponibilità senza poterla incontrare davvero sullo stesso piano.
Quando Matteo prende distanza, l’amica va in crisi. Non perché abbia cambiato posizione affettiva, ma perché la sua assenza riattiva vissuti di abbandono profondi, che sembrano andare molto oltre il rapporto attuale. In questo senso Matteo diventa – senza volerlo – non solo un amico, ma una sorta di regolatore emotivo: la sua presenza stabilizza, la sua distanza destabilizza. Non è un ruolo scelto liberamente, ma un movimento interno che si attiva nell’amica ogni volta che teme di perdere un appoggio fondamentale. In buona sostanza, la sua amica è intrappolata in una dipendenza affettiva non amorosa.
Per Matteo, invece, ogni riavvicinamento riaccende aspettative, speranze e anche confusione. È come se venisse chiamato in un ruolo che conosce bene – quello di chi sostiene, di chi comprende, di chi rimane – ma che allo stesso tempo lo allontana dalla possibilità di essere visto nella sua verità emotiva. Non è un caso che, nei periodi di distanza, Matteo si senta meglio: quei momenti gli restituiscono una forma di identità che il rapporto, così com'è, tende a consumare.
Sul piano psicodinamico, ciò che si crea tra voi è un legame asimmetrico: l’amica chiede vicinanza affettiva senza potersi esporre davvero, mentre Matteo si offre con sincerità ma riceve soltanto un surrogato di intimità. Ogni tentativo di chiarire le cose riattiva la stessa scena: l’amica si spaventa, piange, teme di perderlo; Matteo si sente responsabile del suo malessere e torna sui suoi passi. Questa circolarità intrappola entrambi, ma è Matteo a portare il peso maggiore, perché il movimento emotivo lo riporta sempre nello stesso punto: un legame che non può compiersi e dal quale non riesce a liberarsi senza sensi di colpa.
È importante che Matteo riconosca che il fatto che l’amica non lo lasci andare non deriva da amore romantico, ma da un bisogno profondo di non sentirsi sola, vuota o abbandonata. Ed è altrettanto importante capire che rispondere a questo bisogno non lo avvicina a ciò che desidera davvero; anzi, lo allontana.
La difficoltà non sta nel non capire la situazione, ma nel non riuscire ancora a collocarsi in un posto diverso dentro di sé: un posto in cui i sentimenti che prova non diventano automaticamente un mandato ad accudire né un obbligo a farsi carico delle fragilità dell’altra persona.
In questo senso, riconoscere il proprio limite non è una forma di abbandono, ma un atto di cura verso se stesso e, indirettamente, anche verso l’altra: interrompe una dinamica che, così strutturata, non permette a nessuno dei due di maturare emotivamente.
Matteo non sta sbagliando nulla. Sta vivendo una relazione che, nelle sue fondamenta, non ha mai trovato un equilibrio reale. Il passo che gli serve non è capire di più l’altra persona, ma dare finalmente spazio al proprio bisogno di essere amato in modo pieno, reciproco e non dipendente.
È da lì che può davvero cominciare a uscire.
ciao, credo che la vera domanda sia: perché continui a tenere la porta aperta? Mi dirai: perché la amo, è ovvio! Ma hai provato a guardare oltre i tuoi sentimenti? Mi spiego: lei ama come la fai sentire. Ama le tue attenzioni, ama che ci sia qualcuno che la ami nonostante tutto. I suoi sentimenti sono narcisistici, tu sei funzionale all'appagamento dei suoi bisogni, ma se al posto tuo ci fosse un altro lei farebbe uguale, perché in questo rapporto conta solo lei. Ti manipola, ti usa. Sia chiaro: non c'è cattiveria in quello che fa, le azioni e le parole le partono guidate da questo bisogno narcisistico, per cui anche lei è confusa, non sa razionalmente perché si comporta così. Tuttavia non è lei il punto, ma sei tu. Devi amare te stesso, comprendere che questa situazione non ti porterà da nessuna parte, che accorrere da lei, parlarle, alimenta l'ego di lei e speranze tue di un rapporto che se ci fosse non sarebbe sano, perché saresti l'unico ad amare sul serio. Lo so che è difficile, ma dovresti fare il cuore duro e lasciarla andare. Non risponderle, non delegare a lei la scelta di come andrà questa storia, sii tu a scegliere: chiudila. Pensa a te. Sembra assurdo ma arriverà qualcuno che ti amerà davvero. I narcisisti sono recidivi, sono insistenti, ci proverà per anni con questi mezzi a tenerli legato a sé, e sì, lei ci soffre, ma perché deve lavorare su se stessa per capire come avere dei legami sani - perché questo legame che descrivi è patologico. Tu devi resistere: non sei il cattivo e non sei l'eroe, sei solo il protagonista della TUA storia, che non deve ruotare intorno a lei. In bocca al lupo!
Gentile paziente,
quella che descrive non è un’amicizia complicata, ma una dinamica emotiva sbilanciata in cui lei prova amore e coinvolgimento, mentre l’altra persona ha bisogno della sua presenza per sentirsi sostenuta, ma senza volere una relazione. È un legame che non fa bene a nessuno dei due: lei soffre perché è innamorato e non può vivere tutto questo come semplice amicizia, lei lo trattiene perché non sa stare sola e teme l’abbandono.
È importante riconoscere che la sua amica non sta “giocando” per cattiveria, ma sta agendo con modalità immature e confuse. Non vuole una relazione, ma non vuole neanche perderla. Non vuole darle amore, ma pretende la sua vicinanza. Non vuole cambiarla, ma la richiama quando lei prende distanza. Quando lei prova ad allontanarsi, lei va in crisi, piange, si sente male, e questo scatena in lei il bisogno di proteggerla, come se fosse responsabile del suo benessere.
Questa non è amicizia. È una dipendenza affettiva reciproca ma sbilanciata: lei dà, lei prende; lei soffre, lei si calma quando lei ritorna. Lei ha trasformato i suoi sentimenti in un bisogno e l’amica ha trasformato lei in un’ancora emotiva.
Se vuole uscirne davvero, c’è un punto da accettare: non è lei che deve cambiare, è la distanza che deve essere stabile. Ogni volta che lei torna, l’amica interpreta il ritorno come un “tutto come prima”. Per questo la situazione non cambia mai.
Ciò che può fare ora è molto semplice, anche se emotivamente difficile.
Essere chiaro e coerente: “Io ti voglio bene, ma non posso continuare così. Non posso essere il tuo amico perché sono innamorato. Per stare bene devo prendere le distanze e ti chiedo di rispettarlo.”Non discutere più, non giustificarsi, non entrare nei suoi ricatti emotivi.Non correre da lei quando piange o si sente male: non è suo compito risolverle la vita.Proteggere il suo benessere e i suoi sentimenti, perché questa dinamica la prosciuga.
Non è vero che lei la perderà per sempre. Ma ora ha bisogno di mettere confini chiari, altrimenti resterà intrappolato in un rapporto che non le permetterà mai di andare avanti o di innamorarsi di qualcuno che voglia davvero costruire qualcosa con lei.
Un caro saluto
Dott.ssa Alina Mustatea, Psicologa clinica e giuridica, Psicodiagnosta clinica e forense, Coordinatore genitoriale
Se desidera approfondire questi aspetti e lavorare su relazioni più sane, può prenotare una visita.
quella che descrive non è un’amicizia complicata, ma una dinamica emotiva sbilanciata in cui lei prova amore e coinvolgimento, mentre l’altra persona ha bisogno della sua presenza per sentirsi sostenuta, ma senza volere una relazione. È un legame che non fa bene a nessuno dei due: lei soffre perché è innamorato e non può vivere tutto questo come semplice amicizia, lei lo trattiene perché non sa stare sola e teme l’abbandono.
È importante riconoscere che la sua amica non sta “giocando” per cattiveria, ma sta agendo con modalità immature e confuse. Non vuole una relazione, ma non vuole neanche perderla. Non vuole darle amore, ma pretende la sua vicinanza. Non vuole cambiarla, ma la richiama quando lei prende distanza. Quando lei prova ad allontanarsi, lei va in crisi, piange, si sente male, e questo scatena in lei il bisogno di proteggerla, come se fosse responsabile del suo benessere.
Questa non è amicizia. È una dipendenza affettiva reciproca ma sbilanciata: lei dà, lei prende; lei soffre, lei si calma quando lei ritorna. Lei ha trasformato i suoi sentimenti in un bisogno e l’amica ha trasformato lei in un’ancora emotiva.
Se vuole uscirne davvero, c’è un punto da accettare: non è lei che deve cambiare, è la distanza che deve essere stabile. Ogni volta che lei torna, l’amica interpreta il ritorno come un “tutto come prima”. Per questo la situazione non cambia mai.
Ciò che può fare ora è molto semplice, anche se emotivamente difficile.
Essere chiaro e coerente: “Io ti voglio bene, ma non posso continuare così. Non posso essere il tuo amico perché sono innamorato. Per stare bene devo prendere le distanze e ti chiedo di rispettarlo.”Non discutere più, non giustificarsi, non entrare nei suoi ricatti emotivi.Non correre da lei quando piange o si sente male: non è suo compito risolverle la vita.Proteggere il suo benessere e i suoi sentimenti, perché questa dinamica la prosciuga.
Non è vero che lei la perderà per sempre. Ma ora ha bisogno di mettere confini chiari, altrimenti resterà intrappolato in un rapporto che non le permetterà mai di andare avanti o di innamorarsi di qualcuno che voglia davvero costruire qualcosa con lei.
Un caro saluto
Dott.ssa Alina Mustatea, Psicologa clinica e giuridica, Psicodiagnosta clinica e forense, Coordinatore genitoriale
Se desidera approfondire questi aspetti e lavorare su relazioni più sane, può prenotare una visita.
Buongiorno Matteo, grazie per la sua condivisione. Le sue domande sono più che legittime, ma credo che dobbiamo spostare il focus da quello che fa questa ragazza a quello che vuole, e quindi che può fare, lei stesso. Ha molto ben chiaro quello che prova per questa persona e quello di cui ha bisogno, e cioè allontanarsi per stare meglio, ma questa ragazza glielo impedisce per motivi che apparentemente possono sembrare egoistici: da quello che capisco questa ragazza non sembra pensare a quello che prova lei e alle conseguenze negative che la sua vicinanza ha su di lei, ma pensa solo al senso di abbandono che lei stessa proverebbe se lei si allontanasse. Credo quindi che ci sia bisogno che lei rinforzi i suoi confini e li faccia rispettare, mettendo il focus su se stesso e non sui bisogni di lei: non reagisca alle sue mille chiamate, ai suoi pianti e alle sue richieste disperate di aiuto; non è un egoista, non è cattivo, sta solo cercando di proteggere il suo spazio e i suoi sentimenti. Se questa persona non è in grado di capirlo nel dialogo, credo che sia importante che possa capirlo attraverso le sue azioni. Non abbia paura di proteggersi, non è nè cattivo nè egoista. Se avesse bisogno di confrontarsi ulteriormente mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Grazie per aver condiviso con tanta chiarezza ciò che sta vivendo. Da quanto racconta, sembra che questa relazione di amicizia si sia caricata, nel tempo, di aspettative, confusione e dinamiche emotive molto intense, che l’hanno portata a sentirsi stanco, disorientato e forse anche poco rispettato nei suoi bisogni. Lei ha espresso con sincerità i suoi sentimenti, ricevendo una risposta netta, ma allo stesso tempo si è trovato coinvolto in comportamenti contraddittori da parte sua: richieste di vicinanza, segnali ambigui, momenti di forte coinvolgimento emotivo e, dall’altra parte, il ribadire che “non ci sarà mai nulla”.
È comprensibile che tutto questo la abbia lasciata in un equilibrio instabile, dove ogni tentativo di prendere distanza per tutelarsi viene seguito da un richiamo, da lacrime o da sensi di colpa, rendendo difficile mantenere una linea chiara. Da ciò che descrive, sembra che lei abbia cercato più volte di esprimere i suoi limiti, mentre dall’altra parte non c’è stato lo stesso tipo di capacità o volontà di ascoltarli. Questo l’ha portato a un forte logoramento emotivo.
Il periodo di distanza che si è concesso potrebbe averle permesso di ritrovare un minimo di stabilità, e il fatto che ora provi a guardare la situazione con più lucidità è un passo significativo. Le sue domande — “perché non mi lascia andare via?” o “perché dovrei comportarmi come se nulla fosse?” — mostrano quanto desideri maggiore chiarezza e rispetto per i suoi sentimenti.
La inviterei a continuare a prestare attenzione a ciò che prova davvero e ai confini di cui sente bisogno. È importante che lei possa valutare con calma se questa relazione, così com’è, la fa stare bene o se continua a metterla in una posizione che le crea sofferenza. Un supporto psicologico potrebbe offrirle uno spazio protetto per esplorare questi vissuti, comprendere meglio ciò che per lei è sostenibile e ritrovare un senso di equilibrio nelle sue scelte.
Un saluto
dott. Giuseppe Saracino
È comprensibile che tutto questo la abbia lasciata in un equilibrio instabile, dove ogni tentativo di prendere distanza per tutelarsi viene seguito da un richiamo, da lacrime o da sensi di colpa, rendendo difficile mantenere una linea chiara. Da ciò che descrive, sembra che lei abbia cercato più volte di esprimere i suoi limiti, mentre dall’altra parte non c’è stato lo stesso tipo di capacità o volontà di ascoltarli. Questo l’ha portato a un forte logoramento emotivo.
Il periodo di distanza che si è concesso potrebbe averle permesso di ritrovare un minimo di stabilità, e il fatto che ora provi a guardare la situazione con più lucidità è un passo significativo. Le sue domande — “perché non mi lascia andare via?” o “perché dovrei comportarmi come se nulla fosse?” — mostrano quanto desideri maggiore chiarezza e rispetto per i suoi sentimenti.
La inviterei a continuare a prestare attenzione a ciò che prova davvero e ai confini di cui sente bisogno. È importante che lei possa valutare con calma se questa relazione, così com’è, la fa stare bene o se continua a metterla in una posizione che le crea sofferenza. Un supporto psicologico potrebbe offrirle uno spazio protetto per esplorare questi vissuti, comprendere meglio ciò che per lei è sostenibile e ritrovare un senso di equilibrio nelle sue scelte.
Un saluto
dott. Giuseppe Saracino
Salve Matteo, comprendo sia una situazione difficile, ci si imbriglia tra cosa si prova e cosa prova l'Altro, di certo è più difficile quando l'Altro non ci corrisponde nei sentimenti. Il punto è: quanto il dolore dell'Altro si può confondere con il nostro?
è un bene per se stessi che il sentire dell'Altro diventi invalidante per noi? Il lasciar andare non è sintomo di disinteresse. Lei sicuramente vive le sue dinamiche che la portano a soffrire, ma le sue Matteo, possono trovare spazio? Io mi auguro che lei possa trovarlo
Le auguro il meglio
Saluti
è un bene per se stessi che il sentire dell'Altro diventi invalidante per noi? Il lasciar andare non è sintomo di disinteresse. Lei sicuramente vive le sue dinamiche che la portano a soffrire, ma le sue Matteo, possono trovare spazio? Io mi auguro che lei possa trovarlo
Le auguro il meglio
Saluti
Capisco davvero quanto questa situazione ti stia mettendo alla prova: quando entrano in gioco sentimenti profondi, legami di lunga data e dinamiche confuse, è normale sentirsi svuotati, confusi e anche feriti. Hai fatto uno sforzo enorme per essere chiaro, per proteggerti e per mettere dei confini… ed è importante riconoscerlo.
Da quello che racconti, sembra che ogni volta che provi a prenderti lo spazio di cui hai bisogno, lei entri in difficoltà e ti riavvicini, rinforzando un ciclo che ti fa stare male e non ti permette di andare avanti. È comprensibile che tu provi affetto, ma è altrettanto legittimo chiederti se questo rapporto, così com’è, rispetti il tuo benessere e i tuoi bisogni emotivi. I confini non sono una mancanza d’amore: sono un atto di amor proprio. Dire “questo per me fa male” è il primo passo per proteggerti e per creare relazioni più sane, anche future.
E non devi affrontare tutto da solo: a volte un percorso psicologico può aiutare a rimettere ordine tra emozioni, senso di colpa, dipendenza affettiva e bisogno di essere visto e rispettato.
Hai già dimostrato coraggio facendo un passo indietro quando ne avevi bisogno: continuare a lavorare sul tuo valore e sui tuoi confini può davvero riportarti al centro della tua vita. Meriti un legame che ti faccia sentire scelto, non trattenuto.
Da quello che racconti, sembra che ogni volta che provi a prenderti lo spazio di cui hai bisogno, lei entri in difficoltà e ti riavvicini, rinforzando un ciclo che ti fa stare male e non ti permette di andare avanti. È comprensibile che tu provi affetto, ma è altrettanto legittimo chiederti se questo rapporto, così com’è, rispetti il tuo benessere e i tuoi bisogni emotivi. I confini non sono una mancanza d’amore: sono un atto di amor proprio. Dire “questo per me fa male” è il primo passo per proteggerti e per creare relazioni più sane, anche future.
E non devi affrontare tutto da solo: a volte un percorso psicologico può aiutare a rimettere ordine tra emozioni, senso di colpa, dipendenza affettiva e bisogno di essere visto e rispettato.
Hai già dimostrato coraggio facendo un passo indietro quando ne avevi bisogno: continuare a lavorare sul tuo valore e sui tuoi confini può davvero riportarti al centro della tua vita. Meriti un legame che ti faccia sentire scelto, non trattenuto.
Salve,
credo sia opportuno che la lasci andare, principalmente per non soffrire più. Stare accanto ad una persona che non ricambia i suoi sentimenti alla lunga potrebbe essere deleterio anche per la sua stessa salute mentale.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
credo sia opportuno che la lasci andare, principalmente per non soffrire più. Stare accanto ad una persona che non ricambia i suoi sentimenti alla lunga potrebbe essere deleterio anche per la sua stessa salute mentale.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Matteo è stato molto bravo nel raccontare la sua storia con questa ragazza. Sicuramente è una relazione che sta alterando un equilibrio personale proprio nel momento in cui ha cercato di essere autentico nei suoi sentimenti e nella relazione. Dall’altra parte non avvenuto il processo relazionale per cui le azioni della sua amica sembrano essere finalizzate ad una sua soggettiva difficoltà di autoregolazione e di intersoggettività. Il discorso della sua amica appare, dalla narrazione che lei Matteo offre, altamente contraddittorio che non ammette alcuna riflessione trasformativa. È come se dentro questa amicizia si fosse creata una forma di dipendenza asimmetrica: lei sta lì perché ne è innamorato e coinvolto, lei la tiene vicino perché ha bisogno della tua presenza per sentirsi meno sola o più sicura, ma senza offrirle ciò che lei Matteo realmente desidera. Quando lei Matteo prova a mettere un confine, la sua amica si destabilizza, si sente abbandonata, soffre e richiede da lei Matteo un appoggio emotivo. E ogni volta che lei torna, la situazione riparte dallo stesso punto, senza mai cambiare davvero. Il fatto che nel periodo di no contact lei stesse meglio è un segnale importante: significa che quel distacco non era una fuga, ma una forma di cura verso se stesso che l’ha portata ad una richiesta di aiuto.
E questa richiesta di aiuto che lei pone è molto importante in quanto implica che lei stesso sa che può agire. Comprende che lavorando su di se piuttosto che sull’altro potrebbe cambiare una condizione o produrre una trasformazione interna o esterna desiderata. Non dobbiamo quindi tanto concentrarci sulla sua amica piuttosto capire lei: cosa prova/cosa sente/cosa pensa mentre la sua amica si sente abbandonata, ad esempio?
Un punto che spero possa aiutarla è proprio questo: prendere delle scelte rivolte a se stesso e non all’altro e lavorare sulla sua capacità di comprendere e tollerare lo stato emotivo, cognitivo e relazionale al fine di adattarsi come meglio crede alle varie situazioni.
Dott.ssa Camilla Guccione
E questa richiesta di aiuto che lei pone è molto importante in quanto implica che lei stesso sa che può agire. Comprende che lavorando su di se piuttosto che sull’altro potrebbe cambiare una condizione o produrre una trasformazione interna o esterna desiderata. Non dobbiamo quindi tanto concentrarci sulla sua amica piuttosto capire lei: cosa prova/cosa sente/cosa pensa mentre la sua amica si sente abbandonata, ad esempio?
Un punto che spero possa aiutarla è proprio questo: prendere delle scelte rivolte a se stesso e non all’altro e lavorare sulla sua capacità di comprendere e tollerare lo stato emotivo, cognitivo e relazionale al fine di adattarsi come meglio crede alle varie situazioni.
Dott.ssa Camilla Guccione
Buongiorno, credo ci sia un pò di confusione sui sentimenti che entrambi provate, forse non è il momento di tergiversare e andare al punto, ossia trovate un momento di calma per entrambi e spiegatevi, chiaritevi sui desideri che albergano in ognuno di voi due. Questo per poi prendere le corrette decisioni per il vostro futuro che devono essere prese. Entrambi non siete a vostro agio nell'incertezza, per cui l'apertura ad una visione della realtà del vostro rapporto farebbe risparmiare a voi tempo e dolore.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Carissimo Matteo, naturalmente non voglio sminuire i conflitti di questa tua amica, le sue ansie e i suoi demoni interiori. Tuttavia, è molto probabile che lei si stia approfittando di te, del tuo affetto, come se tu fossi una via di mezzo tra un animale domestico e un romanzo rosa. Se gliene importasse di te come persona, capirebbe che per te è difficile continuare così, ma sembra che ci sia soltanto lei nel suo concetto di amicizia. Alcune persone sono manipolative per i motivi più diversi, ricattano e fanno sentire in colpa e, sopratutto, hanno un forte bisogno di essere amati senza voler ricambiare. Non è così che ci si comporta e sono sicuro che quando la vedrai per quello che veramente è, il tuo amor proprio ti aiuterà a smettere di darle corda. I miei migliori saluti!
Ciao Matteo,
la situazione che descrivi è complessa e dolorosa, e sembra caratterizzata da dinamiche emotive molto intense e ambivalenti. Da quanto racconti, ci sono alcuni elementi importanti da considerare:
Confusione dei ruoli e dei confini: dopo la tua dichiarazione d’amore, la relazione con la tua amica è cambiata, e lei sembra oscillare tra vicinanza e allontanamento. Questo può generare in te molta sofferenza e senso di frustrazione.
Manipolazione emotiva e ricatti affettivi: i comportamenti che descrivi, come farla stare male per tenerti vicino o utilizzare scuse continue per contattarti, possono configurare dinamiche di manipolazione emotiva, anche se non necessariamente intenzionali.
No contact e gestione dei sentimenti: il periodo di allontanamento che hai fatto è un passo utile per recuperare equilibrio e osservare i tuoi sentimenti senza pressioni esterne. Rispondere alle chiamate subito dopo può riportare vecchi schemi e rendere più difficile mantenere confini chiari.
Differenze nei sentimenti: tu hai sentimenti d’amore, mentre lei ha chiarito che non desidera una relazione romantica. Continuare a cercare una “possibilità” rischia di prolungare dolore e frustrazione, per quanto sia difficile accettarlo.
In situazioni come questa, diventa fondamentale lavorare su:
la definizione dei propri confini emotivi;
il riconoscimento delle proprie necessità e dei propri limiti;
strategie per gestire relazioni ambivalenti senza danneggiare il proprio benessere.
Data la complessità della situazione e l’impatto emotivo che ha su di te, è consigliabile approfondire questi temi con uno specialista che possa supportarti a chiarire i tuoi sentimenti e a prendere decisioni più funzionali per te stesso.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la situazione che descrivi è complessa e dolorosa, e sembra caratterizzata da dinamiche emotive molto intense e ambivalenti. Da quanto racconti, ci sono alcuni elementi importanti da considerare:
Confusione dei ruoli e dei confini: dopo la tua dichiarazione d’amore, la relazione con la tua amica è cambiata, e lei sembra oscillare tra vicinanza e allontanamento. Questo può generare in te molta sofferenza e senso di frustrazione.
Manipolazione emotiva e ricatti affettivi: i comportamenti che descrivi, come farla stare male per tenerti vicino o utilizzare scuse continue per contattarti, possono configurare dinamiche di manipolazione emotiva, anche se non necessariamente intenzionali.
No contact e gestione dei sentimenti: il periodo di allontanamento che hai fatto è un passo utile per recuperare equilibrio e osservare i tuoi sentimenti senza pressioni esterne. Rispondere alle chiamate subito dopo può riportare vecchi schemi e rendere più difficile mantenere confini chiari.
Differenze nei sentimenti: tu hai sentimenti d’amore, mentre lei ha chiarito che non desidera una relazione romantica. Continuare a cercare una “possibilità” rischia di prolungare dolore e frustrazione, per quanto sia difficile accettarlo.
In situazioni come questa, diventa fondamentale lavorare su:
la definizione dei propri confini emotivi;
il riconoscimento delle proprie necessità e dei propri limiti;
strategie per gestire relazioni ambivalenti senza danneggiare il proprio benessere.
Data la complessità della situazione e l’impatto emotivo che ha su di te, è consigliabile approfondire questi temi con uno specialista che possa supportarti a chiarire i tuoi sentimenti e a prendere decisioni più funzionali per te stesso.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera, probabilmente questa ragazza trova in lei un amico, una persona a cui è legata e dalla quale non riesce a staccarsi perché nel farlo incontra emozioni (magari legate alla propria storia personale) intollerabili. È una supposizione ma si incastra con la sua difficoltà a staccarsi da questa ragazza. È importante capire su cosa fa leva questo rapporto in lei che scrive, per riuscire a vedere le cose in modo diverso. Le suggerisco un supporto psicologico per fare chiarezza.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, la situazione che racconta è davvero complessa e capisco quanto possa essere difficile da affrontare. Da ciò che descrive, sembra esserci una forte ambiguità: da un lato la sua amica le dice chiaramente che non ci sarà mai nulla tra voi, dall’altro non accetta di perderla e cerca in tutti i modi di mantenere il legame, anche con comportamenti che la mettono in difficoltà emotiva.
Il fatto che lei abbia provato a prendere le distanze per stare meglio con sé stesso è significativo: ha riconosciuto che questa dinamica le stava facendo male. Quando una persona afferma “non voglio nulla di più” ma allo stesso tempo non la lascia andare, si crea una situazione di dipendenza emotiva che rischia di bloccare entrambi. Non è facile uscirne, soprattutto quando entrano in gioco pianti, sensi di colpa e ricatti emotivi, perché tutto questo la spinge a tornare indietro anche contro la sua volontà.
Da come lo racconta, sembra che lei abbia bisogno di lei per colmare una solitudine, ma non sia disposta a darle ciò che lei desidera. Questo squilibrio è il cuore del problema: lei è innamorato, lei no, e continuare così le provoca sofferenza. Il fatto che lei si senta “giocato” non è una sensazione strana: quando una persona mantiene un legame pur sapendo che l’altro prova sentimenti forti, senza chiarire i confini, è inevitabile che si crei confusione e dolore.
Il consiglio che mi sento di darle è di fermarsi a riflettere su cosa desidera davvero per sé stesso, al di là di quello che lei vuole. Si chieda: questa relazione, così com’è, mi fa crescere o mi consuma? A volte la scelta più difficile – allontanarsi – è anche quella che permette di ritrovare la propria serenità e aprire spazio a rapporti più equilibrati. Non è una decisione immediata, ma prendersi il tempo per capire cosa è meglio per il proprio benessere è il primo passo verso una soluzione.
Il fatto che lei abbia provato a prendere le distanze per stare meglio con sé stesso è significativo: ha riconosciuto che questa dinamica le stava facendo male. Quando una persona afferma “non voglio nulla di più” ma allo stesso tempo non la lascia andare, si crea una situazione di dipendenza emotiva che rischia di bloccare entrambi. Non è facile uscirne, soprattutto quando entrano in gioco pianti, sensi di colpa e ricatti emotivi, perché tutto questo la spinge a tornare indietro anche contro la sua volontà.
Da come lo racconta, sembra che lei abbia bisogno di lei per colmare una solitudine, ma non sia disposta a darle ciò che lei desidera. Questo squilibrio è il cuore del problema: lei è innamorato, lei no, e continuare così le provoca sofferenza. Il fatto che lei si senta “giocato” non è una sensazione strana: quando una persona mantiene un legame pur sapendo che l’altro prova sentimenti forti, senza chiarire i confini, è inevitabile che si crei confusione e dolore.
Il consiglio che mi sento di darle è di fermarsi a riflettere su cosa desidera davvero per sé stesso, al di là di quello che lei vuole. Si chieda: questa relazione, così com’è, mi fa crescere o mi consuma? A volte la scelta più difficile – allontanarsi – è anche quella che permette di ritrovare la propria serenità e aprire spazio a rapporti più equilibrati. Non è una decisione immediata, ma prendersi il tempo per capire cosa è meglio per il proprio benessere è il primo passo verso una soluzione.
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