Buonasera, mi è stato diagnosticato un disturbo dissociativo di derealizzazione.Ora sono in cura da

23 risposte
Buonasera, mi è stato diagnosticato un disturbo dissociativo di derealizzazione.Ora sono in cura da una psicoterapeuta e una cura farmacologica che mi ha dato la neurologa con la supervisione di uno psichiatra.La terapia farmacologica consiste in 1 pasticca di deniban al mattino e una alla sera.inoltre la sera assumo una compressa e mezza di citalopram.Continuo però ad avere la strana sensazione di non essere nella realtà.E' una sensazione continua che permane tutto il giorno e ogni tanto sfocia nell'ansia nell'angoscia più nera come se mi dovesse accadere qualcosa di brutto e non mi fa stare tranquilla. Qual è la terapia più indicata? Vanno bene questi farmaci o dovrei modificarli/aumentarli?Dovrei tornare a visita dallo psichiatra e farglielo presente?Ho notato inoltre che questi farmaci mi hanno creato problemi e disfunsioni sessuali.Passeranno?....Grazie
Il deniban può alterare i livelli di prolattina: l'uso della cabergolina (Dostinex) per impedire l'aumento della prolattina dovuta all'amisulpride (Deniban) è possibile e documentato. Forse avrei usato un diverso schema terapeutico ma dalle poche righe lette è difficile trarre conclusioni diagnostiche e quindi terapeutiche.

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Salve buona sera, mi sento di consigliarle di parlarne liberamente con il medico che la ha in cura. È buono che lei possa strutturare un rapporto di fiducia e collaborazione che parta dall’esporre quelli che sono i suoi vissuti. Sicuramente potrà essere informato sui tempi di azione e sugli effetti dei farmaci che assume. Molto bene che stia associando la psicoterapia alla cura farmacologica, potrà così andare , piano, piano, in profondità ed accedere al benessere che merita. Un caro saluto.
Salve, ha fatto una buona scelta nell'abbinare sia la terapia farmacologica con la psicoterapia, nei disturbi che lei accusa è la scelta migliore. Inoltre abbia fiducia nei medici che le hanno prescritto la cura sia la neurologa che lo psichiatra che supervisiona la cura. Lei non scrive da quanto tempo prende i farmaci, perchè inizialmente hanno un effetto più blando, dopo un certo periodo, che le spiegheranno i medici, vedrà che avrà dei risultati migliori, cmq li interpelli e vedrà che la sapranno tranquillizzare. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli
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Buonasera. Posso risponderle come psicoterapeuta. Per la parte farmacologica, posso solo aggiungere che è necessaria una forte alleanza con il medico che la segue perché definire la parte farmacologica in questi casi richiede attente valutazioni e variazioni se necessario. Quindi riferisca tutto al suo medico, tollerando che i farmaci necessitano di tempo. Se poi con la sua domanda chiede anche se sta seguendo la strada giusta nel suo percorso più in generale, le posso dire che abbinare la psicoterapia è fondamentale, al fine di reintegrare i vissuti corporei, rinforzare le risorse e le competenze, integrare gli aspetti dissociati della personalità, comprendere l’origine della difesa dissociativa. Il lavoro è impegnativo ma molto importante per lei. Buon lavoro!
Salve. Credo che sia utile riferire tutto questo al suo medico di riferimento. Continui la psicoterapia e troverà utili soluzioni. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Buongiorno, per qualsiasi sintomo collaterale legato al farmaco prescritto , le consiglio di parlare con lo psichiatra che la segue . È importante il continuo confronto con i curanti , in modo che lei possa esprimere liberamente ciò che sente dentro; non mi riferisco solo alle sensazioni a livello corporeo, ma anche ai vissuto più profondi che tale situazione le genera . Pertanto la invito a confrontarsi sempre sia con lo psichiatra sia con il suo Psicoterapeuta.
Buongiorno. Concordo con i colleghi. Ciò che sento di poter aggiungere è la sfumatura "mi è stato diagnosticato", che magari può ritradurre, con l'aiuto della/del terapeuta, in una forma meno impersonale o passiva. Comunque la strada dovrebbe essere quella giusta, anche se non è breve
Per il tipo di sintomi che presenta è sempre utile procedere con un percorso di terapia unito ad una cura farmacologica. L'obiettivo della cura farmacologica è quello di compensare i sintomi di derealizzazione che presenta, per farlo è necessario però procedere in due. E' fondamentale che lei condivida con il neurologo curante la sintomatolagia che ancora manifesta, per poter trovare insieme una cura farmacologica adatta alle sue esigenze. Un saluto,
Federica Miccichè
Credo che l'idea di ricontattare lo psichiatra che le ha prescritto i farmaci sia la migliore. Chiaramente l'associazione con un percorso psicoterapeutico è la migliore
Buonasera, concordo con le risposte dei colleghi circa l'utilizzo della terapia farmacologica che comunque resta un coadiuvante di un percorso terapeutico sicuramente non facile ma che abbia come obiettivo quello di dar voce e reintegrare tutte le "parti" che fin'ora non hanno avuto la giusta attenzione.
Le auguro di trovare il professionista più adatto per questo percorso con il quale stabilire una buona alleanza e fiducia.
Salve, concordo con chi le consigliava di parlare della cura farmacologica con chi gliel’ha prescritta, così da evitare confusione negli specialisti che si occupano di lei (e di conseguenza in lei!).
Marta Calderaro
Salve, la terapia che sta seguendo è la combinazione corretta da seguire per il disturbo che lei presenta. È però importante stabilire lvalenza terapeutica ovvero un clima di collaborazione e fiducia nei confronti dei propri dottori. Parli liberamente dei suoi dubbi con chi le ha prescritto la cura, in modo da aumentare la compliance al trattamento. Un saluto e in bocca al lupo C. M
Buongiorno, ne parli tranquillamente con lo psichiatra in modo da avere risposte più dettagliate e chiare, le auguro di risolvere presto Dott. Andrea De Simone.
Buona sera, non essendo medico psichiatra non mi permetto di entrare in merito alla cura farmacologica che sta seguendo, per questo le suggerisco semplicemente, la dove non lo avesse già fatto, di informare il suo psichiatra per ciò che concerne gli effetti indesiderati che la cura le sta provocando, insieme troverete senza dubbio la giusta formula. Sentendo nelle sue righe come il bisogno di conferma che stia procedendo nel modo giusto, in quanto psicoterapeuta, le dico che è sulla giusta strada. Un doppio binario (farmacologico e psicoterapeutico) è il modo più efficace e sicuro per viaggiare ed approdare in luoghi (interni) di benessere ed equilibrio.
dott.ssa Silvia Findanno
Concordo pienamente con quanto consigliato dalla collega che mi ha proceduto.
Capisco che deve essere in un periodo di grande sofferenza ma sta andando nella giusta direzione di cura. Provi a chiedere al suo psicoterapeuta se possa essere il caso di associare terapia EMDR, sempre molto indicata nei casi di forte ansia o angoscia.
Saluti
dott.ssa Murrocu
Buonasera, ha fatto una buona scelta nell'abbinare la terapia farmacologica con la psicoterapia. Le consiglio di avere fiducia e di parlare tranquillamente con i medici che l'hanno presa in carico e vedrà che la sapranno tranquillizzare. La saluto cordialmente, Antonella
Salve,
dato che lei è già in terapia credo sia il caso di porre tali domande relative ai farmaci che sta assumendo allo psichiatra di riferimento e di parlare del suo stato di angoscia alla sua terapeuta.
Saluti.
Gentile utente, concordo con i colleghi rispetto all'opportunità di condividere con il proprio psichiatra e psicoterapeuta la presenza di effetti indesiderati della farmacoterapia, così come qualunque aspetto del trattamento che le susciti dubbi o domande. Questo feedback da lei dato ai curanti rappresenta un'informazione molto importante, utile a personalizzare quanto più possibile la cura rispetto alle sue esigenze e caratteristiche individuali. Considerando, inoltre, il tipo di manifestazioni che lei riporta, che sembrano coinvolgere il senso complessivo di stare nella realtà, è plausibile che la terapia manifesti i propri effetti in modo graduale e richieda dunque del tempo. Cordiali saluti, Dott.ssa Salustri
Buongiorno,

mi sentirei, alla luce delle informazioni che lei fornisce, di invitare i professionisti che la stanno seguendo a sentirsi fra di loro, credo che sia il primo passo che possa permettere ad ognuno di loro di comprendere come meglio intervenire alla luce dei propri ambiti e competenze professionali.
Buongiorno sig.ra,
se vanno bene i farmaci lo può stabilire il medico in base agli effetti che lei riferisce. Solitamente gli psicofarmaci si somministrano per breve periodo, secondo le terapia più recenti ed innovative.
Comunque è consigliabile un percorso psicoterapeutico, per valutare con il medico che la segue anche la possibile dismissione, in vista di un maggiore adeguamento alla vita quotidiana.
Un cordiale saluto
dott.ssa Marzia Sellini
Buona sera,
Condivida tutti i suoi dubbi con i suoi curanti, è importante che sappia cosa aspettarsi dalla cura, sia in termini di possibili effetti collaterali che di tempistiche necessarie per osservare i primi benefici. Nel frattempo prosegua con la psicoterapia, per poter elaborare e gestire con gli strumenti più opportuni i suoi sintomi. Cordiali saluti
Buonasera. Rispetto alle domande sui farmaci e sui loro effetti collaterali, rimando la questione ai colleghi psichiatri. Per quanto riguarda invece la derealizzazione, la inviterei a parlarne il più possibile col suo terapeuta. Quando è iniziata? Come avviene? Che pensieri fa lei al riguardo? Potrebbe emergere tantissimo materiale interessante su cui lavorare.
Cordialmente.

Greta Tovaglieri
Buongiorno, l'assunzione di psicofarmaci può causare sintomi spiacevoli come la derealizzazione o l'ansia. Questo può dipendere anche dalle dosi e da quanto li sta assumendo.
Metta al corrente di questi pensieri i professionisti da cui è in cura, così sapranno come aiutarla.
Dott.ssa Sara Passavanti

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