Salve,da circa 4-5 mesi soffro di disturbo di ansia generalizzata, con momenti più o meno lunghi d
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Salve,
da circa 4-5 mesi soffro di disturbo di ansia generalizzata, con momenti più o meno lunghi di depressione.
Sono in cura sia da uno psichiatra (che mi ha prescritto lo Xanax per gli attacchi di panico) che da uno psicoterapeuta.
Fortunatamente non ho disturbi del sonno, riesco ad addormentarmi facilmente e non mi sveglio praticamente mai durante la notte, anche se sento sempre un po' di stanchezza durante il giorno.
Il problema nasce quando, se nel pomeriggio mi capita di addormentarmi, mi sveglio da questi pisolini con una forte ansia che spesso finisce in panico, e dalla quale faccio molta fatica a riprendermi.
Ogni volta che succede mi risveglio all'improvviso e inizia il panico, ho paura ad alzarmi, muovermi, ho il fiato corto e la tachicardia, e tutti i pensieri che mi tormentano e sui quali rimugino durante il giorno mi travolgono all'improvviso, rendendomi ancora più spaventata e nervosa. Questo accade ogni volta, anche se prima di addormentarmi ho preso la dose di Xanax.
Da che cosa è dovuto? Come mai succede solo quando faccio brevi pisolini fuori dall'orario normale di sonno?
Ed esiste un modo per almeno diminuire le conseguenze negative, qualcosa da fare o prendere prima di coricarsi?
A volte avrei bisogno di riposarmi ma ormai ho paura a sdraiarmi, anche se sto crollando cerco di tenermi impegnata pur di non vivere il risveglio.
da circa 4-5 mesi soffro di disturbo di ansia generalizzata, con momenti più o meno lunghi di depressione.
Sono in cura sia da uno psichiatra (che mi ha prescritto lo Xanax per gli attacchi di panico) che da uno psicoterapeuta.
Fortunatamente non ho disturbi del sonno, riesco ad addormentarmi facilmente e non mi sveglio praticamente mai durante la notte, anche se sento sempre un po' di stanchezza durante il giorno.
Il problema nasce quando, se nel pomeriggio mi capita di addormentarmi, mi sveglio da questi pisolini con una forte ansia che spesso finisce in panico, e dalla quale faccio molta fatica a riprendermi.
Ogni volta che succede mi risveglio all'improvviso e inizia il panico, ho paura ad alzarmi, muovermi, ho il fiato corto e la tachicardia, e tutti i pensieri che mi tormentano e sui quali rimugino durante il giorno mi travolgono all'improvviso, rendendomi ancora più spaventata e nervosa. Questo accade ogni volta, anche se prima di addormentarmi ho preso la dose di Xanax.
Da che cosa è dovuto? Come mai succede solo quando faccio brevi pisolini fuori dall'orario normale di sonno?
Ed esiste un modo per almeno diminuire le conseguenze negative, qualcosa da fare o prendere prima di coricarsi?
A volte avrei bisogno di riposarmi ma ormai ho paura a sdraiarmi, anche se sto crollando cerco di tenermi impegnata pur di non vivere il risveglio.
Buon pomeriggio.
Non mi é chiaro se anche prima dei pisolini prende lo xanax... lo fa?
Lasciarsi andare al sonno é sempre complesso per chi teme di perdere il controllo, e spesso quando si soffre di attacco di panico, si teme di perdere il controllo. Chissà se é proprio quello che le fa sentire più ansia del solito. Ne ha parlato con il suo psicoterapeuta?
Non mi é chiaro se anche prima dei pisolini prende lo xanax... lo fa?
Lasciarsi andare al sonno é sempre complesso per chi teme di perdere il controllo, e spesso quando si soffre di attacco di panico, si teme di perdere il controllo. Chissà se é proprio quello che le fa sentire più ansia del solito. Ne ha parlato con il suo psicoterapeuta?
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Innanzitutto le consiglio di affrontare bene questo aspetto con il suo psicoterapeuta facendo un'analisi dettagliata dei momenti che ha descritto. Quello che posso esprimere tenendo conto degli elementi esposti e che molto probabilmente la fase del riposo pomeridiano ha sia un addormentato profondo ma allo stesso tempo una risveglio veloce tanto da definirsi pisolino. Il riposo pomeridiano viene riconosciuto dalla scienza anche come un grande attivatore delle funzioni cognitive dalla memoria al calcolo dall'apprendimento al pensiero. Quindi paradossalmente dopo il riposo pomeridiano siamo si più rilassati ma allo stesso tempo più attivi nelle funzioni cerebrali e corporee. Ecco perché dopo il "pisolino" o addormentamento pomeridiano lei percepisce questa attivazione psico-organica.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere molto utile affrontare il problema col suo terapeuta al fine di individuare le cause della sua problematica. Cordiali saluti
Salve, addormentarsi per un pisolino pomeridiano è un modo per abbandonare le tensioni che teniamo sotto controllo durante la giornata, forse per questo viene pervasa dai brutti pensieri. Faccia attenzione a cosa pensa in quei momenti,.se sono sempre gli stessi o se cambiano di volta in volta. Non abbia paura di affrontare il suo vissuto e ne parli con il terapeuta che la segue in modo che così la può aiutare ad elaborare. Ciao è buona serata.
Buonasera, credo che debba analizzare con il suo terapeuta la questione. Anche il momento in cui si manifestano gli attacchi d'ansia ci dice qualcosa su cosa vogliono significare. Nel suo caso potrebbe essere legato a blandi sensi di colpa per il riposo che si concede? Chiaramente è solo un'ipotesi....Non conosco il suo caso. È solo per dire che potrebbe essere utile valutare i momenti in cui si verificano gli attacchi d'ansia per capire cosa hanno in comune. Come lei stessa dice è strano che si verifichino dopo il pisolino e non dopo il risveglio dalla notte.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Buonasera. In accordo con i colleghi, essendo già seguita sia farmacologicamente che sul piano psicoterapeutico, converrebbe esprimere il problema a chi conosce bene il suo caso. Posso comunque comprendere la situazione in quanto è più frequente di quanto non si pensi, proprio per ciò che scrive all'inizio. Se, oltre all'ansia, abbiamo un umore depresso, questo non si tradurra'mai, al risveglio mattutino, in attacchi di panico, proprio per un discorso di lenta attivazione e di chimica della depressione. È come se i due aspetti (ansia e depressione) trovassero l'acme circadiano nel.pomeriggio.
Buongiorno Signora,
In accordo con i colleghi credo sia opportuno parlare con gli specialisti che la seguono sia sotto il profilo farmacologico che psicoterapeutico.
Sicuramente il fatto del risveglio può provocare uno stato di ansia, anche perché lei ormai è come entrata in un circolo vizioso e ha costruito la via del pisolino-risveglio-panico e quindi sarebbe interessante capire cosa succede per esempio in quale momento della sua giornata si inserisce il pisolino e quindi la grande attivazione del suo corpo.
Le auguro una buona esplorazione con il suo psicoterapeuta Cordialmente
In accordo con i colleghi credo sia opportuno parlare con gli specialisti che la seguono sia sotto il profilo farmacologico che psicoterapeutico.
Sicuramente il fatto del risveglio può provocare uno stato di ansia, anche perché lei ormai è come entrata in un circolo vizioso e ha costruito la via del pisolino-risveglio-panico e quindi sarebbe interessante capire cosa succede per esempio in quale momento della sua giornata si inserisce il pisolino e quindi la grande attivazione del suo corpo.
Le auguro una buona esplorazione con il suo psicoterapeuta Cordialmente
Buongiorno, dal suo racconto viene da pensare che lei soffra di stato ansioso depressivo con attacchi di panico; nella depressione la sintomatologia ha spesso un ritmo circadiano; riguardo alla cura può essere introdotto un antidepressivo ssri ; ne parli col suo medico.
La saluto cordialmente e resto a disposizione, Maurizio Luppi.
La saluto cordialmente e resto a disposizione, Maurizio Luppi.
Salve, effettivamente è molto strano che lei prova questi sintomi come l'ansia al risveglio del suo riposo pomeridiano. Forse il suo risveglio avviene quando lei non ha ancora esaurito completamente il suo riposo e vorrebbe continuarlo ma non se lo può concedere. Ne parli apertamente con il suo psicoterapeuta ed anche con lo psichiatra che la tiene in cura, forse i lo psichiatra potrà consigliarle una cura diversa, la saluto cordialmente, dott.Eugenia Cardilli.
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Salve. i sintomi, piuttosto fastidiosi, dovrebbe riportarli sia al suo psichiatra che al suo psicoterapeuta. Darle dei suggerimenti dettagliati in rete(almeno per quanto mi riguarda) è rischioso e non puo' sostituire il colloquio "vis a vis".
Le auguro di risolvere la meglio la sua situazione. Cordiali Saluti.
Dott. Emanuele Grilli
Le auguro di risolvere la meglio la sua situazione. Cordiali Saluti.
Dott. Emanuele Grilli
carissima, è significativo che i forti attacchi d'ansia si verifichino sempre al risveglio dal pisolino pomeridiano e vale la pena indagarli adeguatamente con i professionisti con i quali ha già avviato un percorso. Condivido la posizione neurofisiologica esposta da altri colleghi precedentemente per cui con il pisolino pomeridiano le funzioni cognitive e di memoria si esprimono al loro massimo potenziale ma essendoci un tono dell'umore basso è come se questa maggiore attività neurofisiologica cozzasse con lo stato depressivo di fondo mandando in cortocircuito il sistema.....come se nello stesso momento avesse un piede sul freno e uno sull'acceleratore! il motore romba ma la macchina non si muove di un millimetro.....oltre all'apetto di funzionamento del cervello è comunque utile che approfondisca con il terapeuta quali sono le paure che emergono in quei momenti, i pensieri ricorrenti, ed indagare anche episodi precedenti relativi ad un suo passato più remoto in cui si è già sentita così per trovare le situazioni stressanti primarie e ripararle. Buono e proficuo lavoro! D.ssa Capaccioli Bologna
Gentilissima,
come indicato dai colleghi credo sia importante che parli di questi risvegli pomeridiani con i professionisti da cui è in cura. Lo psichiatra infatti può rimodulare la terapia farmacologica in maniera più efficace. Lo psicoterapeuta può aiutarla a focalizzare quali siano esattamente i contenuti dei pensieri che la tormentano. Potrebbe inoltre essere utile che lei si appunti tali pensieri al momento del risveglio, in modo da fissarli e poi riparlarne in terapia. Tenga conto che 5 mesi non sono ancora sufficienti per una guarigione da una sindrome ansioso-depressiva: si dia un tempo di elaborazione, vedrà che a lungo termine i sintomi saranno meno invasivi. Un caro saluto, dottoressa Margherita Maggioni.
come indicato dai colleghi credo sia importante che parli di questi risvegli pomeridiani con i professionisti da cui è in cura. Lo psichiatra infatti può rimodulare la terapia farmacologica in maniera più efficace. Lo psicoterapeuta può aiutarla a focalizzare quali siano esattamente i contenuti dei pensieri che la tormentano. Potrebbe inoltre essere utile che lei si appunti tali pensieri al momento del risveglio, in modo da fissarli e poi riparlarne in terapia. Tenga conto che 5 mesi non sono ancora sufficienti per una guarigione da una sindrome ansioso-depressiva: si dia un tempo di elaborazione, vedrà che a lungo termine i sintomi saranno meno invasivi. Un caro saluto, dottoressa Margherita Maggioni.
Salve, i soli sintomi, seppur descritti attentamente come lei fa, non aiutano a contestualizzare completamente la situazione perché potrebbero essere legati a diverse situazioni. Ne parli con il suo psichiatra e con lo psicoterapeuta, sapranno aiutarla più a fondo, conoscendo meglio la sua storia.
Saluti
Marta Calderaro
Saluti
Marta Calderaro
I problemi del sonno sono frequenti nei casi di depressione.
La sua terapia farmacologica (benzodiazepine) sembra più mirata al contenimento dell'ansia che alla cura della depressione che può essere causa di un significativo abbassamento energetico e dunque degli stati d'ansia.
E' fondamentale, con specifici strumenti a disposizione degli psicoterapeuti valutare il livello di ansia e depressione ed eventualmente modificare innanzitutto la terapia farmacologica.
Contemporaneamente è necessario focalizzare gli schemi disfunzionali o i problemi esistenziali, relazionali che favoriscono il malessere che la affligge.
Per questo è necessaria la psicoterapia. Si dia del tempo e lo dia al suo terapeuta perché purtroppo non ci sono soluzioni magiche o molto rapide.
Cordialità. Bruno Ramondetti
La sua terapia farmacologica (benzodiazepine) sembra più mirata al contenimento dell'ansia che alla cura della depressione che può essere causa di un significativo abbassamento energetico e dunque degli stati d'ansia.
E' fondamentale, con specifici strumenti a disposizione degli psicoterapeuti valutare il livello di ansia e depressione ed eventualmente modificare innanzitutto la terapia farmacologica.
Contemporaneamente è necessario focalizzare gli schemi disfunzionali o i problemi esistenziali, relazionali che favoriscono il malessere che la affligge.
Per questo è necessaria la psicoterapia. Si dia del tempo e lo dia al suo terapeuta perché purtroppo non ci sono soluzioni magiche o molto rapide.
Cordialità. Bruno Ramondetti
Buonasera,
da quello che scrive consiglierei di lavorare di più sulla gestione del sintomo con una psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Ne parli con il suo terapeuta.
dott Tealdi
da quello che scrive consiglierei di lavorare di più sulla gestione del sintomo con una psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Ne parli con il suo terapeuta.
dott Tealdi
Buongiorno Signora, in accordo con i colleghi credo sia opportuno parlare con gli specialisti che la seguono sia sotto il profilo farmacologico che psicoterapeutico. sembrerebbe che lei ormai è come entrata in un circolo vizioso e ha costruito la via del pisolino-risveglio-panico e quindi sarebbe interessante capire cosa succede per esempio in quale momento della sua giornata si inserisce il pisolino e quindi la grande attivazione del suo corpo. Potrebbe essere utile anche una terapia con Ipnosi. Un cordiale saluto Antonella
Innanzitutto le consiglierei di parlarne con il suo Terapeuta. Poi se fossi in lei mi chiederei perché chiederlo ad altri professionisti che la conoscono molto meno di lui. Quindi, comincerei dalla fiducia. La fiducia innanzitutto in se stesso e poi negli altri. Mi sembra un ottimo spunto da portare in seduta. Saluti
Salve,
dal momento che si sta facendo seguire da uno psicoterapeuta credo che sia il caso che tali quesiti e tali problematiche le ponga direttamente a lui/lei, in modo da lavorarci su.
Saluti.
dal momento che si sta facendo seguire da uno psicoterapeuta credo che sia il caso che tali quesiti e tali problematiche le ponga direttamente a lui/lei, in modo da lavorarci su.
Saluti.
Variare le nostre abitudini relative al sonno può avere un impatto nel nostro stato d’animo e umore.
Per cui le consiglio di mantenere il più possibile costanti le sue abitudini rispetto ai riposini pomeridiani e di rivolgere queste domande al suo psicoterapeuta che può aiutarla a rielaborare i vissuti negativi che sono emersi.
Un caro saluto!
Dott.ssa Giulia Bigozzi
Per cui le consiglio di mantenere il più possibile costanti le sue abitudini rispetto ai riposini pomeridiani e di rivolgere queste domande al suo psicoterapeuta che può aiutarla a rielaborare i vissuti negativi che sono emersi.
Un caro saluto!
Dott.ssa Giulia Bigozzi
Buongiorno, probabilmente ha questi vissuti ansiosi durante il riposo pomeridiano (e non durante quello notturno) perché non assume alcun ansiolitico durante la giornata. Date le poche informazioni, sarebbe azzardato fornirle la motivazione psicologica delle sue ansie. Sicuramente possono esserci vissuti di insicurezza e specifici pensieri che innescano il vortice di emozioni che ha descritto, ma ogni situazione è unica. Se tutti i sintomi avessero lo stesso significato, l'individualità si annullerebbe. Le consiglio di affiancare alla cura farmacologica, un percorso psicologico che le permetta sia di contrastare la sintomatologia, attraverso piccoli esercizi, sia di comprendere ciò che è alla basa del suo malessere per evitare ricadute. Come ha potuto costatare, il farmaco può essere un palliativo, ma non risolve la problematica all'origine. Sono a disposizione per eventuali domande. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra D'Antonio
salve, mi sembra di capire che il problema sia legato ai riposini pomeridiani. Ne parli con il/la suo/a terapeuta per capirne le cause.
Saluti
Saluti
Buongiorno, in accordo con i colleghi, le consiglio di parlarne con gli specialisti che la stanno seguendo sia farmacologicamente che sul piano psicoterapeutico. Aldilà delle spiegazioni fisiche e psicologiche che le sono state date, converrebbe esprimere il problema a chi conosce bene il suo caso. In terapia io credi sia sempre possibile chiedere spiegazioni al terapeuta, per cercare di capire meglio alcuni meccanismi. Le auguro di poterlo fare in maniera efficace anche con il suo psicoterapeuta, sono certa che le servirà anche per rinforzare il buon rapporto di fiducia. In bocca al lupo!
Gentile utente, credo che per lei potrebbe essere molto utile affrontare il problema col suo terapeuta al fine di individuare le cause della sua problematica.
Cordiali saluti
AV
Cordiali saluti
AV
Buonasera, immagino che lei stia male e sia scoraggiata se scrive per cercare aiuto. E' molto importante quando si hanno degli specialisti di riferimento, che la seguono sia farmacologicamente sia come psicoterapia, rivolgersi a loro per affrontare col loro aiuto i problemi. E' sempre meglio valutare con chi la segue i suoi stati d'ansia e i suoi sintomi, in modo che possano aiutarla meglio.
Le auguro di star bene
Le auguro di star bene
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Capisco quanto sia difficile affrontare attacchi di panico dopo i pisolini pomeridiani, soprattutto quando si manifestano nonostante il trattamento in corso. Potrebbe essere utile esplorare queste sensazioni con un professionista per comprendere meglio cosa le scatena e come gestirle.
Le suggerisco di approfondire questa specifica difficoltà all'interno del suo percorso psicologico. Un professionista può aiutarla a esplorare i meccanismi che contribuiscono al suo stato d'ansia e a sviluppare strategie per affrontare i momenti di panico, specialmente dopo i pisolini. Potrebbe trattarsi di un fenomeno legato a cambiamenti nei ritmi circadiani o a una reazione psicofisica ai brevi periodi di sonno.
Parlarne in modo più dettagliato con il suo psicoterapeuta potrebbe offrirle nuovi strumenti per gestire l'ansia e diminuire l'impatto di questi episodi, migliorando così la sua qualità di vita. Le auguro di trovare presto sollievo e serenità nel suo percorso di cura.
Le suggerisco di approfondire questa specifica difficoltà all'interno del suo percorso psicologico. Un professionista può aiutarla a esplorare i meccanismi che contribuiscono al suo stato d'ansia e a sviluppare strategie per affrontare i momenti di panico, specialmente dopo i pisolini. Potrebbe trattarsi di un fenomeno legato a cambiamenti nei ritmi circadiani o a una reazione psicofisica ai brevi periodi di sonno.
Parlarne in modo più dettagliato con il suo psicoterapeuta potrebbe offrirle nuovi strumenti per gestire l'ansia e diminuire l'impatto di questi episodi, migliorando così la sua qualità di vita. Le auguro di trovare presto sollievo e serenità nel suo percorso di cura.
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Buongiorno,
è importante parlarne con il suo psichiatra e psicoterapeuta, poiché potrebbero aiutare a comprendere meglio le cause di questi episodi di panico post-pisolino e adattare la terapia di conseguenza. Potrebbe trattarsi di una reazione ai cicli del sonno alterati, di ansia anticipatoria o essere legati ad altri fattori esplorabili nel percorso di psicoterapia. Discutendo con i professionisti, si potranno esplorare strategie per prevenire o gestire meglio questi episodi, valutando eventualmente anche un aggiustamento del trattamento farmacologico o delle tecniche di rilassamento.
è importante parlarne con il suo psichiatra e psicoterapeuta, poiché potrebbero aiutare a comprendere meglio le cause di questi episodi di panico post-pisolino e adattare la terapia di conseguenza. Potrebbe trattarsi di una reazione ai cicli del sonno alterati, di ansia anticipatoria o essere legati ad altri fattori esplorabili nel percorso di psicoterapia. Discutendo con i professionisti, si potranno esplorare strategie per prevenire o gestire meglio questi episodi, valutando eventualmente anche un aggiustamento del trattamento farmacologico o delle tecniche di rilassamento.
Gentile utente,
mi trovo in accordo con gran parte delle considerazioni espresse dai colleghi, che denotano un approccio professionale e rispettoso nei confronti del tema da lei esposto.
Cordiali saluti
mi trovo in accordo con gran parte delle considerazioni espresse dai colleghi, che denotano un approccio professionale e rispettoso nei confronti del tema da lei esposto.
Cordiali saluti
Buonasera,
quello che descrive è una reazione che molte persone con ansia possono sperimentare. I risvegli improvvisi dai pisolini pomeridiani spesso attivano il sistema nervoso in modo più intenso rispetto al risveglio mattutino, perché il ciclo del sonno durante questi brevi riposi può essere meno profondo e interrotto in fasi che favoriscono una maggiore attivazione fisiologica al risveglio. Questo può contribuire a innescare i sintomi di ansia e panico che descrive.
I pensieri ansiosi e il rimuginio che emergono in quei momenti sono amplificati dalla vulnerabilità del corpo appena sveglio, che si trova già in uno stato di "allarme" naturale. Anche il fatto che lei anticipi con timore questi episodi può rinforzare l'ansia, creando un circolo che aumenta la paura del risveglio.
Per ridurre l’impatto di questi episodi, potrebbe essere utile:
- provare a creare una routine di rilassamento prima del riposo pomeridiano, come esercizi di respirazione lenta e profonda, ascolto di suoni rilassanti o brevi meditazioni guidate. Questo aiuta a calmare il sistema nervoso prima di coricarsi.
- sperimentare una posizione comoda ma non completamente sdraiata, come riposare su una poltrona reclinabile, per ridurre la possibilità di un risveglio brusco.
- accogliere l’ansia senza cercare di combatterla: al risveglio, può essere utile concentrarsi sul respiro, ripetendosi che l’ansia è temporanea e che non è necessario alzarsi subito o agire in quel momento.
Se il problema persiste, le suggerisco di parlarne con il suo terapeuta e psichiatra, che possono aiutarla a esplorare strategie più specifiche o a valutare eventuali modifiche nella gestione complessiva del disturbo. Il fatto che abbia già intrapreso un percorso di cura è un passo importante, e con il tempo, lavorando insieme, potrà ridurre l’impatto di questi episodi sulla sua vita quotidiana.
Un caro saluto,
Dott. Abate
quello che descrive è una reazione che molte persone con ansia possono sperimentare. I risvegli improvvisi dai pisolini pomeridiani spesso attivano il sistema nervoso in modo più intenso rispetto al risveglio mattutino, perché il ciclo del sonno durante questi brevi riposi può essere meno profondo e interrotto in fasi che favoriscono una maggiore attivazione fisiologica al risveglio. Questo può contribuire a innescare i sintomi di ansia e panico che descrive.
I pensieri ansiosi e il rimuginio che emergono in quei momenti sono amplificati dalla vulnerabilità del corpo appena sveglio, che si trova già in uno stato di "allarme" naturale. Anche il fatto che lei anticipi con timore questi episodi può rinforzare l'ansia, creando un circolo che aumenta la paura del risveglio.
Per ridurre l’impatto di questi episodi, potrebbe essere utile:
- provare a creare una routine di rilassamento prima del riposo pomeridiano, come esercizi di respirazione lenta e profonda, ascolto di suoni rilassanti o brevi meditazioni guidate. Questo aiuta a calmare il sistema nervoso prima di coricarsi.
- sperimentare una posizione comoda ma non completamente sdraiata, come riposare su una poltrona reclinabile, per ridurre la possibilità di un risveglio brusco.
- accogliere l’ansia senza cercare di combatterla: al risveglio, può essere utile concentrarsi sul respiro, ripetendosi che l’ansia è temporanea e che non è necessario alzarsi subito o agire in quel momento.
Se il problema persiste, le suggerisco di parlarne con il suo terapeuta e psichiatra, che possono aiutarla a esplorare strategie più specifiche o a valutare eventuali modifiche nella gestione complessiva del disturbo. Il fatto che abbia già intrapreso un percorso di cura è un passo importante, e con il tempo, lavorando insieme, potrà ridurre l’impatto di questi episodi sulla sua vita quotidiana.
Un caro saluto,
Dott. Abate
Gentile utente,
Il fenomeno che descrive potrebbe essere legato a diversi fattori. Innanzitutto, durante i sonnellini diurni, il cervello può entrare rapidamente in una fase di sonno profondo, e un risveglio improvviso da questa fase può generare una risposta di allerta accentuata, soprattutto in persone che già soffrono di ansia. Inoltre, il momento del risveglio rappresenta una transizione in cui la mente è più vulnerabile a pensieri intrusivi e ansiosi, che possono scatenare un picco di panico. Anche l’aspetto fisiologico ha un ruolo: i cambiamenti nella regolazione della pressione sanguigna e del ritmo cardiaco al risveglio possono essere percepiti come segnali di pericolo, amplificando la risposta ansiosa.
Per cercare di attenuare questi episodi, potrebbe essere utile adottare alcune strategie:
- Modificare la durata e il momento dei sonnellini: evitare riposi troppo lunghi o troppo vicini alla sera potrebbe aiutare a ridurre l’impatto sul ciclo sonno-veglia.
- Sperimentare tecniche di rilassamento prima di dormire: espirazione diaframmatica, meditazione guidata o ascolto di suoni rilassanti potrebbero facilitare un risveglio più graduale.
- Curare la transizione tra sonno e veglia: impostare un suono dolce per svegliarsi o aprire lentamente gli occhi prima di alzarsi potrebbe ridurre l’effetto di allerta improvviso.
- Lavorare sulla gestione dell’ansia diurna: il fatto che i pensieri ricorrenti si presentino con forza al risveglio suggerisce che possano essere particolarmente attivi in sottofondo durante il giorno. Con il supporto del suo psicoterapeuta, potrebbe esplorare strategie per affrontarli in modo più funzionale.
Riguardo ai farmaci, sarebbe opportuno confrontarsi con lo psichiatra per valutare se il dosaggio o il timing dell’assunzione possano influire su questi episodi.
Capisco che la paura di sperimentare nuovamente questa sensazione la porti a evitare il riposo, ma è importante non rinunciare al bisogno fisiologico di dormire. Piccoli aggiustamenti e un approccio graduale potrebbero aiutarla a recuperare una maggiore serenità nei momenti di relax. Ne parli anche con i professionisti che la seguono, in modo da costruire insieme una strategia personalizzata.
Cordiali saluti.
Il fenomeno che descrive potrebbe essere legato a diversi fattori. Innanzitutto, durante i sonnellini diurni, il cervello può entrare rapidamente in una fase di sonno profondo, e un risveglio improvviso da questa fase può generare una risposta di allerta accentuata, soprattutto in persone che già soffrono di ansia. Inoltre, il momento del risveglio rappresenta una transizione in cui la mente è più vulnerabile a pensieri intrusivi e ansiosi, che possono scatenare un picco di panico. Anche l’aspetto fisiologico ha un ruolo: i cambiamenti nella regolazione della pressione sanguigna e del ritmo cardiaco al risveglio possono essere percepiti come segnali di pericolo, amplificando la risposta ansiosa.
Per cercare di attenuare questi episodi, potrebbe essere utile adottare alcune strategie:
- Modificare la durata e il momento dei sonnellini: evitare riposi troppo lunghi o troppo vicini alla sera potrebbe aiutare a ridurre l’impatto sul ciclo sonno-veglia.
- Sperimentare tecniche di rilassamento prima di dormire: espirazione diaframmatica, meditazione guidata o ascolto di suoni rilassanti potrebbero facilitare un risveglio più graduale.
- Curare la transizione tra sonno e veglia: impostare un suono dolce per svegliarsi o aprire lentamente gli occhi prima di alzarsi potrebbe ridurre l’effetto di allerta improvviso.
- Lavorare sulla gestione dell’ansia diurna: il fatto che i pensieri ricorrenti si presentino con forza al risveglio suggerisce che possano essere particolarmente attivi in sottofondo durante il giorno. Con il supporto del suo psicoterapeuta, potrebbe esplorare strategie per affrontarli in modo più funzionale.
Riguardo ai farmaci, sarebbe opportuno confrontarsi con lo psichiatra per valutare se il dosaggio o il timing dell’assunzione possano influire su questi episodi.
Capisco che la paura di sperimentare nuovamente questa sensazione la porti a evitare il riposo, ma è importante non rinunciare al bisogno fisiologico di dormire. Piccoli aggiustamenti e un approccio graduale potrebbero aiutarla a recuperare una maggiore serenità nei momenti di relax. Ne parli anche con i professionisti che la seguono, in modo da costruire insieme una strategia personalizzata.
Cordiali saluti.
Salve,
mi dispiace che stia vivendo questa situazione così difficile. Il fenomeno che descrive può essere legato a diverse dinamiche fisiologiche e psicologiche. È comune che, durante il sonno diurno, in particolare durante i pisolini, si verifichino dei risvegli improvvisi che possono scatenare ansia e panico, soprattutto in una persona che sta vivendo un periodo di ansia generalizzata e attacchi di panico.
Se questo problema persiste, è importante continuare a lavorare con il suo psicoterapeuta e psichiatra per affrontarlo in modo completo. La combinazione di supporto psicologico e un’adeguata gestione farmacologica dovrebbe aiutarla a ridurre questi episodi e a recuperare la serenità.
Mi contatti pure se ha bisogno, buona giornata
mi dispiace che stia vivendo questa situazione così difficile. Il fenomeno che descrive può essere legato a diverse dinamiche fisiologiche e psicologiche. È comune che, durante il sonno diurno, in particolare durante i pisolini, si verifichino dei risvegli improvvisi che possono scatenare ansia e panico, soprattutto in una persona che sta vivendo un periodo di ansia generalizzata e attacchi di panico.
Se questo problema persiste, è importante continuare a lavorare con il suo psicoterapeuta e psichiatra per affrontarlo in modo completo. La combinazione di supporto psicologico e un’adeguata gestione farmacologica dovrebbe aiutarla a ridurre questi episodi e a recuperare la serenità.
Mi contatti pure se ha bisogno, buona giornata
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza. I sintomi possono essere affrontati sia sul piano fisiologico che su quello psicologico. Le questioni che lei porta sono interessanti e possono trovare spazio in un percorso terapeutico che dia voce a ciò che emerge (ansia, panico...) e che il farmaco non riesce a tacere. In psicoanalisi, il sintomo non è qualcosa da eliminare, ma un messaggio da ascoltare e decifrare. Dare spazio a questo messaggio produce degli effetti, non prevedibili, ma spesso già questo può disangosciare permettendo di vivere i sintomi in modo diverso, senza esserne travolti.
Buonasera, probabilmente i pensieri e le emozioni che tornano a consapevolezza appena di sveglia dopo il riposino possono indurre uno stato ansioso che si amplifica se si preoccupa per le reazioni fisiche del corpo che nota in quel momento. Le suggerisco di parlarne con il suo psicoterapeuta e magari individuare una strategia di regolazione emotiva da utilizzare al risveglio per abbassare l'intensità dell'ansia.
Un caro saluto,
Dott.ssa Carlotta Volpi
Un caro saluto,
Dott.ssa Carlotta Volpi
Buongiorno,
quello che descrive è un fenomeno che può accadere in persone che soffrono di disturbo d’ansia generalizzata, soprattutto quando l’organismo è già in uno stato di iperattivazione. I risvegli improvvisi da un sonno diurno – come i brevi pisolini – possono innescare una reazione ansiosa o addirittura un attacco di panico, soprattutto se il cervello è già allenato a “temere” determinati momenti della giornata o determinati stati interni (come quello di rilassamento o assopimento).
Durante il sonno, anche quello breve, il cervello attraversa fasi in cui l’attività mentale si modifica profondamente. Un risveglio improvviso può attivare il sistema nervoso simpatico (quello legato alla reazione di allarme), soprattutto in soggetti predisposti o già stressati. Inoltre, al risveglio dai pisolini può esserci una temporanea disorientazione (chiamata “inerzia del sonno”), che, in persone ansiose, può essere interpretata come pericolosa o minacciosa, scatenando ansia intensa.
Anche il fatto che durante questi risvegli si scatenino pensieri intrusivi o ruminativi è coerente con un disturbo d’ansia generalizzata: è possibile che in quei momenti la mente, non completamente lucida, sia meno capace di gestire o contenere i pensieri disturbanti, che quindi si impongono in modo più violento.
Alcuni accorgimenti che potrebbero aiutare:
Evitare i pisolini troppo lunghi o troppo tardi nel pomeriggio, limitandoli a 15-20 minuti al massimo e possibilmente prima delle 15:00.
Creare un “rituale” di rilassamento prima di addormentarsi, anche durante i pisolini: respirazione profonda, mindfulness o tecniche di rilassamento progressivo.
Scrivere i pensieri su un quaderno prima di coricarsi, per alleggerire il carico mentale.
Lavorare sul significato emotivo attribuito al riposo: è importante non vivere il momento del sonno come un pericolo o una perdita di controllo.
Va comunque sottolineato che la sua è una situazione che merita attenzione e che richiede un lavoro integrato: è positivo che sia già seguita da uno psichiatra e da uno psicoterapeuta. Potrebbe essere utile che i due professionisti si confrontino tra loro per coordinare l’intervento farmacologico e quello psicoterapico in maniera sinergica.
Infine, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, anche per personalizzare l’intervento terapeutico e affrontare con più efficacia il disturbo d’ansia.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che descrive è un fenomeno che può accadere in persone che soffrono di disturbo d’ansia generalizzata, soprattutto quando l’organismo è già in uno stato di iperattivazione. I risvegli improvvisi da un sonno diurno – come i brevi pisolini – possono innescare una reazione ansiosa o addirittura un attacco di panico, soprattutto se il cervello è già allenato a “temere” determinati momenti della giornata o determinati stati interni (come quello di rilassamento o assopimento).
Durante il sonno, anche quello breve, il cervello attraversa fasi in cui l’attività mentale si modifica profondamente. Un risveglio improvviso può attivare il sistema nervoso simpatico (quello legato alla reazione di allarme), soprattutto in soggetti predisposti o già stressati. Inoltre, al risveglio dai pisolini può esserci una temporanea disorientazione (chiamata “inerzia del sonno”), che, in persone ansiose, può essere interpretata come pericolosa o minacciosa, scatenando ansia intensa.
Anche il fatto che durante questi risvegli si scatenino pensieri intrusivi o ruminativi è coerente con un disturbo d’ansia generalizzata: è possibile che in quei momenti la mente, non completamente lucida, sia meno capace di gestire o contenere i pensieri disturbanti, che quindi si impongono in modo più violento.
Alcuni accorgimenti che potrebbero aiutare:
Evitare i pisolini troppo lunghi o troppo tardi nel pomeriggio, limitandoli a 15-20 minuti al massimo e possibilmente prima delle 15:00.
Creare un “rituale” di rilassamento prima di addormentarsi, anche durante i pisolini: respirazione profonda, mindfulness o tecniche di rilassamento progressivo.
Scrivere i pensieri su un quaderno prima di coricarsi, per alleggerire il carico mentale.
Lavorare sul significato emotivo attribuito al riposo: è importante non vivere il momento del sonno come un pericolo o una perdita di controllo.
Va comunque sottolineato che la sua è una situazione che merita attenzione e che richiede un lavoro integrato: è positivo che sia già seguita da uno psichiatra e da uno psicoterapeuta. Potrebbe essere utile che i due professionisti si confrontino tra loro per coordinare l’intervento farmacologico e quello psicoterapico in maniera sinergica.
Infine, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, anche per personalizzare l’intervento terapeutico e affrontare con più efficacia il disturbo d’ansia.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Quello che vivi dopo i pisolini è legato al momento del risveglio, in cui il controllo cosciente si abbassa e le emozioni che normalmente riesci a gestire riemergono improvvisamente. È un passaggio in cui sei più vulnerabile, e l’ansia può affacciarsi in modo più violento, anche se hai preso lo Xanax.
Non è un problema di farmaco, ma una reazione del tuo sistema emotivo che sta cercando un modo per esprimere qualcosa. Evitare il riposo è comprensibile, ma rischia di rinforzare la paura.
Porta questo tema in terapia: il significato del “lasciarsi andare”, del non avere controllo. È lì che può iniziare a cambiare davvero.
Non è un problema di farmaco, ma una reazione del tuo sistema emotivo che sta cercando un modo per esprimere qualcosa. Evitare il riposo è comprensibile, ma rischia di rinforzare la paura.
Porta questo tema in terapia: il significato del “lasciarsi andare”, del non avere controllo. È lì che può iniziare a cambiare davvero.
Gentile utente, comprendo il suo smarrimento di fronte a crisi d'ansia così intense al risveglio da un pisolino. È una reazione destabilizzante, ma è un fenomeno noto che riflette la grande pressione emotiva che lei sta vivendo. Il suo corpo, pur riposando, ha il sistema d'allarme iper-attivato. Il fatto che lei sia già in cura con uno psichiatra e uno psicoterapeuta è molto importante. Questi momenti di panico al risveglio possono essere affrontati all'interno del proprio percorso di cambiamento. Sono il punto in cui la sua ansia si manifesta nella sua forma più nuda, e per questo è fondamentale portare questo sintomo in seduta. Con il suo terapeuta, potrà esplorare e comprendere i pensieri che la tormentano in quei momenti, perché l'analisi del loro significato è la chiave per disarmare la loro forza. La terapia non solo aiuta a dare un nome al dolore, ma le fornisce gli strumenti per costruire una nuova risposta interna al panico. Nel frattempo, per mitigare l'impatto al risveglio, provi ad adottare piccole strategie, per esempio se ha bisogno di riposare, imposti una sveglia brevissima (massimo 20 minuti), per evitare il sonno profondo. Lavorando con i suoi professionisti su questo specifico sintomo, potrà superare questo momento di difficoltà.
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