Dieci anni fa ho sofferto di forti attacchi d'ansia,praticamente continui,giorno e soprattutto notte

24 risposte
Dieci anni fa ho sofferto di forti attacchi d'ansia,praticamente continui,giorno e soprattutto notte. Premetto che sono affetta da Tiroidite di Hashimoto. Questo accadeva nel periodo della pre- menopausa, è durato cinque anni e la psichiatria mi aveva prescritto dose minima giornaliera di Zoloft e En al bisogno. Nessun beneficio,anzi peggioravo sempre più, dopo tre anni ho deciso di eliminare lo Zoloft che a mio parere mi faceva avere anche pensieri suicidi,proprio io che adoro la vits. Pian piano ne sono uscita. Ora sono da due anni in menopausa e improvvisamente il problema è ricomparso. Vertigini, tremori, difficoltà a respirare e come metto la tests sul cuscino per dormire, formicolio in testa e respiro con difficoltà,inutile dire che se non prendo l'En non chiudo occhio. Mi sembra di essere punto e a capo....non voglio imbottitirmi di psicofarmaci, cosa posso fare e a chi posso rivolgermi?
Cara signora, l'unica cosa che può e deve fare é intraprendere subito e con convinzione una psicoterapia: l'aiuterá a esprimere pensieri ed emozioni e a costruire con la sua interiorità una relazione meno "fastidiosa". Cordiali saluti, Dott. Gualazzi.

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In molti casi simili ai suoi con tipo "attacco di panico" ho utilizzato oltre alla psicoterapia te tecniche di rilassamento e ho avuto buoni risultati. Se posso esserle utile, io ci sono!!Un cordiale saluto. Lina Isardi
Buongiorno, molto spesso il farmaco ci permette di "addormentare" i sintomi ma ciò che li causa rimane in sottofondo e, come è capitato a lei, i sintomi possono tornare in momenti di difficoltà. Capisco la frustrazione di essersi ritrovata "punto e a capo" ma è possibile uscirne, affiancando ai farmaci una terapia con uno psicologo/psicoterapeuta. Anche le tecniche di rilassamento come il training autogeno, sono molto utili in situazioni come le sue.
In bocca al lupo

Saluti

Dott.ssa Alice Maffeo
Salve signora,
Ha mai pensato che questo disturbo possa avere una matrice psicologica e non medica?
Spesso il nostro corpo sceglie segnali diversi per mandarci dei messaggi sul fatto che si potrebbe stare meglio.
Secondo il mio parere si potrebbe intraprendere un percorso terapeutico utile a capire il suo reale stato d'animo in questo delicato passaggio di vita.
Se vuole contattarmi sarò felice di poterla aiutare
Gentilissima signora, spero che la decisione di eliminare il zoloft e la gestione dei farmaci sia stata presa insieme al suo medico di fiducia. La tiroidite di Hashimoto molto comune nella popolazione femminile è una malattia autoimmune e ha una sintomatologia simile a quella che lei ha descritto. Converrebbe che lei consultasse un endocrinologo che riuscisse ad equilibrare il dosaggio ormonale e parallelamente come hanno scritto sopra i colleghi un psicoterapeuta per poterla aiutare ad imparare e gestire meglio le sue emozioni in un percorso terapeutico. Cordiali saluti
Buonasera. Possibile ci siano più fattori in campo. Concordo con il suggerimento di un percorso psicologico, ma allo stesso tempo è bene viaggiare in sintonia con la salute fisica, pertanto è bene che anche il fattore organico sia sotto controllo
Buonasera, ciò che mi sento di consigliare è di fare ulteriori accertamenti medici e trovare una corretta terapia farmacologica per la malattia autoimmune che l'ha colpita. Parallelamente può darle sicuramente giovamento avviare un percorso terapeutico per aiutarla a gestire da un punto di vista cognitivo, emotivo e comportamentale l'ansia che si è ripresentata. Cordialmente, Ilaria Stocco
Gent.ma signora, dalle sue parole si intuisce una grande sofferenza che la perseguita da parecchio tempo. Purtroppo i farmaci non sono riusciti a eliminare le cause profonde di tanto malessere, anche se le hanno dato beneficio per un buon tempo. Forse è arrivato il momento di fermarsi e provare a creare uno spazio di pensiero che trasformi il dolore in parole che possono esprimere i suoi sentimenti, le sue emozioni e condividere così almeno un po’ il peso che porta. E chissà quante cose potrebbero emergere di lei, oltre all’ansia soffocante che la schiaccia. La psicoterapia può dare grande beneficio, anche se può spaventare un po’. Ma non sarà sola. Buona fortuna.
Buonasera, come i colleghi sono anche io dell' avviso che intraprendere un percorso di psicoterapia che l accompagni in questo momento di vita così delicato le possa dare una maggiore consapevolezza di come lei funziona e di che cosa ha bisogno per avere una migliore qualità di vita . Succede a tutti di trovarsi nella tempesta, di esserne avvolti e non sapere come fare ad affrontarla. Abbiamo quindi bisogno di qualcuno che ci aiuti a starci nella tempesta e ci porti ad assumerci il rischio del cambiamento. Che ci insegni a danzare nella tempesta.
Cordialità Valeria Borghi
Gentile signora, se gli accertamenti organici sono negativi o non giustificano le Sue esperienze, è motivato un accesso allo psicoterapeuta. Ciò non significa naturalmente che quanto accade alla corporeità non influenzi i modi in cui si sente: è assai verosimile che queste modifiche viscerali siano fuori dal range di normale attività per Lei e vengano riconfigurate in modo poco identitario. Per comprendere al meglio come la commistione tra l'arousal organico e la significazione prende corpo in questa sintomatologia, è necessario un colloquio psicoterapeutico preliminare che consenta di fare luce sul problema e impostare un percorso risolutivo. Fossi in Lei contatterei uno psicoterapeuta e comincerei quanto prima. Cordialità, DMP
Buonasera! Come già detto dai colleghi, sarebbe opportuno valutare il suo stato fisico e tenere sotto controllo la sua patologia autoimmune. Contemporaneamente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che di sicuro le sarà di grande aiuto.
In bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, quando noi avvertiamo un sintomo sicuramente c'è sempre un motivo è inutile prendere medicinali xchè nel momento che li sospendiamo il sintomo si ripresenta e forse anche in maniera peggiore. Forse anche come hanno detto i miei colleghi, nelle risposte precedenti, il suo problema è multifattoriale. Quindi deve farsi visitare da un endocrinologo, rivedere la cura che le aveva prescritto lo psichiatra e soprattutto eseguire una terapia psicologica per capire la fonte che fa scaturire i suoi attacchi di panico. la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Concordo perché sia seguita in doppio binario, medico e psicologico. Deve tenere sotto controllo la tiroidite e pertanto è indispensabile che si faccia seguire periodicamente dall'endocrinologo. Contemporaneamente deve risalire ai motivi che le scatenano gli attacchi di panico attraverso l'aiuto di uno psicologo. Non sono contraria per principio alla terapia farmacologica, purchè non sia un tampone momentaneo dei problemi psicologici. Cordiali saluti, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera,può affiancare la terapia farmacologica a una psicoterapia specifica che le consenta di ridurre/gestire meglio i sintomi e auspicabilmente risolvere i fattori sottostanti. Rimango a disposizione.
Buongiorno, le consiglierei una psicoterapia cognitivo comportamentale, la più indicata per i disturbi d'ansia.
dott Tealdi
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Buonasera, provi ad intraprendere un percorso di psicoterapia.
Ottime cose, Dottor Andrea De Simone
Gentile utente. La cosa migliore da fare in questi casi è intraprendere un percorso psicoterapico con un collega. Cordialmente.
Dott. Emiliano Tavanxhiu
Buon pomeriggio
é importante che associ oltre al trattamento farmacologico il trattamento psicoterapico data la sua situazione.
per maggiori informazioni anche per l'approccio terapeutico più opportuno a lei mi contatti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Pecora
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Buonasera, come già detto dai colleghi la cosa migliore è intraprendere sia un controllo endocrinologico e sia una psicoterapia . Cordiali saluti
Gentile Signora, ci sono da considerare due fattori: il primo è la malattia autoimmune di cui soffre, che è bene tenere sotto controllo con adeguati farmaci prescritti dallo specialista di riferimento. Il secondo è sicuramente il fatto che gli psicofarmaci, non sono mai, da soli, l’adeguata “cura” di una sofferenza che si esprime attraverso dei sintomi, come gli attacchi d’ansia. Generalmente è necessario un concomitante percorso psicoterapeutico che possa aiutare a far venire a galla, ad elaborare e, dunque, superare, ciò che ha permesso l’emergere di quei sintomi stessi. IL corpo parla, e attraverso i sintomi ci avverte che è giunta l’ora di ascoltarci e prenderci cura di quella sofferenza che “sta sotto” la sintomatologia. Per cui credo che possa essere buono per lei intraprendere un percorso psicoterapeutico parallelamente al suo percorso farmacologico.
Un caro saluto,
Dott..ssa Giulia Bigozzi
Buongiorno, per la sintomatologia descritta, è importante affiancare alla cura farmacologica un percorso psicologico.
L'ansia e i sintomi ad essa associata sono un campanello d'allarme: il corpo chiede "a modo suo" di prestare attenzione su alcune situazioni, pensieri o emozioni. Il campanello d'allarme può diventare sempre più forte, passando da sintomi ansiosi a veri e propri attacchi di panico. È probabile che i farmaci di cui ha scritto hanno avuto un funzione palliativa, mentre ciò che è alla base del suo malessere non è stato elaborato. Inoltre, un uso non monitorato dei famaci descritti può creare una sorte di "dipendenza" che a sua volta rinforza l'ansia stessa. Le consiglio di iniziare un percorso psicologico, affinché possa far fronte all'ansia, sia incrementandone la gestione, sia elaborando la matrice scatenante. Sono a sua disposizione per eventuali domande. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra D'Antonio
Salve,
senza troppe parole, le consiglio un percorso psicoterapeuta.
saluti
Buongiorno, ci sono situazioni per cui i farmaci sono un valido aiuto per gestire sintomi invasivi, tuttavia non sono una soluzione radicale al problema e non lo possono essere lungo termine. Potrebbe invece aiutarla un percorso di psicoterapia per lavorare sulle cause profonde che generano questi sintomi. Cordiali saluti Dottoressa Michela Campioli
Gentile utente, le consiglio di provare ad intraprendere un percorso psicoterapeutico, potrebbe aiutarla!
cordiali saluti
AV

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