Quando l’interesse per le relazioni scompare.. tutti diventano terribilmente scontati e banali, stes

51 risposte
Quando l’interesse per le relazioni scompare.. tutti diventano terribilmente scontati e banali, stessi argomenti, stesse tempistiche, stesse scuse.. Non hai più voglia di investire, di credere..di costruire nonostante piaci molto a tutti esteticamente e sei una persona realizzata e stimata
Meglio il divano e il libro della solita cena con uomini che ti raccontano le stesse finte crisi coniugali, la stessa sbandierata serietà che si infrange al primo chilometro.. ????
A 47 anni si chiama consapevolezza, rassegnazione, stare davvero bene da sole, paura di fallire o traguardo?
Gentilissima, se da una parte si coglie tanta disillususione in questo suo messaggio allo stesso tempo si pone delle domande importanti su di se e, indirettamente, sula sua vita e su quel che desidera. Ha mai pensato di porsi queste domande all’interno del contesto di un percorso psicoterapeutico? Dato il tipo di questione che pone credo che un percorso psicoanaliticamente orientato sia particolarmente indicato. A disposizione per eventuali dubbi e chiarimenti, un saluto, Marta Corradi.

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Gentile Signora, le sue domande indicano che lei è una persona riflessiva e che vuole raggiungere delle consapevolezze importanti nella propria vita.
Spero lei possa trovare chiarezza e serenità attraverso le sue riflessioni.
Buonasera gentile signora. Forse il suo percorso di vita le ha dato modo di scoprire varie sfaccettature di se stessa e di come si pone in relazione agli altri. A 47 anni può essere tutto ciò che ha elencato ma credo che la sua domanda sia più orientata alla ricerca di un equilibrio in cui possa sentirsi definita e consapevole. In questa ricerca le potrà essere di aiuto un percorso di psicoterapia ad orientamento psicoanalitico.
Le porgo i miei saluti
Dottoressa Elisa Taverniti
Gentilissima, di certo in questo momento sta considerando la realtà in maniera più complessa e più saggia, forse sta guardando alle relazioni che ha avuto in un ottica più consapevole. Questa consapevolezza mi sembra le stia mostrando che il copione che vive nei rapporti è sempre lo stesso. Leggendola in chiave Analitico Transazionale, si può azzardare che forse si è resa conto di un gioco o di una modalità relazionale che non porta a nulla se non dolore. La sua domanda però è aperta:basta la consapevolezza? Cosa c'è dopo? Ora è giùnta a vedere cosa le procura fastidio, il compito che l'aspetta è imparare a interagire diversamente, capire cosa vuole dalle relazioni, ascoltando i suoi bisogni e mettendoli in chiaro. Le consiglio una consulenza da un terapeuta specializzato in analisi transazionale. Saluti.
Cara, mi chiedo perché l'interesse per le relazioni sia scomparso. Delusione e sofferenza, come per tutti. Probabilmente. Se scrive e ha dubbi la situazione attuale lascia dei vuoti. Insomma, sul divano o a cena con qualcuno dipende da come ci sentiamo. Se il suo benessere è almeno discreto anche libro e divano non hanno controindicazioni.
Buongiorno.
Si può chiamare in qualunque modo senta che si chiami. Nessuno tranne lei può saperlo e non vi è risposta giusta o sbagliata ma semplicemente quella che noi sentiamo più vicina ai nostei obiettivi e valori.
Se lo sente come una cosa positiva vuol dire che lavorando positivamente verso i suoi obiettiti. In caso, al contrario, lo sentisse come negativo a quel punto ci si potrebbe soffermare a chiederci perché? Quale è il nostro obiettivo di vita? Come possiamo raggiungerlo? Per queste ultime riflessioni potrebbe essere urile un percorso di conoscenza di sé condotto con un professionista psicologo.
Le auguro il meglio
Saluti Dottoressa Ciacci Maria Noemi.
Gentile Utente,
potrebbero essere tutte e nessuna delle componenti che lei ha evidenziato. Il vero spartiacque è ralativo, secondo il mio parere, a quanta sofferenza o malcontento produca questa condizione. Ovvero, se la situazione attuale non le produce alcuna insoddisfazione, non vedo il motivo per il quale dover intrattenere, per forza, rapporti che lei avverte come finti o non soddisfacenti.. Anche se, spesso, il nostro stato condiziona, molto, il giudizio circa il rapporto con gli altri. Parlarne con qualcuno del settore non sarebbe una cattiva idea. L'aiuterebbe a ricostruire le dinamiche del funzionamento/disfunzionamento del suo desiderio. Le auguro il meglio e, liddove avesse dubbi, non esiti a scriverci.
Gent. Sig.ra questa fase di vita potrebbe avere significati profondi e dare una svolta al suo modo di vivere e di relazionarsi con il sociale. Un percorso psicoterapeutico le sarebbe utile per trovare dentro di sé le risposte che sta cercando. Un percorso terapeutico breve centrato sulla consapevolezza delle dinamiche psicologiche interiori la potrà aiutare a definire meglio la sua identità .dott.ssa Mgrazia Messaglia
Si evince un percorso interiore che sta giungendo a lei, al suo centro. Evinco che finora ha condotto una vita in cui le sue relazioni sono state molto proiettate fuori sull'altro anche per via del lavoro. L'autocentramento è sempre una tappa evolutiva importante da raggiungere nella propria crescita.
Si prenda queso periodo e se lo goda tutto vivendo pienamente con sé stessa anche la "paura della morte". La morte è un vissuto simbolico e intrapsichico molto importante per la propria vita e per la maturità spirituale dell'Io.

Pertanto si viva questa tappa stando con sé stessa, se è questo che desidera, senza aver timore dei significati nascosti. E solo se desiderasse approfondire o confrontarsi con un esperto allora potrà rivolgersi ad uno specialista e riflettere con lui/lei le sue tematiche.

Buona evoluzione

Cordialmente, Savino Arcangela Anna Rita
Buon giorno, comprendo profondamente il Suo sentire, mi sento di dirLe che il mio modo di vivere prima e di lavorare poi mi porta a portare l'attenzione profonda sul principio di Responsabilità e Creazione. Siamo un potenziale Infinito che ha in sé tutte le possibilità per essere Felici. La Felicità nel mio modo di sentire passa per un allineamento sempre più profondo alle Leggi dell'Amore Universale, l'energia di cui parlava anche Einstein (lettera alla figlia Lisern). Siamo abituati a guardare fuori da noi, a cercare fuori, ad aspettarci e a sperare che l'altro sia in un modo piuttosto che in un altro senza renderci conto che così stiamo sprecando la nostra energia e il nostro potenziale. Da più parti oggi di sentono frasi come "la realtà esterna è lo specchio di quella interna": questo significa che cambiando la realtà interiore cambiano i fatti della nostra Vita. Trasportato su un piano relazionale significa che andando a modificare a livello profondo, vibrazionale i modelli relazionali interni (spesso basati più su bisogni di sicurezza che sulla Felicità che richiede una reale disponibilità al cambiamento) cambiano le esperienze che si fanno poi in ambito sentimentale.
Mi permetto di dirLe, forse più da Donna e da Amica, che da psicoterapeuta che essere Donne libere e forti capaci di stare senza un Uomo è meraviglioso e grande, ma avere il desiderio di avere accanto l'Uomo migliore per noi in ogni momento, quello con il quale possiamo esprimere al Meglio la bellezza della nostra anima è ancora qualcosa di più Grande... e l'Essere Umano (secondo il mio sentire) è fatto per la Grandezza... quella Grandezza a cui anela ma di cui ha anche paura... la Vita ci chiede il Coraggio di Scegliere di Essere Grandi... poi ci da davvero una mano... un abbraccio e un augurio di tantissima Felicità! Francesca
Arriva ad un certo punto (periodicamente) il momento della consapevolezza, quando si raccolgono i frutti e il senso della propria esperienza fatta. Poi dovremmo riprendere a camminare, ad investire nelle relazioni (e su se stessi) con più maturità e nuove energie. Questa è l'utilità dell'essere consapevoli. Bisogna dare un senso alla propria esistenza per sentirsi bene e dev'essere un senso che nasce da sé, da ciò in cui si crede e da ciò che si vuole realizzare concretamente.
Ci sarebbe molto ancora da dire. Buona vita. Dott.ssa Gabriella Ciampi
Buongiorno, forse sarebbe il caso di chiarire bene a “se stessa” quali sono Ie “sue priorità” in questo particolare periodo storico della sua vita.
Può capitare, a un certo punto, di sentirsi poco stimolati nel costruire nuove relazioni, ma possiamo anche cogliere questo periodo come uno “stimolo” a conoscere meglio noi stessi e a dedicarci a nuovi interessi, nuove sfide, nuove passioni.
In questo modo, potrebbero cambiare i “contesti emotivi” in cui agiamo e le nuove “modalità emotive” da sperimentare.
Questo nuovo atteggiamento potrebbe incidere positivamente sull'entusiasmo con cui ci percepiamo, sul modo di vivere in generale, e le dinamiche relazionali in particolare.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Gentile Sig.ra buongiorno!
Forse non è di una risposta "dall'alto" alle sue domande che ha bisogno, ma di trovare quella più utile e significativa per lei e anche di comprendere perché proprio ora se le stia ponendo. Mi pare di intuire che il problema sia più un'insoddisfazione per la vita che stava conducendo, forse quindi potrebbe servirle un aiuto per trovare nuovi obiettivi, nuovi desideri: se rimanessero leggere un libro sul divano, benissimo, purché la senta come una scelta consapevole e gratificante, non come un ripiego o un rifiuto del mondo esterno, che sicuramente ha ancora molto da darle.
Le faccio i miei migliori auguri
Cari saluti, Dott.ssa Berta
Gentilissima,
a volte questo stato di "disinteresse" o indifferenza, che ci fa sentire distanti dagli altri, è il segnale di qualcosa che dentro di noi chiede attenzione: una domanda che sta prendendo forma, non ancora espressa, che segnala qualcosa che ci manca e di cui abbiamo bisogno per stare bene. Spesso i percorsi consistono nel formulare chiaramente quella domanda, e non solo nel darsi risposta. Non trascuri questi segnali, così importanti, che sono l'accesso a quello che siamo, profondamente.
Le auguro di proseguire bene in questo suo percorso di ricerca.
Un caro saluto, Sara L.
Cara signora in cerca di risposte.
Il porsi domande è già un passo importante per non fermarsi dietro a certezze falsamente auto-protettive che altro non farebbero che favorire un "inspiegabile" generale malessere in profondità.
Le relazioni, non solo quelle sentimentali, sono nutrienti umani imprescindibili. La nostra biologia e tutto il nostro essere si forma sulle relazioni.
Ovviamente ci sono relazioni nutrienti e relazioni tossiche e, mediamente, lungo la vita ognuno, in dose diversa, sperimenta entrambe.
Il punto è
- esserne consapevoli (e mi pare lei lo sia);
- compensare e disintossicarsi dalle esperienze tossiche;
- consolidare il rapporto con se stessi in termini di fiducia e valore e non ritiro e paura;
- aprirsi a modalità e contesti relazionali nuovi.
Non tutto ciò che migliora la qualità della nostra vita deve per forza essere terapia ma, di certo, un contesto psicoterapico che "sentiamo" fare per noi è uno spazio in cui permetterci di dare più rapidamente una svolta per vivere pienamente e serenamente la nostra vita.
A disposizione volesse approfondire, di persona o via Skype, nel frattempo, buona vita :-)
Gentilissima,
da ciò che si scrive mi sembra di intuire che sia una persona molto riflessiva e in cerca di risposte. Voler conoscersi più a fondo è un ottimo obiettivo da raggiungere!
Se in questo momento della sua vita, ciò che la fa star bene è un buon libro su un divano, perché non farlo? Se una relazione non la sta appagando, perché continuare? Ciò che è davvero importante è prendere consapevolezza dei propri bisogni, di ciò che vuole e di ciò che la fa star bene. Può non essere così semplice, a volte, riuscire a trovare queste risposte ma è importante farlo poiché ci permette di dare un senso e riconoscere le nostre emozioni, i nostri pensieri e i nostri comportamenti. In questo senso può esserle utile un percorso psicologico, uno spazio per sé per conoscersi e comprendersi più a fondo.
Resto a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Andrea Carta
Gentilissima ha ragione e la capisco. A volte si incontrano persone che pensano di instaurare una relazione applicando uno schema mentale senza considerare l'altro, senza vedere la sua bellezza interiore e non solo esteriore, senza voler capire nulla di lei. Ognuno di noi ha un mondo dove l'altro deve entrare in punta di piedi perchè questo mondo è prezioso. Lei vada avanti, si ricordi che lei è una persona unica e irripetibile, ha delle potenzialità, delle qualità, delle capacità e bellezze che in questo momento di sconforto non le sono visibili ma esistono. Creda in lei, si occupi di lei, dei suoi bisogni. Ponga l'attenzione su di lei e non sugli altri. Per qualsiasi cosa può contare su di me. Un saluto
Gentile signora, da ciò che scrive traspaiono poche informazioni sul suo passato sentimentale. Provi a parlare della sua situazione attuale e passata con un professionista: potrà esserle d’aiuto per raggiungere una maggiore consapevolezza e per tornare a credere nel futuro. Il suo bisogno di relazioni autentiche è sicuramente legittimo e sano. Le auguro di trovare serenità.
salve, la sua domanda mi sembra giustissima! a 47 anni cambiano tante cose rispetto alle fasi di vita precendenti in cui siamo più incoscienti e per questo meno spaventati di fallire. siamo al tempo stesso più consapevoli di noi stessi e questa é , se la si sa usare, un’arma vincente contro la paura, il senso di disfatta e per ottenere qualcosa dalla vita che ancora non abbiamo mai provato ad ottenere . sarei felice di parlarne ancora con lei, se lo vorrà potrà contattarmi. saluti
E se fossero entrambe? Si escluderebbero a vicenda?
Un caro saluto
dott.ssa Rita Reggimenti
Gentilissima,
l’interesse per le relazioni scompare quando viviamo gli altri come scontati e banali a causa di una serie di esperienze che ci hanno portato a questa considerazione. In questo caso giustamente meglio il divano e un buon libro: questa forse possiamo chiamarla consapevolezza. Ma si può continuare a investire, a credere e a costruire relazioni se cominciamo ad avvicinare persone diverse e se, soprattutto riusciamo RI-pensare le nostre relazioni con nuove categorie di lettura, diverse da quelle che abbiamo utilizzato finora. In questo uno psicologo può esserle di aiuto.
In fondo è un peccato doversi rassegnare a 47 anni.
Un cordiale saluto
Se lo domandi a noi penso ci sia un po’ di sofferenza, ma anche di paura... forse paura di sbagliare ancora o paura di incontrare un’altra persona sbagliata a “tombola” già completa.
Confrontarsi all’interno di un trattamento psicoterapeutico strutturato è la soluzione migliore affinché tu possa trovare le risposte giuste.
Ho sentito di poterti dare del tu ????
A presto
Dott. Tiziana Vecchiarini
Suggestivo affaccio alla sua esistenza. Un po' di tutte le sue risposte in percentuale diversa, immagino. Con un filo di amarezza. Sembra una ricerca di un nuovo senso, di una nuova strada e di nuove avventure. Le auguro di cuore di trovarne!
Buongiorno. Dalle Sue parole emerge un'amosfera emotiva di delusione, sfiducia, mancanza di aspettativa positiva. Sembra che tale modo di essere situata derivi da precedenti esperienze di delusione, alla luce delle quali quelle future assumono il carattere di storia che si ripete. Incontrando l'altro con questa modalità di essere nel mondo è facile che le aspettative vengano confermate. Facendo Lei esperienza di essere "apprezzata e realizzata" l'unica possibilità di significare le precedenti delusioni è in capo all'altro, che diviene una categoria depersonalizzata, "gli uomini". Così Lei non incontra il Chi della persona, incontra un rappresentante di una categoria che condivide con i membri le stesse caratteristiche che l'hanno delusa. Il primo passo per poter aprire possibilità di essere altrimenti e d'azione è quello di risignificare le esperienze precedenti alla luce delle caratteristiche di quei singoli Chi che l'hanno delusa, anziché di una intera categoria che appiattisce le differenze e de-umanizza i suoi membri. Le consiglierei di rivolgersi a uno psicoterapeuta con cui indagare i significati delle precedenti esperienze e riprogettarsi con fiducia nel mondo e nel futuro secondo possibilità di Relazionalitá ad oggi precluse. Cordialità. DMP
Buongiorno, tutte le ipotesi descritte potrebbero essere plausibili. Credo debbano essere contestualizzate e conosciute per individuare quella che le appartiene. La perdita, il senso di vuoto, il sostenere mi sembrano questioni che la riguardano.
Disponibile per approfondimenti
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
Buon giorno nel leggere il suo messaggio prendo consapevolezza di situazioni che capitano sovente. Ha usato molte parole per definire questa sua consapevolezza che però io chiamerei "resa". L'essere umano è in continua evoluzione e non credo opportuno sia salutare per lei assumere un atteggiamento dettato dallo sconforto o da esperienze non positive passate. Le consiglio, se posso, di non smettere di mettersi in gioco. Cordialmente Gian Piero dott. Grandi
Gentile Signora, le sue considerazioni sono probabilmente tutte vere. Basta trovare il giusto equilibrio ed essere consapevoli di cosa realmente si vuole.
La sua capacità di stare sola le dà sicuramente la possibilità di scegliere davvero con chi vuole stare.
Io cercherei un supporto per avere un confronto ed arrivare alla vera consapevolezza. Così darà risposta alle sue domande più profonde.
Enrica Tavella
Gentilissima,
non saprei darle una risposta, perché così facendo sarebbe come sostituirmi a lei. Darei una risposta mia personale ad un problema non mio e quindi le potrei impedire di ascoltare e conoscere la sua risposta.
Se decidessi di dare una mia risposta ai suoi contenuti mi comporterei come se fossi una sua amica.
Restando nel mio ruolo di psicoterapeuta penso che lei possa decidere se cercare la sua risposta facendosi aiutare in questo, oppure no.
Cordialmente, d.ssa Cristina Brunialti
Gentile signora non Cecina risposta che posso darle, credo che la risposta debba trovarla lei, questo momento porta con se sè la necessità che qualcosa cambi!
L'essere umano è naturalmente portato alla crescita, poiché è inserito in un contesto naturale che richiede continua trasformazione. Lo vediamo nel fiore che cresce nell'asfalto, nei neonati che si aggrappano ad ogni goccia di vita... Ciò che si ferma deperisce e poi muore ed è ciò che lei vede ora: tedio e desolazione. L'unico modo che ha per uscire da questo empasse, dunque, è crescere. Il mondo che la circonda probabilmente non le basta più, forse non è all'altezza dei suoi sogni. Esplorare nuovi percorsi di senso, magari in compagnia di uno psicologo-guida, che conosca qualche "mappa" per orientarsi, può ampliarle gli orizzonti e restituirle nuova vitalità.
Buon giorno, capisco l’insoddisfazione che relazioni superficiali o complicate possono portare. Più che smettere di uscire e ritirarsi socialmente, o porsi la domanda sulla definizione della sua attuale situazione (consapevolezza, rassegnazione, stare davvero bene da sole, paura di fallire o traguardo), le consiglierei, con l’aiuto di uno specialista, di cercare di riconoscere le emozioni che questa situazione le genera e di analizzare i suoi stili relazionali: se non possiamo scegliere come gli altri si comportano nei nostri confronti, possiamo cercare di comprendere come noi ci relazioniamo agli altri e con quale tipo di persone siamo soliti interagire. Questo potrebbe aiutarla a migliorare la qualità delle sue relazioni.
Gentile signora, la sua tristezza è comprensibile, probabilmente successiva alla conclusione di un mancato rapporto. Spesso il ripetersi di modalità simili nel succedersi delle relazioni con i diversi partner, è attribuibile alla loro monotonia e alla scelta operata degli stessi. Se fosse così anche per lei e si trovasse ogni volta di fronte allo stesso tipo di partner, questo potrebbe indicare la somiglianza tra gli uomini, ma soprattutto la selezione che lei ne fa. Potrebbe essere utile approfondire il tema con uno specialista, per capire se ci sono ragioni personali che la portano a ripetere scelte che si rivelano poi inefficaci.
Le auguro di trovare la strada.
Un cordiale saluto.
D.ssa Patrizia Mattioli
Per rispondere alla sua domanda credo sia giusto chiedersi anche perché storie precedenti non siano continuate. Lo psicologo dovrebbe poter dare delle risposte o delle ipotesi che, oltre a spiegare il presente, servano anche a costruire il futuro.
Buonasera, la sua è una riflessione molto profonda,
conoscere quali sono le emozioni che nascono da questa riflessione potrebbe aiutarla ad avere le risposte che sta cercando .
Mi sento di consogliarle un percorso di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale al fine di poter approfondire non solo le sue riflessioni/cognizioni ma anche la sua sfera emotiva.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Liliana Mattioli
Buonasera gentile utente, grazie di aver posto la sua domanda/riflessione. Credo che a 47 anni lei stia prendendo sempre più consapevolezza di sé stessa, delle sue risorse, delle sue capacità e del suo potenziale interiore. A volte stare meglio con sé stessi e avere un buon dialogo interiore significa affrontare dei cambiamenti e delle scelte nelle relazioni interpersonali. Ma se tutto questo aumenta il proprio grado di benessere e di consapevolezza ben venga. Buon cammino interiore per qualsiasi informazione sono a disposizione.
Cordialmente,
Dottoressa Monica Pesenti
Buongiorno,
Le considerazioni e le domande, che in questa fase della sua vita, accoglie, potenzialmente aprono nuovi scenari.
Le sensazioni di delusione ed anche tristezza che accompagnano questa sua riflessione, sebbene dolorose, possono essere inserite in una visione di passaggio. Rassegnazione, consapevolezza, traguardo... è possibile sia l'inizio di un nuovo ed arrichente viaggio?
Le auguro di proseguire con la fiducia e la disponibilità di uno sguardo di stupore.
C. Passante
Gentilissima signora, penso che all'età di 47 anni è arrivato il tempo di poter affrontare le varie emozioni che lei descrive in compagnia di uno psicoterapeuta che la potrà aiutare con un percorso terapeutico di acquistare maggior fiducia di se stessa e agli altri. Cordiali saluti
Ci sono nella vita dei momenti in cui si ha voglia di stare da soli, senza vedere nessuno, stando rilassati su un divano a leggere un libro. Forse non siamo più abituati a godere di queste situazioni, ma quando arrivano è meglio coglierle ed apprezzarle per quello che sono: dei momenti di tranquillità per dedicare un po’ di tempo a se stessi. L’importante è che non li faccia diventare una gabbia ma che sia comunque aperta a cogliere, quando arriveranno, quelle situazioni che potrebbero riaccende in lei la voglia di investire, credere, costruire, perché allora ne varrà davvero la pena.
Buonasera.
Le domande che si pone andrebbero un po’ approfondite, forse rovesciate .
Spesso gli altri fungono da specchio,.
Forse potrebbe osare, rischiare .
Un percorso di analisi penso le farebbe vivere scoperte interessanti in grado di sovvertire pronostici.
In bocca al lupo!
Cordialmente
Dr.ssa Russo
Quando l’interesse per le relazioni scompare... è più facile che vi sia rassegnazione, spero momentanea per non rifugiarsi a lungo in una solitudine anche depressiva dove tutto si appiattisce, compreso l'interesse per le persone. Nel mezzo della sua piena maturità e qualità, l'amore l'aspetta. Le auguro migliori incontri ...anche con se stessa.
Il mondo è un riflesso di sè dopo tutto.
Con incoraggiamento, Dr. Gianpietro Rossi
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Buongiorno, dalle sue parole sembra trasparire un senso di delusione legato alle relazioni. Il fatto che Lei si ponga delle domande circa il disinteresse nei confronti delle relazioni indica di per sé la percezione di una sensazione di mancanza. Potrebbe essere utile seguire un percorso per capire se questi suoi comportamenti siano semplicemente legati ad una consapevolezza acquisita, ad un reale senso di benessere o ad una tendenza all' evitamento. In bocca al lupo.
Dott.ssa Simona Cavallaro.
Gentilissima, è piuttosto normale che lei viva e percepisca questo senso di delusione e scontentezza verso gli uomini, e verso le relazioni che ha finora avuto. Le sue consapevolezze sono senz'altro valide, indicano tra l'altro una certa mentalità psicologico- riflessiva.
Ma mi sentirei di dirle che sarebbero molto utili ulteriori consapevolezze, centrate più sullo schema relazionale che agisce dall'interno mentre lei si relaziona con uomo e si aspetta giustamente una evoluzione del rapporto. Questo schema è come un automatismo, proprio un copione, come diceva una collega che le ha risposto, che si è formato nella sua infanzia. Le consiglio un periodo di lavoro su di sé, ad indirizzo psicodinamico. In bocca al lupo!
La risposta sta nel come tu senti questo tuo stato attuale: se vorresti una relazione ma non riesci ad ottenerla e soffri per questo, o se una relazione non ti interessa e stai bene da sola. L'unica che conosce la risposta sei tu. Quello che é essenziale é non arrendersi al "ormai é così è sarà così per sempre" o al "é inutile provarci tanto sono tutti uguali" perché questo non é reale. Ma se stai bene e non senti il bisogno di cambiare le tue serate sul divano e con un buon libro, non vedo perché fartene un problema. Sai tu quale strada vuoi intraprendere e sta a te scegliere se restare così o contattare un professionista (uno psicologo magari) che ti aiuti a capire come realizzare i tuoi obbiettivi e ottenere ciò che vuoi dalla tua vita.
Ti auguro il meglio
Buongiorno, la sua domanda ha tutta l'importanza della domanda. Lei se lo sta chiedendo. Solo lei può rispondersi a partire da ciò che per lei non va. Cordiali saluti PG
Buongiorno, spesso un libro è meglio di un incontro, o di molti incontri... La vita è fatta di incontri, come di domande, alcune delle quali profonde come le sue. Di sicuro consapevolezza. Forse anche rassegnazione; le novità inattese rimangono tra noi e la linea del traguardo. Saluti.
Vale ancora la pena di correre "il rischio dell'incontro"? Perchè gli uomini ci fanno sentire come dei "pezzi in serie" da poter sostituire? Esiste ancora "l'amore per il nome" della persona, per la sua unicità? Quanto mi costa nutrire questa speranza? Quanto mi costerà invece perderla?
Credo che le sue domande ne nascondano altre. E poi, esiste davvero una giusta risposta a queste domande? Ciò che mi preme scriverle è quanto sia importante cercarle, le risposte, per trovare il suo senso. Inizi un percorso. Come disse C.G.Jung: "rendi cosciente l'inconscio, altrimenti sarà l'inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino." I miei migliori auguri.
Gentile utente,
è sempre difficile da brevi messaggi riuscire a cogliere la complessità e la ricchezza di chi scrive, ma il fatto che stia cercando ancora una risposta a certe domande, mi fa pensare che una parte di lei senta ancora il bisogno di in una relazione dove sia possibile entrare in intimità con una certa spontaneità e consapevolezza. Penso che iniziare una relazione terapeutica potrebbe essere un primo passo. Se nella sua vita non l'ha mai fatto, potrebbe essere anche il luogo sicuro dove portare, osservare, conoscere meglio la sofferenza che deriva da passate delusioni.
Un forte abbraccio,
Marcella
Salve, se riscontra delle problematiche come ha descritto, la invito a contattare un professionista con cui parlare e confrontarsi, magari per affrontare un percorso insieme.
MMM
Buonasera, penso che chiedere aiuto sia il primo passo verso la guarigione. Le auguro di trovare un professionista col quale costruire un rapporto di fiducia che possa permetterle di esplorare e sciogliere i suoi nodi più importanti. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Gentile utente, il suo stato è comprensibile. Le consiglio di approfondire il concetto di coazione a ripetere.

Un caro saluto.

Dr Mauro Vargiu

Buonasera, capisco come si stia sentendo. È normale attraversare periodi in cui sembra che le relazioni diventino monotone e scontate e lei perda l’interesse a investire emotivamente. Tuttavia, è importante prendere in considerazione se questa situazione è temporanea o permanente.

Se ritiene che questo sia solo un momento temporaneo e sente ancora il desiderio di costruire relazioni significative, potrebbe valutare l’idea di concentrarti su incontri con persone con interessi e obiettivi simili ai suoi, in modo da avere qualcosa di nuovo e stimolante su cui discutere e con cui impegnarsi.

D’altra parte, se questa sensazione si prolunga nel tempo, può essere utile riflettere sulla sua vita e sulle sue aspettative e valori. A volte il senso di rassegnazione o la paura di fallire possono spingerla a trattenersi da relazioni che potrebbero portare soddisfazione e felicità. In tal caso, potrebbe pensare di lavorare su se stessa e sulla sua autostima e valutare se ci sono aspetti della sua vita che potrebbero essere migliorati per permetterle di aprirsi a nuove esperienze.

In ogni caso, la scelta di rimanere single o avere relazioni dipende totalmente dalle sue esigenze e dalle sue preferenze. Se passare il tempo da sola e dedicare tempo a se stessa la fa sentire felice e realizzata, non c’è nulla di sbagliato in questo. Sta a lei decidere quale percorso seguire e quali sono i suoi obiettivi individuali, resto a disposizione per approfondire.
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