Mi serve aiuto su come affrontare questo problema !!! Innanzitutto mi presento, sono Victoria e ho

26 risposte
Mi serve aiuto su come affrontare questo problema !!!
Innanzitutto mi presento, sono Victoria e ho 18 anni.
Recentemente sono andata ad una festa organizzata da una ragazza con cui condividevo le vacanze estive al mare quando eravamo piccole, lei ha una casa grande e invita sempre un sacco di gente. Con me vengono sempre le mie due migliori amiche e altri due amici sempre della mia stessa cerchia, ci conosciamo da una vita ormai e mi piace stare con loro.
Quella sera c’era il punch e lo adoro, ma ne ho bevuto un po’ troppo infatti dopo qualche ora ho iniziato a sbarellare. Quando ero ancora sobria mi ero messa d’accordo con la ragazza della festa che sarei rimasta a dormire lì, infatti avevo avvertito tutti i miei amici e alla fine se ne sono andati senza di me.
Purtroppo è successo un disastro, perché la mattina dopo mi sono ritrovata nel letto di una delle camere senza vestiti, e inizialmente non ricordavo nulla. Muovendomi avvertivo del dolore e accanto a me non c’era nessuno, anche se avevo sentito qualcuno andare via poco prima.
Ho cercato di rivestirmi in fretta e furia e nel farlo mi sono accorta che sul materasso c’era una macchia. Credevo mi fosse venuto il ciclo e invece feci mente locale e mi ricordai che l’avevo avuto solo pochi giorni prima. Poi ho guardato meglio intorno e per terra ho trovato un paio di chiavi che ho visto mille volte, infatti appartenevano ad uno dei miei due amici (lo chiameremo M). Anche lui era ubriaco quella sera e quando mi sono resa conto di aver passato la notte con lui mi sono sentita male.
Ci tengo a precisare che non è accaduto nulla di grave… Col passare delle ore ho iniziato a ricordare qualcosa di quello che era successo durante la notte ed io ero consenziente. Solo che era la prima volta per me ed è accaduto in maniera inaspettata, quando non ero del tutto in me, e soprattutto non è successo con la persona giusta.
So di esser stata un’incosciente… M lo conosco da tanto tempo, lui ha 21 anni, è un ragazzo bravissimo e sicuramente è scappato dopo avermi vista perché anche lui si è reso conto all’improvviso di quello che era successo. Non farebbe del male ad una mosca, infatti nei giorni in cui ci siamo visti non abbiamo fatto altro che evitarci e guardarci da lontano per l’imbarazzo… Si vede che è in difficoltà, anche io lo sono ma mi vergogno a parlargli.
Mi dispiace anche perché come ho detto è stata la mia prima volta e l’ho sprecata così. Nei giorni successivi ho fissato un appuntamento col medico perché avevo dei dolori alla pancia e lui mi ha rassicurata, infatti sono andati via pochi giorni dopo.
Non ne ho parlato con nessuno… solo con un mio caro amico, che ha reso le chiavi a M al posto mio.
come dovrei fare? mi sento in colpa verso me stessa, verso M e verso tutti… Mi sento una stupida per esser stata così irresponsabile.
Ho bisogno di alcuni consigli su come affrontare questo problema. Spero possiate comprendermi e vi auguro una giornata
Dott.ssa Angela Borgese
Psicologo, Psicologo clinico
Gravina di Catania
Cara Victoria, quello che hai vissuto è stato un momento in cui eri vulnerabile, sorpresa dagli eventi e poi lasciata sola a fare i conti con ciò che è accaduto. Ciò che importa non è tanto “il fatto in sé”, ma ciò che questo fatto ha toccato dentro di te: la tua immagine, la tua idea della “prima volta”, il rapporto con te stessa e con M, il senso di colpa che ora ti abita.
Tu dici di sentirti “stupida”, “irresponsabile”: queste parole non descrivono chi sei, ma il modo in cui stai cercando di dare un senso a qualcosa che ti ha scossa. Spesso, quando il corpo vive un’esperienza imprevista e la mente non era “presente”, si crea un vuoto, un buco, e il senso di colpa arriva proprio a riempirlo. Ma il senso di colpa non dice la verità: dice solo che non riesci ancora a collocare quello che è accaduto nella tua storia.
Riguardo a M, vi trovate entrambi nel punto dell’imbarazzo: nessuno dei due sa come nominare ciò che è successo. Parlare con lui non serve a trovare “colpe” o “responsabilità”, ma potrebbe servire a dare un nome alla vostra confusione. Anche poche parole semplici possono sciogliere molto. Ma devi farlo solo quando tu senti di avere uno spazio interno sufficiente.
Nella tua esperienza non c’è nulla di “sprecato”: la prima volta non è un trofeo da conservare, ma un incontro con qualcosa del proprio desiderio e del proprio limite. A volte accade in modi che non ci piacciono, e proprio per questo apre un lavoro importante: capire cosa vuoi, cosa non vuoi, cosa ti fa male e cosa ti parla davvero.
Il punto ora non è giudicarti, ma ascoltare.
Ascoltare:
– cosa ti ha fatto così male
– cosa temi che questo dica di te
– cosa vorresti poterti dire senza vergogna.
Questo è il lavoro che si può fare insieme in uno spazio psicologico: non per cancellare ciò che è accaduto, ma per farne qualcosa che non ti schiacci.

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Dott.ssa Marta Vanola
Psicologo, Psicologo clinico
Abbiategrasso
Cara Victoria,
grazie per il coraggio con cui hai condiviso quello che è successo. È comprensibile che tu ti senta confusa, imbarazzata o in colpa: hai vissuto un’esperienza intensa, inaspettata e legata all’alcol, quindi è normale che le emozioni ora siano tante e mescolate.
Quello che è successo non definisce il tuo valore né chi sei. Hai già fatto una cosa molto matura: ti sei presa cura della tua salute e hai parlato con qualcuno di fidato. Non sei stata “stupida”: hai vissuto una situazione comune tra i giovani, in cui i limiti diventano meno chiari.
Riguardo a M: anche lui probabilmente si sente spaesato e imbarazzato. Non è necessario affrontare tutto subito, ma quando ti sentirai pronta potresti parlargli con semplicità, senza accusarti o accusarlo. Basta riconoscere che è stata una situazione confusa per entrambi e che vuoi solo chiarire per stare meglio.
Infine, cerca di essere gentile con te stessa: meriti comprensione, non giudizio. Se senti che la cosa continua a pesarti, parlarne con una professionista, un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarti a rimettere ordine nelle emozioni.
Cordialmente Dott.ssa Marta Vanola
Dott.ssa Paola Schizzarotto
Psicologo, Psicologo clinico
Limena
Cara Victoria
grazie per aver condiviso questa esperienza. Immagino tu ti senta scombussolata dell'accaduto ma ti chiedo, se possibile, di non essere cos severa verso te stessa. Per aiutarti a non esserlo, prova a pensare se una tua amica ti raccontasse un accaduto simile, che cosa le diresti? Le diresti forse che è stata una stupida? Le diresti che è stata un'irresponsabile e che deve sentirsi in colpa? Io non credo... Quindi perchè dovresti farlo tu con te stessa!?
Queste sono cose che succedono, a volte ci si lascia un pò andare e certe situazioni possono sfuggire di mano. Dietro alla "prima volta" ci sono delle aspettative altissime, un pò cinematografiche se vogliamo, ma la vita quotidiana è un'altra cosa.
Non parlando a questo M. ed evitandolo, però, a mio avviso non fai che peggiorare e amplificare questa sensazione di "aver fatto una cosa sbagliata". Raccogli la tua forza e il tuo coraggio e muovi il primo passo, normalizzando l'accaduto ma soprattutto accettandolo, e parlane con M. Vedrai che dopo averlo fatto ti sentirai decisamente meglio.
Un caro saluto
Cara Victoria, ho letto con attenzione la sua domanda. Comprendo il momento delicato in cui si trova. Credo che le emozioni che prova meritino un ascolto adeguato all'interno di una relazione con un professionista psicologo/psicoterapeuta che possa supportarla in questa situazione ed aiutarla a sciogliere questa pesantezza che sente.
Dott.ssa Chiara Visalli
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Ciao Victoria, grazie per aver condiviso qui questa tua esperienza così intima e difficile. Immagino quanto ti abbia fatta sentire scossa e quante emozioni confuse tu stia provando. Probabilmente parlarne, con una specialista psicologa soprattutto, ti aiuterebbe a comprendere meglio l'accaduto ed a non viverlo con senso di colpa. In generale, però, parlarne con qualcuno (un'amica, un adulto di cui ti fidi) ti fa bene e ti aiuta a non portare questo peso solo sulle tue spalle.
Comprendo che tu senta di non essere stata abbastanza responsabile e di aver "sprecato la tua prima volta", ma è anche vero che questa prima volta viene troppo romaticizzata - come qualcosa che deve essere "perfetta". Non è così, le prime volte di quasi tutti sono imperfette, inattese, un po' incoscienti a volte. Si impara così, non è resti "segnata": le prossime e future volte andrà meglio, te le godrai in maniera diversa.
So anche che è difficile affrontare M., ma probabilmente anche lui si sente allo stesso modo, e potreste scoprire che parlandone vi sentireste entrambi meglio (d'altronde, siete gli unici che si possono capire davvero l'un l'altro, essendo voi stessi i diretti interessati).
Prova a prendere coraggio ed a chiedergli di parlarne, potrebbe farti sentire molto meglio...
Spero che tu riesca a non viverti questo accaduto come una "macchia", una colpa, ma come qualcosa che, sì, è accaduto, ma che non ti definisce e non diventa un giudizio verso te stessa.
Se avrai bisogno di qualche altro consiglio o di parlarne, mi trovi a disposizione qui o in chat.
Chiara Visalli - Psicologa Clinico Dinamica
Gent.ma Victoria,
grazie per aver condiviso questa esperienza così intima e riservata. E' comprensibile che tu ti senta così turbata in questo momento, con emozioni difficile di gestire: imbarazzo, senso di colpa, rimorso.
Continuare a flagellarti per quello che è accaduto non farà tornare indietro gli eventi. Quel che è stato non cambierà mai. Hai imparato, sulla tua pelle, che l'eccesso di alcol è un pericoloso innesco di comportamenti poco consapevoli e impulsivi, che però lasciano un segno chiaro quando gli effetti svaniscono. Tutto quello che è successo quella notte è condizionato, quindi, da uno stato di alterazione cognitiva e fisiologica, e non può pesare sulla tua coscienza, anche se ora, per te, sembra esattamente il contrario. Penso che tu possa anche essere grata del fatto che non ti sia accaduto nulla di più grave, cosa che purtroppo spesso accade.
Stai notando adesso che gestire le conseguenze di certe scelte può essere molto complesso e travolgerci come un fiume in piena. Ma gli errori si fanno per imparare. Tutti noi, in un modo o nell'altro, soprattutto in adolescenza, abbiamo commesso sbagli, abbiamo corso rischi, abbiamo partecipato con altri a comportamenti sregolati. Si cresce attraverso queste esperienze, è quasi inevitabile. Ma si cresce anche convivendo con questi stati d'animo, con queste emozioni difficili, con la responsabilità di affrontare le proprie azioni e le persone coinvolte.
Se ti senti incapace, in questo momento, di affrontare tutto questo da sola, valuta la possibilità di un supporto psicologico. Con l'aiuto giusto, potrai condividere il peso che porti e cominciare a sganciarti da tutti i pensieri negativi e disfunzionali che stai avendo, su te stessa e sulle persone che ti circondano. La soluzione è nel presente, in ciò che deciderai di fare oggi, e non nel vano tentativo di modificare il passato, o di prevedere il futuro. Prenditi del tempo per te stessa, per risolvere i tuoi dilemmi. Così tornerai a goderti a pieno la tua splendida età.
Ti auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Dott. Simone Ciuffi
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Sambuceto
Innanzitutto cerchi di non colpevolizzarsi perchè l'inesperienza, normale alla sua età, porta a non conoscere le conseguenze di ciò che facciamo.
Capisco l'imbarazzo ma eravate in uno stato di coscienza alterato ma ora siete in voi e uno dei due dovrà fare la prima mossa. Ne ha parlato a voce con uno psicologo?
Dott. Michele Basigli
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Grazie per aver condiviso qualcosa di così personale e delicato.
Hai scritto con molta lucidità e coraggio, e questo è già un passo importante.

Quello che provi è normale: imbarazzo, confusione, senso di colpa, tristezza, dispiacere: sono reazioni comunissime dopo una prima volta vissuta in una situazione non ideale, con alcool di mezzo e poche memorie chiare.
Non significano che tu abbia sbagliato come persona.
Significano solo che sei umana, giovane, e che ti sei trovata in un contesto emotivamente complesso.
Non sei stupida: sei stata in una situazione difficile e stai cercando di capirla. Questo è maturità.

Il senso di colpa
Il senso di colpa nasce quando crediamo di aver ferito qualcuno, pensiamo di aver deluso una parte di noi, o rivediamo le cose “col senno di poi”.
Ma qui non hai fatto del male a nessuno.
Hai fatto una scelta in un momento in cui eri molto vulnerabile. Hai agito come può agire qualunque ragazza della tua età a una festa con tanto alcool.
Non c’è colpa, c’è solo inesperienza.
Il senso di colpa si scioglierà quando inizierai a trattarti con più gentilezza.

La situazione con M:
Da come lo descrivi anche lui è imbarazzato, non è scappato “da te”, ma dalla situazione,
probabilmente prova la tua stessa identica confusione.
E soprattutto: hai ricordato che eri consenziente.
Quindi non stiamo parlando di violenza, ma di una situazione imprevista per entrambi.
Quello che potrebbe aiutarvi è una piccola conversazione semplice e pulita*, ad esempio:
“Ehi, lo so che l’altra sera è stata strana per tutti e due. Volevo solo dirti che sto meglio, non ce l’ho con te e non voglio che ci sia imbarazzo. Se ti va possiamo chiarire un attimo, niente di complicato.”
Non devi entrare nei dettagli se non vuoi.
Basta aprire una porta.
Con persone così vicine, l’imbarazzo si scioglie più facilmente di quanto crediamo.

Parlare o non parlare degli avvenimenti: non sei obbligata a raccontare nulla a nessuno.
Ma parlare con una persona di cui ti fidi (come il tuo caro amico) o con un professionista ti può aiutare a riorganizzare le emozioni e vedere la situazione con più equilibrio.
Non perché tu abbia “bisogno di aiuto”, ma perché il confronto spesso alleggerisce.

Riguardo alla “prima volta": è normalissimo sentirsi delusi quando la prima volta non è come ce la si immaginava.
Ma cerca di non vederla come “sprecata”.
La prima volta è solo un evento, non definisce la tua vita sessuale futura, il tuo valore, né le tue relazioni.
Hai ancora tutta la vita per viverla con la persona giusta, nel modo che desideri.

Cosa puoi fare adesso?
Ti lascio alcuni passi concreti: sii gentile con te stessa, parlati come parleresti a un’amica che ha vissuto la stessa cosa.
Non meriti durezza, ma comprensione.
Se ti senti pronta, parla con M; Niente discorsoni.
Un incontro semplice può eliminare l’imbarazzo e farti sentire più in pace.

Rielabora l’evento
Scrivi (solo per te) come ti sei sentita, cosa hai imparato, cosa vorresti fare diversamente in futuro.

Metti dei limiti con l’alcol.
Non perché hai “sbagliato”, ma perché ti farà sentire più sicura e più in controllo nelle situazioni sociali.

Non sei sola
Quello che ti è successo non ti definisce, non ti rovina, non ti marchia.
È un episodio doloroso, sì, ma superabile.
E il fatto che tu ne stia parlando è un segno di grande forza.

Rimango a tua completa disposizione.
Un caqloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Dott.ssa Rachele Petrini
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Ciao Victoria, dal tuo racconto si percepisce una certa agitazione e credo, il bisogno di dare un senso a ciò che ti è accaduto con le implicazioni che porta con sé. Mi permetto di suggerirti di parlarne con qualcuno, magari una psicologo/a con cui tu possa sentirti a tuo agio. Saluti dottoressa Rachele Petrini
Dott.ssa Fabiana Lefevre
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao Victoria,
grazie per aver raccontato qualcosa di così delicato. Ci vuole molto coraggio per farlo, soprattutto quando ci si sente confuse e vulnerabili. E il tuo modo di descrivere la situazione mostra quanta sensibilità e lucidità tu abbia, nonostante tutto.

Quella sera è stata più grande di te: un po’ di leggerezza, un po’ troppo punch, tante persone intorno… e ti sei ritrovata in una situazione che non avevi previsto. Succede a molti ragazzi alla tua età, ma quando capita a noi, sembra un macigno. È comprensibile che ora tu ti senta in imbarazzo, spaventata o piena di domande.

Quello che è importante, però, è sapere che non hai fatto nulla di “sbagliato” come persona.
Non hai mancato di rispetto a te stessa. Non hai tradito nessuno. Sei semplicemente finita oltre il tuo limite, e questo può capitare a chiunque.

Anche M era ubriaco, anche lui disorientato, anche lui non lucido. Non è stato un gesto premeditato da parte di nessuno dei due. Siete due ragazzi che si conoscono da tanto e che, una sera, hanno perso un po’ l’equilibrio. L’imbarazzo che sentite entrambi dimostra che vi siete resi conto della delicatezza del momento.

Oggi, però, mi sembra che il peso più grande sia il senso di colpa che stai portando sulle spalle: verso te stessa, verso M, addirittura verso persone che non c’entrano nulla. È un peso che non meriti e che non ti aiuta.

Per ritrovare un po’ di calma, puoi fare tre cose semplici:

• Prima di tutto, perdonarti.
Hai vissuto una situazione nuova e intensa. Non sei stata irresponsabile: sei stata umana. Quello che conta è cosa impari ora per il futuro.

• Poi, se te la senti, sciogliere l’imbarazzo con M.
Non per farci un discorso drammatico, ma per togliere tensione a entrambi.
Basterebbe qualcosa di semplice, tipo:
“Quella sera eravamo entrambi fuori controllo. Non ce l’ho con te, e non voglio che ci sia imbarazzo tra noi.”
A volte poche parole fanno respirare.

• Infine, non tenerti tutto dentro.
Parlarne almeno con una persona di fiducia è un modo per non portare da sola un’esperienza già pesante di suo.

Victoria, tu non hai “sprecato” nulla. La prima volta non definisce chi sei né chi sarai.
È solo un pezzo del tuo percorso, non la tua identità.
Gentile Victoria,
la ringrazio per aver condiviso la Sua esperienza, so che non dev’essere stato facile parlarne. Quello che descrive è un episodio che può lasciare confusione, imbarazzo e senso di colpa, soprattutto trattandosi della prima volta e in un contesto in cui non era del tutto lucida. È comprensibile sentirsi sopraffatti dalle emozioni e avere timore di affrontare la situazione con M o con gli amici.

Vorrei rassicurarLa: non significa essere “stupida” o irresponsabile. L’alcol può ridurre la lucidità e le capacità di scelta, e questo accade più spesso di quanto si pensi. Ora l’importante è prendersi cura di sé, sia fisicamente sia emotivamente, senza giudicarsi troppo duramente.

Per quanto riguarda M, l’imbarazzo che percepisce è normale: anche lui probabilmente si è trovato spiazzato. A volte può bastare un piccolo chiarimento, senza dover parlare di grandi cose, per ritrovare un po’ di serenità tra voi.

Ha fatto bene a rivolgersi al medico e a prendersi cura della Sua salute: è un gesto di responsabilità e attenzione verso sé stessa. Se sente che il peso emotivo rimane, parlarne con una psicologa può aiutare a elaborare il senso di colpa e a gestire l’imbarazzo in modo sano.

Questo episodio non definisce il Suo valore né “sprecata” la Sua prima esperienza: merita gentilezza verso sé stessa e tempo per ritrovare equilibrio. Rimango a disposizione, un caro saluto!
Dott.ssa Martina Scandola
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera Victoria,
grazie per aver trovato il coraggio di raccontare qualcosa che ti sta pesando così tanto. Si sente davvero quanto tu sia scossa, confusa e anche molto sola in questa esperienza, e meritavi di viverla in un modo completamente diverso. Cercherò di risponderti con tutta la delicatezza possibile.
Prima di tutto vorrei dirti una cosa importante: non è colpa tua. Hai 18 anni, ti sei trovata in un contesto festoso, con amici, con l’alcol che inevitabilmente riduce lucidità e capacità di valutazione. È successo qualcosa che non avevi programmato e che ti ha colta impreparata, e questo può generare vergogna, senso di colpa, paura di essere giudicata.
Ma nessuna di queste emozioni significa che tu “sia stata stupida” o che “te la sia cercata”. Stai semplicemente facendo i conti con la complessità delle prime esperienze, del corpo che cambia, dei confini affettivi e fisici che si imparano a conoscere nel tempo.
Dal punto di vista psicologico, soprattutto alla tua età, eventi così carichi emotivamente possono lasciare un segno perché vanno a toccare aspetti molto profondi dell’identità: il desiderio, la fiducia, la percezione di te stessa, il bisogno di sentirti rispettata e al sicuro. E il fatto che la prima volta sia accaduta in modo confuso può farti provare una sorta di “perdita di controllo” su un momento che immaginavi diverso.
Riguardo a M, mi sembra che tu abbia due sentimenti diversi che convivono: da un lato l’imbarazzo e il disagio per ciò che è accaduto; dall’altro una profonda preoccupazione per lui, come se volessi proteggerlo dal dolore o dal senso di colpa. Questo è un tratto molto sensibile e maturo, ma rischia di farti mettere in secondo piano ciò che tu stai vivendo.
Il fatto che lui ti eviti e sia teso non significa che abbia qualcosa contro di te: spesso, quando succede qualcosa di così inaspettato, anche i ragazzi non sanno come affrontarlo e reagiscono chiudendosi, come se non avessero parole.
Potrebbe aiutarti, quando ti sentirai un po’ più stabile emotivamente, provare ad avere con lui un breve scambio semplice, gentile, senza forzare nulla: qualcosa come “So che quella notte è stata strana per entrambi. Non ti sto chiedendo nulla, ma mi farebbe stare meglio sapere che stai bene e che non c’è rancore”.
Non è necessario approfondire se non te la senti; l’obiettivo non è sistemare tutto, ma restituire un po’ di realtà a quello che ora vive solo nella tua testa.
Sul fronte interno, però, tu hai bisogno e diritto di darti tempo. Di elaborare. Di capire cosa ti ha fatto più male: la sensazione di non aver avuto controllo? l’idea della “prima volta sprecata”? la paura che gli altri giudichino?
A volte, quando un’esperienza è così carica e confusa, parlarne con un professionista può darti un luogo sicuro per mettere ordine, senza paura e senza dover proteggere nessuno.
Vorrei davvero che tenessi a mente questo: tu non hai fatto nulla di irreparabile.
Hai vissuto una situazione che molte ragazze vivono, ma di cui parlano pochissimo per timore di essere giudicate. E proprio per questo è importante che tu non rimanga sola con tutto questo peso.
Concediti gentilezza. Permettiti di essere umana, imperfetta, giovane. È così che si cresce: non evitando gli errori, ma imparando a trasformarli in consapevolezza.
Se senti il bisogno di continuare a parlarne, siamo qui. Ti mando un pensiero di sostegno e di rispetto.
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Ciao Victoria, capisco lo sconcerto per questo episodio. Ma vorrei invitari a non colpevolizzarti così in modo esclusivo. C'e' stato un andare oltre i limiti ma è una situazione che da come racconti coinvolge tutti e due, non solo te. Mi sembra buono per te che tu prenda contatto con lui, che vi parliate e ricostruiate assieme l'accaduto. Se questo fosse disagevole o lui non disponibile una possibilità è richiedere tu un consulto psicologico. Se ritiene io posso essere disponibile anche on line. Buona serata! Dario Martelli
Dott.ssa Alessandra Barcella
Psicologo, Psicologo clinico
Gorlago
Victoria, la ringrazio per aver condiviso un vissuto così delicato. Da ciò che racconta emerge quanto questa esperienza l’abbia scossa, e la comprendo: tra il senso di colpa, l’imbarazzo e la confusione è naturale sentirsi così, soprattutto quando qualcosa accade in un momento di fragilità.

Mi sembra che stia portando da sola un peso emotivo molto grande, cercando di fare chiarezza tra ciò che è successo e ciò che prova ora. È importante che si dia il permesso di ascoltarsi senza giudicarsi con durezza: ha fatto del suo meglio in una situazione complessa.

Resto a sua disposizione, se lo desidera, per aiutarla a riflettere con calma su ciò che sta vivendo e su come orientarsi rispetto a queste emozioni così intense.

Un caro saluto
Dott.ssa Barcella
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve Victoria, la ringrazio per aver condiviso una parte così delicata e personale della sua esperienza. Non è semplice trovare il coraggio di parlarne, soprattutto quando ci si sente confusi, in colpa o spaventati da ciò che è accaduto. Il fatto che abbia deciso di raccontarlo è già un segnale importante di quanto desideri comprendere, sistemare e stare meglio. Quello che è successo quella sera l’ha colta completamente impreparata. Era una situazione nuova, inattesa, accompagnata dall’alcol e da un contesto in cui non aveva pieno controllo di sé. È comprensibile che ora provi vergogna, imbarazzo, senso di colpa e un forte disagio quando pensa a M. Ma queste emozioni non significano affatto che lei sia stata irresponsabile o “stupida”. Significano che ha vissuto qualcosa di molto più grande delle risorse che in quel momento aveva a disposizione. Racconta che con il tempo ha ricordato frammenti della notte e che è stata consenziente. Questo le permette di distinguere ciò che è accaduto da ciò che teme possa essere accaduto. Ma resta il fatto che non fosse lucida, che fosse la sua prima volta e che non sia successo nelle condizioni che avrebbe desiderato. È naturale che le rimanga un senso di amarezza, come se le fosse stata sottratta un’occasione importante. Non è colpa sua se le cose sono andate così. È stato un insieme di fattori, non una sua scelta ponderata, e il suo giudicarsi così duramente aggiunge solo sofferenza a un evento che è già stato complesso di per sé. Anche M è rimasto spiazzato. Da come lo descrive sembra un ragazzo rispettoso, probabilmente altrettanto confuso e imbarazzato quanto lei. Il suo evitare di parlarle non è un rifiuto, ma un modo immaturo e comprensibile di fronteggiare una situazione che non sa come gestire. Entrambi siete rimasti coinvolti in qualcosa di emotivamente molto più intenso di quanto vi aspettavate. Parlarne con lui potrebbe aiutarla, ma non è obbligata a farlo fino a quando non sente di potercela fare. Potrebbe iniziare con un messaggio semplice, non per chiarire tutto immediatamente, ma solo per sciogliere quel silenzio pesante tra di voi. Potrebbe dirgli che è stato un episodio che vi ha messi in difficoltà, che non lo ritiene colpevole e che anche lei si sta ancora orientando tra le emozioni. Questo non serve a tornare come prima, ma a restituirvi la possibilità di guardarvi senza paura. Infine, il senso di colpa che sente verso sé stessa merita attenzione. Quando qualcosa ci ferisce, abbiamo la tendenza a prendercela con noi stessi, come se se avessimo potuto prevedere, controllare, evitare. Ma quella sera lei era una ragazza di diciott’anni che si fidava di un gruppo di amici e di un contesto familiare. Ha sbagliato nella misura in cui ogni adolescente sbaglia mentre sta imparando come muoversi nella vita. Questo non la definisce, non dice nulla del suo valore, e non le toglie la possibilità di vivere esperienze future più sane, consapevoli e desiderate. Le permetta di essere gentile con sé stessa. Sta attraversando qualcosa che molte persone vivono e che spesso diventa un momento di crescita, non di condanna. Se sente che queste emozioni rischiano di diventare troppo pesanti, parlarne con un professionista potrebbe offrirle uno spazio protetto per dare un ordine a tutto ciò che prova. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Caterina Lo Bianco
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Carissima Victoria,
ti rispondo con tutta la delicatezza e il rispetto che meriti. Quello che hai vissuto è stato un momento complesso, confuso, carico di emozioni difficili: vergogna, paura, colpa, disorientamento. Sono reazioni molto comuni quando un’esperienza così intima avviene in un contesto inaspettato, sotto l’effetto dell’alcol e senza una piena consapevolezza iniziale.
Vorrei offrirti alcuni punti che possono aiutarti a rimettere ordine dentro ciò che stai vivendo:
1. Non sei “stupida”: sei stata una ragazza di 18 anni in una situazione nuova e ingestibile
L’alcol riduce lucidità e capacità decisionali. Questo non ti rende sbagliata: ti rende umana. Non meriti giudizi o etichette negative. È importante riconoscere che ti sei trovata in qualcosa più grande di te, e che ora stai cercando di capirlo con maturità.
2. L’esperienza sessuale è stata consenziente, ma non per questo “leggera”
Hai detto chiaramente che, ripensandoci, eri consenziente. Questo è un elemento centrale: non c’è stata violenza.
Ma allo stesso tempo era la tua prima volta, e non è avvenuta nel modo che avevi immaginato. È normale provare tristezza o dispiacere. Non è “qualcosa da buttare”: è un evento che oggi ha bisogno di essere elaborato, non cancellato.
3. Anche M sta vivendo il suo pezzo della storia.
Dal tuo racconto emerge un ragazzo in difficoltà, imbarazzato, probabilmente spaventato tanto quanto te.
Spesso, quando due persone si trovano coinvolte in qualcosa di così delicato, entrambe tendono a evitare lo sguardo dell’altro per proteggersi. Non è rifiuto. È un modo goffo di difendersi.
4. Parlare con lui potrebbe aiutare entrambi.
Non deve essere un confronto pesante o drammatico. Può essere qualcosa di semplice e autentico:
“È stata una situazione confusa per entrambi. Non voglio ignorarla o far finta di nulla. Vorrei solo rassicurarti che non ce l’ho con te e che sto cercando di capire come gestire questa esperienza.”
Un breve scambio può alleggerire molta tensione e riportare la vostra amicizia in un luogo più sicuro.
5. La vergogna si scioglie quando condividi il peso.
Hai scelto di confidarti con un amico di cui ti fidi: è un segnale di risorse interne forti.
Se senti che la colpa continua a “spingere”, potresti valutare di parlarne con un adulto di riferimento o con un professionista. Non perché ci sia qualcosa di “grave”, ma perché meriti uno spazio dove sentirti accolta e non giudicata.
6. Da qui in avanti puoi imparare qualcosa di prezioso
Ogni esperienza – anche quelle che non avremmo mai scelto così – può diventare un tassello importante della nostra crescita:
• imparare a proteggere i propri confini;
• fare attenzione all’alcol in contesti nuovi o affollati;
• riconoscere che il corpo ha tempi, paure, desideri che è giusto ascoltare;
• capire che la prima volta non definisce chi sei, né come vivrai le prossime.
Non hai “rovinato” nulla. Hai vissuto qualcosa di imperfetto e reale, e stai già facendo un lavoro molto adulto: provare a guardarlo negli occhi.
7. Ciò che serve ora non è punirti, ma avere cura di te.
Trattati con dolcezza.
Datti tempo per elaborare.
E permettiti di riscrivere cosa significhi per te l’intimità e il valore delle tue scelte.
Se vuoi, possiamo approfondire insieme come affrontare un eventuale dialogo con M, come gestire l’emozione della colpa, o come sostenerti nei prossimi passi. Sono qui.
Resto a disposizione per un eventuale confronto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Caterina Lo Bianco – Psicologa ad orientamento Sistemico-Relazionale
Dott. Giovanni D'Anzieri
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gent.ma Victoria,
si trova in una situazione che ha generato in lei un forte scossone emotivo, e non potrebbe essere altrimenti. L’esperienza che ha vissuto non riguarda soltanto ciò che è accaduto quella notte, ma tutto ciò che esso ha smosso dentro di lei: la vulnerabilità, la perdita di controllo dovuta all’alcol, l’imprevedibilità della situazione e il fatto che si trattasse della sua prima volta. È normale che oggi provi vergogna, confusione e un senso di smarrimento: non sono segnali di debolezza, ma di quanto l’evento abbia toccato qualcosa di profondo nella sua identità affettiva.
Lei sta cercando di mettere ordine fra emozioni che si contraddicono: da un lato sa di essere stata consenziente, dall’altro sente che non era davvero nelle condizioni di scegliere con lucidità. Questo doppio registro – il sì dato nel momento e il “non era la persona giusta, non era il contesto giusto” che emerge dopo – crea in lei un conflitto interno che si traduce in senso di colpa e giudizio verso sé stessa. È un movimento comune nelle prime esperienze vissute in condizioni di alterazione: l’emotività arriva prima del significato, e la mente impiega tempo a trovare una narrazione che non ferisca.
La vergogna che prova quando pensa a M è un’altra parte importante della vicenda. Lei e M avete condiviso un legame amicale che fino a quella notte era chiaro e definito; ora entrambi vi trovate in una terra di mezzo in cui la vicinanza è diventata imbarazzante e carica di impliciti. Anche lui, con molta probabilità, si sente disorientato: non perché abbia fatto qualcosa contro la sua volontà, ma perché l’evento ha sconvolto la rappresentazione che aveva di sé nel rapporto con lei. È come se entrambi faceste fatica a guardarvi negli occhi non per ciò che è accaduto in sé, ma per ciò che l’evento ha infranto: l’immagine reciproca di amicizia senza implicazioni sessuali.
Lei tende a prendersi tutto il peso sulla coscienza: si sente colpevole verso sé stessa, verso M e forse anche verso il gruppo di amici. Questo non significa che sia giusto che porti questo peso, ma indica il tentativo di ritrovare una coerenza interna dopo un’esperienza emotivamente complessa. Non c'è colpa da espiare: c’è una ragazza molto giovane che ha avuto una prima esperienza diversa da quella che avrebbe voluto, in un contesto in cui l’alcol ha abbassato le difese lasciando spazio a reazioni e impulsi del tutto naturali. Non si tratta di leggerezza morale, ma di un momento limite fra desiderio, fragilità e inesperienza.
Il silenzio che è calato tra lei e M non nasce da un errore, ma dalla difficoltà per entrambi di trovare parole per un fatto che ha modificato il campo emotivo senza essere un atto intenzionale di trasgressione. M non si è allontanato per vergogna di lei, ma perché anch’egli sta cercando di comprendere qualcosa che è accaduto all’improvviso. È importante che lei comprenda che non ha “sprecato” nulla: ciò che percepisce come perdita è il dolore naturale che deriva dall’aver vissuto un momento intimo senza sentirsi pienamente sé stessa.
Quando sentirà di avere un minimo di stabilità emotiva, potrebbe essere utile parlarne con M. Una comunicazione aperta e semplice può aiutare entrambi a dissolvere imbarazzo e sensi di colpa che nessuno dei due merita di portare.
Ciao, mi dispiace sentire tutta questa sofferenza, e ti voglio mostrare un'alternativa a questo dolore: sii comprensiva con te stessa. è lodevole che tu sia coscienziosa e consapevole, ma sei anche umana: è normale abbassare la guardia, è normale fare cose che a mente lucida non si farebbero, è normale incasinare tutto. è normale perché lo facciamo tutti, e più lo facciamo più diventiamo bravi ad aggiustare il tiro e ad agire meglio in futuro. Era la tua prima volta, ma non sarà l'ultima: ci sarà una prima volta che ricorderai, che avrai con la persona giusta, e che per te sarà un ricordo indelebile, e non l'hai ancora persa, perché deve ancora arrivare. Noi non conosciamo la prospettiva di M., forse lui anche vuole lasciarsela alle spalle, magari alleviare la tensione di quello che può significare questa notte insieme: se ti vedrà più tranquilla, avrà anche lui più coraggio per parlarti. E poi: anche lui non era in sé quella sera, dagli modo e tempo di venire a patti con quello che prova, proprio come stai facendo tu. Ricorda, non sei stupida: stai solo crescendo e vivendo e sbagliando e imparando. Un saluto
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Gentile ragazza,capisco bene quanto questa esperienza la abbia scossa. Non è facile ritrovarsi in una situazione così delicata, soprattutto quando ci sono di mezzo l’alcol, la prima volta, un amico di cui si fida e tanto imbarazzo reciproco. Ma è importante partire da un punto: non ha fatto nulla di imperdonabile. Non è una “stupida”, né deve sentirsi colpevole. Ha vissuto un episodio confuso, emotivamente intenso, che merita comprensione e non giudizio.
Il senso di colpa nasce dal fatto che non immaginava la prima volta così e dal fatto che la situazione le è sfuggita di mano per via dell’alcol. È umano. A 18 anni può capitare di non rendersi conto dei propri limiti e di perdere controllo. Questa esperienza non la definisce, non la sminuisce e non toglie valore alla sua sessualità futura.
Riguardo a M, quello che descrive è un imbarazzo reciproco: nessuno dei due voleva ferire l’altro. Siete finiti in un momento complicato, entrambi non del tutto lucidi. Questo non significa che sia stato un gesto sbagliato o violento, semplicemente non era il contesto che avrebbe voluto. Il fatto che lui la eviti e sia in difficoltà indica che anche lui sta cercando di capire come comportarsi, forse teme di farla stare peggio o di metterla a disagio.
Se se la sente, un piccolo chiarimento può aiutare entrambi a stare meglio. Non serve un discorso lungo: può essere una frase semplice. Per esempio:
«Quella sera è stata confusa per entrambi. Io non ti incolpo, non è successo nulla contro la mia volontà. Ero solo molto scossa. Ci tenevo a dirtelo per togliere un po’ di imbarazzo».
Questo non riapre nulla, non crea aspettative, ma chiude con serenità qualcosa che entrambi state portando dentro in silenzio.
Infine, si ricordi che la prima volta non è “rovinata”. La prima volta davvero significativa è quella che sceglierà in futuro da sobria, con consapevolezza e con una persona che ama. Quello che è successo non cancella nulla, non la definisce e non dice nulla sul suo valore.
Se sente che la vergogna o il senso di colpa non passano, parlarne con uno psicologo può aiutarla a liberarsi da un peso che ora sembra enorme, ma che può essere elaborato in modo sano e sereno.

Un caro saluto
Dott.ssa Alina Mustatea, Psicologa clinica e giuridica, Psicodiagnosta clinica e forense, Coordinatore genitoriale
Se desidera un supporto per elaborare l’accaduto e ritrovare tranquillità, può prenotare una visita.
Buongiorno Victoria, ho letto attentamente le tue parole e ci tengo innanzitutto a complimentarmi con te per la tua purezza d'animo e di sentimenti. Si evince che tutto è accaduto in un momento in cui tu e il tuo amico M non eravate lucidi e padroni delle vostre azioni. Può accadere, ma deve servire da insegnamento la tua esperienza, per te e per altri, poiché, a differenza di questo caso specifico, potrebbero esserci delle conseguenze ben più gravi e con dei risvolti più complicati da gestire. Sentirsi in colpa e una stupida, come dici tu, mi sembra una risposta abbastanza comprensibile rispetto alla situazione, ma penso che il confronto con il tuo amico M possa essere l'azione da mettere in campo per semplificare e risolvere i vostri reciproci stati d'animo, che a quanto ho capito stanno modificando la vostra antica relazione di amicizia. E poi chissà, da cosa nasce cosa... buona giornata!
Ciao Victoria, grazie per aver trovato il coraggio di condividere qualcosa che per te è stato così confuso, intenso ed emotivamente difficile. Capisco quanto possa essere complicato fare ordine tra ciò che è successo, quello che ricordi e i sentimenti che stai provando adesso. È del tutto normale che emergano vergogna, senso di colpa, imbarazzo o smarrimento dopo un episodio così carico dal punto di vista emotivo.
Vorrei rassicurarti su una cosa importante: il fatto che tu provi tutte queste emozioni non significa affatto che “sei stata stupida” o irresponsabile. Hai vissuto un momento in cui l’alcol ha abbassato le tue difese e la situazione è evoluta in modo rapido e inaspettato. Questo potrebbe succedere a chiunque!
Da ciò che racconti, non emergono elementi che indichino una violazione della tua volontà; anzi, ora che alcuni ricordi stanno tornando, sembra che tu sia stata consenziente. Ma il fatto che fosse la tua prima volta, e che tu non fossi nel pieno delle tue capacità di giudizio, spiega perfettamente perché ora ti senti così turbata. È un’esperienza che ha un peso simbolico molto forte, e viverla in un contesto poco chiaro può lasciare confusione.
È comprensibile che entrambi proviate imbarazzo. Siete amici da tanto tempo, e non vi aspettavate di trovarvi in una situazione così intima senza una reale intenzionalità da parte di nessuno dei due. Il suo comportamento (l’imbarazzo e l’evitamento) non indica necessariamente vergogna verso di te, ma probabilmente verso ciò che è successo, esattamente come capita a te.
Potrebbe essere utile darti un po’ di tempo per elaborare quello che provi e, quando ti sentirai pronta, pensare a un confronto sereno con lui. Non per decidere “cosa deve succedere” tra voi, ma solo per fare chiarezza e restituire a entrambi la sensazione di sicurezza nella vostra amicizia.
Inoltre, è importante che tu sappia che il tuo valore, la tua dignità e la qualità delle tue relazioni non dipendono da questo episodio.
Se vorrai, potremo esplorare insieme questi sentimenti: il senso di colpa, il bisogno di capire cosa desideri, e come riconnetterti con te stessa dopo questo evento.

Victoria, quello che descrivi è un vissuto molto intenso e comprensibilmente confuso. Ti sei ritrovata in una situazione inaspettata, in un momento di vulnerabilità, e ora ti porti addosso emozioni forti: imbarazzo, senso di colpa, tristezza, paura di aver “sbagliato”. È del tutto umano reagire così quando qualcosa accade senza che ci si senta pienamente presenti o pronti. È importante ricordarti che non sei “stupida” né “irresponsabile”: quella sera eri alterata dall’alcol e questo può rendere difficile mantenere lucidità e controllo, specialmente in un contesto nuovo o emotivamente carico. Il disagio che provi ora è un segnale del bisogno di dare un significato a quello che è successo, non una prova di colpevolezza.
Anche il rapporto con M rende tutto più complesso: l’imbarazzo reciproco, il silenzio, il timore di rovinare un’amicizia. È normale che vi stiate evitando, perché entrambi state cercando di elaborare ciò che è accaduto. Ognuno lo fa a modo suo.
Questa esperienza merita spazio, delicatezza e ascolto, non giudizio. Parlare con qualcuno che possa accogliere le tue emozioni, anche in un percorso psicologico, può aiutarti a ritrovare chiarezza, a elaborare quello che hai provato e a ricostruire un senso di sicurezza e rispetto verso te stessa.
Ciò che conta davvero adesso è come ti senti e come puoi prenderti cura di te. Nessuna “prima volta” definisce il tuo valore, né il tuo futuro. Puoi ritrovare serenità, un passo alla volta.
Dott. Andrea Passarelli
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Carissima, ci racconta un'esperienza difficile, ma importante e che riguarda un momento di grande importanza. Quello dell'incontro sessuale con l'altro. La ringrazio per aver condiviso un momento così personale e di crescita.
Il suo sentirsi scossa e turbata è comprensibile, anche perché rappresenta un passaggio a nuove esperienze e ad una nuova fase di vita. E spesso questi transiti possono mettere in difficoltà. Essere fonte di ansia e angosce.
E' importante che possa trovare modo di poter parlare e riflettere insieme a chi ha vicino e a cuore, la sua esperienza. Dando espressione a ciò che emotivamente le è rimasto. E per cogliere il significato di ciò che ha potuto vivere. L'incontro con la sessualità non è mai semplice, ma anzi porta con sé grandi implicazioni emotive, spesso non prive di timori e preoccupazioni. Non deve incolparsi.
Un caro saluto.
AP
Dott. Pierluigi Campesan
Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno, credo che dovrebbe trovare il modo di parlare con M per scambiarvi le sensazioni che stanno tenendovi lontano, chiarezza e apertura verso l'altro sono alleate nel definire le situazioni in cui veniamo a trovarci e nelle azioni da intraprendere per il futuro. Inoltre, il parlarne potrebbe aiutare entrambi ad integrare l'accaduto, dando un diverso significato a ciò che assieme avete fatto e quantomeno a non fantasticarne troppo, bensì riportare il tutto ad un esame di realtà. Ciò toglierebbe anche un pò della colpa che entrambi state provando.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Cara Victoria,
grazie per aver condiviso una situazione così delicata e personale. Quello che racconti è un episodio che può generare confusione, vergogna, sensi di colpa e molte domande su di sé, soprattutto perché riguarda la tua prima esperienza sessuale, avvenuta in un momento di vulnerabilità e senza la lucidità che avresti voluto avere.

È importante che tu sappia che le emozioni che stai provando sono comprensibili e comuni in situazioni come questa. Non sei “stupida” né “irresponsabile”: quella sera eri alterata dall’alcol, e questo può portare a comportamenti che non riflettono pienamente ciò che desideriamo o che siamo abituati a scegliere con consapevolezza.

Da ciò che descrivi, emergono alcuni punti significativi:

• Il consenso c’è stato, ma in un contesto in cui entrambi eravate alterati. È normale che questo ti lasci un senso di confusione o di smarrimento.

• Non sei sicura di come relazionarti a M. Anche lui probabilmente si è spaventato o vergognato, non per ciò che sei tu, ma per la situazione incontrollata in cui vi siete trovati. Una conversazione calma, quando e se te la sentirai, potrebbe aiutarvi a sciogliere l’imbarazzo e chiarire che nessuno dei due ha “colpe”.

• Ti senti in colpa verso te stessa. Questo è forse l’aspetto più importante: stai giudicando duramente una versione di te che quella sera non era nelle condizioni di scegliere con lucidità. Lavorare su questo senso di colpa può aiutarti a ritrovare serenità, autostima e sicurezza nelle relazioni future.

• Hai fatto bene a rivolgerti al medico per il dolore e a prenderti cura del tuo corpo. Prendersi cura anche della mente e delle emozioni è il passo successivo.

In questi casi può essere molto utile parlarne con uno specialista, non perché ciò che è accaduto sia “grave” in sé, ma perché ti ha lasciato un peso emotivo che stai portando da sola. Uno spazio sicuro e non giudicante può aiutarti a elaborare l’accaduto, gestire il senso di colpa, comprendere meglio i tuoi bisogni e riprendere fiducia nelle tue scelte.

Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Silvia Bertolotti
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Milano
Ciao Victoria, grazie per aver condiviso la tua esperienza, perché non è facile parlare di situazioni così delicate. Quello che racconti è comprensibile: sei giovane, era una festa, c’era alcol e tutto è successo in modo inaspettato. È normale sentirsi confusa, provare vergogna o colpa, ma voglio dirti una cosa importante: non sei “stupida” e non devi colpevolizzarti. Hai vissuto un momento che non avevi programmato, ma questo non definisce il tuo valore né la tua persona.
Il fatto che tu abbia chiarito che eri consenziente è importante, soprattutto per te stessa, anche se eri in uno stato di alterazione. È normale che ora tu provi disagio, soprattutto perché era la tua prima volta e probabilmente non è andata come l’avevi immaginata. Ma non è “sprecata”: le esperienze, anche quelle che non ci piacciono, fanno parte della vita e ci insegnano qualcosa su noi stessi.
Per quanto riguarda M, da come lo descrivi sembra che anche lui sia in imbarazzo e non sappia come affrontare la situazione. Evitare di parlarne non aiuta né te né lui, perché lascia tutto sospeso. Se ti senti pronta, prova a dirgli qualcosa di semplice, senza colpe né accuse, ad esempio: “Vorrei chiarire quello che è successo, perché mi sento a disagio e penso che parlarne possa aiutarci entrambi.” Non serve entrare nei dettagli se non vuoi, ma affrontare la cosa può togliere peso e imbarazzo.
Infine, non sentirti in colpa verso gli altri: questa è una questione tra te e lui, e non hai fatto nulla di “sbagliato” che richieda giustificazioni. Sei stata responsabile nel fare un controllo medico, e questo è un segnale di maturità.
Il consiglio più importante è: prenditi cura di te stessa, non giudicarti con durezza. Gli errori o le scelte impulsive fanno parte della crescita. Se senti che il peso emotivo è troppo, valuta di parlarne con una persona di fiducia o con un professionista: non per giudicarti, ma per aiutarti a elaborare quello che provi.

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