Buongiorno, vi descrivo brevemente la mia situazione. Da un po' di anni sono diventata ansiosa, poco

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Buongiorno, vi descrivo brevemente la mia situazione. Da un po' di anni sono diventata ansiosa, poco prima di lasciare la mia famiglia e trasferirmi per università all'estero.Ho attraversato gli annunci alternando i periodi tranquilli con quelli burrascosi di ansia e panico, tra alti e bassi. Da quasi 2 anni sono in terapia e anche lì ho avuto momenti di progressi e altri di ritorno al passato. Dopo una crisi emotiva forte di qualche mese fa, ho affiancato la terapia anche con un SSRI suggeritomi dalla psichiatra. In questi mesi ho fatto tanto, capito molte cose, migliorato alcuni aspetti ma anche attraversato momenti di paura e dubbio, mettendo in discussione tutta la mia vita e il senso della stessa . Ora sto molto meglio, sono autonoma e l'ansia si presenta raramente, quasi mai, ma ogni tanto, specialmente dopo dei momenti di positività o di felicità, mi capita di avere come dei pensieri che mi vengono all'improvviso stile cronaca nera che vediamo in TV: se domani non ci fossi più, la gente cosa direbbe di me? Direbbe che ero solare, gentile, una ragazza normale e tutti si chiederebbero come mai. Specifico che uccidersi non è mai stato un mio pensiero, amo troppo la vita e anzi, spesso la mia ansia è legata proprio alla paura di morire, quindi non sono assolutamente sulla strada di suicidio. Ciononostante, questi pensieri a volte mi vengono e mi fanno paura. Inizio a chiedermi se posso fidarmi di me stessa, se per caso un giorno non succeda qualcosa che mi faccia soffrire talmente tanto da poter compiere un gesto così terribile. Prima del mio periodo difficile mai e poi mai l'avevo pensato, non riuscivo mai a capire chi decideva di farlo. Ora, dopo aver provato quel dolore psicologico, riesco a volte ad essere più comprensibile riguardo a certe situazioni che si sentono in TV. Non so se appunto è semplicemente una cosa che fa parte della mia transizione lungo la strada dell'equilibrio interiore... Spesso me lo spiego appunto come il risultato di quella sofferenza ormai superata e che mi serva ancora per terminare la mia evoluzione... Ma ho paura non passi più, che rimanga sempre con questo tipo di pensiero appena si presenti una difficoltà. È una cosa preoccupante secondo voi? Grazie a chi risponderà
Gentile utente buonasera.
Senza dubbio chiedere consiglio alla professionista che la segue anche in merito ai pensieri intrusivi e negativi che ha descritto è il consiglio primario. nessuno meglio di lei conosce il suo background psicologico e può aiutarla a chiarire i suoi dubbi.

Dal punto di vista psicologico la paura di morire è perfettamente normale e funzionale. Anche se non espressa in pensieri espliciti, la paura di morire nient'altro è che l'istinto di sopravvivenza. C'è un sistema del nostro cervello, l'amigdala, che è specificamente deputato a intercettare nell'ambiente stimoli e situazioni potenzialmente in grado di mettere in pericolo la vita, attivando tutta una serie di reazioni fisiologiche e motorie utili proprio alla sopravvivenza.
Il pensiero che si accompagna alla paura di morire è un circuito di connessione tra amigdala e corteccia prefrontale che si rimbalzano informazioni nervose fino a creare una fissazione. Per farle capire, é come se la preoccupazione razionale di poter morire alimentasse la paura inconscia di morire e viceversa.
Gli inibitori della serotonina come il farmaco che assume potrebbero avere un ruolo nella comparsa di questi pensieri intrusivi poiché inibiscono le aree limbiche, tra cui l'amigdala, aiutando il paziente a gestire i picchi emozionali, ma al contempo tendono ad attivare le aree della corteccia prefrontale, aumentando la ruminazione, l'eccessiva razionalizzazione delle emozioni e una continua preoccupazione.
Il sistema nervoso è una complessa rete di circuiti che hanno bisogno di funzionare in equilibrio, se si toglie energia in eccesso da una parte, di ridistribuisce energia in altre zone, con relativi vantaggi da un lato ed effetti collaterali dall'altro.
Il mio consiglio, oltre a quello di confidarsi sempre con la sua psichiatra, è di aprirsi all'opportunità di intraprendere un percorso terapeutico o di intervento psicologico, che insieme alla terapia farmacologica, le consentano di avere a disposizione strumenti cognitivi e comportamentali utili a vivere con maggiore consapevolezza e serenità il suo processo di guarigione.

Mi permetto anche di consigliarle di avvicinarsi alle tecniche di Mindfulness, basate sull'allenamento dell'attenzione piena al presente e alla consapevolezza dei propri pensieri ed emozioni. Questa disciplina l'aiuterà a rendersi conto che l'attività di pensiero, anche quella intrusiva legata alla paura di morire, può essere gestita con padronanza e armonia, evitando che diventi fonte di disagio e di ansia.

Se lo desidera sono a sua disposizione per ulteriori chiarimenti e informazioni a riguardo.
Spero di esserle stato di aiuto e sostegno, un caro saluto. Dott. Antonio Cortese

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera e grazie per la condivisione.
Da ciò che scrivi mi sembra di capire che questi pensieri si manifestano in momenti ben precisi, quindi potrebbe essere utile lavorare per comprenderne l'utilità nella tua situazione specifica. I pensieri da soli non dovrebbero essere fonte di preoccupazione o un segnale di azioni future; ciò che di solito ci preoccupa di pensieri come questi è il fatto di non poterli controllare.
Mi pare anche di capire che tu sia ancora in terapia, quindi come prima cosa ti suggerirei di sottoporre la questione al tuo terapeuta, saprà senz'altro indirizzarti al meglio.
Un saluto.
Gentile Amica,
il pensiero della propria morte, o meglio di come saremo considerati dopo quest'evento, ci accompagna come esseri umani. Talvolta è più evidente, qualche volta rimane sullo sfondo e non ce ne accorgiamo. In sé può essere uno sprone fortissimo a puntare ai nostri veri valori: quello che davvero dà significato alla nostra vita.
Tuttavia, per qualche motivo, questi pensieri sembrano angosciarla. Dalla sua ha la fortuna di avere al suo fianco un/a collega con cui riflettere sui motivi più profondi che si nascondo sotto quest'angoscia. -chi dovrebbe ricordarla? In che modo? ha timore di non riuscire ad arrivare a quello che spererebbe di essere?

Sono solo alcune domande, tra le molte. Abbia fiducia!

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buonasera e grazie per questa Sua condivisione che non può non colpire. Nel Suo racconto mi ha colpito soprattutto l'assenza di qualsiasi riferimento ad altre figure presenti nella Sua vita (fidanzato, marito, genitori, fratello, sorella, amici...) e questo invece è un aspetto molto importante da conoscere. Sarebbe fondamentale sapere se si trova ad affrontare da sola il manifestarsi di questi pensieri oppure se c'è qualcuno, oltre al terapeuta, con cui scambiarsi qualsiasi impressione in merito a quelle sensazioni ed emozioni così forti che Lei ha descritto. A prescindere da questo si evince oltre ad un aspetto ansioso anche un tema legato ad una profonda insicurezza per il futuro e del come si viene percepiti dagli altri. Ci sarebbe davvero molto di cui parlare e credo che nessuno meglio del professionista che La segue abbia al momento gli elementi completi per esserLe d'aiuto. In ogni caso oltre a restare a Sua completa disposizione, Le invio un caro saluto.
Salve, la ringrazio per la condivisione. Concordo coi colleghi nel sottolineare l'importanza di parlare di ogni dubbio o preoccupazione col suo psicoterapeuta, la trasparenza è fondamentale e saprà aiutarla conoscendo a fondo la sua storia. Nei percorsi è del tutto naturale avere dei momenti più dolorosi e difficili e altri in cui si è più sereni. Mi sembra che lei abbia sviluppato una buona consapevolezza, lavorando su di se e mettendosi in discussione. La paura legata a certi pensieri è fisiologica, sopratutto quando toccano dei temi tabù e che spaventano l'essere umano, come la morte. Importante è sempre ricordare che i pensieri sono solo pensieri, non corrispondono a realtà. La mindfulness è una tecnica molto utile in questo senso.
Cordialmente, Dott.ssa Ilaria Truzzi
Buongiorno e grazie per la sua condivisione che può essere di esempio per molti. Ha ragione. Siamo sempre in cammino e a volte lo dimentichiamo. Forse quei pensieri sono il transitorio passaggio della consapevolezza di essere viva? Ci saranno solo fino a che 'serviranno'. Un caro saluto:)
Gentilissima, comprendo le sue preoccupazioni riguardo alla persistenza dei pensieri intrusivi riguardo alla sua vita e alla paura di come gli altri potrebbero giudicarla. È positivo sapere che sta seguendo una terapia e ha fatto dei progressi nel gestire l'ansia e il panico. È normale attraversare periodi di alti e bassi durante il percorso terapeutico.
È importante ricordare che i pensieri intrusivi possono essere una reazione naturale a esperienze difficili o traumatiche vissute in passato. La sua preoccupazione e la riflessione sui comportamenti altrui potrebbero riflettere il desiderio di essere compresi e accettati dagli altri.
Continuare con la terapia e la collaborazione con la sua psichiatra è fondamentale per esplorare questi pensieri e affrontare le preoccupazioni che le suscitano. La terapia può aiutarla a comprendere meglio le origini di questi pensieri e a sviluppare strategie per gestirli in modo più efficace.
Non è insolito che le persone affrontino momenti di riflessione sulla propria vita e sulla propria identità, soprattutto quando si sta lavorando sul proprio benessere emotivo. Questi momenti possono far parte del processo di crescita personale e dell'evoluzione verso un equilibrio interiore.
Tuttavia, se i pensieri intrusivi e le preoccupazioni persistono e interferiscono con il suo benessere, è importante parlarne con il suo psicologo. Un professionista può aiutarla a esplorare queste preoccupazioni più a fondo e a trovare strategie per gestirle in modo sano e costruttivo.
La incoraggio a continuare a prendersi cura di lei, ad essere gentile con lei stessa durante questo processo e a cercare il sostegno necessario per affrontare le sfide che potrebbero presentarsi lungo la strada. A sua disposizione per un aiuto. Dr.ssa Marina Lumento.
Parlane in terapia, abbi fiducia nella persona che ti segue e nel percorso (di successo) che finora avete portato avanti. Vedrai che parlandone troverete il senso che questi pensieri hanno e troverai il modo di inserirli proprio nel tuo percorso di terapia. Avanti così! Un saluto
Buonasera, mi pare che questi pensieri negativi si presentino dopo momenti felici. Si potrebbe ipotizzare che alcune parti di lei tendano a demolire o traballino di fronte a cose di cui potrebbe godere. Le reali motivazioni psicodinamiche credo che debbano essere discusse con chi l'ha in cura e può aiutarla a tessere connessioni fra i suoi vissuti. Il percorso di evoluzione non è lineare, non demorda e continui con la psicoterapia. Cordiali saluti Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,

Grazie mille per aver condiviso la tua situazione con tale apertura e sincerità. Il percorso che hai descritto è estremamente personale e complesso, e mi fa piacere che tu abbia cercato sostegno e comprensione. Ti rispondo con rispetto per il tuo vissuto e spero che le mie parole possano offrirti qualche spunto di riflessione.

Innanzitutto, è evidente che hai fatto un lungo e significativo percorso di crescita e comprensione di te stessa. I progressi che hai fatto sono notevoli e dovrebbero essere riconosciuti e celebrati. Le fluttuazioni che descrivi, con momenti di progresso e altri di ritorno al passato, sono normali in un percorso terapeutico e fanno parte del naturale processo di cambiamento e adattamento.

I pensieri che hai descritto possono essere inquietanti e confusi, ma potrebbero anche essere interpretati come una parte del tuo processo di guarigione e comprensione profonda di te stessa. Potrebbero rappresentare una riflessione sulla vita, sulla morte, e sul significato dell'esistenza, piuttosto che un'indicazione di un desiderio o un'intenzione effettiva.

Detto questo, è fondamentale discutere questi pensieri con il tuo terapeuta o psichiatra, poiché sono loro che conoscono meglio il tuo percorso e la tua storia. Potranno valutare in modo più accurato il significato e la rilevanza di questi pensieri nel contesto della tua situazione e del tuo benessere generale.

La paura che hai espresso è comprensibile, ma vorrei rassicurarti che il fatto che tu stia riflettendo su questi pensieri e che li stia affrontando con apertura e onestà è un segno positivo. Il percorso verso l'equilibrio interiore può essere lungo e pieno di sfide, ma con il giusto supporto e la volontà di continuare a lavorare su te stessa, c'è ogni motivo per essere ottimisti.

Se questi pensieri diventano più frequenti o preoccupanti, è importante che tu li comunichi prontamente al tuo terapeuta o alla psichiatra. Il supporto professionale è fondamentale per navigare in queste acque complesse.

Ti auguro tutto il meglio nel tuo continuo percorso di crescita e comprensione. Sei una persona forte e resiliente, e la tua storia è una testimonianza del tuo coraggio e della tua determinazione.

Con affetto e sostegno,

Ilaria
Buongiorno,

divenire più sensibili nei confronti della vita è parte del processo di crescita. I suoi pensieri mi sembrano vadano verso quel senso, non darei troppa importanza a ciò
In bocca al lupo per il suo futuro!
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno cara utente.
Pensieri legati alla morte o quando la vita finirà fanno parte del processo di crescita e ciò che si tramuta in istinto di sopravvivenza.
Il fatto che tu abbia cercato sostegno è stato super di aiuto per te. I momenti di alti e bassi in una terapia personale sono più che normali, quasi “fisiologici” oserei dire.
Continua a prenderti cura di te e della tua mente e vedrai che questi pensieri diminuiranno con il tempo sempre di più.
Sempre a disposizione
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Buongiorno la ringrazio per aver descritto il suo disagio e il fatto che si sia attivata nel cercare delle risposte mostra motivazione da parte sua. Mi piacerebbe affrontare questo discorso a voce per capire meglio la situazione e darle il sostegno per poter superare le sue difficoltà.
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Buongiorno.
Nonostante l'esperienza perturbante e angosciante della subitaneità e urgenza di certi pensieri che si formano nella sua mente, consideri che la paura che lei prova rispetto a determinati scenari è sua alleata: la paura è salvifica, è lì per lei per aiutarla e per ricordarle, appunto, che determinate prospettive non le appartengono, ma anzi le rifugge.
Ciò non toglie che la direzione presa dalla sua ideazione ci dica comunque molto: spesso la mente è ambigua, ci manda messaggi contraddittori e apparentemente incomprensibili. Mi concentrerei sulla valenza simbolica di questi pensieri, sull'area tematica: sembra abbiano a che fare con la morte, ma la morte non è solo quella fisica, è anche quella di una parte di noi, che poi non muore realmente. Cambia, vuole essere integrata: paradossalmente questi contenuti cognitivi potrebbero essere il segno che molta parte di lei è pronta per andare avanti ma, per farlo, le chiede di accogliere questo cambiamento, rappresentato dall'inconscio come morte.
Sicuramente saprà indirizzare meglio la riflessione con chi la segue, ma le auguro un buon percorso e una buona scoperta.
Rimango a disposizione. Coraggio!
Mi dispiace sentire che hai attraversato periodi di ansia e panico, ma mi fa piacere sapere che stai facendo progressi attraverso la terapia e il trattamento farmacologico. È normale che ci siano alti e bassi lungo il percorso di guarigione, e ciò che descrivi sembra essere un riflesso di questo processo.

I pensieri intrusivi che descrivi, anche se spaventosi, non sono necessariamente indicativi di una futura azione suicida. È importante notare la tua chiara affermazione che non hai mai considerato seriamente il suicidio come un'opzione. Tuttavia, questi pensieri possono ancora provocare paura e incertezza.

È comprensibile che tu possa mettere in discussione te stessa e il tuo futuro, dato l'andamento altalenante della tua condizione. Tuttavia, è importante ricordare che i progressi che hai fatto finora e il fatto che tu ami la vita possono essere indicatori positivi per il tuo futuro.

Ti consiglierei di condividere questi pensieri con il tuo terapeuta o il tuo medico, in modo da poterli esplorare ulteriormente insieme a un professionista. Lavorare su questi pensieri e affrontare le tue preoccupazioni può essere utile per il tuo percorso di guarigione e per sviluppare una maggiore fiducia in te stessa.

In generale, se questi pensieri diventano più intensi, persistenti o influenzano significativamente la tua vita quotidiana, è importante cercare supporto immediato da parte di un professionista della salute mentale.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Caro Utente, innanzitutto vorrei ringraziarla per aver condiviso con noi la sua storia e la sua sofferenza. Quando si tratta di questioni, argomenti psicologici (che si tratti di rapporti sociali, disagi personali, o dei disturbi, autostima, motivazione etc..) dare risposte con così poche informazioni su di una piattaforma web, è difficile. Ognuno di noi è diverso e per comprenderlo fino in fondo bisogna ascoltarlo attentamente e porre le giuste domande.
Detto questo, le consiglio di rivolgersi a uno psicologo con il quale riesca ad entrare in sintonia e intraprendere un percorso di sostegno o supporto psicologico così da poter indagare a fondo le sue emozioni, i suoi pensieri e il suo modo di percepire sé stesso e il mondo circostante. In questo modo è possibile raggiungere quel benessere che ognuno di noi si merita.
Rimango in attesa per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Linda Trogi
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto che mi sembra apra diverse porte importanti. I pensieri legati alla paura di morire o a cosa direbbero gli altri se fossimo morti, sono molto comuni nell'essere umano; tuttavia, quello che mi sembra di intuire dalle sue parole è la paura che questi pensieri, uniti ad esperienze di vita particolarmente difficili, possano tramutarsi in azioni e quindi una difficoltà a fidarsi del suo "amore per la vita". Mi viene da pensare se la sua esperienza legata all'ansia non le abbia fatto perdere un po di fiducia in sé intaccando l'immagine "della ragazza solare" che lei aveva di se stessa. Quello che mi sento quindi di rimandarle è sicuramente l'idea che in ognuno di noi coesistono delle parti vitali, che potremmo identificare come "solari", ma ci sono anche delle parti più "depressive", l'importante è saperle accogliere e accettare entrambe e trovare il giusto equilibrio. Le consiglio quindi di parlare di questi vissuti nel suo percorso terapeutico così da trovare, insieme al suo terapeuta, tutte le risposte che cerca. Rimango a disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento e le faccio un caloroso in bocca al lupo. Dott.ssa Martina De Angelis

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