Buongiorno, l’autoginefilia in una persona puó portare alla disforia di genere ? Nel mio caso qua
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risposte
Buongiorno,
l’autoginefilia in una persona puó portare alla disforia di genere ?
Nel mio caso quando sono in abiti femminili e mi vedo allo specchio provo un senso di sollievo e pace e mi vedo realmente per come vorrei essere anche fisicamente
Grazie
l’autoginefilia in una persona puó portare alla disforia di genere ?
Nel mio caso quando sono in abiti femminili e mi vedo allo specchio provo un senso di sollievo e pace e mi vedo realmente per come vorrei essere anche fisicamente
Grazie
Salve, ritengo fondamentale che lei si ritagli uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e fornire maggiori e ulteriori dettagli al fine di poter comprendere meglio la sua situazione.
Cordialmente, dott FDL
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Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve. Non basta avere delle risposte esterne se non si elaborano i vissuti emotivi collegati alle situazioni che prendono spazio nei pensieri e nella vita. Si conceda la possibilità di ricavarsi un tempo per sé, per poter dare voce e espressione ai vissuti che descrive, in un percorso psicoterapeutico che stimolando la fiducia in sé, l'aiuterà a chiarire ciò che sente più in sintonia con il suo essere più profondo e vero. Distinti saluti
Salve, ritengo che per lei sarebbe opportuno approfondire questi temi in un percorso psicologico per valorizzare l'unicità della sua esperienza e dei suoi vissuti.
Un saluto
Dott.ssa Federica Pallotta
Un saluto
Dott.ssa Federica Pallotta
Il termine autoginefilia è stato coniato nel 1989 da Ray Blanchard, che l'ha definita come "la propensione ad essere sessualmente eccitati dal pensiero o l'immagine di se stessi come donna." la persona autoginefila è quindi principalmente eccitata dall'idea di essere donna, dal vedersi come donna, dal guardarsi in abiti o in atteggiamenti femminili senza che questo sia necessariamente indice di disforia di genere. Fortunatamente oggi possiamo parlare dei nostri desideri e dei nostri vissuti sessuali più liberamente, cercando non tanto di trovare una definizione che ci identifichi rispetto agli altri, ma al contrario di vivere al meglio i nostri desideri, le nostre fantasie e i nostri pensieri come esseri sessuati. Le sono vicina nell'esplorazione della sua sessualità affinchè essa sia scoperta, piacere e crescita.
Buongiorno, difficile capire la situazioni dallenpoche righe che ha scritto. Le consiglio di trovarsi un tempo e uno spazio adeguato per poter sviscerare le sue sensazioni, senza pregiudizi.
Le auguro di iniziare presto per stare meglio.
Un saluto
Claudiam
Le auguro di iniziare presto per stare meglio.
Un saluto
Claudiam
Gentile utente, la sua domanda lascia trapelare il fatto che sta attraversando un momento di disagio. Sarebbe molto utile conoscere la sua età, le sue esperienze pregresse, e altri aspetti più strutturali della sua vita, che l’abbiano condotta a vivere, oggi, questo momento di difficoltà. Le suggerisco di pensare ad un supporto psicologico, per conoscere meglio se stesso e aiutarsi a superare confusione e malessere.
Cordialmente, Dott.ssa Pipitó.
Cordialmente, Dott.ssa Pipitó.
Gent.mo, se avverte preoccupazione o disagio per il suo corpo, per la sua identità o per la sessualità, provi a contattare uno/a specialista che la possa aiutare a capire meglio la sua esperienza personale e valutare insieme a lui/lei l'opportunità di un eventuale lavoro psicoterapeutico. SG
Gentile utente di mio dottore,
I temi esposti qui hanno a che fare con l identità di genere. Potrebbe approfondire i suoi vissuti in merito alla percezione di sé attraverso un percorso di psicoterapia. Quest' ultimo potrebbe darle maggiori consapevolezze in tal senso e consentirle di trovare la giusta serenità nel vivere il rapporto che ha con sé stesso e con gli altri nel mondo.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
I temi esposti qui hanno a che fare con l identità di genere. Potrebbe approfondire i suoi vissuti in merito alla percezione di sé attraverso un percorso di psicoterapia. Quest' ultimo potrebbe darle maggiori consapevolezze in tal senso e consentirle di trovare la giusta serenità nel vivere il rapporto che ha con sé stesso e con gli altri nel mondo.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, sarebbe opportuno, per avere risposte più approfondite, fornire ancora qualche dettaglio.
Saluti
MT
Saluti
MT
Le consiglio di intraprendere un viaggio dentro se stesso senza paura e senza bisogno di etichettare ciò che sente. Se gli abiti femminili la fanno stare bene ok, se c'è poi qualcosa che la preoccupa o la mette a disagio lo affronti. L'aiuto psicologico può aiutare molto in questo caso non tanto per conoscersi ma per affrontare situazioni che gli altri/la società può etichettare in modo negativo
L'immagine che vede riflessa allo specchio è una parte di lei. Come tale può essere integrata nell'insieme più ampio della sua personalità. Allora le pongo delle domande che possano generare degli spunti di riflessione. L'identità che genera questo tipo di desiderio è in conflitto con i suoi valori o con quelli del suo sistema di appartenenza? Quello che sente è condiviso insieme a qualcuno che la ama e la desidera? Come sta prima e dopo? Sta immaginando una persona in particolare mentre si guarda allo specchio? I dettagli della sua esperienza sono fondamentali per non perdersi nella genericità di risposte teoriche. Spero di essere stato d'aiuto nella sua ricerca di consapevolezza. Cordiali Saluti Espedito Longo
Gentile, sono un Clinico e un Ricercatore che da anni so occupa di sessualità soprattutto nell'ambito dell'orientamento sessuale, identità di genere, attribuzione di genere e quant'altro. Le mie pubblicazioni si occupano di questo, ovvero di far trovare quel benessere psicofisico che persone come lei perdono a causa di vari motivi lei conosce molto bene. Quel che lei mi chiede è sintomo di un disagio che dovrebbe essere portato in sede di terapia non perché lei abbia un problema, ma per "rompere" quelle catene che da troppo tempo ormai la tengono intrappolata. Molte volte sia in sede di ricerca che in sede di consulenza ho incontrato situazione analoghe e la prima cosa che mi viene da dirle è di non cominciare a pensare in maniera medica "ho un problema quindi forse posso svilupparne un altro", primo perché non c'è nessun problema, secondo perché qui c'è da lavorare sul suo benessere, non su altri costrutti. Per qualsiasi cosa, sono a sua disposizione.
Dott. A. Lepri
Dott. A. Lepri
Gentile utente, nella sua domanda leggo la preoccupazione di essere malato. Il mio suggerimento è quello di riportare i suoi pensieri e preoccupazioni in uno spazio dedicato. Potrà in questo modo indagare e comprendere le emozioni e le cognizioni che le procurano affanno. La saluto.
Rosaria Bucca
Rosaria Bucca
Buongiorno, le risposte che cerca sono molto complicate da elaborare su questa piattaforma perchè complicato e profondo è il quesito che lei porge.
Piuttosto che ricercare una definizione, le suggerisco di indagare meglio i suoi vissuti emotivi ed esperenziali riguardo la tematica. Trovo molto coraggioso che lei abbia esplicitato questo dubbio e mi auguro che con lo stesso coraggio cominci un percorso personale alla ricerca di tutte le risposte che le servono.
Cordiali saluti.
Dottor Corteggiano Dario.
Piuttosto che ricercare una definizione, le suggerisco di indagare meglio i suoi vissuti emotivi ed esperenziali riguardo la tematica. Trovo molto coraggioso che lei abbia esplicitato questo dubbio e mi auguro che con lo stesso coraggio cominci un percorso personale alla ricerca di tutte le risposte che le servono.
Cordiali saluti.
Dottor Corteggiano Dario.
Salve, la disforia dì genere è una diagnosi profonda che ha delle basi autopercettive molto forti. Il fatto dì sentirsi bene in abiti femminili potrebbe voler dire tante cose. Un percorso psicologico la potrebbe aiutare ad approfondire questa sua consapevolezza e conoscere anche questa parte della sua personalità.
Buona giornata.
Buona giornata.
Salve, le consiglio di chiedere una consulenza psicologica in modo da porre tutti i suoi interrogativi ad un collega e affrontare i vissuti in un contesto protetto.
Dott.ssa Antonella Abate
Dott.ssa Antonella Abate
La questione dell'autoginefilia e della disforia di genere è complessa e soggetta a molte interpretazioni diverse. L'autoginefilia è una forma di eccitazione sessuale che coinvolge l'attrazione verso se stessi vestiti o presentandosi come dell'altro sesso.
In alcuni casi, questa attrazione può essere parte integrante dell'identità di genere di una persona e contribuire alla costruzione della propria identità di genere. Tuttavia, è importante considerare che l'autoginefilia non è necessariamente legata alla disforia di genere.
La disforia di genere è un profondo disagio psicologico e emotivo legato alla discrepanza tra il proprio genere assegnato alla nascita e l'identità di genere desiderata. Questo disagio può manifestarsi in diversi modi, tra cui un senso di insoddisfazione con il proprio corpo e una forte necessità di esprimere il proprio genere desiderato.
Nel tuo caso specifico, il sentirsi a proprio agio e in pace quando ti vedi allo specchio vestito da donna potrebbe indicare un desiderio profondo di esprimere il tuo genere desiderato e potrebbe essere un segnale di una possibile disforia di genere. Tuttavia, è importante consultare un professionista esperto in questioni di genere e sessualità per una valutazione accurata e per ricevere un supporto adeguato.
L'approccio psicologico sistemico relazionale potrebbe essere utile per esplorare più approfonditamente le dinamiche familiari, sociali e relazionali che potrebbero influenzare la tua identità di genere e il tuo benessere emotivo.avora con te per comprendere meglio il tuo vissuto e trovare le modalità per esprimere e vivere appieno la tua identità di genere. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione
Dott. Cordoba
In alcuni casi, questa attrazione può essere parte integrante dell'identità di genere di una persona e contribuire alla costruzione della propria identità di genere. Tuttavia, è importante considerare che l'autoginefilia non è necessariamente legata alla disforia di genere.
La disforia di genere è un profondo disagio psicologico e emotivo legato alla discrepanza tra il proprio genere assegnato alla nascita e l'identità di genere desiderata. Questo disagio può manifestarsi in diversi modi, tra cui un senso di insoddisfazione con il proprio corpo e una forte necessità di esprimere il proprio genere desiderato.
Nel tuo caso specifico, il sentirsi a proprio agio e in pace quando ti vedi allo specchio vestito da donna potrebbe indicare un desiderio profondo di esprimere il tuo genere desiderato e potrebbe essere un segnale di una possibile disforia di genere. Tuttavia, è importante consultare un professionista esperto in questioni di genere e sessualità per una valutazione accurata e per ricevere un supporto adeguato.
L'approccio psicologico sistemico relazionale potrebbe essere utile per esplorare più approfonditamente le dinamiche familiari, sociali e relazionali che potrebbero influenzare la tua identità di genere e il tuo benessere emotivo.avora con te per comprendere meglio il tuo vissuto e trovare le modalità per esprimere e vivere appieno la tua identità di genere. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione
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L’autoginefilia è un concetto complesso che si riferisce all'attrazione romantica o sessuale verso se stessi quando si immagina in un corpo femminile. Può manifestarsi in modi diversi, e il modo in cui le persone vivono questa esperienza varia notevolmente.
Nel suo caso, il fatto di provare un senso di sollievo e pace quando si vede allo specchio in abiti femminili potrebbe indicare una connessione profonda con la propria identità di genere. Questa esperienza non è necessariamente sinonimo di disforia di genere, ma potrebbe essere un segnale di una dissonanza tra la sua identità di genere e il suo corpo attuale.
Se si sente in sintonia con un'identità femminile e questo le porta gioia, potrebbe essere utile esplorare ulteriormente questi sentimenti, magari parlando con un professionista esperto in questioni di genere. Un percorso di esplorazione personale potrebbe aiutarla a capire meglio le sue emozioni e le sue esigenze.
Se desidera discutere ulteriormente di questo argomento o ha altre domande, sono qui per aiutarla. Dott.ssa Camilla Persico
Nel suo caso, il fatto di provare un senso di sollievo e pace quando si vede allo specchio in abiti femminili potrebbe indicare una connessione profonda con la propria identità di genere. Questa esperienza non è necessariamente sinonimo di disforia di genere, ma potrebbe essere un segnale di una dissonanza tra la sua identità di genere e il suo corpo attuale.
Se si sente in sintonia con un'identità femminile e questo le porta gioia, potrebbe essere utile esplorare ulteriormente questi sentimenti, magari parlando con un professionista esperto in questioni di genere. Un percorso di esplorazione personale potrebbe aiutarla a capire meglio le sue emozioni e le sue esigenze.
Se desidera discutere ulteriormente di questo argomento o ha altre domande, sono qui per aiutarla. Dott.ssa Camilla Persico
Buongiorno, grazie per aver condiviso un aspetto così personale e significativo della sua esperienza. È evidente che sta esplorando sentimenti profondi e complessi legati alla sua identità e al modo in cui percepisce sé stesso/a. Voglio rassicurarla sul fatto che molte persone si pongono domande simili e che non è sola in questo percorso. Per rispondere alla sua domanda, è importante chiarire che concetti come "autoginefilia" e disforia di genere sono argomenti ancora in fase di studio e discussione nella comunità scientifica e psicologica. La disforia di genere, in particolare, si riferisce a un disagio profondo che una persona può provare per l'incongruenza tra il genere assegnato alla nascita e il genere con cui si identifica. Questo disagio può essere influenzato da molti fattori, inclusi i pensieri, le emozioni e le esperienze legate al proprio corpo e alla propria identità. Il sollievo e la pace che prova quando si vede in abiti femminili sono segnali importanti. Questi sentimenti possono indicare che, in quei momenti, sente di essere più autentico/a e in armonia con sé stesso/a. Questo tipo di esperienza non necessariamente significa che svilupperà disforia di genere, ma potrebbe essere utile esplorare questi sentimenti più a fondo per comprendere meglio ciò che desidera e cosa la fa sentire davvero a suo agio. Lavorare con un professionista esperto in tematiche legate all'identità di genere potrebbe aiutarla a fare chiarezza. In un contesto sicuro e non giudicante, potrebbe approfondire come queste esperienze si collegano alla sua identità e come potrebbe vivere una vita più in sintonia con sé stesso/a. Il suo vissuto è unico e valido, e il fatto che stia riflettendo su queste domande dimostra un grande coraggio e una volontà di conoscersi meglio. Se desidera proseguire su questo percorso, un terapeuta specializzato potrebbe essere un ottimo supporto per aiutarla a trovare le risposte di cui ha bisogno. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, l'autoginefilia è un concetto che si riferisce al desiderio di indossare abiti femminili o di comportarsi in modi tipicamente femminili, ma non necessariamente legato a una disforia di genere. Tuttavia, la sua esperienza di sollievo e pace quando si vede allo specchio in abiti femminili potrebbe indicare una connessione più profonda con il suo senso di identità di genere. Questo non implica necessariamente una disforia di genere, ma potrebbe essere un'indicazione che il suo senso di sé si allinea maggiormente con un'identità di genere femminile, o che la sua espressione di genere è più fluida.
Se questa sensazione la confonde o le crea difficoltà emotive, potrebbe essere utile parlarne con un professionista, come uno psicologo o uno psichiatra specializzato in identità di genere, per esplorare meglio i suoi sentimenti e capire come meglio affrontarli.
Se questa sensazione la confonde o le crea difficoltà emotive, potrebbe essere utile parlarne con un professionista, come uno psicologo o uno psichiatra specializzato in identità di genere, per esplorare meglio i suoi sentimenti e capire come meglio affrontarli.
Buongiorno, grazie per la condivisione. La sensazione di sollievo e di riconoscimento quando ti vedi in abiti femminili può essere un segnale importante del tuo rapporto con la tua identità di genere. Più che concentrarsi su etichette come “autoginefilia” — un concetto controverso e non riconosciuto come diagnosi clinica nelle principali linee guida — è più utile esplorare come ti senti con te stessə, con il tuo corpo e nel modo in cui ti esprimi.
Un percorso psicologico di approfondimento identitario, in uno spazio accogliente e non giudicante, può aiutarti a comprendere meglio queste emozioni e trovare una direzione autentica per te.
Un percorso psicologico di approfondimento identitario, in uno spazio accogliente e non giudicante, può aiutarti a comprendere meglio queste emozioni e trovare una direzione autentica per te.
Gentile utente,
il termine autoginefilia è stato usato in passato in ambito sessuologico per descrivere l’eccitazione provata da alcune persone nel pensarsi o vedersi come appartenenti al genere femminile; tuttavia, oggi questo concetto è molto discusso e considerato riduttivo, perché non tiene conto della complessità dell’identità di genere.
Quello che lei descrive — il senso di sollievo, pace e autenticità quando si vede in abiti femminili — non va interpretato solo come un fatto di attrazione o fantasia erotica, ma come un segnale profondo di congruenza tra l’immagine di sé e la propria esperienza interiore. In alcune persone questo vissuto può effettivamente rientrare nello spettro della disforia di genere (cioè il disagio legato alla discrepanza tra il genere assegnato alla nascita e quello percepito), mentre in altre rappresenta un modo più libero e fluido di esprimere la propria identità o femminilità.
Non è quindi l’“autoginefilia” a causare la disforia, ma può esserci una sovrapposizione di esperienze: la ricerca di contatto con la parte femminile può alleviare un disagio preesistente nel sentirsi pienamente rappresentati dal proprio genere assegnato.
Per comprendere meglio il significato di questo sollievo e come si intrecci con la sua identità complessiva, le consiglio di rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta esperto in identità di genere: potrà aiutarla ad esplorare in modo sicuro e non giudicante le sue sensazioni, senza forzarle in etichette ma partendo dal suo vissuto autentico.
Il fatto che in quei momenti lei si senta “realmente sé stesso” è un dato molto importante: può essere il punto di partenza per un lavoro di conoscenza di sé, orientato non a classificare, ma a comprendere e accogliere ciò che sente.
—
Dott.ssa Sara Petroni
il termine autoginefilia è stato usato in passato in ambito sessuologico per descrivere l’eccitazione provata da alcune persone nel pensarsi o vedersi come appartenenti al genere femminile; tuttavia, oggi questo concetto è molto discusso e considerato riduttivo, perché non tiene conto della complessità dell’identità di genere.
Quello che lei descrive — il senso di sollievo, pace e autenticità quando si vede in abiti femminili — non va interpretato solo come un fatto di attrazione o fantasia erotica, ma come un segnale profondo di congruenza tra l’immagine di sé e la propria esperienza interiore. In alcune persone questo vissuto può effettivamente rientrare nello spettro della disforia di genere (cioè il disagio legato alla discrepanza tra il genere assegnato alla nascita e quello percepito), mentre in altre rappresenta un modo più libero e fluido di esprimere la propria identità o femminilità.
Non è quindi l’“autoginefilia” a causare la disforia, ma può esserci una sovrapposizione di esperienze: la ricerca di contatto con la parte femminile può alleviare un disagio preesistente nel sentirsi pienamente rappresentati dal proprio genere assegnato.
Per comprendere meglio il significato di questo sollievo e come si intrecci con la sua identità complessiva, le consiglio di rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta esperto in identità di genere: potrà aiutarla ad esplorare in modo sicuro e non giudicante le sue sensazioni, senza forzarle in etichette ma partendo dal suo vissuto autentico.
Il fatto che in quei momenti lei si senta “realmente sé stesso” è un dato molto importante: può essere il punto di partenza per un lavoro di conoscenza di sé, orientato non a classificare, ma a comprendere e accogliere ciò che sente.
—
Dott.ssa Sara Petroni
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