Prof.
Alessandro Lepri
Psicologo,
Psicoterapeuta
Terapeuta
Altro
Ponte San Giovanni 5 indirizzi
Esperienze
Per prenotare una visita con me chiamare o mandare un messaggio Whatsapp al numero 3936064627
Sono trascorsi ormai più di 10 anni da quando ho cominciato il mio personale percorso di psicoterapia. Fin da allora ho voluto selezionare le migliori tecniche provenienti da qualsiasi orientamento, con una forte base cognitivo-comportamentale ma anche attingendo alla sfera più psicodinamica. I criteri della mia selezione sono sempre gli stessi: evidenza scientifica, efficacia sperimentale e soprattutto, provare tutto prima sulla mia pelle in modo da garantire ai miei clienti il miglior trattamento e la miglior cura possibile.
In questo momento:
Sono Professore a contratto di Psicologia Generale, Psicologia Evoluzionistica, Fondamenti di Neuroscienze e Storia della Psicologia presso l'Università degli studi di Perugia dove oltre alla docenza, possiedo anche la qualifica di Cultore della Materia nell'insegnamento di Psicologia delle Disabilità.
Svolgo la mia attività da Psicoterapeuta sia Online che presso la mia clinica polispecialistica "TOMOS, Ricerca e Salute" a Ponte San Giovanni (PG), dove ho selezionato professionisti con cui accompagnare i miei clienti in percorsi di cura multidisciplinari.
Sono Ricercatore presso L'istituto Serafico di Assisi nell'ambito delle disabilità plurime e complesse.
Aree di competenza principali:
- Psicologia clinica
- Psicodiagnostica
- Psicologia cognitiva
- Psicologia dell'età evolutiva
- Sessuologia
Indirizzi (6)
Via Manzoni 82, Ponte San Giovanni
Disponibilità
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Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
- Pazienti con assicurazione sanitaria
Via Roma 12, Valfabbrica
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Pazienti accettati
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- Pazienti con assicurazione sanitaria
Viale Guglielmo Marconi 6, Assisi
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Pazienti accettati
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Via Nino Bixio 83, Ponte San Giovanni
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Via Ferrara 39, Cattolica
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Pazienti accettati
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Prestazioni e prezzi
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Colloquio psicologico
Da 50 € -
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Consulenza online
75 € -
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Psicoterapia
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Colloquio psicologico di coppia
80 € - 90 € -
Recensioni
45 recensioni
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P
Paziente
Il Dottore Lepri ha le qualità fondamentali di un terapeuta moderno, preparato e aggiornato. Il suo ascolto è di grande qualità, così come la sua preparazione nella guida di una seduta di EMDR. La sua disponibilità e la sua capacità di sintesi rendono l’esperienza terapeutica vissuta con lui molto efficace e soprattutto concreta e utile per camminare verso l’identificazione e il superamento dei propri ostacoli.
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S
Sabina
Professionista e persona squisita competente, empatia e attento nell’ascolto
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A
Angela
Mi sono sentita a mio agio e fin dalla prima visita mi sono state “assegnate” delle cose da fare come primo passo per superare il mio problema ed era proprio ciò che volevo, cioè cominciare ad agire subito
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G
Gloria
Primo colloquio andato bene. Credo che continuerò e andrò avanti.
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I
I.
Alessandro mi ha aiutato a capire tante cose di me e con lui sono riuscito a superare determinati blocchi mentali costruiti nel tempo. Se mi reputo una persona diversa ora è anche grazie a questo percorso.
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T.S.
Nel mio essere figlia, oggi voglio essere sincera e mettermi completamente a nudo davanti a te che mi hai messa al mondo per la prima volta perché sai, mamma, in questi due anni sento di essere, metaforicamente rinata e con non poca fatica, altre due volte.La prima, di queste due, quando ho scoperto di avere un disturbo alimentare.Ne sono uscita e ho scoperto che il cibo è vita e che un corpo magro, non fa di me una persona felice.Rinascere una seconda volta è stato doloroso mamma ma necessario.
Quella che mi piace definire terza rinascita, invece, è ancora in corso ed è ancora doloroso ma, ancora una volta, necessario.La scorsa estate mi è stato diagnosticato un disturbo dell’umore basso.Alessandro ha voluto fortemente, dopo mesi in questa condizione, che io riprendessi in mano la mia vita.Ma per farlo, essendo fisiologico, avevo bisogno di un aiuto farmacologico.Ne uscirò mamma, anche questa volta ma con una consapevolezza in più:quella di volerti e, se vorrai, averti al mio fianco.
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S
SC
Riesco sempre a trovare uno spunto x riflettere dalle parole del dott. Lepri. Veramente consigliato a chi ha bisogno di aiuto
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M
M.T.
Professionalità, cortesia, puntualità, disponibilità
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M
MT
Il prof si è dimostrato puntuale e molto attento al cliente.
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A
Antonini Luigi
Ormai conosco il Prof. Lepri da un po di tempo e mi ha aiutato con dei consigli a risolvere i miei problemi come un amico e come terapeuta
Risposte ai pazienti
ha risposto a 27 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve ho 33 e da ormai 2/3 mesi soffro di confusione, soffro di un disturbo più tosto particolare leggendo su intente ho capito che si tratta di depersonalizzazione e derealizzazione, dopo non so se questo oppure no.
Sono 2/3 mesi che praticamente tutti i giorni 24 su 24 mi sento distaccato dalla realtà ovvero fatico a concentrarmi a fare le cose come se il mio cervello a un blocco, (c’è come se non fossi concentrato ) vertigini, disorientamento, non sento contatto con la realta una sensazione strana, cioè guardo fuori ed e come se la mia testa non riesce a mettere a fuoco, una sensazione strana spero che mi sono fatto capire quello che voglio dire, tutto questo e iniaziato i primi di marzo dopo che ero stato 4 giorni con influenza forte quindi avevo sospeso la paroxetina che prendo da tanti anni oramai e dopo una piccola discussione che avevo con i miei genitori, i primi giorni oltre che questa confusione avevo anche insonnia che facevo fatica a prendere sonno in più durante la notte mi svegliavo più volte, e pensieri di fare del male a me oppure a chi avevo vicino, solo che adesso questi 2 sintomi, cioè insonnia e pensieri di fare del male non li ho più, solo che mi e rimasto questa sensazione di confusione h24 che non riesco ad uscire da questa bolla che mi tiene intrappolato.
Adesso vorrei chiedere 2 domande se possibile, essendo che io sono un tipo abbastanza ipocondriaco, quindi vado su internet a cercare tutti i sintomi che mi sento mi sono usciti tutte le patologie possibili, tipo schizofrenia, psicosi, ecc.
Volevo chiedervi tutto questo e possibile un inizio di psicosi oppure stando così con questa confusione adosso entrare in psicosi? cioè se la causa fosse l'ansia o lo stress può portare alla psicosi?
Perchè certe volte o anche pensieri tipo se c'è qualcuno dentro casa che mi spia, però sono pensieri non so forse perchè leggo i sintomi su internet quindi mi faccio venire i sintomi da solo...
Capisco quanto possa essere angosciante sentirsi costantemente «staccati» dalla realtà e temere che queste sensazioni possano evolvere in qualcosa di più grave. Innanzitutto, è importante distinguere ciò che sta vivendo: la depersonalizzazione, cioè il senso di estraneità verso il proprio corpo e i propri pensieri, e la derealizzazione, ovvero la percezione che l’ambiente circostante non sia reale o sia “sfocato”. Queste esperienze, sebbene molto disturbanti, non rappresentano una psicosi, in quanto non si accompagnano a convinzioni deliranti o a vere e proprie allucinazioni.
Lei ha descritto in modo chiaro come, da quando ha interrotto bruscamente la paroxetina dopo un’influenza severa, abbia iniziato a provare vertigini, difficoltà di concentrazione e un senso di “blocco” mentale per gran parte della giornata. È probabile che questi sintomi riflettano sia un fenomeno di astinenza farmacologica, sia una reazione ansiosa enfatizzata dallo stress e dalle preoccupazioni. Interrompere bruscamente un SSRI come la paroxetina può infatti destabilizzare l’equilibrio chimico cerebrale e innescare forme di ansia acuta, accompagnate da sintomi dissociativi.
Per quanto riguarda il timore di incorrere in una psicosi, i segnali tipici di un disturbo psicotico comprendono la presenza di voci o di percezioni sensoriali non corrispondenti a stimoli reali, nonché convinzioni deliranti che resistono a ogni tentativo di ragionamento. Lei, invece, riferisce pensieri ansiosi — per esempio l’idea che qualcuno possa spiarla in casa — ma è consapevole che questi pensieri sorgono in relazione alle informazioni ricavate da Internet. Questo ci fa propendere per un disturbo d’ansia con caratteristiche dissociative, e non per una psicosi vera e propria.
Per gestire al meglio questa condizione, sarebbe opportuno prima di tutto rivolgersi a uno specialista: il medico psichiatra potrà valutare se sia indicato riprendere gradualmente la paroxetina o modulare il dosaggio, in modo da attenuare i sintomi di astinenza. Parallelamente, un percorso di psicoterapia cognitivo‐comportamentale potrà fornirle strumenti pratici per riconoscere e ristrutturare i pensieri intrusivi, riducendo l’ansia. Le tecniche di grounding — ad esempio esercizi che coinvolgono i cinque sensi o l’utilizzo di un oggetto ancoraggio (un piccolo ciondolo o una stoffa familiare) — possono aiutarla a «ricongiungersi» con il presente quando la sensazione di irrealtà diventa opprimente.
Infine, cerchi di regolarizzare i ritmi del sonno e della veglia, dedicando ogni giorno almeno mezz’ora a un’attività fisica moderata, come una passeggiata all’aria aperta. Limiti il tempo dedicato alle ricerche mediche online, fissando per esempio un breve intervallo quotidiano durante il quale aggiornarsi su fonti affidabili; in questo modo, eviterà di alimentare ulteriormente le sue paure. Con un adeguato supporto farmacologico, psicologico e comportamentale, queste sensazioni di confusione tenderanno a diminuire fino a scomparire, restituendole un’esperienza quotidiana più piena e radicata. Qualora desiderasse approfondire ulteriormente, resto a sua disposizione per accompagnarla in questo percorso.

Buongiorno, sono mamma di un bimbo di 16 mesi. L'anno prossimo io e il suo papà ci sposiamo e vorremmo fare un viaggio di nozze di 17 giorni in Australia che abbiamo da sempre desiderato e per via delle distanze e i voli interni non si resce ad accorciare. Lui avrà 2 anni e mezzo. Sono preoccupata che lasciandolo con la nonna , nonostante lui sia estremamente legato a lei e ci abbia già dormito alcune notti , la nostra assenza possa creargli un trauma. Non so se , eventualmente, sia meglio farlo andare al mare con la nonna in quei giorni, e poi raggiungerlo alla fine io per una settimana , oppure tenerlo a casa con la nonna mantenendo la routine del nido. In alternativa, rimanderei il matrimonio di un anno ma non so se a 3 anni e mezzo cambierebbe qualcosa. Se riuscite a farmi un po' di chiarezza, vi ringrazio molto. Sono preoccupata per lui e contemporaneamente fortemente dispiaciuta di non riuscire a fare questo viaggio, anche perchè tra 2 anni volevamo provare ad avere un secondo figlio e quindi sarebbe ancora più impossibile farcela
Gentile, capisco bene la sua ansia: l’idea di lasciare per quasi tre settimane un bambino di due anni e mezzo, pur legatissimo alla nonna, può far temere che la vostra assenza gli provochi dolore o addirittura un “trauma”. In realtà, il fatto che vostro figlio abbia già dormito dalla nonna e abbia instaurato con lei quello che sembra un attaccamento sicuro è un ottimo punto di partenza. I bambini che si sentono amati e protetti sanno che i genitori torneranno, anche dopo un periodo più lungo, e questo vissuto di fiducia è la migliore garanzia che la separazione non lasci segni duraturi.
Per rendere l’esperienza più serena, il segreto sta nella coerenza e nella prevedibilità. Se decidete di farlo restare a casa, continuare a mandarlo al nido con le stesse abitudini (orari dei pasti, del sonnellino, gioco con i coetanei) aiuta a dargli una struttura rassicurante: ogni mattina sarà “un giorno come gli altri”, solo con la nonna al posto vostro. In questo modo, la routine quotidiana mantiene il suo ritmo, e vostro figlio può contare sugli stessi riferimenti di sempre.
Se invece volete ridurre la durata complessiva della separazione, potete pensare a un piccolo compromesso: farlo partire per una breve vacanza al mare con la nonna, in una località a lui già conosciuta, e poi raggiungerlo alla fine del vostro viaggio di nozze per passare insieme l’ultima settimana. Questo schema spezza l’assenza in due parti: un periodo “con” la nonna e uno “con” entrambi i genitori, rendendo meno lungo il momento in cui sarà completamente lontano da voi. Naturalmente, cambiare ambiente rompe le sue abitudini del nido, perciò va valutato se il beneficio di rientrare prima supera il disagio di un nuovo contesto.
Prima di affrontare la partenza vera e propria, è utile un approccio graduale: qualche notte in più dalla nonna, saluti rituali pieni di affetto (“Ci vediamo domani, ti mando un grande bacio”), e piccoli video-messaggi quotidiani che vi consentano di sentirvi vicini anche a distanza. Un peluche o una copertina con il vostro odore fungeranno da “ponte” emotivo nei momenti di nostalgia.
Spostare il matrimonio di un anno per far trascorrere a vostro figlio 17 giorni ininterrotti con voi non risolve davvero il problema: anche a tre anni e mezzo i bambini nutrono il bisogno di continuità e prevedibilità, e l’ansia da separazione può manifestarsi allo stesso modo. Piuttosto che posticipare, concentrarsi sull’organizzazione e sul potenziamento delle strategie di supporto renderà il viaggio di nozze un’esperienza positiva per tutta la famiglia.
In sintesi: se il vostro desiderio di Australia rimane forte e le condizioni lo permettono, potete pianificare la sua permanenza sotto la cura amorevole della nonna – magari intervallata da un breve soggiorno con voi – mantenendo salde routine e contatti. Affidatevi alla nonna che conoscete, preparate vostro figlio con gradualità e coccole, e utilizzate tutti i piccoli accorgimenti (videochiamate, oggetto transizionale, saluti fissi) per rendere l’assenza un passaggio di crescita, non un ostacolo.
Un caro in bocca al lupo per i preparativi e tantissimi auguri per la vostra luna di miele: Se vi servono ulteriori consigli, sono qui.

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