Buongiorno, ho 37 anni e questa è la prima volta che scrivo a qualcuno dei miei problemi, ma sono ar

14 risposte
Buongiorno, ho 37 anni e questa è la prima volta che scrivo a qualcuno dei miei problemi, ma sono arrivato ad un punto in cui riconosco di non riuscire più a gestire la mia vita e a star bene. Credo di aver bisogno di aiuto ma non so di cosa soffro. Anche se in apparenza ho una vita normale, vivo costantemente le mie giornate con forti stati d'ansia, cambi di umore anche più volte in un giorno, e confusione mentale che influiscono anche sui cambi repentini nelle decisioni che prendo e nel modo di valutare gli estranei che incontro e che solitamente trovo insopportabili e odiosi senza che abbiano colpe. Sento sempre un vuoto dentro di me che cerco di colmare in ogni modo, spesso con abbuffate di cibo, anni fa anche con varie sostanze. L'ansia è lo stato d'animo che mi preoccupa di più, perché mi porta anche ad avere poca pazienza e ad avere scatti d'ira anche in situazioni banali o non necessarie. Mia moglie cerca di aiutarmi ma fa quel che può, nelle sue possibilità e mi rendo conto sia frustrante anche per lei.. Anche il mio lavoro ne risente, e tutto ciò paradossalmente mi porta ad un circolo vizioso in cui si amplificano le mie stesse ansie. Le uniche persone della mia vita e di cui mi fido sono mia moglie e mia madre, con altri parenti non sono in buoni rapporti e non ho mai avuto famiglia e parenti uniti alle spalle. Non riesco nemmeno a mantenere a lungo rapporti di amicizia, il che mi impedisce di approfondire il rapporto per poter confidarmi con qualcuno. Spero quindi almeno in una valutazione seppur a grandi linee di quale sia il mio problema e cosa mi aspetta per poterlo affrontare.. Grazie a chiunque possa dare un contributo e a darmi questo primo aiuto.
Buongiorno,
Come ha scritto la situazione le sta sfuggendo di mano.
Si rivolga a un buon professionista medico psichiatra per l’inquadramento clinco e la strutturazione di un piano di sostegno.
Vedrà che ne trarrà vantaggio.
Buona giornata.

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Buongiorno, difficile dare una risposta senza approfondire la sua storia; si rivolga ad uno psicoterapeuta che saprà indicare quale progetto di terapia sia più indicato per lei ,aiutandola a trovare le sue risorse psico/emotive per poter ritrovare un equilibrio "suo", "personale". Cordiali saluti
Buonasera, certamente è stato un primo passo importante riconoscere di avere delle fragilità di cui si sente il bisogno di parlare. Non sarebbe etico darle una “diagnosi” senza aver approfondito le variabili che possono aver fatto vacillare il suo equilibrio. Potrebbe provare a fare ancora un altro passo coraggioso rivolgendosi a uno psicoterapeuta per un primo colloquio di consultazione, intanto, che possa darle modo di esplorare più da vicino la sua sofferenza. Cordiali saluti Dott.ssa Elisa Galantini
Buongiorno, bene che chiede aiuto in un momento di difficoltà e cambiamento come questo, anche perchè nella vita viene sempre il momento di guarire le ferite del passato e ridefinire chi siamo e dove stiamo andando e questo alle volte si manifesta come ansia e angoscia, soprattutto se ci sono dei vuoti che risalgono a tanti anni fa e che improvvisamente riemergono per essere riempiti. Nei momenti di crisi emergono parti spaventate, arrabbiate, angosciate, impotenti, confuse ed è utile inquadrare questi stati come stati dell'infanzia che riemergono. A tal fine suggerisco il libro "Riprendersi la vita" di Alice Miller e "Il dramma del bambino dotato". Di solito nei momenti di passaggio della vita noi riviviamo la nostra infanzia e le situazioni irrisolte e allora una psicoterapia con qualcuno che abbia risolto le proprie questioni dell'infanzia diventa importante. A tal fine rimando anche al decalogo della domande che un paziente dovrebbe rivolgere al terapeuta con cui intende avviare una psicoterapia. Meditazione, yoga, psicoterapia e letture di libri (in particolare di Alice Miller per iniziare) sono attività che le consiglio per l'anno che sta arrivando. Intanto ogni bene per il suo percorso di crescita.
Caro utente, questi stati ansiosi e depressivi sono tanto presenti e pressanti da invadere la sua vita e pregiudicarne la qualità. Non stia a pensare ad una etichetta diagnostica, ma colga l'occasione di questo momento di consapevolezza e di voglia di guarire per rivolgersi ad uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale che la possa aiutare in modo concreto a superare le difficoltà. Auguroni di cuore!
Gentile utente sicuramente scrivere della sua situazione è stato un passo importante. Avere consapevolezza del proprio malessere già la mette di fronte alla possibilità di chiedere aiuto.Lei parla principalmente di stati di ansia.
L’ansia è un segnale di allarme spesso relativo a qualcosa che va contro il nostro benessere emotivo. È come se le stesse dicendo di provare a guardarsi dentro e a trovare le risposte per riuscire a stare meglio. Contatti uno psicoterapeuta che l’aiuti attraverso un percorso a ritrovare un nuovo equilibrio che la faccia stare bene.
Dott.ssa Anna Tomaciello
Buongiorno, meno male che comincia a rivolgersi a qualcuno e per non rischiare di compensare quest’ansia adesso con il cibo o come faceva prima più pericolosamente con altre sostanze.

Si può imparare a guardare bene l’ansia nei suoi messaggi fino alle cause che la provocano. Soprattutto allenando l’atteggiamento di mindfulness per osservare e non sfuggire alle varie sensazioni che sorgono, nel suo caso confusione e scatti di ira, senza doverla agire impulsivamente.

Recuperare i parametri di stabilità del lavoro e delle altre relazioni ora mancanti è la priorità.

La psicologia cognitivo comportamentale si rivela fra le più efficaci nel gestire l’ansia e i disturbi alimentari. È ancora giovane e può ampiamente recuperare ma non sottovaluti vista la condizione familiare da sostenere e da non incrinare.

Cordiali saluti ,Dott. Gian Pietro Rossi
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Gentile utente, la invito a poter condividere i suoi vissuti con uno psicoterapeuta durante un colloquio in modo tale da poter permettere al professionista di aiutarla con gli strumenti di cui dispone e darsi lei stessi a sua volta la possibilità di mettere le mani in pasta ed avviare un lavoro di costruzione di benessere. Cordialmente.
Buongiorno, condividere i propri problemi con chi può comprenderli e chiedere aiuto a chi lo può dare è il primo passo per uscire dalla situazione di profondo malessere che descrive. Dalla sua mail emerge una grande lucidità circa la sua situazione e un’ottima capacità di analisi di quello che le sta succedendo. Con l’aiuto di uno psicoterapeuta sono sicura che riuscirà a comprendere a fondo ciò che la turba realmente e nel profondo, a comprendere le motivazioni dei suoi stati d’animo e delle sue reazioni, in modo da trovare un modo nuovo di affrontare la sua vita e le sue relazioni. Il primo passo lo ha già fatto!
Buongiorno, concordo con i colleghi nel suggerirle di rivolgersi ad uno psicoterapeuta con cui potrà approfondire la sua storia di vita e lavorare per comprendere i meccanismi che ne sono sottostanti. Ci vogliono motivazione e costanza ma si possono ottenere buoni risultati e grande giovamento. Le auguro di trovare la strada migliore per risolvere il suo problema.
Dott.ssa Lorenza Di Gaetano
Gentile utente, queste poche righe mettono in evidenza una certa difficoltà a fidarsi e ad affidarsi, una necessità di controllo costante:anche nel chiedere aiuto lei si aspetta una risposta, anche se orientativa, una "valutazione". Questo aspetto condizionerà molto la sua possibilità di intraprendere un percorso terapeutico a meno che non ne assuma la consapevolezza e la natura. Un saluto, dott.ssa Genitore
Gentile signore,
come lei stesso dice “ sento un gran vuoto dentro di me che provo a colmare “ avrà sperimentato che quel vuoto non si colma con nulla, quello è il vuoto della mancanza ad essere, va bordato e conosciuto, solo così può essere tollerato senza aver bisogno di espandersi fino a toccare tutti gli ambiti dell’esistenza. Si rivolga con fiducia ad uno psicoterapeuta l’aiutera’ a comprendere sia questo aspetto sia il modo in cui si annodano gli altri sintomi che ha menzionato.
Cordialmente
Dr.ssa Russo
Alcune volte bisogna prendersi la libertà di fermarsi eguardarsi attorno. Si immagini su una panchina di una rotatoria in una crocevia di strade (amicizia, rapporti sentimentali, lavoro, famiglia, la propria identità); bisogna fermarsi (fermare anche questo movimento di pensieri dannosi) e iniziare a guardare il proprio passato, presente e futuro: valutare cosa funziona, cosa ci piacerebbe cambiare, gli ostacoli da rimuovere, le risorse utili, le relazioni che funzionano, le comunicazioni che non vanno. Solo dopo essersi guardata attorno, si sentirà pronta a mettersi in moto di nuovo, scegliendo le strade e le direzioni che sente più adeguate.
Dirle qua cosa non va è difficile perchè nessuno di noi è seduto con lei su quella panchina.
In bocca al lupo
Buongiorno,
la fenomenologia del quadro che lamenta è sicuramente variegata: ansia, scatti d´ira, cambi d´umore, sensazioni di vuoto, confusione mentale, impulsività, abbuffate di cibo, uso pregresso di sostanze.
Sarebbe interessante comprendere in quali contesti di vita sperimenta ciascuna emozione o comportamento. Per esempio, in quali circostanze sperimenta maggiormente la sensazione di vuoto? Oppure, quando si manifestano gli scatti d´ira?
Un percorso psicoterapeutico potrà sicuramente esserLe di aiuto per rispondere a queste e ad altre tante domande che probabilmente affollano la sua mente.
Cari saluti
Giuseppe Iannone - Psicologo Psicoterapeuta e Sessuologo


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