Salve sono una donna di 47 Annie da circa 15 anni soffro e non accetto il Disturbo ossesivo compulsi

30 risposte
Salve sono una donna di 47 Annie da circa 15 anni soffro e non accetto il Disturbo ossesivo compulsivo sono in cura CPS e mi hanno prescritto Fevarin ma senza risultati e hanno provato a cambiare farmaco ma avevo effetti collaterali io abito in provincia di Milano e sinceramente non c'è la faccio più sorrido sempre nascondo x non fare soffrire la mia famiglia ma sinceramente la miglio cosa è togliermi la vita è insopportabile sta malattia ma ha proibito molte gioie ,e mi impedisce di svolgere una vita normale.. purtroppo negli ultimi periodi non sto lavorando e ho problemi molto seri con i miei cari , non posso fare visite private i miei genitori mi hanno dato tutto e fatto fare visite ma senza risultati non posso chiedere a loro più niente ora sono anziani e soffrono molto , non ho mai chiesto aiuto a nessuno ho sempre combattuto con sacrifici da sola ma ora non riesco più non ho più la forza di reagire mi sento diversa e sola nn secondo ai miei cari per non farli soffrire hanno avuto già una vita dura e io penso al suicidio veramente c'è qualche medico psicologo che mi può dare ultima possibilità aa curarmi come ripeto non ho più nulla non posso pagare mi hanno preso tutto oltre la mia dignità . Aiuto vi prego non ho più un compagno x questa malattia, non ho potuto avere figli per Endometriosi. E sinceramente ero una ragazza piena di vita con tante passioni molto carina, sensibile . Aiutatemi non c'è la faccio più .
Salve signora, Mi spiace molto per la situazione è il disagio espresso. Comprendo quanto possa essere difficile ed invalidante convivere con il disturbo ossessivo compulsivo, chi glielo ha diagnosticato? A che età? Fa bene a cercare di lottare per non farsi dominare dal disturbo, ritengo Infatti per lei fondamentale intraprendere un percorso psicologico al fine di indagare le cause, origini e soprattutto i fattori di mantenimento che tengono in vita ancora il disturbo. Mi spiace Inoltre per quanto riguarda l'endometriosi, elemento che già non alleggerisce una situazione di per sé abbastanza complessa. Sarebbe opportuno, Inoltre, indagare i suoi vissuti emotivi e pensieri in merito alla possibilità di non aver potuto avere figli.
Cordialmente, Dott. FDL

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Buonasera signora, mi dispiace per la situazione in cui si trova. Se teme di potersi togliere la vita, contatti il PS o il CPS, sapranno aiutarla tempestivamente. Mi rendo conto che necessita di un supporto psicologico; provi a cercare dei consultori nella sua zona, sicuramente ce ne saranno. Di solito vengono proposti dei pacchetti di colloqui gratuiti nel caso in cui il paziente non sia in grado di pagare la terapia. Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti. Cordialmente, dott. Simeoni
Cara donna,
sarebbe opportuno che intraprendere un percorso psicoterapico quanto prima, accompagnandolo da adeguata terapia farmacologica. È l unica stra possibile in questo momento vista la situazione. Non si lasci andare e segua le indicazioni mie e dei colleghi.

Cari saluti.
Dott. Diego Ferrara
Cara utente, mi dispiace moltissimo. Deve essere veramente difficile gestire da sola la sofferenza che le arreca la sua condizione. Purtroppo i farmaci non bastano da soli, ha assolutamente bisogno di aiuto. Si rechi quanto prima nell’asl di riferimento della sua zona per ricevere le cure di cui ha diritto.
Se ha bisogno di ulteriori informazioni mi scriva pure privatamente.

Dott.ssa Francesca Tardio
Buongiorno. Sono d'accordo con i colleghi. Per evitare quanto prima derive, prenda in considerazione un aiuto concreto. Un percorso più strutturato ed efficace.

Cordialità

MT
Buongiorno signora, intanto chiami il numero di emergenza unico nazionale 112 e spieghi il suo stato emotivo chiedendo un primo aiuto psicologico. In secondo luogo inizi il prima possibile un percorso psicologico.
Non veda il suicidio come l'unico modo per uscire da questa situazione che l'accompagna da tanti anni. Attraverso un professionista potrà iniziare a modificare i suoi comportamenti e iniziare a vivere diversamente.
Un caro saluto, dottoressa Paola De Martino
Buon pomeriggio, la sua sembra una situazione molto difficile ed appare come molto addolorata. Credo che vista la sua sofferenza le sarebbe necessario un supporto quanto meno psicologico se non psicoterapeutico per superare questo difficile momento. La farmacologia a volte può non bastare. Ed in effetti l'aiuto di un terapeuta potrebbe sostenerla anche nella solitudine che descrive. Avrebbe la possibilità di raccontarsi e di sentirsi ascoltata. Non molli, dunque. A seconda delle sue possibilità le consiglio di chiedere un percorso psicologico o psicoterapeutico nelle strutture pubbliche (Cps stesso o consultori) o di rivolgersi a un professionista privato. La saluto cordialmente, Buon Anno. Marina Montuori
Salve, credo che per lei sia importante intraprendere un percorso di psicoterapia. Ha provato a consultare l'ASL di zona?
Buona serata.
Dott. Fiori
Gentile utente, i farmaci da soli non sono sufficienti. Al punto di sofferenza in cui si trova è necessario richiedere al più presto un aiuto nel consultorio più vicino. Milano dovrebbe essere ben attrezzata. Mi faccia sapere, eventualmente si faccia risentire e insieme troveremo una soluzione. Rimango a sua disposizione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, mi dispiace molto. Le esperienze che racconta devono essere davvero molto difficili, tanto più se vissute in solitudine e con la sensazione che non vi sia un rimedio. Dalle sue parole emergono tutta la frustrazione e l'impotenza che deve provare quotidianamente. Per questo motivo la invito a chiedere un aiuto che non sia solo farmacologico ma anche psicologico e che la possa sostenere in questo momento. Può chiedere un colloquio presso una struttura pubblica (ASL o consultorio). Sarà importante comprendere e dare un significato alla sua sofferenza anche alla luce della particolare fase di vita che sta attraversando. Resto a disposizione. Un caro saluto
Salve.
Concordo con i colleghi che deve farsi aiutare con un supporto psicoterapeutico perché i farmaci da soli non sono sufficienti.
Non parli al passato quando si descrive come una ragazza carina, sensibile e piena di vita. Lo è anche adesso.
Nonostante senta il disturbo invalidante, nonostante i pensieri suicidi, lei pensa a non far soffrire i suoi cari... è consapevole di quanta sensibilità sta esprimendo?
É ancora piena di vita, altrimenti non avrebbe scritto.
Si ancori a queste sue qualità che la malattia non le ha tolto e si faccia aiutare
Buongiorno,
certo che avere una tale chiarezza e lucidità della situazione è segno di chi ha buone capacità di riflessione ed introspettive. Certo, il suicidio, a volte, può essere un pensiero che appare come soluzione. Sono disposta ad ascoltarla e a fornire altri spunti per riflettere insieme in merito al senso di morte, fallimento e alle sue convinzioni sulla vita. Ho però un vincolo, non lavoro gratuitamente, quindi se il limite è di carattere economico le suggerisco di parlarne con i colleghi delle istituzioni.
Un saluto cordiale
Dr.ssa Sellini Marzia
Buonasera,
convivere con un disturbo ossessivo compulsivo per così tanto tempo è sicuramente molto faticoso ed angosciante.
Ne parli ai suoi curanti del CPS e si affidi a loro, che conoscendola da tempo la potranno sicuramente aiutare sia in senso farmacologico che psicoterapico.

In bocca al lupo per tutto!
RM
Buonasera signora, mi spiace molto per la situazione che sta vivendo, le esperienze che racconta sembrano davvero difficili soprattutto perché affrontate da sola e con il timore che non ci sia rimedio. Per il livello di sofferenza che sta vivendo i farmaci da soli non bastano, ha bisogno di un supporto psicoterapeutico, tale percorso le permetterà non solo di lavorare sul disturbo e sul suo malessere, ma anche di non sentirsi più sola ad affrontare tutto ciò. Si rechi alla sua Asl di riferimento al più presto per ricercare le cure a cui ha diritto. Un cordiale saluto
Gentile signora, a roma esistono percorsi gratuiti, credo esistano anche a Milano e, da ciò che scrive, lei ne ha diritto. La sua sofferenza è grande, ma ha anche la forza di chiedere aiuto, deve contare su questa luce che ancora vede, si rivolga alla asl o al suo medico, dovrebbero essere in grado di fornirle strutture a cui rivolgersi.
Le auguro di trovare presto qualcuno che possa aiutarla.
Claudia m
Buona sera,
Comprendo benissimo il suo disagio e me ne dispiaccio molto. Innanzitutto sarebbe opportuno intraprendere un percorso psicologico, anche per gestire queste forti emozioni oltre ai pensieri negativi, che sta vivendo in questo momento. Oltre all’aiuto farmacologico, un percorso può essere sempre ultile.
Un cordiale saluto.
Cara signora, quanta sofferenza nel suo scritto. Ma, se chiede aiuto, vuol dire che una parte vitale è rimasta e che lei vuole aggrapparsi a questa. Per cui, ci si aggrappi.
Rispetto a 15 anni fa, i farmaci sono cambiati. Provi a rivolgersi al CPS della sua zona in modo da poter accedere ad un aiuto farmacologico, associato ad una terapia psicologica.
E chissà che anche per i suoi genitori, vedendo la sua voglia di farcela, sia una boccata d'aria che porta nuovi equilibri.
Ci vuole tanta tenacia per affrontare tutto quello che sta vivendo e quindi...FORZA!
Buongiorno, ritengo sia molto importante imparare ad accogliersi nella propria bellezza prendendosi cura di sé soprattutto nei momenti di difficoltà: questi infatti posso essere preziosi per la conoscenza di sé. Comprendo la sua sofferenza così come la impellente richiesta di aiuto: convivere con un disturbo importante come il suo non è semplice, il primo passo però è come scritto sopra: accogliersi ed accettarsi partendo proprio da che cosa vorrebbe dire per lei "accettare questo disturbo".
Cara Signora il suo dolore si sente molto chiaramente e forte. La sua situazione non è sicuramente semplice ma non si arrenda, ci sono numeri nazionali, consultori e la sanità pubblica. Se chiede aiuto è perchè non vuole lasciarsi andare; vada fino in fondo. Abbia cura di sè.
Salve, nelle sue parole traspare tutta la sua angoscia. Ha provato a contattare qualche collega nelle strutture pubbliche? le chiedo di domandarsi se il fatto di non voler chiedere un aiuto economico alla sua famiglia è scaturito da reali indisponibilità economiche o è solo una sua resistenza?
Saluti
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, trovare la motivazione necessaria ad intraprendere un percorso psicoterapeutico non è mai semplice. A volte si arriva in terapia quando si è disperati e la forza della disperazione è una leva molto potente. La sua richiesta d'aiuto arriva molto chiara. Se non ha le risorse economiche per iniziare una psicoterapia, si rivolga alle strutture del territorio. Cercando in rete ho trovato che l'associazione ITACA svolge un'attività di auto motuo aiuto a Milano. Si rivolga a loro per un orientamento. Cordiali saluti
Buongiorno, la sua è una richiesta di aiuto molto forte che necessità di una presa in carico da parte di uno psicoterapeuta. La motivazione è un aspetto molto importante che porta verso l'accettazione e il cambiamento, il mio consiglio è quello di affidarsi ad un professionista. Cordialmente
Dott.ssa Valentina Maccioni
Gentile utente, nel DOC, a mio avviso, è fondamentale un approccio cognitivo, valuti attentamente come muoversi.

Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Cara signora, immagino che ciò che descrive le crei vari problemi e incida negativamente sulla qualità della sua vita. Come consigliato dai colleghi in una situazione del genere è assolutamente consigliato intraprendere un percorso psicologico.
Le auguro di potersi prendere cura di sè. Un caro saluto
Dott.ssa Federica Moro
Cara utente , mi dispiace molto che lei stia vivendo questo forte disagio e accolgo completamente la sua richiesta d'aiuto .
In questo caso , avendo questo tipo di istinto, come i miei colleghi riferiscono, le consiglio di rivolgersi al PS o strutture preposte che sapranno aiutarla in questo momento difficile e delicato.
Inoltre può trovare consultori nella sua zona che potranno certamente supportarla prendendola in carico.
Resto a completa disposizione per tutti i chiarimenti, dubbi e semplici domande che vorrà rivolgermi.
Le invio un fortissimo abbraccio con immensa positività augurandole che possa riprendere in mano la sua vita .
Dr. Luca Russo
Buonasera signora, la ringrazio anticipatamente per aver condiviso con noi la sua problematica. Capisco benissimo la sua sensazione di sofferenza, ma il rimando che le posso dare maggiormente è quello di non mollare e provare a porsi degli obiettivi, con l'aiuto di un terapeuta cognitivo comportamentale.
Buongiorno signora, mi dispiace tantissimo per la sofferenza espressa e la ringrazio per averla condivisa con noi.
Purtroppo il DOC è un disturbo molto invalidante ed estenuante che fa sentire intrappolati, porta a trascorrere molto tempo a rimuginare, sviluppa visioni negative e catastrofiche che causano angoscia e aumentano smisuratamente il livello d'ansia nel tentativo di trovare una soluzione. Ha un costo sociale molto elevato, spesso come nel suo caso porta alla perdita del lavoro, a non riuscire più ad uscire da casa, ecc.
Sia indulgente con se stessa, l'accettazione di sé è il primo passo per poi iniziare a combattere.
Per questo motivo è necessario richiedere un supporto costante e in alcuni casi trovare la terapia farmacologica giusta non è immediato; le consiglio un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale perché l'assunzione esclusiva del farmaco senza alcun supporto psicologico non è sufficiente soprattutto nella situazione che descrive. Provi a parlarne con il medico che le ha prescritto la cura al CPS, vedrà che l'aiuterà a trovare una soluzione, altrimenti provi a rivolgersi presso l' ASL della sua zona o ad un consultorio.
Rimango a disposizione per qualsiasi dubbio e sono disponibile ad aiutarla a trovare una soluzione. Cordiali saluti, Dott.ssa Serena Pellicanò
Buonasera, il suo disagio è estremamente comprensibile e richiede un'estrema attenzione. Potrebbe essere utile e importante intraprendere un percorso psicologico, in modo da poter esplorare le emozioni che sente.
Un caro saluto.
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua storia. Immagino come possa essere difficile e pesante la sua situazione, se la porta a pensieri tanto distruttivi e alla ricerca di soluzioni estreme. Mi sento di dirle che se finora ha provato a cavarsela da sola (affiancata dal CPS), probabilmente è giunto il momento di rivolgersi ad un professionista che la accompagni, per non dover più lavorare da sola sulle sue difficoltà. Vista la condizione economica probabilmente potrebbe informarsi rispetto ai servizi della sua zona, se sono presenti enti che permettono percorsi a prezzi calmirati o gratuiti (come consultori o simili). Sul disturbo specifico che la riguarda, inoltre, mi sentirei di consigliarle la terapia cognitivo-comportamentale che, rispetto ad altre, risulta particolarmente indicata per il DOC. Col lavoro sull'estinzione di ossessioni e compulsioni la qualità di vita potrebbe nettamente migliorare, soprattutto alla luce dello stato attuale. Lavorare poi sulla comprensione del suo funzionamento personale permetterebbe di aumentare la sua consapevolezza e riprendere le redini della sua vita, non fermandosi al sintomo ma indagandone le cause. Cordialmente

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