Salve, ho un gravissimo problema. Mia sorella di 44 anni e alcolica da al meno 20 anii, e stata in u

25 risposte
Salve, ho un gravissimo problema. Mia sorella di 44 anni e alcolica da al meno 20 anii, e stata in un centro per disintossicazione per più di1 anno. Uscendo da lì ha ricominciato. Diventa un pericolo per lei e per gli altri. Proprio oggi tornando a casa erano le pentole sul fuoco, tutto bruciato e lei tranquillamente dormiva.... Sono arrivato in tempo per questa volta.
Non vuole essere aiutata, non so come fare cosa posso fare. Non so come parlarli perché ho perso la pazienza con lei da anni.
A volte, specialmente di notte fa versi strani, piange ride..... E un incubo. Qualsiasi consiglio mi aiuterebbe!!!!
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Ritengo indispensabile una presa in carico psichiatrica ed un nuovo percorso di disintossicazione onde evitare che la situazione degeneri ulteriormente.
Cordialmente, dott. FDL

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Gentile utente provi a ricontattare il centro di disintossicazione dove è stata sua sorella. Conoscendo la sua storia clinica potranno sicuramente darle qualche suggerimento. In caso contrario contatti il Ser.D (il servizio dipendenze dell'Asl) e provi a prendere un appuntamento. E' difficile aiutare chi non vuole essere aiutato ma da quello che scrive sua sorella non sembra in grado di farlo da sola e va aiutata al più presto a ricominciare un percorso di recupero.
Un caro saluto
Dott.ssa Anna Tomaciello
Salve, l’unica cosa che può fare è consigliare a sua sorella di iniziare un percorso psicologico.
Ha provato a farlo?
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve. È molto difficile aiutare una persona che non vuole. Non accetta consigli di nessun tipo. Provi a contattare il centro che già conosce la situazione di sua sorella per verificare se è possibile un nuovo percorso di disintossicazione, altrimenti chieda alla sua asl di riferimento. Distinti saluti
Gentile Utente, mi dispiace molto per il disagio che sta vivendo. Per quanto si possa amare una persona, non è possibile aiutarla davvero se non è lei a richiederlo o almeno a volerlo. Per far fronte all'emergenza, credo possa ricontattare gli specialisti che hanno seguito sua sorella finora e seguire le loro eventuali indicazioni. Al contempo, ritengo utile che anche Lei si affidi al supporto di un professionista e si dia l'occasione di sentirsi sostenuto nel portare un tale carico. Dott.ssa Valentina Cecchi
Gentile utente,
non deve essere facile per lei vedere sua sorella così sofferente né per lei che non riesce ad avere un controllo sulla bottiglia.
Bateson, psicologo e sociologo, attraverso la sua "teoria dell'alcolismo" afferma che uno dei fattori che contribuisce alla dipendenza e causa le ricadute, è proprio la vita sobria dell'alcolizzato. Le terapie che hanno come fine la sobrietà, sono destinate a fallire perché pensare di tenere sotto controllo l'alcolismo è fallimentare. I percorsi che sembrano funzionare sono quelli che come primo passo hanno l'accettazione che la bottiglia ha la meglio e non ci si può controllare. Consiglio il percorso dei 12 passi degli Alcolisti Anonimi, ma purtroppo insistere per cercare di convincerla è controproducente, solitamente quando gli alcolisti toccano il fondo decidono in autonomia di farsi aiutare.
Spero di esserle stata di aiuto e/o conforto.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Antonella Bascià
Gentile utente, il mio consiglio è quello di iniziare una terapia familiare: è noto che la famiglia costituisce una importante risorsa e/o, in alcuni casi, diviene un laccio che rischia di soffocare i suoi componenti. Sarebbe opportuno analizzare come tutti i familiari si posizionano attorno al problema di sua sorella, quali idee vi siete fatti e trovare, insieme ad un terapeuta familiare, le risorse per affrontare insieme un problema così gravoso.
Cordiali saluti, Dott,ssa Valentina Maccioni
Gentile utente, le consiglio di contattare la struttura che ha avuto in carico sua sorella: conoscendo la sua storia clinica la sapranno sicuramente aiutare di più di quanto possiamo fare noi professionsti attraverso il portale! Inoltre, potrebbe pensare ad iniziare lei un percorso psicologico, per metabolizzare il carico che la situazione di sua sorella le addossa. Un caro saluto
Buongiorno,
La situazione da Lei descritta appare compromessa a diversi livelli.
Sarebbe opportuno fare riferimento ad un centro specializzato nella cura di tali disturbi, i SerD, ambulatori pubblici, hanno un approccio multidisciplinare.
Un saluto
Dott.ssa Meloni Federica
Gentile signore, da quanto descritto appare evidente la complessità della situazione che stà vivendo e la difficoltà nel gestirla. Mi chiedevo se aveva mai pensato di trattare il problema lasciandosi coinvolgere lei in prima persona in un percorso di terapia. Potrebbe essere per lei e per sua sorella una grande opportunità per lavorare non solo sulle sue difficoltà nel gestire la situazione ma anche sulla vostra relazione, potenziando le vostre risorse che probabilmente, trascorsi ormai molti anni, sono state seppellite da problemi, dolori e difficoltà. Ci pensi e se lo ritiene necessario può anche scrivermi in primavo per avere indicazioni più precise.
Le faccio un grande in bocca al lupo con l'augurio che possa trovare delle soluzioni funzionali alla sua situazione.
Cordialmente
Dott.ssa Ilaria Zazzera
È necessario che lei si rivolga a un'equipe di specislisti che lavorano in team: psichiatra, psicoterapeuta di gruppo oltre che individuale, specialista in tecniche di rilassamento psicomotorio. Cmq. I gruppi di auto aiuto sono i più efficaci (oltre che gratuiti), soprattutto quelli che accolgono nel gruppo anche un parente che sarà il coalcolista! Così lei ha la sicurezza che il paziente partecipi al gruppo ed egli si sentirà in tal modo meno giudicato e in relazione più simmetrica
Buonasera,
Sua sorella convive con l'alcolismo fin dalla giovane età e le ricadute sono sempre da mettere in conto quando abbiamo a che fare con una dipendenza grave.
Nell'aiuto e' importante adottare una presa in carico del soggetto avendolo in mente con la sua discontinuità. E' sempre importante che il sistema familiare sia coinvolto, individuando i conflitti ma anche le risorse che possono essere messe in gioco.Lei dice di essere stanca, ma si preoccupa per sua sorella e probabilmente può essere la risorsa, il punto da cui ripartire per un'aiuto, anche nell'apparente assenza di motivazione di chi vive direttamente il problema.
Non si perda d'animo, chieda aiuto ad un Servizio per le Dipendenze, dove trovera' la struttura più giusta per la complessità della situazione. A volte non si ha sufficiente forza per rimettersi in gioco, si faccia supportare per contenere il problema e non fare magari quegli errori relazionali che possono esacerbarlo.
Un caro saluto.

Dott.ssa Maria Piscitello

....se sua sorella non ha nessuna intenzione di occuparsi del suo problema e lei é veramente preoccupata per la sua incolumità, l'unica via é un TSO (trattamento sanitario obbligatorio).
E' un intervento molto invasivo, e deve pensare bene se procedere in questo senso.
Le consiglio di consigliarsi con i suoi familiari, se presenti, non solo per la scelta, ma per creare una task force per l'intervento, che lo porti avanti e supporti anche lei.
Se decidesse che questo sia diventata un'alternativa da prendere in considerazione, la prima cosa da fare é contattare la sua ULSS di competenza e confrontarsi con uno specialista.
Buonasera, la situazione che ha descritto è sicuramente molto problematica e molto dolorosa. Purtroppo uscire del tutto dal problema delle dipendenze può richiedere molto tempo, molteplici percorsi di cura e di trattamento e possono verificarsi spesso episodi di ricaduta che portano sconforto e la sensazione di non farcela. Ma è la natura stessa del processo della dipendenza che, una volta che si instaura, apporta delle modifiche sostanziali alla struttura cerebrale della persona, la quale rimane comunque estremamente sensibile e vulnerabile a tutti gli stimoli connessi alla sostanza, anche dopo un lungo periodo di astinenza. Penso che sia di fondamentale importanza aiutare sua sorella favorendo la presa in carico presso un servizio per le dipendenze, all'interno del quale può essere seguita e orientata verso la tipologia di trattamento più adatta in questo momento. Sempre all'interno di questi servizi può richiedere uno spazio di ascolto anche per lei e per gli altri famigliari significativi, perchè anche voi sarete affaticati ed è importante che abbiate il supporto necessario. Cordiali saluti, Dott.ssa Liguori Sara Nargis
Gentile Utente,
è necessario ricontattare il Centro dove sua sorella è già stata accolta, sapranno come aiutarla.
Valuti inoltre se intraprendere lei un percorso di supporto psicologico data la difficile situazione che sta a sua volta attraversando.
Rimango disponibile in caso di necessità, buona continuazione,
Dott.ssa Valeria Marino
Gentilissimo,
Si rivolga al MMG e ai sanitari che hanno preso un cura la prima volta sua sorella.
Se dovesse invece trovarsi in una situazione di rischio/emergenza chiami i soccorsi. A volte serve un gesto forte per situazioni così delicate.
I miei auguri
Dssa Riso Maria Lucrezia
Buongiorno,
come altri colleghi prima di me le consiglio di contattare la struttura che ha già preso in carico sua sorella, è un punto di riferimento valido e i professionisti della struttura conoscono già bene la situazione, le sapranno sicuramente consigliare al meglio.

dott.ssa Irene Onnis, psicoterapeuta
Buonasera,
non do per scontato ma immagino che sua sorella sia stata presa in carico da un serd. Se così non fosse si rende assolutamente indispensabile. Purtroppo in alcuni casi è necessaria una presa in carico della persona da più punti di vista: psicologico, psichiatrico, educativo.. Posso immaginare il peso di questa situazione su di lei e penso che potrebbe giovare anche lei di un supporto psicologico, un po' per avere uno spazio suo e condividere il peso che ha sulle spalle, un po' per comprendere se vi siano delle strategie concrete da attuare per alleviare il peso di questa situazione.
Un saluto
Buongiorno. Mi dispiace per la situazione. Il mio consiglio è quello di prendere in considerazione una presa in carico psichiatrica e in contemporanea un percorso di disintossicazione onde evitare che ci siano ulteriori ripercussioni sulla vs vita.

Cordialità AS
Buona sera, come suggerito dai colleghi, la invito a ricontattare la struttura che ha preso in carico sua sorella, la conoscono e conoscono bene la sua storia, sicuramente sapranno indirizzarla al meglio. Un caro saluto, Dott.ssa Mariagrazia De Lisio
Buongiorno. Sono d'accordo con i colleghi che le consigliano come primo passo da compiere, quello di rivolgersi alla struttura che ha avuto in cura sua sorella.

Saluti

MT
Buonasera, penso che innanzitutto contattare la struttura presso cui sua sorella è stata in cura. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve, comprendo la complessità della situazione che sta vivendo e la sua preoccupazione. In questi casi quando la persona appare priva di consapevolezza sul problema di salute che danneggia sia lei che i familiari coinvolti, sarebbe importante affidarsi ai servizi territoriali, comunicando anche medico di base la ricaduta avvenuta. In queste situazioni valutare la gravità della ricaduta e ciò che ha funzionato e non dal precedente percorso può essere importante nel prevedere l’evoluzione della patologia e nell’attivare un percorso più adeguato che tenga di conto di eventuali criticità.
Un caro saluto. Dott.ssa Matilde Ciaccia.
Gentile utente, mi dispiace molto per la situazione che riporta. Mi occupo di dipendenze da alcol, e comprendo bene quanto questo percorso sia difficile, sia per il paziente che per chi gli sta intorno. Purtroppo le ricadute sono molto frequenti, soprattutto dopo un periodo passato in un centro di disintossicazione, ed è facile che dopo l'ennesima ricaduta il paziente si stanchi, e non voglia più essere aiutato. Le consiglio come prima cosa di contattare il centro in cui è stata sua sorella: conoscendo la sua storia clinica, sapranno darle dei consigli sia sul proseguo del percorso, sia su come aiutare sua sorella a ritrovare la motivazione e la voglia di essere aiutata. In questo, potrebbe venirle in aiuto anche il medico di base di sua sorella: farle vedere che ha una buona rete di supporto attorno potrebbe renderla più motivata. Inoltre, se già non è stato fatto, ritengo indispensabile contattare uno psichiatra per una presa in carico farmacologica e uno psicologo professionista che aiuti sua sorella in questa delicata fase: uscire da una clinica e tornare alla vita quotidiana è sempre un momento di grande difficoltà poichè presuppone ritrovare un equilibrio in una vita in cui precedentemente le abitudini, plausibilmente, ruotavano intorno (o comunque comprendevano) l'uso di alcol. Pertanto, ritengo necessaria una presa in carico costante e continuativa anche una volta uscita dal centro, sia dal punto di vista medico che psicologico. In alternativa, può provare a contattare il SerD (Servizio per le Dipendenze dell'Asl) per un appuntamento. Inoltre, anche per far ritrovare a sua sorella la motivazione a riprendere il percorso, le consiglio caldamente di informarsi sui gruppi di auto-aiuto (come gli Alcolisti Anonimi ma non solo: in generale, gruppi in cui si riuniscono persone con dipendenze) presenti nel suo territorio, soprattutto quelli in cui oltre al paziente, possono partecipare anche i famigliari: in tali gruppi sua sorella può trovare persone che condividono le sue stesse difficoltà, sentendosi accolta e magari trovando strategie per affrontare meglio le sue sofferenze. Inoltre, la possibilità di portare un famigliare potrebbe permettere anche a lei di condividere la propria esperienza con persone con vissuti simili ai suoi, stando allo stesso tempo vicino a sua sorella. In tali casi, infatti, non è solo il paziente a soffrire, bensì tale sofferenza è condivisa anche da chi gli sta più vicino. Se non ci ha già pensato, potrebbe considerare l'idea di intraprendere un percorso di supporto psicologico, dove anche lei potrebbe condividere le proprie sofferenze e difficoltà, magari trovando anche delle nuove strategie per stare vicina a sua sorella in modo più funzionale e meno doloroso per entrambe.
Mi rendo conto che è difficile rispondere ai suoi dubbi in poche righe, pertanto mi contatti pure in privato nel caso in cui avesse bisogno di altre informazioni. Sono inoltre disponibile per colloqui, anche online.
Con i migliori auguri, porgo cordiali saluti. Dott.ssa Asya Cappalli
Buongiorno, mi dispiace davvero per il suo disagio. Le consiglio vivamente ricovero psichiatrico con successivo supporto di psicoterpia.
Grazie

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