Non so più come uscire da questa situazione , nonostante io cerchi di andare avanti in realtà poi ri

24 risposte
Non so più come uscire da questa situazione , nonostante io cerchi di andare avanti in realtà poi rimango sempre ferma.
Mi sento bloccata, senza forze, senza energie, senza motivazioni per andare avanti, non sono riuscita a costruirmi niente fino ad ora , gli anni passano e io sono sempre piu chiusa in me, passo le mie giornate chiusa in casa, quando esco non vedo l'ora di tornare a casa, mi sento sola, ma poi non riesco mai a fidarmi delle persone e ad instaurare dei rapporti penso sempre ognuno ti usa solo fin quando gli fai comodo, non riesco mai a percepire dell'affetto sincero da parte degli altri.
Questo fà si che non mi piaccia mai nessuno e rimango sempre da sola pur di non instaurare rapporti finti anche d'amicizia
Dulcis in fundo, ciliegina sulla torta che nom fa altro che aumentare la mia fragilità, anni fa ero fidanzata, non andavamo d'accordo e ci siamo lasciati in malo modo per telefono, io ho sbagliato perchè ad ogni suo tentativo di riconciliazione ho alzato un muro e questo ha portato a lasciarci per telefono, dopo un anno lui si rifà sentire tramite messaggi, io rispondo perchè avevo voglia di risentirlo, mi era mancato molto ma in cuor mio continuavo a vedere tutto nero e a pensare che comunque era una storia che non poteva funzionare, quindi i messaggi sono rimasti tali, la storia non si è evoluta e anzi, lui anzichè capire perchè, pur avendogli risposto, avessi dei dubbi, non mi ha risposto più neanche ai messaggi per poi scoprire che si era fidanzato com un'altra... ora si sposeranno e io sto a pezzi. In questi anni ho sempre pensato che ho sbagliato a non vivermi la storia perche io avrei voluto darci una seconda possibilità ma per paura non ci sono riuscita, è stata colpa mia se l'ho perso perche quando c 'era non ho mai fatto un passo verso di lui perchè ormai mi ero convinta che non andassimo d'accordo, ora penso di aver perso l'unica persona che mi ha amato e non riuscirò mai a trovare qualcun altro da amare e forse non sono neanche capace di amare. Perchè quando stavamo insieme vedevo tutto nero, e ora lo vedo come una persona quasi perfetta che mi sono fatta scappare? Io sto impazzendo non so più come uscirne e soprattutto non so se ho fatto bene e questo pensiero non mi fa piu dormire la notte nonostante io non abbia piu il diritto di pensarlo visto che lui presto avrà una moglie che non sono io. Non riesco a capire se lui mi abbia amato veramente e poi si è stancato di me, oppure stava con me solo per non stare da solo visto che mi ha "mollata" solo quando ha trovato un'altra persona. Però questa persona se la sta sposando. Non so piu che pensare , so solo che mi manca tanto e non sono piu riuscita a parlargli perchè in quel periodo non ha mai piu risposto ai miei messaggi, nella mia testa è rimasto tutto cosi irrisolto, come si fa ad andare avanti con 300mila dubbi in testa a cui pensi tutti i minuti della giornata? E a cui mai riuscirò a dare una spiegazione visto che mai ci riparlerò con questa persona? Penso a come sarebbe potuta essere la nostra vita, mi vengono in mente solo le cose che mi piacevano di lui e non mi vengono piu in mente le cose che mi hanno spinta a lasciarci
Io adesso penso fermamente che il problema sono io, sono passati anni e ancora sto a rimuginare sempre sulle stesse cose mentre lui è andato avanti. Ho vinto un concorso sto per iniziare questo nuovo percorso ma non riesco ad essere felice sempre perche penso a lui, ho mille ansie e paure per tutto perchè penso di non essere una persona costante e che si stanca facilmente delle cose e se questo dovesse succedere anche al lavoro? Ho sempre mollato tutto dopo poco tempo, l'unica cosa che sono riuscita a finire è l'università laureandomi però a 29 anni, mi sento persa, vuota
Volevo sposarmi, avere dei figli ma quando stavo con lui c'era una sensazione che mi faceva percepire che lui non fosse quello giusto perchè a volte mi dava la sensazione che stesse con me solo per non rimanere da solo, altre volte invece era la persona perfetta che tutte vorrebbero, sono confusa non so piu come uscirne. Però mi dava sicurezza quella sicurezza che ora non ho, sto investendo su di me, proprio per non dovermi aggrappare a nessuno , per questo ho deciso di studiare per i concorsi perchr se poi quel qualcuno si sposta cadi a terra e ti fai male ma nonostante questo niente mi fa stare meglio
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Buonasera, il dolore che descrive è legittimo e profondo, alimentato da una relazione rimasta aperta, fatta di dubbi, idealizzazioni e senso di colpa. Questa sofferenza prolungata può essere il segnale di un blocco emotivo che va ascoltato, non giudicato.
Un percorso di psicoterapia con uno psicologo psicoterapeuta, in particolare attraverso approcci come l’EMDR o la psicoterapia umanistica, può aiutarla a elaborare i vissuti legati all’abbandono, alla paura di amare e alla difficoltà a fidarsi. Strumenti come la mindfulness possono sostenere l’attenzione al presente e ridurre la ruminazione. Non è lei il problema, ma le ferite relazionali non si risolvono da sole: vanno attraversate, con supporto e cura.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Credo che sia proprio da lì che occorre partire: investire su di sé.
Il resto viene dopo.
Se vuole ne parliamo.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso di sostegno psicologico. Cordiali saluti.
Gent.ma utente,
la ringrazio per la condivisione della sua storia e mi dispiace molto per la sofferenza che sta provando in questo periodo della sua vita.
La ruminazione sul suo passato, sulla sua relazione sentimentale, la sta invalidando notevolmente. Ruminare vuol dire ripensare continuamente alle stesse cose, ripetere mille volte gli stessi ragionamenti, rimanere chiusi in un loop di domande senza risposta, di cose non dette o non fatte, del "se fosse andata diversamente". E' una deriva mentale fastidiosa, deleteria e può diventare causa di altre problematiche psicologiche. La ruminazione influisce sullo stato dell'umore, sulla motivazione ad agire, sulla percezione di autostima, sulla tolleranza allo stress e sulla manifestazione dell'ansia.
Per questi validi motivi, il mio consiglio è di rivolgersi quanto prima a un professionista che possa supportarla in questa fase delicata, sottraendola da questa schiavitù della mente, da questi continui tentativi di auto-sabotaggio.
La verità, cara utente, è che il passato non torna, che non possiamo controllare i comportamenti e i pensieri delle altre persone, che non cambieremo mai lo stato dei fatti semplicemente pensandoci su per ore e ore, nell'arco delle nostre giornate.
Lei ha bisogno di tornare davvero a pensare a sé stessa, nel modo più semplice ed efficace: guardandosi dentro e imparando come sta funzionando la sua mente e come potrebbe funzionare per farla stare meglio...adesso! Il momento per essere soddisfatti e felici della propria vita è proprio ora, non un domani qualsiasi, quando il passato sarà dimenticato. Lei ha bisogno di vivere questo momento al massimo, di godersi il dono della vita attimo per attimo, senza aspettare che sia qualcun altro a decidere per lei. E deve poterlo fare nonostante tutti i pensieri che le rimbombano in testa, nonostante le paure, nonostante le opinioni o i comportamenti altrui. Deve poter pensare al proprio benessere perché ne ha il pieno diritto e tutte le potenzialità per farlo.
Se ha scritto su questo forum, forse, il primo passo lo ha già fatto, quello di prendere consapevolezza di aver bisogno di un supporto, di una guida che l'aiuti a rialzare la testa e a guardare finalmente avanti. Il prossimo passo potrebbe affrontare un percorso adatto alle sue esigenze e riprendere in mano le redini della sua vita.
Le persone affrontano, in un modo o nell'altro, molte prove difficili nell'arco di vita. E' la fragilità dell'essere umano che si manifesta. Ma è proprio attraverso queste esperienze difficili che si ha l'opportunità di crescere e di capire cosa vogliamo davvero per noi stessi, per la nostra soddisfazione, per la realizzazione dei nostri sogni. La felicità ha bisogno della sofferenza per esplicitarsi, solo sapendo ciò che abbiamo perso o che rischiamo di perdere, possiamo gratificarci profondamente per ciò che rimane e che può ancora accadere di nuovo e di bello.
Ma fermarsi a ruminare non conduce a nessuna soluzione, se non a quella di sentirsi inutili e svantaggiati dalla vita.
Le auguro di superare presto questo momento! Qualora lo desiderasse, sono a disposizione per ulteriori informazioni su un percorso psicologico adatto alle sue esigenze, anche online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Dott.ssa Anna Tosi
Psicologo, Psicologo clinico
Caldiero
Buongiorno, quella che descrive è una sofferenza molto pesante da sostenere. A me sembra che si trovi incastrata dentro delle strutture emotive e cognitive tipiche di uno stato depressivo: il vedere tutto nero, la fatica a guardare al futuro con positività, la mancanza di fiducia verso gli altri, l'auto criticismo, la tendenza ad auto colpevolizzarsi, l'assenza di motivazione ed energia, l'isolamento sociale e uno stile di pensiero rimuginativo. Ognuno di questi elementi contribuisce a mantenerle l'umore basso, alimentando il circolo vizioso della sofferenza. Posso capire che diversi eventi della sua vita l'abbiano delusa e per questo si porta dietro tanti rimpianti e rancori, dall'altra parte, concentrarsi su queste cose, la fa abbattere ancora di più e le fa perdere ogni slancio positivo che potrebbe produrre un cambiamento nella sua vita. Questo è possibile spostando lo sguardo dal passato al futuro, in un'ottica di progettualità che potrebbe portarla a trovare nuove soddisfazioni e nuovi scopi. Ovviamente so bene che tutto questo le sembrerà un'enorme montagna da scalare e che, da sola, sente di non avere le forze per "cambiare direzione". Per ciò, l'indicazione che mi sento di darle è di rivolgersi a un* psicoterapeuta che possa aiutarla a superare questo momento. E' importante che ora si prenda cura di sè e si preoccupi di uscire dal circolo vizioso in cui è incastrata, adottando un nuovo sguardo di accettazione verso se stessa. Le auguro tutto il meglio e rimando a disposizione per qualsiasi cosa. Dott.ssa Anna Tosi
È evidente che sta attraversando un momento di grande sofferenza e confusione, in cui il passato, i rimpianti e i dubbi sembrano bloccarla e impedirle di vivere pienamente il presente e il futuro che sta costruendo.
Il dolore per una relazione finita, e le molte domande senza risposta unite a un senso di rimpianto, possono essere davvero travolgenti. È importante però ricordare che il percorso di guarigione e di crescita personale richiede tempo, pazienza e molta gentilezza verso sé stessi. La sensazione di sentirsi “bloccata” e priva di energie è comune in queste situazioni, ma non definisce chi lei è né il suo valore. Il fatto che stia investendo su di sé, come nel suo percorso di studi e nel prepararsi a un concorso, è un segnale molto positivo e prezioso. Si tratta di costruire una base solida di autonomia e fiducia che non dipende da nessun altro. I pensieri che riguardano il suo ex partner e la storia passata sono comprensibili, ma è importante cercare di non lasciarsi imprigionare da questi. A volte la mente tende a idealizzare ciò che è perduto, trascurando gli aspetti più difficili e il motivo per cui la relazione non ha funzionato. Riconoscere questo può essere un passo per accogliere e lasciar andare il passato, aprendo spazio a nuove opportunità di felicità e realizzazione personale. Se sente che il peso emotivo è troppo grande da gestire da sola, non esiti a considerare il supporto di un professionista che possa accompagnarla in questo processo di elaborazione e rinascita, aiutandola a ritrovare motivazione, fiducia e serenità.
Lei ha già dimostrato una grande forza e consapevolezza, continui a prendersi cura di sé con gentilezza e senza giudizio, permettendosi di vivere il proprio tempo e le proprie emozioni senza fretta.
Un caro saluto.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente mi dispiace molto per quanto ha condiviso. Dalle sue parole traspare un profondo dolore, ma anche una forte determinazione a reagire. Credo sinceramente che, in questo momento, la vincita del concorso possa rappresentare un’opportunità preziosa per intraprendere un percorso di rinascita, magari con il supporto di uno psicologo.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online
Dott. Luca Rochdi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, dalle sue parole traspare un grande peso emotivo che porta con sé da anni e che non riguarda solo la fine della relazione, ma anche la sensazione di essere bloccata, di non riuscire a costruire una vita che la faccia sentire realizzata e in pace. La sofferenza che descrive è alimentata non solo dal dolore della perdita, ma anche dal continuo rimuginio su ciò che avrebbe potuto fare diversamente e su come sarebbero potute andare le cose. È come se la sua mente fosse rimasta ancorata a quel momento, impedendole di guardare avanti con fiducia. In ottica cognitivo-comportamentale, questo tipo di pensieri ripetitivi e intrusivi rappresentano un circolo vizioso: più si cerca di trovare una risposta definitiva o di ricostruire la storia per capire “dove si è sbagliato”, più il cervello rimane incastrato nella stessa catena di ricordi e ipotesi. Questo mantiene vivo il dolore, perché la mente continua a vivere la relazione come se fosse ancora presente, privandola della possibilità di elaborare davvero la perdita. Un aspetto importante sarebbe imparare a distinguere tra ciò che è un fatto e ciò che è un’interpretazione. Lei stessa racconta che, durante la relazione, aveva sensazioni contrastanti e percepiva delle incompatibilità; oggi, invece, il ricordo si colora quasi solo di aspetti positivi, e questo accade spesso quando ci manca qualcosa e il cervello tende a “romanzare” il passato per proteggerci dal vuoto. Capire se lui l’abbia amata veramente o se stesse con lei per non restare solo può sembrare una domanda cruciale, ma in realtà è una trappola mentale: la risposta non cambierebbe il fatto che la relazione si è chiusa e che oggi le sue energie vanno indirizzate verso il presente. Il vero nodo è come gestire questo bisogno di avere certezze che, di fatto, non può ottenere. In terapia si lavora molto proprio su questo: imparare a tollerare il dubbio, ridurre il tempo e lo spazio che il rimuginio occupa nella mente, e allenare nuove modalità di azione che favoriscano un senso di efficacia e autonomia. Lei dice di sentirsi senza forze e senza motivazione, e questo può essere un segnale di quanto il blocco emotivo stia condizionando anche la sfera pratica. Allo stesso tempo, mi colpisce che, nonostante questo stato, abbia vinto un concorso e completato un percorso universitario. Questo dimostra che, pur tra mille difficoltà, possiede risorse e capacità di portare a termine obiettivi importanti. Il problema non è la sua totale incapacità di essere costante, ma la fatica nel mantenere motivazione quando prevalgono ansia, paura di fallire o insoddisfazione. Il percorso che sta iniziando per investire su sé stessa è un passo prezioso. Potrà darle non solo competenze e sicurezza, ma anche la possibilità di costruire una quotidianità in cui non tutto ruota attorno al vuoto lasciato da quella relazione. Parallelamente, sarà fondamentale lavorare sulla gestione dei pensieri ossessivi e sull’abitudine a confrontarsi con un “passato idealizzato” che, nei fatti, non esisteva così come oggi lo ricorda. Uscire da una situazione come la sua richiede tempo, ma soprattutto richiede imparare a riconoscere quando la mente sta tornando a interrogarsi su domande a cui non potrà mai dare una risposta definitiva. Saperle interrompere, anche solo per pochi minuti alla volta, può essere l’inizio di un cambiamento. Con piccoli passi e con il giusto supporto, sarà possibile non solo andare avanti, ma farlo senza sentirsi in colpa per ciò che è stato e senza il bisogno costante di risolvere mentalmente una storia che, nella realtà, si è già chiusa. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, comprendo quanto la situazione che descrive sia fonte di dolore, confusione e senso di smarrimento. La sua esperienza racchiude diversi piani emotivi: il lutto affettivo per una relazione finita senza una chiusura chiara, il senso di colpa per ciò che avrebbe potuto fare diversamente, la paura di non riuscire più a provare amore, la percezione di non essere costante o capace di costruire, e infine il timore di un futuro che appare incerto.

La fine di una relazione, soprattutto se irrisolta, può lasciare una ferita che si alimenta nel tempo attraverso il rimuginio. Nella sua mente il ricordo dell’ex partner è diventato quasi idealizzato, tanto che oggi le riesce difficile richiamare alla memoria anche quegli aspetti che in passato la portarono a dubitare. Questo è un processo frequente: quando ci si sente soli e bloccati, il passato rischia di assumere un’aura migliore di quanto fosse realmente, e ci si concentra su ciò che si è perso piuttosto che sulle ragioni per cui quella storia non funzionava.

È importante sottolineare che il dolore che prova non è “sproporzionato” né segno che c’è qualcosa di irrimediabilmente sbagliato in lei. È piuttosto la manifestazione di una ferita affettiva non elaborata e di un senso di sé che in questo momento è molto critico e giudicante. Quando scrive di sentirsi bloccata, senza forze, con poca fiducia negli altri e in se stessa, emerge il bisogno di uno spazio protetto in cui poter rimettere ordine nei pensieri, distinguere ciò che appartiene al passato da ciò che può costruire oggi, e imparare a ridurre il peso di quelle domande senza risposta che la tengono ancorata al “come sarebbe potuto essere”.

Il percorso che ha intrapreso (investire su di sé, studiare, costruire una base sicura) è prezioso, ma rischia di non darle sollievo se non è accompagnato anche da un lavoro interno sulle emozioni e sulle modalità con cui affronta le relazioni. Andare avanti non significa cancellare il passato o dare per forza una risposta a ogni dubbio, ma imparare a convivere con l’incertezza, a lasciare che il ricordo smetta di condizionare ogni scelta presente, e a riaprire gradualmente spazi di fiducia negli altri.

Non è un processo immediato, ma con il giusto sostegno può diventare un cammino di ricostruzione personale che le permetta non solo di “resistere” al dolore, ma di riprendere a progettare e vivere in modo più libero.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buongiorno cara , ho letto attentamente e con partecipazione questa parte così profonda e dolorosa della tua vita e sento nelle tue parole un dolore autentico e una confusione che ti sta consumando da troppo tempo.

Quello che descrivi è un intreccio complesso di depressione, ansia da attaccamento e rimuginio ossessivo che si alimentano reciprocamente. Il tuo ex rappresenta simbolicamente tutto ciò che hai perso o non hai mai avuto: sicurezza, amore, futuro. Ma attenzione , la persona di cui senti la mancanza oggi non è quella reale con cui stavi, ma una versione idealizzata creata dal tuo dolore.

Il fatto che tu riesca a vedere solo gli aspetti positivi di lui ora, mentre durante la relazione vedevi "tutto nero", indica un pattern tipico: la tendenza a sabotare ciò che hai per paura di perderlo, per poi idealizzarlo una volta perso. Questo meccanismo ti protegge dal rischio dell'abbandono, ma ti condanna alla solitudine.

**Cosa puoi fare nell'immediato:**

1. **Blocco del rimuginio**: Quando inizia il loop mentale su di lui, impostati un timer per 10 minuti. Permettiti di pensarci solo per quel tempo, poi fai altro. Gradualmente riduci il tempo.

2. **Lista di realtà**: Scrivi tutti i problemi che avevate insieme. Quando idealizzi, rileggi questa lista per riequilibrare la percezione.

3. **Investimento nell'oggi**: Hai vinto un concorso - questo è un traguardo enorme! Invece di minimizzarlo, celebralo. È la prova che sei capace di costanza e successo.

4. **No contact mentale**: Evita di cercare informazioni su di lui online o attraverso altri. Ogni informazione riapre la ferita.

**Il lavoro più profondo:**
La tua paura dell'abbandono ti spinge a sabotare le relazioni prima che l'altro possa lasciarti. È un meccanismo di difesa che però crea esattamente ciò che temi. Il tuo valore non dipende dal fatto che lui ti abbia amato o meno - dipende da chi sei tu.
Oltre a questo io posso solo consigliarti un lavoro intensivo su dite, un percorso terapeutico in cui elaborare il trauma dell'abbandono, capire quali sono le p arti di te coinvolte in questo dolore e spezzare i cicli di rimuginio. Potremmo anche esplorare attraverso i sogni le radici più profonde di questi pattern. L'obiettivo sarà trasformare questo dolore in comprensione di te stessa, per costruire relazioni future più sane e autentiche. Un caro saluto
*Dott.ssa Marzia Mazzavillani*
*Psicologa Clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamworker*
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Gentile paziente,quello che descrivi è un blocco emotivo radicato, alimentato da due fattori principali: il rimuginio continuo sul passato e la convinzione che tu abbia perso “l’unica occasione” di essere amata.Quando eri nella relazione provavi dubbi e insoddisfazione; ora, invece, la nostalgia ha selezionato solo i ricordi positivi, facendoti idealizzare quella persona e mettere in secondo piano le ragioni per cui vi siete lasciati. Questo meccanismo rende difficile accettare la fine e ti spinge a colpevolizzarti, come se il tuo valore dipendesse solo da quella storia.
Il problema non è soltanto la relazione in sé, ma il fatto che oggi la tua vita ruota attorno a un passato irrisolto, impedendoti di investire davvero nel presente. Anche il nuovo percorso lavorativo, che potrebbe rappresentare un’opportunità di riscatto, rischia di essere offuscato da questi pensieri intrusivi.
Uscirne non significa trovare tutte le risposte su di lui o sapere con certezza se ti abbia amato: alcune domande resteranno senza risposta, e la vera liberazione arriva quando smetti di cercarle.
Non serve stravolgere tutto subito: bastano piccoli passi concreti per ricostruire sicurezza in te stessa e smettere di misurare il tuo valore con quello che è successo in passato.
Un caro saluto
Dott.ssa Grazia Chianetta
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Ciao,
dalle tue parole si percepisce tutta la tua tristezza e mi spiace tanto.
Credo tu abbia bisogno di sostegno e supporto in questo preciso momento e credo tu lo sappia. Sei una persona che pensa molto e ti interroghi, bene! Ma bisogna saper indirizzare le domande nel posto giusto per non rischiare di rimanere pou delusi se non si trovano le risposte (giuste).
Se vuoi io son disonibile ad intraprendere un percorso.
Ti auguro di trovare quello di cui hai bisogno.
Dr. Grazia Chianetta
Dott.ssa Monica Venanzi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
La nostra mente è in grado di raccontarsi qualsiasi verità per sopravvivere oggi a una paura, domani a un'altra.
Sembrerebbe che la tua paura di rimanere in questo stallo ti porti a conclusioni disparate su questo ex ragazzo, a mettere in discussione te stessa, e a sperare che ogni cosa che fai sia finalmente la svolta, per poi ritrovarti delusa se ciò non avviene.
Tuttavia, la svolta non arriva perché non sei nella condizione di accoglierla, e non perché tu non faccia abbastanza. Sembrerebbe che la tua condizione di sofferenza prescinda da quello che concretamente ti succede nella vita. E' difficile dirti come fare, senza sapere che cosa ti succede.
Ti consiglio, se non l'hai ancora presa in considerazione, di iniziare un percorso psicologico, anche fosse solo per uscire da questo momento, dove se resti sola e senza strumenti, rischi di dare adito a pensieri e conclusioni che ti sembreranno del tutto ragionevoli, ma in realtà non lo sono affatto. E oltretutto ti faranno stare peggio del previsto perché ti trovi in una condizione di vulnerabilità, dove devi ritrovare solo la pazienza verso te stessa.
Dott.ssa Shana Baratto
Psicologo, Psicologo clinico
Levico Terme
Gentile utente,
grazie per la sua condivisione. Ho letto la sua storia con attenzione e mi arriva forte la sua sofferenza. Da quanto leggo, se ho capito bene, mi arriva la sua fatica nell'aprirsi all'altro, nell'avere fiducia verso l'ambiente che la circonda, e la necessità di "fare da sola" per paura di appoggiarsi all'Altro.. in quanto potrebbe ferirci, deluderci, tradirci o, semplicemente, non essere in grado di starci accanto.
Questa modalità relazionale che lei utilizza, probabilmente, in passato l'ha aiutata e le ha permesso di evitare delusioni e sofferenze, ma nel tempo diventa poco funzionale e la allontana da quelle che sono le sue intenzionalità, le sue relazioni, i suoi obiettivi.
Il matrimonio del suo ex compagno -con un'altra persona-, probabilmente, ha messo definitivamente il punto alla vostra storia e questo le ha dato una grande sofferenza.. sofferenza che ci sta raccontando e questo può scatenare tutte le domande che lei si sta ponendo. Ma la sofferenza che a me arriva, è una sofferenza più complessa, che la accompagna da diverso tempo, che riguarda diversi settori della sua vita (ad esempio il lavoro e la vita sociale -afferma di non uscire di casa-) e che la blocca nel perseguire le sue volontà.
Penso che un percorso con un professionista psicologo potrebbe aiutarla
nel comprendere quella che è la sua modalità relazionale, il suo funzionamento, e sostenerla nel trovare una modalità più funzionale per relazionarsi con l'altro e più in generale per muoversi nei suoi contesti di vita.
Rimango a disposizione anche online.
Cordialmente,
dott.ssa Baratto
Dott.ssa Tania Zedda
Psicologo, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
Ciao, grazie davvero per esserti aperta così tanto. Nelle tue parole si percepisce un grande dolore ma anche una forte lucidità: sai raccontare bene cosa provi, quali sono i pensieri che ti tormentano e in che modo questo ti blocca. È un atto di grande coraggio, perché significa che, nonostante la sofferenza, desideri comprenderti e trovare una via d’uscita.
Restare legata a una relazione passata è un’esperienza che molte persone vivono, ma che diventa particolarmente difficile quando si intreccia con sentimenti di solitudine, sfiducia negli altri e paura di non riuscire ad andare avanti. Ti stai rimproverando molto per le tue scelte di allora, come se ci fosse stato un “momento giusto” che ti sei lasciata scappare e che non tornerà più. Questo pensiero ti tiene imprigionata, come se il tuo futuro fosse già scritto e non ci fosse possibilità di cambiamento.
La verità è che non c’è un unico treno che passa nella vita. L’amore e le relazioni non sono qualcosa che capita una sola volta, e il fatto che tu stia soffrendo per quell’uomo non significa che fosse “l’unico giusto per te”. Significa che, in quel momento della tua vita, lui rappresentava un punto di sicurezza, una presenza che oggi rimpiangi perché ti manca quella sensazione. Ma questo non definisce il tuo valore né le tue possibilità future.
Il rimuginio (quei 300mila pensieri che girano senza sosta) è un meccanismo che il cervello usa per illudersi di trovare risposte, ma in realtà alimenta il dolore. Una strada possibile è iniziare a distinguere tra “cercare spiegazioni” e “prendersi cura di sé”. Il passato non può cambiare, ma puoi scegliere oggi di investire le tue energie su ciò che ti fa crescere, come stai già facendo con il nuovo percorso lavorativo.
È normale avere paura di non essere costante o di mollare: lo dimostra la tua stessa storia, perché nonostante i dubbi sei arrivata a laurearti e ora ti stai muovendo verso nuove opportunità. Dentro di te ci sono già le risorse per costruire, anche se a volte la paura prende il sopravvento.
Il dolore per quella relazione non sparirà dall’oggi al domani, ma col tempo può trasformarsi. Non si tratta di dimenticare, ma di integrare quell’esperienza come parte di te, senza permetterle di oscurare tutto il resto. Forse non puoi trovare risposte definitive su cosa lui provasse o sul perché sia finita così, ma puoi trovare nuove risposte su chi sei tu oggi e su cosa desideri per il futuro.
Non sei “sbagliata” se ci pensi ancora, ma non sei neanche condannata a rimanere ferma lì per sempre. Un passo alla volta, puoi uscire da questo circolo e riprendere in mano la tua vita.
Dott.ssa Alessandra Motta
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Gentile utente,
ciò che la blocca non è l’amore perduto, ma il continuo rimuginare su ciò che avrebbe potuto essere. Il passato, se trattenuto, diventa una gabbia che le impedisce di vivere il presente. Lei però ha già dimostrato di saper costruire — la laurea, il concorso vinto — segni concreti che non è “ferma” come pensa. La sicurezza che cerca non è in qualcuno fuori da sé, ma nella capacità di camminare con le proprie gambe. È da lì che può ripartire.
Carissima,
Rileggendo le tue parole, sento un dolore profondo, stratificato, che non nasce da un singolo evento, ma da un vissuto fatto di solitudine, di paure mai pienamente ascoltate, e di relazioni che — anziché farti sentire vista, accolta, amata — ti hanno lasciata con più dubbi che certezze.
E voglio dirti questo, prima di ogni altra cosa: quello che provi ha senso. Non è esagerato, non è “sbagliato”. È il riflesso di un mondo interiore che è stato tanto tempo in silenzio, senza uno spazio sicuro dove potersi raccontare.
Il senso di essere bloccata non è debolezza, è difesa
Quando dici che ti senti ferma, bloccata, svuotata, senza motivazione, in realtà stai raccontando una lotta interiore che ti occupa moltissimo spazio mentale ed emotivo.
Quello che chiami “stare ferma” è, paradossalmente, il risultato di uno sforzo continuo e invisibile: sopravvivere a una vita in cui ti sei sentita spesso sola, poco vista, non scelta.
Il corpo si chiude.
La mente si affolla di dubbi.
Il cuore si irrigidisce.
E tu senti di non riconoscerti più.
Non perché sei “rotta”. Ma perché sei satura, di pensieri non detti, emozioni trattenute, dolori che non hanno mai avuto un luogo sicuro per essere accolti.
La storia d’amore: ciò che ti ha lasciato, più di ciò che è stata
Tu non stai solo raccontando una relazione finita.
Stai parlando di un legame che ti ha lasciato una ferita aperta.
Perché non si è chiuso con parole, con verità, con reciprocità. Si è chiuso con un buco, con un “non detto”, con un’assenza che è diventata eco.Vedi, quando non ci diamo il permesso di stare pienamente nelle relazioni, poi finiamo per viverle dentro di noi, da sole, anche quando l’altro non c’è più. E la mente torna sempre lì, a cercare quel confronto che non è mai avvenuto veramente. Non è amore quello che oggi provi per lui. È una storia incompiuta, che abita ancora uno spazio emotivo troppo vivo .Perché non hai avuto modo di dire davvero cosa sentivi. E nemmeno lui. Ora, però, non puoi più cercare risposte da lui. Ma puoi ancora ascoltare le tue.
Fiducia, solitudine e chiusura: non sei fredda, sei protetta
Dici che non ti fidi delle persone, che senti che nessuno offre affetto sincero, che preferisci stare da sola piuttosto che vivere legami “finti”.
E io ti credo.
Ma sai, raramente si diventa così per caso.
Quando in passato le relazioni non sono state un luogo sicuro, allora cominciamo a costruirci da sole le nostre fortezze: piccole, fredde, ma almeno non crollano.
Il problema è che diventano anche gabbie.
Non sei una persona che non sa amare.
Sei una persona che ha imparato a non fidarsi.
E allora, per non rischiare di soffrire, non ama.
Per non sentirsi usata, non si avvicina.
Per non essere abbandonata, resta sola.
È una strategia. Non è la verità su di te.
Stai investendo su di te per darti una base sicura. Questo è un atto d’amore verso te stessa, questo. Anche se non lo senti così. Hai deciso di costruirti una base sotto i piedi. Ma forse, ora, è il momento anche di lavorare sulla parte emotiva, non solo su quella pratica. Perché non basta fare carriera o passare un concorso, se dentro ci sentiamo sbagliate, in colpa, sempre in ritardo, inadeguate o sole.Serve una cura più profonda.Una relazione terapeutica, dove tu possa finalmente essere ascoltata, intera, senza dover spiegare tutto perfettamente. Dove tu possa sentire che non sei da sola con questo caos dentro.
La tua confusione è la tua verità che chiede ascolto
Tu oggi non devi decidere se lui ti ha amato, se hai sbagliato, se non sei capace di amare, o se avresti potuto avere una famiglia con lui.
Oggi, la vera domanda è: “Posso permettermi di avere avuto paura, senza condannarmi per questo?”Perché il tuo giudizio verso te stessa è diventato più pesante della relazione stessa.E se oggi vuoi davvero ricominciare, non devi cancellare quello che è stato, ma prenderlo per mano, capirlo, lasciarlo andare quando sarai pronta.Non con la testa, ma con il cuore.
Non sei in ritardo.
Non hai perso tutto.
Non sei incapace di amare.
Non sei destinata alla solitudine.
Sei solo stanca. E ferita. Ma sei viva. E sei qui.
E ora, forse, è il momento di ripartire da te — ma davvero, non da sola.
Con qualcuno accanto che sappia accompagnarti in questo processo di guarigione.
Non per aggiustarti, ma per farti sentire che puoi esistere anche con tutto quello che provi. Ti mando un abbraccio sincero,con tutto il rispetto per la tua profondità e il tuo coraggio nel condividere.

Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Non so più come uscire da questa situazione , nonostante io cerchi di andare avanti in realtà poi rimango sempre ferma.
Mi sento bloccata, senza forze, senza energie, senza motivazioni per andare avanti, non sono riuscita a costruirmi niente fino ad ora , gli anni passano e io sono sempre piu chiusa in me, passo le mie giornate chiusa in casa, quando esco non vedo l'ora di tornare a casa, mi sento sola, ma poi non riesco mai a fidarmi delle persone e ad instaurare dei rapporti penso sempre ognuno ti usa solo fin quando gli fai comodo, non riesco mai a percepire dell'affetto sincero da parte degli altri.
Questo fà si che non mi piaccia mai nessuno e rimango sempre da sola pur di non instaurare rapporti finti anche d'amicizia
Dulcis in fundo, ciliegina sulla torta che nom fa altro che aumentare la mia fragilità, anni fa ero fidanzata, non andavamo d'accordo e ci siamo lasciati in malo modo per telefono, io ho sbagliato perchè ad ogni suo tentativo di riconciliazione ho alzato un muro e questo ha portato a lasciarci per telefono, dopo un anno lui si rifà sentire tramite messaggi, io rispondo perchè avevo voglia di risentirlo, mi era mancato molto ma in cuor mio continuavo a vedere tutto nero e a pensare che comunque era una storia che non poteva funzionare, quindi i messaggi sono rimasti tali, la storia non si è evoluta e anzi, lui anzichè capire perchè, pur avendogli risposto, avessi dei dubbi, non mi ha risposto più neanche ai messaggi per poi scoprire che si era fidanzato com un'altra... ora si sposeranno e io sto a pezzi. In questi anni ho sempre pensato che ho sbagliato a non vivermi la storia perche io avrei voluto darci una seconda possibilità ma per paura non ci sono riuscita, è stata colpa mia se l'ho perso perche quando c 'era non ho mai fatto un passo verso di lui perchè ormai mi ero convinta che non andassimo d'accordo, ora penso di aver perso l'unica persona che mi ha amato e non riuscirò mai a trovare qualcun altro da amare e forse non sono neanche capace di amare. Perchè quando stavamo insieme vedevo tutto nero, e ora lo vedo come una persona quasi perfetta che mi sono fatta scappare? Io sto impazzendo non so più come uscirne e soprattutto non so se ho fatto bene e questo pensiero non mi fa piu dormire la notte nonostante io non abbia piu il diritto di pensarlo visto che lui presto avrà una moglie che non sono io. Non riesco a capire se lui mi abbia amato veramente e poi si è stancato di me, oppure stava con me solo per non stare da solo visto che mi ha "mollata" solo quando ha trovato un'altra persona. Però questa persona se la sta sposando. Non so piu che pensare , so solo che mi manca tanto e non sono piu riuscita a parlargli perchè in quel periodo non ha mai piu risposto ai miei messaggi, nella mia testa è rimasto tutto cosi irrisolto, come si fa ad andare avanti con 300mila dubbi in testa a cui pensi tutti i minuti della giornata? E a cui mai riuscirò a dare una spiegazione visto che mai ci riparlerò con questa persona? Penso a come sarebbe potuta essere la nostra vita, mi vengono in mente solo le cose che mi piacevano di lui e non mi vengono piu in mente le cose che mi hanno spinta a lasciarci
Io adesso penso fermamente che il problema sono io, sono passati anni e ancora sto a rimuginare sempre sulle stesse cose mentre lui è andato avanti. Ho vinto un concorso sto per iniziare questo nuovo percorso ma non riesco ad essere felice sempre perche penso a lui, ho mille ansie e paure per tutto perchè penso di non essere una persona costante e che si stanca facilmente delle cose e se questo dovesse succedere anche al lavoro? Ho sempre mollato tutto dopo poco tempo, l'unica cosa che sono riuscita a finire è l'università laureandomi però a 29 anni, mi sento persa, vuota
Volevo sposarmi, avere dei figli ma quando stavo con lui c'era una sensazione che mi faceva percepire che lui non fosse quello giusto perchè a volte mi dava la sensazione che stesse con me solo per non rimanere da solo, altre volte invece era la persona perfetta che tutte vorrebbero, sono confusa non so piu come uscirne. Però mi dava sicurezza quella sicurezza che ora non ho, sto investendo su di me, proprio per non dovermi aggrappare a nessuno , per questo ho deciso di studiare per i concorsi perchr se poi quel qualcuno si sposta cadi a terra e ti fai male ma nonostante questo niente mi fa stare meglio
Dott.ssa Mariapaola Anania
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno grazie per la condivisione. Le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico: uno spazio di condivisione e sostegno tutto per lei.. da quello che scrive sta vivendo un periodo di crisi. L’aiuto di un professionista potrebbe incoraggiarla a lavorare sulla sua diffidenza relazionale, sull’elaborazione e accettazione della fine della relazione passata e sul potenziamento dell’autostima. Reato a sua disposizione per eventuali informazioni e le ricordo che è possibile prenotare con me una video consulenza gratuita di 20 minuti. In bocca al lupo per tutto.
Dott. ssa Mariapaola Anania: psicologa clinica, psicosessuologa clinica e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione.
Il tuo racconto esprime un profondo senso di confusione, dolore e autocritica in seguito alla fine di una relazione. Innanzitutto, è importante riconoscere che i sentimenti che stai provando sono normali e legittimi. La fine di una relazione può essere un'esperienza molto dolorosa, soprattutto quando si è investiti profondamente in essa. Tuttavia, emerge anche una certa autocritica e senso di colpa. Ti invito a riflettere sul fatto che le relazioni coinvolgono due persone e che la fine di una relazione raramente è attribuibile a una sola persona. Dal tuo racconto di evince anche una certa idealizzazione dell'ex partner e questo, soprattutto se generalizzato anche ad altre persone può portarti a delusioni profonde. Quando una relazione finisce tendiamo a ricordare i momenti positivi e a dimenticare quelli negativi, tuttavia è importante cercare di mantenere una visione equilibrata della relazione e del tuo ex partner.
In secondo luogo, la tua difficoltà a instaurare rapporti significativi potrebbe essere legata a una mancanza di autostima e/o paure profonde. E' importante lavorare su questi aspetti per migliorare la tua capacità di connetterti con gli altri ma soprattutto con te stessa. Ti suggerisco di considerare l'idea di intraprendere un percorso di terapia. Un professionista può aiutarti a esplorare queste emozioni, a costruire la tua autostima e a sviluppare strategia per migliorare la visione che hai di te stessa ed eventuali relazioni future.
Gentilissima,,
dalle sue parole si percepisce quanto stia vivendo un dolore profondo e quanto questo la faccia sentire bloccata, come se la vita degli altri scorresse mentre la sua fosse rimasta ferma. La perdita della fiducia, la solitudine e il pensiero costante di ciò che è accaduto con il suo ex compagno l’hanno segnata a tal punto da condizionare non solo le relazioni, ma anche la percezione di sé stessa e del futuro. Quello che descrive non è “debolezza” e non è “colpa”: è la reazione di una persona che ha investito tanto emotivamente e che, di fronte a una ferita non elaborata, si trova intrappolata nei ricordi e nelle domande senza risposta. Quando restano nodi irrisolti, la mente tende a rimuginare all’infinito, e questo logora le energie e alimenta la sensazione di vuoto.
Il fatto che lei abbia trovato la forza di scrivere qui e che stia cercando di costruire un percorso personale e professionale dimostra però che una parte di lei vuole andare avanti. Forse ora non riesce a sentirla, ma dentro di sé porta già risorse preziose: la capacità di riflettere, di mettersi in discussione, di darsi nuovi obiettivi.

Per interrompere questo circolo doloroso non basta “sforzarsi di dimenticare”: serve poter dare un senso a ciò che è accaduto, rielaborare la ferita e ritrovare fiducia in sé stessa e negli altri. Se affrontato da sola questo percorso rischia di essere troppo pesante, ma in uno spazio psicologico sicuro può diventare un’occasione di guarigione profonda e di risalita. Non è condannata a rimanere imprigionata in questo dolore. Chiedere aiuto non significa non farcela, ma scegliere di non restare più sola con un peso così grande. Con il giusto sostegno può riscoprire la possibilità di vivere relazioni autentiche e una vita più libera e serena. Nell'attesa le auguro il meglio e per qualsiasi cosa sono qui.

Un caro saluto

Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Salve,
ha condiviso davvero tanto…ma quello che non capisco, e che le chiederei, è: che cosa vorrebbe capire lei, adesso?

Mi contatti pure

Dr. Giorgio De Giorgi
Buonasera ti consiglieri un percorso psicologico, anche solo per capire i meccanismi che utilizzi ma che ti fanno stare tanto male, sicuramente molli tutto per volontà e non perché non sei in grado perché quando vuoi non molli, quindi ti direi di lavorare su quello a cui hai paura di arrivare se non molli e di perdere, qual è il vantaggio nel mollare tutto?

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