Ho un amico molto problematico malato che rifiuta le terapie, come devo fare?Necessita di un aiuto

55 risposte
Ho un amico molto problematico malato che rifiuta le terapie, come devo fare?
Necessita di un aiuto
Dott.ssa Fulvia Fragiacomo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trieste
Buonasera, dipende dalla patologia di cui soffre il suo amico. Si rivolga al medico di base oppure al centro di salute mentale della sua zona per spiegare la situazione, nel caso possono intervenire con le terapie adeguate.
La saluto cordialmente

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Dr. Marco Paolemili
Psichiatra, Psicoterapeuta
Roma
Lo accompagni, prenda in caso per lui il primo appuntamento. Non lo giudichi però, non lo additi come malato o, peggio "matto". Faccia leva sulla sua sofferenza. Il suo amico andrà a curarsi perchè soffre.
Dr. Federico Baranzini
Psichiatra, Psicoterapeuta, Psicologo
Milano
Buongiorno,
concordo con quanto detto dai Colleghi. Cerchi di fare leva sul senso di responsabilità e amor proprio del suo amico. In alcune situazioni estreme e al limite, non so quindi se riguardano il suo caso, può essere necessario giungere a minacciare/paventare un allontanamento per indurre un pensiero di cura nell'altro. Sottrarsi fa muovere gli altri. Lo tenga a mente.
Cordiali saluti
Federico Baranzini
Dr. Massimo Carlo Mauri
Psichiatra, Psicoterapeuta
Milano
Be ' ..... L'estremo rimedio se le condizioni fossero davvero gravi dal punto di vista psichiatrico si deve ricorrere ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) con un ricovero in ambito psichiatrico presso il Servio di Diagnosi e Cura (SPDC) di competenza.
Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Concordo con i colleghi sia rispetto al contatto con i servizi territoriali (se la patologia è grave con pericolo per lui o per chi sta vicino lui esiste appunto il trattamento sanitario obbligatorio oppure una visita domiciliare che svolge sempre lo psichiatra del centro di salute mentale). Mi viene in mente, inoltre, che se il suo amico ha una famiglia di riferimento possono, comunque, essere seguiti i familiari per indurre poi un cambiamento anche nelle relazioni del suo amico. Comunque la miglior strategia è quella della "definizione": lei che scrive può essere vicina affettivamente, ma non può farsi carico della sua cura. Un passo indietro da parte sua porterà a fare un passo in avanti al suo amico
Dott.ssa Lorenza Tosarelli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Castel San Pietro Terme
Buongiorno.
La sua richiesta è importante, ma non è chiara. Una valutazione sul "Cosa fare" dipende anche dal rischio di vita o comunque di integrità personale che sono presenti nella situazione.
Occorre tenere presente che curarsi è una scelta, oltre che un diritto. Scegliere di non affrontare cure è una scelta sottesa da idee precise sulla malattia, sulla cura e sulla guarigione. Sarebbe necessario comprendere le motivazioni della persona che non vuole curarsi. Sarebbe necessario definire degli obiettivi di benessere assieme al suo amico, e dei percorsi di raggiungimento del benessere. Sarebbe importante fare un bilancio di salute complessivo e delle resilienze della persona malata. Una persona che sceglie di non curarsi cosa sta scegliendo? sarebbe importante comprendere, chiedendolo, qual'è l'obiettivo verso cui ci si vuole dirigere.
Meglio, in sintesi, interessarsi di questa situazione, senza attivare un braccio di ferro, ma andare verso un accoglimento del volere del malato per verificare le possibilità di elaborazione e trasformazione del medesimo.
Dott.ssa Caterina Cresciullo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Vallo della Lucania
Salve, bisognerebbe capire il livello di 'gravità' della situazione, provi come prima cosa a sentire qualche componente della sua famiglia, poi se necessario provi a convincerlo, accompagnandolo a qualche appuntamento; in casi estremi bisognerà sentire i servizi territoriali.
Cordialmente
Dott.ssa Stefania Canil
Medico competente, Psicoterapeuta, Nutrizionista
Crescentino
Molto problematico e malato sono parole forti... fanno capire che la situazione non è senz'altro facile e che le sta a cuore gestirla nel migliore dei modi. Conoscere meglio quali sono le problematiche servirebbe a indirizzarla meglio verso un centro di salute mentale o
un sert, ecc... cerchi aiuto nella rete di persone che possono tenere al benessere di questa persona e lavori con loro per convincerlo a farsi aiutare da personale competente. Un grande in bocca al lupo!
Dott.ssa Alexandra Benvenuti
Psicoterapeuta
Genova
Buonasera,
Se la situazione implica un concreto rischio per la salute del suo amico credo che ricorrere al supporto della rete assistenziale sanitaria e familiare sia uno strumento prezioso e imprescindibile.
Resta tuttavia, salvo situazioni particolari estremamente gravi, il fatto che la scelta di aderire a una terapia, sia essa farmacologica o/o psicoterapica è individuale. Il suo ruolo può essere di supporto,confronto e sostegno, anche nell´accompagnare il suo amico nel prendere una decisione utile al suo benessere.
Cordialmente
Dott. Emanuele Lucchetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Genova
Buonasera, il suo amico malato di che patologia soffre? Purtroppo non è facile aiutare una persona che rifiuta di farsi aiutare. La cosa migliore potrebbe essere cercare di fargli capire cosa vedete voi amici da fuori (più voci hanno sicuramente un peso differente) e provare a coinvolgere anche la famiglia. Arrivederci
Dr. Alessandro Vannucci
Psicoterapeuta, Psichiatra, Psicologo
Firenze
Tanto più un disagio psichico è consistente e tanto è maggiormente difficile l'inizio di una psicoterapia. La consapevolezza di malattia, di chi siamo e cosa proviamo per quanto possa farci rilevare disagi e difficoltà, è un elemento importante per un lavoro terapeutico, specialmente individuale. In un caso in cui la persona rifiuta la psicoterapia bisogna capire qual'è il messaggio che dà con questo rifiuto, che cosa vuole dire e che cosa rappresenta. Importante può essere una terapia di coppia o una terapia familiare per iniziare un percorso evolutivo.
Direi di puntare su aspetti e sintomi del corpo che lo disturbano come l'insonnia, la mancanza di appetito, il mal di stomaco e suggerirgli di occuparsi di se stesso facendosi vedere da uno specialista che inizierà a prescrivergli dei farmaci per i disturbi che prova.
Dott.ssa Laura Costa
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Gentilissimo/a mi colpisce la sua premura verso il suo amico. Ahimè se questa persona è rifiutante si può fare ben poco. La richiesta di aiuto per essere efficace dovrebbe partire da lui. Le consiglio di stargli accanto fornendogli sostegno. Magari cambierà idea. Incrocio le dita con lei!
Dott.ssa Costa
Dott. Maurizio Luppi
Psichiatra, Psicoterapeuta, Neurologo
Spilamberto
Buongiorno, dice poche cose del suo amico perchè le possa dare un'indicazione precisa; se i sintomi sono gravi va fatto un trattamento sanitario obbligatorio presso il presidio di diagnosi e cura di competenza.
Cordiali saluti, Maurizio Luppi.
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, effettivamente lei ci scrive poco del suo amico, non ci scrive l'età, che tipo disturbo presenta, se vive in famiglia o vive solo, sono tutti indizi molto importante. Cmq è molto bello che un amico si preoccupa così tanto, certo dovrà essere aiutato da qualche persona vicina a questo suo amico, tipo una compagna o un famigliare, se propria non ci riuscite, magari può chiedere una visita domiciliare ad uno psichiatra e se instaura un buon feeling con il suo amico magari può anche decidere di farsi curare, le auguro di trovare un modo come aiutare il suo amico la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Dott.ssa Carla Lacchini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Novara
Buongiorno,
purtroppo è difficile dare un consiglio senza sapere qualcosa in più..........stia vicino al suo amico e prenda Lei per primo un appuntamento da un professionista per valutare cosa fare......in genere quando una persona rifiuta le cure, c'è sempre un motivo, dato dalla sua storia e dalla sua risposta ai problemi della vita.....si chieda magari perchè vuole a tutti i costi curarlo, se lui invece non vuole farlo...chieda a sè stesso a quale bisogno corrisponde l'aiuto verso l'amico...
in bocca al lupo!
Dott.ssa Alice Seminati
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Bergamo
Buongiorno,
la sua richiesta è molto importante, ma purtroppo non è sufficientemente chiara perchè, senza sapere effettivamente di cosa si tratta è difficile darle un consiglio. Ritengo, come alcuni colleghi hanno già detto, che curarsi è una scelta e scegliere di non affrontare cure è una libertà che una persona può prendere e che è determinata da idee precise sulla malattia, sulla cura e sulla guarigione. Penso sia fondamentale prima comprendere le motivazioni della persona che non vuole curarsi anche perchè la richiesta di aiuto, per essere efficace, dovrebbe partire da lui stesso. Le consiglio di stargli accanto, fornendogli supporto e sostegno e chissà che magari cambierà idea. Tutto dipende ovviamente dal livello di gravità, che dalle sue parole non ci è dato però di sapere.
Un saluto
A.S.
Dott.ssa Ambra Salustri
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, la modalità di stare accanto e aiutare il suo amico dipende molto da diversi fattori, tra i quali il tipo di sofferenza da cui lui è affetto. In linea generale, le suggerisco di proporre di accompagnarlo alle visite o di aiutarlo a scegliere un professionista di cui possa fidarsi. Cordialmente
Dott.ssa Rebecca Silvia Rossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Usmate Velate
Buongiorno, la sua richiesta è un po' troppo vaga per poterla aiutare. Cosa intende per problematico? Come mai non vuole farsi aiutare? Quanti anni avete? Ci sono altre persone con le quali avete parlato? Mi contatti pure in privato se ha voglia di chiarificare la situazione, in modo da poterla aiutare meglio. Saluti
Dott.ssa Alessia Manara
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Vimercate
Carissimo/a, dalle sue poche parole si percepisce una sincera preoccupazione avvolta di un profondo affetto per il suo amico. Purtroppo la capacità di chiedere aiuto è un passo fondamentale per l'ipotetico paziente, su cui poi si fonda tutto il lavoro terapeutico. Le consiglierei di stargli vicino e nel frattempo potrebbe cercare uno spazio per sè con un professionista per depositare le sue personali fatiche nello stare vicino ad una persona problematica e per trovare dentro di sè il modo migliore per stargli vicino.
Se desidera contattarmi, a disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Manara Alessia
Dott. Michele Iannelli
Omeopata, Agopuntore, Psicoterapeuta
Roma
E' molto nobile da parte sua preoccuparsi del suo amico; le informazioni che lei fornisce sono molto vaghe. Cosa si intende per terapie che rifiuta? Quanto e in che senso è malato. Se vuole mi interpelli tramite messaggi o telefonandomi. Salve.
Dott.ssa Roberta Accornero
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Novara
Buongiorno, abbiamo troppe poche informazioni per poterla aiutare. Se il suo amico prendeva una terapia farmacologica per una patologia e non la prende più rischiando di farsi del male o di fare male ad altri può rivolgersi ai servizi psichiatrici sul territorio in cui abita. Se il problema dovesse essere meno grave lo può accompagnare a fare qualche visita specialistica da uno psicologo o da uno psichiatra che possano supportarlo.
Dott.ssa Manuela Di Iorio
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente di MioDottore, la Sua richiesta sembra avere carattere di urgenza. Se si tratta di una situazione in cui il suo amico rischia di mettere in pericolo se stesso o gli altri, bisogna rivolgersi al PS di una Struttura Ospedaliera dove si interviene in casi di tale urgenza. Se invece è lei a sentirsi molto preoccupato per il suo amico, valuterei la possibilità di fare una prima visita psicologica in prima persona per capire le motivazioni di tanta preoccupazione. Resto a disposizione, DR.ssa M. Di Iorio.
Dott.ssa Silvana Zito
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera,
La sua sembra una richiesta di aiuto "muta".
Chiede "senza voce". Cioè chiede, ma non chiarisce il problema. Forse per non violare la volontà del suo amico che rifiuta le terapie. Mi viene da pensare che forse per rifiutarle sono state proposte.
In secondo luogo, è molto problematico, suppongo caratterialmente. Se problematico/malato intende malattie organiche sarà in contatto con degli specialisti o quanto meno con il curante e quindi consigliato in base alla gravità. Mentre nel caso di psicopatologia se si è trincerato dietro il rifiuto di essere aiutato non sarà semplice convincerlo. Suggerisco di sentire, anche solo telefonicamente, chi di competenza in modo che lei possa essere consigliato e tutelare se stesso e il suo amico. Resto disponibile
Dott.ssa Zito
Dott.ssa Giulia Floris
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Cagliari
Buon pomeriggio, devo dirle che anche io trovo la sua richiesta molto vaga...

Innanzitutto, cosa intende con "molto problematico"?

Ma se comunque il fatto che il suo amico rifiuta le cure la tocca particorlarmente, può iniziare con il cercare di capire perchè il suo amico si comporta così? Riconosce di avere un problema?

Provi intanto a capire il punto di vista dell'altra persona, magari può trovare delle parole nuove per aiutarlo!

Un caro saluto
Dr. Andrea Alliata
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, capisco il senso di preoccupazione e impotenza per il suo amico. Purtroppo è molto difficile quando un soggetto rifiuta le cure. Sarebbe interessante capirne il motivo, se ha qualche genere di paura, magari dello stigma legato alla sofferenza mentale. Credo che l'unico consiglio possa essere quello di stargli vicino mostrandogli i suoi punti di sofferenza e quanto il suo disagio gli compromette la vita; una cura da questo punto di vista è un'opportunità di vivere meglio: deve appellarsi alla speranza di stare meglio. Inoltre può essere utile rassicurarlo sul fatto che rivolgersi a professionisti della salute mentale male non può fargli, che sarà libero di provare e interrompere l'eventuale percorso. Auguri, un saluto
Dott.ssa Elisa Manfredi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentilissima/o Utente di Miodottore.La risposta alla sua domanda dipende in maniera vincolante dalla gravità o meno della situazione e dal tipo di difficoltà che sta sperimentando il suo amico. Un caro saluto.
Dott. Luca Parri
Psicoterapeuta, Psicologo
Vigevano
Salve, purtroppo non ho modo di comprendere a quale malattia si riferisce, il tema così enunciato appare generico. Provando tuttavia a darle un risposta, posso dirle che la reticenza nell'affidarsi a cure terapeutiche può provenire da più fattori, come ad esempio la convinzione che parlare davanti ad uno sconosciuto non ha senso.
Comunque, quale che sia la motivazione del rifiuto, le consiglio di monitorare i reali bisogni della persona di cui parla. Se avesse desiderio di approfondire la questione può contattarmi. Saluti
Dott.ssa Iulia Murrocu
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, lei parla di un amico malato quindi forse l'amico in questione è già stato in cura, è in una situazione di rischio per la sua sicurezza o per gli altri vicini e allora la cosa migliore, come già indicato dagli altri colleghi prima di me, è il coinvolgimento dei servizi territoriali d'urgenza che provvederanno a prendersi cura di lui.
Se così non fosse purtroppo non si può che consigliare una terapia e svincolarsi dal ruolo di supporto che non fa percepire alla persona in difficoltà quanto ha bisogno d'aiuto.
Si sottragga in tal caso alle richieste dell'amico spingendolo con rispetto e senza giudicarlo a farsi carico del malessere che prova.
Saluti
Iulia Murrocu
Dott.ssa Carla Otilia Sno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Sesto Ulteriano
Gentile utente, il suo amico dovrebbe consultarsi con il suo medico curante, che lo potrebbe inviare per un consulto da uno psicologo oppure può rivolgersi ai servizi di salute mentale per risolvere il suo problema.
Così intanto si inizia a fare qualcosa per risolvere questa situazione.
Un cordiale saluto.
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente, non è una situazione semplice, in ogni caso potrebbe far leggere al suo amico questa discussione per prendere spunto dagli ottimi suggerimenti dei colleghi.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
Dott.ssa Sara Passavanti
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Limbiate
Buongiorno, intanto è ammirevole il suo sostegno e preoccupazione verso il suo amico, cosa non scontata al giorno d'oggi.
La sua richiesta contiene pochi indizi sul tipo di sostegno di cui necessita la persona: se stiamo parlando di una problematica che possa mettere in pericolo lui stesso o altri allora le consiglio di rivolgersi ai servizi territoriali.
Purtroppo se questa persona rifiuta qualsiasi terapia si può fare ben poco. La richiesta di aiuto per essere efficace dovrebbe partire da lui.
Comprendo che non sia facile, ma continui a stargli accanto, soprattutto nei momenti più bui, senza giudicarlo, criticarlo o farlo sentire in colpa.
Se cambierà idea saprà di avere un amico/a su cui poter contare.
Se sentisse il bisogno di confrontarsi con uno specialista può contattarmi.
Un cordiale saluto, dott.ssa Sara Passavanti
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Dott. Luca Roveda
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Monza
Buongiorno, la riposta dipende in parte dal tipo di disturbo di cui soffre il suo amico.
Cerchi di accompagnarlo a fare almeno un primo colloquio conoscitivo con un terapeuta anche se non si può obbligare una persona a intraprendere un percorso e qualora iniziasse in maniera completamente coatta probabilmente otterrebbe pochi risultati.
Capisco che sia difficile essere impotenti davanti ad una persona a cui vogliamo bene e che non vuole farsi aiutare ma a volte, l'unica cosa che possiamo offrire è la nostra vicinanza e il nostro sostegno. Cordiali Saluti.
Dott.ssa Michela Dicosta
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cassago Brianza
Buonasera,
Le suggerisco di stargli vicino, ma non si può obbligare una persona a stare meglio se per primo non ne rileva così forte la necessità il diretto interessato.
Le auguro il meglio.
Dott.ssa Michela Dicosta
Dott.ssa Francesca Veronica Rella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Sesto San Giovanni
Buongiorno, sarebbe importante avere maggiori dettagli in merito alla sofferenza del suo amico e al motivo per cui rifiuta le terapie (se le ha già provate e quali oppure non ha tentato alcun trattamento). Le suggerirei di provare a proporre al suo amico delle soluzioni operative (recarsi al consultorio o al CPS di territorio) per un primo approccio al problema e, qualora avesse contatti con la famiglia e possa essere il caso, contattare un familiare per ragguagliarli sui suoi timori. Le auguro una buona giornata.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, può offrirsi di accompagnarlo e potrebbe persino prenotare con un collega.
Se aiutato forse lo può accettare meglio.
Altrimenti una prima prenotazione online potrebbe lo stesso andare.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Simona Ciervo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Domanda concisa e complessa! Probabilmente, dato il tuo interessamento, può essere utile che ti rivolga ai Servizi presenti sul territorio attraverso i quali poter capire in linea di massima la natura del problema e come aiutare il tuo amico. Se l'hai già fatto e il risultato non ti soddisfa, ma ti è più chiara la problematica, posso suggerirti di rivolgerti ad alcune associazioni del territorio. Resto a disposizione.
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno. Purtroppo a volte è molto difficile suggerire ad una persona di farsi aiutare: sebbene possa avvertirne il bisogno, non è detto che sia grado di riconoscerlo per poter fare una domanda. SG
Dott.ssa Vincenza Papeo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, se vuole aiutare il suo amico, bisogna incoraggiarlo, e dare fiducia a tutti i professionisti preparati ad entrare in empatia che permette di capire ed aiutare le persone.
Cordiali saluti
Dott.ssa Angelica Brasacchio
Psicoterapeuta, Professional counselor
Milano
Buongiorno,
capisco la sua preoccupazione per il suo amico e il desiderio di aiutarlo. Condivida apertamente con lui il suo pensiero, ovvero che rivolgersi a uno/a psicoterapeuta potrebbe essergli d’aiuto per affrontare le sue difficoltà. Non può costringerlo, la decisione di iniziare un percorso di terapia sarà sua. Può ascoltarlo con empatia e incoraggiarlo e lasciando che scelga i tempi che sente giusti per lui. Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto, resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott.ssa Serena Mongelli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente,
quello che può fare è solo suggerire al suo amico di chiedere aiuto, non può costringerlo. Ma può pensare ad uno spazio per sé, intanto.
un caro saluto
SM
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Quando ci si trova di fronte a una persona cara che rifiuta di intraprendere un percorso terapeutico, è comprensibile sentirsi impotenti. Tuttavia, è importante ricordare che una persona può cercare aiuto solo quando è pronta e disposta a farlo. Ecco alcuni suggerimenti su come approcciarsi alla situazione:

Ascoltare senza giudicare: Offri uno spazio sicuro dove il tuo amico possa esprimere le sue emozioni senza sentirsi giudicato. A volte, il rifiuto della terapia nasce da paure, incomprensioni o stigmatizzazione.

Parlare dei benefici della terapia: Condividere con il tuo amico come la terapia potrebbe aiutarlo a migliorare la sua qualità della vita potrebbe essere un passo importante. Evita di forzarlo, ma proporre l'idea come un'opzione positiva.

Rispetto per la sua autonomia: Anche se ti preoccupi molto per lui, ricordati che la decisione finale spetta a lui. Non forzarlo mai a prendere una decisione che non si sente pronto a fare.

Essere di supporto: Mostra al tuo amico che sei disponibile ad aiutarlo, ma senza pressioni. La tua presenza e il tuo sostegno potrebbero fare la differenza.

Nel caso il rifiuto continui o la situazione peggiori, sarebbe utile e consigliato approfondire la questione rivolgendosi ad uno specialista che possa aiutare a gestire il caso nel migliore dei modi.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, non è facile stare accanto a qualcuno a cui teniamo e non poterlo aiutare. Ahimè non c'è molto che si possa fare se una persona non desidera chiedere aiuto, o in questo momento non è pronto a intraprendere un percorso di cura. Ciò che può fare è stargli accanto, condividere la sua genuina e amorevole preoccupazione. Immagino possa essere frustrante ma non possiamo obbligare nessuno a farsi aiutare se non lo desidera. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Greta Mortara
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile,

aiutare qualcuno che rifiuta il sostegno delle cure può essere molto complesso e difficile.
La capacità di chiedere supporto nei momenti di maggiore difficoltà è un aspetto importante per l’avvio e il proseguimento di un percorso di cura.
Potrebbe essere di aiuto comprendere insieme al suo amico, quali paure o dubbi emergono rispetto alle terapie che rifiuta e sostenerlo nel condividere eventuali perplessità o preoccupazioni all'interno di un percorso individuale di parola o con i propri curanti, se presenti. Sostenere il suo amico nel considerare il supporto terapeutico e professionale come un’opportunità per affrontare le difficoltà potrebbe favorire un nuovo approccio verso la terapia.
Per quanto la riguarda, potrebbe esserle di supporto trovare uno spazio per sé per portare le sue fatiche rispetto alla sofferenza manifestata dal suo amico.

Un caro saluto.
Dott.ssa Gloria Tosi
Psicologo, Psicoterapeuta
Tortona
Buongiorno, dipende dalla gravità e frequenza del malessere. Solitamente, se la persona presenta una problematica significativa che potrebbe essere pericolosa per se stesso o per le altre persone, si cerca di ingaggiare la rete di persone di riferimento a lui/lei vicine, compreso il medico di base che potrebbe essere un ottimo supporto alla motivazione ad intraprendere un percorso adeguato. Spero di esserle stata d'aiuto, buon proseguimento.
Dott.ssa Marilena Lionetti
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera, che tipo di malattia?
Dott.ssa Giada Bossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, la sua domanda mi colpisce perché mostra quanto questa situazione la stia coinvolgendo. Le proporrei però prima di tutto di fermarci su questo: cosa racconta di lei il desiderio di occuparsi di questa persona, e cosa sta vivendo emotivamente in questo momento nel rapporto con lui?
Spesso, quando vediamo una persona a cui vogliamo bene rifiutare un aiuto che secondo noi potrebbe essere importante, ci sentiamo impotenti, frustrati, o molto carichi di responsabilità. È molto importante anche riconoscere che accettare che l’altro non sia pronto a farsi aiutare è profondamente difficile. E proprio per questo, spesso, accade che a chiedere uno spazio di aiuto e di elaborazione non siano solo le persone che stanno soffrendo direttamente, ma anche chi sta loro accanto e si trova coinvolto emotivamente, in modo anche molto faticoso.
In queste situazioni, il rischio è quello di caricarsi un peso e una responsabilità troppo grande, con il desiderio (comprensibilissimo!) di “salvare” l’altro. Ma sappiamo che la scelta di iniziare un percorso di cura non può essere forzata, deve maturare dall’interno della persona.
Quello che può essere molto prezioso, invece, è poter essere per l'altro una presenza non giudicante, capace di ascoltare e contenere. A volte è proprio questa qualità di presenza che, col tempo, può creare le condizioni perché l’altro scelga di chiedere aiuto.

In un percorso psicologico, potrebbe per esempio esplorare come sta lei stesso in questa situazione così complessa e, se lo desidera, trovare un modo di esserci per il suo amico senza sovraccaricarsi o spingerlo oltre ciò che è pronto a fare.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giada Bossi
Dott. Emanuele Alessandro Castello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Senago
Buongiorno,
quello che può fare è provare a capire se è possibile sensibilizzare il suo amico rispetto al fatto che abbia bisogno di aiuto, in modo da aiutarlo a prendere consapevolezza del problema. In alcuni casi può essere d'aiuto andare insieme al primo appuntamento o accompagnarlo nella ricerca del professionista più adatto.
Se, nonostante questo, la persona rifiuta di chiedere aiuto e di curarsi, purtroppo non è possibile forzarla, a meno che non ci siano condotte tali da necessitare un ricovero ospedaliero in psichiatria o un trattamento sanitario obbligatorio.
In linea generale sarebbe importante che la persona possa arrivare a prendere consapevolezza del problema.
Spero di esserle stato d'aiuto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Elena Arca
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Capisco quanto possa essere difficile vedere una persona cara rifiutare l’aiuto di cui avrebbe bisogno.
Se il tuo amico si trova in una condizione che ti preoccupa è importante condividere il più possibile ciò che lo riguarda con le persone che gli stanno vicino in modo che tutti siano informati e, se hai paura che possa farsi del male, chiama l’ambulanza (112 o 118) in modo che stia al sicuro. Non aver paura di chiedere aiuto: è un gesto di cura per una persona a cui vuoi bene.
Dott.ssa Manna Guscelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ispra
Buongiorno,
capisco la sua preoccupazione. Purtroppo risulta molto difficile aiutare qualcuno che allontana e rifiuta questa possibilità o che non si concede di ricevere una cura. Se non lo ha già fatto può provare a rimandargli la responsabilità che ha come amico di sentirsi attivato di fronte al suo malessere, magari anche offrendosi di accompagnarlo nei primi passaggi della richiesta di aiuto.
Un caro saluto
Dott.ssa Emanuela Bazzana
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Albino
Buongiorno, la presa in carico è sempre il passo più importante e, talvolta, il più difficile. Se l'amico si fida di lei può proporgli di accompagnarlo da un professionista che lo potrà ascoltare. Può anche fare un primo colloquio lei per presentare la situazione e per capire insieme come fare la proposta. In questo caso però, è molto importante che l'amico sia d'accordo. Se vuole la posso aiutare. Buona vita. E. Bazzana
salve, grazie per la sua domanda.
mi dispiace per il suo amico, si evince che lei vorrebbe che lui si facesse supportare psicologicamente ma non c'è verso.
purtroppo la decisione di cominciare un percorso psicoterapeutico deve partire dalla persona stessa. amici e familiari possono incoraggiare, ma è l'individuo che deve prendere consapevolezza che c'è un problema e decide di volere aiuto.
sono consapevole che per chi circonda le persone in questione può essere triste, o frustrante anche , però credo che lei sta facendo tutto quello che è in suo potere al momento.
vorrei anche suggerire di continuare ad ascoltare il suo amico, senza necessariamente spingerlo più di quanto potrebbe aver già fatto, a cercare un aiuto professionale.
Buongiorno, capisco la preoccupazione per il suo amico.

Purtroppo quando una persona rifiuta le terapie, può essere molto difficile intervenire a meno che non rappresenti un serio pericolo per sé o per altri e quindi si renda necessario contattare la famiglia per far sì che si rivolga immediatamente ai servizi di emergenza o al medico di base.

Anche se lei è un caro amico sappia che non si puoi obbligare qualcuno a curarsi, ma, al contempo lei può offrire sostegno e incoraggiamento a questa persona (elemento importantissimo e assolutamente non scontato quando qualcuno sta male avere un amico sincero accanto) e farsi sostenere a sua volta da un professionista sanitario per gestire lo stress e l'impotenza che questa situazione le crea.

I miei più sinceri auguri
Dott.ssa Elisa Morandotti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, purtroppo si può aiutare solo chi è disposto ad essere aiutato. Più che stare accanto al suo amico e dirgli che è importante farsi aiutare non può fare. Se questa situazione diventa fonte di sofferenza per lei le consiglio di parlarne con qualcuno.
Dott.ssa Jlenia Licitra
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, capisco quanto possa essere doloroso vedere una persona a cui si vuole bene soffrire e, allo stesso tempo, rifiutare l’aiuto di cui avrebbe bisogno. È una situazione che può far sentire impotenti e preoccupati.
In questi casi, può essere utile concentrarsi su ciò che lei può fare: restare presente con rispetto, offrire ascolto e vicinanza senza forzare l’altro, e al tempo stesso prendersi cura di sé.
Ogni scelta, anche quella di non accettare un percorso di cura, ha spesso un significato all’interno della storia e delle relazioni di quella persona. A volte il rifiuto non è davvero verso la terapia in sé, ma verso la paura di cambiare o di affrontare qualcosa di doloroso.
Il fatto che si stia interrogando su come aiutare il suo amico è già un segno di grande sensibilità e attenzione. Un saluto!

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