Buongiorno, sono una ragazza di 31 anni e sono piuttosto in crisi. Non riesco in alcun modo a tro

24 risposte
Buongiorno,

sono una ragazza di 31 anni e sono piuttosto in crisi. Non riesco in alcun modo a trovare un fidanzato. So che a parte il fattore fortuna ci sono cose su cui lavorare per predisporsi a una relazione sana ed io le ho fatte tutte. Sono stata in terapia, lavorando sulle mie dinamiche e quelle delle mie relazioni (anche non di coppia). Ho riconosciuto e gestito i pattern tanto da aver fatto una crescita notevole e aver trovato amici nuovi che effettivamente rappresentano il risultato dei miei sforzi. In più sono uscita dalla mia comfort zone e da anni frequento assiduamente i posti che mi rappresentano, dove per altro il pubblico è ristretto e sempre lo stesso essendo interessi di nicchia. Mi sono anche data due anni di tempo per guarire da una relazione breve, ma davvero traumatica. Mi sono riaperta naturalmente all’idea di avere qualcuno, non per bisogno ma perchè sento finalmente di avere tanto da dare dopo la sofferenza e il lavoro che ho dovuto fare e sento di essere sana ed equilibrata. Eppure tutti quelli che mi approcciano sono uno peggio dell’altro. Hanno problemi irrisolti di autostima per cui dopo solo 1/2 incontri vogliono disperatamente sapere se sono innamorata perchè i loro bisogno li rendono iper dipendenti. Oppure incontro i classici narcisisti che cercano solo una loro rivalsa in dinamiche di potere a cui non partecipo. Riconosco tutto e chiudo ancora prima di iniziare, ma il problema resta a me. Sono autentica, mi dedico a me stessa, ho solide amicizie e non cerco rapporti disfunzionali/tossici eppure per me sembra non esistere la possibilità di incontrare la persona giusta. Ormai sono totalmente sfiduciata e non riesco a vedere un futuro in questo senso. Non ho al momento altri interessi oltre a quelli che giá coltivo e che sono veramente tanti e tutte le cose che faccio mi riempiono totalmente. Insomma, i canali a cui ho accesso sono questi. Se facessi altro con lo scopo di trovare il ragazzo sarebbe forzato. Non ho idea del
perchè sia condannata a una tale condizione
Gentile Utente, ti ringrazio per la fiducia con cui condividi questa parte così intima di te. Quello che racconti mostra una grande consapevolezza, un percorso di crescita personale importante e un impegno concreto verso il tuo benessere: non è da tutti riuscire a fare un lavoro così profondo su di sé, riconoscere i propri pattern e creare relazioni amicali sane. Questo è già un segnale che la base su cui costruire una relazione affettiva è solida.

Capisco però il senso di frustrazione e di scoraggiamento: dopo tanta fatica, sembra quasi ingiusto che il risultato che desideri di più non arrivi. In questi casi, spesso non è un “problema” di te come persona (anzi, da come ti descrivi è evidente che tu abbia fatto passi avanti notevoli), ma piuttosto un intreccio di fattori esterni e di tempi che non sempre possiamo controllare.

Alcuni punti che possono aiutarti a guardare la tua situazione da una prospettiva diversa:
-La qualità degli incontri
È vero che nei contesti di nicchia si tende a conoscere sempre le stesse persone, e questo può limitare le possibilità. Non si tratta di “forzarti” a fare attività che non senti, ma talvolta basta aprirsi a contesti paralleli, magari non legati strettamente alle passioni principali, per espandere la rete sociale. Non con lo scopo diretto di “trovare un fidanzato”, ma per favorire la possibilità di intrecciare relazioni nuove e varie.
-Le dinamiche con chi ti approccia
Noti con lucidità che spesso attrai persone in difficoltà (insicuri, dipendenti, narcisisti). Questo non significa che “sbagli tu”: al contrario, la tua sensibilità e autenticità possono risuonare come una calamita per chi cerca sostegno. La tua capacità di riconoscere e fermarti presto è un segno di maturità, anche se può essere logorante. A volte serve solo pazienza perché nel mare di questi incontri disfunzionali emerga anche chi ha fatto un percorso simile al tuo.
-Il senso di “condanna”
La sensazione che “non esista possibilità” è un riflesso della sfiducia che in questo momento stai provando. Dopo delusioni ripetute è naturale sentirsi così, ma la realtà è che il futuro non è scritto. Il rischio è che la convinzione di “essere condannata” diventi una lente che filtra e appesantisce ogni nuovo incontro. Coltivare la fiducia non significa illudersi, ma restare aperti al fatto che la vita può sorprendere anche quando meno te lo aspetti.
-La differenza tra fare spazio e forzare
È comprensibile che tu non voglia “fare cose solo per cercare un fidanzato” — sarebbe artificiale e probabilmente frustrante. Ma puoi chiederti: “C’è un piccolo spazio nuovo che potrei aprire non per trovare qualcuno, ma semplicemente per curiosità, per nutrire un aspetto di me ancora poco esplorato?” A volte è proprio in quei territori inaspettati che avvengono gli incontri più significativi.

Infine, un punto importante: il fatto che tu senta di avere tanto da dare, e che lo desideri condividere, è un dono. Non è andato perso: anche se ora non trovi chi sappia accoglierlo, non significa che non ci sia. Spesso gli incontri profondi arrivano quando smettiamo di misurare i tempi e lasciamo che la vita ci sorprenda.
Ti propongo un piccolo esercizio: invece di chiederti “perché non trovo nessuno?”, prova a chiederti “che tipo di persona vorrei essere nella mia vita quotidiana anche se restassi single ancora per un po’?”. Questa domanda può spostare il focus da una sensazione di mancanza a una di pienezza, e paradossalmente renderti ancora più attrattiva per chi sarà pronto ad incontrarti.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Falqui
silviafalqui.it

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Buongiorno, sento chiaramente quanto ha investito in se stessa, quanto ha lavorato sulle sue relazioni e sulla sua crescita interiore. Questo è già un grande successo. Quello che sente, questa frustrazione e scoraggiamento, non è un segnale che qualcosa non va in lei: è semplicemente il momento in cui il contesto non le restituisce ancora ciò che merita. Ci tengo a sottolineare un punto importante: nessuno è “condannato” a una situazione di solitudine. Ci pensi bene: chi l'ha stabilito che si è condannati se si è single e assolti se si ha un partner? Continui a vivere secondo ciò che la rende autentica: la sua capacità di riconoscere relazioni sane, di proteggersi e di coltivare ciò che ama. Nessuna condanna, la sua vita è già piena e significativa, e le connessioni autentiche arriveranno quando il contesto sarà favorevole.
Dott.ssa Fortunata La Mura
Psicoterapeuta, Psicologo
Pompei
Grazie per aver raccontato una parte importante della tua storia e del tuo vissuto rispetto alla ricerca di una relazione sana e buona per te.
La mia formazione è gestaltica integrata, essa ha un approccio centrato sull’esperienza presente, sulla consapevolezza, sull’assunzione di responsabilità personale e sull’integrazione delle polarità interiori.
Da quanto scrivi hai fatto un percorso significativo: hai guardato dentro di te, hai trasformato, hai scelto consapevolmente relazioni sane, hai messo limiti dove serviva, ti sei data tempo, cura, rispetto e, questo ha un valore enorme, immagino quanto sia stato impegnativo per te.
Tuttavia ora sei davanti a un vuoto che ti pesa. È un luogo in cui sembra che, nonostante tutto, qualcosa non arrivi. E questo apre dolore, sconforto, senso di impotenza.

“Cosa succede, dentro di te, mentre descrivi questa situazione?”

Nel qui e ora, mentre racconti di questa lunga ricerca, che emozione senti? È rabbia? Frustrazione? Tristezza? Rassegnazione? Solitudine?

Ti invito a sostare in quel sentire, senza spiegarlo via, senza analizzarlo ancora. Solo sentirlo.

In Gestalt, si lavora con il concetto di figura/sfondo. Al momento, la “figura” è il desiderio di trovare un partner. Ma potrebbe essere che qualcosa d’altro stia cercando di emergere dallo sfondo, e non viene ancora visto o ascoltato.

Cosa succederebbe se, per un momento, metti da parte il bisogno di trovare qualcuno?
Cosa emergerebbe, se non dovessi più cercare?
Cosa manca davvero, oltre alla relazione di coppia?
Questa non è una via per negare il tuo desiderio – che è autentico e legittimo – ma per ampliare lo spazio dell’esperienza. Talvolta, quando siamo molto focalizzati su un bisogno, rischiamo di mancare altre parti di noi che premono per venire alla luce.

Il tuo sentire nasce anche nel modo in cui entri in contatto con l'altro. E non solo in amore, ma anche in come vivi l'attesa, la mancanza, la frustrazione, la speranza.

Forse potresti portare attenzione a come ti metti in contatto con il mondo quando desideri una relazione. Sei presente a te stessa? Ti appoggi? Ti lasci sorprendere? Oppure, anche solo un po’, ti irrigidisci nel controllo? Ti proteggi troppo? Ti stanchi di "vedere subito" chi hai davanti?
Spesso, chi ha fatto un lungo lavoro su di sé può iniziare a vedere gli altri con grande lucidità. Ma la Gestalt ci ricorda che "il contatto autentico" non è solo vedere l’altro, ma sentire come l’altro ci muove dentro.


Cosa accadrebbe se provassi – senza forzature – a stare con l’altro un attimo in più, anche solo per sentire meglio dove nasce la chiusura? Senza necessariamente aprirti a una relazione, ma per esplorare cosa temi, cosa ti protegge, cosa ti richiama.


Cosa succede se ti concedi di non cercare più, ma di restare nella pienezza e nel vuoto che ci sono ora? Potresti scoprire qualcosa di nuovo proprio lì.

Se hai voglia, ti propongo di fare un piccolo esercizio

Prova a completare queste frasi, a voce alta o scrivendole:

“Mi sento frustrata perché...”

“Vorrei che accadesse...”

“Ho paura che...”

“Dentro di me sento...”

“Il mio corpo, mentre parlo di questo, mi dice...”

“Se potessi davvero essere vista per come sono, allora…”

Non sei “condannata” – ma sei in un passaggio importante. Un punto di soglia dove tutto ciò che hai fatto potrebbe essere integrato ancora più in profondità. Non è una questione di “fare di più”, ma forse di lasciare andare qualcosa, o accogliere un sentire nuovo, che ancora non ha avuto spazio.

Sono con te in questo passaggio.
Ti abbraccio
Dott.ssa Chiara Ilardi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,
Capisco davvero la tua sofferenza e la frustrazione che stai vivendo. Da come scrivi emerge chiaramente quanta consapevolezza tu abbia maturato e quanto impegno tu abbia messo nel tuo percorso di crescita personale. Non è affatto semplice riconoscere i propri schemi, lavorarci, rialzarsi dopo una relazione traumatica e continuare a coltivare legami sani e autentici: questo è già un segno di grande forza e maturità.
Può succedere, però, che nonostante tutto il lavoro fatto restino o si creino dei fattori inconsci di mantenimento che influenzano le scelte e le modalità con cui ci relazioniamo. A volte, senza rendercene conto, possiamo attivare meccanismi di difesa o attrarre persone che ripropongono dinamiche già vissute in passato, come quelle con partner narcisisti o con forte dipendenza affettiva. Questo non significa che tu stia “sbagliando” qualcosa, ma che ci sono livelli più profondi — emotivi e inconsci — che possono ancora avere un peso nel modo in cui ti apri o percepisci gli altri.
In questi casi, riprendere un percorso di sostegno psicologico può davvero essere prezioso. Non tanto perché tu non abbia già fatto progressi (anzi!), ma perché un nuovo lavoro su di te potrebbe aiutarti ad esplorare più a fondo questi meccanismi nascosti e a rafforzare ancora di più la tua capacità di proteggerti senza chiuderti, di distinguere chi ha realmente la possibilità di costruire con te un legame sano e chi invece non è in grado.
Ciò che stai vivendo non è una condanna, anche se ora può sembrarlo. È una fase di passaggio, spesso dolorosa, ma che può diventare un’occasione per acquisire ancora più fiducia e sicurezza in te stessa. La persona giusta non si incontra forzando, ma creando dentro di sé lo spazio per accoglierla quando arriverà.
Ti invito a non perdere la speranza: hai già dimostrato di avere resilienza, coraggio e un grande desiderio di autenticità. Meriti di trovare qualcuno che sappia incontrarti allo stesso livello. Nel frattempo, continua a prenderti cura di te, con gentilezza e pazienza.

Dott.ssa Chiara Ilardi
Dott.ssa Laura Raco
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, è bello avere il desiderio di trovare un compagno di vita, c’è tanto impegno da parte sua e questo è sicuramente un punto a favore. Quello che noto dal suo discorso è che lei fa un elenco di cose fatte concretamente nella speranza di arrivare a trovare questo fatidico fidanzato. Mi arriva come la sensazione che lei segua una regola che dice che bisogna fare “questo e quello” per ottenere un fidanzato e volesse comunicare: “ok, il mio l’ho fatto e nonostante ciò mi si avvicinano queste persone problematiche”. Alla fine conclude dicendo che non ha altri interessi, come se conoscere un fidanzato dipendesse da questo, dal riempirsi di attività per ampliare le probabilità di conoscenza. Non voglio essere fraintesa, si capisce perfettamente che ci sta provando in tutti i modi, ed è bello avere tanti interessi, oltre al fatto che sicuramente è uno strumento in più per conoscere nuove persone. Però ho l’impressione che tutto questo non corrisponda ad una autentica disponibilità emotiva, cioè a una disposizione d’animo che permette di aprirsi alle conoscenze senza giudizi, con serenità, accettazione e curiosità verso l’altro. Potrebbe esserci qualcosa a livello emotivo che blocca e sarebbe molto utile iniziare un nuovo percorso per capire cosa sia, e con le risorse che lei già possiede, avendo già fatto terapia.
Dott. Tommaso Thibault
Psicologo, Psicologo clinico
Parma
Cara, intanto voglio riconoscere il grande lavoro che hai fatto su di te. Non è affatto scontato impegnarsi in un percorso di crescita personale, affrontare dinamiche dolorose e allo stesso tempo riuscire a costruire nuove relazioni sane. Questo dimostra una forza e una consapevolezza profonde, che sono già di per sé risorse preziose.
La tua frustrazione è comprensibile: quando ci si sente pronti, equilibrati e disponibili a condividere la propria vita, può essere doloroso constatare che le persone incontrate non rispecchiano quel livello di maturità. È normale allora provare scoraggiamento, quasi come se ci fosse una condanna o un ostacolo invisibile.
Quello che descrivi tocca un punto delicato: non sempre esiste una proporzione tra il lavoro interiore fatto e la rapidità con cui arrivano relazioni significative. Il percorso di crescita ti ha reso più selettiva, non in senso negativo, ma nel senso che ora riconosci velocemente ciò che non è in linea con te. Questo ti protegge da rapporti tossici, ma può anche dare la sensazione di “scartare tutti” e quindi restare sola.
Forse, più che chiederti cosa “non funziona” in te (dato che hai già fatto tanto e sei in un buon equilibrio), potrebbe essere utile provare a guardare la questione da un’altra prospettiva: non come una mancanza, ma come un tempo di attesa che non dipende solo dal tuo impegno personale. Le relazioni sane e durature richiedono anche la coincidenza di fattori esterni: contesti, tempi, incontri, aperture reciproche.
Può essere che il tuo ambiente attuale, pur essendo ricco di passioni e amicizie, abbia dei limiti nella possibilità di nuovi incontri significativi. Non significa che tu debba “forzarti” a frequentare ambienti che non senti tuoi, ma forse si può pensare a modalità che non tradiscono la tua autenticità. Ad esempio, a volte strumenti come la mediazione di amici fidati, progetti condivisi o persino piattaforme online (se usate con cautela e selettività) possono ampliare il raggio di possibilità senza snaturarti.
Infine, un punto importante: il fatto che tu senta di avere tanto da dare e di non trovare ancora un destinatario non significa che tu sia “condannata” a restare sola. Significa che sei pronta, ma che la persona giusta non è ancora arrivata. Questo non toglie valore né al tuo percorso né al tuo desiderio di relazione, anzi: li rende ancora più chiari e profondi.
Può essere utile continuare a nutrire la fiducia che l’incontro giusto non dipende esclusivamente dallo sforzo, ma anche da variabili che non sono sotto il tuo controllo. Nel frattempo, mantenere viva la tua autenticità, le tue amicizie e i tuoi interessi rimane la base migliore.
Dott.ssa Silvia Stevelli
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,
Capisco profondamente la frustrazione e la sfiducia che sta vivendo, emerge con chiarezza quanto impegno e cura abbia dedicato a sé stessa, al proprio percorso di crescita e alla qualità delle relazioni che intrattiene. Questo è già un risultato molto importante, che non va dato per scontato. Proprio perché ha lavorato tanto su di sé, può sembrare ingiusto che la vita sentimentale non rispecchi ancora questo cambiamento. In realtà, nelle dinamiche affettive entrano in gioco molti fattori che non dipendono solo dalla volontà o dallo sforzo personale, ad esempio ci sono anche le dimensione di tempo, di incontri e di possibilità che non sempre possiamo controllare. La sua capacità di riconoscere e interrompere precocemente relazioni disfunzionali è un segnale prezioso, significa che oggi non si accontenta di ciò che non le fa bene e che sta proteggendo lo spazio per un legame più autentico. Questo, però, può lasciare un senso di vuoto e di ingiustizia, come se fosse condannata a non trovare ciò che desidera. Forse, più che aggiungere altre attività o cercare nuovi luoghi d’incontro, potrebbe essere utile accogliere questo momento come una fase di passaggio, dove la fatica di non trovare ancora la persona per lei si accompagna alla costruzione di una solidità interiore che, nel tempo, le permetterà di riconoscere e mantenere una relazione davvero nutriente. In uno spazio di ascolto terapeutico potrebbe esplorare come mai ha questa sensazione di essere condannata, come mai questa sensazione sia così tanto forte e che significati profondi porta con sé. Spesso, proprio lì, si aprono nuove possibilità di guardare a sé stessi e agli altri con uno sguardo meno severo e più fiducioso. Non è un destino già scritto, è un cammino che richiede pazienza, e che può ancora sorprenderla.
Dott.ssa Elena Dati
Psicologo, Psicologo clinico
Crema
Buongiorno,
Capisco quanto possa essere doloroso sentirsi in una sorta di “stallo”, soprattutto dopo il grande lavoro che lei ha fatto su di sé e nelle sue relazioni. È naturale provare scoraggiamento quando gli incontri non corrispondono a ciò che desidera, e può sembrare ingiusto che, nonostante l’impegno, le cose non vadano come sperato. A volte le relazioni seguono tempi e strade diverse da quelle che immaginiamo, e questo può generare molta sfiducia. La cosa importante, però, è che ciò non mette in discussione il suo valore né la possibilità di un futuro diverso: il percorso che ha fatto parla di risorse, autenticità e consapevolezza, qualità che restano con lei e che possono diventare un terreno fertile per un incontro più in sintonia.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
Gent.ma utente,
espone con molta consapevolezza il percorso che ha fatto fino a questo punto e dimostra la buona flessibilità cognitiva che ha raggiunto nello scegliere ciò che è vantaggioso per il suo benessere. Trova soddisfazione nella sua vita sociale e nelle attività che più la coinvolgono e le fanno vivere emozioni positive.
Eppure... eppure sopravvive il lei il bisogno di colmare una mancanza della sfera sentimentale, un bisogno che è nella natura umana e che può dare significato e scopo alla vita. Ascoltare questa voce interiore, che si tramuta in emozione, è fondamentale e non deve essere assopita dalla sfiducia negli altri o da esperienze negative precedenti. Tenere il suo cuore aperto alla speranza di vivere un sincero sentimento condiviso è l'impegno che può prendere con sé stessa. E' vero che non è possibile porsi obiettivi in amore perché la reciprocità non può essere decisa da un piano, ma è altrettanto vero che non esistono condanne o date di scadenza per questa opportunità.
Qualcosa di bello accade proprio quando non lo cerchiamo o non ce l'aspettiamo, ma solo se si concede il beneficio del dubbio, se si sospende il giudizio, se si rinuncia a prevedere sempre le conseguenze. La curiosità, la compassione, il coraggio, l'intelligenza, la guideranno nel comprendere se c'è un momento giusto, un posto giusto e una persona giusta.
Lasci andare l'idea che il suo eventuale innamoramento dipenda dal carattere degli altri, dal loro essere più o meno il partner ideale. Lasci andare l'idea che l'altra persona debba sceglierla o accorgersi di lei. Spesso è solo una questione di tempismo, momenti di vita che non si allineano. Provi, invece, partendo dalle sue esperienze, a capire come vuole sentirsi in un rapporto sentimentale, come vuole essere trattata, quali comportamenti le possono sembrare attraenti, interessanti o divertenti. Consenta a sé stessa di connettersi con le persone in modo diretto e trasparente e che ciò avvenga anche nel senso opposto, non perché deve nascere per forza l'amore della sua vita, ma perché è l'unico modo per essere certa di vedere sé stessa nella sua versione migliore, meritevole di sentirsi amata e di amare.
Coltivare quotidianamente il suo benessere mentale e fisico le farà vivere con armonia e accettazione tutti gli eventi che la vita le presenterà e sarà più disposta a correre qualche rischio, senza paura delle conseguenze.
Le auguro il meglio e resto a disposizione.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Dott.ssa SONIA SIMIONATO
Psicologo, Psicologo clinico
San Martino di Lupari
Buonasera.. da quello che leggo sembra tu abbia una vita ricca di interessi e amici che, come hai detto proprio te, "ti riempiono totalmente". Allora perché persiste questa insoddisfazione? Comprendo la gioia che possa dare l'avere una relazione amorosa sana e soddisfacente, ma magari cercherei di capire se effettivamente tutti gli impegni che hai ti rendono appagata oppure sono dei tentativi per tenerti occupata o compensare qualcosa. Cercherei anche di approfondire a che tuo bisogno risponderebbe un eventuale fidanzato.
Gentile utente,
dalle sue parole emerge con chiarezza il grande lavoro personale che ha portato avanti, la consapevolezza maturata e la serietà con cui ha affrontato le sue relazioni e la crescita interiore. È naturale che, dopo tanto impegno, il non riuscire ancora a trovare una persona con cui costruire un legame significativo la faccia sentire sfiduciata e senza prospettive.

Il suo sentire è comprensibile: la delusione di incontrare partner non in linea con i suoi valori può generare la sensazione di “non avere possibilità”, ma ciò non toglie valore al percorso che ha fatto e alla persona che è oggi.

Si conceda il tempo e lo spazio per accogliere anche questa fase, senza viverla solo come una condanna o come un vuoto, ma anche come un’opportunità per rafforzare ulteriormente se stessa e la fiducia nella vita. Non è detto che la persona giusta compaia subito, ma il fatto che lei sia autentica, consapevole e pronta la pone già nella condizione migliore per incontrarla quando sarà il momento.

Le auguro di ritrovare presto fiducia e speranza, e che il suo cammino possa condurla verso una relazione che rispecchi la bellezza e la profondità che già coltiva dentro di sé.
Un caro saluto.
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ti ringrazio per aver raccontato con tanta chiarezza la tua situazione: dalle tue parole emerge quanta strada tu abbia fatto, quanto lavoro personale tu abbia portato avanti e quanta consapevolezza tu abbia costruito. Questo è un punto di forza enorme, ma capisco anche la frustrazione nel vedere che, nonostante tutto, il pezzo del rapporto di coppia sembra mancare.

Alcuni elementi che possono aiutarti a rileggere quello che stai vivendo:

*1. La crescita interiore cambia anche il filtro.
Hai sviluppato la capacità di riconoscere subito dinamiche disfunzionali, e questo ti porta a “scartare” rapidamente chi non è allineato con te. È una conquista, non un limite. Significa che non ti incastri più in relazioni tossiche. Ma questo inevitabilmente restringe molto il campo: la qualità aumenta, ma la quantità di possibilità si riduce.

*2. Il contesto che frequenti.
Tu stessa lo sottolinei: sono ambienti ristretti, con le stesse persone. Questo rende statisticamente meno probabile l’incontro con qualcuno di nuovo e compatibile. Non è una tua “condanna”, ma un limite di contesto.

*3. La percezione del tempo e dell’età.
A 31 anni la pressione sociale e personale (“ormai dovrei avere una relazione stabile”) pesa molto. Questa pressione può farti vivere ogni incontro con il filtro del “vediamo se è quello giusto”, togliendo naturalezza e spontaneità.

*4. La fase in cui sei.
Sei in una fase in cui la tua vita è piena, ricca di interessi e amicizie: non stai cercando qualcuno per colmare un vuoto. Questo è sano, ma può darti la sensazione di “non avere canali” perché non vuoi aggiungere attività forzate solo per cercare un partner.

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### Alcuni spunti di riflessione e azione

* Allargare i contesti senza snaturarti. Non serve buttarti in ambienti che non ti appartengono, ma esistono contesti che uniscono interessi specifici e apertura a nuove conoscenze (associazioni, volontariato, viaggi di gruppo a tema, esperienze formative). Sono occasioni in cui non si va “per trovare qualcuno”, ma per vivere esperienze significative in cui le persone si mostrano in maniera più autentica.
* Riconsiderare i canali digitali. So che spesso sono percepiti come superficiali, ma alcune piattaforme più mirate (per esempio quelle legate a interessi culturali o professionali) possono essere usate non per “chattare a caso” ma per selezionare in modo consapevole.
* Accettare la fase di “vuoto fertile”. In questo momento stai vivendo la frustrazione di non trovare l’incontro giusto. Ma è anche il momento in cui stai consolidando te stessa, la tua autonomia, la tua capacità di selezionare. È il terreno su cui un futuro rapporto potrà poggiare in modo più sano.
* Separare “il problema” dalla tua identità. Non sei “condannata”, non sei “difettosa”: stai vivendo una fase in cui le coincidenze tra la tua disponibilità affettiva e le persone che incontri non coincidono.

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Quello che puoi fare non è forzarti, ma creare condizioni nuove in cui l’incontro sia più probabile: ampliare leggermente i tuoi spazi sociali, senza snaturarti, e al tempo stesso coltivare la fiducia che il percorso fatto ti ha messo nelle condizioni migliori per accogliere una relazione quando arriverà.

Dott.ssa De Pretto
Salve, quello che descrive è un vissuto molto comune tra chi, come lei, ha lavorato a lungo su se stesso e sulle proprie relazioni, ma si trova comunque a vivere una frustrazione affettiva. È importante riconoscere che lei ha fatto tutto il possibile per predisporre la propria vita a una relazione sana, e il fatto di non aver ancora incontrato la persona giusta non significa che ci sia qualcosa di “sbagliato” in lei. Spesso le difficoltà non dipendono dai nostri sforzi, ma dalla semplice combinazione tra tempi, contesti sociali e coincidenze, elementi su cui abbiamo un controllo molto limitato. Il fatto che incontri persone con problemi di autostima o tratti narcisistici è un riflesso delle dinamiche generali di incontro e non una conseguenza della sua autenticità o del suo equilibrio, anzi, indica che lei riconosce subito ciò che non le è funzionale. Può essere utile continuare a coltivare le sue passioni e i contatti sociali già esistenti, senza forzare situazioni nuove solo con lo scopo di trovare un partner, perché l’incontro autentico spesso nasce in contesti dove ci sentiamo già a nostro agio. È normale sentirsi sfiduciati, ma non significa che la possibilità di costruire una relazione sana non esista, semplicemente i tempi possono essere più lenti e richiedere pazienza e fiducia nei propri valori. Mantenere la consapevolezza di ciò che vuole e non scendere a compromessi disfunzionali è già un grande passo verso il tipo di relazione che merita. Un caro saluto
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Buongiorno, le difficoltà che lei incontra nel panorama relazionale sono tipiche di questo periodo storico, tante persone affrontano questo problema . Forse bisognerebbe guardare il proprio bisogno ( essere in coppia) da un'altra angolazione magari andando ad esplorare, in terapia, le radici di questa ricerca. Lei è una donna autonoma, con molti interessi, sicuramente occorrerebbe inquadrare meglio non tanto un problema nelle relazioni ( ci ha già lavorato nella precedente terapia) quanto quali bisogni soddisferebbe la presenza di un uomo ( psicologicamente equilibrato) accanto a lei.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, lei è stata molto brava a fare tutto questo lavoro su di sé, la sua consapevolezza e attenzione verso le dinamiche che non la fanno stare bene è sicuramente un risorsa enorme.
Come mai lei desidera così fortemente una relazione tanto da diventare un tema? Essere pronti ad una relazione è un ottimo punto, tuttavia sembra che questa ricerca di un partner non sia una vera preferenza ma inizi ad assumere la forma di necessità? Come mai? Come mai non esiste oggi uno scenario in cui lei è felice da sola? Questo pezzettino potrebbe essere esplorato meglio. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, capisco quanto dolore e frustrazione ci sia nelle sue parole, perché lei descrive con grande chiarezza il percorso personale che ha fatto e la sensazione di essere arrivata a un punto di maturità, equilibrio e apertura, senza però riuscire a vedere realizzati i suoi desideri sul piano affettivo. È come se avesse investito molto tempo ed energia nella costruzione di sé, curando le sue ferite e uscendo da situazioni disfunzionali, e ora si trovasse davanti a un muro di impossibilità che genera smarrimento e sfiducia. Sentirsi come se tutto fosse stato inutile o come se la vita le stesse negando un aspetto così importante è davvero doloroso, e riconosco il peso che questo porta con sé. Il fatto che lei abbia fatto un lavoro così profondo su di sé e sia riuscita a costruire relazioni amicali sane e soddisfacenti è in realtà un segnale molto positivo. Questo dimostra che ha interiorizzato nuove modalità relazionali e che è capace di riconoscere velocemente i segnali di rapporti poco equilibrati, senza lasciarsi intrappolare in dinamiche che la porterebbero a soffrire. Questo, anche se ora può sembrare un limite, è in realtà una risorsa preziosa: non si tratta di “non trovare nessuno”, ma di non accontentarsi di ciò che non la fa stare bene, perché ha imparato a volersi proteggere. È comprensibile che questa selettività, che nasce da una maggiore consapevolezza, faccia sentire la possibilità di un incontro autentico come rara o addirittura assente. Spesso però non è una questione di destino o di condanna, ma di tempo e di contesto. Le relazioni più significative tendono a nascere in maniera meno forzata, quando la persona non è focalizzata unicamente sull’obiettivo ma rimane comunque aperta a ciò che può arrivare. Nel suo caso, che già frequenta ambienti in cui si sente a suo agio e coltiva interessi autentici, il rischio è che la frustrazione le faccia vivere questi spazi con la sensazione di “cercare invano”, aumentando la percezione di fallimento. Potrebbe essere utile spostare lo sguardo: non tanto sul perché non arriva una relazione, ma su come mantenere viva la fiducia nel fatto che ciò che sta costruendo di buono dentro e attorno a sé rappresenti già il terreno fertile su cui, quando accadrà, potrà attecchire un legame sano e reciproco. Non c’è un tempo prestabilito e non dipende solo dal suo impegno personale, ma anche dall’incontro con una persona che sia pronta e in grado di vivere una relazione su basi simili alle sue. La sfiducia che prova ora è legittima, ma se si permette di accoglierla come un momento e non come una condanna, può trasformarla in un passaggio di riflessione che la rafforzerà ulteriormente. A volte la vita mette alla prova la nostra capacità di restare fedeli a noi stessi anche quando sembra che non arrivi quello che desideriamo. Questo non significa che non arriverà, ma che nel frattempo lei può continuare a coltivare ciò che ha di prezioso senza perdersi di vista. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Buongiorno,
Hai fatto un percorso importante e faticoso che dimostra grande consapevolezza e impegno verso te stessa riconoscere i tuoi bisogni e restare fedele a chi sei anche quando il mondo intorno non risponde come speri è un atto di forza e coerenza capisco la frustrazione e il senso di impotenza che provi ora soprattutto dopo tanto lavoro ma quello che stai vivendo non cancella i tuoi progressi anzi li rende ancora più evidenti a volte l’attesa è dolorosa perché sembra smentire ogni sforzo ma questo non significa che qualcosa in te non funzioni il tuo desiderio è legittimo e merita spazio non perché manca qualcosa ma perché hai qualcosa da condividere non sei sola in questa esperienza e meriti relazioni che siano all’altezza della tua autenticità. Auguro il meglio.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buongiorno, mi complimento per la tu a buona volontà e per il tuo percorso.
La situazione che descrivi evidenzia un paradosso che spesso si presenta dopo un percorso di crescita personale: più diventiamo consapevoli e sani emotivamente, più riconosciamo precocemente le dinamiche disfunzionali negli altri. Questo può creare una sensazione di "condanna alla solitudine" perché il nostro radar interno, ora più affinato, intercetta rapidamente segnali di allarme che prima avremmo ignorato.

Il fatto che attiri principalmente persone insicure o narcisiste potrebbe non essere casuale. A volte, inconsapevolmente, emettiamo segnali che attraggono determinati profili: una sicurezza eccessiva può attrarre chi cerca una base stabile per colmare le proprie mancanze, oppure una disponibilità troppo immediata può essere percepita come vulnerabilità da chi cerca controllo.

È possibile anche che la tua crescita ti abbia portata a sviluppare standard molto elevati - giustificati dalla tua evoluzione, ma che potrebbero aver ridotto la tua disponibilità a esplorare connessioni che richiedono tempo per svilupparsi. La capacità di "riconoscere tutto e chiudere ancora prima di iniziare" è protettiva, ma potrebbe anche impedire di scoprire persone che hanno potenziale di crescita.

La sfiducia che senti è comprensibile, ma rischia di diventare una profezia auto-avverante: se ci approcciamo agli incontri già aspettandoci delusioni, possiamo inconsapevolmente sabotare possibilità autentiche o attirare proprio ciò che temiamo.

Ti suggerisco di esplorare in terapia non tanto "cosa c'è che non va in te", ma piuttosto quali energie stai emanando e ricevendo negli incontri.
il metodo Voice Dialogue può offrire un approccio particolarmente illuminante per la tua situazione, permettendoti di esplorare le diverse parti di te che potrebbero essere coinvolte in questa dinamica relazionale.
Dal tuo racconto emergono chiaramente alcune voci interne che potrebbero essere in conflitto tra loro:
-La Protettrice/Guardiana - quella parte che ha imparato a riconoscere rapidamente i segnali di pericolo e che "chiude ancora prima di iniziare". Questa voce è preziosa perché ti protegge da relazioni dannose, ma potrebbe essere diventata ipervigilante dopo il trauma della relazione precedente.
-La Cercatrice di Autenticità - la parte che desidera connessioni genuine e ha standard elevati. Questa voce rappresenta la tua evoluzione, ma potrebbe aver sviluppato aspettative così rigide da escludere possibilità di crescita condivisa.
La Parte Ferita - quella che porta ancora le cicatrici della relazione traumatica e che inconsapevolmente potrebbe emanare segnali di vulnerabilità che attraggono personalità problematiche.
-La Parte Desiderante - quella che genuinamente vuole condividere l'amore e costruire una relazione, ma che forse non ha ancora piena libertà di espressione.

Attraverso il Voice Dialogue potresti dialogare con ciascuna di queste parti, comprendere i loro bisogni e timori, e facilitare una maggiore integrazione. La Protettrice potrebbe essere invitata a allentare leggermente la sua vigilanza, mentre la Cercatrice di Autenticità potrebbe esplorare una maggiore flessibilità. La Parte Ferita potrebbe essere accompagnata verso una guarigione più completa.

Ti suggerisco sessioni dedicate all'esplorazione delle tue voci relazionali, partendo dall'identificazione di come ciascuna si manifesta negli incontri con potenziali partner.

Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork

Dott.ssa Tania Zedda
Psicologo, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
Buonasera, la tua riflessione è piena di consapevolezza e di lavoro su te stessa, e questo è un grande punto di forza. Spesso si pensa che, facendo tutto “per bene”, l’amore debba arrivare come naturale conseguenza. La realtà però è che l’incontro con l’altro rimane un terreno imprevedibile e non dipende solo dai nostri sforzi.
Capisco la frustrazione di trovarsi davanti persone non in linea con i tuoi bisogni: il fatto che tu le riconosca e scelga di non restare in dinamiche tossiche è già una grande vittoria. Non sei “condannata”, anche se oggi può sembrarlo: semplicemente stai filtrando con più lucidità, e questo inevitabilmente restringe il campo. A volte, il passo successivo non è “fare di più”, ma lasciare che la vita sorprenda, senza cercare la relazione come obiettivo da raggiungere, ma come incontro che accade. La tua autenticità è il tuo dono più grande: non smettere di custodirla.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
dalle sue parole emerge chiaramente quanto impegno, consapevolezza e lavoro personale lei abbia già investito per prendersi cura di sé e prepararsi a una relazione sana. È molto importante riconoscere questo, perché non tutte le persone hanno la capacità di fermarsi, riflettere e lavorare attivamente sulle proprie dinamiche interiori.

La frustrazione che descrive è comprensibile: quando si sente di aver fatto “tutto il possibile” e nonostante ciò non si vedono i risultati desiderati, è naturale provare sfiducia. In realtà, ciò che sta sperimentando non è una condanna, ma un punto del percorso in cui i propri standard – giustamente più chiari e maturi dopo la crescita personale – rendono più difficile accettare relazioni superficiali o disfunzionali. Questo può far sembrare che “non ci sia nessuno”, ma in realtà è un segnale che sta proteggendo la qualità della sua vita emotiva.

A volte la questione non è “fare di più” o “cambiare i contesti”, ma lavorare su aspetti più sottili: la pazienza nell’attendere l’incontro giusto, la tolleranza verso i tempi della vita, il lasciare andare l’idea che l’amore debba arrivare secondo una determinata tabella di marcia. Può essere utile anche esplorare come ci si pone nelle prime fasi di conoscenza e quali aspettative implicite entrano in gioco.

Per approfondire meglio questi vissuti e trovare strumenti che la aiutino a non trasformare l’attesa in sfiducia, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissima, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Quello che racconta restituisce il percorso impegnativo e coraggioso che ha intrapreso: il lavoro su di sé, la capacità di riconoscere i propri pattern relazionali, di interrompere dinamiche disfunzionali, l’apertura alla vita sociale e la costruzione di legami autentici. Tutto questo non è scontato, è segno di crescita e maturità che merita di essere riconosciuta.
Capisco quanto possa essere frustrante sentire che, nonostante gli sforzi, le relazioni che incontra non corrispondano al desiderio di un legame sano e reciproco, è doloroso percepire uno scarto tra ciò che si è pronti a dare e ciò che si riceve.
Il fatto di riconoscere e chiudere relazioni poco adatte è già un segno di protezione e di cura di sé tutelandosi da dinamiche che in passato avrebbero potuto farle male.
Penso fortemente che non esista una condanna né un destino già scritto.
Si può avere, dopo aver lavorato su di sé, la sensazione di “aver fatto tutto il possibile” e di non sapere più cosa aggiungere. Quando in realtà la nostra condizione è dinamica ed in continuo mutamento, i nostri desideri e i nostri bisogni aprono a nuove possibilità ed esigenze. In questi momenti può essere utile spostare l’attenzione non tanto sulla ricerca attiva di una relazione, quanto sull’esplorare altri modi di vivere il desiderio di intimità, lasciando spazio all’imprevisto e alla possibilità che l’incontro arrivi anche fuori dai contesti che già conosce. Non è un invito a forzarsi, ma a permettersi di restare aperta a forme nuove di connessione, senza perdere la spontaneità che la caratterizza.
Il fatto che lei senta di avere “tanto da dare” è prezioso. Forse si tratta di trovare non tanto una nuova strategia, quanto di coltivare fiducia nei tempi della vita e alla possibilità che quest'ultima possa ancora sorprenderci.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, ho letto con attenzione le sue parole e colgo la fatica e la frustrazione che emergono dal suo vissuto. Dalla sua descrizione si percepisce con chiarezza il grande lavoro che ha fatto su di sé, la consapevolezza che ha raggiunto e l’impegno che ha messo nel costruire relazioni sane e soddisfacenti in altri ambiti della sua vita. Questo percorso non è banale: significa che oggi lei è in grado di riconoscere segnali di relazioni disfunzionali e di proteggersi, una capacità che molte persone acquisiscono solo dopo anni e a caro prezzo.

Proprio per questo, il suo senso di “ingiustizia” rispetto alla difficoltà di trovare un partner appare comprensibile. È come se lei avesse fatto tutti i “compiti” possibili per prepararsi a una relazione sana e, nonostante ciò, la vita non le restituisse quanto sente di meritare. È un punto delicato, perché rischia di trasformarsi in una convinzione dolorosa di essere “condannata” a non trovare mai qualcuno, mentre in realtà la questione non riguarda tanto il suo valore personale quanto le dinamiche degli incontri e i tempi della vita.

Quando racconta di uomini che cercano subito conferme, o che cadono in dinamiche narcisistiche, descrive situazioni che riflettono un panorama relazionale diffuso, e non una “sfortuna” solo sua. Il fatto che lei li riconosca e scelga di non entrarvi è un segnale di forza e non di fallimento. Certo, resta la frustrazione di non incontrare chi le corrisponda, ma questo non toglie nulla al percorso di crescita che ha compiuto.

Un altro punto che emerge è il tema della fiducia. La delusione accumulata rischia di spostare lo sguardo verso una prospettiva in cui le possibilità sembrano già esaurite. Questo può generare un circolo vizioso: più cresce la sfiducia, più diventa difficile lasciarsi sorprendere da un incontro che potrebbe avvenire in modo inaspettato. Spesso infatti le relazioni più significative arrivano non quando “forziamo” i contesti, ma nei momenti e nei luoghi meno programmati, quando siamo impegnati a vivere la nostra vita in modo autentico, senza la pressione di dover incontrare qualcuno.

Potrebbe esserle utile spostare la prospettiva: dal chiedersi “perché non trovo nessuno?” al domandarsi “come posso vivere pienamente ciò che già ho e lasciare uno spazio possibile per un incontro?”. Non significa rinunciare al desiderio di una relazione, ma alleggerirlo dal peso dell’urgenza e della paura di essere “condannata”. Questo non toglie che la sua fatica sia reale e che meriti di essere accolta: parlarne in un percorso di sostegno psicologico potrebbe aiutarla a distinguere meglio ciò che dipende da lei e ciò che è frutto dei tempi e delle circostanze, restituendole un po’ di speranza.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Gentile paziente,grazie per aver condiviso con sincerità questo momento così frustrante. Si percepisce quanto impegno abbia messo nella sua crescita personale: ha fatto terapia, ha lavorato su sé stessa, ha trasformato le sue relazioni, ha costruito amicizie sane, ha ampliato la sua vita. Molte persone arrivano a questo punto senza aver fatto neanche la metà del lavoro che ha fatto lei. Eppure il fatto di aver fatto “tutto giusto” non sta portando il risultato che desidera, ed è normale che ora si senta scoraggiata.

La questione però non è una condanna. Quello che descrive accade spesso proprio nelle persone che hanno fatto un lavoro importante su di sé. Quando si cresce emotivamente, il sistema emotivo non tollera più ciò che prima era normale. Questo significa che lei non attrae persone sbagliate, ma che ha sviluppato un radar molto più fine nel riconoscerle. E questo, anche se doloroso, è un segno di salute, non di fallimento.
Il problema non è che non incontra nessuno. Il problema è che sta selezionando molto meglio di prima. Mentre gli altri la scelgono perché vedono stabilità, autenticità e maturità, lei ha imparato a vedere subito ciò che non funziona nell’altro. Questo riduce drasticamente la quantità di incontri possibili, ma aumenta la qualità nel lungo periodo.
Il fatto che si senta bloccata non parla di un deficit suo, ma di un momento di transizione. Quando si esce davvero da una vecchia versione di sé, le relazioni cambiano dopo, spesso con un ritardo. Il cambiamento interno avviene prima, l’arrivo di persone compatibili arriva dopo. Ed è proprio in questo spazio che ci si sente soli, come se il mondo non fosse ancora allineato alla propria evoluzione.

La sfiducia che sente è comprensibile, ma non è un’indicazione che resterà così per sempre. È l’effetto di tanti incontri deludenti di fila, non una previsione sul futuro. Può succedere che per un periodo una persona molto consapevole incontri spesso persone con bisogni emotivi fragili o con dinamiche narcisistiche, perché la sua stabilità li attira. Ma lei non li sceglie. E questo fa una grande differenza.
Infine, un punto importante: lei non è obbligata a cambiare i suoi interessi o a forzarsi in ambienti diversi. Le relazioni più sane non arrivano per sforzo, ma per incrocio di sintonie. A volte arrivano quando si smette di cercare attivamente e si continua a vivere la propria vita con autenticità. E lei questo lo sta già facendo.
Il fatto che oggi provi scoraggiamento non significa che ci sia qualcosa che non va in lei. Significa che è stanca. E quando si è stanchi si vede tutto come se fosse definitivo. Non lo è.

Se sente che questo momento di sfiducia sta diventando pesante da portare da sola, sono a disposizione per approfondire insieme i nodi che ora sembrano un vicolo cieco.

Un caro saluto.

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