Buongiorno, sono Lara ed ho 42 anni. Vivo una profonda crisi coniugale che mi ha portato a guardare

17 risposte
Buongiorno, sono Lara ed ho 42 anni. Vivo una profonda crisi coniugale che mi ha portato a guardare mio marito con occhi diversi, quando mi sono resa conto che non ha voluto costruire con me, quando ho capito che rifugge "l'impegno". Abbiamo avuto una bellissima bambina, ma poi lui non ha più voluto figli e quando sembrava (SEMBRAVA) avesse cambiato idea, ho perso il bambino che aspettavo. Sono stata sola in questo (beh anche in molte altre cose in realtà) soprattutto quando ho fatto alcune visite mediche relative alla vicenda e lui mi ha chiesto via messaggio la restituzione dei soldi di una visita pagata da lui... lì è finito tutto. Tuttavia ho cercato di mantenere unita la famiglia, di costruire un nuovo dialogo facendo capire cosa mi faceva soffrire e cercando di fargli capire che la famiglia è impegno e condivisione, non individualismo. Però ci siamo comunque allontanati, e ora soffro terribilmente perchè sto rimanendo in questa relazione per il bene di mia figlia (che forse bene non è, ma non so come reagirebbe). Ho scoperto un "uomo" subdolo e falso, che non parla con sincerità con me. Non vuole condividere, non vuole migliorare l'ambiente in cui viviamo (è tirchio)... ok è sempre stato così, ma ora è veramente molto inasprito nelle modalità.
Io non so come reagire a questo mio profondo dolore. Vado avanti perchè è necessario, ma non vivo veramente. E non voglio fare scelte (perchè le devo fare io, lui non prende posizione) che facciano soffrire la mia bambina che crede nella famiglia e nei suoi valori.
Salve Lara, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa scelta possa essere importante per lei ed impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buonasera, le consiglio dei colloqui psicologici per capire le sue emozioni e trovare delle strategie per gestire la situazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Giulia Proietti
Buonasera, ciò che scrive è toccante perché traspare tutto il dolore che prova, è riuscito a comunicarlo molto bene. Non conoscendo le dinamiche della vostra coppia e del clima che si vive in famiglia, è ancora più difficile dare una risposta su ciò che sarebbe meglio per sua figlia. Di sicuro posso dirle che i bambini hanno bisogno di adulti felici e spesso riescono a leggere benissimo i sentimenti che si nascondono dietro a falsi sorrisi. Ciò che le suggerisco non è tanto prendere una decisione in poco tempo, ma riuscire a trovare un sostegno psicologico che possa aiutarla a sostenere la delusione del suo progetto e delle aspettative su quest'uomo. Le soluzioni le verranno spontanee in un secondo momento.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cara Lara, comprendo le sue difficoltà, i suoi dubbi e le sue incertezze. Essere genitori significa innanzitutto essere responsabili di e per qualcuno per sempre. Rifletta su quello che lei stessa ha scritto:" lo sto facendo per il bene di mia figlia che poi tanto bene non è...".
Le consiglio di chiedere un consulto psicologico per poter essere sostenuta in questa fase molto delicata della sua vita.
Rimango a disposizione.
Saluti,

Dott.ssa Federica Leonardi
Buonasera Signora Lara
Le crisi di coppia procurano molto dolore e sofferenza e possono comunque derivare da molti fattori che possono minare il legame fino a determinare l'interruzione totale dello stesso. A volte capita che la persona che abbiamo di fronte non ci sembra più quella che abbiamo conosciuto, e, questo può accadere per l'uno, per l'altro e anche per tutti e due. Caratteristiche di personalità, esperienze pregresse, eventi di vita anche attuali possono produrre nel tempo dei cambiamenti in entrambi, ed è importante comprendere cosa è accaduto e perchè. Occorre partire non solo da ciò che vediamo nell'altro ma anche riflettere sulle proprie scelte attraverso una maggiore conoscenza e consapevolezza di se stessi.
Le relazioni sono caratterizzate dalla complessità e, in esse convergono molti fattori che riguardano ogni componente della coppia, ed è molto utile partire da se stessi per comprendere, per iniziare a capire molte cose che non sono quasi mai chiare quando le emozioni negative e il vissuto di delusione o di presunta perdita del legame ci invade.
La saluto cordialmente
Gentile Lara, lei descrive una situazione molto difficile nella quale emerge una grande solitudine. Lei scrive di dover continuare a sostenere tutto ciò per non far male a sua figlia che crede nella famiglia e nei suoi valori, ma che esempio di famiglia è quella che lei descrive? È questo il modello di relazione che vuole trasmettere alla sua bambina? Rifletta sulle aspettative che ha per sé e per sua figlia, anche con uno specialista se può, le scelte da fare verranno spontanee.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cari saluti
Dott.ssa Lorena Menoncello
Buongiorno,
lei è portatrice di una istanza di coppia, ed è attraverso un percorso di coppia che potreste affrontare le problematiche qui esposte. Proponga a suo marito una psicoterapia di coppia, sarebbe una opportunità di crescita per entrambe, e potrebbe aiutarvi nel trovare un nuovo equilibrio relazionale.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Può essere brutto da dire, ma viste le premesse e visto che è così da sempre, andando avanti le cose possono solo peggiorare. Deve trovare la forza di prendere decisioni costruttive per se stessa e sua figlia. Restare insieme per tenere unita la famiglia è un vecchio mantra che porta solo sofferenza aggiuntiva a tutti.
Ciao Lara, mi sembri immersa in una logorante confusione. E' normale, il dolore porta al disorientamento. Ovvio che bisognerebbe approfondire la questione anche tramite colloquio psicologico, ma devo dirti che ho trovato interessante questo passaggio: "per il bene di mia figlia (che forse bene non è, ma non so come reagirebbe)". Ti consiglio di riflettere su cosa significa "bene" per te. Immagino che tu sappia molto bene cosa siano i sensi di colpa, brutte bestie che bisogna imparare a domare, perché se ben addomesticate ci mostrano la via per riparare ai nostri errori, se ce ne sono, e procedere sereni in avanti.
Cara Lara, mi dispiace per ciò che sta vivendo, quella che descrive è una situazione sicuramente complessa e sicuramente non facile. Il suo dolore è comprensibile e spesso crea anche confusione; per questo credo che per lei possa essere molto utile richiedere aiuto a un professionista ed esplorare così le proprie dinamiche relazionali e i propri vissuti emotivi per poter raggiungere prospettive diverse e strategie utili a fronteggiare questa situazione.
Rimango a disposizione.
Cordialmente, Dott.ssa Marcella Boscolo
Buongiorno Lara. Mi spiace molto per il momento di difficoltà coniugale e familiare che sta affrontando e immagino quanto possa essere stato (e forse essere ancora) difficile per lei far fronte al dolore della perdita del suo/vostro bambino sentendosi sola, non riconosciuta. La coppia (laddove siano presenti o meno dei figli) dovrebbe essere un luogo in cui si possa trovare sostegno e conforto, ci si possa alimentare l'un l'altro costruendo un "mondo" relazionale, fatto di valori e progettualità condivisi, in cui ci si possa sentire "visti" e rispettati... Laddove questi ed altri elementi vitali vengano a mancare, sostituiti da meccanismi che creano vuoto e sofferenza, evidentemente qualcosa è andato storto o si è interrotto. Questo genere di dolore della coppia, ove ci siano figli, "tocca" l'intera stabilità e serenità familiare, giungendo, talvolta, a favorire dinamiche in cui la sofferenza psicologica si inserisce a più livelli. "Sopportare" una situazione che non va per il "bene" dei figli è in questo senso una soluzione solo fittizia. Se il problema c'è, va affrontato prima possibile. Il mio consiglio è richiedere per lei e suo marito un supporto psicologico di coppia per poter essere sostenuti nell'esprimere apertamente il vostro vissuto emotivo, la vostra sofferenza, le vostre richieste e per poter ricercare vie d'uscita da questo stallo, che vi garantiscano un maggior benessere, sia che voi riconosciate di poter/voler proseguire la vostra relazione, sia che giungiate alla conclusione di volerla interrompere. Un caro saluto e auguri
Gentile Utente, mi colpisce la seguente frase: “E non voglio fare scelte (perchè le devo fare io, lui non prende posizione)”.
Il non prendere una posizione può essere una scelta (da parte di suo marito), per quanto contestabile; lei ha riflettuto sulla possibilità che portando avanti anche lei questa modalità c’è il rischio che si impantani il tutto?
Ed è sicura che il valore della famiglia sia attribuibile alla sua bambina?
Un caro saluto, Luisa
Salve, le cose che ci racconta sono molto importanti e serie quindi le suggerisco di contattare uno psicologo per analizzare con la giusta attenzione il suo attuale momento e per avere gli strumenti necessari per affrontarlo al meglio. Non esiti. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentile Lara, dal suo racconto appare chiaro il disagio che sta vivendo in questo momento.
Comprendo la preoccupazione per sua figlia, ma non è detto che rimanere in questa situazione possa servire al suo bene. E' una decisione importante per lei e ritengo utile lavorare su se stessa ed elaborare la sua insoddisfazione e il senso di frustrazione che vive nella relazione con suo marito, prima di un eventuale cambiamento. Ritrovare la fiducia in se stessa e una maggiore consapevolezza dei suoi bisogni (di donna e di madre) saranno la base per le decisioni che prenderà in futuro.
Le consiglio di consultare uno psicologo per approfondire la sua storia.
Resto a disposizione, un caro saluto, Dott.ssa Marina Colangelo
Mi stavo chiedendo, leggendo il suo quesito se e quanto lei sia autonoma: lavora o dipende del tutto da suo marito? Approfondire la sua storia, come già scritto dai miei colleghi, potrebbe essere utile per aiutarla a prendere una decisione per la sua vita.
Salve, da come descrive la situazione è evidente che non c'è più la famiglia, ma distanza. Non condividete più nulla. Capisco la sua sofferenza e preoccupazione di voler trasmettere dei valori sani a sua figlia. Ma quello che conta veramente è l'esempio. Cosa impara sua figlia nella vostra situazione?
Le suggerisco di chiedere un supporto ad uno psicoterapeuta che la possa supportare nel trovare la soluzione migliore per il suo bene e quello di sua figlia.
Un saluto
Salve Lara, sembra che lei abbia diversi motivi per non mettere in atto un cambiamento e nelle sue parole non è espressa una domanda esplicita. Viene da chiedersi con quale intento abbia scritto e cosa cerchi nella relazione con i dottori di questo portale. Desiderava solo sfogarsi oppure è questo il suo modo di chiedere? Ciò avviene anche nella relazione con suo marito? Ovvero, non esprime chiaramente ciò che vuole? Dice di non voler fare una scelta in quanto lui non prende posizione. Cosa prova quando lui si comporta così? Immagino che le susciti rabbia e sconforto. Come esprime ciò che sente? Basandosi su ciò che dice sembra che lei opponga all'atteggiamento del suo coniuge una sorta di resistenza passiva, che ha il risultato di mantenere invariata la situazione. In tal modo il conflitto tra lei e suo marito non evolve e non si risolve e voi restate in un equilibrio tanto doloroso quanto rassicurante. Mi permetto di darle un consiglio, sebbene non l'abbia richiesto, come già detto. Si interroghi su ciò che sta accadendo nella sua vita e sul ruolo che lei sta assumendo. Sulle sue emozioni, sui suoi pensieri, sulle sue resistenze e sui suoi meccanismi di adattamento e di difesa. Io le ho lasciato alcune domande come stimoli per cominciare a farlo, ma lei può farsene tante altre, magari con l'aiuto di un professionista. Cordiali saluti.

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