Buongiorno Sono la mamma di una ragazza probabilmente borderline (ha quasi 17 anni)che sta facendo

18 risposte
Buongiorno
Sono la mamma di una ragazza probabilmente borderline (ha quasi 17 anni)che sta facendo un percorso terapeutico in una comunità.prende EN e aripiprazolo al mattino e sertralina e aripiprazolo la sera....sono quasi 9 mesi da quando fa questo percorso e sono tutti molto contenti di lei (dicono che si vede che vuole guarire) adesso inizia la scuola e in base a come andrà (se andrà bene) inizierà tornare piano piano acasa....poi si lavorerà sulle sfumature
Ho parlato con la psicologa,neuropsichiatra, operatori.....e si tante cose su questo malessere.....ma non mi sento preparata e sono molto preoccupata per il ritorno...ho parlato anche con la psicologa e mi ha detto che mi sostengono in tutto
La mia paura più grande è che mia figlia non guarisce....
Vorrei sapere se è possibile,una ragazza sostenuta anche all'uscita dalla comunità può guarire veramente?
Grazie della vostra risposta
Cara utente, le sue paure sono assolutamente legittime e comprensibili. La parola guarire, è un termine che per ogni paziente, familiare e nucleo familiare può assumere sfumature e significati diversi. Il supporto che lei e sua figlia state ricevendo e riceverete è fondamentale per il vostro percorso di guarigione. Imparare a chiedere aiuto in maniera tempestiva quando si è in difficoltà, chiedere di cosa sua figlia ha bisogno ma anche lei. Un lavoro sinergico, cooperante e collaborativo tra il servizio che vi segue e voi che state a casa sarà la combinazione migliore per il aggiogamento del vostro obbiettivo di cura. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Salve, comprendo perfettamente le sue preoccupazioni e comunque sono contento che il percorso che la ragazza sta effettuando stia dando i suoi frutti.quello che è utile per poter guarire è innanzitutto conoscere il disturbo, le sue manifestazioni e soprattutto cosa fare e cosa non fare per evitare che possa amplificarsi; in questi casi la guarigione viene intesa come piena consapevolezza di quello che è il funzionamento della ragazza in modo che lei stessa possa saper riconoscere ed individuare i primi segnali di squilibrio emotivo per potervi opportunamente intervenire. Voi genitori dovete essere supportati e istruiti in questo in modo da riconoscere anche voi i segnali del disturbo al fine di poter gestire le situazioni problematiche in maniera tempestiva.
In bocca al lupo per tutto.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, Con il supporto del servizio, sicuramente, troverete la strada per una vita serena e armonica. Il fatto che lei venga accompagnata e si domande come fare è un buon punto de partenza. Inoltre potrebbe iniziare un percorso psicologico lei, oltre a quello del servizio. Un abbraccio
Buonasera,
concordo con quanto scrivono i miei colleghi in merito ai suoi timori e alle sue paure rispetto al benessere di sua figlia. Affrontare, gestire ed elaborare una situazione come quella che state vivendo è sicuramente difficile e destabilizzante. Nonostante per darle una risposta adeguata a pieno bisognerebbe conoscere meglio i pregressi, il percorso e comprendere meglio la vostra storia familiare, sicuramente il trattamento di equipe che riceve sua figlia è volto al ristabilire un benessere psicofisico. Ciò significa aiutare la ragazza a ristabilire uno stato di omeostasi ed equilibrio avvalendosi delle proprie risorse. Si tratta di un percorso che richiede un tempo impossibile da stabilire a priori ma che può essere monitorato e gestito adeguatamente. Certamente anche un sostegno genitoriale in un momento così delicato potrebbe essere importante per permettere anche a lei di essere supportata e per trovare uno spazio in cui condividere i suoi stati d'animo, le sue paure e i suoi timori rispetto a sua figlia.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Giulia Scarangella
Gentile Sig.ra, se la comunità terapeutica riabilitativa CTR consentirà gradualmente il reintegro a casa, e nella vita sociale, della ragazza è perché vi sono dei presupposti saldi. Comprendo i suoi timori ma è necessario dare fiducia a sua figlia. Come riuscirci? Accettando e conoscendo la sua psicopatologia, avvalendosi del supportato dell' équipe medica della CTR o di un altro professionista; ma solo gli eventi ed il tempo potranno dirle se sua figlia riuscirà a guarire.
Cordiali saluti. Dott.ssa Claudia De Giuli
Gentile signora, quando una persona giovane come sua figlia presenta problematiche psicologiche di una certa gravità, la terapia elettiva sarebbe quella famigliare, dove l'intero nucleo partecipa alle sedute, di solito con periodicità mensile o bimestrale, in modo che emergano le dinamiche disfunzionali tra i membri e sia possibile, con l'intervento del terapeuta che ne è al di fuori, rompere quelle interazioni ricorsive, cioè che si ripetono sempre uguali e che pongono lo stigma sulla persona che viene definita "paziente designato".
Capirà che dal suo punto di vista è un modo diverso di mettersi in gioco, ma la sua preoccupazione al riguardo del ritorno di sua figlia in famiglia e circa la possibile "inguaribilità" della stessa, potrebbero suggerirle di tentare questo approccio che sovente si è rivelato davvero risolutivo.
Auguri.

Dott.ssa Emanuela Carosso
psicologa - psicoterapeuta.
Buongiorno,
Innanzitutto mi sento di doverla tranquillizzare in primis sulle emozioni che prova: la psicopatologia è spaventosa, specialmente nel momento in cui è sua figlia ad esserne affetta e lei, da madre, sentirà le responsabilità del caso.
Detto ciò, la patologia borderline può comparire con diverse gradazioni di gravità, se i dottori hanno assicurato di stare vedendo una guarigione può ragionevolmente credere in un percorso positivo per sua figlia.
Comunque, ritengo che un percorso psicoterapeutico breve possa esserle d'aiuto ad organizzarsi, psicologicamente e nella gestione concreta, al rientro di sua figlia a casa, contando comunque sul supporto di equipe, che, solitamente, in questi casi rimane sempre a disposizione del/della paziente e famiglia, anche al momento del rientro a casa.

Sperando di esserle stata d'aiuto,

Dott.ssa Elisa Folliero
Buongiorno, intanto bisognerebbe esplorare il significato che diamo alla parola guarigione, perchè spesso ci si aspetta una trasformazione, cosa che può anche avvenire ma avendo come alleato il tempo. I disturbi di personalità sono qualcosa di strutturato, che determinano la personalità, sempre che sia il caso di sua figlia, in quanto lei ne da una diagnosi vaga. Questo non significa che non si possa ottenere un maggiore equilibrio e capacità di gestione di emozioni che altrimenti sarebbero sopraffacenti. Considerando la giovane età di sua figlia e i miglioramenti già ottenuti, certamente la prognosi fa essere molto ottimisti, ma le dico questo per non crearsi aspettative che andrebbero deluse ad ogni piccolo passo indietro, cosa che creerebbe malessere a lei ed anche a sua figlia. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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In primis grazie per aver condiviso la sua esperienza,le sue paure e preoccupazioni.
Certo, le sue paure sono assolutamente legittime e comprensibili. La parola guarire, può assumere sfumature e significati diversi. Il supporto che lei e sua figlia state ricevendo è sicuramente fondamentale, soprattutto se improntato sula capacità di chiedere aiuto in maniera tempestiva.
Inoltre comprendere, il funzionamento di sua figlia, gli schemi mentali, le emozioni che sia attivano, credo faccia la differenza,in modo che lei stessa possa saper riconoscere ed individuare i primis, i segnali di squilibrio emotivo per potervi opportunamente intervenire, credo sia ciò che vi aiuterà a vivere un ottimo equilibrio.
Cordialmente Monica D'Ambrosio
Buongiorno. Da quanto da lei descritto le consiglio di tenere per lei uno spazio psicologico dove venire supportata e sostenuta. Altra cosa importante, come le sarà già stato detto, una volta che sua figlia uscirà dalla comunità, sarà tenere monitorata la terapia farmacologica, pilastro fondamentale per la cura. Cordiali saluti.
Gentile utente, certe ipotesi diagnostiche possono davvero spaventare e la capisco quando teme che la ragazza possa avere difficoltà nel rientro a casa. Tuttavia la sua serenità e fiducia che ce la possa fare sono indispensabili. Creda in lei e abbia fiducia negli operatori che l'hanno aiutata. Attualmente ci sono protocolli (es. DBT di Marsha Linehan) estremamente efficaci e risolutivi. Inoltre sua figlia è ancora nell'età evolutiva, quindi la prognosi è ancora più favorevole. Si concentri sugli aspetti positivi e non rinforzi i momenti di crisi, che dovrebbe aver imparato a gestire in autonomia. Le auguro tutto il bene possibile e la saluto cordialmente. Sara Mammano
Buona sera Signora. Comprendo molto bene la sua preoccupazione, in quanto ho lavorato per molti anni in una comunità per minori che ospitava ragazzi con problematiche simili a quelle di sua figlia. Vorrei rassicurarla sul fatto che se gli operatori hanno previsto un graduale (cosa molto importante!) rientro a casa, sua figlia ha fatto sicuramente grandi passi avanti. Credo che la cosa più importante è essere sostenuti, e fidarsi delle figure di riferimento che vi stanno aiutando. dalla mia piccola esperienza ho visto tanti ragazzi imparare a gestire i loro momenti critici e investire sul loro futuro che è ancora tutto in divenire. Se posso darle un piccolo suggerimento si affidi ai curanti e all'"ascolto" sincero e affettuoso di sua figlia. Vi auguro di riuscire ad attraversare questo momento (sicuramente di difficoltà e preoccupazione) con uno sguardo positivo verso il futuro.
Salve Signora, la questione non è tanto il "guarire", quanto il riuscire a trovare un buon equilibrio. Una situazione soddisfacente nella quale si funziona bene e si hanno delle buone relazioni. Il fatto che stiate percorrendo un percorso è un fattore positivo, il supporto in queste situazioni è importante.
Cordiali Saluti
Paolo Mirri
Gentile Utente, i suoi dubbi sono legittimi ed è normale preoccuparsi per il rientro a casa di sua figlia. È importante però accogliere con fiducia i cambiamenti e la costruzione di una nuova relazione fra voi due.
Mi piace poi pensare che lei possa confrontarsi con le persone che seguono sua figlia contribuendo alla sua crescita.
Un caro saluto
Sara Genny Chinnici
Le sue paure sono comprensibili. Le dico che é molto giovane e per un disturbo di personalitá si migliora o guarisce piú facilmente se trattato sin da subito, quindi personalmente vedo ottime possibilitá di miglioramento per sua figlia. Per far si che si mantenga questo equilibrio tuttavia é molto importante che sia lei che sua figlia veniate seguiti da professionisti, perché é importante avere i giusti strumenti per gestirla quando rientrerá in casa e, in aggiunta, sostenere anche lei (signora) in tutta questa situazione che immagino sia e sará molto stressante.
Cordiali Saluti Dr. Adriano Trono
Buongiorno signora, grazie intanto per aver condiviso la sua esperienza. Comprendo le sue preoccupazioni e sono contenta che il percorso che sta affrontando sua figlia stia procedendo bene. Sono d'accordo con i colleghi che scrivono che la consapevolezza sul funzionamento del disturbo borderline (nel caso in cui fosse davvero questa la diagnosi) è fondamentale, così come il sostegno dei familiari e delle persone care. Le possibilità di miglioramento e di guarigione ci sono se si viene seguiti da professionisti preparati per questo tipo di difficoltà. C'è un libro recente molto carino e utile sul tema borderline se può interessarle, si chiama "Crisi Tempestose" di Federica Carbone: l'autrice parla di guarigione dal disturbo borderline di personalità nei panni di ex paziente, portando la sua personale testimonianza. Magari può essere utile per avere qualche informazione e spunto in più.
Un saluto
Dott.ssa Giulia Lo Muto
Gentile sig.ra la ringrazio per aver condiviso questa esperienza, sicuramente sofferta come mamma. Il rientro a casa è già di per sé un buon segno, perchè significa che sua figlia ha le risorse necessarie per riprendere la sua vita. La guarigione in questi casi consiste proprio in questo, trovare un buon funzionamento in ambito familiare, sociale, lavorativo e relazionale, che le permetta di recuperare la sua vita al di fuori della comunità. Se posso, consiglierei anche a lei un supporto psicologico per affrontare questo delicato momento. Un caro saluto.
Buongiorno, la sua paura è comprensibile e la ringrazio per la condivisione. Guarire è una parola molto importante e già che lei stia qui su questo forum mi fa pensare che ha molta voglia di comprendere sua figlia. Sicuramente conoscere bene un disturbo è il primo step per affrontarlo. Sembra che dia molto valore alla salute mentale di sua figlia che è fantastico! Consiglierei un percorso psicologico anche a lei così da poter avere uno spazio totalmente suo in cui può parlare liberamente delle sue preoccupazioni relative alla situazione così delicata. Un caro saluto!

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