Ho appena concluso una relazione di 9 anni con una ragazza che ora ha 37 anni, purtroppo non ero a c
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Ho appena concluso una relazione di 9 anni con una ragazza che ora ha 37 anni, purtroppo non ero a conoscenza delle dinamiche borderline e solo nell'ultimo periodo abbiamo realizzato che molto probabilmente ha queste caratteristiche, idealizzazione del partner, terrore dell'abbandono abbiamo avuto per parecchio tempo una relazione a distanza e ogni volta che ci vedevamo e si avvicinava il momento dei saluti erano piani a non finire già dal giorno prima, se per qualche motivo non rispondevo al telefono per più di due ore viveva degli stati di ansia e disperazione credendo fossi morto, negli altri ambiti tipo lavorativo spesso cambiava, non ricordo più i lavori che ha fatto durante gli anni e molto spesso differenti tra loro non trovandosi mai a suo agio, a un certo punto ha lasciato tutto per seguire un corso in un accademia teatrale durato tre anni il senso di noia per quello che faceva arrivava abbastanza presto e la spingeva ogni volta a cambiare direzione e non essere mai soddisfatta, qualche volta anche se non spessissimo aveva degli scatti di rabbia che mi hanno sempre dato da pensare, perché capitanato decontestualizzati e non proporzionati alla situazione, ci siamo lasciati dopo 7 anni e li mi accorsi della dicotomia, rimanemmo in contatto perché il legame e le esperienza vissute insieme erano tante, abbiamo girato il mondo, la morte del padre e io ho sempre cercato di aiutarla il più possibile, pur riconoscendo di aver avuto per mia indole un rapporto a volte sfuggente, in pratica mi sembrava strano che lei si rapportasse a me in un modo così diverso rispetto a solo una settimana prima, oltre questo lei non ha mai coltivato amicizie sincere perché come mi ripeteva a lei degli amici non importa granché lei dava tutto in amore, circa sei mesi fa ci siamo lasciati definitivamente dopo un ritorno insieme durato circa 9 mesi e di nuovo la dicotomia, solo che questa volta io avevo dei problemi personali e mi sembrava strano che lei fosse così distaccata e disinteressata, durante la relazione mandava 200 messaggi al giorno e ora che stavo male sparita, tutto questo contestualmente a una sua conoscenza su internet con una persona che voleva palesemente truffarla, è stata lei a dirmelo che aveva forti sospetti e più che sospetti era palese , la classica truffa del ragazzo orfano con i genitori che gli hanno lasciato la miniera di diamanti, basta aprire internet e sono truffe copia e incolla, io l'ho avvisata e lei lo sapeva che era al 99% una truffa ma continuava questa relazione dicendo che voleva la prova, poi ovviamente è arrivata la richiesta economica ed ha chiuso, dopo qualche tempo e continue discussioni lei realizza che ha un problema quando conosce un ragazzo coreano su internet sostenendo che sia perfetto e con i suoi stessi interessi se non che dopo 3 giorni lui la blocca e lei è disperata io ero in una brutta situazione avevo perso proprio quel giorno dei familiari e non riesco ancora a capire che succede come la persona che conosco da 10 anni dia così tanta importanza a una cosa del genere e non riesce ad interessarsi un minimo a quello che stavo passando, li è arrivato il momento in cui sono andato a cercare le sue "stranezze" e sulla sintomatologia borderline è uscita praticamente una sua descrizione, anche le fobie improvvise (abbiamo girato il mondo in aereo e ad un certo punto era terrorizzata se doveva prendere un volo di 30 minuti) nell'ultimo periodo ho scoperto che mi mentiva e purtroppo non avevo gli strumenti per capire o aiutarla , scusate la lunghissima premessa ma il mio pensiero è che l'unica cosa che manca è l'autolesionismo e gli istinti suicidi, e siccome nell'ultimo periodo tutta la sua situazione è degradata ho paura che arrivino anche quelli, cosa devo fare? Lei vive una realtà dove trova spiegazioni assurde a situazioni e comportamenti non so se in maniera manipolativa e consapevole o proprio per le dinamiche dissociate che il suo cervello le fa vivere , lei mi ha giurato di aver parlato di questo probabile disturbo con la sorella e che andrà da uno specialista ma non so più se crederle, non so davvero cosa fare perché anche se il rapporto oramai è finito non riesco a non continuare a preoccuparmi nonostante me ne abbia fatte passare di cotte e di crude , cosa dovrei fare o non fare? Ha senso preoccuparsi o dovrei semplicemente andare avanti anche se mi sembra di abbandonare una persona che ho amato e ha un problema potenzialmente molto distruttivo... vi prego di darmi un consiglio.
Mi spiace molto dirlo …ma lei puo’ fare ben poco …soprattutto perché e’ stato il suo compagno ..per altro in un rapporto si direbbe patologico …il consiglio e’ lasciarla in pace e se possibile concentrarsi sui propri problemi …c’è ne abbiamo tutti ..e lasciare agli psichiatri l’ingrato compito di occuparsi, per altro “impotentemente” , anche di quelli degli altri
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Gentile utente, leggo, anche dalla mole del testo scritto, il suo enorme turbamento. In questo momento credo che possa far bene a lei un supporto per superare la perdita affettiva. Per quanto riguarda la sua relazione consumata può considerare due soluzioni: se c'è volontà da entrambe le parti, andare insieme da psicoterapeuta di coppia e da uno psichiatra (in questo caso è necessario che siano due persone distinte); se la relazione è esaurita, le consiglio di concentrarsi su se stesso, poiché a 37 anni la sua ex partner non sembra aver sviluppato consapevolezza del problema.
Gentile utente le consiglio una psicoterapia per superare la fine della sua relazione e capire con il terapeuta come mai ancora non riesce ad andare oltre.
Comprendo bene la sua preoccupazione: avere avuto una relazione lunga e intensa e riconoscere solo dopo dinamiche di possibile disturbo borderline di personalità è doloroso e confonde. Da quello che descrive, alcune caratteristiche potrebbero effettivamente richiamare quel quadro, ma la diagnosi può farla solo uno specialista in sede clinica. Lei oggi si trova di fronte a un bivio: continuare a prendersi cura di una persona con cui non ha più un rapporto di coppia, oppure scegliere di proteggere se stesso. La cosa più utile che può fare, se resta in contatto, è incoraggiarla con delicatezza a intraprendere un percorso specialistico, senza assumersi da solo il ruolo di “salvarla”. Non è abbandonarla, ma riconoscere che ci sono limiti oltre i quali è necessario l’intervento professionale.
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