Buongiorno Dottori ho 47 anni volevo un vostro parere su alcuni problemi che ho da novembre 2024.ogn
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Buongiorno Dottori ho 47 anni volevo un vostro parere su alcuni problemi che ho da novembre 2024.ogni tanto non mi vengono i nomi ,le cose fatte anche il giorno prima mi sembrano più lontane , inoltre ogni tanto quando mi sveglio sono un po' confuso ,devo pensare a che giorno è . soffro di ipocondria,l' anno scorso ho fatto mille esami per paura di avere un tumore.Ho effettuato una risonanza a febbraio negativae ad agosto ho effettuato test neuropsicologici risultati nella norma. Cosa potrebbe essere, dovrei fare altri esami? grazie a chiunque mi possa aiutare, grazie
Buongiorno, se ha effettuato tutti gli esami e tutto risulta nella norma, può essere che questi sintomi abbiano a che ora fare con un vissuto ansioso, forse legato proprio anche alla sua ipocondria. Si è mai accorto se questi momenti di confusione le avvengono in momenti particolari? magari si sente più agitato? quello che posso suggerirle è un percorso di psicoterapia per prendersi cura anche dell'aspetto emotivo e mentale di queste fatiche. Se lo desidera, io sono una psicologa psicoterapeuta e mi occupi di disturbi ansiosi, ipocondria e disturbi psicosomatici. Se ne sente il bisogno si senta libero di contattarmi, un cordiale saluto. Silvia Turri
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Gentile utente,
capisco la sua preoccupazione e il peso che questi sintomi possono avere nella vita quotidiana. Dal momento che ha già eseguito approfondite valutazioni mediche e neuropsicologiche con esiti nella norma, è importante considerare anche il ruolo che ansia e ipocondria possono avere sulla memoria e sulla lucidità.
Quando siamo molto in allerta o preoccupati per la salute, la mente tende a "consumare" molte energie nel monitorare i segnali del corpo, e questo può influire sulla concentrazione e sulla percezione della memoria. Episodi di confusione al risveglio o difficoltà a ricordare nomi possono quindi essere collegati a fattori psicologici ed emotivi, piuttosto che a una malattia organica.
In questi casi, un percorso psicologico può aiutarla a ridurre l’ansia e a ritrovare maggiore fiducia nelle proprie capacità cognitive e nel proprio corpo.
Un caro saluto,
Veronica De Iuliis – Psicologa
capisco la sua preoccupazione e il peso che questi sintomi possono avere nella vita quotidiana. Dal momento che ha già eseguito approfondite valutazioni mediche e neuropsicologiche con esiti nella norma, è importante considerare anche il ruolo che ansia e ipocondria possono avere sulla memoria e sulla lucidità.
Quando siamo molto in allerta o preoccupati per la salute, la mente tende a "consumare" molte energie nel monitorare i segnali del corpo, e questo può influire sulla concentrazione e sulla percezione della memoria. Episodi di confusione al risveglio o difficoltà a ricordare nomi possono quindi essere collegati a fattori psicologici ed emotivi, piuttosto che a una malattia organica.
In questi casi, un percorso psicologico può aiutarla a ridurre l’ansia e a ritrovare maggiore fiducia nelle proprie capacità cognitive e nel proprio corpo.
Un caro saluto,
Veronica De Iuliis – Psicologa
Buongiorno,
a volte i problemi di memoria possono essere legati all'attenzione più che a una causa fisiologica. Provi a soffermarsi sulle informazioni prendendosi il tempo che le serve per rievocare l'informazione desiderata e cerchi di lavorare sullo stress ritagliandosi dei momenti di respiro ed evitare il multitasking ma concentrarsi sempre su una cosa alla volta. Per quanto riguarda la parte medica se il neurologo l'ha rassicurata io mi sentirei tranquillo.
Un abbraccio.
Dr.ssa Giorgia Ferrucci
a volte i problemi di memoria possono essere legati all'attenzione più che a una causa fisiologica. Provi a soffermarsi sulle informazioni prendendosi il tempo che le serve per rievocare l'informazione desiderata e cerchi di lavorare sullo stress ritagliandosi dei momenti di respiro ed evitare il multitasking ma concentrarsi sempre su una cosa alla volta. Per quanto riguarda la parte medica se il neurologo l'ha rassicurata io mi sentirei tranquillo.
Un abbraccio.
Dr.ssa Giorgia Ferrucci
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. è possibile che i sintomi che riporta siano riconducibili ad uno stato di ansia, che rende le cose annebbiate e lontane, a maggior ragione se già soffre di ipocondria, disturbo che ha alla base proprio il sintomo dell'ansia. Credo che sarebbe importante provare a dare un significato all'ipocondria e all'ansia rispetto alla sua vita: alla sua storia, le sue relazioni, la fase che sta attraversando e ai contesti che vive e frequenta. I sintomi spesso sono campanelli d'allarme che ci aiutano a capire che qualcosa non va, che dobbiamo prenderci cura di qualcosa: dare loro un significato, comprenderli, non soltanto ci aiuta a gestirli, ma li depotenzia, esaurisce la loro funzione. Se volesse approfondire meglio la natura della sua ansia e delle sue difficoltà mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno. Comprendo la sua preoccupazione per i sintomi che ha descritto.
Il dato più rassicurante è la normalità della Risonanza Magnetica (RM) e dei test neuropsicologici, che escludono fortemente cause neurodegenerative o lesioni strutturali per i suoi sintomi. I suoi sintomi cognitivi (come dimenticare i nomi, sensazione di "brain fog" e confusione al risveglio) sono molto comuni in presenza di forte stress e ansia, specialmente dato il suo storico di ipocondria. L'ansia riduce le risorse cognitive dedicate alla memoria e alla concentrazione, peggiorando la percezione delle difficoltà. Data la compatibilità dei sintomi con l'ansia e l’ipocondria, la strada più efficace è intraprendere un percorso psicologico mirato per la gestione dell'ansia. Non è consigliato ripetere esami costosi o invasivi se i risultati recenti sono negativi. Lavorare sulla gestione dell'ansia è il passo più logico ed efficace.
Un caro saluto.
Il dato più rassicurante è la normalità della Risonanza Magnetica (RM) e dei test neuropsicologici, che escludono fortemente cause neurodegenerative o lesioni strutturali per i suoi sintomi. I suoi sintomi cognitivi (come dimenticare i nomi, sensazione di "brain fog" e confusione al risveglio) sono molto comuni in presenza di forte stress e ansia, specialmente dato il suo storico di ipocondria. L'ansia riduce le risorse cognitive dedicate alla memoria e alla concentrazione, peggiorando la percezione delle difficoltà. Data la compatibilità dei sintomi con l'ansia e l’ipocondria, la strada più efficace è intraprendere un percorso psicologico mirato per la gestione dell'ansia. Non è consigliato ripetere esami costosi o invasivi se i risultati recenti sono negativi. Lavorare sulla gestione dell'ansia è il passo più logico ed efficace.
Un caro saluto.
Gentile signore,
il suo quadro fa parte di una vasta categoria di sintomi tenui e sfumati che da soli non permettono di ipotizzare una diagnosi. Lei parla di un esame neuropsicologico e di risultati nella norma. Questa info è molto generica. Sarebbe importante sapere quale batteria di test è stata utilizzata e quali funzioni sono state indagate (attenzione, memoria, intelligenza...) Inoltre sarebbe importante valutare i suoi livelli di stress, la qualità del sonno e dell'alimentazione, ed un profilo di personalità (presenza di depressione, ansia e così via). Come psicologo interessato alla medicina integrata le segnalo che potrebbe essere utile una cura depurativa, eventualmente verificando la presenza di metalli pesanti, una dieta anallergica, ad esempio povera di glutine e ricca di pesce, l'uso di alcune vitamine e di sostanze nootrope come quelle presenti nella micoterapia. Lo spazio non mi consente di approfondire il discorso. Cordialmente dr. Tacchini
il suo quadro fa parte di una vasta categoria di sintomi tenui e sfumati che da soli non permettono di ipotizzare una diagnosi. Lei parla di un esame neuropsicologico e di risultati nella norma. Questa info è molto generica. Sarebbe importante sapere quale batteria di test è stata utilizzata e quali funzioni sono state indagate (attenzione, memoria, intelligenza...) Inoltre sarebbe importante valutare i suoi livelli di stress, la qualità del sonno e dell'alimentazione, ed un profilo di personalità (presenza di depressione, ansia e così via). Come psicologo interessato alla medicina integrata le segnalo che potrebbe essere utile una cura depurativa, eventualmente verificando la presenza di metalli pesanti, una dieta anallergica, ad esempio povera di glutine e ricca di pesce, l'uso di alcune vitamine e di sostanze nootrope come quelle presenti nella micoterapia. Lo spazio non mi consente di approfondire il discorso. Cordialmente dr. Tacchini
Buongiorno.
Considerato lo stato di ansia che sperimenta e la confusione che lamenta, sarebbe opportuno chiedesse una consultazione specialistica per capire meglio la situazione che vive ed eventualmente pensare ad un percorso di cura. SG
Considerato lo stato di ansia che sperimenta e la confusione che lamenta, sarebbe opportuno chiedesse una consultazione specialistica per capire meglio la situazione che vive ed eventualmente pensare ad un percorso di cura. SG
Buongiorno,
capisco che possa essere fonte di preoccupazione notare delle dimenticanze, soprattutto se si è particolarmente attenti al proprio stato di salute. Tuttavia, è importante ricordare che piccoli vuoti di memoria possono essere del tutto normali, soprattutto in periodi di stress, stanchezza o preoccupazione.
Se ha già effettuato accertamenti medici che non hanno evidenziato problematiche organiche, può essere utile considerare che questi sintomi possano essere legati a uno stato d’ansia o a una tendenza all’ipercontrollo, che talvolta porta a interpretare segnali comuni come segnali allarmanti. In questi casi, continuare con ulteriori esami potrebbe non essere necessario e rischierebbe di alimentare ulteriormente la preoccupazione.
Può essere più utile rivolgersi a un professionista per approfondire queste difficoltà e trovare strategie per gestire l’ansia e la paura legata alla salute. Un supporto psicologico mirato può fare una grande differenza nel ridurre l’impatto di queste preoccupazioni nella vita quotidiana.
Resto a disposizione.
capisco che possa essere fonte di preoccupazione notare delle dimenticanze, soprattutto se si è particolarmente attenti al proprio stato di salute. Tuttavia, è importante ricordare che piccoli vuoti di memoria possono essere del tutto normali, soprattutto in periodi di stress, stanchezza o preoccupazione.
Se ha già effettuato accertamenti medici che non hanno evidenziato problematiche organiche, può essere utile considerare che questi sintomi possano essere legati a uno stato d’ansia o a una tendenza all’ipercontrollo, che talvolta porta a interpretare segnali comuni come segnali allarmanti. In questi casi, continuare con ulteriori esami potrebbe non essere necessario e rischierebbe di alimentare ulteriormente la preoccupazione.
Può essere più utile rivolgersi a un professionista per approfondire queste difficoltà e trovare strategie per gestire l’ansia e la paura legata alla salute. Un supporto psicologico mirato può fare una grande differenza nel ridurre l’impatto di queste preoccupazioni nella vita quotidiana.
Resto a disposizione.
Caro utente, credo che gli esami medici e neuropsicologici che ha fatto siano stati necessari per escludere qualsiasi causa organica di questo malessere che sente. Detto ciò talvolta la nostra parte più inconscia emerge tramite il corpo e può portare a sintomatologie molto differenti, tra cui anche una forte confusione. Valuti l'idea di iniziare un percorso psicoterapeutico al fine di capire cosa si cela dietro questo malessere che il suo corpo le veicola. Per qualsiasi necessità io sono a disposizione. Un caro saluto
Dalla sua descrizione emerge che è molto attento a ogni segnale del corpo e della mente, e questo la porta spesso a temere che ci sia qualcosa di grave. È comprensibile, ma a volte questa iper-attenzione crea proprio le difficoltà di memoria o di orientamento che la spaventano.
Gli esami che ha fatto finora sono risultati nella norma: questo è un dato importante, perché ci dice che non è un problema organico, ma piuttosto il modo in cui l’ansia e i pensieri ipocondriaci influenzano la sua percezione.
In questi casi non servono altri accertamenti, ma strategie per interrompere il circolo paura-controllo-paura che la fa stare male. Un primo passo può essere osservare quando compaiono questi episodi (ad esempio al risveglio o nei momenti di stanchezza), così da distinguere meglio ciò che è fisiologico da ciò che è amplificato dall’ansia. Sarebbe utile lavorare su strategie per interrompere questo dialogo interno ipocondriaco: imparare a sospendere il controllo continuo, ridurre la ricerca di conferme, e allenare il cervello a tollerare l’incertezza senza scivolare nella paura catastrofica.
Gli esami che ha fatto finora sono risultati nella norma: questo è un dato importante, perché ci dice che non è un problema organico, ma piuttosto il modo in cui l’ansia e i pensieri ipocondriaci influenzano la sua percezione.
In questi casi non servono altri accertamenti, ma strategie per interrompere il circolo paura-controllo-paura che la fa stare male. Un primo passo può essere osservare quando compaiono questi episodi (ad esempio al risveglio o nei momenti di stanchezza), così da distinguere meglio ciò che è fisiologico da ciò che è amplificato dall’ansia. Sarebbe utile lavorare su strategie per interrompere questo dialogo interno ipocondriaco: imparare a sospendere il controllo continuo, ridurre la ricerca di conferme, e allenare il cervello a tollerare l’incertezza senza scivolare nella paura catastrofica.
Gentile Utente,
capisco le sue preoccupazioni: i sintomi che descrive (piccole difficoltà di memoria, confusione al risveglio) possono avere molte cause, anche legate a stress, ansia o stanchezza, soprattutto considerando la sua storia di ipocondria. Il fatto che risonanza e test neuropsicologici siano risultati nella norma è molto rassicurante.
Non sembra emergere al momento la necessità di ulteriori esami, ma può essere utile parlarne con il suo medico di fiducia per monitorare la situazione e valutare insieme se servano approfondimenti. Parallelamente, un percorso psicologico potrebbe aiutarla a gestire l’ansia per la salute, che tende a mantenere alta l’attenzione sul corpo e ad amplificare le sensazioni. Un caro saluto.
capisco le sue preoccupazioni: i sintomi che descrive (piccole difficoltà di memoria, confusione al risveglio) possono avere molte cause, anche legate a stress, ansia o stanchezza, soprattutto considerando la sua storia di ipocondria. Il fatto che risonanza e test neuropsicologici siano risultati nella norma è molto rassicurante.
Non sembra emergere al momento la necessità di ulteriori esami, ma può essere utile parlarne con il suo medico di fiducia per monitorare la situazione e valutare insieme se servano approfondimenti. Parallelamente, un percorso psicologico potrebbe aiutarla a gestire l’ansia per la salute, che tende a mantenere alta l’attenzione sul corpo e ad amplificare le sensazioni. Un caro saluto.
Gentilissimo,
la ringrazio per aver condiviso la sua situazione. Capisco bene quanto possano spaventare i sintomi che descrive, soprattutto considerando la sua sensibilità ipocondriaca e i timori legati alla salute. Il fatto che gli esami neurologici e i test neuropsicologici siano risultati nella norma è un dato molto rassicurante, e permette di escludere problematiche organiche rilevanti.
Spesso, in presenza di ipocondria e ansia, la mente tende a fissarsi sui segnali del corpo o della memoria, amplificandoli e facendoli sembrare più gravi o minacciosi di quanto siano. Questo può generare ulteriore confusione e paura.
Il mio lavoro non è quello di prescrivere ulteriori accertamenti medici, ma di aiutarla a comprendere come l’ansia e la preoccupazione possano influire sul suo modo di percepire sé stesso, la memoria e le sensazioni quotidiane. Un percorso psicologico può rivelarsi molto utile per ridurre l’ansia, gestire i pensieri ipocondriaci e recuperare fiducia nelle proprie capacità.
Se desidera, potremmo approfondire insieme la sua esperienza e costruire strategie personalizzate per affrontarla con maggiore serenità.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
la ringrazio per aver condiviso la sua situazione. Capisco bene quanto possano spaventare i sintomi che descrive, soprattutto considerando la sua sensibilità ipocondriaca e i timori legati alla salute. Il fatto che gli esami neurologici e i test neuropsicologici siano risultati nella norma è un dato molto rassicurante, e permette di escludere problematiche organiche rilevanti.
Spesso, in presenza di ipocondria e ansia, la mente tende a fissarsi sui segnali del corpo o della memoria, amplificandoli e facendoli sembrare più gravi o minacciosi di quanto siano. Questo può generare ulteriore confusione e paura.
Il mio lavoro non è quello di prescrivere ulteriori accertamenti medici, ma di aiutarla a comprendere come l’ansia e la preoccupazione possano influire sul suo modo di percepire sé stesso, la memoria e le sensazioni quotidiane. Un percorso psicologico può rivelarsi molto utile per ridurre l’ansia, gestire i pensieri ipocondriaci e recuperare fiducia nelle proprie capacità.
Se desidera, potremmo approfondire insieme la sua esperienza e costruire strategie personalizzate per affrontarla con maggiore serenità.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Se le dico che non è il caso di fare altri esami, come prende questa risposta?
Credo che possa essere utile fare qualche colloquio psicologico, per provare a guardare l'angoscia che pervade i suoi pensieri.
Credo che possa essere utile fare qualche colloquio psicologico, per provare a guardare l'angoscia che pervade i suoi pensieri.
Buonasera, le sono vicina e la ringrazio per aver condiviso la sua problematica.. le visite mediche a cui si è sottoposto escluderebbero patologie gravi ed invalidanti.. le consiglierei di fissare un appuntamento con uno psicologo per approfondire ed indagare meglio questa problematica dal punto di vista psicologico. I sintomi da lei descritti potrebbero essere inseriti all’interno di un quadro ansioso e/o forte stress.. uno spazio di condivisone potrebbe aiutarla ad acquisire maggiore consapevolezza delle sue emozioni e pensieri e comportamenti. Resto disponibile per eventuali informazioni e le ricordo dal mio profilo é possibile prenotare una video consulenza gratuita di 20 minuti. In bocca al lupo.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa e psicoterapeuta cognitivo -comportamentale in formazione.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa e psicoterapeuta cognitivo -comportamentale in formazione.
Buongiorno,
capisco quanto possa essere difficile vivere momenti in cui non vengono i nomi, le cose fatte il giorno prima sembrano più lontane o al risveglio ci si sente confusi. Il fatto che risonanza e test neuropsicologici siano risultati nella norma è molto rassicurante: esclude la presenza di patologie neurologiche.
Quando si soffre di ipocondria è frequente che la mente resti in costante allerta e che queste esperienze vengano percepite come segnali allarmanti, anche se spesso rientrano nella quotidianità di molte persone. Questo non toglie nulla alla tua sofferenza: significa solo che ansia e corpo stanno lavorando insieme, mantenendo alto il livello di preoccupazione.
In alcuni casi si può trovare sollievo con accorgimenti pratici nella vita di tutti i giorni, in altri può essere utile lavorare insieme a un professionista per definire nel modo più mirato ed efficace le strategie che ti aiutino a ritrovare serenità.
Un caro saluto,
Melania Monaco
capisco quanto possa essere difficile vivere momenti in cui non vengono i nomi, le cose fatte il giorno prima sembrano più lontane o al risveglio ci si sente confusi. Il fatto che risonanza e test neuropsicologici siano risultati nella norma è molto rassicurante: esclude la presenza di patologie neurologiche.
Quando si soffre di ipocondria è frequente che la mente resti in costante allerta e che queste esperienze vengano percepite come segnali allarmanti, anche se spesso rientrano nella quotidianità di molte persone. Questo non toglie nulla alla tua sofferenza: significa solo che ansia e corpo stanno lavorando insieme, mantenendo alto il livello di preoccupazione.
In alcuni casi si può trovare sollievo con accorgimenti pratici nella vita di tutti i giorni, in altri può essere utile lavorare insieme a un professionista per definire nel modo più mirato ed efficace le strategie che ti aiutino a ritrovare serenità.
Un caro saluto,
Melania Monaco
Gentile signore,
Se ha fatto valutazioni neuropsicologici e medici, si possono scartare queste variabili, quindi comprendere se il sintomo possa essere collegato allo stress, altrimenti allo stato emotivo del momento, come se ci fosse un occultamento di alcuni materiali mnemonici. Avendo utilizzato le visite neurologiche potrebbe affidarsi ad uno psicoterapeuta e valutare insieme se i sintomi si attenuano dopo un breve percorso.
Dott.ssa Ornella Prete
Dott.ssa Ornella Prete
Se ha fatto valutazioni neuropsicologici e medici, si possono scartare queste variabili, quindi comprendere se il sintomo possa essere collegato allo stress, altrimenti allo stato emotivo del momento, come se ci fosse un occultamento di alcuni materiali mnemonici. Avendo utilizzato le visite neurologiche potrebbe affidarsi ad uno psicoterapeuta e valutare insieme se i sintomi si attenuano dopo un breve percorso.
Dott.ssa Ornella Prete
Dott.ssa Ornella Prete
Buongiorno, da ciò che scrive emerge chiaramente quanto questi episodi di dimenticanza e confusione la stiano preoccupando e quanto possano diventare fonte di ansia, soprattutto considerando la sua tendenza all’ipocondria. È comprensibile che il pensiero vada subito a scenari gravi, anche se ha già svolto esami accurati che hanno dato esiti rassicuranti. Quando la mente è molto focalizzata sulla paura di una malattia, anche piccoli vuoti di memoria o momenti di disattenzione, che possono capitare a chiunque, assumono un significato minaccioso e finiscono per alimentare ancora di più il circolo della preoccupazione. Dal punto di vista psicologico, può essere utile osservare come il meccanismo dell’ansia porti spesso a un’iper-vigilanza sul corpo e sulle proprie capacità cognitive. In questo modo, ogni minimo segnale viene amplificato, mentre la stessa ansia e le ruminazioni che ne derivano finiscono paradossalmente a rendere più difficile concentrarsi e ricordare, creando così la sensazione che qualcosa non funzioni. È come se la mente, impegnata costantemente a monitorare, facesse più fatica a immagazzinare e recuperare le informazioni in modo fluido. Un lavoro mirato potrebbe consistere nell’imparare a riconoscere questi pensieri catastrofici, metterli in discussione e sostituirli con interpretazioni più realistiche, oltre a sviluppare strategie pratiche per gestire l’ansia. Tecniche di rilassamento, esercizi di attenzione e la riduzione delle condotte di controllo (come il continuo bisogno di verifiche mediche) possono aiutarla a interrompere quel circolo vizioso che la mantiene in allarme. La sua domanda mostra che desidera comprendersi meglio e affrontare la situazione in modo costruttivo. Non si tratta di ignorare i sintomi, ma di imparare a leggere le proprie esperienze cognitive anche alla luce dell’influenza che l’ansia e le preoccupazioni possono esercitare su di esse. Questo può aprire la strada a una maggiore fiducia nelle proprie risorse e a una diminuzione progressiva delle paure che ora la accompagnano. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, se ha eseguito tutti gli esami del caso e se questi hanno dato esito negativo, potrebbe esserle utile ricorrere ad un percorso di psicoterapia, per comprendere se le preoccupazioni che ha descritto la stiano aiutando o meno.
Buongiorno,
i sintomi che descrive possono essere legati a momenti di stress o ansia, soprattutto se gli esami sono risultati nella norma. In questi casi non sempre servono ulteriori accertamenti, ma può essere utile occuparsi del proprio benessere psicologico e mantenere uno stile di vita equilibrato. Se i disturbi dovessero persistere, contatti un professionista. Dott.ssa Aurora Corso.
i sintomi che descrive possono essere legati a momenti di stress o ansia, soprattutto se gli esami sono risultati nella norma. In questi casi non sempre servono ulteriori accertamenti, ma può essere utile occuparsi del proprio benessere psicologico e mantenere uno stile di vita equilibrato. Se i disturbi dovessero persistere, contatti un professionista. Dott.ssa Aurora Corso.
Buongiorno,
ti ringrazio per aver condiviso queste sensazioni in modo così chiaro, e con quel tono pacato che spesso arriva solo quando si è stanchi di preoccuparsi, ma si continua comunque a cercare risposte. Il tuo racconto trasmette un vissuto fatto di dubbi, paure silenziose e un bisogno profondo di rassicurazione che vada oltre i numeri e i referti medici.
Ciò che descrivi — i nomi che sfuggono, la sensazione che gli eventi recenti siano più lontani di quanto dovrebbero, la confusione al risveglio — è qualcosa che può spaventare, soprattutto se si è già vissuta una fase della vita segnata dall’ipocondria, come hai raccontato. Il timore che “ci sia qualcosa che non si vede” è molto comune tra chi, come te, ha già affrontato la fatica di mille esami, mille pensieri, mille possibilità nella testa. Eppure, proprio la tua lucidità nel raccontarlo, e il fatto che i test neuropsicologici siano risultati nella norma, così come la risonanza, sono già segnali importanti. Non risolvono tutto, certo, ma ci dicono che — almeno a livello organico — il cervello non mostra segnali preoccupanti.
Quello che descrivi potrebbe anche essere il risultato di uno stato mentale protratto nel tempo. L’ipocondria non è solo “paura delle malattie”, ma un modo profondo in cui la mente cerca di dare voce a una tensione interna costante, spesso invisibile. Il cervello, in condizioni di ansia cronica o stress emotivo prolungato, può alterare temporaneamente le funzioni della memoria e dell’orientamento, soprattutto nelle fasi di passaggio come il risveglio o nei momenti in cui la mente è sovraccarica. Non significa che tu stia “perdendo colpi”, né che qualcosa si stia spegnendo. Significa che il sistema mente-corpo è stanco e si sta facendo sentire.
Non è raro che chi soffre di ipocondria sviluppi una sorta di ipervigilanza: ogni piccolo vuoto, ogni lapsus, ogni secondo di esitazione viene amplificato e interpretato come un possibile segnale di malattia. In realtà, molte di queste esperienze sono comuni anche in chi non ha patologie: dimenticare un nome, confondere un giorno, svegliarsi spaesati capita a chiunque, ma quando siamo già in uno stato di preoccupazione latente, quelle piccole crepe sembrano voragini.
In questo momento, più che ulteriori esami, potrebbe esserti utile uno spazio dove lavorare in profondità su questa ansia di fondo. Se non l’hai già fatto, valutare un percorso psicoterapeutico centrato proprio sulla gestione dell’ansia e delle ossessioni ipocondriache potrebbe fare la differenza. Non per escludere qualcosa che già sai non esserci, ma per iniziare a fidarti di ciò che c’è. Esistono approcci molto efficaci per questo tipo di disturbo, capaci di aiutare la mente a smettere di inseguire continuamente la prova che “va tutto bene”, per iniziare a costruire, invece, un senso più stabile di sicurezza dentro di sé.
La tua domanda è legittima, e la tua preoccupazione è comprensibile. Ma forse, oggi, non si tratta più tanto di cercare “altri esami”. Forse il punto è cominciare a fidarsi — non ciecamente, ma con gentilezza — del fatto che ciò che senti non è la prova di una malattia, ma il linguaggio attraverso cui il tuo corpo e la tua mente stanno chiedendo ascolto. Se vuoi, possiamo continuare a parlarne . Prendiamoci il tempo, senza fretta. Quando si vive a lungo nell’ansia, anche il sollievo ha bisogno di essere ricostruito piano piano.
ti ringrazio per aver condiviso queste sensazioni in modo così chiaro, e con quel tono pacato che spesso arriva solo quando si è stanchi di preoccuparsi, ma si continua comunque a cercare risposte. Il tuo racconto trasmette un vissuto fatto di dubbi, paure silenziose e un bisogno profondo di rassicurazione che vada oltre i numeri e i referti medici.
Ciò che descrivi — i nomi che sfuggono, la sensazione che gli eventi recenti siano più lontani di quanto dovrebbero, la confusione al risveglio — è qualcosa che può spaventare, soprattutto se si è già vissuta una fase della vita segnata dall’ipocondria, come hai raccontato. Il timore che “ci sia qualcosa che non si vede” è molto comune tra chi, come te, ha già affrontato la fatica di mille esami, mille pensieri, mille possibilità nella testa. Eppure, proprio la tua lucidità nel raccontarlo, e il fatto che i test neuropsicologici siano risultati nella norma, così come la risonanza, sono già segnali importanti. Non risolvono tutto, certo, ma ci dicono che — almeno a livello organico — il cervello non mostra segnali preoccupanti.
Quello che descrivi potrebbe anche essere il risultato di uno stato mentale protratto nel tempo. L’ipocondria non è solo “paura delle malattie”, ma un modo profondo in cui la mente cerca di dare voce a una tensione interna costante, spesso invisibile. Il cervello, in condizioni di ansia cronica o stress emotivo prolungato, può alterare temporaneamente le funzioni della memoria e dell’orientamento, soprattutto nelle fasi di passaggio come il risveglio o nei momenti in cui la mente è sovraccarica. Non significa che tu stia “perdendo colpi”, né che qualcosa si stia spegnendo. Significa che il sistema mente-corpo è stanco e si sta facendo sentire.
Non è raro che chi soffre di ipocondria sviluppi una sorta di ipervigilanza: ogni piccolo vuoto, ogni lapsus, ogni secondo di esitazione viene amplificato e interpretato come un possibile segnale di malattia. In realtà, molte di queste esperienze sono comuni anche in chi non ha patologie: dimenticare un nome, confondere un giorno, svegliarsi spaesati capita a chiunque, ma quando siamo già in uno stato di preoccupazione latente, quelle piccole crepe sembrano voragini.
In questo momento, più che ulteriori esami, potrebbe esserti utile uno spazio dove lavorare in profondità su questa ansia di fondo. Se non l’hai già fatto, valutare un percorso psicoterapeutico centrato proprio sulla gestione dell’ansia e delle ossessioni ipocondriache potrebbe fare la differenza. Non per escludere qualcosa che già sai non esserci, ma per iniziare a fidarti di ciò che c’è. Esistono approcci molto efficaci per questo tipo di disturbo, capaci di aiutare la mente a smettere di inseguire continuamente la prova che “va tutto bene”, per iniziare a costruire, invece, un senso più stabile di sicurezza dentro di sé.
La tua domanda è legittima, e la tua preoccupazione è comprensibile. Ma forse, oggi, non si tratta più tanto di cercare “altri esami”. Forse il punto è cominciare a fidarsi — non ciecamente, ma con gentilezza — del fatto che ciò che senti non è la prova di una malattia, ma il linguaggio attraverso cui il tuo corpo e la tua mente stanno chiedendo ascolto. Se vuoi, possiamo continuare a parlarne . Prendiamoci il tempo, senza fretta. Quando si vive a lungo nell’ansia, anche il sollievo ha bisogno di essere ricostruito piano piano.
Buonasera, il suo racconto apre uno spazio di attenta riflessione su un senso di disorientamento che si accompagna a una percezione di perdita di familiarità con sé stesso e con il mondo. La sensazione di dimenticare nomi e cose fatte, così come l’umana esigenza di sapere giorno e ora, sembrano essere il segno di un ancoraggio che si indebolisce, lasciandola in uno stato di sospensione tra la realtà e le sue rappresentazioni interiori. L’aspettativa di un risultato negativo agli esami, anche se rassicurante, non esclude la possibilità che ci siano altre dimensioni di cui maneggia i registri e che richiedono un ascolto più profondo. Quello che si può intravedere, nel quadro che descrive, è una tensione tra il desiderio di liberezza e il timore di perdere il controllo, di perdere sé stessa. La sua esperienza di confusione e di smarrimento potrebbe essere interpretata come un modo in cui l’inconscio tenta di segnalare che qualcosa ancora non ha trovato spazio o rappresentazione sufficiente nel suo sistema di significati. In questa prospettiva, si cerca di ascoltare ciò che sta emergendo dal suo desiderio di sapere e di rassicurarsi, senza ridurlo a una semplice domanda medica. La sua richiesta di consulto può diventare un momento di ascolto più profondo di quanto i sintomi e le rassicurazioni mediche possano offrire: un ascolto che permette di analizzare come questi vissuti si inseriscano nella sua storia e come possano evolversi. Se lo desidera, posso accompagnarla in questo percorso di ascolto, senza giudizio e con attenzione ai punti in cui il suo desiderio si manifesta, in modo da riappropriarsi di uno spazio in cui sentirsi più stabile e più fedele a sé stessa.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Buongiorno, comprendo bene le sue preoccupazioni e il peso che i sintomi che descrive possono avere su di lei, soprattutto considerando la sua tendenza all’ipocondria. I controlli che ha già effettuato, come la risonanza magnetica e i test neuropsicologici, sono risultati rassicuranti e questo è un elemento molto importante da tenere a mente. Le difficoltà di memoria per nomi o fatti recenti, così come la confusione al risveglio, possono essere legate a fattori come lo stress, la qualità del sonno, la stanchezza o l’ansia, che spesso influenzano la concentrazione e la percezione del ricordo. Non sempre questi segnali indicano una malattia, ma talvolta riflettono il modo in cui la mente e il corpo rispondono a periodi di tensione prolungata. Dal punto di vista psicologico, il vissuto di ipocondria amplifica queste sensazioni, rendendole più spaventose e invasive, come se ogni piccolo segnale fosse una prova di qualcosa di grave. In realtà, il suo corpo sembra già averle dato delle risposte rassicuranti attraverso gli esami effettuati, e forse ora ciò che può aiutarla maggiormente è un lavoro sul rapporto con l’ansia e con il bisogno di sentirsi costantemente sicuro. Un percorso di sostegno psicologico potrebbe offrirle nuovi strumenti per accogliere questi vissuti senza che diventino fonte continua di paura, restituendole maggiore fiducia e serenità nella quotidianità.
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Falqui
silviafalqui.it
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Falqui
silviafalqui.it
Buongiorno,
i sintomi che descrive – come la difficoltà a ricordare i nomi, la percezione che i ricordi recenti siano più lontani e una certa confusione al risveglio – possono avere diverse spiegazioni. Spesso possono essere collegati a periodi di forte stress, ansia o stanchezza, che influiscono sulla memoria e sulla concentrazione. Anche l’ipocondria che racconta può accentuare queste sensazioni, portando ad amplificare la percezione delle difficoltà cognitive.
Il fatto che la risonanza e i test neuropsicologici siano risultati nella norma è sicuramente un dato rassicurante. Tuttavia, se questi sintomi dovessero persistere o peggiorare, è importante parlarne con il proprio medico curante, che potrà valutare se siano necessari ulteriori accertamenti o un approfondimento specialistico.
Per affrontare al meglio questi vissuti, soprattutto considerando l’ansia e l’ipocondria, è consigliato rivolgersi a uno specialista, che possa accompagnarla con un percorso mirato di sostegno e di comprensione delle sue difficoltà.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
i sintomi che descrive – come la difficoltà a ricordare i nomi, la percezione che i ricordi recenti siano più lontani e una certa confusione al risveglio – possono avere diverse spiegazioni. Spesso possono essere collegati a periodi di forte stress, ansia o stanchezza, che influiscono sulla memoria e sulla concentrazione. Anche l’ipocondria che racconta può accentuare queste sensazioni, portando ad amplificare la percezione delle difficoltà cognitive.
Il fatto che la risonanza e i test neuropsicologici siano risultati nella norma è sicuramente un dato rassicurante. Tuttavia, se questi sintomi dovessero persistere o peggiorare, è importante parlarne con il proprio medico curante, che potrà valutare se siano necessari ulteriori accertamenti o un approfondimento specialistico.
Per affrontare al meglio questi vissuti, soprattutto considerando l’ansia e l’ipocondria, è consigliato rivolgersi a uno specialista, che possa accompagnarla con un percorso mirato di sostegno e di comprensione delle sue difficoltà.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera,
capisco come possa sentirsi. Essere spaventati all'idea di avere qualcosa è più che normale, tuttavia gli esami medici rilevano qualsiasi anomalia all'interno del nostro corpo e dato che i suoi risultano negativi non c'è nulla di cui preoccuparsi.
Magari è soltanto un periodo stressante per lei e questo le causa confusione e stanchezza mentale.
Se vuole parlarne, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
capisco come possa sentirsi. Essere spaventati all'idea di avere qualcosa è più che normale, tuttavia gli esami medici rilevano qualsiasi anomalia all'interno del nostro corpo e dato che i suoi risultano negativi non c'è nulla di cui preoccuparsi.
Magari è soltanto un periodo stressante per lei e questo le causa confusione e stanchezza mentale.
Se vuole parlarne, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Gentile utente, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per affrontare le manifestazioni legate all’ipocondria. Al tempo stesso, sarebbe opportuno approfondire i “vuoti di memoria” che riferisce, ad esempio tramite una visita neurologica, per escludere eventuali cause organiche.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Buongiorno, La ringrazio per aver raccontato ciò che sta vivendo. Comprendo la sua preoccupazione: i sintomi che descrive — difficoltà occasionali nel ricordare nomi o eventi recenti e momenti di confusione al risveglio — possono avere diverse cause, che vanno valutate attentamente. È positivo che abbia già effettuato una risonanza e test neuropsicologici con risultati nella norma, poiché questo permette di escludere alcune patologie organiche. Tuttavia, memoria e concentrazione possono essere influenzate anche da fattori come stress, ansia, ipocondria, disturbi del sonno o cambiamenti nello stile di vita. È importante parlarne con il medico o un neurologo, che potrà valutare eventuali approfondimenti o monitoraggi. Parallelamente, un percorso di supporto psicologico può aiutarla a gestire ansia, preoccupazioni e stress, favorendo il benessere generale. Un caro saluto, Dott.ssa Miriam Casini.
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione. Gli esami effettuati risultano rassicuranti e, in molti casi, ansia e stress possono influire sulla memoria e sulla lucidità. Piuttosto che ulteriori accertamenti, può essere utile intraprendere un percorso mirato a rafforzare la gestione di queste emozioni; resto a disposizione per accompagnarla in questo processo.
un caro saluto
Dott.ssa Barcella
un caro saluto
Dott.ssa Barcella
Periodi di forte stress spesso incidono sulla capacità di ricordare, sulla concentrazione e attenzione. Potrebbe essere utile capire in quale periodo della sua vita si trova e se è possibile quindi ridurre tale sintomatologia parlandone con un professionista.
Le difficoltà che descrive sono molto frequenti in persone che soffrono di ansia: quando la mente è costantemente in allerta, la concentrazione cala, e di conseguenza anche la memoria ne risente. Al risveglio poi è comune avere qualche secondo di disorientamento, soprattutto se si è molto stanchi o stressati.
Non sembra emergere la necessità di ulteriori esami specifici, visto l’esito rassicurante di quelli già fatti. Può però essere utile lavorare sulla gestione dell’ansia, magari con un percorso psicologico mirato, così da ridurre il circolo vizioso dei sintomi → preoccupazione → ulteriori sintomi.
Non sembra emergere la necessità di ulteriori esami specifici, visto l’esito rassicurante di quelli già fatti. Può però essere utile lavorare sulla gestione dell’ansia, magari con un percorso psicologico mirato, così da ridurre il circolo vizioso dei sintomi → preoccupazione → ulteriori sintomi.
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